20100723 evitare le_bolle

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BergamoSette - Venerdì 23 Luglio 2010 7 RUBRICHE Rubrica quindicinale LO PSICOLOGO RISPONDE Paura: può paralizzare ma anche essere utile La paura è una reazione emotiva a una condizione di minaccia nei confronti della no- stra integrità psicofisica, che può nascere da eventi reali o sentendo parlare di fatti tragici, ed è altamente personalizzata. La paura è un meccanismo innato di difesa di fronte ad un pericolo. Esistono paure utili e paure che ti bloccano. Alcune di queste più comuni, anche se non confessate, sono: sensazione di es- sere diverso dagli altri e di apparire stupido; oppure come la maggior parte delle persone, quindi non originale; di non riuscire a rea- lizzarsi nelle proprie aspettative. Con questo termine si identificano stati di diversa intensità emotiva come il timore, l'apprensione, la preoccupazione, l'inquietudine, fino a una po- larità patologica come l'ansia, il terrore, la fobia o il panico. Il vissuto della paura è rappresentato da un senso di forte spiace- volezza e da un intenso desiderio di evitare l'oggetto o la situazione giudicata pericolosa, che caratterizza la paura, cioè una forte ten- sione che può arrivare all'immobilità. La paura può essere innata oppure appresa, i fattori fondamentali risultano essere soprattutto, la percezione e la valutazione dello stimolo co- me potenzialmente pericoloso o meno, sti- moli fisici molto intensi, o timore delle persone sconosciute. Le paure più frequenti sono va- rie, come la paura di certi animali, ad esempio ragni o serpenti. Il nostro corpo le manifesta somaticamente in modo caratteristico: oc- chi sbarrati, bocca semi aperta, fronte aggrottata. Uno stato di paura acuta ed improvvisa produce sul fisico un abbas- samento della pressione del sangue e della temperatura corporea, diminuzione del battito cardiaco e della tensione mu- scolare, abbondante sudorazione e una sorta di paralisi. La paura del dolore fisico ad esempi, è insensata perchè ha anche una funzione positiva, cioè quella di se- gnalare uno stato di emergenza. E' molto frequente che la la paura non abbia una motivazione logica, ma sia legata ad una valutazione e interpretazione soggettiva ed errata. L'intervento psicoterapeutico consigliato per affrontare la paura è di tipo cognitivo-comportamentale. Quello com- portamentista è finalizzato all'eliminazio- ne del sintomo con la ripetizione dello stesso più volte, fino alla “familiarizza- zione” della causa che lo procura. L'in- tervento cognitivista favorisce il reale ri- conoscimento della situazione innocua, percepita pericolosa. Concludo sottoli- neando che il clima di paura che oggi si vive, soprattutto a livello psicologico, do- vuto alle quotidiane notizie drammatiche di fatti tragici, di violenze fisiche e psi- chiche, oppure di truffe e imbrogli per- petrati da chi dovrebbe salvaguardarci, ci confonde e ci spaventa, condizionando la nostra vita e tenendoci in costante stato di ansia (paura della paura). Ennio Salamone *Psicologo e psicoterapeuta co- gnitivo-comportamentale - Via Borgo Palazzo 163, Bergamo Per appuntamenti tel. 3384905220. Per domande o suggerimenti su- gli argomenti da trattare scrivete a [email protected] Rubrica mensile S.O.S. RISPARMIATORE Come non cascare nella prossima “bolla” Le emozioni sono una delle cause prin- cipali degli errori compiuti in ambito finan- ziario. Non a caso l'aspetto psicologico delle scelte di investimento ha fatto nascere una nuova branca dell'economia, la “finanza com- portamentale” che si è affermata grazie agli studi dello psicologo Daniel Kahneman, pre- mio Nobel per l'economia nel 2002. Gli studi di finanza comportamentale han- no dimostrato che di fronte a diverse pos- sibilità con esiti incerti il cervello umano non si comporta razionalmente, ma utilizza delle scorciatoie, le cosiddette euristiche, che ci consentono di prendere decisioni in minor tempo e con un minor dispendio di energia. Questi comportamenti, tipici della massa degli investitori, determinano spesso l’acqui- sto delle azioni sui massimi del mercato, quando sembra scontato che i prezzi deb- bano continuare a salire indefinitamente e la percezione del rischio è bassa. Questo at- teggiamento favorisce i collocatori di prodotti finanziari che hanno gioco facile nel proporre prodotti a contenuto azionario proprio quando il momento è il meno opportuno. Purtroppo, ahinoi, il mercato non è destinato a crescere all'infinito e quando la sopravvalutazione di- venta evidente le quotazioni iniziano a scen- dere vertiginosamente. A questo punto entra in gioco “l’avversione alle perdite” per cui il risparmiatore non vende perché non vuole Michele Colosio *Consulente finanziario indipen- dente. Per informazioni e appro- fondimenti tel. 335302605 - www.ifaconsulenza.it - www.so- srisparmiatore.it. Le domande possono essere inviate via mail a [email protected] realizzare una perdita e spesso si espone a un maggior rischio nel tentativo di re- cuperare. Nel triste finale all’iniziale fase di panico subentra lo sconforto che porta alla vendita delle proprie posizioni in pros- simità dei minimi del mercato, con im- maginabili conseguenze sul portafoglio. Dopodichè il ciclo si ripeterà, col parco buoi sempre pronto a ricascare regolar- mente nel tranello della prossima bolla speculativa. Ma allora com'è possibile controllare le emozioni? Attraverso un piano d'azione che deve essere guidato dagli obiettivi personali, dalla propensione al rischio e dalla situazione dei mercati che vanno monitorati attentamente facendo partico- lare attenzione a non sottovalutare la pos- sibilità di non ottenere il rendimento at- teso. Il piano d'azione deve stabilire la ripartizione del portafoglio tra le diverse classi di titoli, che devono essere poco correlate tra loro, al fine di massimizzare il profitto diminuendo il rischio, tutt'altro che remoto, di ottenere un risultato inferiore a quello che ci si era prefissati all'atto del- l'acquisto. Costruendo un portafoglio di investimenti diversificato con strumenti ef- ficienti si ottengono diversi risultati: si e- liminano i costi superflui che incidono in maniera negativa sul rendimento, si ri- duce il rischio attraverso la diversifica- zione e si evitano i principali errori causati dalla componente emozionale.

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Come non cascarenella prossima “bolla”

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BergamoSette - Venerdì 23 Luglio 2010 7RUBRICHE

Rubrica quindicinaleLO PSICOLOGO RISPONDEPaura: può paralizzarema anche essere utile

La paura è una reazione emotiva a unacondizione di minaccia nei confronti della no-stra integrità psicofisica, che può nascere daeventi reali o sentendo parlare di fatti tragici,ed è altamente personalizzata. La paura è unmeccanismo innato di difesa di fronte ad unpericolo. Esistono paure utili e paure che tibloccano.Alcunediquestepiùcomuni, anchese non confessate, sono: sensazione di es-sere diverso dagli altri e di apparire stupido;oppure come la maggior parte delle persone,quindi non originale; di non riuscire a rea-lizzarsi nelle proprie aspettative. Con questotermine si identificano stati di diversa intensitàemotiva come il timore, l'apprensione, lapreoccupazione, l'inquietudine, fino a una po-larità patologica come l'ansia, il terrore, lafobia o il panico. Il vissuto della paura èrappresentato da un senso di forte spiace-volezza e da un intenso desiderio di evitarel'oggetto o la situazione giudicata pericolosa,che caratterizza la paura, cioè una forte ten-sionechepuòarrivareall'immobilità.Lapaurapuò essere innata oppure appresa, i fattorifondamentali risultano essere soprattutto, lapercezione e la valutazione dello stimolo co-me potenzialmente pericoloso o meno, sti-moli fisici molto intensi, o timore delle personesconosciute. Le paure più frequenti sono va-rie, come la paura di certi animali, ad esempioragni o serpenti. Il nostro corpo le manifesta

somaticamente in modo caratteristico: oc-chi sbarrati, bocca semi aperta, fronteaggrottata. Uno stato di paura acuta edimprovvisa produce sul fisico un abbas-samento della pressione del sangue edella temperatura corporea, diminuzionedel battito cardiaco e della tensione mu-scolare, abbondante sudorazione e unasorta di paralisi. La paura del dolore fisicoad esempi, è insensata perchè ha ancheuna funzione positiva, cioè quella di se-gnalare uno stato di emergenza. E' moltofrequente che la la paura non abbia unamotivazione logica, ma sia legata ad unavalutazione e interpretazione soggettivaed errata. L'intervento psicoterapeuticoconsigliato per affrontare la paura è di tipocognitivo-comportamentale. Quello com-portamentista è finalizzato all'eliminazio-ne del sintomo con la ripetizione dellostesso più volte, fino alla “familiarizza-zione” della causa che lo procura. L'in-tervento cognitivista favorisce il reale ri-conoscimento della situazione innocua,percepita pericolosa. Concludo sottoli-neando che il clima di paura che oggi sivive, soprattutto a livello psicologico, do-vuto alle quotidiane notizie drammatichedi fatti tragici, di violenze fisiche e psi-chiche, oppure di truffe e imbrogli per-petrati da chi dovrebbe salvaguardarci, ciconfonde e ci spaventa, condizionando lanostra vita e tenendoci in costante stato diansia (paura della paura).

Ennio Salamone

*Psicologo e psicoterapeuta co-gnitivo-comportamentale - ViaBorgo Palazzo 163, Bergamo Perappuntamenti tel. 3384905220.Per domande o suggerimenti su-gli argomenti da trattare scrivetea [email protected]

Rubrica mensileS.O.S. RISPARMIATORECome non cascarenella prossima “bolla”

Le emozioni sono una delle cause prin-cipali degli errori compiuti in ambito finan-ziario. Non a caso l'aspetto psicologico dellescelte di investimento ha fatto nascere unanuovabrancadell'economia, la “finanzacom-portamentale” che si è affermata grazie aglistudi dello psicologo Daniel Kahneman, pre-mio Nobel per l'economia nel 2002.

Gli studi di finanza comportamentale han-no dimostrato che di fronte a diverse pos-sibilità con esiti incerti il cervello umano non sicomporta razionalmente, ma utilizza dellescorciatoie, le cosiddette euristiche, che ciconsentono di prendere decisioni in minortempo e con un minor dispendio di energia.

Questi comportamenti, tipici della massadegli investitori, determinano spesso l’acqui-sto delle azioni sui massimi del mercato,quando sembra scontato che i prezzi deb-bano continuare a salire indefinitamente e lapercezione del rischio è bassa. Questo at-teggiamento favorisce i collocatori di prodottifinanziari che hanno gioco facile nel proporreprodottiacontenutoazionarioproprioquandoil momento è il meno opportuno. Purtroppo,ahinoi, il mercato non è destinato a crescereall'infinito e quando la sopravvalutazione di-venta evidente le quotazioni iniziano a scen-dere vertiginosamente. A questo punto entrain gioco “l’avversione alle perdite” per cui ilrisparmiatore non vende perché non vuole

Michele Colosio

*Consulente finanziario indipen-dente. Per informazioni e appro-fondimenti tel. 335302605 -www.ifaconsulenza.it - www.so-srisparmiatore.it. Le domandepossono essere inviate via mail [email protected]

realizzare una perdita e spesso si esponea un maggior rischio nel tentativo di re-cuperare. Nel triste finale all’iniziale fasedi panico subentra lo sconforto che portaalla vendita delle proprie posizioni in pros-simità dei minimi del mercato, con im-maginabili conseguenze sul portafoglio.

Dopodichè il ciclo si ripeterà, col parcobuoi sempre pronto a ricascare regolar-mente nel tranello della prossima bollaspeculativa.

Ma allora com'è possibile controllare leemozioni? Attraverso un piano d'azioneche deve essere guidato dagli obiettivipersonali, dalla propensione al rischio edalla situazione dei mercati che vannomonitorati attentamente facendo partico-lare attenzione a non sottovalutare la pos-sibilità di non ottenere il rendimento at-teso. Il piano d'azione deve stabilire laripartizione del portafoglio tra le diverseclassi di titoli, che devono essere pococorrelate tra loro, al fine di massimizzare ilprofitto diminuendo il rischio, tutt'altro cheremoto, di ottenere un risultato inferiore aquello che ci si era prefissati all'atto del-l'acquisto. Costruendo un portafoglio diinvestimenti diversificatoconstrumenti ef-ficienti si ottengono diversi risultati: si e-liminano i costi superflui che incidono inmaniera negativa sul rendimento, si ri-duce il rischio attraverso la diversifica-zione e si evitano i principali errori causatidalla componente emozionale.