2010 chiostro n. 5X · Nuove sale, idee pronte a diventare realtà; si lavora instanca-bilmente e...

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Spedizione in A.P. - 45% art. 2 - comma 20/b - legge 66/92 - Filiale di Napoli Tre occasioni da raccontare di Carlo Gambalonga* Nessuna città italiana sembra essere in crisi totale come Napoli. Violentata dalla criminalità, deturpata dai rifiuti e dall’incuria di chi l’ha amministrata negli ultimi anni, la città e la regione che la ospita sono a un bivio: rinascere o soccombere per sempre. Nella ricerca disperata di un angolo di ottimismo gli allievi del master di giornalismo del Suor Orsola hanno provato a raccontarla in controtendenza: non più solo con l’esercizio della denuncia mediatica, ma anche con l’indi- cazione di quelle poche “isole” felici della città e della regio- ne a cui aggrapparsi nel cercare di dare risposte concrete all’esigenza di rinascere, piuttosto che alla rassegnazione della fine. Gli sparuti spazi di ottimismo sono legati soprat- tutto alla speranza che il cambiamento degli amministra- tori (oggi con Caldoro a Santa Lucia domani con un nuo- vo sindaco a Palazzo San Giacomo) possa provocare una reazione alle vecchie indignazioni, creando una sintonia forte tra politica, cultura, mondo delle imprese, università e scuola, che consenta a Napoli quanto meno di non fallire gli appuntamenti che da qui a cinque anni “il calendario della speranza” gli mette a disposizione. E le occasioni di certo non mancano per rafforzare il ruolo di cerniera cul- turale fra l’Europa e il Mediterraneo, per rilanciare l’im- magine di una regione fortemente impegnata nel settore aerospaziale, per recuperare il fascino dell’ospitalità sia sul versante sportivo che in quello del turismo congressuale. Il Forum delle culture, l’Expo dello Spazio, i campionati mondiali di nuoto, il recupero della Mostra d’Oltremare rappresentano importanti traguardi da non mancare, veri e propri pilastri su cui far nascere la speranza di una città e di una Regione più moderna, più competitiva, capace di risvegliare intelligenza ed imprenditorialità. Appuntamenti da non sprecare perchè possono trasformarsi in occasioni per la riqualificazione urbana e per risolvere le annose vertenze urbanistiche che hanno contraddistinto la zona di Bagnoli. Il tutto senza dimenti- care le periferie ed in particolare quella orientale che può essere rilanciata attraverso il sogno di “NaplEst”. Sedici progetti per il rilancio di quartieri dimenticati come Pog- gioreale, San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli, che finalmente riscopriranno verde e vivibilità. Il calendario è delineato: tocca ora ai registi della vita cittadina e regionale di aprire il sipario della speranza. * Vicedirettore Ansa 20 giugno 2010 anno X n. 5 Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli www. unisob.na.it/inchiostro chiostro Noi, gli ex ragazzi di Chiaia Sogni e ambizioni di una generazione napoletana d’oro. È quella che ha vissuto la giovinezza negli anni della guerra. Sono i ragazzi di Chiaia, come vennero poi sopranno- minati per il fatto di aver frequentato quello che ancora oggi è considerato il salotto della città. Era il 1938 quando tra questi un giovane varcava la soglia di uno dei licei più prestigiosi della città. Il liceo Umberto I di Napoli incuteva rispetto solo a nominarlo. Ma lui insieme a una comitiva di promettenti ragazzini che un giorno avrebbero fatto la differenza si fece largo tra gli al- lievi che in quegli anni della guerra cominciavano a indiriz- zare i passi incerti dell’adolescenza verso un futuro impor- tante. Ad attraversare quei corridoi era Giorgio Napolitano. Oggi è il presidente della Repubblica, la figura istituzionale rassicurante che dal 10 maggio 2006 siede sulla poltrona più alta del nostro Paese. Allora era un adolescente che, come testimoniano i registri pubblicati online, colleziona- va voti alti in tutte le materie, fatta eccezione per educazio- ne fisica, il cui insegnamento era allora affidato a docenti fascisti che a fine anno gli davano puntualmente un quat- tro. Tra i banchi della scuola di Chiaia sono nate le amicizie importanti, con le persone che un giorno avrebbero condi- viso un posto nella storia della città di Napoli e dell’intero paese. Giornalisti, registi, scrittori e politici. Tra i giovani allie- vi umbertini degli anni ‘40 c’erano, oltre a Francesco Rosi e Andrea Geremicca, Antonio Ghirelli e Raffaele La Capria, che 70 anni dopo ci hanno raccontato le speranze e i sogni, attesi e disattesi, di quella generazione. servizio a pagina 2 MEdICINA Intervista al professor Cotrufo Va in pensione il pioniere dei trapianti a pagina 4 I GRANdI EVENTI La Campania a Shanghai Expo dello Spazio e Forum delle culture alle pagina 6 - 7 TURISMO da Pertosa a Buccino: alla scoperta dei borghi nascosti della regione a pagina 9 La Campania in digitale A Napoli una società pubblica dà il buon esempio: Cam- pania digitale funziona e non è in rosso. Il centro lavora come agenzia di stampa della Regione Campania. I suoi obiettivi sono la comunicazione e l’informazione istituzionale. Ogni la- voro è svolto all’insegna della qualità e della tecnologia. Piani di comunicazione, spot per le forze dell’ordine, video turistici, Facebook, You-tube, Twitter; gli ambiti e i prodotti sono dav- vero numerosi. Così come sono tanti i servizi offerti. Nei 4 pia- ni del palazzo del Pico, quartier generale di Campania digitale in via Terracina, chiunque può accedere alle teche Rai, alle sale studio o prenotare l’auditorium per conferenze senza fini lu- crativi. Il direttore Stefano Porro guarda al futuro e apre il sipario sui progetti in cantiere. Innanzitutto seguire il premio giorna- listico Ischia, coprendo interamente ogni aspetto tecnico della messa in onda, e portare l’informazione turistica su cellulari e iPad. In preparazione poi altre trasmissioni televisive e docu- mentari. Inoltre una semplificazione on-line degli Ept delle varie province: saranno accorpati in un unico sito e standar- dizzati graficamente. Gli uffici di Campania digitale sono in costante attività. Nuove sale, idee pronte a diventare realtà; si lavora instanca- bilmente e ognuno dà il proprio contributo, non di rado mate- riale, anche nei più piccoli interventi: «È un modo – ha detto il presidente di Campania digitale Lello Sansone – per abbassa- re i costi, nel caso di piccoli interventi manuali, e per crescere, laddove sperimentiamo in campo tecnologico. Risparmiamo ed innoviamo». servizio a pagina 3 Colloquio napoletano al margine degli inferi ANTONIO: ti sono venuto a trovare, visti i tempi. Né, ma tuo zio Nicola sta sempre sopra a quel mezzanino e par- la sempre coi tracchi e con le botte? ROBERTO: Antò, ti stai confondendo. Quello zio Nicola che parlava coi trac- chi era lo zio di Alberto Saporito, il protagonista di Le voci dentro; questo mio zio qua si chiama Leonardo, era uno scrittore e non parla proprio più. D’altra parte lui era siciliano, tu capi- sci, l’omertà... Praticamente è morto. ANTONIO: ma chi è questo Dallo Sta- gno che si è permesso di attaccarti? Quello non faceva la telecronaca dello sbarco sulla luna? ROBERTO: no, no, quale Dallo Stagno. Questo è Dal Lago, dice che è un pro- fessore dell’Università di Genova. ANTONIO: Dallo Stagno, Dal Lago, sempre acqua sporca è... Né, ma che va trovando questo? ROBERTO: secondo me spera di vende- re un po’ di copie del suo libro. Quello, questo, fanno questi che non vendono niente. Fecero così pure con Manzoni... segue a pag. 3 Napoli, si alza il sipario della speranza

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Treoccasioni daraccontare di Carlo Gambalonga*

Nessuna città italiana sembra essere in crisi totale come Napoli. Violentata dalla criminalità, deturpata dai rifiuti e dall’incuria di chi l’ha amministrata negli ultimi anni, la città e la regione che la ospita sono a un bivio: rinascere o soccombere per sempre.

Nella ricerca disperata di un angolo di ottimismo gli allievi del master di giornalismo del Suor Orsola hanno provato a raccontarla in controtendenza: non più solo con l’esercizio della denuncia mediatica, ma anche con l’indi-cazione di quelle poche “isole” felici della città e della regio-ne a cui aggrapparsi nel cercare di dare risposte concrete all’esigenza di rinascere, piuttosto che alla rassegnazione della fine. Gli sparuti spazi di ottimismo sono legati soprat-tutto alla speranza che il cambiamento degli amministra-tori (oggi con Caldoro a Santa Lucia domani con un nuo-vo sindaco a Palazzo San Giacomo) possa provocare una reazione alle vecchie indignazioni, creando una sintonia forte tra politica, cultura, mondo delle imprese, università e scuola, che consenta a Napoli quanto meno di non fallire gli appuntamenti che da qui a cinque anni “il calendario della speranza” gli mette a disposizione. E le occasioni di certo non mancano per rafforzare il ruolo di cerniera cul-turale fra l’Europa e il Mediterraneo, per rilanciare l’im-magine di una regione fortemente impegnata nel settore aerospaziale, per recuperare il fascino dell’ospitalità sia sul versante sportivo che in quello del turismo congressuale. Il Forum delle culture, l’Expo dello Spazio, i campionati mondiali di nuoto, il recupero della Mostra d’Oltremare rappresentano importanti traguardi da non mancare, veri e propri pilastri su cui far nascere la speranza di una città e di una Regione più moderna, più competitiva, capace di risvegliare intelligenza ed imprenditorialità.

Appuntamenti da non sprecare perchè possono trasformarsi in occasioni per la riqualificazione urbana e per risolvere le annose vertenze urbanistiche che hanno contraddistinto la zona di Bagnoli. Il tutto senza dimenti-care le periferie ed in particolare quella orientale che può essere rilanciata attraverso il sogno di “NaplEst”. Sedici progetti per il rilancio di quartieri dimenticati come Pog-gioreale, San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli, che finalmente riscopriranno verde e vivibilità.

Il calendario è delineato: tocca ora ai registi della vita cittadina e regionale di aprire il sipario della speranza.

* Vicedirettore Ansa

20 giugno2010

annoX

n. 5

Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoliwww.unisob.na.it/inchiostro

chiostro

Noi,gliexragazzidiChiaia Sogni e ambizioni di una generazione napoletana

d’oro. È quella che ha vissuto la giovinezza negli anni dellaguerra.SonoiragazzidiChiaia,comevenneropoisopranno-minatiperilfattodiaverfrequentatoquellocheancoraoggièconsideratoilsalottodellacittà.

Era il 1938 quando tra questi un giovane varcavala sogliadiunodei liceipiùprestigiosidella città. Il liceoUmbertoIdiNapoliincutevarispettosoloanominarlo.Maluiinsiemeaunacomitivadipromettentiragazzinicheungiornoavrebberofattoladifferenzasifecelargotraglial-lievicheinquegliannidellaguerracominciavanoaindiriz-zareipassiincertidell’adolescenzaversounfuturoimpor-tante.AdattraversarequeicorridoieraGiorgioNapolitano.OggièilpresidentedellaRepubblica,lafiguraistituzionalerassicurante che dal 10maggio 2006 siede sulla poltronapiù alta del nostro Paese. Allora era un adolescente che,cometestimonianoiregistripubblicationline,colleziona-vavotialtiintuttelematerie,fattaeccezionepereducazio-nefisica,ilcuiinsegnamentoeraalloraaffidatoadocentifascisticheafineannoglidavanopuntualmenteunquat-tro.TraibanchidellascuoladiChiaiasononateleamicizieimportanti,conlepersonecheungiornoavrebberocondi-visounpostonellastoriadellacittàdiNapoliedell’interopaese.

Giornalisti,registi,scrittoriepolitici.Traigiovaniallie-viumbertinideglianni ‘40 c’erano,oltreaFrancescoRosieAndreaGeremicca,AntonioGhirellieRaffaeleLaCapria,che70annidopocihannoraccontatolesperanzeeisogni,attesiedisattesi,diquellagenerazione.

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MEdICINAIntervistaalprofessorCotrufoVainpensioneilpionieredeitrapiantia pagina 4

IGRANdIEVENTILaCampaniaaShanghaiExpodelloSpazioeForumdelleculturealle pagina 6 - 7

TURISMOdaPertosaaBuccino:allascopertadeiborghinascostidellaregionea pagina 9

LaCampaniaindigitale ANapoliunasocietàpubblicadàilbuonesempio:Cam-

paniadigitalefunzionaenonèinrosso.Ilcentrolavoracomeagenzia di stampa della Regione Campania. I suoi obiettivisonolacomunicazioneel’informazioneistituzionale.Ognila-voroèsvoltoall’insegnadellaqualitàedellatecnologia.Pianidicomunicazione,spotperleforzedell’ordine,videoturistici,Facebook,You-tube,Twitter;gliambitieiprodottisonodav-veronumerosi.Cosìcomesonotantiiserviziofferti.Nei4pia-nidelpalazzodelPico,quartiergeneralediCampaniadigitaleinviaTerracina,chiunquepuòaccederealletecheRai,allesalestudiooprenotarel’auditoriumperconferenzesenzafinilu-crativi.

IldirettoreStefanoPorroguardaalfuturoeapreilsipariosuiprogettiincantiere.Innanzituttoseguireilpremiogiorna-listicoIschia,coprendointeramenteogniaspettotecnicodellamessainonda,eportarel’informazioneturisticasucellularieiPad.

In preparazione poi altre trasmissioni televisive e docu-mentari. Inoltre una semplificazione on-line degli Ept dellevarieprovince:sarannoaccorpati inununicositoestandar-dizzatigraficamente.

Gli uffici di Campania digitale sono in costante attività.Nuovesale,ideepronteadiventarerealtà;silavorainstanca-bilmenteeognunodàilpropriocontributo,nondiradomate-riale,ancheneipiùpiccoliinterventi:«Èunmodo–hadettoilpresidentediCampaniadigitaleLelloSansone–perabbassa-reicosti,nelcasodipiccoliinterventimanuali,epercrescere,laddove sperimentiamo in campo tecnologico. Risparmiamoedinnoviamo».

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ColloquionapoletanoalmarginedegliinferiANTONIO: ti sono venuto a trovare, visti i tempi. Né, ma tuo zio Nicola sta sempre sopra a quel mezzanino e par-la sempre coi tracchi e con le botte?ROBERTO:Antò, ti stai confondendo. Quello zio Nicola che parlava coi trac-chi era lo zio di Alberto Saporito, il protagonista di Le voci dentro; questo mio zio qua si chiama Leonardo, era uno scrittore e non parla proprio più. D’altra parte lui era siciliano, tu capi-sci, l’omertà... Praticamente è morto.ANTONIO: ma chi è questo Dallo Sta-gno che si è permesso di attaccarti? Quello non faceva la telecronaca dello sbarco sulla luna?ROBERTO:no, no, quale Dallo Stagno. Questo è Dal Lago, dice che è un pro-fessore dell’Università di Genova.ANTONIO: Dallo Stagno, Dal Lago, sempre acqua sporca è... Né, ma che va trovando questo?ROBERTO:secondo me spera di vende-re un po’ di copie del suo libro. Quello, questo, fanno questi che non vendono niente. Fecero così pure con Manzoni...

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Napoli, si alza il sipario della speranza

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di Antonio Frascadore

Da via Chiaia al Quirinale, passan-do per la direzione del Tg2. E’ la strada percorsa negli anni da Antonio Ghirelli, giornalista, editorialista, ex portavoce di Pertini prima e di Craxi poi, esponente so-cialista e direttore negli anni ‘70 del Cor-riere dello Sport. È il cursus honorum di uno dei ragazzi napoletani che, insieme con Raffaele La Capria e l’attuale Presiden-te della Repubblica Giorgio Napolitano, ha frequentato il liceo Umberto I di Napoli.

Un susseguirsi di ricordi, di sorrisi passati e attimi di gioventù vissuti alle falde del Vesuvio, che Ghirelli ricorda con piacere. «Sono stati anni bellissimi. Di quei momen-ti ho solo dei flash back piacevoli. Il caso vol-le che ci trovassimo insieme, con le stesse passioni, gli stessi sogni, la stessa strada da percorrere e lo stesso quartiere da vivere».

Un caso fortuito soprattutto per la cultura italiana, che nel tempo ha imparato ad apprezzare il lavoro dei ragazzi di via Chia-ia, che da allora ne hanno fatta e di strada.

«Ognuno di noi aveva delle aspira-zioni – continua Ghirelli – io amavo il teatro e soprattutto il giornalismo. Allora esisteva un giornale, un settimanale, che fu la mia palestra nei primi mesi di apprendistato. Si chiamava ‘9 Maggio’, erano pagine antifa-sciste e trattavamo di tutto, dalla critica alla letteratura. Avevamo ovviamente più spazio di quanto ne viene offerto oggi, nonostante il periodo non lo permettesse per motivi di chiara natura politica». Una differenza so-stanziale con la condizione attuale, che Ghi-relli condivide pienamente. «La cosa mera-vigliosa era che crescevamo in un momento culturale importantissimo. Seguivamo la presentazione dei libri di Vittorini o quel-lo di Benedetto Croce su Antonio Labriola.

La nostra materia era proprio la cul-tura e in quest’ultimo testo feci la mia prima apparizione letteraria con una prefazione su Marx ed Engels, scritta in maniera tale che nemmeno i fascisti potessero accor-gersene. Ci siamo ritrovati in un momen-to strepitoso nel quale la storia dell’Italia è stata la più coraggiosa». Sorride Ghirelli quando pensa alla sua gioventù per poi ri-tornare alla realtà e alle 88 primavere por-tate bene. Mostra la consapevolezza di

aver scampato, negli anni migliori una crisi, come quella attuale, che rende tutto più complicato, soprattutto per i giovani.

«Noi abbiamo avuto molta fortuna ed è per questo che soffriamo per i ragazzi del 2000. C’è stato il crollo di un sistema e il rischio è che venga completamente bruciata una generazione. Non è demerito di chi vive al passivo ma dello Stato: ecco perché i gio-

vani di via Chiaia, quelli di oggi, non hanno le nostre stesse possibilità. La storia non ha cattivi, nè buoni. La storia ha problemi e solu-zioni e oggi la soluzione da trovare è impos-sibile. Le grandi ideologie sono state sconfit-te, non c’è più una classe operaia e le misure tampone per arginare i problemi non esisto-no». È una visione pessimistica che proba-bilmente si riscontra nella realtà dei fatti.

«Per chiudere – conclude Ghirelli – voglio sottolineare una frase di Marx, che diceva ‘se cambia il modo di produrre, cam-bia la cultura’. Oggi si parla con l’Ipad e la cultura che si è trasformata ci ha reso imbe-cilli e incapaci di progredire». Come consi-glio ai giovani dice: «Iatavenn’ a Napule. Lì non avete possibilità». Bisognerà crederci?

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PRIMO PIANO pagina 2 inchiostro n. 5 – 2010

GlistudentiillustridelLiceoUmberto.Inalto:G.NapolitanoeR.LaCapria.Inbasso:A.Ghirelli

di Ernesto Mugione

Tra i più importanti scrittori italia-ni, Raffaele La Capria era uno dei ragazzi di via Chiaia. Formatosi nel liceo Umberto I di Napoli, l’autore di “Ferito a morte” ha dato vita a un movimento culturale insie-me, tra gli altri, con Antonio Ghirelli, Gior-gio Napolitano e Francesco Rosi. Sognava-

no una Napoli che tornasse a essere il centro della cultura europea. I loro so-gni, però, si sono dovuti scontrare con tutt’altra real-tà. Per questo La Capria, trasferitosi a Roma da diver-si anni, sostiene che ai napoletani vada riconosciuto il premio Nobel per la sopravvivenza. Secondo lo scrit-tore è già un mi-racolo che la città riesca ad andare avanti, nonostante tutte le difficoltà con cui convive quotidianamente.Quali erano le aspi­

razioni che nutri­vano i giovani della

sua generazione? «Quelle che poi si sono realizza-

te: io sognavo di fare lo scrittore, Rosi di fare teatro e così via. Abbiamo dovuto combattere per ottenere quello che voleva-mo. Non è stato facile riuscire a imporci a Roma ma la nostra volontà è stata più forte di tutto». Che differenze ci sono con le ambi­zioni dei giovani di oggi? «Le nuove generazioni sono alla ri-cerca del benessere, dello sfarzo e dei sol-di. Non importa come si riesce a ottenerli. L’aspetto culturale, forse, è passato in se-condo piano. Ai miei tempi, però, c’erano sicuramente più opportunità. Resta il fatto che per realizzarsi ci vuole costanza e impe-gno. Tutti abbiamo la possibilità di sognare

ma poi serve caparbietà per realizzare quello che si ha in mente». Nonostante questo si è dovuto tra­sferire a Roma per dare una svolta alla sua carriera.

«I maggiori editori stanno al Nord, i film si fanno a Roma. Ecco perché si è costretti a muoversi. Al Sud non ci sono le strutture che ci sono nel Settentrione, ed è un problema secolare». Quando era giovane come immagi­nava la Napoli del futuro?

«Sognavamo una città più europea che grazie alla cultura potesse tornare a re-citare un ruolo da protagonista. Per questo scrivevamo: volevamo creare un movimento per testimoniare che Napoli era in Europa. Purtroppo non è successo e infatti dobbia-mo fare i conti con una città in decadenza». L’idea della rivista “Sud” nasce da queste motivazioni.

«Volevamo suscitare una discussio-ne, un dibattito intorno ai temi meridionali. Scrivevamo articoli, poesie per cercare di ri-chiamare l’attenzione. Siamo usciti solo con sette numeri perché non avevamo soldi».Cosa direbbe ai napoletani? «Gli darei il premio Nobel per la so-pravvivenza: gliene sono capitate tante che esserci ancora è già qualcosa. A Napoli vivo-no molti e valenti intellettuali, pochi se pa-ragonati a un mare di plebe che aspira alla modernità senza riuscire a ottenerla per vie legali». Che ricordi ha dell’esperienza all’Um­berto?

«Conservo ottimi ricordi. Erano gli anni del fascismo e la scuola riusciva a resta-re lontana da quell’ideologia. Era un istituto laico e indipendente che ci ha aiutato a svi-luppare un elevato senso critico». Qual è il suo parere sul giornalismo multimediale? «Non l’ho vissuto e mi spaventa molto perché è un conduttore dove passa di tutto. Anche per questo sono d’accordo con la limitazione delle intercettazioni: rivelare fatti privati delle persone è un modo barbaro di fare giornalismo. L’uso che si fa delle in-tercettazioni mi ricorda tanto la sorveglianza politica delle dittature sovietiche».

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QuandosognareavevaancoraunsensoGhirelli:“Giovani,andateviadaNapoli” LaCapria:“Èunacittàindecadenza”

Gliumbertinidiieriedioggi:generazioniaconfronto diGiulia Savignano

Lelezioninelleauleumbertine,gliincontrinellaVillacomunaleodurantele“vasche”daviaFilangieriaviadeiMille,lapassioneperilteatroelamusica.IricordideiragazzidiviaChiaiasi rin-corrononeglianninelsegnodell’impegnocivileedella sensibilitàpolitica, della filosofia edellariflessione.

C’èchihasceltolastradadellaregia,chihaseguito lapassioneper ilgiornali-smoelascrittura,chisiècalatonell’ago-nepolitico e chi ora siede sulla poltronapiùaltadellaRepubblicaItaliana.

Ognunohaseguitoleproprieinclinazioni,ma tutti hanno condiviso gli anni della guerraopponendoall’idealefascistalaculturadell’indi-pendenzadelleidee.

Lalezionedelpresided’Alfonso,moderatoenoninaugepressoleautoritàdiregime,gliin-segnamentidiBenedettoCroceche,duranteunariunionediexumbertini,allarichiestadiunan-tidotoalladittatura rispose:«Studiate,guagliù,studiate!» Tutto questo ha contribuito a creareunagenerazioned’oro.

Un laboratorio di idee e sperimentazioniche non ha più trovato simili talenti negli annisuccessivi,nonostantel’impegnodialcuneecce-zioni.

Aparlaredi questoenormedivario cultu-raleè IvanoRusso,unrappresentantedella generazione di giovani e ancheunesempiodelvaloreancoravivonel-

laNapolicheresistealdegradoculturale.Classe1978,èrespon-sabiledelCentroStudiConfin-dustria di Napoli e direttoregenerale della Fondazione MezzogiornoEuropa, l’associazione che non a caso è

natasuimpulsodiGiorgioNapolitanoedèpre-sieduta da Andrea Geremicca. Ivano Russo sot-tolinea l’impossibilitàdella cittàdi costruireunfuturosenonsicostituiscecomecomunitàeri-troval’orgoglio.«Ilcapitalesocialeèstatodilapi-datoelasocietànapoletananonhaunraccontodacondividere–spiega–.Losforzoperrilanciarelacittà devepartireinterminidiproposte.OggiigiovanihannoadisposizioneunaquantitàeunaqualitàdirisorseeconomichesuperioreaquellacheavevanoiragazzidiChiaia.

Viaggianointuttoilmondo,sonocollegaticostantementetradiloroepossonoaccedereinqualsiasimomentoallareteglobaleealleinfor-mazioni.

Bisognausciredaunadimensionediana-lisi e accogliere le proposte in terminidi assetto urbanistico e di produttivitàdelterritorio».Russodenuncialafasedidecadimento che vivono ipartiti politicisottolineandocomelarinascitadellaco-munitàpassiperilruolodelleassociazio-ni economiche e culturali.«I grandi ide-

ali cheanimavano legenerazionipassate, comequelladeiragazzidiChiaia,hannoaiutatoasu-perare ledifficoltàdel loro contesto storico che,indubbiamente, si presentavapiùproblematicodiquellochevivonoigiovanioggi.

Ilproblemadeigiorninostrièpropriol’as-senza di quella vivacità e quell’orgoglio. Finital’epoca delle grandi ideologie, non dovevamosostituirle, almeno non esclusivamente, con lasocietà del consumo. dobbiamo costituire unacomunitàchesiapervasadaidealiedall’incontrodelleidee».

[email protected]

Russo:La cultura è la chiave del

rilancioCroce:

studiate, guagliùstudiate!

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diEnrico Parolisi

Imagine Cup 2010, vincono studenti della Federico II QuattrolaureandidellafacoltàdiinformaticadellaFe-

dericoIIvinconoilpremioImagineCup2010Italia,garapro-mossadaMicrosoft edestinataaiprogrammatori che con illoroprodottopossonoportarevantaggiallavivibilitàdelpia-

neta.Ilteam“Error404”(RaffaeleGaliero,GlorioClemente,Giuliod’Angelo e IvanaCipolletta) èarrivatoprimonella sezione“Softwaredesign”conilprogetto“Lift4U”edifenderàicoloriitalianiallefinaliinternazionalidiVarsaviaprevisteper

luglio.Iquattrohannosviluppatounaseriediservizisoftwareperinformatizzareilcarpooling.Sitrattadiunfenomenodif-fusosoprattuttonegliStates:consisteneltrovare“compagnidiviaggio”accomunatida luoghidipartenzaedestinazioneperdividerelespesediviaggioeridurrel’inquinamentofacen-docircolareunminornumerodiauto.L’ideadelteamdisvi-luppoèusareimezziinformaticidicomunicazioneperportareilcarpoolingsu largascala, tramitetelefoniamobile,e-mailesocialnetwork.«Stiamoappuntopreparandol’applicazioneperFacebook»dichiaraRaffaeleGaliero.«AncheseorasiamoimpegnatisullefinalidiVarsavia».Ilprogetto“Lift4U”siègiàguadagnatol’interessedidiversienti.«CitosututtiilComunediPalermo»continua.Perilfuturo,lasquadrasperadiavviareun’attivitàalivelloimprenditorialeecollaborareconl’ateneotramiteunlaboratoriomultidisciplinare:«Confrontandociconaltriteamdisviluppo,cisiamoresicontochelapreparazionedeglistudentidellanostrafacoltàèmoltobuona». www.imaginecup.com CiaoPeople, il social network made in Naples

SiscriveSocialNetwork,sileggeFacebook.Sonocirca10milioniemezzogliutentiattividelsito,secondolestime

datateAgosto2009.Maesistonorealtàpiùpic-colechesifannovalere.E’ilcasodiCiaopeople,communityradicataaNapolicheconta682milaiscrittieoltre268milionidimessaggiscambiatitragliutenti.

Ciaopeople,exQbr,èstatounodeiprimisitiainterpre-tareinlocaleilconcettodisocial-network,migrandolodallacommunity,leprimecomunitàdellareteriferiteaunsitoesolitamenteagli interessidegli iscritti. Inprimis, l’interessedegliutentidiCiaopeopleèquellodifarenuoveconoscenze,primadifferenzasostanzialeconFacebook,tramitel’utilizzodellachatedellamessaggisticaistantanea.Macoltempoilportalehaimplementatoaltristrumenti,tracuiilmagazineconcuilostaffdiCiaopeoplepubblicanotizieecuriositàdalmondoweb,eiforumdidiscussionetipicidellagranderete. www.ciaopeople.it La gente comune “sfila” per le strade del centro

LamodaorasidettasuInternet.dimenticatelevetri-nee lemaison, lasciateperdere lepassarellechecidirannocome si vestirànel prossimo inverno. La tendenza la fa chipasseggiaper lacittà,ea immortalareimodelli-passanticipensanoiblogger.dopoNewYorkeLosAngeles,èNapolicheraccontalostileeletendenzetramitelagentecomuneelaRete.Naplestreetstyle.itèilcliccatissimoportalechespopolainquestigiorni.Sulsitowebèpossibileammi-raremodelle emodelli e come set le viedellacittà. È possibile consultare foto, cercare perbrand dei vestiti in archivio e dare i voti agliimprovvisati indossatori/stilisti. Che si stannoriunendo inuna community internet, sempreospitatadalsito,sottoilnomedistreetstyler. www.naplestreetstyle.it

[email protected]

di Romolo Napolitano e Pasquale Napolitano

L’agenzia di comunicazione multimediale La mission principale di Campania Digitale è fare da

agenzia di comunicazione alla Regione. L’azienda segue tutti gli eventi legati all’ente, dalla formazione della nuova giunta alle varie attività culturali organizzate sul territorio fino alle manifestazioni di promozione. Una mole di lavoro enorme che Campania Digitale declina in un’ottica multimediale. Un evento viene coperto da un articolo, da un servizio video e spesso anche da un servizio radiofonico che vengono poi cari-cati sul sito di Campania Digitale nel giro di poche ore.

L’obiettivo dell’agenzia è di dare la massima visibilità alle attività svolte dalla Regio-ne e sul territorio. Oltre al lavo-ro finito e caricato sul proprio sito, Campania Digitale invia gratuitamente il materiale vi-deo premontato a 67 tv locali e a diversi siti, così che anche le piccole realtà editoriali possa-no coprire determinati eventi, semplicemente inserendo una voce sulle immagini già confe-zionate per il tg.

Altro capitolo è la co-municazione di servizio, come gli spot sul passaggio al digitale terrestre o su come si vota alle regionali, anch’essi prodotti da Campania Digitale. Da poco l’agenzia ha cominciato a produrre documentari e trasmissio-ni, come il concerto di Vivaldi diretto da Salvatore Accardo in occasione dell’inaugurazione dell’auditorium Oscar Niemeyer di Ravello, per cui Campania Digitale ha curato la registrazione video, la regia e anche la registrazione audio dell’evento.

La promozione del territorio Un progetto che l’agenzia seguirà fino al 2012 è “In

Campania”, sito ufficiale del turismo e dei beni culturali della regione. Il portale si pone come vetrina della Campania, dove informarsi su luoghi, appuntamenti e itinerari. Anche qui la lo-gica seguita è quella della multimedialità, con articoli corredati di foto e spesso di video. Il sito dispone di un aggiornatissimo calendario con tutte le manifestazioni che giorno per giorno si

possono seguire in regione. Attualmente il portale è disponibile in italiano e in inglese, ma presto sarà lanciata la versione in spagnolo e in cinese, nonché un servizio per i cellulari.

Altro programma di promozione del territorio è stata la trasmissione tv “Bada che ti mangio”, condotta da Antonio Lubrano e andata in onda sul canale tv del Gambero Rosso a partire dal dicembre 2009. Commissionate dall’assessorato all’Agricoltura, le 12 puntate hanno percorso i distretti delle eccellenze agroalimentari campane, mostrando “l’altra” parte della regione, quella buona. Campania Digitale ha curato tutta la trasmissione, dall’infografica al montaggio.

Il modello produttivoCampania Digitale ha tripli-cato il suo fatturato nell’ul-timo anno, passando da un milione e mezzo a quattro milioni e mezzo di euro. Un esempio positivo e ab-bastanza atipico di azienda controllata al 100% dalla Regione. Atipico non solo perché ha i bilanci in attivo, ma anche perché non dispo-ne di un budget predefini-to a inizio anno fornitogli dall’ente proprietario. Cam-pania Digitale guadagna in base a ciò che produce e che riesce a vendere alla Regio-ne. Può anche capitare che un assessorato non sia con-

tento del prodotto fornitogli dall’azienda e decida di pagargli solo parte del lavoro. Oppure che l’ente decida di rivolgersi direttamente al mercato per una eventuale campagna infor-mativa, nel qual caso Campania Digitale deve svolgere solo il ruolo di consulente interno per un prodotto che realizzeranno materialmente altri.

Nonostante questo l’azienda riesce a procurarsi un flusso continuo di cassa, non solo fornendo un servizio di informazione rapido e di copertura degli eventi che sarebbe difficile appaltare ogni volta all’esterno, ma anche grazie a una politica di abbattimenti dei costi e di continua innovazione.

I giornalisti che lavorano a Campania Digitale sono autonomi dal punto di vista tecnico. Per riprendere una con-ferenza, per esempio, si muove una sola persona, che fa le ri-

prese, prende le interviste e fa anche il montaggio. I lavori di manutenzione ordinaria della struttura vengono eseguiti diret-tamente da personale interno, così come le stesse strumenta-zioni tecnologiche vengono montate dal personale di Campa-nia Digitale. Una sorta di modello “Ikea” che oltre al risparmio di manodopera ha un altro risvolto positivo. Nel momento in cui si installa una nuova tecnologia, infatti, il montaggio della strumentazione eseguito dalle persone che poi la utilizzeranno aumenta la crescita di competenze del personale stesso.

Il Pico Dal luglio 2009 la sede di Campania Digitale è al Pa-

lazzo dell’Innovazione e della Conoscenza, il Pico, con sede in via Terracina. La struttura di quattro piani è divisa in una zona aperta al pubblica e una zona di stretta pertinenza del personale di Campania Digitale. Gli utili dell’azienda vengo-no totalmente investiti in attrezzature e strumentazioni che vanno ad arricchire il Pico. Nella parte riservata a Campania Digitale, per esempio, è in allestimento uno studio per fare riprese in 3D, mentre è già in funzione, tra le altre cose, uno studio radiofonico, diverse sale per il montaggio e l’acquisi-zione di video in HD, una sala proiezione per testare i video e ascoltare l’audio in stereoscopia, e un piccolo studio televisivo per registrare programmi. Nella parte aperta al pubblico invece i servizi all’utenza spaziano dall’accesso alle teche Rai alla ricerca nelle banche dati scientifiche dell’Università Federico II. Inoltre è possibile avere a disposizione gratuitamente l’auditorium del Pico per conferenze o attività che non abbiano fini di lucro. L’audito-rium è attrezzato con telecamere e una sala regia, così che l’eventuale convegno possa anche essere registrato e montato.

«Per noi – afferma il direttore di Campania Digitale Stefano Porro – è un grande motivo di orgoglio lavorare per la Regione Campania. Ogni giorno dimostriamo con il nostro lavoro che è possibile crescere e fare delle cose positive anche nel Mezzogiorno e a Napoli. Il nostro segreto che permette di confrontarci e di relazionarci con grandi realtà editoriali, come per esempio la Rai, sta nel fatto che riusciamo a unire l’alta qualità dei contenuti con la continua innovazione tecnologica».

[email protected]@libero.it

pagina 3

Pico:ilcentrooperativodiCampaniadigitale

unisob.na.it/inchiostroVideo: viaggio all’inter-no del Pico

Ma gli stanno dando addosso tutti quanti.ANTONIO: ho visto, ho visto… Meno male, altro che Dallo Stagno. Lo stan-no buttando un’altra volta dentro, allo stagno. Epperò hai visto, appena me ne sono andato io, cominciano ad attaccare le persone serie. Mo’ addi-rittura sono usciti tre candidati per fare il Rettore alla Federico II. Ai tempi miei chi si permetteva! Quando stavo a capo della democrazia io nominavo un avversario e quello faceva il dovere suo.ROBERTO:sì, sì, hanno fatto fare pure uno spettacolo a quell’altro Roberto addirittura al San Carlo!ANTONIO:cose da pazzi, cose da paz-zi... (alzandolavoce)ZIO LEONARdO (dall’ammezzatogri-dando fortissimo): basta, basta. Da che sono morto mi credevo di stare in pace e di essermi liberato di tutti gli ominicchi e quaquaraquà che già allora abbondavano. Mò questo dice che è mio nipote (ma chi lo conosce?), quest’altro parla parla, parla... Un poco di pace! È vero che sono già mor-to, ma uno quante volte deve morire? Un poco di pace... Un poco di pace...Lavocesispegneapocoapocomen-tre si sente in sottofondo il cantolugubre del giorno della civetta eAntonio e Roberto impallidendo fi-nalmente ammutoliscono... E lenta-menteesconodiscena…

LenuoveideedeigiovaninaviganosulwebDalla moda in strada al car pooling su Facebook: la Rete è dominata dalla creatività napoletana

Tg,videoespotpromuovonoilterritorioCampaniadigitalediffondenell’etereleiniziativeeglieventidellaregione

dapag.1

Page 4: 2010 chiostro n. 5X · Nuove sale, idee pronte a diventare realtà; si lavora instanca-bilmente e ognuno dà il proprio contributo, non di rado mate-riale, anche nei più piccoli

di Ludovica Criscitiello

I dati del ministero della Salute non lasciano dubbi. Rispetto al 2009 c’è stato un calo non indiffe-rente dei trapianti in Campania. Sono stati 130 i poten-ziali donatori e 57 quelli effettivi nel 2010, rispetto ai 160 e ai 74 nel 2009.

La soluzione che invertirebbe questa tendenza potrebbe essere quella di favorire una comunicazione puntuale e continua che renda consapevoli le persone dell’importanza dei trapianti. A proporla è Ernesto Di Florio, direttore del Centro Regionale dei trapianti, che dal 2008 ha sede nell’ospedale Cardarelli di Na-poli. «È necessario garantire un sistema idoneo a comunicare con i parenti di chi si trova in ri-animazione per metterli di fronte all’eventualità di un trapianto. Soprattutto l’informazione deve essere fatta prima per poter preparare i cittadini a una scelta consapevole del processo di donazione degli organi». È quello che l’ufficio di comunica-zione del Centro regionale dei trapianti cerca di fare, servendosi di operatori che hanno frequen-tato corsi e sono quindi esperti nel confrontarsi con il paziente e la famiglia.

C’è molto di più. Con il Centro regionale dei prelievi, struttura integrata nel Centro regio-nale dei trapianti, il Di Florio ha messo a punto un progetto che prevede il coinvolgimento di mediatori culturali di altre etnie per aiutare donatori extracomunitari. «In più occasioni si sono presentati cittadini extracomunitari con l’intenzione di donare organi di un loro congiunto. Ma ci sono stati proble-mi di comprensione, dovuti alla lingua e alle differen-ze culturali». Gli intermediari culturali sarebbero utili non solo per le donazioni, ma anche per assicurare a questi cittadini non integrati un servizio adeguato, nel momento in cui si presentano a fare la richiesta. Il pro-getto che riconosce la trasformazione di stampo multi-culturale che sta investendo la nostra società. «Non ho ancora pensato a un nome per il progetto, ma mi viene

in mente quello di una ragazza rumena che subì un tra-pianto al Cardarelli, in seguito a un’epatite fulminante. Fu una vicenda che coinvolse molto il centro trapianti dell’ospedale. Il suo nome è Joanna. Credo che potrei chiamarlo così».

Il progetto è già attivo e in tanti sperano che possa servire a combattere anche l’aumento delle oppo-sizioni alla donazione di organi. Un problema dovuto sicuramente al cattivo funzionamento del sistema sani-tario.

Secondo il Di Florio, i trapianti rappresentano la punta dell’iceberg della sanità e dipendono dall’efficien-

za e dal suo funzionamento. Se il numero di trapianti cresce, vuol dire che alla base c’è un sistema fondato su una rete organizzata che possa garantire un’adegua-ta assistenza ai pazienti in lista attesa. Nel momento in cui il corretto funzionamento viene meno, è ovvio che se ne avvertono gli effetti. Nel caso dei trapianti le conseguenze sono immediate, perché il numero di do-natori è già di per sé esiguo, a causa dell’aumento delle opposizioni da parte della cittadinanza alla possibilità di donare organi in caso di morte.

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SANITÀ E AMBIENTE pagina 4 inchiostro n. 5 – 2010

Primepaginede‘IlGiornaledinapoli’-‘Ultimissime’del12gennaio1988

Campania:donazioniincalodiFlorio:“Unamigliorecomunicazionepotrebbeinvertirelatendenza”

Cotrufo,vainpensioneilpionieredeitrapianti

di Lorenzo Marinelli

A pochi mesi dal pensionamento, Maurizio Cotrufo, direttore del dipartimento di chirurgia cardiovascolare e trapianti dell’ospedale Monaldi di Napoli, racconta i passaggi più importanti della sua carrie-ra. Dal primo trapianto alla crisi della sanità campana; dal blocco del turnover alla carenza dei donatori; dalla fuga di laureati all’estero alle regole fondamentali per intraprendere la sua stessa professione. Qual è stato il contributo della scuola napoletana alla storia dei trapianti di cuore in Italia?

«Il primo trapianto al Sud risale al gennaio del 1988. Nel 1987 i centri di cardiochirurgia autorizzati a effettuare interventi di quel tipo erano cinque, quattro al Nord e uno a Roma. Il Sud era stato dimenti-cato. Attaccai sulla stampa e in tv l’allora ministro della Sanità, il vene-to Costante Degan, e riuscii a ottenere un decreto legge. Da allora in Campania sono stati effettuati oltre 550 trapianti». Qual è l’attuale situazione della chirurgia cardiovascolare alla luce delle difficoltà economiche della Sanità campana?

«Corriamo il rischio di tagli al personale infermieristico e tec-nico. Non ci sono concorsi e la sostituzione di chi va in pensione è bloccata». Come rendere più organico il sistema dei trapianti in Campa­nia?

«Il problema di questa regione è la carenza di donazioni. C’è una scarsa cultura in tal senso. Il centro di cardiochirurgia del Monaldi ha dimostrato di poter effettuare anche 40 trapianti in un anno, ma fino a fine maggio 2010 gli interventi sono stati soltanto 8». Qual è il traguardo più importante di una così lunga carriera?

«Quello di aver portato il centro di cardiochirurgia del Monaldi ai primi posti della scala nazionale. L’ospedale può eseguire interventi dall’età prenatale fino all’età centenaria. Un ulteriore motivo di soddi-sfazione è quello di aver formato una squadra di allievi che dirigono Centri prestigiosi in Italia e all’estero». Restando in tema di giovani, qual è la situazione occupazionale nel settore cardochirurgico italiano?

«Il mercato italiano è saturo. Molte strutture private stanno chiudendo, mentre quelle pubbliche sono al completo. Quasi tutti i neolaureati in questa branca medica sono costretti a emigrare all’este-ro, per lo più in Inghilterra, in Francia e in Germania». Quali consigli darebbe ai giovani che intendono intraprendere la sua attività professionale?

«Di scegliere questo lavoro se motivati da una passione che ra-senta i limiti della follia. Il fallimento dei miei due precedenti matri-moni è la testimonianza di quanto questo mestiere sia totalizzante e di come non lasci spazio ad altri interessi. I giovani di oggi pretendono una vita comoda. Un’affermazione professionale in questo settore è destinata, purtroppo, a pochi».

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di Violetta Luongo

Antonella Iavarone, napoletana, da cinque anni combatte contro la malattia del figlio. Elios ha 10 anni e soffre di autismo. È una delle tante mamme che fanno parte dell’associazione Onlus “La forza del silenzio”, che raggruppa circa 50 bambini affetti dal disturbo del comportamento.

Il presidente dell’associazione Vincenzo Abate non è immune da questo problema, i suoi gemelli di dodici anni sono affetti dalla stessa pa-tologia. Da giugno del 2009 hanno cominciato a sperare. Ad Acerra, nel Napoletano, la Villa dei Fiori è l’unico centro in Campania, e anche uno dei pochi in Italia, a utilizzare la terapia iperbarica sui bambini autistici. «È un’opportunità in quan-to si basa sulla somministrazione di ossigeno che sembra carente in alcune aree del cervello dei bambini autistici. In essi è stata riscontrata spes-so una grave infiammazione dell’intestino che l’iperbarica attenuerebbe», spiega Carlo Luongo della Seconda Università di Napoli che da anni si dedica alla ricerca scientifica dei gas terapeutici.

Raffaele Costanzo. tecnico del centro iperbarico racconta le fasi del trattamento: «L’età media dei bambini in cura è di 8 anni. Alcuni barcollavano, non riuscivano ad avere un buon equilibrio, ora invece corrono e sollecitano i geni-tori per entrare nella camera iperbarica. Mi ricor-do un padre commosso dopo aver sentito per la prima volta il figlio chiamarlo papà. I trattamenti sono quotidiani, i pazienti arrivano da varie parti d’Italia e sono costretti ad alloggiare qui o dover fare la trasferta». Finora sono venti i pazienti in cura da giugno, con un miglioramento medio del 33%. Nessun bambino è peggiorato. Motivo que-sto che sprona i genitori a insistere con la terapia.

Antonella Iavarone racconta la sua storia: «Mio figlio parlava due lingue, era precoce e intel-ligente. Dopo sei mesi dai vaccini ha cominciato a regredire. Le prime manifestazioni riguarda-vano l’intestino. Vari sono stati i trattamenti che ha fatto, ma i miglioramenti erano scarsi e lenti.

L’iperbarica ha allungato i suoi tempi di attenzio-ne già dopo il primo ciclo di terapie. La maestra, ignara della cura, ne è rimasta stupita. Oggi lavora al computer, gioca con gli altri coetanei, è parteci-pativo a scuola».

L’associazione “La forza del silenzio” ha come sede la villa di Casal di Principe, in provin-cia di Caserta, confiscata al boss della camorra Francesco Schiavone, soprannominato “Sando-kan”. Duecentocinquanta metri quadrati dedicati al sociale. Un muro li divide dalla famiglia Schia-vone che abita ancora lì. È strutturata in varie se-zioni: una reception al primo piano e di fronte un grande salone è usato ora per corsi e seminari. In futuro sarà diviso in aule con un laboratorio tera-

peutico e riabilitativo, uno ludico-creativo e una sezione per la formazione e il sostegno dei genito-ri coinvolti con progetti di psicoterapia di gruppo. Il secondo piano sarà occupato dall’ufficio ammi-nistrativo, un laboratorio scientifico, il terzo piano ospiterà la cucina e la sala mensa.

Le stanze per i bambini sono dotate di specchi magici per controllarli. Lo scantinato di-venterà la palestra e l’auditorium dell’associazio-ne. In futuro, all’esterno, sarà allestita una camera iperbarica. Il centro si inaugurerà il 1 luglio con un convegno sui “Disturbi dello spettro autisti-co” organizzato dal Dipartimento salute mentale dell’Asl di Caserta.

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Lacameradellasperanza

Laterapiaiperbaricaaiutaibambiniautistici IlPascaleètraiprimiospedali inEuropanellacuradelmelanoma diCristiano M.G. Faranna

Settecentoricoveriall’anno,piùdi4000interventi,3500eseguitiindaysurgery.L’Istitutonazionaleperlostudioelacuradeitumori,“Fonda-zionePascale”diNapoliètraiprimiospedaliinEuropaneltrattamentodeipazientiaffettidamelanoma,uncancromalignochesisviluppadallecel-luledellapelle. In 12mesivengonoeffettuate25milavisiteconmacchina-riall’avanguardiacheconsentonotecnichedidiagnosticaprecoce.Medici,chirurghiericercatorilavoranoinequipeperassicurarealpazienteunciclocompletonellacomprensionedelmaledacuièaffetto.

L’aumentodeimelanominegliultimidieciannièdovutoalcambia-mentodelleabitudininell’esposizionesolareealladiminuzionedellecarat-teristichefisichetipichedellepopolazionilatine.

Lamigliorcuraècomesemprelaprevenzione.Lepersoneamaggiorrischiodovrebberosottoporsiannualmenteallamappaturadeinei.

«Illavorodisquadraciconsentediformareunamassacriticachera-gionaintornoalmaledacurare,studiandoloinognisuoaspetto-diceNico-laMozzillo,responsabiledelrepartodiChirurgiaOncologicaB-.Maradonapervincereavevabisognodialtridiecigiocatori.Abbiamocapitocheognimelanomaèdiversodall’altro.Peraffrontarloabbiamobisognodifarmacispecificicheagiscanoversounospecificonemico».

Il suo entourageha sviluppatodueprogetti tesi a sensibilizzare lacittadinanzaversolaprevenzione.Alugliopartiràperilsecondoannol’ini-ziativa“Quandoilsoletisorride”:incollaborazioneconl’agenziaEneaunsatelliterileveràleradiazioniultravioletteinogniterritoriocampano.Icit-tadinipotrannopoiinseriresulsitodelPascalelepropriecaratteristichedicarnagioneconl’indicazionedidovesirecherannoinvacanzaericeverannoimmediatamenteconsiglisucomeprendereilsole.dalprossimoautunnosarannoinveceinstallatealcunetelecamerein100farmaciecampanedovesaràpossibilefotografareineiericevereunadiagnosi.

Laprevenzionehaportatoall’80%lasogliadeipazientiancorainvitacinqueannidopocheglièstatapronosticatalaprimadiagnosi.IlPascalehafattodelladiagnosiedell’assistenzaisuoifioriall’occhiello.E’ l’unicoisti-tutodiricercasulcancrodivisoperdipartimenti,operazionecheconsentediportarelaricercael’attivitàclinicadirettamentesullettodell’ammalato.L’ospedaleèdotatodiunserviziopsico-oncologicorivoltoaipazientieso-prattuttoaimedici,anch’essinonimmunidalloscoraggiamentoe,cosadanonsottovalutare,èl’unicastrutturasanitariainCampaniaadaverpagatotuttigliarretratiaidipendenti.

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pagina 5

di Francesca Saccenti

Dai mulini a vento ai pannelli fotovoltaici, dalla stam-pante a fondi di caffè al fornello solare: i miracoli della tecno-logia diventano realtà nel rispetto dell’ambiente. Così lo sfrut-tamento delle fonti di energia rinnovabile diventa necessario per la sopravvivenza del pianeta.

Secondo la fotografia dell’Italia so-stenibile, scattata da Legambiente l’86% dei comuni investe sull’energia alternativa. A vincere il primato è il solare, con un tota-le di impianti presenti in 6.801 comuni. Al secondo posto si classifica l’idro-elettrico in 799 comuni, seguito dall’eolico (297) e dal-la geotermica (181). Le biomasse si trovano invece in 788 municipi, 286 dei quali utiliz-zano materiale di origine organica animale o vegetale.

Il neogovernatore Stefano Caldoro mostra il suo piano di sfruttamento delle risorse ambientali per salvaguardare la Re-gione Campania in deficit di produzione di energia elettrica rispetto alla domanda.

I dati statistici del 2008 vedono la Campania nella lista delle dodici regioni a rischio con un passivo del 51,6% dopo la Basilicata che si classifica al primo posto con il 52,2%. Lo sco-po del presidente Caldoro è di ricercare un’integrazione tra le diverse fonti di energia rinnovabili e tradizionali. Un tentativo di aprirsi alle nuove risorse coniugandole con la creazione di nuove fabbriche nucleari in Campania.

Il ventre di Napoli diventa il luogo ideale per lo sfrut-tamento della Terra: la zona dei Campi Flegrei, di origine vul-canica, secondo il progetto, sarà utilizzata per sfruttare l’ener-gia geotermica in modo da generare elettricità e utilizzo del calore, come avviene in Islanda. Un processo di salvaguardia ambientale che si occupa anche di sistemi di mobilità soste-

nibile, sia pubblici che privati, incentivan-do l’acquisto di veicoli con alimentazione elettrica, ibrida e a metano. E poi è il turno delle Biocase: entro il 31 dicembre del 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovran-no essere “a energia quasi zero”, secondo la nuova normativa dell’efficienza energetica approvata dagli eurodeputati.

Gli Stati membri dell’Unione eu-ropea dovranno infatti adottare misure per raggiungere requisiti di rendimento ener-getico a costi ottimali, secondo la metodolo-gia comparativa. Un tentativo di adeguare i vecchi immobili che assorbono circa il 40% di consumo e i nuovi che prevedono un ri-sparmio del 20%, migliorando le emissioni di CO2. Una parte di questi lavori sarà fi-

nanziata dall’Unione Europea che promuoverà anche la crea-zione di contatori intelligenti”, che sostituiranno gli impianti di riscaldamento. Per avvicinare la gente al rispetto dell’am-biente, la lezione sull’ecologia approda anche nelle scuole, potenziando la rete dei Centri di Educazione Ambientali atti-vati presso i comuni della regione, e realizzando ecomusei.

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Pannellifotovoltaici

unisob.na.it/inchiostroSul sito: energia, i pri-mati italiani.

Laterapiaiperbaricaaiutaibambiniautistici

Come risparmiare in bollettaLampadinePreferire quelle a basso consumo o a led: ri-chiedono circa 6 watt ma hanno una resa equivalente a 80/90 watt.

Impianto elettricoDotarsi di un sistema di spegnimento auto-matico delle luci. In alternativa, installare un interruttore generale che scolleghi in un solo click luci, stand-by e prese elettriche.

CaldaiaScegliere quelle a pannelli solari, abbassare il termostato di 1-2 gradi, regolare la tempera-tura dell’acqua non oltre i 45° e, per la doccia, non superare i 40°.

Lavatrici e lavastoviglieComprare elettrodomenstici di classe energe-tica A. Programmare cicli economici, a pieno carico, senza prelavaggio e asciugatura, pre-feribilmente in fascia serale o nei weekend.

dasole,ventoecalorel’energiadelfuturoPerCaldorol’obiettivoèintegrarenucleareefontirinnovabili

A Bagnoli un pozzo per monitorare l’attività vulcanica

diFrancesca Romaldo

Pochi centimetri di diametro perquattro chilometri di profondità.Sono le caratteristiche del pozzo chea Bagnoli permetterà lo studio deifenomenivulcaniciedellepotenziali-tà geotermichedell’area a Sud-Est diPozzuoli.

CampiFlegreideepdrillingProjectèunprogettonato5annifaecoordi-natodaGiuseppedeNataleeClaudiaTroisedell’Istitutonazionaledigeofi-sicaevulcanologiadiNapolichecoin-volge istituti di ricerca svizzeri, tede-schi,inglesiedamericani.

Il pozzo sarà scavato nell’area diBagnolifutura.Loscavopiùsuperficia-leserviràperilcampionamentodellerocce. dopo alcune centinaia di me-tri ilpozzodevieràverso ilmare, conun’angolazionedi 25gradi. Saràpos-sibile studiare i processi di interazio-netraacquaemagmaestabilireconprecisionelaprofonditàdellacameramagmatica.

A settembre inizieranno i lavoriperilpozzopilota,profondocirca500metri.Costerà800milaeuroeserviràper testare il sottosuolo e installaresensoriutiliperilmonitoraggiovulca-nico.Ilpozzoprofondo,invece,avreb-beuncostodimercatodicirca15mi-lionidieuro.

«LaGermania cidarà ingestione,aprezzodicosto,latrivellanecessariaperloscavo-diceGiuseppedeNatale,

dirigentedell’OsservatorioVesuvianoe responsabiledelprogetto -. Inque-stomodolespesesarannodimezzate.Circa8milioniemezzoper6mesidilavoro».

A finanziare, in parte, il progettosarà l’International Continental dril-lingProgram,unconsorziointernazio-nale che sponsorizza grandi progetticon finalità scientifiche e del qualel’Italiafadapocoparteufficialmente.«L’Ingv e l’Amra, l’istituto geofisico eil consorzio ambiente della RegioneCampania - continua il responsabiledelprogetto-,sisonofatticaricodellaquotaassociativaitaliana».

Il consorzioè finanziatodaglista-timembri inbaseal proprio reddito.L’Italia paga una quota che è circalametà di quella che le spetterebbe.«Tutti i paesi maggiormente evolutihanno un’agenzia che finanzia la ri-cercascientifica–commentadeNata-le-,mentreinItalianonesisteunentedel genere. Il nostro istituto cerca disupplireaquestamancanzacoprendopartedellespese».

Ilpozzopermetteràanchediracco-gliere utili informazioni per lo sfrut-tamento dell’energia che deriva dalcalore del sottosuolo. L’Italia è statalaprimanazioneadinvestirenelgeo-termico.Iprimistabilimentirisalgonoall’iniziodel‘900.OggigliimpiantidiLarderello, Radicondoli ed Amiata, inToscana, producono più di 5miliardidikilowattoraall’anno.

L’areaflegreaèuncampovulcani-cochesiestendeperseichilometriin-tornoaPozzuoli.Èunadelleareepiùesplosive al mondo, sprofondatami-gliaiadianni fa inseguitoaviolenteeruzioni. Lepotenzialitàgeotermichedei Campi Flegrei sono maggiori diquelledeglistabilimentitoscani.

«ANapoli-concludedeNatale-ilsottosuolohatemperaturemoltoele-vateancheabasseprofondità.Questopermetteràunaresamiglioreeunri-sparmiosuicostidell’impianto».

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Nola e Capua ai primi posti nel fotovoltaico

diEgidio Lofrano

Millesettecento impiantichepro-ducono31mwdienergiaverde:que-sto in sintesi lo statodel fotovoltaicoinCampania,chesiposiziona12esimatra le regioni italiane nel rapportosull’energia solare del 2009 fornitodal Gse, il gestore servizi energetici.Il 2010 può essere però l’anno delladefinitiva affermazione in Campaniadell’energiaverde;nonmancanoideeperlosviluppodelsettoreefinanzia-mentinazionali,comegli8milionidieurodelprogrammaoperativo inter-regionale,misuraapprovatadalmini-sterodelloSviluppoeconomicoafinemaggio per la creazione di impianticheutilizzanofontirinnovabili. Tra i grandi progetti per il foto-voltaico in Italia spicca l’impiantoche sarà costruito a Nola. L’Enel hastanziato80milionidieuroperlaco-struzioneentro il 2010diun impian-to che raddoppierà la produzione dienergiasolareinCampaniaconisuoi25mw.Tramitel’installazionedipan-nelli fotovoltaici sui tettidegli edificicommercialidellacittàsiprevedeunaproduzionedienergiaverdesufficien-teacoprireiconsumidiunterzodegliabitantidiNola.Ilpiùgrandeimpian-toatettialmondopotrebbeessereunprimopassoperrisolvereunodeipro-blemi dell’Italia, il costo dell’energiachesuperadel30%lamediaeuropeaechehaisuoipicchinelMeridione. Nellastessadirezionesimuoveilprogetto“MilletettiperCapua”,unadelleultimepropostecampaneperlosfruttamento dell’energia solare. So-

stenuto dal Co-munediCapua,in accordo conla Savenergygroup, prevede

l’installazionedipannelli solaridial-meno3kwsuedificipubblicieprivati.diminuire le emmissioni di anidridecarbonica e diffondere tra i cittadinil’utilizzodell’energiaprodottadafon-tirinnovabilinonsonogliunicipregidella proposta. Tutti i proprietari diimmobili chedeciderannodi parteci-pareal progetto riceverannoun con-tributo annuo di 450 euro per ventianni senza sostenere alcun costoperl’impianto. I primati di Lombardia e Puglia,rispettivamente 10.814 strutture eunaproduzionedi214mwtotali,sonolontanimalaCampaniahaincremen-tato il numero di impianti, inmediadi18,5kw,e l’energiasolareprodottadel 173% e del 105% rispetto al 2008,afrontedel123%e165%dimediana-zionale.L’incrementodelfotovoltaicodell’ultimobienniohaportato l’Italiaalsecondopostoalivelloeuropeoallespalle della Germania e davanti allaSpagna. dai 32 mila impianti foto-voltaici attivinel 2008 si èpassati ai71miladel2009,conunaumentodel123%eunaproduzionedienergiacheèraddoppiatainunsoloanno.L’Italiaha inoltre raggiunto il traguardo delgigawattdienergiaverdeprodottaacosto zero, che equivale alla potenzamedia di una centrale nucleare, conlaprevisionediarrivareai2gwtota-lientrolafinedel2010.InCampaniasonopresentiil2,4%degliimpiantifo-tovoltaicinazionalievieneprodottail2,8%dell’energiatotale,datoinferiorerispettoa tutte le regionidel Setten-trione,conleeccezionidiValled’AostaeLiguria,eallaPuglia,allaSiciliaeallaSardegna nel Meridione. Il maggiornumerodiimpianticampani,lo0,8%del totale, si trovano nelSalernitanomentresololo0,24%sonosituatinelBe-neventano.

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diPaola Cacace

L’Italiaètrai189paesiospitatinei5km2dell’ExpodiShanghai. IlpadiglionecostruitodaGiampaoloImbrighi,dalprimomaggio,giornodiinaugurazionedell’Expo,haospitatooltreunmilionedivisitatori.I20mo-dulidellostanditaliano,collegatidaballatoichericordanoibastoncinidelgiocodelloShanghai,sononellazonaCdell’esposizioneesiestendonoper3600m2eun’altezzadi18metri.Achiudereilpadiglionesutrelatiunospecchiod’acquacherimandaallaposizionepeninsularedell’Italia,men-treilsuointernoevocavicoli,borghiepiazzeitaliane.Permotivilogisticiilpadiglioneospitadivoltainvoltaunaregioneitaliana,mentreincontem-poranealavetrinadiShanghaièusatadaindustrie,impreseeartisticometrampolinointernazionale.

Il turnodellaCampaniasaràa finesettembreconNapoli, cheoltreaRomaeMilanosaràunadellesole3cittàitalianeadavereunospazioproprio,epoiduranteleprimeduesettimanediottobreconlaRegionecomeprotago-nista.L’apripistadellaCampaniasarà“L’Italiadegliinnovatori”,chepromuoveleeccellenzenostranedurantel’esposizione,dal24luglioal7agosto.Trai265progettiitalianiselezionatinelsettembre2009,infatti,13sonocampani. Un Biogas più pulito del metano

ÈquellodellaMagnegasitalia,aziendanataunannofa.Oltreagliusideigasnoti,quellodellaMagnegasèutilizzabileancheperiltagliodimetal-li.Nonèquesta,però,laverainnovazionemailfattocheilgassiaricavatodailiquami,gliolii,gliscartiindustrialichesolitamenteinquinerebbero. Il gusto dell’innovazione

ÈquellodellimoncelloVillaMassa,chepuntaallastandardizzazio-nedellaqualitàdelproprioprodotto,grazieaunsoftwarecheregolagliaromiegli altri ingredienti, rigorosamentenaturali, peraverebottigliedi limoncello il cuisaporesiasemprequantopiùsimilepossibile.Sapo-retradizionalechehafattovincereall’impresasorrentinagiàilpremiodiConfindustriaperl’innovazione. Il nocciolo del problema

ÈquellodipescheealbicocchechelaCtifoodtechtoglieutilizzandoilCt800,robotprogettatoaSalerno,chesaràall’esposizionediShanghai.Nonunutensiledatenereincucina,datelesuedimensioniimponenti,mautileperrisparmiaretemponelleaziendealimentari,vistochesembrasiaingra-dodiriconoscereeeliminareanchegliossirottienonsoloquelliintegri. La finestra che non si vede OperadellaSerramentItalialafinestra“Live”èunafacciatacontinua,senzainterruzionirispettoalleparetieche,nonostantesiacompostada2

ante, rende l’effetto visivodiunpalazzodi vetro, senza apparenti aperture, an-cheagliocchipiùattenti.dueinnovazio-niperchéilquarzononsembritale.SonooperadellaSeieffe,industriadiBeneven-to.Laprimafasomigliareilquarzoalmar-mo, con le sue caratteristiche venature,maconunamaggioreduratatemporale.

Ilsecondotipodiquarzo,invecesiilluminaecambiacolore.Entrambiitipidiquarzosonousatineldesigndiinterni,inparticolareperitopdellecucine. Una pasta più ricca

Èl’ideaportataaShanghaidaldipartimentodiScienzeAlimentaridellaFedericoII.Arricchendol’alimento,legatoall’Italianell’immaginariogastronomicomondiale,difibreevitaminesisperadipoterprevenireal-cunedellemalattiedegenerative,cardiovascolariecronichepiùcomuni. Cantieri più sicuri

Undipartimentod’Architetturahacreatounsistemaautomatizza-tochecondeglispecialisensorièingradoprimadivalutarelerealicondi-zionidiunedificiodegradatoepoidieliminareicomponentidanneggiatiriducendotempiepericoloperglioperatorichelavoranonelsettore. Il primo esempio di E-government

Tra i pochissimi casi di pubblica amministrazione in vetrina c’è ilTribunaledeiminoridiSalerno.Chehaautomatizzatolagestionedelpro-prio lavoroedeiprocessipervelocizzare il tutto,grazieall’introduzionedei“fascicolidigitali”,eperavereunmaggiorecontattoconilterritorioattraversoilsuonuovosportelloreclamitelematico.Misuraeanalizzalepolverisottilivelocemente.ÈAE-PMQCMilprototipodellaNovaetechcherendeeconomicoeveloce,ilprocessodicampionaturadellepolverisottili,portandoavantituttoilprocessodallamisurazionedellaloroconcentra-zionenell’atmosferaalleanalisidilaboratorio. No agli elettrodomestici a base di calcestruzzo

LaPasel,aziendaavellinese,haideatounalineadielettrodomesticicompletamentericiclabili,grazieallaspecialetermoplasticachelicompo-ne.Ecomesenonbastasse,primadiesserericiclatiicomponentideinuovielettrodomesticinondevononeancheesseretrattatiopuliti. Restauro ecocompatibile

GrazieadeinuovimaterialigiàtrattatidalCnrdiPozzuolichegra-zieallostudiodipolimerisinteticipermetteagliedificigiàrestauratidiessererimossieriutilizzatidopoessergiàstatitrattati. Molecole previdenti

Sonoipeptidiciclici,ossia lemolecoleche laPharmaBulletha in-tenzionediutilizzareperindividuareconlargoanticipol’adenocarcinomaprostatico.Esarebberoancheingradodiaiutarenellaterapia.

Campania-Cinaandataeritorno.GliinnovatoripresentiaShanghaisarannoperòsolounprimoassaggiodiquantocisipreparaafare.Conl’autunnolaCampaniapuntanonsoloalmercatocinesemaaquelloin-ternazionale,oltrecheallapromozioneattraversopresentazionivirtuali

dellaRegioneconunaseriedieventiparalleliallospazioallestitoall’internodelpadiglioneitaliano.

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GRANDI EVENTI pagina 6 inchiostro n. 5 – 2010

unisob.na.it/inchiostroSul sito: gli altri eventi in programma a Shanghai.

denocciolatoredialbicocche,inmostraaShanghai

Napolidal2010al2013:tuttigliappuntamenticlouincittàIl2012èl’annodelloSpazio

LaCampaniavolaaShanghaidasettembreinCinaperl’Expo

di Annalisa Perla

Più di quattromila i visitatori che giungeranno in città, tra cui ricercatori e scienziati provenienti dalle più prestigiose Università. I delegati delle agenzie spaziali in-ternazionali e le più importanti aziende aerospaziali del mondo si riuniranno a Napoli. Nel 2012 la città parteno-pea ospiterà la 63esima edizione dell’Expo dello Spazio, la principale manifestazione del settore.

Ad ospitarli sarà la Mostra d’Oltremare. All’interno dei 9 padiglioni del polo fieristico napoletano, gli operatori allestiranno stand per promuovere e spiegare il loro lavoro.

L’intera struttura fieristica, infatti, sarà a disposi-zione dell’Agenzia spaziale italiana, l’ente organizzatore dell’incontro.

L’Agenzia è già a lavoro per la realizzazione di un protocollo d’intesa con Regione, Provincia e Comune di Napoli, che dovrà essere pronto per il prossimo giugno, data in cui verrà sottoposto alla Federazione astronautica internazionale, ente promotore dell’evento.

La Federazione ogni anno, a partire dal 1951, orga-nizza un congresso aerospaziale in una città differente allo scopo di promuovere il contatto tra i vari operatori del settore e al contempo avvicinare, per così dire, i cittadini allo Spazio.

Secondo il professore Giovanni Squame, presiden-te del comitato operativo del Polo High Tech di Napoli est, che rappresenta le numerose industrie del settore aerospa-ziale presenti sul territorio campano, la città è pronta per affrontare questa “avventura spaziale”.

«Il Comune metterà a disposizione i luoghi per lo svolgimento della kermesse e i servizi necessari per ospi-tare il gran numero di visitatori, - spiega Squame - mentre i finanziamenti maggiori verranno sostanzialmente dalla Regione.

Il cambio di governo non rappresenterà un proble-ma. Il neoassessore ai Trasporti ed alle Attività produttive Sergio Vetrella ha già espresso un parere favorevole in merito all’organizzazione dell’evento a Napoli».

Il Polo High Tech è stato tra i soggetti che hanno proposto la candidatura di Napoli all’evento. Candidatura dimostratasi poi vin-cente, nonostante la difficile competizione con città all’avanguardia come Vienna, Pa-rigi, Lisbona e Bruxelles.

Intanto, l’Agenzia spaziale italia-na ha come obiettivo l’organizzazione di una serie di iniziative preparatorie, di qui al 2012, per favorire l’alfabetizzazione dei cittadini ai temi dello spazio. Prima tra tutte è stata la mostra: “Astri e particelle, le parole dell’Universo”, inaugurata il 18 marzo a Città della Scienza.

Una grande esposizione realizzata insieme all’Istituto nazionale di Fisica Nucleare e all’Istituto nazio-nale di Astrofisica, che consente al pubblico di guardare da vicino e toccare con mano la scienza e i grandi esperimenti che oggi studiano l’Universo.

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2010-2011FestivaldellecittàdelMediterraneo

settembre-ottobre2010laCampaniainesposizioneaShanghai

Page 7: 2010 chiostro n. 5X · Nuove sale, idee pronte a diventare realtà; si lavora instanca-bilmente e ognuno dà il proprio contributo, non di rado mate-riale, anche nei più piccoli

di Emanuele De Lucia

Napoli capitale mondiale delle culture. Nel 2013, per 101 giorni il capoluogo

campano dovrebbe diventare l’epi-centro internazionale del

sapere, la summa delle scienze e dell’umana co-noscenza. Il condizio-

nale è d’obbligo alla luce del programma

dei contenimenti delle spese re-

datto dal neo presidente

Caldo-ro. Il

Forum universale delle Culture arriva alla sua quarta edizione nella città di Napoli. L’evento è nato in Spagna nel 2004 e ha ricevuto il patrocinio dell’Unesco e nello stesso anno è nata la Fondazione Forum per la gestione dell’evento. La prima ras-segna nella città della Costa Brava accolse 3 milioni e 800mila visitatori, mentre la seconda edizione ebbe un incremento di un milione di persone. «È un evento internazionale e impor-tante per due obiettivi – spiega l’assessore alla Cultura Nicola Oddati, presidente del Forum –. Stiamo portando avanti un progetto culturale di respiro internazionale per rivendicare il ruolo di Napoli nel mondo. E puntiamo a una razionalizzazio-ne e a uno sviluppo urbanistico della città». Il Forum si snode-rà intorno a quattro assi principali: le condizioni per la pace, lo sviluppo sostenibile e la diversità culturale. Napoli ha aggiunto un quinto filone, quello della «Memoria del futuro: conoscere le proprie radici per progettare il futuro comune». L’evento è organizzato in tre sezioni: dialoghi, esposizioni ed espressioni culturali. I dialoghi sono convegni e dibattiti sui temi più ur-genti del nostro tempo. Le esposizioni indicano arti figurative, simboli dei cinque continenti. Le espressioni culturali vanno

dalla musica al teatro, dalla danza a esibizioni artistiche e forme di partecipazione libera, anche virtuale. Dal

10 aprile al 21 luglio 2013 Napoli vivrà 101 giorni di confronto e incontro tra le diverse culture

del mondo. Ogni giorno sarà dedicato a una città diversa. Mille saranno i dia-

loghi, cominciati già nel 2008. Nel mese di ottobre di due

anni fa fu organiz-zato l’Ac-

c a m -

pamento della pace, una prima tappa di avvicinamento al Forum e rappresentò un laboratorio artistico–culturale a cui parteciparono 200 ragazzi provenienti da tutto il mondo. A marzo del 2009 sindaci e rappresentanti locali di tutti i Paesi si incontrarono a Napoli per discutere di inclusione sociale.

Dodici saranno le esposizioni durante il Forum. È prevista la realizzazione di una mostra archeologica del mon-do, che farà luce sulla civiltà Maya, quella Azteca, le antiche civiltà orientali e occidentali. Per raccontare la storia del capo-luogo partenopeo, sarà allestita una mostra sulle stratificazio-ni storico-artistiche di Napoli dal ‘200 al ‘900. Ci sarà spazio anche per una mostra d’arte contemporanea europea, che raccoglierà i capolavori dei principali musei mondiali. Sono previste 1500 espressioni culturali nelle forme artistiche più disparate e le esibizioni avverranno tra Fuorigrotta e Bagnoli. Le cornici dell’evento mondiale saranno la Mostra d’Oltrema-re, la Città della Scienza e piazza del Plebiscito. Sono previsti cinque milioni di visitatori, il 35% dall’area napoletana, il 30% dal resto della Campania, il 20% dalle altre regioni d’Italia e il 15% dall’estero. «È un evento internazionale – dichiara l’assessore –. Napoli si riconfermerà la capitale culturale del mondo». Il Forum dovrebbe rappresentare anche un canale privilegiato di entrate nel bilancio della città. Il Comune stima in un miliardo e 325 milioni il valore complessivo della spesa dei visitatori e in due miliardi di euro il complessivo fatturato dell’evento. Tanto entusiasmo deve però fare i conti con le difficoltà del momento. Nei mesi scorsi il Forum sembrava poter saltare da un momento all’altro. «Non c’è rischio – spie-ga Oddati –. Non c’è relazione tra patto di Stabilità e fondi comunitari destinati al Forum. Quelle risorse sono vincolate e sono supportate dal grande valore che l’evento rappresenta per Napoli». Nelle ultime settimane i vertici delle istituzioni locali si sono incontrati per fare il punto della situazione. Il presidente della Regione Caldoro ha detto di voler annullare le delibere con le quali sono stati stanziati alcuni fondi pub-blici per rientrare nel Patto di Stabilità. Sarebbero a rischio 400 milioni di euro, di cui 220 destinati alla valorizzazione del centro storico, 65 alla riqualificazione di Bagnoli e 35 per il Forum. Il Comune dice che quei fondi finanziati in parte dall’Ue sono vincolati, mentre la Regione sottolinea che il fi-nanziamento di matrice nazionale e locale può subire tagli. Nei prossimi mesi saranno esaminate le carte e valutate le priorità, ma una cosa è certa: la Regione deve risparmiare e a farne la spesa saranno anche gli eventi culturali dei prossimi anni. Secondo l’Istituto per la finanza e l’economia locale, i tagli previsti per il capoluogo campano nel 2011 ammonta-no a 142 milioni di euro, che diventeranno 207 tra due anni. Questi sono i costi della manovra finanziaria in Campania e il motivo per cui il Forum o alcuni degli eventi previsti per il 2013 sono in odore di tagli.

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pagina 7

Napoli 2013Gli altri luoghi del forumReggia di Caserta / Capodimonte / Pompei

Napoli 2013Gli altri luoghi del forum

Napoli / Piazza del Plebiscito

Napoli 2013Gli altri luoghi del forumReggia di Caserta / Capodimonte / Pompei

Napoli 2013Gli altri luoghi del forumReggia di Caserta / Capodimonte / Pompei

Iluoghidelforum

Napolidal2010al2013:tuttigliappuntamenticlouincittàForumdelleculture,101giornididialogotraipopoli

NaplEst,gliimprenditori investonosulterritorio di Ludovica Criscitiello

Napolièunacittàviva,dovesipuòancorainve-stireperlavalorizzazionedelterritorio.Èquestal’ideachehaguidatoilgruppodiimprenditoricoinvoltinelprogettoNaplEst.

Lasfidaraccoltadaiprivatièquelladirealizzareinvestimentiper lariqualificazionedellazonaorien-talediNapoli.

Un’area, secondo Marilù Faraone Mennella, co-struttriceepresidentedelcomitatopromotorediNa-plest, che sorgenelle vicinanzedelle ferrovie edellazonacostieraecheproprioperquestononvasotto-valutata.

IquartiericoinvoltinelprogettosonoPoggiore-ale,SanGiovanni,BarraePonticelli. Ilprogettocom-prenderà, oltre alla ristrutturazione delle aree Q8,anche il recuperodidiverse realtà,dai complessi in-dustrialiaquelliabitaticomeilRionediSant’Alfonso.La ripresadelQuartiereecosostenibilediGranturco,il completamentodel centrodirezionale, laCittàdelLibro.Sonoquestealcunedelle18iniziative,previstedalNaplEst.Alcunesarannoprontenel2013,altrenel2018.SoloperleareeQ8bisogneràaspettareil2020.

In molti guardano con favore l’iniziativa, dalsindaco Iervolino al presidente dell’AcenAndrea Pa-cifico.«Èunmodoperfavorirepiùcollaborazionetraaziendeeistituzioni–haaffermatoPacifico–maan-chepercrearenuovipostidilavoro».

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luglio2010WorldCitiesManagement

ottobre2012ExpodelloSpazio

2013Forumdelleculture

Tradizione e creatività: la ricetta per promuovere l’economia

diAlberto Canonico

Promuovereunconfrontosulleproblematicheche investono lesingolecittànell’eraglobale,facen,5dolevasuunmodellodisvilup-pocentratosulbinomiocreativitàepatrimonio.Questoèl’obiettivodelterzoWorldCitiesManagementinprogrammaaNapoli, il2e3luglio.Unappuntamento internazionale che vedrà riunirsi in cittàamministratorilocaliedespertidituttoilmondo,prontiaimpegnar-sipersostenereunarivitalizzazioneurbanaattraversolacreativitàelacultura. Il workshop rappresenta una delle tappe di avvicinamento alForumUniversaledelleCulture2013 chevedràNapoliprotagonistaesiinseriscetralavarietàdiiniziativeche,apartiredal2008,hannoorganizzatomomenti di partecipazione e di elaborazione comune.Moltedelleiniziativesisonorivolteinquestianniallacostruzioneealrafforzamentodellereticittadinenazionalieinternazionali,atti-vandoaccordiconquellecittàcheospiterannograndieventi.NapolihagiàpromossoiniziativeconMilanoperl’Expodel2015econTorinoper Italia 150 (2011). Inparticolare conquest’ultimaè stato firmatoun protocollo d’intesa volto a creare occasioni di promozione reci-proca.InquellaoccasionelacittàpartenopeasaràospitediTorinoerealizzerà,nell’ambitodellacommemorazionedell’unitàd’Italia,un“Festivaldelleculture”.LacittàporteràaTorinoilmegliodelpropriopatrimonioculturale:unarassegnateatralededicataaEduardodeFilippo,unamostrasulruolodiNapolinellastoriaitaliana,lapresen-tazionedelprogettodiriqualificazionedellacittàinvistadelForumdelleCulture,concertidedicatiallamusicanapoletanadalbaroccoaljazzcontemporaneoeunfocussull’enogastronomianapoletana. IltemaprincipaledelWorldCitiesManagementsaràlacreativitàsocialecheattendesolodiessereutilizzatapermigliorarelecondi-zionieconomicheesocialidelviverecomune.Ma inqualemodoeaquale ideadicreatività fareriferimento?Èquesta ladomandaacuigli espertidi tutto ilmondo cercherannodidareuna risposta.Siaffronterannoiproblemideigrandiagglomeratiurbanitenendocontodellerisorseambientaliematerialidellecomunità.Ilproble-maprincipaleèchetroppospessolecittàperdonomemoriaesmar-risconoidentità,incapacidifareculturaecrearesaperi,diinnovare,diavereunavisionedelfuturoetuttociòconduceall’indebolimentodellacoesionesociale.UnappuntamentoimportanteaspettalacittàdiNapoli,cheneiprossimitreannisaràsotto la lentedi ingrandi-mento,inunmomentoincuiletrasformazionisonosemprepiùve-lociec’èlanecessitàdirifletteresulrapportotrapatrimoniostoricodiunacittàedesigenzelegatearipensareiconcettidimodernizza-zioneedisviluppo.

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Napoli 2013Gli altri luoghi del forum

Napoli / Piazza del Plebiscito

Page 8: 2010 chiostro n. 5X · Nuove sale, idee pronte a diventare realtà; si lavora instanca-bilmente e ognuno dà il proprio contributo, non di rado mate-riale, anche nei più piccoli

di Gennaro Di Biase

Che il sogno passato formi le spalle del futuro, che le potenze incompiute si materializzino in risultati che si toccano: stando alle intenzioni della neogenerazione politi-ca campana, la prima azione è un’esigenza, la seconda una priorità. Lo dimostra l’impegno “mediterraneo” dell’onorevo-le Erminia Mazzoni, Ppe-Pdl, Presidente della Commissione Petizioni e membro della Commissione Sviluppo Regionale

del Parlamento Europeo; lo dimostra la linea “mediterranea” premessa e promessa dal Governatore Stefano Caldoro. Nei mercati come nell’immaginario continentale, serve stabilire elementi di credibilità del nuovo viso di Napoli: «La credibilità che oggi rivendichiamo come esigenza primaria, non è merce in vendita - afferma Mazzoni - ma è il prodotto di una comu-nicazione da ingenerare nei più attraverso una serie continua di comportamenti positivi. Protagoniste assolute dovranno essere le istituzioni. La politica ha il dovere di tradurre pro-messe e ipotesi in fatti concreti modernizzando approcci e metodologie». L’asso del meridione è sfruttare la tradizione secondo nuove modalità: «Le carte per il rilancio economico – prosegue Mazzoni - sono quelle che tradizionalmente ven-

gono riconosciute al mezzogiorno d’Italia: bellezze naturali, beni culturali, posizione strategica nel mediterraneo e una ca-pacità di accoglienza dei suoi cittadini che ha pochi eguali in Europa». L’impellenza attuale è convincere e convincersi che l’area mediterranea conti sia nella sfera commerciale sia nella formulazione d’identità culturale europea. Ecco perché dalla commissione Ue non verranno toccate le risorse dell’agenda 2007/2013 relative ai progetti regionali euro mediterranei; e per l’agenda 2014/2020 si prevede un aumento delle finan-

ze destinate alla componente meridionale della politica euro-pea di vicinato e dei contributi

all’UPM. Ambiente, autostrade di mare e di terra, disinqui-namento del mare, università euro mediterranea, piano so-lare mediterraneo e iniziative

di sviluppo degli affari nell’area, sono i settori strategici del partenariato Euromed. Dati i presupposti, è inevitabile la scelta di una città del Mezzogiorno come sede dello sportel-lo Euromed: «Ho proposto la Campania - afferma Mazzoni - per le sue caratteristiche storiche e geografiche rispetto alla Lombardia, che si è candidata come sede sostenuta dal Sotto-segretario Urso. Salerno o Napoli non credo faccia differenza se iniziamo finalmente a ragionare in una logica regionale e comprimiamo le vocazioni delle diverse aree in un progetto unitario». I tratti somatici del nuovo reame mediterraneo non possono prescindere né dall’adeguamento delle infrastruttu-re né dall’idea di una fiscalità differenziata: «La misura ‘Irap zero’ contenuta nella manovra in corso di approvazione è un

buon segnale per promuovere la nascita di nuove imprese. Per le imprese del sud, oltre agli interventi sul lato del credi-to, è necessario garantire l’utilizzazione selettiva delle risorse. La fiscalità differenziata va in questa direzione. Poter operare utilizzando la leva fiscale consente, senza risorse aggiuntive, di invertire la tendenza distributiva dei contributi, indirizzan-do gli aiuti verso la produttività. Ho chiesto alla Commissio-ne esecutiva di rivedere la posizione di contrarietà rispetto all’ipotesi di una fiscalità di vantaggio per le regioni del Sud, a tutt’oggi considerata confliggente con la regolamentazione comunitaria degli aiuti di stato».

Analoghe basi di risveglio meridionale vengono pro-clamate da Caldoro: come riferisce in una recente intervista pubblicata sul sito Ansamed, serve evitare la gabbia dei par-ticolarismi provinciali per una proiezione mediterranea della Regione: «Parlo non solo di istituzioni, ma anche di forze eco-nomiche che lavorano d’impatto sul Mediterraneo. C’è una certa tendenza a governare questi sottosistemi più che a far squadra. Dobbiamo guardare ad una nuova regia sul Mediter-raneo. Continuo a ripetere: il piano Sud può essere un punto nel quale la politica del nostro paese, guardando sempre ai grandi progetti europei e passando per i programmi nazio-nali, veda al Sud anche una grande cabina di regia, di attacco, modernizzazione, sviluppo, crescita, che chiaramente parte dal nostro paese e va oltre. Pensiamo alla forte attrazione che può esercitare una regione costiera così importante come la nostra, con una logistica significativa, grandi porti, interporti. La parte logistica ha un valore essenziale per quanto riguar-da l’attrazione del mercato che è attorno al Mediterraneo». Cultura e infrastrutture siano discorsi paralleli: «l’azione di coordinamento sul Mediterraneo va fatta dall’intera Giunta, anche perché c’è la necessità di un forte collegamento con le politiche nazionali ed europee». Si alternano governi e stagio-ni, ma lo sforzo congiunto di Stato e Regione resta condizione fondamentale del risveglio del Mezzoggiorno.

Chiudendo sui dati, i paesi della sponda Sud del Me-diterraneo, dal 1995 al 2007, hanno registrato una crescita media del 4,2%, superiore a quella delle economie “mature” dell’UE (più 2,4%), e allo sviluppo di aree emergenti come l’America Latina. Con un interscambio di circa 50 miliardi di euro, nel 2008, l’Italia copre una quota non marginale di importazioni ed esportazioni dei Paesi mediterranei. È inop-portuno che un paese abbandonato dalla storia si ostini a non abbandonarla. Ma non è ancora questo il caso.

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diAnna Lucia Esposito

Napoli rinascerà capitale del Mediterraneo. Loprofetizza il neo-presidentedellaCameradi Commer-cio di Napoli, Maurizio Maddaloni. Imprenditore delsettore turistico che scommet-te sul futuro commerciale dellaPartenopenell’areaEuromed.Lasfidaèliberarsidellezavorrebu-rocraticheeculturalichecaratte-rizzano negativamente la Cam-pania per puntare sui giovanicervellonicostrettiaemigrare. Ilprimopassosarà lapiattaformalogistica integrata nei piani delgovernatoreCaldoro. LaCameradi Commercio si prepara ad ap-poggiareilprogettocheinternazionalizzeràleimpresegiàesistentipercreareindotto,occupazioneedexport. Può essere il Mediterraneo la soluzione per la cri-si economica della Campania e in che modo?

«LaregioneCampaniaeinparticolarelacittàdiNapoli, giocano un ruolo cruciale nell’areamediterra-nea. Non solo per un’evidente rendita geografica masoprattuttoperunruolobaricentricocommercialeecul-turalestrategicochehannofattodiNapoli,luogodicon-frontoconipopolieipaesivicini.L’areaeuromediter-raneadiliberoscambioèrappresentatadaunbacinodi40paesie600milionidiabitanti.TuttipotenzialiclientiepartnerdellaCampaniaenaturalmentedelleimpresediNapolieprovincia.Considerandochegliscambi,no-nostante la crisi, crescono inmediadel6% l’annoe la

nostraregioneneintercettaunaparteconsistente,eccocheilMediterraneorappresentaun’opportunitàfonda-mentaledirilancioecrescitadeinostriterritori». Quali progetti ha la Camera di Commercio di Na-poli per aprire una prospettiva mediterranea?

«dadecenniilnostroenteca-meraleèpromotoredi iniziativeperfavorireloscambioconipa-esi delMediterraneo e lavora instrettacollaborazioneconleisti-tuzioni governative che si occu-pano dell’internazionalizzazionedelleimprese.Nelmiodiscorsodiinsediamento al vertice dell’en-te camerale,ho sottolineatoconforzalanecessitàdiriposizionarel’areametropolitanadiNapolial

centrodei traffici delMediterraneo, attraverso la rea-lizzazionedi una grandepiattaforma logistica. Siamoprontialavorareinquestadirezioneconfrontandoci,dasubito,contuttigliattoriistituzionali,socialiedecono-micidelnostroterritorio». Napoli può essere considerata la città delle città del Mediterraneo?

«Indubbiamente sì. A patto che il posizionamentostrategico della città di Napoli sia accompagnato daunaprofondaecondivisarevisionedituttiifattoricheimpedisconolosviluppo.Apartiredalletroppezavorrelegateaicostidifareimpresaeall’eccessivaburocratiz-zazionedellamacchinapubblica.Maildiscorsovaallar-gatoancheall’utilizzoinsufficientedellerisorsenatura-liestorico-culturali inchiaveturisticaenaturalmente

ancheallanonsufficientedotazioneinfrastrutturaleelogistica dell’areametropolitana. E ancora: scontiamouna carenza rilevante di profili professionali di altaspecializzazione,acausadiunaconsistentemigrazionedellemigliorienergielavorativealCentro-Nord». Come si può invertire questa tendenza?

«Sicuramenteconsolidandoiltessutoimprendi-torialelocale,puntandosull’innovazioneesullacompe-tizione,intercettandotuttiisegnalichedovrannoarri-varedallanuovaamministrazioneregionale,maanchedallealtreistituzionilocali.Bisognacrearelecondizioniperfavorirenuoviinvestimentinazionalieinternazio-nalinelnostroterritorioepuntaresullavalorizzazionedellenostrespecificitàproduttive,maancheculturalieambientali». Cosa ne pensa del progetto del governatore Cal-doro sulla piattaforma logistica integrata del Mediter-raneo?

«Si trattadiunprogetto incentratosulla razio-nalizzazione delle competenze esistenti e sull’ inter-nazionalizzazione delle nostre imprese. Questa piat-taforma punta sull’integrazione con le infrastrutturegiàesistentieconunaseriediareedi retroportocheandrannoindividuateattraversoaccordidiprogrammaperlespecifichedefinizionid’uso.Cosìcomeindividua-to,èsicuramenteunsistemainnovativochegarantiràindotto,nuovaoccupazioneestimoloall’export.Mac’èbisognodiungiocodisquadratratutti,forzepolitiche,economicheesocialipertrasformareilprogettoinunarealtàsolidaebaricentricanell’areadelMediterraneo».

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MEDITERRANEO E TURISMO pagina 8 inchiostro n. 5 – 2010

Maddaloni:“LiberidallezavorreperesserecapitaledelMediterraneo”Ilneo-presidentedellaCameradiCommercioscommettesulfuturocommercialedellacittàepuntasuigiovani

unisob.na.it/inchiostroSul sito: Festival “Le città del Mediterraneo”

NapolisfidaMilanoperlasedeEuromedCaldoro:“Vinciamoiprovincialismi.LavoriamoaunastrategiaperlaCampania”

Unsognovenutodalontano Suuncarrodorato,precedutodatubiciniemusici,connasoirregolare,pupille

vivide,pellepallida,nel1442,AlfonsoV,sovranodelgroviglioditerrenotocome“Coro-nad’Aragona”,lascialasedebarcelloneseedentraaNapolidaPortaMercato,decisoa faredella città la capitale socialeepoliticadiun regnomediterraneoeconomica-menteseparatodalrestodeidominidell’imperospagnolo.Glistorici,comealsolito,si dividono sulla felicitàdella scelta. I detrattori ipotizzano che il sognonapoletanosianatodaunadebolezzasentimentaleversoLucreziad’Alagno;esostenengonocheilMagnanimo,percompiacerelasuafavorita,diedeordinediabbatterel’allorapopo-larissimoSeggiodipiazzadellaSellariaperchéleingombravailpanoramadicasa.Glistoriciamicidiconoalcontrariochefosseredotatodilucidalungimiranza,portatoreaipiedidelVesuviodisofisticatetecnichegovernative,razionalitàburocraticaedef-ficienzaamministrativa.Certamente,adiecigiornidall’entrata,ilavoriparlamentarilascianoilsorrisosulle labbradisovranoebaroni. Ilprimoèsicurocheil tronosaràereditatodalfiglioFerrante;isecondivedonoconfermatifederalismifiscalievantaggigiuridicidaunlato,esonosoddisfattidellosmaltimentoditantopersonalespagnolodall’altro,datochemoltemansionistatalivengonoaffidateaifedelissimidiAlfonso.Latopografiaurbanaèriplasmatasullacittàanticapiuttostochesuquellamedievale,ibeni fondiarisonodefinitietutelati,e icetimedicittadinidiventanoper laprimavoltaproprietariterrieri.Alfonsofaedificareortieaiuole,promuovecentridiproduzione,lavorazioneecircolazionediprodottitipicimediterranei.RendeNapoliunacittàmercatoelamettealcentrodelmarechestaalcentrogeopoliticodelmondo.Muorementreincittàstaentrandolapeste,36anniprimacheColomborivelil’Americaespostiilcentrodelmondo.

SchizzodiinchiostrodiA.L.Esposito

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1.Lacostieracilentana2.“Infernodidante”nellegrottediPertosa3.Buccino4.Liternum,LagoPatria5.CusanoMutri

Maddaloni:“LiberidallezavorreperesserecapitaledelMediterraneo”Ilneo-presidentedellaCameradiCommercioscommettesulfuturocommercialedellacittàepuntasuigiovani

AllascopertadegliitinerarinascostiViaggioattraversoiborghi:ilturismoalternativodellaregione

di Francesca Marra

Non solo Pompei, Positano e Capri. La Campania è ric-ca di luoghi da scoprire dei quali si conosce molto poco ma sui quali sarebbe necessario imporre la stessa risonanza concessa solo ai “parenti” più illustri. Il borgo di Cusano Mutri, il castello di Limatola, gli scavi archeologici di Buccino sono solo alcuni degli itinerari dell’Italia nascosta molto apprezzata dagli stra-nieri. «I borghi sono lontani dai grandi e più conosciuti luoghi del turismo della regione, ma è proprio questa la loro forza: ri-escono in questo modo a conservare le tradizioni, le abitudini, l’artigianato e soprattutto la gastronomia che la loro terra offre». Ettore Cucari, presidente della Federazione Viaggi Imprese e Turismo della Campania commenta le bellezze nascoste della regione: «Siamo di fronte a un tipo di turismo che potremmo definire alternativo perché guarda alla riscoperta dei luoghi in-consueti». I borghi sconosciuti rappresentano le classiche mete da “gita fuori porta”. Non sono attrezzati con strutture ricettive di alto livello, ma i turisti vengono ospitati in piccole case rurali e agriturismi poco fuori le mura del borgo dove è più facile ap-prezzare la cucina tipica e l’artigianato locale. Il Cilento sfida la Costiera Amalfitana La costa del Cilento è ricca di contrasti, si passa dal-le acque cristalline della costa, alle colline ricoperte di ulivi, fino a giungere alla natura incontaminata del Parco Naziona-le Vallo di Diano. È lì che si trovano le Grotte dell’Angelo di Pertosa: le gallerie, i cunicoli e le caverne fino al 30 novem-bre si vestono di un’atmosfera che le rende uniche al mondo poiché ospitano l’iniziativa “L’inferno di Dante”. Con la gui-da del poeta si incontrano Paolo e Francesca, Ulisse, Minosse e tanti altri personaggi della prima cantica della Divina com-media. E non c’è bisogno di artifizi scenici, le grotte offrono uno scenario infernale. Il Cilento, negli ultimi anni, è riusci-to ad imporsi nel panorama dell’offerta turistica in provincia di Salerno e non solo, grazie alla varietà del suo territorio, e

all’apprezzatissima gastronomia, simbolo della dieta medi-terraea. I ristoranti del luogo appongono accanto ai prezzi dei menù le calorie delle pietanze. I prodotti genuini della zona costiera hanno ispirato il lavoro dell’americano Ancel Keys, padre della dieta mediterranea. L’entroterra cilentano è una meta preferita dai turisti stranieri perché particolarmente adatta al trekking e alle passeggiate in altura. L’antica Volcei tra storia e memoria Nel parco archeologico in provincia di Salerno, oggi Buccino, si può seguire un percorso molto particolare sno-dato tra case private e cantine lungo tutto il centro storico, al di sotto del borgo medievale. Tappe obbligate sono le tre porte della città il complesso rupestre di via Egito, il tempio di via S. Spirito, noto come Caesareum, l’area sacra di Santo Stefano. La visita termina alla sommità della collina dove si trovano i resti di un castello normanno-angioino. Il parco archeologico di Liternum Nei pressi del Lago Patria si snoda una delle colonie romane più antiche, la città di Luiternum, fondata nel 194 d.C. su un area di 85mila mq. Dopo un declino durato se-coli, solo nel 1932 furono avviate le operazioni di scavo che diedero alla luce notevoli testimonianze archeologiche: resti del foro con annessi capitolium, basilica e teatro; quartieri abitativi e tracce di strade urbane; resti di un santuario, di un complesso termale e di un anfiteatro, che non hanno nulla da invidiare ai soliti quanto scontati scavi di Pompei. Il borgo di Cusano Mutri Adagiata su uno sperone roccioso alle falde del mon-te, lembo orientale del massiccio del Matese al confine tra Campania e Molise, Cusano Mutri è la perla di una zona tra-vagliata e spesso colpita da eventi sismici. Il borgo di pietra bianca del matese si erge su montagne alte tra i 1000 e i 1800 metri, arroccato attorno ai resti del castello medievale, è coperto da neve dall’autunno alla primavera.

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LaBorsadiPaestumparlaasiatico Turismocongressuale:lenuovesfide di Sergio Napolitano

La Borsa mediterranea del turismo archeologico, in programma dal 18 al 21 novembre, giunge alla sua XIII edizione. Un evento unico al mondo – sostiene Ugo Picarelli, ideatore e direttore della Bmta –. È la prima mostra internazionale di tecnologie virtuali applicate all’archeologia. Imprenditore campano nel settore del turismo e dei beni culturali, Picarelli spiega la genesi dell’evento che ‹‹nasce dal desiderio di offrire al territorio, in cui vivo e opero, un evento capace di determinare un indotto economico e proiettare la provincia di Salerno alla ribalta internazionale. Oltre, ovviamente, a contribuire a un processo di destagionalizzazione del turismo che si va rendendo sempre più necessario››. Quali sono gli obiettivi e quali le novità di questa XIII edizione?

‹‹I progetti in mostra all’interno di Archeovirtual, la sezione della Borsa de-dicata all’innovazione tecnologica applicata ai beni culturali, acquistano un respiro internazionale sempre maggiore. Quest’anno la vera novità è rappresentata dal Pae-se ospite che è la Cambogia: per la prima volta la Bmta apre al Sud Est Asiatico. Una nuova iniziativa in programma è anche il Festival dell’Archeologia Sperimentale, la cui valenza didattica è accresciuta dalle numerose realtà invitate a presentare la quotidianità domestica e sociale dei nostri antenati››. In che modo la Borsa mediterranea del turismo archeologico influisce positi­vamente sul Mezzogiorno d’Italia? ‹‹Si tratta di un evento unico al mondo nel suo genere, per questo dà lustro al Sud Italia. Inoltre l’offerta degli operatori turistici del Mezzogiorno incontra circa 100 buyers esteri provenienti da 15 Paesi. Una grande opportunità per loro››. E in Campania? ‹‹La Campania svolge al meglio il suo ruolo di padrona di casa. È il primo museo a cielo aperto del Paese con ricchezze uniche quali Pompei ed Ercolano, l’area Flegrea, Napoli, la Longobardia Minor con Benevento e Salerno, Pa-estum e lo straordinario patrimonio culturale minore che si estende dalle aree costiere alle aree interne. Per lo spessore dei suoi beni culturali resta sotto i riflettori di un’ampia platea mediatica, con circa 100 giornalisti accreditati››. Ha risvolti economici? ‹‹Sicuramente la Borsa di Paestum, nei quattro giorni di allestimento, genera un notevole indotto econo-mico determinato dall’occupazione alberghiera da parte di addetti ai lavori, appassionati e visitatori provenienti da tut-to il mondo e da tutte le regioni italiane››.

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di Livio Pane

Un settore fino a pochi anni fa sconosciuto, ora traino dell’indotto turistico specializzato. Negli ultimi dieci anni il mercato della congressistica in Italia è cre-sciuto, affermandosi sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, come uno dei segmenti portanti del mercato italiano. I dati sull’andamento del turismo congres-suale nel nostro Paese sono elaborati annualmente dall’Osservatorio Congressuale Italiano. L’elevato fatturato, la consistente spesa media dei congressisti, la fornitura di servizi ad alto valore aggiunto sono alcune tra le caratteristiche più importanti di un settore in continua evoluzione. La Campania nel turismo congressuale vive una contraddizione. È una delle location preferite per la bellezza del paesaggio, confermato da un continuo aumento della domanda, ma trova seri problemi nell’offerta. Strutture di piccola e media gran-dezza ce ne sono, ma mancano i servizi di supporto: mobilità, sicurezza e accessibi-lità. Inoltre, sconta la mancanza di un palazzo dei congressi capace di ospitare eventi fino a 5.000 partecipanti, il che preclude di fatto la candidatura a manifestazioni congressuali di grandi dimensioni.

In media la durata degli eventi, dopo essersi precedentemente contratta, si è portata negli ultimi tre anni a circa 4,4 giorni, ma sembra pronta ad aumentare sensibilmente.

Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio sono le prime 5 re-gioni per numero di strutture, dove si localizza circa il 60% dei complessi. Con un totale di 173 strutture, rispetto alle 2.829 presenti sulle guide italiane di settore, la Campania occupa soltanto la sesta posizione, costituendo il 6,1% delle sedi congres-suali attive in Italia.

La provincia di Napoli possiede 775 location congressuali, un numero supe-riore rispetto alle altre province campane, che vanno dai 369 posti di Benevento ai

250 di Caserta.Spostando l’analisi dal complesso delle strutture che ospitano convegni, ai soli centri congressuali (non alberghi) si nota che la percentuale regionale scende al 2,7 del totale nazionale. Oggi i punti di forza di una struttura congressuale sono rappresentati da una moltitudine di qualità, soprattutto sulla disponibilità delle soluzioni offerte rispetto a ognuna delle richieste. Quanto più l’elasticità nelle risposte riesce a fornire un sistema territoriale, tanto più aumenta la probabilità di es-sere scelti come sede di un evento.

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di Marco Borrillo

TENNIS La giovane promessa del tennis

napoletano si chiama Enrico Fioravan-te, classe 1990.L’ulti-mo prodotto dello sto-rico vivaio Tennis Club Napoli è considerato l’erede naturale di Po-tito Starace, il tennista avellinese numero uno in Italia. Gioca in serie A2 sotto la guida di Antonio Izzo, il suo al-lenatore. Fisico impo-

nente e colpi pesanti. Grazie ai suoi 193 centimetri di altezza riesce a mettere a segno ottime combinazioni: molto buo-no il diritto, soprattutto quando parte dal lato sinistro del campo. Il ventenne di San Pietro a Patierno si divide tra tor-nei nazionali e internazionali ottenen-do ottimi risultati: ha chiuso il 2009 alla posizione 960 della classifica Atp. BASkET

Sul parquet azzurro la spe-ranza partenopea arriva dalla serie

A2 femminile: si trat-ta di Sara Bocchetti, classe ’93, stella della General Coconuda Na-poli. Il gioiellino del Gymnasium, guardia di 1,75 cm, è il fiore all’occhiello del basket

napoletano. Centra il canestro come pochi e la sua media realizzativa è no-tevole. Da due anni lo Spartak Mosca, il club più forte e ricco del mondo, è sulle sue tracce, da quando i suoi tecnici la videro giocare in Coppa dei Campioni giovanile a Mosca.

SCHERMA Dalla grande tradizione della scia-

bola a Napoli si impone nel panorama della scherma italiana Massimiliano

Murolo, classe 1988. L’atleta di Posillipo ha iniziato all’età di undici anni come fio-rettista. È poi passato all’arma della sciabo-la iniziando a ottene-re risultati di rilievo sia in campo nazio-nale che internazio-

nale. È entrato nel giro della nazionale under 20 partecipando a diverse edizio-ni dei campionati europei e mondiali di sciabola sia individuale che a squadre. Attualmente milita nel Gruppo Sporti-

vo Carabinieri.NUoToIl Circolo Canot-tieri Napoli conti-nua a sfornare ta-lenti. La promessa si chiama Stefania Pirozzi, classe 1993. La nuota-trice di Apollosa

si è avvicinata al nuoto alla tenera età di 7 anni. Dalla semplice voglia di fare sport alle gare il passo è stato breve. La sirenetta sannita si è messa in luce agli europei juniores di Praga conquistando due bronzi nei 200 e 400 misti e un argento nei 400 stile libero. Occhi pun-tati sulla giovane campionessa: parteci-perà agli europei estivi di Budapest in agosto. PUGILATo

Ciro Cipriano è di sicuro uno dei giovani più promettenti della boxe

campana. Il pugile saler-nitano classe 1990 è stato già campione i n t e r r e g i o -nale 2008 e Guanto d’Oro nel 2009. Nel suo palmarès un bronzo ai

Giochi del Mediterraneo e un secondo posto ai campinati italiani dilettanti di Tarquinia, perdendo solo in finale. Muove i primi passi sul ring a 16 anni, nella palestra “Metroplis” del maestro Mario Collina. Poi una lunga scalata verso mete sempre più prestigiose. Buon sangue non mente: Ciro Cipria-no, suo nonno, è stato campione italia-no, ha vinto gli europei a Belgrado e ha combattuto contro Nino Benvenuti.

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di Marco Cavero

Immaginate Michael Phelps e Federica Pellegrini che collezionano record e medaglie nuotando nella piscina Scan-done, o Tania Cagnotto che sfida i più grandi tuffandosi dai trampolini della Mostra d’Oltremare. L’idea è accattivante: por-tare a Napoli i mondiali di nuoto del 2015.

La proposta è arrivata all’improvviso, e non da ambienti sportivi. È stato Luciano Cimmino, patron di Jacked, Yama-may e Carpisa a suggerire il capoluogo campano come città che potrebbe ospitare uno degli eventi sportivi più importanti del panorama mondiale. Inizialmente presa in contropiede, la Federazione Italiana Nuoto ha trovato il progetto affascinante.

L’obiettivo iniziale era quello di puntare all’edizione 2013 ma, dopo l’incontro del 31 maggio tra Cimmino e il presidente della Federnuoto Paolo Barelli, si è deciso di puntare al 2015 consi-derando il vantaggio delle candidature di Mosca e Amburgo, battute l’anno scorso da Dubai che ha poi rinunciato all’orga-nizzazione.

Nonostante l’arretratezza delle strutture sportive a Na-poli, non sarebbero necessari stravolgimenti epocali per poter ospitare l’evento. La piscina Scandone di Fuorigrotta, che ha ospitato il 14 e 15 maggio scorso la Final Four dell’Eurolea-gue (la Champions League della pallanuoto), sarebbe la sede naturale per le principali gare di nuoto e di pallanuoto. Nel complesso sportivo all’interno della Mostra d’Oltremare, sem-pre a Fuorigrotta, la piscina olimpica scoperta può fare da sce-nario alle gare di tuffi, mentre quella da 25 metri è un ideale “campo” di allenamento per gli atleti. Inoltre, c’è la possibili-tà di costruire due piscine smontabili nei grandi spazi della Mostra, che così diventerebbe la cittadella sportiva, l’epicentro della manifestazione. Palazzo Canino, al suo interno, sta per diventare un hotel a quattro stelle con oltre 100 camere per un

investimento da 12 milioni di euro, e diventerebbe così la base logistica dei campionati, considerando tra l’altro la vicinanza con i principali impianti sportivi che verrebbero utilizzati.

Napoli è città di mare, da sempre legata agli sport ac-quatici. Nonostante sia il calcio lo sport più amato e seguito da-gli appassionati, è la pallanuoto la disciplina che ha portato più titoli. Il Circolo Nautico Posillipo, il club rossoverde, ha vinto ben 11 titoli nazionali e 3 coppe dei campioni. In seconda serie c’è l’Acquachiara, sponsorizzata proprio da Carpisa-Yamamay di Cimmino. E poi il nuoto, con Massimiliano Rosolino por-tabandiera di una tradizione di atleti senza pari in Italia. Il se-guito di cui il nuoto gode a Napoli anche a livello amatoriale è fuori discussione, e garantirebbe un sicuro successo di pubbli-

co e la partecipazione dell’intera città. Come se non bastasse, il fattore economico: i mondiali di Roma nel 2009 sono stati seguiti da 230mila spettatori (mentre chi non c’era ha potuto godere di 1.400 ore di trasmissione televisiva), per un aumento di flusso turistico del 12%. Le ripercussioni sarebbero enormi, per il settore alberghiero, della ristorazione e per l’economia dell’intera regione.

L’ostacolo più grande che potrebbe incontrare la can-didatura di Napoli è però proprio la sua posizione geografica. L’Italia, anche se sono le sole città a gestire questo tipo di even-ti, ha già ospitato i mondiali di nuoto l’anno scorso a Roma. Nel 2011 i campionati si terranno a Shangai, in Cina, dopodiché in caso di successo della candidatura partenopea si tornerebbe a nuotare nelle vasche dello Stivale per la seconda volta nel giro di 4 anni. Una scelta che potrebbe essere meno praticabile di quanto si potrebbe immaginare, considerando che è accaduto solo una volta nella storia: nel 1998 Perth, la “città delle luci” australiana, ospitò per la seconda volta in 6 anni la manifesta-zione iridata, per mancanza di altre candidature.

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SPORT E CULTURA pagina 10 inchiostro n. 5 – 2010

IlnuotatoredavideLombardi

IlsognoèunavascaperimondialiLapropostadelpatrondiCarpisa:“Un’occasioneunicaperlacittà”

Campioni in cerca di strutture di Alessandro Di Liegro

Napoli è da sempre una fucina di medaglie per lo sport italiano. Ma quali sono le strutture in cui crescono e nascono i futuri campioni?

NUoTo Una sola piscina a vasca lunga: la piscina Scando-

ne. I fondi post terremoto hanno fatto nascere diverse piscine date in gestione ai club cittadini. Il problema è spesso l’agibilità. Molte di queste non possono ospitare più di 100 persone. Nonostante questo il movimento napoletano è vivace e foriero di vittorie. Si allenano a Napoli, fra gli altri, Caterina Giacchetti, bronzo agli europei del 2006 (a 18 anni) e Joseph Davide Natullo, recordman italiano dei 200 pur se in due società diver-se. Il rinnovamento delle strutture passa anche per l’ap-provazione della candidatura ad ospitare i campionati mondiali di nuoto del 2015.

TENNIS I campi di via Dohrn sono la struttura principale

del Tennis campano. Gli internazionali di Napoli sono un avvenimento annuale di grande attrazione e il Ten-nis Club Napoli ha recentemente festeggiato il ritorno nella serie A nazionale. Thomas Fabbiano è la punta di lancia del club partenopeo, ha di recente staccato la wild card per la partecipazione agli internazionali di Napoli. E se Napoli ha da poco fatto ritorno nel “tennis che con-ta”, Capri è la realtà più felice del movimento tennistico campano. Campione d’Italia da quattro anni consecu-tivamente, iscrive fra i suoi membri gli atleti di punta della federazione tennistica italiana: Andreas Seppi, bolzanino, numero uno azzurro, Filippo Volandri e Po-tito Starace di Andretta (Av), plurivincitore del torneo di via Dohrn.

SCHERMA Sandro Cuomo, napoletano, è l’allenatore della na-

zionale italiana di scherma. Nel 1996, ad Atlanta vince la medaglia d’oro nella specialità della spada. Subito dopo va dall’allora assessore allo sport di Napoli Giulia Parente per proporre di creare un centro specializzato per la scherma che nasce 13 anni dopo grazie alla vo-lontà decisiva del successore della Parente: l’assessore Ponticelli. All’interno dello stadio Collana del Vomero c’è il centro, il più attrezzato in Campania, fulcro della scherma regionale. Scherma che ha regalato all’Italia più di un’emozione: per esempio, la finale dei mondiali del 1998 fu giocata tra due napoletani: Raffaello Caserta e Luigi Tarantino. L’anno scorso Napoli ha organizzato la coppa Europa femminile a squadre, nella struttura della polisportiva Partenope.

PUGILATo A Napoli e in provincia esistono numerose palestre

dove si può praticare la “noble art”. Tutte private, sono gestite dai maestri di boxe come delle società sportive private. Fra queste la Napoli pugilistica di Michele Di Luisa e la polisportiva Fulgor. Chi pratica boxe può farlo a due livelli: dilettanti e professionisti. Fra i pro il napoletano Andrea Di Luisa è campione nazionale dei pesi supermedi e combatte per una società viterbese. In Campania c’è anche la “capitale” del pugilato italiano: Marcianise. Lì è nato e ha dato i primi pugni Clemente Russo, argento alle olimpiadi di Pechino del 2008, oro ai mondiali di Chicago nel 2007, secondo al reality “La Talpa” nel 2009 e il vicecampione mondiale del 2007 Domenico Valentino. Entrambi provengono dalla pale-stra Exclesior del maestro Mimmo Brillantino.

BASkET Per quanto riguarda la pallacanestro, il secondo

sport italiano per diffusione dopo il calcio, Napoli è un passo indietro rispetto a Caserta e Avellino. Pur se la quantità di società della provincia di Napoli è numerica-mente superiore rispetto a quelle delle province limitro-fe, le strutture di Caserta e Avellino sono maggiormen-te adatte ad ospitare gare di alto livello. Il PalaBarbuto, tempio del basket partenopeo, è una struttura tempora-nea che doveva asservire in attesa della fine dei lavori al Pala Mario Argento, lavori che non solo non sono mai finiti, ma neanche mai iniziati. Nonostante ciò è stato teatro dei più recenti successi del basket napoletano, come la Coppa Italia 2007, vinta dalla squadra maschi-le e lo scudetto femminile nello stesso anno. Esistono molti altri impianti a Napoli dedicati alla pallacanestro, come il PalaVesuvio a Soccavo e il PalaTagliatatela a Ischia, ma hanno tutti una limitata capacità di posti a sedere. Il primo ospita le gare della Coconuda Napoli, vicecampione d’Italia under 17 femminile.

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dalparquetall’acqua:eccoitalentididomani

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di Jessica Mariana Masucci

Qualcuno l’ha chiamata nouvelle vague napoletana. Ma è una comunità nata spontaneamente. Sono narratori a trecento-sessanta gradi, scrittori e anche sceneggiato-ri, fotografi e registi.

La generazione di under quaranta fa cultura a Napoli attraverso uno scambio di idee e collaborazioni che unisce linguaggi

artistici diversi. «Si è creata una rete che non vive solo in funzione delle prospettive professionali. Tra di noi sia-mo soprattutto amici» dice

Riccardo Brun, trentasei anni e alle spalle tre romanzi, diversi racconti e tra le sceneg-giature quella di “Racconto di guerra”, cor-tometraggio vincitore del David di Donatello nel 2003.

Un momento di aggregazione è sta-ta la nascita tre anni fa della casa editrice “Ad est dell’equatore”, fondata a Ponticelli da Ciro e Marco Marino. «Avevano venti-cinque anni uno e ventidue l’altro – raccon-ta Brun - A noi che già scrivevamo da un po’ sembrava una follia, ma gli abbiamo dato una mano e adesso giocano una par-te importante nel panorama dell’editoria campana e meridionale».

Scrittore e regista, Luigi Pingitore fa parte di questo progetto. Spiega che “Ad est dell’equatore” è autofinanziata; dalle isti-tuzioni non riceve sovvenzioni, né queste cercano di tessere un dialogo. «È nato un movimento trasversale», secondo Pingito-re. «Il mestiere dello scrittore continua a vivere di solitudine, ma i percorsi si incro-ciano». A luglio uscirà il suo documenta-rio per il progetto “Scampìa Trip”, che si completa con il cd degli ‘A67 e un libro di racconti.

Pingitore sta anche collaborando con Angelo Petrella e Andrea Cotti alla stesura della sceneggiatura per una versione cine-matografica de “La città perfetta”. Petrella è l’autore del romanzo, pubblicato nel 2008 da Garzanti, che adesso sta vivendo una pri-ma reincarnazione sotto forma di doppia opera teatrale.

“La città di fuori - La città di dentro” debutta quest’anno in una vetrina come il Napoli Teatro Italia Festival, con la regia di due registi partenopei, Mario Gelardi e Giu-seppe Miale Di Mauro. «Come nel romanzo, anche in questi spettacoli l’intento è descri-vere le dinamiche del potere, dall’ascesa alla caduta di chi lo detiene», dice l’autore.

Facendo ritorno alla scena culturale napoletana, aggiunge: «Non è una nuova scuola, ma un laboratorio del fare. Ognuno con il suo messaggio insiste nel fare cultu-ra a Napoli, dove non c’è supporto. Siamo uniti anche per sopperire alle mancanze della città».

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di Emanuela Vernetti

Potrebbe essere un nuovo Rinascimen-to ciò che si sta verificando nel panorama let-terario napoletano. Ne sono convinti Maurizio De Giovanni e Pino Imperatore, due scrittori che osservano i fermenti artistici della propria città con speranza ma anche con la criticità di chi li vive dall’interno. «Napoli è in un mo-mento di grande fertilità- afferma Imperatore- ci sono molti autori giovani e non, che stanno ricevendo consensi e alcuni di loro sono anche tradotti all’estero». Scrittore umoristico e vin-citore del Premio Troisi nel 2001, Imperatore conduce con Eduardo Bellini il Laboratorio di scrittura comica e umoristica “Achille Campa-nile” e dal 2005 è responsabile della sezione scrittura comica del Premio “Massimo Troisi”. Secondo l’umorista casertano a dare forza ai talenti partenopei sono stati soprattutto i priva-ti: associazioni culturali, laboratori di scrittura creativa. «Queste realtà sono diventate terreno fertile per la creazione di un movimento lette-rario forte che sta riportando la città all’atten-zione nazionale grazie a una serie di scrittori come Maurizio De Giovanni».

Il giallista che con il suo commissa-rio Ricciardi ha tenuto desta la suspense dei lettori di tutta Italia, condivide con Pino Im-peratore lo stesso ottimismo sulla ricchezza e varietà delle energie intellettuali parteno-pee ma non si lascia andare a facili illusio-ni. La sua analisi è impietosa: «Napoli vive di esuberanze naturali e incidentali, realtà provvisorie che nascono, crescono e muoio-no perché non sono in contatto tra di loro».

Questo è il primo grande problema: la mancanza di una connettività tra le varie ini-ziative, il limitarsi a coltivare interessi partico-laristici in un momento in cui la città vivrebbe un momento di grande fermento culturale. Il dito è puntato contro quelle case editrici che senza alcuna attitudine al rischio hanno come vero cliente lo scrittore e non il lettore.

Infatti se sul territorio campano esi-stono circa 74 case editrici, quelle che effetti-

vamente danno spazio ai talenti senza chie-dere il contributo spese sono davvero poche. «La grande contraddizione –aggiunge- è che manca una casa editrice che pubblichi a livel-lo nazionale. Bari che è la metà di Napoli ha la storica Laterza».

Ecco perché costituiscono un grande passo in avanti iniziative in grado di aggregare e far confrontare diverse realtà. È questo il caso del progetto “Napoli città della Letteratura” una

proposta avanzata da un comitato cittadino per ottenere il prestigioso riconoscimento dell’Unesco. «La si-tuazione è rosea ma sono energie de-stinate a morire di inedia se non sus-siste lo sforzo a canalizzarle verso un terreno comune - conclude De Giovanni -. È come una metropolitana di cui sono state costruite solo le stazioni ma da sole non servono a nulla».

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Laretedeinarratoriunder40

InchiostroAnno X numero 520 Giugno 2010chiuso in redazione il 10 Giugno 2010www.unisob.na.it/inchiostro

Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa

Direttore editorialeFrancesco M. De Sanctis

CondirettoreLucio d’Alessandro

Direttore responsabilePierluigi Camilli

Coordinamento scientifico-didatticoArturo Lando

Coordinamento redazionaleAlfredo d’Agnese, Carla Mannelli,Alessandra Origo, Guido Pocobelli Ragosta

CaporedattoreAnnalisa Perla

Capi servizioMarco Borrillo, Francesca Marra,Romolo Napolitano, Enrico Parolisi

In redazionePaola Cacace, Alberto Canonico, Anna Elena Caputano, Marco Cave-ro, Ludovica Criscitiello, Raffaele de Chiara, Emenuele De Lucia, Angelo De Nicola, Gennaro Di Biase,

Alessandro Di Liegro, Anna Lucia Esposito, Cristiano M.G. Faranna, Antonio Frascadore, Egidio Lofrano, Violetta Luongo, Lorenzo Marinelli, Jessica Mariana Masucci, Ernesto Mugione, Pasquale Napolitano, Sergio Napolitano, Livio Pane, Francesca Romaldo, Francesca Sac-centi, Giulia Savignano, Emanuela Vernetti.

SpedizioniVincenzo Crispino, Ciro Crispino,Alessandra Cacacetel. 081-2522232

EditoreUniversità degli Studi Suor Orsola Benincasa80135 Napoli via Suor Orsola 10Partita Iva 03375800632

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Lacittàviveunperiododifermento

Leprovedi“Lacittàdifuori”(FotodiCarmineLuino)

unisob.na.it/inchiostroSul sito: il panorama letterario e teatrale

Culturapartenopea:èl’oradellarinascita

Ilteatrositrasferisceinbirreria diAnna Elena Caputano

L’ideainnovativaèmettereinscenaspet-tacoli in luoghi alternativi. Nuove sperimen-tazioni nel capoluogo partenopeo, da sempreal centro della promozione teatrale e artistica.Spesso i luoghi dove avvengono gli spettacolisonofuoridalcomuneecolpisconoproprioperl’originalitàelacreatività.Inalcunicasisitrattadel riutilizzoe ripristinodiareeespaziabban-donatiochiusialpubblico,inaltridiluoghichenessunoimmaginapossanoessereadattiperlamessainscenadiopereteatrali.

Unesempioèl’exBirreriadiMiano,unafabbrica dismessa degli anni Cinquanta che sitrovanellaperiferianorddiNapoli,sceltacomelocationperottospettacolidalNapoliTeatroFe-stival.Si trattadiunafabbricachiusanel2004esmantellatadeimacchinariesilosper lapro-duzionedellabirrachevantanumeridarecord:misura complessivamente centomila metriquadratiehaoltrenovecentometriquadratidipalcoscenicodivisoinduespaziper850postiasedere.Ilprimositrovanellazonadoveavvenival’imbottigliamento della birra, ha una tribunaprogettataperunavisionefrontaledicirca500postiedèdestinatoaspettacolicherichiedonospaziteatraliparticolari.Ilsecondonelcorpodifabbricacheospitavalostoccaggioehaunapla-teada350posti.Questo spazioospiteràprestolospettacolo-maratonadiPeterStein: ilregistatedescohatrattodalcapolavorodidostoevskij“Idemoni”un’operachedurerà9ore.

disicurononpassainosservatounexla-nificiodiventatocentrodiproduzioneartisticaeculturale.ÈLanificio25,unlaboratorioinmo-stra.LalocationèilLanificioSava,moltoattivonell’ottocento e conta uno spazio di circa sei-centometriquadrati(dicui230mqinternie347

esterni),recuperatosalvaguardandolastruttu-ra originaria. Sono ancora presenti all’internouna ciminiera, l’antica iscrizione “lanificio”, letrave lignee e le vaschedove si lavava la lana.La ciminiera è quella che, dal 1824 al 1860, haalimentatoillanificioesiinnalzaperquarantametri sopra la zonadi PortaCapuana. In Lani-ficio 25 si alternanowork inprogress, eventi eperformanced’arte,incontri,conferenze,proie-zioni.Agliartistivengonooffertiservizidisup-porto fondamentali come alloggio, postazioneper ilmontaggio audio e video, atelier, ufficiostampa.

Altrospaziod’attrazioneèilfoyerdelTe-atroSanCarlo,dovenormalmenteglispettatoripossono intrattenersiprima,duranteedopo lepause dello spettacolo. Nel foyer del Massimonapoletano è stata organizzataunanuova ini-ziativa,intitolata«Extra,musicaedaltronelFo-yer»,unaperitivoculturalenellafasciapreseraleconinprogrammaspettacoli,concerti,incontri,proiezioni,presentazionidilibriemostre.

Anche l’Orto Botanico diventa locationd’eccezioneperspettacoliedeventi.Ognispetta-coloavvieneinunodeiparchipiùbellidiNapoli.Lacornicenaturalediventapalcoperspettacoliincuilenumerosepossibilitàscenografichedelparcodiventanoparteintegrantedellamessainscenadelle varie opere che vi vengono rappre-sentate.Nell’ortosonostateorganizzateeventicome“Brividid’estate”,una rassegnadi teatroeletteraturadedicataalgiallo,e“LaScenaSen-sibile”,unaseriedispettacoliriservatiaipicco-li spettatori delle scuole della Campania in cuivengonorilettietraspostiscenicamenteiclassi-cidellaletteraturaperl’infanziagrazieall’inter-pretazionedi alcune compagniedel panoramaitalianodelTeatroperiragazzi.

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Page 12: 2010 chiostro n. 5X · Nuove sale, idee pronte a diventare realtà; si lavora instanca-bilmente e ognuno dà il proprio contributo, non di rado mate-riale, anche nei più piccoli

Sono3579icittadiniiscrittiallacomunitàvirtuo-sa chiamata Città di Partenope. ClaudioAgrelli,trentacinquenne direttore creativo dell’azienda“AgrellieBasta”,hadatoilviaaunprogettochemiraamigliorarelavitadeglistessicittadinipar-tenopei.L’idea di ribaltare l’immagine di Napoli, dandovitaadunaCittànuova,riscuotesuccessosindallasuafondazionenelgiugnodel2008concentina-iadiiscritti.IntornoalnomediCittàdiPartenopesi sono radunati e continuanoa radunarsimoltiprofessionisti, imprenditori, giornalisti, studenti,impiegati,mammeepapà,maanchepresidenti,docenti universitari, personaggi pubblici e dellospettacolo. Tutti gli iscritti vengono automatica-mentericonosciutinoncomesocimacome“citta-dini”ericevonouna“cartad’identità”.L’unicomavincolanteimpegnoperchiviaderisceèquellodisottoscrivereeosservareilcodiceeticodellaCittà.Unaspeciedigalateonelqualericonoscersitutti.

Angelo De [email protected]

Guidanovità

INNOVAZIONE pagina 12 inchiostro n. 5 – 2010

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Si potrebbe scrivere la storia degli ultimiquarant’anni leggendo, ascoltando ecommentando le canzoni di FrancescoGuccini, tanta la ricchezza di situazioni e difatti che oggi, nel duemila e rotti, sembranodavvero impossibili. Ha raccontato la“nuova età” che nasceva dalle atrocità dellaseconda guerra mondiale; ha cantato conlucidità e con lirismo la morte di Dio, quellodel consumismo ante litteram e del becerocapitalismo camuffato da liberalismo...

Il Meridione non va considerato come unpeso, ma come principale e forse unicospazio economico e sociale dove è ancorapossibile mettere le ali alla crescita delpaese.È quanto sostiene nella sua ultimapubblicazione, “Domani a Mezzogiorno”,l’eurodeputato del Pd Gianni Pittella. Altesto hanno lavorato anche AdamoBalestrieri, Marco Esposito, FrancescoRonchi, Dario Scalella e la prefazione diAdriano Giannola.

Questo volume raccoglie per la primavolta l’opera in versi di Raffaele Viviani,dalla prima edizione Tavolozza (1931)fino all’ultima Poesie (1990) e si pro-pone di far conoscere, non solo al grandepubblico, ma anche al lettore esperto, unpoeta rimasto troppo a lungo sulle“soglie” della letteratura minore.Nell’Introduzione Antonia Lezza rico-struisce – attraverso una collazione si-stematica delle varie raccolte – la que-stione delle edizioni, le impostazionimetodologiche e le scelte operate di voltain volta nella complessa elaborazioneformale dei testi, tracciando così la storiadella fortuna critica delle Poesie, la cuilettura risulta, qui, facilitata dalla pre-senza di un rilevante sistema di note-glossario. Completa il volume un densoapparato bio-bibliografico e un’Appen-dice, che testimonia l’accurato lavorofilologico posto alla base di questaedizione.

Dal viaggio di Wolfgang AmedeusMozart del 1770 alla ricerca sullatradizione orale, dalla produzione di DiGiacomo alle matrici della festa diPiedigrotta, dal teatro popolare disceneggiata alla sperimentazione diRaffaele Viviani, Pasquale Scialò ciaccompagna lungo un percorso cheattraversa la scena musicale della Napolieuropea per ricostruire l’affascinanteimmagine di una città cantante che dasempre mescola passato e presente,tipicità culturali e dialogo europeo.Un viaggio intenso e un raccontoaffascinate guidato dall’osservazionepartecipante dell’autore, etnomusicologoe compositore, che svela e delinea unterritorio che ha fatto del suono e delcanto uno strumento di adattamento e dicomunicazione emotiva dell’umanità.

Prima pagina fa subito pensare alla notizia“sbattuta” (come suol dirsi) dai giornali in primapagina, a volte con giusto criterio perché si tratta diqualcosa che è fuori dell’ordinario, a volte con cri-teri del tutto discutibili di rilevanza e di singolarità.È sempre attuale l’apologo del direttore di giornaleche ammonisce i suoi collaboratori e redattori inmateria ricordando che quella di un cane che mor-de un uomo non è una notizia, mentre lo è quella diun uomo che morde un cane.

La nostra collana – ma… molto metaforica-mente! – vorrebbe, per l’appunto, mordere un po’,e non solo nell’attualità, né soltanto per le questio-ni di più comune interesse. Non la qualificherem-mo, infatti, né come una collana di reportages o dipamphlets o di instant books o di denuncia o di pro-testa e simili altre delizie della religione delle news,anche se in essa nessuna di queste delizie è inten-zionalmente esclusa; né come una collana di “libribrevi” o di “letture veloci” o di “piccole opere” o diopuscoli, anche se neppure a questa tipologia discritti essa vuole in alcun modo negarsi. La definia-mo, piuttosto, come una collana di scritti su temi,spunti, problemi, cose, questioni, idee (o ancheideuzze: non si può ogni giorno scoprire un’Ameri-ca) che in qualsiasi settore della vita sociale e dellacultura mostrino di avere non solo e non tanto unacerta attualità quanto una certa validità, un certointeresse concettuale o sociale (anche solo in retro-spettiva o in prospettiva), una certa dimensione diricerca o di proposta, una certa forza di intervento,una certa capacità di sollecitazione intellettuale opratica che sia, in campi di immediata attualità e dicomune notizia che nei campi dell’erudizione odella filologia o delle scienze (nessuna esclusa).

Una formula che può apparire comoda ogenerica, e che invece – secondo le intenzioni del-l’editore che l’ha promossa e che poi me ne ha affi-dato la direzione – è (e, comunque, vuol essere)molto impegnativa, attenta e, soprattutto, speranzo-sa che nei titoli di “primapagina” il lettore, di qua-lunque figura intellettuale o sociale sia, si ritrovicoinvolto e partecipe e senta di aver guadagnatoqualcosa.

Giuseppe Galasso

via Port’Alba 19 80134 Napoli tel. 081 290768 fax 081299744

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Sarannofamosi:giovanitalenticresconodesigner,imprenditoriericercatorinapoletanisifannostradanelpanoramanazionale

In7anniharealizzatoun’aziendadivenutaunpolocul-turale,unalibreria,uncaffèletterario,unristorante,unb&b.MariaTeresaLanza,34anni,casertana,èdelegatonazionaleFisar,l’organizzazionedeisommelierbenpre-sente alNord e che adesso staprendendopiede anchein Campania. È anche proprietaria di “Ex Libris” a Ca-pua,ilcentroculturalepiùimportantedellaprovinciadiCaserta.Nel2002haapertounafilialeGuida,nel2006hainauguratoilCaffèRistoranteExLibrischeprendeilnomedall’enormelibreriapresentenellocale,altapiùdi5metrielargapiùdi4.Coniugadasemprelapassionedelvinoedellacultura,chiunquepuòconsultareite-stimentrecena,prendendouncaffèocomodamenterilassatosuldivanodelsalotto.«Aungiovanechehaunsognonelcassettoconsiglie-rei–dice–dinonmollaremai,credercifinoinfondocon tenacia e passione, ma soprattutto impegnarsistudiandoedocumentandosi».Nel2008,premiataperilmigliorcaffèletterariod’Italia,nel2009ilsuolocaleèannoveratonellaGuidaVeronelliperivini.Con-cludescherzosamente:«Perilfuturo?Ambiscoadiventareunastrega,macidevoancoralavorare».

Violetta Luongo

MARIATERESALANZA34anni

Sommelierd’eccellenza

L’associazioneSportivadim-MakdiMarianoèunodei sette centri italiani in cui s’insegna un’artemarzialequasisconosciuta:ilNunjutsu.Untempoconosciutacome“artedell’invisibilitàdeiguerrie-rigiapponesi”,oggièdiventataunadisciplinadilottaorientalediffusaintuttoilmondo.IlmaestroGaetanoSepe,chedaquattroanniin-segnaquestadisciplinamarziale, è ilpioniere inCampaniadellatecnicadeininja.Cinquantaira-gazzipartenopeichepraticanolatecnicanelcen-troaffiliatoconArtiMarzialiSalerno,utilizzandoanchearmicomeilbastone,laspadaelacatena.Loscopodiquest’arteèinsegnareladifesaperso-nale, contrariamenteaquantomostratodai filmsui ninja. La Federazione non prevede gare perquestadisciplinamarzialema il centrodim-Makorganizzastageformativi,almenoduevoltel’an-no,conloscopodicoinvolgereunnumerosempremaggiorediappassionati.

Angelo De [email protected]

GAETANOSEPE30anniMaestro

diNunjutsu

“GrifoIr10”èlasigladiunprototipoautomobilisticocherivi-sitala“IsoGrifo”vetturasportivadeglianniSettantaprodottadalla casa automobilistica “Iso Rivolta”.Il progetto realizzatodalgiovanedesignercampanodavidePanarellaincollabora-zioneconLuigiSantibacciePatrickSinichèstatopresentatoalsalone internazionale“Supercar2010”diBobbiounamostradell’auto interamente dedicata alle fuoriserie del passato ea quelledel futuro.Nonostante la giovane età, Panarellahaall’attivoaltriprogettipresiinconsiderazionedallacasaauto-mobilisticadell’Audi.ÈsempredelgiovanedesignerdiAversailprototipoQxPsviluppatopartendodalpianaledell’attualeQ7 il Suvdi lusso tra imodellidipuntadella casa tedesca.«L’Audisièmostrataentusiastaenonescludeungiornodipoterlaprodurre»diceildesignerchesottolineaquantoan-corasiadifficile l’inserimentonelmondodel lavoro.Nono-

stanteunmasterin“Carendmobilitydesign”«leaziendeautomobilistichepre-ferisconoinvestiresuigiovanistranieri;all’esterol’attenzioneperlaformazionenelcampodelcardesignèsenz’altromaggiore.Mentredanoi–sottolinea–sicontinuaadintendereildesignautomobilisticoallastreguadiquarant’annifaquandoperottenereunbuonprodottobastavasolol’estro».

Raffaele de Chiara [email protected]

dAVIdEPANARELLA25anni

Designer automobilistico

CLAUdIOAGRELLI35anni

Fondatore Città di Partenope