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1 Aprile 2010 GIOVEDÌ SANTO Gesù disse: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri”. (Gv 13, 14) La Cena del Signore 280_0104 Durante la cena, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Gv 13, 2…4 1° aprile 2010 GIOVEDÌ SANTO Gv 13, 1-15 La cena è sempre uno spazio privilegiato per la condivisione. È un momento così intenso che tutto quello che si dice e che si vive a tavola è dell’ordine del sacro. Quando si ha il privilegio di essere invitati da un amico, quando si rivela qualcosa che appartiene all’ambito della confidenza, ciò che viene detto nel silenzio è sacro. Quel giovedì santo Gesù va al di là della confidenza e ci offre parole, riti e gesti, un altro modo di essere con noi. Prima del doloroso passaggio attraverso la croce, egli ci dona un testamento spiri- tuale in cui esprime misteriosamente la sua presenza. Il pane ed il vino che si condividono tutti i giorni saranno il supporto di una pre- senza inaudita che trascende l’umano. Per gli iniziati si tratta di una parola di fede e di una presenza reale a tal punto che l’assente è presente: “Fate questo in memoria di me”. Robert Riber 280_0105 Al di là della fede o del dubbio ci voleva un genio per fare del pane e del vino una presenza che ci sfugge. 280_0101 280_0102 Scervellati o riflessivi? Robert Riber 280_0103 L’Eucaristia è il mistero dell’assenza che, parados- salmente, rende ancor più presente colui di cui si fa memoria. Bisogna ricordarsi allora la parola del Maestro: “Là dove due o tre sono riu- niti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Robert Riber

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1Aprile 2010 GIOVEDÌ SANTO

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Gesù disse: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho

lavato i piedi a voi anche voi dovete lavare i piedi gli uni

agli altri”. (Gv 13, 14)

La Cena del Signore

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Durante la cena, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti,

prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.

Gv 13, 2…4

1° aprile 2010

GIOVEDÌ SANTOGv 13, 1-15

La cena è sempre uno spazio privilegiato per la condivisione. È un momento così intenso che tutto quello che si dice e che si vive a tavola è dell’ordine del sacro.Quando si ha il privilegio di essere invitati da un amico, quando si rivela qualcosa che appartiene all’ambito della confidenza, ciò che viene detto nel silenzio è sacro.Quel giovedì santo Gesù va al di là della confidenza e ci offre parole, riti e gesti, un altro modo di essere con noi.Prima del doloroso passaggio attraverso la croce, egli ci dona un testamento spiri­tuale in cui esprime misteriosamente la sua presenza.Il pane ed il vino che si condividono tutti i giorni saranno il supporto di una pre­senza inaudita che trascende l’umano.Per gli iniziati si tratta di una parola di fede e di una presenza reale a tal punto che l’assente è presente: “Fate questo in memoria di me”. Robert Riber

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Al di là della fede o del dubbio ci voleva

un genio per fare del pane e del vino

una presenza che ci sfugge.

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Scervellati o riflessivi?

Robert Riber280_0103

L’Eucaristia è il mistero dell’assenza che, parados­salmente, rende ancor più presente colui di cui si fa memoria.Bisogna ricordarsi allora la parola del Maestro: “Là dove due o tre sono riu­niti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Robert Riber

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2VENERDÌ SANTO

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E se il corpo deposto nella tomba fosse rimasto lì, inerte, come tutti i corpi che vengono deposti nella terra…E se la storia di Dio si fosse fermata ai bordi del baratro…Ma non può fermarsi lì perché è una storia d’amore tra lui e noi. Ed è per questo che noi possiamo metterci per strada, colmi di gioia. L’amore è più forte della morte. L’amore fa sempre nas­cere la vita… Luc Stein

L’amore più forte della morte

Tutto ciò che resta di umano viene coperto dalle tenebre ed è una notte di sofferenza che si insedia in pieno giorno. Rimangono le grida dell’uomo straziato che salgono dalla terra verso il cielo, all’apparenza sordo.“Ho sete”. Una parola piena di significato. Dio è umano, ha voluto così. Ma in quel momento ha soprattutto sete di amore e di tenerezza.“Ecco il tuo figlio”. La soli­tudine che invade il corpo ed il cuore trova solo un piccolo raggio di luce attraverso il volto amoroso di una madre che non può trattenere le lacrime.“Ecco tua madre”. È la riconoscenza verso un discepolo segnato dal dub­bio e dagli interrogativi, ma presente nel mezzo della tormenta.“Tutto è compiuto”. Dio se ne va, ma sa che è arrivato fino ai confini dell’impossibile, dell’insopportabile. Dio si è donato fino alla fine. Luc Stein

2 aprile 2010

VENERDÌ SANTOGv 18, 1 – 19, 42

280_0204 Se vuoi conoscere la luce del mattino di Pasqua,non dimenticarti di salire prima la strada ripidache passa per il Golgota…

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Stavano presso la croce di Gesù sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala.

(Gv 19,25)

Gesù, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota,

dove lo crocifissero. Gv 19, 17-18

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Fino alla fine

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L. Stein

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3Aprile 2010 VEGLIA PASQUALE

3 aprile 2010

VEGLIA PASQUALELc 24, 1-12

Quelli dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è

vivo?”(Lc 24,7)

Scelta in greco si dice “heresis”, “eresia”.Perché noi non dobbiamo scegliere

tra le realtà opposte che contraddistinguonoil messaggio cristiano:

oggi Gesù, vero uomo E vero Dio,è morto E risorto.

Secondo Maestro Eckart, venendo alla tomba Maria Maddalena era inconsolabile. In effetti essa cercava l’unico e si ritrovò di fronte a due angeli. Due non possono essere l’unico. E quando volle toccare il Risorto ed essere un’unica cosa con lui venne rimpro­verata. Fare Uno con l’Unico domandava molto di più. Ecco perché essa entrò nel silenzio in cui, si dice, un po’ alla volta imparò ad essere Uno con la Parola. Jean Devriendt

Le donne trovarono che la pietra era stata rimossa dal

sepolcro e, entrate, non tro­varono il corpo del Signore

Gesù. Lc 24, 2-3

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Come essere uno con l’Unico?

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Guardatevi attorno

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Dopo una giornata cominciata senza luce, la Chiesa si ris­veglia, si prepara: il sabato santo sta per terminare. Blaise Pascal ha scritto il suo celebre “Sepolcro di Gesù Cristo. Vi afferma che il Cristo predica ancora dalla sua tomba. Predica col silenzio. La morte è l’ultimo messaggio umano che il Cristo ha condiviso con noi. L’uomo Gesù prega il Padre suo attraverso la morte. Esprime il desiderio di vivere. E denuncia l’ingiustizia.Ad un detenuto di un campo di concentramento un altro detenuto un giorno domandò: “Dov’è il tuo Dio?”. “È qui, con noi”, gli fu risposto. Perché messo a morte con i condannati all’esecuzione, con gli emarginati, con le vittime della sofferenza e delle disgrazie. Una tomba nella massa di altre tombe. Che urla verso Dio il desiderio, la volontà che tutti abbiano la vita in abbondanza.Noi dobbiamo ascoltare la tomba di Cristo. Dall’inizio, quando vi viene deposto, fino alla fine quando la tomba viene aperta, ma non completamente svuotata per­ché vi rimane un lenzuolo. È l’ultimo messaggio che l’uomo Gesù ci ha lasciato: le bende che coprivano una parte del suo corpo, senz’altro recanti i segni della morte, ma senza cadavere. La morte come cicatrice? Si annuncia un’altra predica­zione del Verbo, che comincerà con “Lode a Dio” e “Alleluia”.Dov’è il corpo del Cristo? Quando il prete presenterà il pane consacrato, dicen­do: “Ecco l’Agnello di Dio”, per una volta non lo guardate, ma osservate la gente attorno a voi, in questa chiesa, in questo quartiere, in questa città o paese, in questo mondo. Non cerchiamo il corpo di Cristo tra i morti. Noi, credenti e non credenti, questo o quello, noi esseri umani, carnefici e vittime, gente senza storia o popolo con una storia, noi siamo la carne che Dio ha assunto. Fino in fondo, fino alla tomba. Per la vita e per la morte. Jean Devriendt

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J. Devriendt

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4Aprile 2010 DOMENICA DI PASQUA

Com’è difficile credere in una vita dopo la morte. Impossibile imma­ginarla! Si rischia, infatti, di sva­lutare la vita attuale. Stando agli ultimi sondaggi, tuttavia, i nostri contemporanei credono sempre di più in una vita dopo la morte: “reincarnazione” o “risurrezione”? I cristiani fondano la loro fede nella risurrezione sulla fede nel Cristo risorto. E, lungi dal distoglierci dal presente, questa fede gli offre una dimensione nuova. I gesti dell’amore umano: nutrire, curare, visi­tare e accogliere…tutti questi gesti di vita diventano…di vita eterna! Jean-Marie Bedez

4 aprile 2010

DOMENICA DI PASQUA

Gv 20, 1-9

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto

per primo al sepolcro, e vide e credette.(Gv 20, 8)

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Simon Pietro entrò nel sepolcro ed osservò i teli posati là. Allora entrò anche l’altro discepolo, e

vide e credette. Gv 20, 6…9

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Destinati alla morte, è bello sapereche il Risorto ha conosciuto “il momento della morte”.

Tutti i vangeli l’attestano: l’annuncio che Gesù è risorto è stato fatto innanzitutto alle donne. Le donne fedeli a Gesù fin dalla Galilea, fede­li fino al Calvario, erano venute alla tomba di Gesù mosse da una tenera fedeltà. L’amore che prova­vano per lui le spingeva ad ungere il suo corpo con olio profumato oppure, come suggerisce il van­gelo di Giovanni riguardo a Maria

Maddalena, questa voleva piangere nel giardino del sepolcro. Così le donne diventeranno testimoni dell’inaudito. La tomba è aperta e vuota. Esse temono che abbiamo rubato il corpo del Signore, quel corpo che era un segno della sua presenza. Ma gli angeli e la comprensione delle Scritture permettono loro di scoprire un po’ alla volta che “non bisogna cercare tra i morti colui che è vivo”.Sì, Gesù è vivo! Ritornato nella gloria del Padre suo, egli rimane tuttavia legato alle persone che lo amano. “Maria!” “Rabbuni”. Gesù rimane per sempre vicino ai suoi. Che gli uomini e le donne di Galilea lo ritrovino in Galilea e annuncino nel cuore di questo mondo che Gesù è vivo! Jean­Marie Bedez

Pasqua: l’annuncio fatto alle donne

I nostri contemporanei e la vita dopo la morte

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J.-M. Bedez

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5Avril 2010 2a DOMENICA DI PASQUA C

Dopo la Risurrezione di Gesù sono parole di riconciliazione che si impongono. Perché i rinnegamenti successivi e gli altri atteggiamen­ti di indifferenza si sono moltiplicati in occasione della condanna e della passione di Gesù. Il Figlio di Dio, con una proposta ripetuta

di pace, esprime il desiderio profondo di proseguire il cam­mino intrapreso con i suoi apostoli e con i suoi discepoli. Tutta la forza dello Spirito Santo è concentrata in questa pace che viene da Dio. Alain Donius

11 aprile 2010

2a DOMENICA DI PASQUA C

Gv 20, 19-31

Gesù disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie

mani;tendi la tua mano e mettila nel

mio fianco;e non essere incredulo, ma cre-

dente!” (Gv 20, 27)

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Gesù disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e met­tila nel mio fianco; e non essere

incredulo, ma credente”. Gv 20, 27

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La festa della risurrezione è intimamente legata alla nostra fede nel Dio vivente,il Dio di Gesù Cristo, il Dio di tutti gli uomini!

Ancora abbagliati dalla luce del Risorto, eccoci già confrontati con le dif­ficoltà. Sì, perché si tratta di accogliere e di cre­dere, di comprendere e di aderire.Tommaso incarna ques­ta realtà del dubbio che attraversa costantemente il nostro spirito. Dubbio che ci impedisce di tro­vare la pace, la pace della fede, la pace della fidu­cia.Ma come Tommaso anche noi siamo invitati ad essere dei cercatori, a diventare cercatori di Dio. La sua curiosità è benefica: verifica e gli consente di comprendere meglio.Al seguito dei discepoli e degli apostoli, accogliamo, meditiamo e procla­miamo la presenza del Risorto. Alain Donius

Vedere e credere

La pace risana l’anima e il corpo

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A. Donius

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6Aprile 2010 3a DOMENICA DI PASQUA C

La vita degli uomini rassomiglia ad una traversata difficile in cui talvolta si incontra la tempesta. Ma se accettiamo di tendere le vele al soffio dello Spirito, potremo andare avanti con fidu­cia. Perché, sull’altra riva, ci attende il Risorto per invitarci all’Incontro! Mgr Christian Kratz

18 aprile 2010

3a DOMENICA DI PASQUA C

Gv 21, 1-19

Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli

risposero: “No”. Allora egli disse loro: “Gettate la rete

dalla parte destra della barca e troverete”. (Gv 21, 5-6)

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Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete

piena di centocinquantatre gros­si pesci. Gv 21, 11

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La storia d’amore tra Dio e gli uomini continua oggi attraverso di noi.Questa convinzione ci renda più responsabili e più felici!

Dopo la Pasqua ogni incontro con Gesù passa attraverso due momenti inseparabili.C’è, innanzitutto, la necessità di un riconoscimento e perché questo avvenga dobbiamo accettare di uscire dalle definizioni e dalle idee bell’e pronte su di Lui per poter cercarlo e scoprirlo presente e in azione nel cuore della nostra vita: in una discussione, in un incontro, in un avvenimento, nell’amicizia che si riceve e che si condivide, in un impegno a servizio della società e della Chiesa e, certamente, nella Parola e nei Sacramenti.Dopo il riconosci­mento c’è la missione. Incontrare il Cristo vuol dire lasciarsi inviare in missione!A Gerusalemme, in Palestina e fino agli estremi confini della terra, gli apostoli hanno acceso un fuoco che non si spegnerà mai. Mgr Christian Kratz

I due momenti dell’incontro

Tendi le vele!

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Mgr C. Kratz

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7Aprile 2010 4a DOMENICA DI PASQUA C

Le visioni dell’Apocalisse conducono alla contemplazione di Dio e dell’Agnello, che è Gesù, il Vincitore della morte. Esse ci fanno scoprire la folla immensa degli eletti ed hanno ispirato i pittori, fin dagli inizi dell’arte cristiana, per decorare le chiese soprattutto al di sopra dell’al­tare, là dove l’Agnello sazia la fame e la sete dei suoi fedeli, attraverso il pane e il vino consa­crati, per guidarli verso la vita. Marcel Metzger

25 aprile 2010

4a DOMENICA DI PASQUA C

Gv 10, 27-30

Gesù disse: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le

conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna”.

(Gv 10, 27-28)

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Gesù disse: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le

conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna”.

Gv 10, 27-28

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Rendiamo grazie per Gesù e per gli Apostoli,che hanno portato la Luce affinché la salvezza raggiunga le estremità della terra.

Riconoscere la voce del padrone, quando si tratta di pecore o di animali domestici, è essenziale. Ma lo è ancora di più riconoscere la voce dei propri genitori, dei figli, degli intimi, degli amici: è il fondamento di ogni relazione umana. Dio ha fatto di tutto per far intendere la sua voce, comunicando attraverso i profeti, fino a parlare attra­verso la viva voce del suo Figlio, affinché noi possiamo riconoscere la sua voce.Questa Parola non ci abbandona più: essa è al centro delle nostre comunità e delle nostre famiglie cristiane. Insieme noi ascoltiamo la voce del Buon Pastore nelle celebrazioni dome­nicali in cui ci raggiunge attraver­so la proclamazione del Vangelo. Così possiamo progredire in quella che san Giovanni chiama “la conoscen­za” e che è la relazione personale con Dio. Marcel Metzger

Comunicare attraverso la Parola

La contemplazione di Dio e dell’Agnello

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M. Metzger

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8Aprile 2010 IMMAGINI DOMENICALI

1° aprile 2010 Giovedì Santo

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Durante la cena, Gesù si alzò da tavo-la, depose le vesti, prese un asciuga-mano e se lo cinse attorno alla vita.

Preparazione communione

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Risurrezione

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Professione di fede

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2 aprile 2010 Venerdì Santo

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Gesù, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero.

3 aprile 2010 Veglia pasquale

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Quelli dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto”.

4 aprile 2010 Domenica di Pasqua

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Allora entrò anche l’altro dis-cepolo, e vide e credette.

11 aprile 2010 2a Domenica di Pasqua C

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Gesù disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guar-da le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fian-co; e non essere incredulo, ma credente”.

18 aprile 2010 3a Domenica di Pasqua C

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Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, perché sapevano bene che era il Signore.

25 aprile 2010 4a Domenica di Pasqua C

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Gesù disse: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna”.

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9 HUMOUR – SANTI

Francesco di Paola (1436-1507)Festeggiato il 2 aprile

Originario di Paola, in Calabria, viene attratto dall’ideale francescano. Raggiunge l’ordine dei Frati minori, ma non vi trova la spoliazione e l’umiltà assoluta che vi cerca. Si ritira allora a vivere da eremita e quindi raccoglie attorno a sé dei discepoli sotto il nome di “minimi”, con una regola molto aus­tera. Chiamato accanto al re Luigi XI, malato ed angosciato dalla morte, lo prepara a concludere cristianamente la sua vita. Alla morte del re rimane a Plessis­les­Tours, da dove imprime un vigoroso sviluppo al suo ordine.

Benedetto-Giuseppe Labre (1748-1783)

Festeggiato localmente il 16 aprile.Nato a Saint­Sulpice­d’Amettes (Francia), desidera essere religioso. Va dai certosini, dai cistercensi, dai trappisti, ma non trova tra loro il suo posto. decide allora di seguire una vocazione di pellegrino per­petuo e di mendicante, in qualche modo un “barbone” cristiano. Percorre così l’Italia, la Germania e la Polonia. Muore a Roma a 35 anni e diventa il patrono delle persone nomadi e disadattate.

Fedele sa Sigmaringa(1578-1662)

Festeggiato il 24 aprile.Nasce a Sigmaringa (Germania) e si chiama Marco Rey. È precettore in una famiglia principesca, e quindi avvocato, prima di diventare cappuccino con il nome di Fedele. Segue una formazione teologica a Costanza e quindi comin­cia a predicare nella zona protestante della Svizzera. Inviato in missione nella regione dei Grigioni, dove i protestanti si erano ribellati all’arciduca d’Austria, ottiene numerose conversioni prima di morire assassinato, mentre domanda a Dio di perdonare i suoi uccisori. 280_0907280_0906280_0905

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Aprile 2010

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10Aprile 2010 VARIAZIONI

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La risurrezione ci attende

Tu che sei Dio e sei diventato un uomo povero,come noi tu hai avuto fame e sete,

come noi, tu hai avuto paura ed hai pianto,come noi, tu sei morto.

Il tuo povero corpo è stato deposto nella tomba,così come lo sarà il nostro

e tu ne sei uscito trasfigurato,come anche noi un giorno ne usciremo.

O mio Amato, con te la morte è bellaperché ci attende la risurrezione.

Grazie.Sœur Emmanuelle

PasquaÈ con una gioia profonda,

Signore dell’universo, che noi ti rendiamo grazie in questa notte di Pasqua,

rischiarata dal volto radioso del Risorto.

Come un’alba lungamente attesa tu vieni a dissipare le nostre tenebre.

Tu fai risplendere una speranza invincibile là dove la morte sembrava trionfare.

Attraverso la luce diffusa dalla tua Parola tu illumini i nostri percorsi tortuosi.

Attraverso l’acqua del Battesimo e il dono dello Spirito tu ci affranchi da ogni idolo.

Attraverso il Pane eucaristico tu fai crescere in noi l’uomo nuovo.

Charles Wackenheim

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Maggio 2010 5a DOMENICA DI PASQUA C

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È da te, Signore, che imparo la gioia di accogliere.È da te, Signore, che imparo la forza del rispetto.È da te, Signore, che imparo la bellezza dell’amore. Christine Reinbolt

2 maggio 2010

5a DOMENICA DI PASQUA C

Gv 13, 31…35

“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni

gli altri”. (Gv 13, 34)

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“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli

altri”. Gv 13, 34

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Cerchi Dio?Ama, ama ancora, ama sempre:è il segreto di ogni incontro.

Amici, ascoltate, lo dico a voi:Amatevi gli uni gli altri!Siate pazienti come il giardiniere davanti alla sua rosa.Con la forza non otterrete niente.La pazienza è il segreto dell’amore.Siate dunque benevoli gli uni verso gli altrie lasciate che ognuno cammini al ritmo dei suoi passi.Con la durezza non otterrete niente.Siate magnanimi e comprensivi:imparate a rispettaree rigettate tutti i vostri giudizi azzardati.Con la critica malsana non otterrete nulla.Abbiate mani guidate dalla tenerezzae sappiate condividerla come si fa con un’acqua viva.Con il rancore non otterrete niente.Amici, ascoltate, lo dico a voi:amatevi gli uni gli altri! Christine Reinbolt

Amatevi gli uni gli altri

Egli ci invita

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R. Riber

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Maggio 2010

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6a DOMENICA DI PASQUA C

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Prendendo congedo dai suoi dis-cepoli, Gesù non rivolge loro un ultimatum, né una messa in guar-dia, ma piuttosto un messaggio di sostegno, di incoraggiamento ad amare Dio come egli ha inse-gnato loro e a non venir meno. Come per tutto il tempo passato con loro, non impone a nessuno un fardello impossibile da por-tare. Al contrario: fino all’ultimo istante ci aiuta a portare la nostra croce, ci invita ad amare sempre e in qualsiasi situazione, ad essere felici perché ora egli è presso il Padre, ma non ci abbandona. Thierry Larcher

9 maggio 2010

6a DOMENICA DI PASQUA

Gv 14, 23-29

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il

mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non

abbia timore”. (Gv 15, 1-8)

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Gesù disse: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi

verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.

Gv 14, 23

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Non c’è al mondo gioia più grande

di quella che consiste

nell’amare con tutto il cuore.

Nel momento di lasciare i suoi discepoli, Gesù dice loro: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi”(Gv 14, 27). Una volta di più il Cristo non fa le cose come tutti. Una volta di più la sua parola fa autorità per coloro che lo ascoltano. Egli non dice: “Ora che me ne vado vi lascio in pace”, sot-tinteso: potrete dimenticare le mie richieste di amare il prossimo, di condividere i vostri beni.E non dice neppure: “Andate nel mondo intero e fate presto, è una questione di vita o di morte, dovete salvare il mondo annunciando la Buona Novella”. Il regno di Dio, infatti, si costruisce lentamente, ma in modo sicuro. Non c’è da attendere, dunque, nessuna rivoluzione istantanea, nessun bing bang.“Vi do la mia pace”. La pace di Dio, la pace interiore, la pace che va di pari passo con un amore eterno, con una fiducia infinita, con una bontà senza limiti, con un perdono ripetuto, con una generosità disinteressata: ecco quello che Gesù lascia ai suoi discepoli. Ecco la sua eredità.Il tempo della missione, del lavoro nella vigna verrà presto, quando lo Spirito Santo sarà inviato agli uomini per illuminarli e difenderli. Ma senza questa eredità eccezionale lo Spirito Santo incontrerebbe uomini che sono solo conchiglie vuote. Thierry Larcher

Vi do la mia pace

Una partenza che prepara un ritorno

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T. Larcher

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15Maggio 2010 ASCENSIONE

È una vita nuova quella che comincia. Dal mattino dell’Ascen-sione gli apostoli hanno dovuto imparare a vivere nell’assenza fisica di Gesù. Ma hanno raccolto la sfida. Oggi tocca a noi conti-nuare a camminare, pieni di gioia, sulla strada che ci è stata trac-ciata. L’assenza fisica di Gesù ci pesa di meno che agli apostoli, ma la sfida è immensa. Si tratta di manifestare agli uomini la sua presenza in mezzo a noi, anche se invisibile. Luc Stein

16 maggio 2010

ASCENSIONELc 24, 46-53

Mentre li benediceva, si stac-cò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono

davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande

gioia. (Lc 24, 51-52)

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Mentre li benediceva, si stac-cò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si pros-

trarono davanti a lui; poi tor-narono a Gerusalemme con

grande gioia. Lc 24, 51-52

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Se guardi solo il cielo,

rischi di ignorare la sofferenze e le pene

dei tuoi fratelli.

Se ora egli se ne va, non credere che Dio sale al cielo per fuggire le realtà della terra. Ormai si fida di te e ti affida il compito di portare un po’ di fraternità e di dolcezza su questa terra, che soffre di una crudele mancanza di tenerezza. Non credere che egli è stanco di seminare parole di vita nei solchi del mondo. Si attende da te che tu prenda il testi-mone per annunciare agli uomini di questo tempo le meraviglie del suo amore.Non credere soprattutto che egli non ha più nulla da dare. Egli sa, però, che tu puoi regalare il tuo tempo, puoi offrire il tuo sorriso, che sei capace di costruire con i tuoi fratelli una terra di solidarietà e di condivisione. Oggi egli ti invita a diffondere dovunque il tuo ottimismo e la tua speranza…E conta veramente su di te.Allora, mettiti in cammino! Luc Stein

Egli conta su di te

Vita nuova…

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L. Stein

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16Maggio 2010 PENTECOSTE

Il 17 gennaio 2010, Franklin, prete di Haiti, ha inviato un messaggio ai suoi amici. Ha descritto l’orrore che aveva davanti agli occhi: rovine dovunque, sofferenze dei feriti, odore pestilente di cadaveri, sguardo perduto dei sopravvissuti. Ma poi ha aggiunto: “Davanti a tutto questo, mio Dio, che cosa vuoi? Che cosa vuoi dirci? Io so fin dal profondo delle viscere che tu sei il Dio che ci ama, ci crea, ci salva, ci forma, ci

invia…”. Dopo aver descritto l’orrore e gridato la sua fede, Franklin descrivono come i suoi fra-

telli si stiano organizzando per seppellire i morti, per assicurare la sopravvivenza dei vivi e per preparare un futuro nuovo…Il soffio dello Spirito mette all’opera ener-gie nuove! E nel profondo dell’orrore fa risuonare la Buona Novella!

Jean-Marie Bedez

23 maggio 2010

PENTECOSTEGv 14, 15…26

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“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito

perché rimanga con voi per sempre” Gv 14, 16

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La Pentecoste non è questione di un giorno,

ma di tutti i giorni fino all’ultimo.

Lo Spiritocome un tenue soffiodi una divina tenerezzaporta pace e disarma,rallegra e canta,fa scorrere lacrimedi gioia e di pentimento.

Lo Spiritocome un’onda di fraternitàsi manifesta attraversoun volto che sorride,uno sguardo accogliente,un orecchio che ascolta,una parola che ridesta.

Lo Spiritocome un grande ventoapre porte e finestresull’incognito, sulla novità,e spinge al largo,spezza la violenzae semina l’amore…

Pentecoste

Lo Spirito è all’opera oggi

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J.-M. Bedez

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Jean-Marie Bedez

“Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi inse-

gnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

(Gv 14, 26)

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17Maggio 2010 SS.MA TRINITÀ

Quando un uomo arriva a contenere “Dio” nel suo piccolo cervello, allora – dal momento che la creatura non può abbracciare il suo Creatore – non si tratta sicuramente di Dio, ma solo di un’illusione. Noi pensiamo a Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, quale si è rivelato in Gesù Cristo, la Parola fatta carne, Dio-con-noi… Jean Devriendt

30 maggio 2010

SS.MA TRINITÀGv 16, 12-15

“Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà

da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà

le cose future”.(Gv 16, 13)

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“Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che lo Spirito di

verità prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.

Gv 16, 15

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La parola “Trinità” non è un termine della Bibbia:

perché non è la lettera che conta, ma lo spirito che

anima il testo.

Fin dalla nascita della Festa della Trinità, tra il XIII° e il XIV° secolo, veniva raccomandato ai parroci di non predicare in quel giorno! In effetti dopo il IV° secolo si sono cercate delle immagini per rappresentarla “nel modo meno infedele” che fosse possibile…Una fiamma che esce da tre ceri – ma i perfezionisti osservarono che i ceri erano troppo separati. Un trifoglio, foglia a tre lobi – ma gli stes-si perfezionisti rilevarono che le Persone non erano abbastanza di stinte! Via, un po’ di decenza! Tre uomini uguali? No, non si tratta di tre dei! Una sola immagine è stata conservata – quella trovata da Gioacchino da Fiore. Un triangolo. Non tre aspetti, ma tre angoli che si incrociano e la cui ampiezza comune disegna un triangolo, al cui centro brilla la comune divinità, contrassegnata sia da un cerchio sia dal nome di Dio. In alto si disegna la figura del Padre. È da Lui che tutto proviene. A sinistra, il Figlio estende la sua ampiezza che già ricopre esattamente quella del Padre, ma si trova inclusa, generata da essa. Verso questi due angoli, del padre e del Figlio, si slancia l’angolo dello Spirito. Nell’abbraccio delle tre forme una perfetta unità che noi chiamiamo “Dio”.L’immagine del triangolo con tutte le riserve che la teologia impone, rimane la meno imperfetta per riflettere sul Dio cristiano e, proprio per-ché incarnato in Gesù Cristo, esige di evangelizzare ogni nostro pensiero. Jean Devriendt

La Trinità

Dio con noi

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J. Devriendt

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18Maggio 2010 IMMAGINI DOMENICALI

2 maggio 2010 5a Domenica di Pasqua C

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Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.

Carestia

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Maria

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Trinità

281_1908PER LE CELEBRAZIONI

9 maggio 2010 6a Domenica di Pasqua C

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Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

16 maggio 2010 Ascensione

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Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo.

23 maggio 2010 Pentecoste

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Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

30 maggio 2010 SS.ma Trinità C

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Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che lo Spirito di verità prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

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19Maggio 2010 VIAGGIO NEI PAESI DELLA BIBBIA

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20Maggio 2010 HUMOUR - SANTI

Atanasio (295-373)Festeggiato il 2 maggio

Nato ad Alessandria d’Egitto, ne diven-ta patriarca nel 328. Conduce una lotta lunga e aspra contro un prete eretico, Ario, che negava la divini-tà del Cristo. L’arianesimo era stato condannato al concilio di Nicea (325), ma si diffondeva nel mondo cristiano dove provocava numerose e dolorose divisioni. Lo stesso imperatore si era lasciato convincere ed aveva esiliato Atanasio ben cinque volte, il quale però, alla fine, era riuscito a vincere l’arianesimo. La sua opera scritta è imponente.

Mattia (1° secolo)Festeggiato il 14 maggio

Gli Atti degli Apostoli ci raccontano che egli ha sempre seguito Gesù ed è stato designato per prendere il posto di Giuda Iscariota. In tal modo egli diventa uno dei dodici apostoli. Su di lui sappiamo piuttosto poco. Una tradi-zione afferma che egli ha evangelizzato la Cappadocia (regione che si trova nell’attuale Turchia) e che vi è morto martire.

Erik (morto nel 1160)Festeggiato localmente il 18 maggioAutentico vichingo, diventa re di Svezia nel 1150. Cristianizza allora il nord del paese e tenta di convertire i finlandesi con una crociata. Impone una nuova legislazione che proteg-geva i diritti delle donne. Verrà ucciso ad Uppsala, all’uscita dalla Messa, a causa del complotto di un principe danese che aspirava al trono. Gli sve-desi lo considerano come un santo ed un martire e l’anniversario della sua morte è festa nazionale.

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21Maggio 2010 VARIAZIONI

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Donaci il senso della tua presenza, fa’ che assecondiamo la tua azione.

Hai voluto mostrarti ai tuoi discepoli, iniziarli al tuo mistero,

abituarli alla tua assenza.

Donaci il senso della tua presenza, fa’ che assecondiamo la tua azione.

Se tu non fossi asceso al cielo, non sarebbe disceso lo Spirito:

egli viene per renderti presente a tutti.

Donaci il senso della tua presenza, fa’ che assecondiamo la tua azione.

Chi ti sente presente ti renda grazie. Chi ti ha perduto non disperi.

Se ti cerca è perché tu gli sei vicino.J.H. Newmann281_2203

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Il senso della tua presenza

Vieni, Santo Spirito,manda a noi dal cielo

un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,ospite dolce dell‘anima,

dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.

O luce beatissima, invadi nell‘intimo

il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell‘uomo, nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido, bagna ciò che è árido, sana ciò che sánguina.Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano,

i tuoi santi doni. Dona virtù e premio,

dona morte santa, dona gioia eterna.

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Gennaio 2010 MARIA, MADRE DI DIO

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Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

(Lc 2, 18-19)

Il 2010 sarà un anno di grazia

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J.-M. Bedez

I pastori andarono senz’in-dugio, e trovarono Maria e

Giuseppe e il bambino, ada-giato nella mangiatoia.

E dopo averlo visto, riferi-rono ciò che del bambino era

stato detto loro. Lc 2, 16-17

1° gennaio 2010

MARIA, MADRE DI DIOLc 2, 16-21

Oggi si tende a dare impor-tanza all’immediato, all’effi-mero, alle realtà a breve ter-mine. Nei mezzi di comunicazione le parole si rovesciano una sull’al-tra, si contraddicono, entrano in collisione…Non si sa dove si va…ma in ogni caso si va veloci.Ecco perché all’inizio di quest’anno siamo invitati a fare come Maria, che “custodiva tutte queste cose, medi-tandole nel suo cuore”. Considerare le cose a distanza, riflettere, pregare. Scoprire il senso nascosto degli avvenimenti, le sfide che vi si nascondono…e rispondervi con fede e convinzione. Jean-Marie Bedez

Come possiamo affermarlodal momento che molti uomini vivononella precarietà, nella fame, nella miseria,nella paura di ciò che il futuro riserva?Eppure, nonostante tutto, noi cristianiaffermiamo che il 2010 sarà un anno di graziaperché sappiamo – e Maria, che oggi festeggiamo,ce lo ricorda – che Dio si è chinatosulla sua umile serva,così come si è piegato sulla nostra umanitàe che “il suo amore si estendedi generazione in generazione (quindi anche alla nostra!)su quelli che temono il suo nome”,cioè su coloro che sperano nel suo amoree costruiscono la loro vita e il mondosul fondamento dell’amore.

2010! Ci sarà quello che non dipende da noi,ci sarà quello che dipende da noie che noi faremo accadere.Ma, buono o cattivo che sia l’anno,Dio ci rimarrà sempre accanto.Ecco perché il 2010 sarà un anno di grazia. Jean-Marie Bedez

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Lavare i propri occhi nello sguardo di Dio

prima di ogni sguardo sui propri fratelli.

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Senza cervello o riflessivi?

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2Gennaio 2010 2a DOMENICA DOPO NATALE

J. Devriendt

Tu non irrompi nella storiacome una luce che abbagliae ferisce gli occhi.Tu non sfondi le portedella mia esistenza,costringendomi a fare i conticon la tua presenza.Tu non ti imponi con la forzasenza lasciarmi scelta.No, Signore Gesù, tu stai sull’uscio della mia casae bussi, e attendi una risposta.Se intendo la tua voce,se ti apro il mio cuore,tu entri nella mia vitae mi ricolmi dei tuoi doni.

Tu sei una luce benevolache non mi umili portando allo scopertozone della mia vitache vorrei coprire o nascondereai miei stessi occhi.Tu rischiari il sentieroe mi chiedi di accoglierticome compagno di viaggiodiscreto e fedele.

Tu sei vita che sostieneogni frammento di bellezza,tu sei vita che riconosceogni traccia di bontà,tu sei vita che rigeneracon la misericordia e la pazienza.Per questo è bello immergersinel tuo oceano di pace e di luce. Roberto Laurita

Nel silenzio senza finenel vuoto del nullatu, o Dio, hai fatto udire la tua Parola.E la tua Parola ha chiamato alla vita,tu hai creato l’universo,tu hai dato inizio al genere umano.

Nel silenzio provocatoda tanti interrogativi senza risposta,grida lancinanti che percorrono la terra,tu, o Dio, hai fatto udire la tua Parola.E la tua Parola ha fatto percepire la tua Presenza:tu hai chiamato all’alleanza,tu hai dato senso alla vita dell’uomo,tu hai trasmesso fiducia e speranza.

Nel silenzio della solitudine umana,alla ricerca di un Dio troppo distante,troppo lontano per essere raggiunto,la tua Parola, o Dio, si è fatta carne,è diventata un uomo come noi,figlio di una terra,membro di un popolo,partecipe in tutto e per tuttodella nostra avventura.

Non c’è più buio sulla terra.Noi non siamo più obbligatia cercare a tentoni la verità:in mezzo a noi c’è la tua Luce.Il dominio della morteha le ore contateperché tra noi è giuntocolui che è la Vita.E a tutti ora è dato, per grazia,di diventare tuoi figli,i figli del tuo amore, della tua tenerezza. Roberto Laurita

3 gennaio 2010

2a DOMENICA DOPO NATALE

Gv 1, 1-18

277_3204A noi, esseri fragili, impastati di argillaDio offre la possibilitàdi diventare suoi figli.

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In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il

Verbo era Dio. (Gv 1, 1)

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il

Verbo era Dio.Gv 1, 1

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3Gennaio 2010 EPIFANIA

J. Devriendt

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Al posto dell’Epifania, il 6 gennaio i cristiani ortodossi festeggiano la Teofania, centrata sul battesimo di Gesù. Epifania in greco significa “manifestazione”, nel senso di “rivelazione”. Teofania precisa: “rivela-zione di Dio”. Si tratta dello stesso mistero, ma sotto due aspetti diversi. Nel primo caso si insiste sulla testimo-nianza dei “lontani” e dei “non credenti” (magi), nell’altro su quella di Dio stesso. In ogni caso è bene ascol-tare attentamente ciò che indica dov’è il Bene e chi è il Bene. Jean Devriendt

Teofania ed Epifania

Inutile cercare: il vangelo di Matteo non dice che i magi erano tre, né che erano re, né che si chiama-vano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. La cosa è frequente: noi abbiamo aggiunto qualcosa o leg-germente modificato il testo biblico. Trasformare i magi in re, per tutti i secoli che ci stanno alle spalle, segnati dalle monarchie, non è un’operazione inge-nua. E nemmeno assegnare loro un nome e preci-sare che uno di essi era nero molto tempo prima dell’abolizione della schiavitù. È un buon esempio di adattamento del testo evangelico, valido almeno per un certo periodo. Immaginiamo oggi di proporre di far venire a rendere omaggio al bambino di Betlemme una delegazione cinese, o cubana, o saudita…E se, invece dei magi, parlassimo di premi Nobel? Il messaggio verrebbe capito rapidamente al di fuori della Chiesa come una pretesa più o meno accettabile, come una provocazione.. E tuttavia noi ci troveremmo molto vicini al senso del vangelo di Matteo. In questo vangelo, infatti, i re, i dirigenti, coloro che decidono non fanno una bella figura. Amici di sanguinari, corrotti, triste esempio dell’uso del potere. Il vero re, il Cristo, è un bambino povero in un villag-gio sperduto. Il Dio onnipotente è un re impotente perché lascia la sua creazione libera, libera di far arrivare il suo regno. Non c’è ombra, in lui, di abuso di potere. Il che rende senza ragione i rimproveri che sarebbero fatti alla nostra delegazione “modernizzata”, composta da coloro che sembrano agli antipodi della Chiesa. Non è detto, infatti, che i magi siano stati battezzati, che siano diventati cristiani: hanno solo mostrato apertura di spirito. A me piacerebbe invitare nel loro ruolo anche certe professioni e certe culture attuali, ma bisognerebbe essere pronti ad accoglierle con benevolenza, e con la stessa apertura di spirito.

Jean Devriendt

6 gennaio 2010

EPIFANIAMt 2, 1-12

277_0204Gli uni o gli altri?In Cristo è molto semplice:“loro” è uguale a “ama entrambi”!

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Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo

adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono

oro, incenso e mirra. (Mt 2, 11)

Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre,si prostrarono e lo adorarono.Poi aprirono i loro scrigni e

gli offrirono in donooro, incenso e mirra.

Mt 2, 11

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Epifania

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4Gennaio 2010 BATTESIMO DEL SIGNORE

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10 gennaio 2010

BATTESIMO DEL SIGNORE

Lc 3, 15-16.21-22

Mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in pre-

ghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo

in forma corporea, come una colomba, e venne una voce

dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato; in te ho posto il mio

compiacimento” (Lc 3,22)

Dio comunica attraverso il suo Spirito.La sua buona relazione con il Figlioaumenta la qualità della sua Parola!

Il nostro atteggiamento – che consiste nel las-ciarci invadere dal Signore, dalla sua Parola e dal suo Figlio – ci conduce verso un’aper-tura maggiore…Quella del nostro cuore e della nostra anima di fronte al messag-gio di Dio. Un’operazione di verità, ma anche di purificazione. Il passaggio dello Spirito non può lasciarci indifferenti. Al contrario: pro-prio questo passaggio genera la nostra filiazione al Padre dei cieli. Mettiamoci allora in cam-mino assieme a Gesù, fratello di ogni uomo e ogni donna, e lodiamo il Signore… Alain Donius

Mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra

di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba,

e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato; in te ho posto il mio compiacimento”

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Immerso nello Spirito

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Segno di riconoscimento!

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Sulle tracce di Giovanni il Battistanoi percepiamo il significato del suo battesimo.Sulle tracce di Gesùnoi comprendiamo il rapporto che lo unisce al Padre.Sulle tracce del nostro battesimomisuriamo l’importanza dell’impegno.Oggi come ieri, attraverso il suo battesimo,Gesù si rivela come il Figlio di Dio.In lui il Padre ha posto tutto il suo Amore.Attraverso di lui vuol far crescere il suo Regno.Grazie alla nostra appartenenza alla Chiesa, Popolo di Dio, noi siamo associati al suo progetto,un progetto a lungo termine, che invita al superamentoe che genera una respon-sabilità condivisa.Seguiamo il percorso terreno di Gesù:ci condurrà alle realtà del Cielo,ci aprirà le porte della felicità,la porta celeste di un batte-simo pienamente vissuto! Alain Donius

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A. Donius

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5Gennaio 2010 2a DOMENICA ORDINARIO C

“Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Questo invito di Maria ha sconcertato i servi delle nozze e ha suscitato il segno di Gesù. Il percorso della fede appare spesso dif-ficile e incerto. E tut-tavia si rivela fecondo quando ci si appog-gia, fiduciosi, sulla Parola di Gesù. Questa sicurezza viene dalla promessa che lui stes-so ci ha fatto: “Io sono con voi ogni giorno”. L’amore di Dio supera tutti gli ostacoli! Mons. Christian Kratz

17 gennaio 2010

2a DOMENICA ORDINARIO C

Gv 2, 1-11

La madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la

mia ora”.(Gv 2, 1-11)

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Questo, a Cana di Galilea, fu l’ini-zio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli cedettero in lui.

Gv 2, 11

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In ogni Eucaristia la Chiesa celebra il dono di Dio,

permette l’incontro con lui

e attualizza le nozze tra cielo e terra.

Chi di noi non si è mai trovato davanti ad un imprevisto che rischia di rovinare la festa? È quanto è avvenuto agli sposi di Cana, che avevano invi-tato Gesù, Maria e i discepoli: si sono ritrovati senza vino! Con il segno del cambiamento dell’acqua in vino, il Cristo salva la situa-zione. Nello stesso tempo il suo gesto testimonia la sua vicinanza alle gioie e alle pene degli uomini e svela la sua identità messianica. Ma biso-gna anche andare oltre: l’evan-gelista ci fa capire che con la venuta di Gesù in questo mondo i tempi antichi giun-gono a compimento e il vino nuovo viene spillato per cele-brare le nozze di Dio con l’umanità. Queste si realizzeranno sulla croce del Golgota e al mattino di Pasqua, quando il Figlio di Dio avrà sfidato e vinto la morte per sigillare definitivamente l’alleanza tra Dio e gli uomini. Mons. Christian Kratz

Viene spillato il vino nuovo!

Una promessa

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Mons. C. Kratz

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6Gennaio 2010 3a DOMENICA ORDINARIO C

A cosa pensa l’apos-tolo quando ci ricorda che siamo “dissetati dall’unico Spirito”? Sono due le occa-sioni che ci vengono offerte. Innanzitutto il Battesimo. Certo, in questo caso, il contatto con l’acqua rimane esterno: cola sulla testa o bagna il battezzato. Ma nell’Eucaristia è una bevanda che ci viene donata, il vino santificato dallo Spirito, secondo l’epiclesi: “Manda il tuo Spirito a santi-ficare i doni che ti offriamo”. Ed una sola goccia, allora, basta a dissetarci. Marcel Metzger

24 gennaio 2010

3a DOMENICA ORDINARIO C

Lc 1, 1-4; 4, 14-21

“Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione”

(Lc 4, 18)

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“Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazionee ai ciechi la vista”.

Lc 4, 18

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La Bibbia è l’album di famiglia del popolo di Dio,un album che sfogliamo ogni domenica.

Che tipo di intervento è, dunque, l’omelia? Questa domenica è Gesù stesso che lo definisce, ma non come fanno i dizionari, con una definizione, ma in modo concreto, pratico. Leggendo il testo del Profeta e proclamando: “Oggi si è com-piuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”, Gesù compie la prima omelia cristiana. Il principio stesso dell’omelia è enunciato nelle sue parole. In effetti nelle celebrazioni tocca al predicatore, chiunque egli sia, di rivelare che le azioni di Dio, procla-mate nelle letture, ci riguardano e che Dio le rinnova o ne compie di simili a favore dell’assemblea riunita per la liturgia. L’omelia non consiste, dunque, nel fare un discorso morale, nel predicare un buon comporta-mento, ma nel destare l’ammirazione, la lode, il rendimento di grazie per i doni che Dio ci fa oggi durante la celebrazione. Marcel Metzger

Omelia

Essere dissetati

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M. Metzger

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7Gennaio 2010 4a DOMENICA ORDINARIO C

Sii paziente e non adirarti,abbi fiducia e spera,sii magnanimo e non essere geloso,allora l’amore ti colmerà Christine Reinbolt

31 gennaio 2010

4a DOMENICA ORDINARIO C

Lc 4,21-30

Gesù aggiunse: “In verità io vi dico: nessun profeta

è bene accetto nella sua patria”.

(Lc 4, 24)

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Gesù aggiunse: In verità io vi dico: nessun profeta è bene

accetto nella sua patria”. Lc 4, 24

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Ama, dona e rallegrati!

L’amore è ciò che vi è di più grande, ma anche di più fragile,e dunque prendine cura:è il più bel dono di Dio.

Tu che ami, non dimenticare maiche la gelosia non può aver posto nel tuo cuoreperché rode e non consolida.

Tu che ami, non dimenticare maiche la diffidenza non può aver posto nel tuo cuoreperché distrugge e non costruisce.

Tu che ami, non dimenticare maiche il rancore non può aver parte nel tuo cuoreperché ferisce e non guarisce.

Che cosa ne sarebbe della mia solidarietà, per quanto generosa,che ne sarebbe della mia compassione,della mia pazienza e della mia misericordia,se io non sapessi amare?

L’amore è ciò che vi è di più grande, ma anche di più fragile,e dunque prendine cura:è il più bel dono di Dio. Christine Reinbolt

Il dono di Dio

L’amore

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C. Reinbolt

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8IMMAGINI DOMENICALI

Sepoltura

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Marie

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Battesimo

277_0708PER LE CELEBRAZIONI

6 gennaio 2010 Epifania

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Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

10 gennaio 2010 Battesimo del Signore

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Mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in pre-ghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato; in te ho posto il mio compiacimento”.

17 gennaio 2010 2a Domenica Ordinario C

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La madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”

24 gennaio 2010 3a Domenica Ordinario C

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“Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a procla-mare ai prigionieri la liberazionee ai ciechi la vista”.

31 gennaio 2010 4a Domenica Ordinario C

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Gesù aggiunse: “In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria”.

1° gennaio 2010 Maria, Madre di Dio

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Tutti quelli che udivano si stu-pirono delle cose dette dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

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In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

3 gennaio 2010 2a Domenica dopo Natale

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9Viaggio nei paesi della Bibbia

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Gennaio 2010

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Gennaio 2010

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10HUMOUR - SAINTS

Guglielmo (morto nel 1209)Festeggiato il 10 gennaio

Nato nella famiglia dei conti di Nevers, entra nell’ordine degli eremiti di Grandmont (Francia, Haute Vienne) prima di raggiungere l’abbazia cister-cense di Pontigny (Yonne). Divenuto abate, contro la sua volontà viene nomi-nato arcivescovo di Bourges, ma conti-nua ad osservare la regola cistercense. Dopo il divorzio e le seconde nozze del re Filippo Augusto, rende esecutiva nella sua diocesi la sentenza di interdetto lan-ciata dal papa Innocenzo III. Attento alle necessità dei poveri, con la sua dolcezza conquistò molti eretici catari.

Margherita Bourgeoys (1620-1700)Festeggiata il 12 gennaio

Nata a Troyes (Francia), entra presso le Figlie di Notre Dame. Attirata dai pro-getti di Paul de Maisonneuve, futuro governatore di Montréal parte per la Nuova-Francia (Canada). Vi fonda le Suore della Congregazione di Notre Dame di Montréal. Soprannominata dagli abitanti “la madre della colonia”, svolse un ruolo importante di promo-zione sociale nei primi anni del Canada francese.

Marcello (morto nel 309)Festeggiato il 16 gennaio

La storia di papa Marcello è avvolta in gran parte nella leggenda. Questa lo descrive come troppo severo nei confronti di coloro che avevano rinne-gato la fede durante le persecuzioni e che ritornavano alla Chiesa una volta passata la tempesta. Arrestato per ordine dell’imperatore Massenzio, la leggenda narra che avrebbe subito diverse umiliazioni e che, fra l’al-tro, sarebbe stato ridotto al ruolo di palafreniere. Per questo è diventato patrono dei cavalli e dei palafrenieri.

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11Gennaio 2010 VARIAZIONI

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Accettiamo di essere dei nomadi?Siamo pronti ad abbandonare abitudini,

comfort, certezze,senza saper precisamente dove andremo?

Siamo preparati a riconoscere la stella e ad avere fiducia in essa?

Neve dai fiocchi stellati, scavalca la mia scalinata,cadi sul tetto ed imbiancalo, ma non gelare la mia preghiera.

Duro inverno arrivato e già pronto a seppellirmi,con un vento che butta tutto all’aria e suscita dei brividi.

La mia anima langue in questi mesi troppo lunghi.Il freddo spezza le mie ossa e ghiaccia le mie arterie,

e il focolare purpureo crepita le sue miserie:la nonna del Nord ama solo tre stagioni.

L’aria freme di sospiri. La mia notte è avvolta dalla sonnolenza.Aspetto che il cielo capti la mia confidenza:

che l’inverno riparta e torni la mia dolce primavera!

Alle porte dell’inverno in cui la tempesta minaccia,mescolanza di brine in cui il tempo scarabocchiaanche l’angelo assopito vive l’emozione fugace.

Poema nordico

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Febbraio 2010 5a DOMENICA ORDINARIO C

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Ogni chiamata, ogni vocazione costituiscono una storia d’amore.Donarsi a Dio non è il privilegio dei preti.La Chiesa oggi ha bisogno di braccia e di mani.Il compito è immenso e il popolo di Dio attende!Anche noi siamo invitati dal Cristo: “Prendi il largo!”,perché conduciamo la barca in alto mare,lontano dai fondali bassi e sabbiosi che la bloccano.Tocca a noi, dunque, salire sull’albero maestroe spiegare le vele. Robert Riber

7 febbraio 2010

5a DOMENICA ORDINARIO C

Lc 5, 1-11

Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pes-

catore di uomini”. (Lc 5, 10)

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Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pesca-

tore di uomini”. Lc 5, 10

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La chiamata a prendere il largo è sacra:non rispondervi, quando la si è intesa,lascia nel cuore un segno indelebile.

Ci sono molti modi di vivere la propria vita.Si possono vivere, giorno dopo giorno, delle cose meravigliose,senza essere avventurieri, almeno per questo.E tuttavia qualcuno di noi viene detto:Se tu andassi oltre, al largo…Proprio l’orizzonte si confonde con l’oceano,là dove il sole sembra accendere ed abbracciare il mare.A quelli il Signore dice: Prendi il largo!Arrischia di seguire il tuo desiderioed osa andare fino al fondo delle tue attese.Ma questo appello singolare non è solo il privilegio di alcuni,religiose e monache, preti e lo stesso papa!Questo appello del Cristo è proposto ad ognuno di noi,nel più profondo della nostra storia e del nostro cuore.Quando si ha l’audacia, ma anche il coraggio di rispondervi,Dio dona in abbondanza la grazia per tutto quello che abbiamo rischiato,tanto che ci accade, come a Pietro, di rimanere confusi…Tanto è grande l’emozione che ci afferra nei grandi momenti…coscienti, come Pietro, della nostra indegnità.La risposta del Cristo è all’altezza del rischio che abbiamo affrontato:“Non temere e prendi il largo per dire a tutti che tutte le possibilitàsono a portata di braccio e soprattutto di cuore!” Robert Riber

Prendi il largo

Egli ci invita

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R. Riber

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Febbraio 2010

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146a DOMENICA ORDINARIO C

Secondo il Vangelo la felicità è nella povertà, cioè nel distacco dalle cose di questo mondo. La felicità è nella ricerca di un vero cibo spiri-tuale, nel riconoscere le proprie fragilità, in una vita che non accetta compromessi e che invita a proseguire sulla strada aperta dal Cristo. Sarebbe veramente un peccato d’aver sbagliato tutto per essere rimasti seduti, senza far nulla. Luc Stein

14 febbraio 2010

6a DOMENICA ORDINARIO C

Lc 6, 17.20-26

Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso

modo infatti agivano i loro padri con il falsi profeti.

(Lc 6,26)

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Beati voi, poveri, perché vos-tro è il regno di Dio.

Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.

Lc 6, 20-21

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Beato te, se sei capace di lasciar da partele tue certezze per metterti in ascolto della Parola di Dio…

Guai a voi, ricchi…Sì, voi che pensate di non aver bisogno degli altri, voi che ritenete che le cose materiali possano costruire la felicità.Guai a voi, che siete sazi…Sì, voi che pensate di saperne abbastanza, voi che non siete più capaci di meravi-gliarvi, voi che sprofondate nella vostra pesantezza.Guai a voi, che oggi ridete…Sì, voi che vi illudete che non possa accadervi nulla di male perché la fortuna è dalla vostra parte.Guai a voi, quando tutti gli uomini parlano bene di voi…Sì, voi che avete una così grande considerazione di voi stessi.Guai a voi…Ma tutto può ancora cambiare, se voi riconoscete che il vangelo è spesso il mondo al contrario, se accettate questo terremoto provocato nella vostra testa e nel vostro cuore dalle parole di Cristo. Luc Stein

Il mondo al contrario

La felicità nel Vangelo

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L. Stein

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15Febbraio 2010 MERCOLEDI DELLE CENERI

Non sono Madre Teresa o l’Abbé Pierre.E tuttavia cerco sinceramente di fare quello che mi sembra giusto,ma avverto che in certi momenti non sono proprio all’altezza.È una cosa cattiva oppure è per imparare l’umiltà?

Non lo so, ma so una cosa:il tuo cuore è grande e la tua bontà infinita e quindi tu puoi perdonarmi,consolarmi per i miei errori ed i miei insuccessi e stringermi tra le tue bracciacome un Padre abbraccia il proprio figlio e lo rimette in piedi. Thierry Larcher

17 febbraio 2010

MERCOLEDI DELLE CENERI

Mt 6, 1-6.16-18

State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli

uominiper essere ammirati da loro.

(Mt 6,1)

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Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel

segreto. Mt 6, 6

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Dire il tuo no, più forte di sempre,a tutte le ingiustizie che incontri:anche questa è una forma di digiuno.

Signore, quello che ti rende diverso è che tu non cerchi quello che brilla agli occhi degli uomini,tu non sei di quelli che mettono dei tacchi più alti per sembrare più grandi,dei vestiti di lusso per darsi un tono e farsi ammirare.

Signore, quello che ti rende diverso è che tu non hai bisogno delle quotazioni di Borsa e di guadagni azionistici,tu non sei di quelli che offrono il loro superfluo perché tu doni tutto,tu non sei di quelli che cercano le sfide ed i brividi dell’avventuraperché la tua sfida consiste nel salvare gli uomini da se stessi e dal male.

Signore, quello che mi rende diverso non è la croce che porto attorno al colloo la mia presenza in chiesa tutte le domeniche o il mio contributo alla corale.Ciò che mi rende gradito ai tuoi occhi è l’amore che mostro per tutti quelli che incontro,senza badare alle loro origini, alla loro ricchezza,alla loro vita, al loro passato o al loro presente.Ciò che mi rende diverso è che quando tendo loro la manoè un po’ la tua che tendo loro! Thierry Larcher

La diversità

Il perdono dell’amore

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T. Larcher

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16Febbraio 2010 1a DOMENICA DI QUARESIMA

In una coppia, ormai vicina al divorzio, il marito davanti ai rim-proveri della moglie, le diceva: “Perché non me l’avevi detto prima?”. Risposta della moglie: “Te l’avevo detto, ma tu non sen-tivi”. Prima di parlare del silen-zio di Dio, domandiamoci se abbiamo veramente desiderio di intendere. Prima di parlare della sua assenza nella nostra vita, domandiamoci se abbiamo il desiderio di camminare con Lui. Jean-Marie Bedez

21 febbraio 2010

1a DOMENICA DI QUARESIMA

Lc 4, 1-13

Gesù rispose al diavolo: “Non metterai alla prova il Signore tuo Dio”. Dopo aver esaurito

ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al

momento fissato. (Lc 4, 12-13)

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Gesù rispose al diavolo: “Non metterai alla prova il Signore tuo Dio”. Dopo aver esaurito

ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al

momento fissato. Lc 4, 12-13

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Ecco la Quaresima:levati e camminafin dove ti porta la fede!

Sembra che la maggior parte di coloroche possiedono un computer conoscanoe quindi utilizzino solo una piccolissima partedelle sue possibilità.Ma avviene la stessa cosa anche per la nostra vita?Se vivacchiamo solamente, rimanendo alla superficiedel nostro essere, gesticolando…Qual è il fondamento sul qualeabbiamo costruito la nostra vita?Qual è la sorgente da cui dipendela nostra fecondità o…sterilità?Porsi queste domande non significatorcersi la testa, ma smantellaregli inganni del mentitore(uno dei nomi del demonio).

Ecco perché accettare, durante questa Quaresima,di camminare nel deserto, guidati dallo Spirito,esposti alle tentazioni del mentitore.Ecco perché raggiungere nel profondo dei noi stessila sorgente in cui intendere la Parola di Dio:“La Parola è vicino a te, nella tua bocca,nel tuo cuore” (Rm 10, 8).Questa sorgente è un’intensa sorgente di vita. Jean-Marie Bedez

Quaresima: raggiungere la sorgente

Intendere…

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J.-M. Bedez

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17Febbraio 2010 2a DOMENICA DI QUARESIMA

Quando un uomo arriva a contenere “Dio” nel suo piccolo cervello, allora sicuramente, visto che una creatura non può

inglobare il Creatore, non si tratta di Dio, ma solo di un’illusione. Se noi pen-siamo a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, dal momento che Dio si è fatto uomo, non possiamo fare a meno di contemplare la mani-festazione di Dio in noi… Jean Devriendt

28 febbraio 2010

2a DOMENICA DI QUARESIMA

Lc 9, 28b-36

Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due

uomini conversavano con lui: erano Mosé ed Elia.

(Lc 9, 29-30)

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Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due

uomini conversavano con lui: erano Mosé ed Elia.

Lc 9, 29-30

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La parola “Trinità” non è una delle parole della Bibbiaperché non è la lettera che è importante, ma lo spirito che anima il testo.Nel bianco che esiste tra le parole della Bibbia, là ci attende il mistero della Trinità.

Niente di più facile che parlare in modo maldestro della Trinità! Fin dalla nascita della festa, tra il XIII° e il XIV° secolo, veniva raccomandato ai parroci di non predicare in quel giorno. Dal IV° secolo si sono cercate delle immagini per rappresentarla “nel modo meno infedele” possibile…Una fiamma che sgorga da tre ceri – ma i ceri sono troppo separati, dissero i perfezionisti – ; un trifoglio, foglia dai tre lobi – le Persone non sono abbastanza distinte, dissero i perfezionisti - ! Il sole, i suoi

raggi e il suo calore? “È un errore “modalista”, ripresero gli stessi, perché non è un Dio dai tre aspetti diversi! Idem per la sorgente, il fiume e la corrente…Una testa con tre volti? Andiamo, un po’ di decenza! Tre uomini uguali? Ma non si tratta di tre dei! Una sola immagine è stata conservata – con qualche restrizione perché Dio non può essere rappresentato – : è quella trovata da Gioacchino da Fiore alla fine del XII° secolo. Un triangolo. Non tre lati, ma tre angoli che si incrociano e la cui ampiezza comune disegna in triangolo, al centro del quale brilla la divinità comune, contrassegnata da un cerchio o dal Nome di Dio. Questo simbolo è ormai collegato al cristianesimo, come

la croce. Consideriamolo da vicino. In alto si disegna un angolo: è il Padre. Da lui tutto proviene. A sinistra, lato della sofferenza nel XII° secolo, il Figlio estende la sua ampiezza che già si sovrappone esattamente a quella del Padre, ma si trova inclusa, generata da essa. Verso gli angoli designati, quello del Figlio e quello del Padre, si slancia l’angolo dello Spirito. Ciò che lega tutti e tre forma una perfetta unità che noi chiamiamo “Dio”. I tre sono come delimitati da una perfetta identità che noi chiamiamo Dio. Altre immagini, più moderne, possono essere citate: altezza, larghezza e profondità dell’Amore. ma l’immagine del triangolo, con tutte le riserve che la teologia impone, rimane la meno imperfetta delle immagini che ci permettono di riflettere sul Dio cristiano che, proprio perché Dio, sfugge ad ogni pensiero e, proprio perché incarnato in Gesù Cristo, chiede di evangelizzare il nostro pensiero. Jean Devriendt

La Trinità

Dio in noi

278_1703

278_1702

J. Devriendt

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IMMAGINI

18Febbraio 2010 IMMAGINI DOMENICALI

7 febbraio 2010 5a Domenica Ordinario C

278_1801

Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.

Ministranti

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Mercoledì delle ceneri

278_1806

Pulizie della chiesa

278_1807PER LE CELEBRAZIONI

14 febbraio 2010 6a Domenica Ordinario C

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Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.Beati voi, che ora avete fame, per-ché sarete saziati.!

17 febbraio 2010 Mercoledì delle ceneri

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State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uominiper essere ammirati da loro.

21 febbraio 2010 1a Domenica di Quaresima C

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Gesù rispose al diavolo: “Non metterai alla prova il Signore tuo Dio”.

28 febbraio 2010 2a Domenica di Quaresima C

278_1805

Gesù rispose al diavolo: “Non metterai alla prova il Signore tuo Dio”.

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IMMAGINI

19Febbraio 2010 VIAGGIO NEI PAESI DELLA BIBBIA

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IMMAGINI

20Febbraio 2010 HUMOUR E SANTI

Agata (morta nel 250)Festeggiata il 5 febbraio.

Palermo e Catania si contendono l’onore di essere la sua patria. Sarebbe stata martirizzata perché avrebbe res-pinto le proposte del governatore Quinziano. È diventata la protettrice delle nutrici e la si invoca in caso di bruciature. Divenne celebre dopo che gli abitanti di Catania le attribuirono il merito di averli salvati dall’eruzione dell’Etna.

Apollonia (morta nel 249)Festeggiata localmente il 9 febbraio.

Diaconessa di Alessandria, fu marti-rizzata perché si rifiutava di sacrificare agli dei pagani. Le vennero strappati i denti ed essa, per evitare di rinnegare la sua fede, si gettò volontariamente nel rogo. Viene invocata per il mal di denti.

Valentino (morto verso il 270)Festeggiato localmente il 14 febbraio

Sacerdote romano, venne arrestato ed affidato alla custodia di un uffi-ciale la cui figlia adottiva era cieca. Egli l’avrebbe guarita e poi avrebbe convertito il padre e tutta la fami-glia. Venuto a conoscenza del fatto l’imperatore lo fece decapitare. In Francia è tradizione che il giorno di San Valentino le ragazze si scelgono un “cavaliere” e ricevono da lui un regalo.

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Ciò che donna detto...

Ciò che l’uomo intende...

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IMMAGINI

21Febbraio 2010 VARIAZIONI

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278_2105

Attenzione: cane cattivo.Attenzione: lavori in corso.Attenzione: caduta di pietre.Attenzione: strada scivolosa.

Dappertutto ci sono richiami all’attenzione.

Ma dove sono i richiami all’attenzioneche dobbiamo agli altri:richiami alla delicatezza,

richiami al rispetto,richiami alla condivisione?

Io sono piuttosto distratto, Signore.Come potrei accorgermi di questi richiamise sono preoccupato della mia salute,

prigioniero dei miei sogni,sfinito dal mio lavoro,

affascinato dalla televisione…Scusami, Signore.

I tuoi richiami, Signore, li ricevo:i piccoli segni che Tu mi rivolgi

attraverso le persone vicine o lontane,i grandi segni che Tu mi rivolgiattraverso l’esempio dei santi,

attraverso i messaggeri del vangelo,attraverso gli inviti alla preghiera,

ma tutti questi richiamiincontrano spesso la mia indifferenza.

Scusami, Signore.

Insegnami, te ne prego,ad essere attentoa tutte le attese,

a tutte le sofferenze,a tutte le speranze.

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278_2104

Insegnami anche a riconoscere tutto ciò che è bene

anche quando è nascosto dietro il male,tutto quello che viene cercato

dietro a ciò che sembra acquisito,tutto quello che è nuovo

dietro quello che è vecchio,tutto quello che germoglia

dietro ciò che sta appassendo,tutto quello che vive

dietro ciò che è morto.

Mostrami, Signore,il bambino che è sotto l’anziano,

la spiaggia sotto l’asfalto,il sole sotto le nubi

e tutte le seti nascoste:la sete di purezza,la sete di verità,la sete di amore,

la sete di Te, Signore.

Affina il mio sguardo,ridesta la mia capacità di amore,

apri il mio cuorerendi acuta la mia attenzione,

sviluppa le mie attenzioni,volgimi verso gli altri,

volgimi verso Te, Signore.

L’attenzione

Page 46: 2010

116

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ignor

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ompe

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Marzo 2010 3a DOMENICA DI QUARESIMA C

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25

Quando parliamo di CONVERSIONE, spesso pensiamo a qual-cosa di più o di meno da fare. Noi ci sentiamo colpevoli se non abbiamo raggiunto la nostra quota di buone azioni. E se quest’an-no scegliessimo di avere maggior pazienza con gli altri, dal momento che Dio è così enor-memente paziente con noi? Alain Donius

7 marzo 2010

3a DOMENICA DI QUARESIMA C

Lc 13, 1-9

Ma il vignaiolo gli rispose: “Padrone, lascialo ancora

quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se por-terà frutti per l’avvenire; se

no, lo taglierai”.(Lc 13, 8-9)

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Ma il vignaiolo gli rispose: “Padrone, lascialo ancora

quest’anno, finché gli avrò zap-pato attorno e avrò messo il

concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo

taglierai”. Lc 13, 8-9

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C’è un’urgenza, ma non proprio dove crediamo noi…A noi discernere e vagliare con la nostra coscienza!

La nostra impazienza non somiglia a quella del Creatore,perché si oppone alla durata e al tempo.La nostra fame e sete di avere tutto e subitonon è veramente degna di un Padre che ama.La nostra mancanza di buon senso e di umanitàè il segno chiaro della nostra incapacità di attendere.Il fico senza frutti, piantato nella nostra esistenza,ci ricorda le nostre azioni sterili.Mette il dito sui nostri numerosi limiti,mette in rilievo la nostra mancanza di produttività.Dove sono i frutti della nostra pazienza,del nostro perdono e dei nostri atteggiamenti evangelici?Se Dio ci paragonasse ad un albero,sarebbe tentato di identificarci con questo fico?Fortunatamente egli è un Dio paziente e pieno di amore,che offre sempre una nuova possibilità agli uomini.Non taglia netto con facilità, come facciamo noi,ma al contrario sa attendere in silenzio… Alain Donius

La grande impazienza di Dio

Quaresima: un tempo favorevole alla pazienza!

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A. Donius

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IMMAGINI

26Marzo 2010 4a DOMENICA DI QUARESIMA C

Una famiglia lacerata, fratelli e sorelle che si disputano l’eredità, un giovane che spezza i rapporti coi genitori, una rottura dolo-rosa tra coloro che dovrebbero amarsi più di qualsiasi altro…tutto questo fa parte dell’attualità quotidiana! E tuttavia Gesù ci insegna che nessuna situazione è definitivamente compromessa, se noi permettiamo allo Spirito di Dio di agire in noi aprendoci alla dolcezza e alla forza dell’amore. Mons. Christian Kratz

14 marzo 2010

4a DOMENICA DI QUARESIMA C

Lc 15, 1-3.11-32

Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te;

non sono più degno di essere chiamato tuo figlio.

Trattami come uno dei tuoi salariati.

(Lc 15, 18-19)

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Avrebbe voluto saziarsicon le carrube di cui si nutri-

vano i porci,ma nessuno gliene dava.

Lc 15, 16

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Gesù ci introduce nel cuore della Buona Novella:

Dio è un Padre pieno di amore che attende incessantemente

il ritorno dei figli prodighi, che siamo noi.

Contrariamente alle apparenze, la parabola dei due figli non è poi così semplice. È troppo facile classificare gli uomini in due cate-gorie: i buoni e i cattivi. Noi sap-piamo fin troppo bene quanto il rifiuto di amare attecchisce in un modo o nell’altro in ognuno di noi e come noi siamo di volta in volta il figlio che sbatte la porte e il fratello maggiore che si vanta della sua buona condotta. Quel che è certo è che i due figli hanno bisogno, un bisogno vitale, dell’amore e del perdono del padre che li invita alla lucidità, al coraggio e alla riconciliazione. Se il vangelo ci chiede di perdonare conti-nuamente ai nostri fratelli è perché Dio, per primo, ci offre continuamente di far ritorno alla sorgente dell’amore per poterci condurre sulla via della vita. Mons. Christian Kratz

Nulla è perduto

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Mons. C. Kratz

Perdonare continuamente

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27Marzo 2010 5a DOMENICA DI QUARESIMA

L’apostolo descrive la fede, a partire dalla sua espe-rienza: egli è stato afferrato da Cristo. È molto di più di un catechismo, è una relazione personale, più importante di qualsiasi altra, tanto da far comuni-care ai sentimenti e alle prove del Cristo, così come avviene tra due sposi, con un figlio o con un fami-liare, con un amico, e in ogni caso con questa ferma speranza: ne vale la pena perché nulla può aprirci alla vita e farci crescere. Marcel Metzger

21 marzo 2010

5a DOMENICA DI QUARESIMA

Gv 8, 1-11

Poiché insistevano nell’interro-garlo, Gesù si alzò e disse loro:

“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro

di lei”.Quelli, udito ciò, se ne anda-

rono uno per uno. (Gv 8, 7)

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Poiché insistevano nell’interro-garlo, Gesù si alzò e disse loro:

“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”.Quelli, udito ciò, se ne andarono

uno per uno. Gv 8, 7

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Camminare con Cristo, aver parte alla sua amicizia:ecco la via che conduce ad una vita in pienezza, verso la risurrezione.

Nella Bibbia si parla spesso di giustizia e di giustificazione, in par-ticolare in san Paolo, come avviene nella seconda lettura di questa domenica. Ma non si tratta della giustizia dei nostri tri-bunali, con la sua bilancia e la sua spada. Al contrario, la giustizia divina libera dal male e riabilita, basta che il peccatore si volga verso Dio riconoscendo il suo smarri-mento. La giustizia di Dio è perdono. La peccatrice del vangelo ne ha fatta l’espe-rienza e anche Paolo, dal momento che aveva perse-guitato la Chiesa di Dio e si è convertito solo più tardi. La giustizia di Dio è una nuova creazione. Come afferma il profeta Isaia, essa ci apre la strada del perdono e della riconciliazione. La giustizia di Dio tesse allora tra noi nuovi legami di amicizia. Essa può rifare nuova ogni cosa. Marcel Metzger

Descrivere la fede

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M. Metzger

Essere giustificati

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28Marzo 2010 DOMENICA DELLE PALME

A che cosa assomiglia la mia vita?talvolta io acclamo il Cristo con passione e talvolta mi allontano, per paura…Talvolta grido con la folla e talvolta abban-dono colui che è la fonte della vita…Talvolta veglio con lui nella preghiera e talvolta perdo la spe-ranza… Christine Reinbolt

28 marzo 2010

DOMENICA DELLE PALME

Lc 22, 14 – 23, 56

La folla dei discepoli comin-ciò a lodare Dio a gran voce:“Benedetto colui che viene, il

re, nel nome del Signore”(Lc 19, 37-38)

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La folla dei discepoli cominciò a lodare Dio a gran voce:

“Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore”

Lc 19, 37-38

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O Gesù, la tua passione ci salvidalle nostre infedeltà.

Oggi, Gesù, ti accolgonogli applausi della follae Gerusalemme risuona di grida di trionfo:“Gloria a te, nostro Re!Gloria a te, Salvatore degli uomini!Osanna!”.Oggi, Gesù, tu percorriuna strada cosparsa di ramitra le lodi ed i canti di gioia.

Ma domani, Gesù,che cosa resterà della festa e dei clamori?Che cosa resterà degli uomini e della loro folle passione?Domani, Gesù, schiacciato dal peso della croce,saranno i sarcasmi e le urla di odio ad accompagnarti al Calvario.E, inchiodato sulla croce della tortura,tu conoscerai il silenzio e la solitudine.

Ma verrà, Gesù, l’ora in cui la vita ritornerà alla sua sorgente.Verrà, Gesù, l’ora in cui la tua passione riveleràl’amore appassionato di Dio, nostro Padre, per ognuno di noi. Christine Reinbolt

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C. Reinbolt

Passione d’amore

Il percorso del discepolo

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29Marzo 2010 IMMAGINI DOMENICALI

Posta

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Ministrante e incenso

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Gruppo biblico

279_2806PER LE CELEBRAZIONI

21 marzo 2010 5a Domenica Quaresima C

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Gesù si alzò e disse loro:“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”.Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno

28 marzo 2010 Domenica delle Palme C

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Condussero allora l’asino da Gesù, e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada.

7 marzo 20103a Domenica Quaresima C

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Ma il vignaiolo gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”.

14 marzo 2010 4a Domenica Quaresima C

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“Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tu fra-tello era morto ed è tornato in vita”.

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30Marzo 2010 VIAGGIO NEI PAESI DELLA BIBBIA

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31Marzo 2010 HUMOUR-SANTI

Giovanni di Dio (1495-1550)Festeggiato l’8 marzo

Nato in Portogallo, conduce dapprima una vita avventurosa, in cui fa il pastore, il soldato e il mercante. A 42 anni si converte, dopo aver ascoltato una pre-dica di Giovani d’Avila. Ma lo si crede matto, viene internato in un ospedale e subisce un trattamento molto duro. Uscito, decide di mettersi a servizio dei malati e fonda il suo primo ospedale a Granada. Dei discepoli si uniscono a lui e con essi fonda l’Ordine dei Fratelli Ospedalieri, detto di san Giovanni di Dio. È il patrono dei malati e degli ospe-dali, ma anche degli infermieri.

Patrizio (390 circa – 461?)Festeggiato il 17 marzo

Nato probabilmente in Gran Bretagna, viene fatto prigioniero a 16 anni e condotto dai pirati in Irlanda. Vi conduce una vita da pastore. Dopo sei anni, comunque, riesce a scappare e ritorna in Inghilterra dove riceve una formazione monastica. Diventa vesco-vo nel 432 e parte con alcuni compagni per andare ad evangelizzare l’Irlanda. Fonda diversi monasteri, che diventano ognuno un centro di cristianizzazione. Stabilisce la sua sede a Armagh, in Irlanda del Nord.È il patrono degli Irlandesi.

Giuseppe (I° sec.))Festeggiato il 19 marzo

I vangeli parlano poco di lui. Faceva l’artigiano a Nazaret, apparteneva alla discendenza del re Davide ed era fidan-zato con Maria, quando questa concepì Gesù. Accettò di sposarla e di riconoscere Gesù come figlio suo e subito dopo la nascita lo salvò da Erode portandolo in Egitto. Assieme a Maria porta Gesù al Tempio al 40° giorno e poi, molti anni più tardi, quando Gesù ha dodici anni. In questa occasione Gesù si fermerà tra i dottori della Legge per tre giorni.Giuseppe è il patrono degli artigiani e degli operai. 279_3006279_3005279_3004

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32Marzo 2010 VARIAZIONI

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Preghiera di Quaresima

Sì, Signore, in questo tempo di riflessione che ci pro-pone la Chiesa, noi vogliamo fermarci un momento

per ascoltarti, nonostante la vita affannata che condu-ciamo. Il tuo appello arriva alle nostre orecchie e noi

scopriamo che tu sei luce nelle nostre tenebre.

Sì, Gesù, convertici perché vogliamo accoglierti e conservarti nella nostra vita. Sappiamo che la tua pre-senza esige che ci spogliamo di tutto quello che non

viene da te.Amen

Signore Gesù, noi ti diamo tutta la libertà di agire in noi e per noi.

Sii lodato, ringraziato e glorificato.

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Cercate leggendo e troverete meditando; chiamate pregando

e vi sarà aperto attraverso la contemplazione. Giovanni della Croce, Massima 209

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