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Biglietti per la Pasqua e per ogni occasione dell'anno ... Rallegrate i vostri amici ed i vostri parrocchiani, scrivendo loro un breve biglietto in occasione della Pasqua o di altri momenti felici dell'anno. I biglietti possono essere scritti a mano, ma anche impressi da una stampante!

Cartondno di 2209. con una vernice sul frontespizio. Formato : aperto AS 04,8 x 21 cm), piegato A6 00,5 x 14,8 cm).

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IMMAGINI GenI/aio 09

10 gennaio 2009

MARIA, MADRE DI DIO

le 2, 16-21

Tutti quelli che udivano sj stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole

nel suo cuore. Le 2, 18-19

Thtti quelli che udivano si stupirono delle

cose dette dai pastori.

III MARIA. MADRE DI DIO_

Con Maria All'inizio del nuovo anno abbiamo l'abirudine di scambiard gli auguri con amici e conoscenti. Augunamo salute, successo, amore ... Come cristiani, ructa.via, dovremmo andare oltre e cercare nel mistero del Natale così vici­

no le ragioni profonde c1ella nostra felicità: grazie al "sì" di Maria, Dio è venulO ad abitare in me-no agli uomi­ni, si è srabllico rra loro, ha sposaco l'umanità ferit.1 per su-apparla alLt fatalirà de! male e dellil morte ed offrir­le un fururo di luce e di viLi.

Assieme a Maria lasciamoci anche noi afferrare e nnno­nre dallo Spirìto! Assieme a Maria lasciamoci abitare dalla Parola ed ope­riamo perché porti frrlno nella nostra vita!

Assieme a Maria corrìamo il rischio della fiducia per nu­scire a donare andlc noi Ge­Sù al mondo! mOlrs.. Cbrisllan Kratz

/42Jil02

(J1.e. ('{ ... '''1.d'''~.\;C. v;vo t. f..rte... e(te: (c... 5i."ic.. .(ic.. c""H(jvi~c..

cf!..e. 0;0 r·o~~c.. (;be.rc.rc;( c .... o'"e J.e.(('llo"tO e. re. ... J.er(.;' fe:eot1.«(~~!

nu))l.;i.. C Kr((/z

Un cuore ed uno spirito vigilanti Per conformarci alla volontà di Dio e compierla in piena libertà, bisogna essere capaci di meravigliarci di quel-lo che Dio ha farto per noi e rimanere vigilanti, co­

me Maria, conservan­

do ogni cosa nello

spirito e nel cuore. Dio si dona a quelli che sanno acco­glierlo, ricono­

scendo i segni della sua pre­senza neUa bana­

lità del quOtidia-no.

mOI/.$. CbrlslllJl1 !<ral:z

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PII IMMAGINI Gen1/aio 09 20 DOMENICA DOPO NATALE"

4 gennaio 2009

2a DOMENICA DOPO NATALE

Gv 1,1-18

A quanti però ['hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio.

Gv 1,12

Accogliere te. Signore Gesù, signwca furti spvJo nella nostra esistcnz:J., melleni al centro dei nOSlri pensieri, donaro rulla il nostro cuore. Da quel momenco nulla può più essere come prima.

Perché la rua Luce scaccia le tenebre che sono in noi: quclJe che coprono i nostri occhi e ci impediscono di genare uno sguardo limpido e benevolo su ogni fratello e su ogni evenro, quelle che si addensano nel noStro cuore e riescono ad awelenare i nOStri sentimenti ed i nostri gesti.

Perché la rua Parola risana le parole dlC escono dalJ'anima ed offre loro la capacità di sostenere, non di ferire, di donare compassione, non di giudicare, di generare bontà, non di produrre astio.

Perché la Vila che IU ci rrasmcni com balle ogni tr:l.ccia di schiaviru e di mone che ci portiamo dentro come una zavorra e ci fa conoscere u!la nUOVd libenà, la possibilità di respirare a pieni polmoni il ruo amore che guarisce e II-a'sugura.

Accogliere 1C', Signore Gesù, signilÌca h~ciarsi tr:1Sformare in aUlentici figli di Dio, destin:ui a diffondere la rua gioi;} e la rua pace.

Roberto J.EJI/rita

Ne,( Ò .... e.1ur,., J c( L:.. ~d~·b-( . .)t~> .-i.c.. i.t C,H i ic.e> ...... 0 11. e> (c...c.,-i ..... e. e S.C.·''LÒ'''C

OLO f"-' rtir-f.enlere ~ ~K"-, lKce e offre ~ ~~ Vrta..

lo sguardo di Giovanni, l'evangelista, non ha i colori e i sapori del presepio.

Nel suo tesco non ci sono pascori e pecore e neppure Maria e Giuseppe. E la scena non è allietata dall'annuncio e dal canto degli angeli. Eppure, Gesù, per enu-are nel Mistero della tua Incarnazione io devo meditare queste parole che lui fanno leggere gli evemi con gli occhi

di Dio e mi svelano la grandezza. di un progeno d'amore.

Tu, la Parola eterna. da sempre presso Dio, nel tempo s[abiliw hai assunto la carne di un uomo per piantare la ma tenda in mezzo a noi e far splendere la luce vera.

Tu, la Parola eterna, ponatrice di vita,

hai acceruuo rischi e pericoli per condividere fino in fondo la nostra awentura u-avagliat.1: hai messo in contO i capricci dei potcmi, la condizione dei poveri, la fatica degli umili e anche

- dò che è ancora più duro-il rilìuto, la cattiveria. la violenza e la mone.

M .. \j~4g,·r

Decisamente la tua non è stata una passeggiata uionfale, ma un percorso d'amore.

Così tu, ill Parola. eterna, hai ponato in quesw mondo tormentato la grazia e la verità, la misericordia e la pace alIene senza misura a chi ti accoglie.

Rnbe,./i, ul/lrlla

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• Rinascere alla speranza

Sì, ce lo dobbiamo dire con estrema franchezza: ci vuoi coraggio a parlare di spe­ranza, mentre nuvole nere sembrano addensarsi sul nostro cielo e rendere sempre più cupo l'orizzonte. Se guardiamo ai mesi che ci stanno alle spalle non ci resta che registrare awenimenti che inducono più al timore che alla fiducia . Dalla crisi finanziaria. partita dagli Stati Uniti, che ha intaccato come un virus letale tutte le borse ed i mercati del mondo, alle difficoltà economiche, alla recessione, che sembra ormai un tumore inarrestabile. Dalla cassa integrazione di molti dipendenti alla chiusura di esercizi commerciali e di aziende. Dalla paura dell'im­migrato ad episodi ricorrenti di razzismo, che impensieriscono e rattristano. Dalla fatica a raggiungere la fine del mese all'impossibilità di pagare il mutuo della casa e di far fronte alle spese correnti. Sì, non possiamo nascondercelo: in Questo momento l'atteggiamento migliore sembra essere Quello di chi abbassa la testa e stringe i denti, andando incontro alla tempesta. Eppure proprio per noi è l'annuncio della Pasqua. Per noi impauriti da ciò che sta accadendo. Per noi smarriti di fronte all'impossibilità di continuare con stili di vita che ormai ci erano abituali. Per noi è l'annuncio di un amore che è più forte della morte, della cattiveria e della violenza. Per quale strada metteremo i nostri passi? Ci condanneremo all'egoismo più bru­tale? Penseremo ognuno a difendere la propria condizione ed i propri privilegi? Oppure avremo il coraggio di inoltrarci per una via nuova, in cui non manca la croce, ma si intravede anche la risurrezione, in cui la fraternità e la compassione hanno il loro prezzo, ma recano con sé il sapore di un mondo nuovo?

lo. c , ~all~t;, sac. Roberto Laurita

La selezione del lIlese Ceri

Cero battesima­le "Croce e

--

Cero battesima- onda" le "Croce e acqua"

con!. o mano. alt. 270 mm. dm 50

motivi doran. alt. 260 mm, dm40mm

Cero battesima­le "Croce e Spirito"

motivi dorati, alt. 260 mm,dm40 mm

Cero "Alfa e Omega"

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Rit. 100 248 Rit. 100 247

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GLI AVVENIMENTI DEL MESE Dal 4 al 10 aprile 2009 a Godewaersvelde (FrancIa), un ritiro originale, che procede dipingendo un'icona. Il tema: "La via della Croce, via di libertà", al ritmo della SeHlmana Santa, costruendo l'icona della Crocifissione.

l 2 aprile 2009 Pasqua di Risurrezione

Mese di Maggio, mese di Maria

Il UO!ib-o s.:n 'b .lo c ~ulo Idc;lio c S\'i1"J'I)Illo .... -r O!fJtI o:Ui\"ll ù p.<"'iloralc U Ù.I.,.hU', . IImUnl'L

Per {~onl1lnjc.are ron

IMMAGINl PER LE NOSTRE PARROCCHIE

Redazione : Sac. Roberto Laurita. Italia

Telefono: 00 3a 820 888 <160 (numero diretto internazionale)

P osta: Editions Marguerite. B.r~ 8729 F·67850 Herrlisheim (Francia)

Abbonam.: T e!': 00 33 82() 888 460 Fax: 00 333 88 96 70 9/3 email: marguerite @edition -·marguerite.ir

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IMMAGINI . .tprìle 09

5 aprile 2009

DOMENICA DELLE PALME

Mc 14.1 - 15.47

"Lasciatela stare! Ha compiuto un 'azione buona verso di me .. .

Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura"

Mc 14. 6 ... 8

"Lasciatela stare; perché la infastidite ?,.

I poveri infatti li avete sempre con va;".

ma non sempre avete me" (Mc 14. I - 15, 47)

Il DOMENICA DELLE PALME •

Domenica delle Palme: i cuori svelati Ecco innanzirurw i peUegrini. Hanno seguito Gesù dalla Galilea. Hanno inteso le sue parole, banno vlSlO ì suoi gesti, COOSGlralO i cambiamenri prodoni in loro. È vero: Gesù viene "nel nome del Signore". Ecco quelli che sono attaccati al Loro parere finanziario, politico o religioso. Chiamandoli alla conversio­ne Gesù scon volge il loro modo di vedere, di \'ivere, di governare ... Essi sveleranno il loro cuore e sceglieranno di toglierlo di mezzo, in modo arroce. Colui che viene nel nome del Signore lo inchioderanno ad una croce appellandosi pro­prio ... al nome del Signore. Ecco il cenrurione romano. uno srraniero: quello che ha visto lo ha impressionato. E il suo cuore finaJmenre vede: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!". jeall·Marie Bedez

V~eJ'1..e L( »1.om.el'1..f:o .1~ ~ce6(Le1-e:

U Cki- ~ i( »t-LO re ? "

Oggi come ieri Come il suo maestro, anche il discepolo di Gesù non è al riparo da falli­menri e da persecuzioni. Ma davanti all'infrangersi dei suoi sogni, all'insucces­so delle parole e dei pro­geHi, all'ostilità dei falsi fra­telli nella fede ... ha il corag­gio di resistere . Non sfugge ai colpi perché gli oltraggi non raggiungo­no il suo cuore. li cuore: questo luogo intimo in cui ogni giorno Dio arriva. gli parla, lo riscbiara, lo rende incroliabile .

jeon-Marle Bedez

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IMMAGINI :\fJI'ile 09

9 aprile 2009

GIOVEDì SANTO Gv 13,1-15

Pietro gli disse: "Signore, ru lavi i piedi a me?". Rispose

Gesù; "Quello che io faccio, ru ora non lo capisci;

lo capirai dopo". Gv 13, 6-7

Pietro gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?".

'spose Gesù: "Quello che io , ru ora non Lo capisci; lo capirai dopo".

Gv 13,1-15

FI GIOVEDì SANTO ..

Gesto quotidiano e mistero eterno! Ogni anno la settimana santa ci immerge nell'am,alità di Gesù. Olienratll ~'erso il mistero della mone e della vira, ess..1 apre il nostro sguardo alle realtà divine. Questi serte giorni, che evo­cano La Creazione, ci mostrano il pc::rcorso di una grande passione. Gesù, il Figlio di Dio, si abbassa fino a tCw.I. Viene accusalO, colpilO. Sul suo corpo oltraggiato si scarica la cm.iveria. che produce ftrite profonde nella carne C:: neU'anima. Il ~uo grido, colmo di dolore, dà voce a rurti i sofferenu. LJ suo appeUo è l1rgente perché generato dallo spasimo deU'agonia. Si può leggere l'angoscia suJ suo volto provato. Ma prima di andare fino in fondo, fino all'estremo deUe possibilità., Gesù compie un gesto semplice, colmo di UmaniL1. e dei venù. Lavando i piedi agli apostoL, egli esprime La sua solidarietà ed annuncia il contenuto della sua n\issione suUa (erra. Sì, proprio in que· stO modo egli dimosrra di essere Dio e uomo. Colui che risorgerà si abbassa per innalzarsi di più e portare con se nmi gli uomini che si affidano a lui!

l' u·C.Cf u.c.. p.o rtc... c.o H. ~ ~ e ·bAc~.H".e:H:e.

J.15J1202

Sc.J'1..Z..'h..c.cfkc... H.OJot. c.'t.. vi..tc... ~H.lL-... -terre..-. CCl.e. Lp "-cero\.."- JeL J}C.\..He..i;"»1..0 c.i. c..i.u.h "- lA~.~c....\C.e.IAe. LI1.. DiA.

A. l)anlJts

Gioia e festa! Al culmine della nostra vita cristiana si lfOYa l'Eucaristia, che ne cosùruisce anche la sorgente. L'uomo che risponde alb chiamata del Signore e diventa prete COntri­

buisce, grazie al sacramento deU'Ordine, a rendere perenne quesca dimensione srupenda deUa fede . Giovedì samo: giorno in cui fare memoria dell'isciruzione dell'Eucarisria e del ministero ordinato, giorno in cui il prete condivide la sua gioia con rurti j batte-aati,

che partecipano al sacerdozio comune dei fedeli.

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IMMAGINI ,1fJrile 09

10 aprile 2009

VENEROìsANTO Gv18,1-19,42

"Vi ho detto: Sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano".

Gv 18,8

145JI]04

Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compis­

se la Scrittura disse: "Ho sete". (G\' 18, 1- J9.42)

VENERDì SANTO.

Affrontare il peggio, senza cedere Mi guardava sicuro, fone della sua domanda: ·'Se illuo Dio esiste, che co.sa fa? Che cosa fa per gli uomini e le donne sonoposti alla violenza, tOrturati, affamari, ridot· ci in schiavirù' La nosrra liberrà di scegliere non conra granché: viviamo dentro si­stemi che ci imprigionano . E poi che cosa fa il ruo Dio conrro i cicloni , 1<:: epide­mie, le carestie : se siamo creari a sua immagine, com'è triste il tuo Dio!" . Non ho niente da ri"pondere al riguardo perché la quesljone non si pone in que­StO modo. Vedo le cose diversamente perdlé credo che Gesù ha vissutO la nosrra condizione umana, una condizione ordinaria. Ha vissuro la sua l'ila in modo retro, fedele al rapporto con Dio, il Padre suo. Egli, il più giusro dei giusti, ha avuto fame, ha provatO la fatica e La mal.;mia. La sua croce si leva come un immenso puma interrogativo piantato nel pill profondo di runo ciò che esi­sre. LI Verbo di Dio non è una risposra da imascare, ma un ÌJuen-ogatÌ"Vo che cj colpisce nel peno. U male non ha ragione d 'essere: ecco perché la croce è insensata. L'amore si beffa dei nostri calcoli : ecco perché la croce va oltre qual-siasi significaro. TI Verbo di Dio è \"inizio di ogni gioia: è la 1_ prima parola dì ogni mondo. U Verbo di Dio non è venuto

--~ J • ,

per ridipingere la vita di rosa: eglj è L'ullima parola del mondo perché la marre ed il dolore non abbiano L'ultima parola. Tra i due emerge un immenso interrogativo: perché il buono, il bello, l'amabile ci mancano sempre. non ne abbiamo a suffi­cienza, raJlCO da U"ovarci dentro gorghi oscuri da cui non riusciamo a ven.i.r fuori? La croce non risponde a raJe questione, ma ci assicura che Dio stesso ha preferito affrontare il peggio piutrosto che cedere un solo bene .

jeall DClJrlendl

Dio ci salva Bisogna farla finita con le idee false. Nella Passione non è il dolore che salva, ma il Cristo, perd1é solo Dio può salvare. E lo fa facendosi uomo, bambino, mangiando e faticando, diven­tando nostro amico , nostro prossimo. Dio d salva perd"lé è Dio. La sua capadt.à umana di soffrire per noi ci inruc.a una via, in cui runo ciò che è divino e solo ciò che è divino può salvare.

145J130J

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I M.MAGINI Aprile 09

11 aprile 2009

VEGLIA PASQUALE

Mc 16, 1-7

"Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è

qui. .. Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete,

come vi ha detto". Mc 16,6-7

145J)4()4

Esse ebbero paura. Ma egli disse loro:

"Non abbiate paura! Voi cer­cate Gesù Na7..areno

il Crocifisso. È risorto, non è qui".

(Mc 16. 1-8)

VEGLIA PASQUALE_

Associati alla vittoria Venendo fra noi , Gesù non ha né spiegatO, né eliminatO la sofferenza e la mOrte, ma accogliendole nella sua esistenza dona loro un senso nuovo, le porta con sé, le riempie deUa sua presenza. Anche se i fallimenti e le disgrazie continuano a colpirci ed a ferirci profondamente, noi sappiamo di pOter fondare la nostra spe­ranza sulla risurrezione di Gesù, che ci ha liberatO dalla faralicà del male che pesava su di noi. Non dimemichiamo, però, che il CristO ci associa alla sua vil­toria nella misura in cui condividiamo la sua lona. Dobbiamo dunque ralificare la vi[(oria pasquale di Gesù e combattere in modo convinto COntro ruttO quello che degrada ed asservisce l'uomo. U Signore non opererà senza di noi perché ha voluto aver bisogno della nostra libertà., impegnata a continuare il duro com­banimento a favore della speranza., dell'amore c della vira.

mon.'f. Chrlst/{1I1 Krl1/z

1,,- TAe.d::c. ve..(sy, c~r· c..~l ... c..le. e_J-\..tr~c'-HLO H_C'-lfc4.- ''-l.-lOVC ..... CrcC1..~LoH_ €'.

Vieni eseguimi

L'l festa di Pasqua che celebriamo non ricorda un avvenimento del pas­sato, che riguarderebbe unicamente Gesù. Essa è piunosto il fondamento sempre attuale della nostra fede cri­stiana. Oggi la Chiesa ci invita ancora una volta a prendeme coscienza e a conformare le nostre esistenze a quella chiamata alla santità che il Cristo Risono rivolge ad ognuno di noi.

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nlOlls.. C. KrnQ

!45J140S

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IMMAGINI Aprih'09

12 aprile 2009

DOMENICA DI PASQUA

Gv 20. 1-9

"Alcune donne delle nostre sono venute a dirci di aver avuto

anche una visione di angeli, i quali affem1ano che egli è vivo".

Le 24,23

Essi fecero ritorno a Gerusalemme,

dove trovarono riUll.iti gli Undici,

i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto

ed è apparso a Sùllone!" (Le 24. 13-35)

DOMENICA DI PASQUA"

Pellegrini nel mondo Che cosa c'era da vedere nella tomba? Nulla perché era vuOta! Così i due discepoli ripartono. E quesro proprio perché è domenica, il primo giorno della settimana e il RiSOrto attende altrove, in mezzo al gruppo dei discepoli per trasmettere a tutti il suo Spirito di vita, farli risorgere ed inviarli in missione. Per queste ragioni il pellegrinaggio a Gerusalemme non avrà mai per un cristiano la stessa importanza che ha per i fedeli di altre religioni perché il Cristo non si è lasciato impri­gionare in nessun luogo. Al contrario, egli ci precede sulle strade della missione. A Gerusalemme noi cominuia­mo a chiamare la romba "Santo Sepolcro", ma Gesù non è rin­chiuso in quel luogo di morte. Più saggiamente i cristiani di Oriente la chiamano ''AnastaSi'', cioè "Risurrezione".

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n cuore della nostra fede l discepoli ripetono sempre lo stesso messaggio : Gesù è srato messo a mone, ma Dio l'ha risuscirato. Non stupìsce affatto che dicano ogni voLta la stessa cosa: avevano appena vissuto l'esperienza più straordi­naria, cioè stare per quaranta giorni con un uomo che era stato ucciso e che si è presenta­to loro vivo, risorto. Tmr.a la nostra fede è contenuta in queste poche parole.

Marce! MI?/:zger

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IMMAGINI

19 aprile 2009

2a DOMENICA DI PASQUA

Gv20,19-31

Gesù disse a Tommaso: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie

mani; tendi la rua mano emettila nel mio fianco; e non essere

incredulo, ma credente". Gv 20,27

Gesù disse a Tommaso; "Meni qui il tuo dito e guarda

le mie mani; tendi la tua mano emettila nel mio fianco; e non essere

incredulo, ma credente!" (G .. 20, 19-31)

2a DOMENICA DI PASQUA_

Anch'io dubito, come Tommaso So bene che tu sei qui, Signore. Abiti in me come un fedele compagno di vira. Cammini per il mio sentiero e dunque gli ostacoli non mi impensiel;scono perché tu sei sempre presente. Tu sei il sole che rischiara i miei passi e anche nel buio delle mie notti tu non mi lasci solo. Tu dissem..ini lungo i miei giorn..i i segni della tua presenza che mi invitano ad andare avanri con un cuore puri­ficaro. E tuttavia anche a me, come a Tommaso, accade dì dubi­rare. Le preoccupazion..i, la farica e la paura mi invado­no ed intendo già le voci deUa disperazione e deUo scoraggiamento che risuo­nano dentro di me. Mentre sprofondo nel dubbio, inunerso nelle brume de.U'esistenza, vengo verso di te, Signore mio Dio. Ho tanto bisogno della tua presenza accanro a me. Tu cono­sci le mie paure e le mie esi razioni. Talvolta. basta così poco perché il dubbio evapori come la rugiada del mattino . Uno sguardo, una parola, un gesro fra­remo porranno illuminare iI mio essere e far nascere di nuovo la gioia eli cre­dere e di amare . Vieni accanto a me, Signore deUa vita!

OJI;sCinc Rdnboll

J45JJ602

Se. c.J, r.J L"-m.o iL c.o rC"lf)Lo J.i "-vvicLJ-1..l".-re. (c. tn.l".-J1..L

e. J~ tocc."-re. (e. r-i."-Òke. Je.ÒCi. ~lO"1.i.J-\..;. ,

~ ~o~t ... ~ occk~ veJ ... "-.,...,..o iJ C .... i..sto.

Risorgere con tutto il corpo

È con il suo corpo farto di carne umana, con il suo cuore che ha amaLO e sofferto, con i piedi e le mani segnati dai chio­di ed il costato trafitto dalla lancia che il Cristo è risono dai mani.

(flr;Sline Re1nboll

C. Rdnboll

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IMMAGINI

26 aprile 2009

3a DOMENICA DI PASQUA

Le 24, 35-48

"Perché sie[e mrbati? .. Guardate le fiÙe mani e i fiÙei piedi:

sono proprio io!" Le 24,38·39

Gesù disse : "Bisogna che si com­piano tu tte le cose scritte

su di me oeUa legge di Mosé, nei Profeti c

nei Salmi . .. Di questo voi siete testimoni". (Le 24. 35-48)

Il 3a DOMENICA DI PASQUA"

Non si muore mai In ogni morte c'è delh vita che sgorga. la lTlorte non è un vicolo cieco ed ancor meno il termine di una \ita. Grazie al Cristo Risono la morte è morta. Per alcuni quesro è follia e deUrio. Ma d1i può affennare

che la Parola di un giusto un giorno può spegnersi per sempre? Colui d)e muore per difendere la libertà può scomparire come se 000 avesse farro nulla? Il grido disperato dell'uomo sorroposto a (orrura O di colui che viene assassinato non può perdersi nel nulla. Ogni parola umana viene daJ soffio di Dio; nessuno può spegnere il soffio de! Vivente!

Allora, non aver paura! Cerro, sei solo di passaggio, ma ... le tue parole e le tue azioni si incidono per sempre nel libro della Vira.

In Gesù tutta la creazione è in attesa ... Robert Riber

Pe.I- (lA- ~Ol-te., t.. ve.ro, tufu JC.-VOI-1..0 -rC~ .Hc...Ye..

M.~ 1-1..011.. ~CO"1.r-C"'I-L.c.. ."n.o r-e.I'C.('.~ ~i.c:o..»LO c..bad:;' L!".c...( Ji.VL>1...0.

La Parola vera

L'unica Parola vera d1e un uomo possa di.re è quella della sua morte. In quel giorno nien [e artifici, niente falsità. Quando arriva l'ora nien­te scherzi, nieme scene. Quella parola ha il peso dell'eternità perché è tessuta con l'ar­te di Dio.

Roberr Riber

R. RiuI'"T

J.J5JJì05

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IMMAGINI

5 a rile 2009 Domenica delle Palme

"Lasciate la srare! Ha compiuto un'azione buona verso di me .. .

Ha umo in anricipo il mio corpo per la sepolmra"

Veglia pasqua.le

Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risono, non è

qui ... Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detro.

3a Domenica di Pasqua

Gesù disse: "Bi...<,ogna che si compiano cune

le cose scritte su di me nella legge di Mosé, nei

Profeti e nei Salmi ... Di questo voi

siete testimoni".

9 a rile 2009 Giovedì Santo

Pietro gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?" . Rispose Gesù : "Quello che io faccio, tu ora

non lo capisci; lo capirai dopo".

- -

12 a rile 2009 Domenica di Pasqua

Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al

sepolcro.

IMMAGINI DOMENICALI.

Venerdì Sanro

"Dunque ru sei re?" "Tu lo dici: io sono re"

19 a rile 2009 2Cl Domenica di Pasqua

Gesù disse a Tonunaso: "Metti qui

il ruo diro e guarda le mie mani; rendi la ma mano e mettila nel

mio fianco: e non essere incredulo, ma credente" .

___ PER LE CELEBRAZIONI_ J45_(A'«À~

Processione del Venerdì Santo

Page 15: 2009

IMMAGINI Aprile (JC)

I.JJJJ901 Tu. """'zio. credi olia vii. dopo la mori e?

HUMOUR - SANTI"

I -I~ JJ<J/J2

Oe$ò, ellenlo alla

Zita (1211 circa - 1278) Festeggiata il 27 aprile

Ragazza dolce e piena di :urenzioni, accompagnava i genitori a vendere le verdure al mercato di Lucca. A dodici anni entra come domestica in una f.lmigUa che servirà per nma la vira. Piena di fede, si alzava prima degli allli per parer assisrere alla Messa e cominciare poi punmalmenre il suo lavoro. Digiunava regolannenre per parer donare ai poveri una pane del suo cibo. È la patrona dei domestici .

145JJ905

Riccaroo di Chichester (1197 circa-1253). Festeggiato il 3 aprile

Nato a Wìche (Inghilterra), questo secondo figlio di una famiglia di casrel­lani , viene in aiuto ai genitori caduti in rovina, lavorando nella farroria familia­re. Divenuto adu]ro, compie i suoi studi in università rinomate Ca Parigi, Oxford e Bologna) . GiUrisL1. famoso, diventa cancelliere dell'università di Oxford. Difende la Chiesa davanti al porere del re. Ordinato prere piurroslO tardi, diventerà ruttavia vescovo di Chjd)esrer, dove sarà perseguitatO da Enrico m, ma godrà della stima dei suoi fedeli. N5_0906

No, oono Un

1ax.i8te e mi t>anno

oppenn rubafo l'eulo!

Giulia Billiart (1751-1816) Festeggiata localmente 1'8 aprile

Nata a Cubvil!y (nella regione dell 'Oise, in Francia), aveva solo 7 anni quando com.inciò ad insegnare il catechismo ai suoi coeranei. A 16 anni lavorava nei campi per aiutare i suoi genitori . Nonostante la paralisi che la colpì a 22 anni, fondò [a congregazione delle Suore di Notre­Dame, dedire all'insegnamentO e aD'educazione delle ragazze povere . La preghiera le onenne la guarigione . Venne beatw.cata nel 1906.

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I M.MAGI N I

145_IOO~

I4j_IIJU4

Aprile 09 VARIAZIONI.

Credo in un solo Dio, Padre onnipOlemc, creatOre del oelo e dcJl:J terra.

di lUne I~ cose visibili ed i nvis ibili_

Credo in un solo Signore. Gesù CriSIO,

unigenito Figlio di Dio. nalO dal P'ddre prima di runi i secoli:

Dio <u Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generala, non crealO. deU:l ste.'Sa sos= del Padre:

pd" mU--«l di lui [une le cose sono S!.1te create. Per noi uomini e per bi nostra s.'Ùvezza discese dal cielo

e per Opt--ra dello Spirito S:lJlto si è incarnalO nel seno deili! Vc.rgine Maria

e si è f:mo uomo. Fu crodfl'iSO per noi SOl10 Ponzio Pilato, morì e fu scrollo-

1IIer/..Q giorno è risuscitalo, secondo le Scritture. è Sa/ilO al cielo. siede alla deslr.l dd Padre.

E di nuovo vem, nella gloria, p"r giudicare i vivi e i moni, e il suo regno non :lvrà fine.

Credo nello Spirito Santo, che è Signore ~ dà b vi!.'l, c procede dal P:ldre e dal Figlio.

Con il Padre e il Figlio è adoralO c glorific:uo, e ha parlato per meoo dei proftti.

Credo la Chiesa, una santa C\nolica e aposlolica .. Protesso un solo banC'Simo per il perdono dei peccati.

Aspeno la risurrt:zione tlei moni e L'l vita del mondo che verrà. Amen

amicizia, una sola cosa conta: presentare il meglio

di me stesso, offrire il mio volto

luminoso.

Charle...:; Singm; 7esoro

Page 17: 2009

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Page 18: 2009

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lto

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ia e

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lto

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Page 19: 2009

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A,

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ti.

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Lu

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0).

Se

con

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Nu

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nto

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ne

al

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pp

o

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ne

ch

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ran

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nti

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roci

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e e

alla

se

po

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Ges

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Ge

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ch

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i D

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me

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ort

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sem

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uo.

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en

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tro

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re

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Ge

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rrò

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vin

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o d

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io".

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i. D

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rest

o i

l te

sto

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gi

mo

stra

co

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g

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ess

i a

po

sto

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bb

ian

o

fatt

o

fati

ca

ad

acc

og

liere

qu

est

o a

nn

un

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Page 20: 2009

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Page 21: 2009

IM.MAGINI

3 maggio 2009

4a DOMENICA DI PASQUA

Gv 10, 11-18

"lo sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria

vita per le pecore". Gv 10,11

"lo sono il buon pastore. n buon pastore dà la propria

vita per le pecore" (Gv 10.11-18)

40 DOMENICA DI PASQUA"

Quel pastore Quel pastore veglia sul gregge. Vede la pecora che si allontana nella notte de.I male e si a1lrena a ricondurla in merlO alle alue. Awelle la sofferenza della pecora ferita oei conflini della vira. È solidale con quella che avan:l.a più lencamente delle alue quan­do si u.ma di affromare le salire che scandiscono i percorsi quotidiani.

Quel paswre cammina davanti al gregge, non per essere il primo e al di sopra degli altri, ma piuttosto un esploratore, qualcuno che vuoi sapere dove sta conducendo le sue pecore perché ne è responsabile e vuole La loro feli­cirà.

Quel paswre dona la sua vita. Va fino in fondo perché vive il mistero dell:amore. sa che l'amore vince sempre, ha la meglio anche SlÙL1

morte. Proprio per questo egli ha veramente il VOllO

di Dio . .. LI/C Sleln

Se -tu "-~co(h (k- 'r"-ro("- li DLo,

,~e.i·5~~ 1.,1.. CkWUH.LJ1...0 c...Ccc...J1...to c...lu.eLL;- c(1..e c.e.rc.c...J1...O

eLi "-nJu..re Ci-v"-nh, JL. vive.re LJlULetae ...

L SlciTl

Il buon pastore Il buon Pastore non è colui che con la sua parola rinchiude in una prigio­

ne di leggi da prati~'\re alla lenera, ma è colui che con la sua parola invila

alla Uberrà dell'amore. Egli è colui che con la sua parola apre le finestre del cuore al soffio vivo deUo Spiriro.

Gesù non si accon­centa di essere il pastore di un picco­lo gregge, Egli guar­

da più lomano: nes­sun uomo è escluso dal suo gregge. la

salvezza è per

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Page 22: 2009

IMMAGINI Maggio (J()

l O maggio 2009

5a DOMENICA DI PASQUA

Gv 15. 1·18

"lo sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui,

pona molto frutto" . Gv 15,5

"lo sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui,

porta molto frutto". (Gv l5, 1·8)

Il 50 DOMENICA DI PASQUA"

Sono capace di rendere presente Dio nella mia vita? Le mie parole. i miei gesti, i miei silenzi e la mia vira inceriore sono impregnaù della mia rela· zione con Dio?

Non basta che io segua alla lette­ra rune le indicazioni per essere "gentile", "caritacevole", "buon cristiano": devo innanz.ituno las­ciare che Dio abiti in me e che io abiti in Lui. Solo così nascerà una relazione unica ed originale.

Dio sarà presenre arcraverso dì me con [urro quello che io sono. Trasmerrerò la "vira in Dio" a

m.io modo. Se dunque si crea un'intimirà tra Dio e ciascuno di noi, questa linfa vitale potrà cir­

colare dalle radici fino ai tralci .

Ben

T · (S' I LI .~C_ l Òr"'-~e. lSlore.

Tu. ci. VU.OL U.Cc..CU'1 ... tO u. te..

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r-erck,(. 0r-cr~co-""-o CO- f"-vorc .LeL~ VITA.

La potatura

Un luno, una separazione, un'umiliazione, la depressione ... sono sofferenze che noi possia­mo vivere come una "potaUlra". Durame questi momenti della nostra vita, Signore, donaci la rua Speranza e la rua Fedeltà perché, come ci hai promesso, le nostre "potarure" possano un giorno permetterd di porrare frutto .

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IMMAGINI

1 7 maggio 2009

6a DOMENICA DI PASQUA

Gv 15.9-17

"Questo è il mio comanda­mento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore

più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici"

Gv 15, 12-13

"'Questo è il mio comanda­mento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato

voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua

vita per i propri amici". (Gv 15,9·17)

6a DOMENICA DI PASQUA"

Amare significa ... In seguito agli avvertimenti della psicanalisi noi oggj conosciamo meglio i traneUi del verbo amare . L'amore possessivo che ... divora colui che si dice di amare. L'amore perverso che è sta[Q arrribuitO a Dio stesso: "io ti amo, ma tu devi amarmi, altrimenti ti spedisco all'inferno". La Bibbia, da parte sua, ci aveva fornito questo segno dell'amore autentico: "amerai il prossimo tuo come te stesso". Agisci nei confromi degli altri come vor­resti che si agisse nei ruoi confronti! Gesù ci ha dato il segno di un "amore divino" : il dono della sua vita per coloro che egli ama. Già il sal­mista. del resm, cantava: "il tuo amore vale più deJla vita, il tuO amore

per me, il mio amore per te conferisce un significato massimo alla mia vita, mi dona gioia". Morire d'amore per diventare puro amore. Solo Dio può educarci a questo amore. È il suo amore per noi!

)Nln.M{/r/~ flMCZ

AKI.~r.~~ b·e;.. Ji_ "1.0;.: fc~c.~.(e ...

""--"- fi.-,,"--"-'" ~ i-Ò[i- "-.... i- CO .... Ò[i- fi.-[.6·i-!!! ).-M. BNie:z

La libertà nello Spirito Oggi la popolazione della terra corrisponde ad alcuni miliardi! In questo vasco mondo i cristiani rappresentano una minoranza. Siamo rentati di lamentarci? Al contrario! È il momento di ricordarci la coostarazione di san Pietro a Cesarea: "anche i pagani avevano ricevuto con abbondanza il dono dello Spirico Sanro!". Eccoci quindi spinti a leggere i segni dello Spirito neUa storia contemporanea per la nostra gioia e la gioja di rutti quelli che cercano Dio. Scrutiamo dunque ogru giorno la Bibbia e il giornale! ...

}e:Jn-Mark Bcdcz

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IMMAGINI Maggio 09

24 maggio 2009

ASCENSIONE Mc 16, 15-20

li Signore Gesù, dopo aver parla­[O con loro, fu elevato in cielo e

sedette alla destra di Dio.

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Mc 16, 19

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"Andate in tu tto il mondo e proclamate il Vangelo ad

ogni creanua" (Mc 16, ] 5-20)

ASCENSIONE ..

Non cercare tra i morti colui che è la Vita Quante volte ne avranno riso? '~lora il tuo Gesù si crede una naviceUa spa­ziaIe?". No. non hanno voluto leggere il testo bibuco con intelligenza. Gli uomini del primo secolo pensavano da uomini del primo secolo. Per loro la {erra era al centro e serre cieli la circondavano. Il settimo, il più alto, era quello di Dio. Noi abbiamo imparato che il mondo è fano diversamente: l'essenziale, umavia, non sta. in un decollo! Se questo testo è staro conser­vato è perché, con grande saggezza, esso ci dice che oonai, ritornato dalla morte, anima e corpo, ma corpo nuovo per un uomo nuovo, i1 elisco dimo­ra in Dio così come Gesù ha abitaro in mezzo a noi. Perché, allora, cerdlia­.010 nella morte colui che è la Vìta'~ li CriSto, il Figlio, non canun.i.na più nel modo in cui noi camminiamo in ques(a condizione mortale. E cunavia vengono fuori le stesse beffe emerse al momenro 0M~~~if della sua Passione! Ma egli onnai ha

varIo, raggiungerlo, dovunque brilla una (.,/ ~ superato la morte. E noi possiamo ri[rO- ~~ fii

scintilla di Dio nella nonc. E poiché egli ~

mo trasfigurata, possIamo ramungerto ~ J~ \ ha fano ritorno con la.nosU'a c~e d'uo-~\

così come siamo. Il Verbo si fece carne: "1 \ la carne salvat.1. dimora. in Dio. 'F'~:.'.:.L......Il~~.

Je:\n DevrienUI

NoI'\. cLJ~c...~,L·~.-t-c,"lot.i. ~Lt.... Jov'~ i.L »1.-i.o Oi.o,

Jo»t.~H..Lte..v1.. Lve .)i..ef:e.. -VO-L L( »Lom..eH..to

cke n..on.. a.vverf-Lte 'r-i~. (a. Sua. r-reseHJ..a..

Un inno alla vita

Dolcezza della primave­ra, fine dell'inverno: l'Ascensione è un inno alla vita, simbolizzara da tutto quello che rivive sulla terra. E tuttO ciò rivive sulla terra perché la creazione intera è stara pOrtata nel cuore di Dio, da cui sgorga la vita.

Jean Devrle>T(/t

). D<:/ft'iC1/t11

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Page 25: 2009

IMMAGINI

3 l maggio 2009

PENTECOSTE Gv 15, 26-27; 16, 12-15

"Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la

verità". Gv 16.13

"Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre,

lo Spirito della verità che procede dal Padre,

egli darà testimo.n.ianza di me" (Gv15. 26-2ì; 16.12-15)

Il PENTECOSTE ..

Cerchiamo lo Spirito nella nostra vita Non è un dotto discorso inaugurale e nenuneno un brillante trattato di teologia che hanno radicato il messaggio di Cristo nella terra degli uomi­ni, ma un .avvenimento concreto che ha sconvolto una dozzina di uomi­ni ed alcuni testimoni. Evento srooco, indubbiamente, ma che vale per runo quello che l'ha seguito: uomini paurosi e scoraggiati diventano evangelizzatori ardenti, un gruppo di poveri senza cultura e senza pote­re radunano l'umanità nel nome di Gesù Cristo. Se si può effettivamen­te definire lo Spirito Santo come l'energia di Dio, la forza vitale che il Cristo dona agli uomini per conti­nuare attraverso di essi la sua opera, bisogna riconoscere che egli è prima di tuno awenlmento, azione sconvolgente che interpella, stimo­la, invia .. _Non cerchiamo lo Spirito di Dio nei libri. Cerchiamolo nella vita degli uomini, cerchiamolo nella nostra vita!

Mons. C J(r;1 CI.

~ -Lo S·ri..ri.to ,L;_ c,es;'" h-ovi (e.. .!of-rc.Jc • .le. ".,s*: ... ;. ClAo ... i ..

C~ .-c'H(C~ «(i.~ I,.,,,,-ib~(i . r. i .\u.n\. "'r-r-cUi.. "-c-c-0Ò(i.eati- ver.)o i. l'\.O.)-l:ri. fr"-te((i-!

La Chiesa nasce ancora Oggi è nata la Chiesa: alcuni uomini hanno credum con forza alla rìsurrezione e, investiti dall'azione dello Spirito, hanno superam dubbi e persecuzioni, per annunciare nel mondo la

Parola che avevano ricevum, Oggi la Chiesa nasce ancora , ogni volta che degli uomini, nella fede del Risono si lasciano condurre dallo Spirito di Dio per inventare il quotidiano della Parola che salva. Ecco il giorno in cui un fuoco è stam acceso sulla terra. Dio attende che infiammi tutto l'universo.

MoJJ.s. C Kratz

Mons. C )(ml:r

Page 26: 2009

IMMAGINI • lfag,gio 09 IMMAGINI DOMENICALI •

.... 4a Domenica di Pasqua 5a Domenica di Pasqua

lo sono il buon pastore. li buon pastore dà la propria vita per le pecore.

lo sooo la vire, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, orta molro frutto.

6a Domenica di Pasqua

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri

come io ho amaro voi. Nessuno ha un amore più grande dì

questo: dare la sua vita per i propri amici.

Ascensione

li Signore Gesù, dopo aver parla­to con loro, fu elevato in cielo e

sedette alla destra di Dio.

Quando verrà lui, lo Spirito deUa verirà, vi guiderà a nma la verità.

__________________________ PER LE CELEBRAZIONI_

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Cappella Suor Emmanuelle Maria

Page 27: 2009

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IMMAGINI Maggio ()<J

Si, mi meraviglia molto questa mania di guardarsi rombelico, invece di guardare gli altri.

lo ho fatto rombelico senza troppo pensarei, come un tessitore che è anivato all'ultimo filo e che dunque fa un nodo, cosi, semplice­mente perché tenga, in un posto dove non appare troppo .. . Ero motto contento di aver terminato. L'importonte per me era che tenesse ... E abitualmente i miei ombelichi tengono bene.

Ma non avevo previsto, e questo per me rimane un mistero, I~mportanza che essi accordano a questo ultimo piccolo nodo, in1i­mo e ben nascosto.

HUMOUR - SANTI"

Sì, di tutto quello che avevo creato dò che mi stupisce maggiormente e che non a.JevO proprio immaginato è Mto il tempo che perdono, appena le cose vanno un po' male, alla minima contrarietà, a guardarsi l'ombelico, invece di guardare gli altri, di vedere i problemi degli altri ...

Capitemi, forse ho commesso uno sbaglio. Se dovessi ricomindare da capo, se potessi fare una revisione generale­come fanno le grandi industrie automobilistiche -, se non fosse 1roppo oneroso riprendere il Mto, io lo collocherei al centro della fronte ... In questo coso, almeno, sarebbero obbligati a guardare rombelico degli altri.

Pasquale Baylon (1540-1592) Festeggiato il 17 maggio

Nacqlle in Spagna, da una famiglia di agricolrori. Da rag;u:zo, ment re pasco­lava il gregge, si dedicava spesso alla preghiera. La mancanza di un'isrruzio­ne gli chiuse più volte le porte di lIn monastero. finché i francescani lo accolsero come converso, con la man­sione di porrinaiQ. La Slla bomà e la sua dolce-aa attimrono molte persone. u-a esse ancJle mohi predicarori che stima­vano la sua "teologia del cuore". Passava ore intere nell'adorazione dell' Eucaristia .

Alcune riflessioni di Dio

Ursula Ledochowska (1865-1939). Festeggiata il 29 maggio

Nara in Austria, compì i suoi studi presso le Orsoline di Cracovia. Conobbe un'Europa lacerata daUe guerrt:. Fondò nei pressi di Poznan la Congregazione deUe "Orsoline del Cuore di Gesù", che ha lo scopo di diffondere il Vangelo . A 42 anni parrì ad evangelizzare San PieU"oburgo . Raggiunse poi la Scandinavia e quin­di venne a Roma, chiamata dal papa. È stata canonizzata da Giovanni Paolo Il il 18 maggio 2003 .

Emilio (morto nel 205) Festeggiato il 22 maggio

Visse neU'Africa del Nord dove eser­cirò la professione medica. Fu arre­sralO e torturaco una prima volta assieme a Casto, cristiano come lui. Le sofferenze li i.ndussero a rinnegare la fede . Ma dopo questo essi conti· nuarono a proclamare la loro adesio­ne a CriSto. Arrestaci di nuovo. all'epoca della persecuzione di Decìo, vennero bruciati vivi.

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IMMAGINI

Tu sei bella, Maria: sei il riflesso del cuore di Dio.

li wo volto è quello di una madre in cui si rinette la [enerezza di Dio.

E quel volto, che viene a toccare il tuo, esprime lo slancio pieno di fiducia

che getra il bambino verso Jarnadre. Quel volto è il volto di Gesù, il tuo figlio:

tu sei il suo trono nel cielo come sei scata la sua oasi sulla terra.

Le vostre guance, una COl1rfO l'altra, vibrano misteriosamen[e

al barrito di due cuori all'unisono.

Ma quel volto che cerca poseo e rifugio nel tuo è anche quello di ognuno dì noi.

VARIAZIONI ..

Maria, figlia d'Israele, tu hai proclamato la misericordia offerta agIi uomini, di generazione in generazione, dalJ'amo­re benevolo del Padre.

Marìa, vergine santa, serva del Signore, tu hai pon,uo nel tuo grembo il fruno prezioso della misericordia divina.

Maria. tu che hai conservato nel mo cuore le Parole della salvezza, hai testimoniato da\'ami al mondo l'assolu~1 fedeltà di Dio al suo amore.

Maria, ru che hai seguito il tuO Figlio Gesù fino ai piedi della croce, nel "fta[" del tuo cuore di madre hai ad eri IO Senza riserve al sacrificio reden­tore.

M.'Uia, madre di miseri­cordia, mosrra ai tuoi figli il cuore di Gesù, che hai visro squarciato per diventare sorgente eterna di vita.

Maria, presente in mezzo ai discepoli. rendi vicìno a noi l'amore vivificante del tuo Figlio risorto.

Maria, madre attenta ai pericoli e alle prove dei J:rareUi del tuo Figlio, conùnua a gui­darci sulJa via della salvezza.

Maria. che hai indicato il cuore del IUO Figlio a Margberita Maria in questo luogo, donaci di seguire il ma esempio di umile fedeJtà al suo amore.

GìOv:1nni Paolo lr. ::IJJAnge1u.~ del 5 onobrc 1986. durame /;1 visiw a: Paray-Ie-Monial

Page 30: 2009

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oi.

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Page 31: 2009

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llo

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ste

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i un

i gl

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perc

hé l

'am

ore

vien

e da

Dio

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quel

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e am

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Dio

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onos

cono

D

io.

Col

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he n

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cono

sce

Dio

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­ch

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vita

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a l'i

mm

agin

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l­ci

o c

ome

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la d

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orpo

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elle

sue

mem

bra

che

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iam

o in

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Pao

lo:

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ratt

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ella

rel

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zion

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e og

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ristia

no h

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n il

Cris

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Ges

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dic

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Voi

sie

te m

iei a

mic

i .. ,

Rim

anet

e ne

l mio

am

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, I d

isce

poli

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div

enta

ti am

ici d

i Ges

ù pe

rché

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no a

derit

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ito e

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o rim

a,

sti

per

amor

e, s

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i su

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dam

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e cr

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no s

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fica

esse

re a

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o di

Dio

e

segn

o de

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o A

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e tr

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frat

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rima·

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osse

rve

rete

i m

iei

co

ma

nd

am

en

ti

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ibbi

a ci

par

la d

i un

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fed

ele"

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e m

anife

sta

la s

ua f

edel

tà a

gli

uom

ini,

il su

o am

ore

indi

ssol

ubile

e s

mis

urat

o, In

Ges

ù. i

l suo

F

iglio

, D

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via

a qu

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impe

gno

reci

proc

o tr

a lu

i e

gli

uom

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Il cr

istia

no è

chi

amat

o ad

es

sere

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ele

a D

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uale

può

rip

orre

tut

ta

la s

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iduc

ia!

Ges

ù ci

inv

ita a

non

allo

ntan

arci

da

lla v

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tra

ccia

to,

ci c

hied

e di

rim

nere

fed

eli a

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man

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en­

ti di

D

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esse

re

degl

i am

ici

fede

li!

Co

me

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ho

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rva

to

com

and

amen

ti

de

l P

adre

mio

~, n

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lui

egl

i ci

ren

de c

apac

i di

am

are

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stra

vol

la (

1 C

or 1

,9).

La

Buo

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Nov

ella

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Ges

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po

tuto

rag

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gere

i no

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rché

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disc

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i l'h

anno

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nser

vato

gel

osam

ente

in

un

mus

eo,

ma

perc

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llo

quel

lo

che

Ges

ù ha

do

man

dato

16

1'0,

dopo

ave

r o

ffe

rto

lui

stes

so

l'ese

mp

io:

sono

p

art

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lung

o le

str

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mon

do,

aman

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gli

uom

ini

com

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atel

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nche

i l

oro

nem

ici,

offr

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la

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ro

vita

pe

r l'a

nn

un

cio

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lla

paro

, la

... T

occa

a n

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ora,

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en­

tare

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oslo

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ange

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per

annu

ncia

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di

Dio

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utt

i i !

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ri a

mic

i!

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ezzi

fed

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rig

inal

e G

esù

do

man

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dis

cep

oli

di

rim

an

ere

fed

eli

ai s

uo

i co

man

dam

en

­ti

. O

sserv

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en

e i

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ersi

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zzle

e s

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l'o

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inal

e!

Lì C:;~ O

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ci f

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e,

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a q

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ice n

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Page 32: 2009

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rig

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talm

ente

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a s

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n b

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nd

o le

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vate

. so

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line

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ett

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M

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B

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C

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N

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X

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li a

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e h

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no

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ne,

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uest

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ere

co

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te -

han

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pp

i in

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icale

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la f

elic

ità d

ei s

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i. P

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slo

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uello

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ste

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ha p

erce

pito

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mod

o ab

bond

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: ~La m

ia g

ioia

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ostr

a gi

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pien

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Egl

i ci

pro

pone

di

acco

glie

rla

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aver

ne

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ndan

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noi

e pe

r gl

i al

tri.

.. D

a cr

istia

ni n

oi v

ivia

mo

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Page 33: 2009

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IMMAGINI Giugno 09

7 giugno 2009

SS.MA TRINITÀ Mt 28, 16-20

"Andate dunque e fate disce­poli tutti i popoli, banezzan­

dolì nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a

osservare rutro ciò che vi ho comandato".

Mt 28,19-20

"Andate dunque e fate discepo­li tutti i popoli, battezzandoli

nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare

tutto ciò che vi ho comandato" (MI 28, 16-20)

SS.MA TRINITÀ.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Signore dell'universo, quali sono le parole adarre per confessare nello stes­so tempo la tua grandezza e la rua bontà, la tua vicinanza e la rua eternità? ili ci hai creati a tua immagine e somiglianza, e turravia ru sei anche cosÌ diverso da noi! Anraverso il ruo Spirito ru ci inviti a chiamarri '~ba!", cioè "Padre". Th sei il creatore e il signore dell'universo, di cui non riusciamo a misura­re gli spazi smisurati, ma sei anche il compagno che si fa vicino e che, un gionlo, in un momento preciso della storia. è diventato nel Figlio uno dei milioni di uomini che popolano la superfi­cie della Terra. Tu hai assunto il volto di un uomo. E tu ti avvicini ad ognuno di noi, fino a sta­biHre in noi la tua dimo­ra, a vivificarci, a essere Spirito Santo presente in noi per farci entrare nella tua stessa vit..1.. Per tutto questo noi ti rendiamo grazie.

M. Melzger

~,(.Li ~o .... o ;. r0te.,.i cke L( C,-i._tù fU4-- .-Lcc.v,d:o l(J PC'll,-,,?

le ... ('.u..r-~c.a~ ,(~. c.O»1...u..»-~cu.rci (u. Su..u.

l'''i.-su..rlA ez..ione, u.t:tru.ve-rso i[ Bu.ttesiH1-o. M. Mel:J:ger

Una relazione di fiducia I genitori sanno cosa fare per suscirare una relazione di fiducia, fin dagli inizi, quando il loro bambino è ancora piccolo. L'atteggiamento da adonare, l'importanza dello sguardo, la dolcezza, evitare di provocare la paura: rutto fa parte della comunicazione. Comunicare vuoi dire trasmettere, suggeri­re, ispirare, suscir.are la rispo­sc.a. Dio fa lo stesso: comunica, si dona, ci comunica il più profondo di se stesso, il suo Spirito.

M. Metzger

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IMMAGINI Giugno 09

14 giugno 2009

CORPO E SANGUE DI CRISTO

Mc 14, 12-16.22-26

Gesù prese il pane e recitò La benedizione, Lo spezzò e (o

diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo".

Mc 14,22

Gesù prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò

e lo diede loro, dicendo: "Prendete,

questo è il mio corpo" (Mc 14,12·16.22·26)

CORPO E SANGUE DI CRISTO"

Prendete, questo è il mio Corpo ... il mio Sangue

Signore delJa mia vita , nl sei un dono rotaie! H tuo Corpo tu L'hai afferro per amore, per noi. Come si spezza il pane per nutrire gli uomini affaticati così ru hai voluto essere condiviso, [otalmente, da ognuno di noi.

Signore della mia viw, (u sei un dono [Qrale! 11 tUO Sangue tu l'hai afferro per amore, per noi. Come si versa il vino per dissetare gli uom.ini bruciati dall'arsura, così ru bai voluro essere condiviso. toralmente, da ognuno di noi.

Signore della mia vi (a, dammi il coraggio di donarmi gratuitamente, senza calcoli e ripensamenti. ~

Insegnami ad ascoltare la (ua voce e a seguire la vira. Donami di amarti abbaSlanza da Lasciarmi sempre condurre da te e desla in me il desiderio ardente di credere nel giorno che sorge come nello straordinario mattino di Pasqua.

C. Reillboll

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CC>l,"-UH.i.c.4-H.L c..( Corro e c..lS4-H.Ò

e eLi. CIA~to

LO ru..rtecLfO c...((1A. t"-vo~ ,[et Re6 0 ,(i. Di.o.

Ricevo il tuo atllore Vengo) Signore Gesù, e prendo posto alla tavola della festa! Nelle mie mani aperte accolgo il tuo pane, ricevo il tuo amore, la tua speranza e la tua vita per condividerle con tutti i miei fratelli!

C. Reinbolt

C RciJlQt./1

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IMMAGINI Giugno 09

21 giugno 2009

12a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 4,35-41

Gesù minacciò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!"

Mc4,39

Allora lo svegliarono e gli dissero:

"Maestro, non t'importa che siamo perduti?"

(Mc 4. 35-41)

12a DOMENICA ORDINARIO B.

Alla fine del tunnel la luce! La vita non è sempre un lungo fiume tranquillo. Ci sono giorni di paura, burrasche ed uragani. Allora, nel cuore della tempesra, la fiducia viene meno: "Che cosa ho fatto perché tu mi punisca in quesco modo?" . Quesro Dio a cui addebitiamo ogni male ed ognj rusgrvia viene a dirci : "Uomo di poca fede, perché hai paura?". Spesso, nel più profondo della notte può sorgere una luce. Bisogna avere, [U(1avia, la pazienza di auen· derla. No, l'orizzonte dell'umanità non è chiuso defi­nirivamence. No, a dispetto di quel che affermano ceni investigarorl delJ'anima umana: "Noi non abbandoniamo il cielo agli angeli e ai passeri". Tutta la vita ha un senso ed ognuno di noi ne possiede la chiave. Siamo esseri unici e la grande sinfonia del mondo si realizza attraverso di noi, così come siamo, con quello che speriamo. Un giorno ìI mistero del nostro desrino appa­rià in piena luce e noi comprenderemo il segreto di ogni cosa. E se il domani fosse alla nostra porta?

R. Ribl'r

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Cristo con noi

Ci sono giorni in cui il cielo è così scuro che noi disperiamo di vede­re il sole ... E tuttavia anche nel grigiore della nostra vita quotidiana noi non siamo soli: Cristo è con noi! E lo è sopram.mo in mezzo alle tenebre e alla paura. Certo, Cristo non ci abban­donerà: ce l'ha promesso!

R.RìJxr

R. N/ber

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IMMAGINI

28 giugno 2009

13a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 5, 21-43

Gesù prese la mano della bambina e le disse: "lhlità kum", che signifi­ca: "FanduLla, io ti dico: alzati!". E subiro la fanciulla si alzò e cammi-

nava. Mc s, 41-42

N l...J804

la donna, impaurita e tre­mante, sapendo quello che le

era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta

la verità. Ed egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salva­ta. Va' in pace e sii guarita dal

tuo male". (Mc 5, 21-43).

130 DOMENICA ORDINARIO B"

Non temere, ma continua a credere ... Non aver paura quando si trana di abbandonare tutto ciò che ti impe­disce eli metterti in cammino. Abbandona le [erre in cui l'egoismo dliude le porte alla forza creatrice dell'amore. Abbandona le terre in cui la brutalità dei gesti e la violenza delle parole provocano al loro passaggio solo morte e desolazione. Non scegliere l'isolamento quan­do ci sono esperienze comunicarie che ti awicinano alla luce eli Dio. Continua a credere che ogni mattino del mondo può rappresentare una nuova partenza e che la vira si scrive attraverso le tue mani, La tua intelligenza ed il tuo cuore . Continua a credere neU'amore di Dio e nella fora del Vangelo che possono trasformare il cuore di questo mondo. Continua a credere nell'importanza di nlITO ciò che fa fiorire il sorri­so sulle labbra e porta una pace interiore. Allora tu coglierai qualche tratto del Volro di Dio.

L. !,re;in

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n cuore di un padre Dio conosce in anticipo le nostre debolezze. E il suo Amore arriva a dimenticare tutto queUo che può oscurare le relazioni tra noi e lui. Egli ci dona il suo Figlio. Basta credere in lui per essere salvi. Questo Figlio non ha il volto di un giudice, ma di un fratello. Ha il cuore di un padre che si dona totalmente e fino in fondo, per ognuno di noi. Siamo veramente coscienti di rutto questo?

L Slci1/

1_ Sre/H

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Page 39: 2009

Splendide copertine per l'estate e per la ripresa Ecco alcune proposte o colori, destinate ai bollel1ini par-

Nuovo!

rocchial i. ai libreMi dei conii, ai sussidi catechistici e anche r-------------, 0110 corrispondenza. Le copertine sono consegnale senza piegalura per facilita­re lo stampo di lesft propri. Hanno luMe, sopra l'immagine, uno spazio libero in cui polrà figurare illilolo o un'inlesta­zione personolizzata, Corta ada'lla alla fotostampante o 0110 fotocopiatrice.

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IMMAGINI Luglio 09

5 luglio 2009

14a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 6,1-6

"Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenri e in casa sua".

Mc 6,4

E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle

sue mani? (Mc 6,2)

140 DOMENICA ORDINARIO B

Miracolo non appariscente Nella vostra vita non avete mai incrociato un uomo o una donna di questo

genere? Un uomo o una donna che irraggiano pace, nonostante una malat[ia, un handicap, un insuccesso, un lutto . .. Sono la prova che la vita ba preso il sopravvento, che la vita può riprendere. Portano in essi una forza che li tiene in piedi. Un miracolo così non consiste nella scomparsa dei sinromi, ma nel lavoro interiore che li abita e che li apre alla Grazia di Dio.

Ben

SL(S",-ore, LJ-'L)eÒCL

k. lne;tte.rcL Ll-'L u-~ CO ({O li Te.

Un testitnone in mezzo a noi Ma questo Gesù sor­prende veramente! Lo abbiamo visco bambino, giocare con ì nostri figli, ha lavorato neUe nostre case ... Per questo essi, proprìo come noi, sono accecati. È possibile, allora, che nella nostra vita quoti­diana ci sia qualcuno che ci parla di Dio? Lo vediamo? Lo accoglia­mo?

Ben

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IMMAGINI Luglio O')

12 luglio 2009

15a DOMENICA ORDINARIO B

Mc6,7-13

Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli

a due a due. Mc 6, 7

148Jl 2IJ!

Dovunque entriate in una casa, rjmanetevi finché non

sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi acco­

gliessero e non vi ascoltasse­ro, andatevene e scuorete la polvere SOrto i vostri piedi

come testimonianza per loro. Mc 6,10-11

150 DOMENICA ORDINARIO B

Gioiosa povertà In questo rempo in cui il nostro modo di mere viene seriamenre rimesso in questione ... J.n quesre settimane in cui vacanzieri e ospitanti si incontrano, il vangelo ci offre la sua luce e il suo inviro. Due segni cararrerizzano i discepoli che Gesù invia suUe strade della Palestina: la povertà. e iJl. bontà. L'l povenà che spoglia il dalle

del cuore, atrinra dal cuore stesso di Dio, che semina la gua.Ii­gione del corpo e deUo spinto. La gioiosa povellà cU Gesù e dei suoi discepoli ci dliama, oggi come ieri, aJla conver­sione.

.I,-:w.M,rl,· RI:do.

Q u.e.d::o ~c.o 1'\.0.~C.LU.t., L.,\.c.oJ'\.:l:w.Lto ~«..[[c. l'l.o~i:re ~i:rc..Je.., ",,S,co (t~h1..0 (o. fa IA~e kC.L L.f'\. ~er(, a rer 1'\.0 i.

"'->Ho_ rc.-ro C._ .~ rofeRcc.-.

Il profeta inatteso Amos! Il profera che disrurba e scon­volge! Pensace: un mandsiano e un coltivatore di sicomori che si mette a profetizzare! E poi quello che dke non è né reli­giosamente, né politicamente correr­[o . Se la prende con i grandi di que· stO mondo: re, cortigiane e conigia­ni che disprezzano e sfruttano i poveri del paese. Termini da bova­ro ... un linguaggio crudo, scioccante, così lontano dal parlare forbi[O . Ma Amos lo sa: è Dio che l'ha chiamaco e inviatO. Dio, amico e difensore ardenre dei poveri e dei piccoli. Nel nome di questo Dio, Amos parla in modo coraggioso. Nel nome di que· sto Dio anche noi dobbiamo parlare.

j.·M. Bedez

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IMMAGINI l1lglio (}I)

19 luglio 2009

16a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 6, 30-34

Gesù ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno

pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Mc 6,34

Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione

di loro, perché erano come peco­re che non hanno pastore, e si

mise a insegnare loro molte cose. (Mc 6,34)

160 DOMENICA ORDINARIO B

n buon pastore Che contrasto lra quesro "buon pastore" ideale, che vede una foUa smarrita e si commuove, e la realtà, cioè quello che facciamo noi. Siamo anche noi inquieti, commossi nel vedere la gente della nOSlra epoca. cercare senza avere pumi di rife­rimemo? Oppure siamo ranriSGlti solo dal fatto di non ;IVere il primo posto, il pOSto del "piccolo capo"? Ma è proprio La foUa di quelli che sono disorientati che è commossa e dle arrende qualcosa dai cristiani. n linguaggio dotto non serve a nulla: fin dall'origine la Chiesa è, in modo invisibile, un popolo santo, ma è anche, in modo del rutto visibile, un catalogo di qualità e di difeni umani. Tutto questo è tanro evidente da essere banale. Ad ogni sbaglio, che trova eco nei media, anche i più atei balCono sempre sullo stesso chiodo, aggiungendo: "E per di più era un prete!". Così come i Laici si arrendono di ricevere il buon esempio dai loro preti, allo stesso modo molte persone, più o meno lontane da.lla Chiesa, si attendono la stessa cosa dai cristiani: si aspenano che siano dei Iiferimenti solidi, degni di fiducia, che vivano quello che proclamano. Grazie al Battesimo rurti noi siamo sacerdoti, re e profeti. Thtti, dunque, dobbiamo essere dei "buoni pascori". Come Crisco, bisogna lasciarsi commuovere dunque dalla folla di quelli che non hanno ancora trova co chi scegUere come guida, come pastore. Non c'è nessuna predicazione migliore dell'esempio: L'esem­pio di coLoro che si .rifiutano di essere delle h>uide, dci piccoli capi e hanno solo l'ambizione di essere sinceramenre commossi dalle difficoltà e dalle arrese deL mondo in cui vivono. Il buon paslore è innanzituno colui che si merre al servizio degli altri, acrenco sia alle domande dello spirico che alle necessità del corpo, senza voglia di esercitare il porere, ma mosso piuttoSto dalla sollecitudine verso I"altro.

Jeall Devri€"7ull

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Vicino e lontano Noi siamo lontani da Dio, ma Dio è vicino a noi. Dio è più vicino a noi di quanto noi siamo lontani da lui. Amando li nostro prossimo, cioè chi è vicino a noi, noi amiamo [Oralmente il nostro prossimo: noi amiamo il nostro vicino che è accanto a noi e Dio che si fa sempre vicino a noi, anche quan~ do noi siamo lontani da lui (da Maestro Eckhart).

It'Wl Devrieudl

Page 43: 2009

IMMAGINI Luglio D<J

26 luglio 2009

17a DOMENICA ORDINARIO B

GV6,1-15

Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a

quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto

ne volevano. Gv 6,11

Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a

quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto

ne volevano. (Gv 6. Il)

170 DOMENICA ORDINARIO B

A partire da quasi nulla ... Ciò che mì blocca spesso, quando devo decidere, è la povertà dei miei mezzi. Ciò che spesso mi impedisce di fare, è la paura di non riuscire. Ciò che ostacola i miei slanci ed ì miei desideri, è la mancanza di ambizione umana e religiosa. Gesù, al contrario, non si lascia mai frenare da questi scali d'animo. Si slancia in avanti con nulla o quasi nulla, ma lo fa con fiducia e coraggio. Gesù, partendo da realtà mode­ste, riesce a rendere felici. La moltiplicazione dei pani e dei pesci, questo gesto pieno di sem­plicità, rappresenta una beUa dimostrazione di humour e di saggezza. Perché contiene allo stesso tempo l'menzione verso gli altri e il desiderio di confortarli. Sorprendendo i suoi discepoli e stupendo la folla affamafa, Gesù compie un atto di fede e di bene­volenza. Con tre volte nulla, ma con la grazia del Figlio di Dio, anche noi possiamo rendere felici. Bast.1 volerlo e conta­re su Dio!

Alaln Dallll"

I (.b~·»1.-fO Je((e V"-C"-l1...Z,e. ...

U. J-t. ""-o ,,"-e »:t o JL Ji.s te.l1...) LO M..e Ll1... D LO.

le.. feJLCLti.. t-erfe-l±e..!

Prender posto alla Tavola La moltiplicazione dei pani annuncia l'Eucaristia, che procura conforto all 'anima e nu tre la nosrra fede. Ad ognì Messa, cele­braca la domenica o durame la settimana, noi prendiamo posto aIla Tavola della Parola di Dio e alla Tavola del suo Pane. L'Eucaristia raduna, nutre e conforta il fedele nel suo cammino verso il regno di Dio.

AlatrI DOHiu.(

A. Donill'

Page 44: 2009

IMMAGINI Luglio O')

51u lio 2009 14a Domenica Ordinario B

Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua.

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19 lu lio 2009 16a Dome1f-ica Ordinario B

Gesù ebbe compassione di loro, percbé erano come pecore che non hanno pasrore, e si mise a

insegnare loro molte cose.

IMMAGINI DOMENICALI

12 lu lio 2009 15a Domenica Ordinario B

Gesù chiamò a sé j Dodici e prese a mandarli a due a due.

26 lu lio 2009 .17a D omenica O"dillario B

Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e 10 sresso fece dei pesd,

quanto ne volevano.

_________________________ PER LE CELEBRAZIONI_

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Processione Convento Vetrata

Page 45: 2009

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Page 46: 2009

IMMAGINI Luglio 09 TEMA: LA PREGHIERA (1)

La preghiera, un atto di fede La preghiera è un atto di fede e talvolta un atteggiamento, che tende a mantenere l'unione con Dio o con una persona scelta come mediatore di Dio. Può essere codificata o no, collettiva o individuale. Può essere isolata ed unica in una storia personale e spontanea oppure rituale e addirittura permanente. Si trovano principalmente tre tipi di preghiera: la preghiera d'interces­sione (con lo scopo di domandare un beneficio per qualcuno o per sé), la preghiera di confes­sione e la preghiera di ringraziamento.

Per il cristiano il "Padre Nostro" è la preghiera fondamentale, quella che ha insegnato Gesù. Per Tertulliano "la preghiera è il sacrificio spirituale che ha sostituito i sacrifici anrichi". La preghiera è un atto fondamentale della fede cristiana, vissuta come un'azione di grazie e di comunione con Dio, una comunione di spirito tra Dio e i suoi. È Dio, il Padre, che il credente prega nel nome di Cristo. Nel vangelo di Giovanni, Gesù indica ai suoi discepoli come pregare: "Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. ( ... ) In verità, in verità vi dico: se chiede­rete qualcosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena" (Gv capp. 14 e 16).

Alcune pratiche di meditazione, di digiuno e di veglia possono essere associate alla preghiera, così come le letture di testi, biblici o no. Per il credente Dio è dovunque e la preghiera per­ciò può avvenire in qualsiasi luogo.

Per il cristiano Dio è sensibile alla preghiera e per questo egli è certo di avere una risposta (talvolta secondo il desiderio espresso, talora in modo diver­

so, talvolta immediatamente, talora dopo qualche tempo). Alcuni cristiani hanno una rela­zione molto ardente con Dio, qualche volta addirittura movi­mentata e agitata, poiché gli parlano come ad un amico, come ad un padre, facendogli addirit­rura dei rimproveri ed esprimendo la loro collera. Nella religione cristiana 10 Spirito Santo, attraverso la fede, le Scritture, gli altri cristiani ed anche dei non credenti aiuta i discepoli a tro­vare la risposta da parte di Dio. In alcuni casi questa appare evidente e chiara, qualche volta addirittura pronunciata da Dio stesso, ma spesso risulta difficile o impossibile decifrarla imme­diatamente.

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IMMAGINI Luglio 09

La preghiera del ~atti~o

~uongior"o, Signore. ~razie per questa notte. n offro questa giornata che co~it1cla con tutto quello che reca con sé: gioie, pene, fatica. Voglio vlverla sotto Il tuo sguardo, nella pace e nell' a~ore. Insegnat\1i ad a..,are cot\1e te. Itesta con noi, Signore! Cot'lservaci "el tuo cuore!

Prendi iI tuo sorrìso e C(irru;Lw a ciii non ne ha mai avuti.

'Frenai un raBBio ca so[e e -mandaw adinfrangere re tenebre. Scoyri una sorBe·nte e pLL1'ifica chi è ne{ fal1fjo.

'Prendi una {a.cri11U1. e aeyonifa sul vo[to dì dit non sa yianaeYe. 'Premu i{ coraegio e m.ettuo ne[ cuore di chi non può .più wttare.

Scopri un senso a[[a vita e condividilo con chi non sa yiù tiove sta andàndò.

'Prendi netk tue mani {a Speranza e vivi nella Cuce crei suoi raggi.

'Prendi fa vontà a cfonafa a chi non sa yiù donare.

Scc;pyi r. amore e JafIo conoscere a tutti.

:/11. ~aJ1dlii

Beati quelli che sanno ridere di se stessi: non finiranno mai di divertirsi.

Beati quelli che sanno distinguere una montagna dal terric­

cio accumulato da una talpa: si vedranno risparmiati tanti

guai. Beati quelli che sono capaci di

riposarsi e di dormire senza cer­

care scuse: diventeranno saggi. Beati quelli che sanno tacere ed

ascoltare: impareranno cose

nuove!

Beati quelli che sono tanto intelli·

genti da non prendersi sul serio: _llIb::::::;:~~,

verranno apprezzati da chi li dr- .~ conda.

TEMA: LA PREGHIERA (2)"

Ave, o Maria,

tu sei la serva del Signore. La tua fede ci ha donato

il Figlio della promessa,

la sorgente della vita. O Santa Madre di Dio,

mostracì il Salvatore,

Gesù Cristo,

nostro fratello.

Apri! Se vuoi cne trastMetta la tua Parola, Sigt'lore. .. Apri I tMiei occni

!48JJ8(J/

perché HOtl vedaHo più ragazzi Heri, gialli o biaHcni. 'Ma ragazzi del 'Motldo. Apri i "dei orecchi perché HOt'llHtet'ldaHO più l' It'lglese, Il ciHese o l' ltallat'lo, iMa la Iitlgua del!' a'Micizla, Apri la iMia bocca perché le parole tlOH siatlo più violeHte, tristi o cattive, IMa parole d' a'More, Apri le 'Mie !MaHi perché HOH si aprano più solaiMetlte verso la !Mia fa'Miglia e i !Miei a!Mici, iMa anche verso quelli cne, al di là delle frotltlere, ~i par­lano di re, Apri il tMio cuore percné ti ascolti, fratello tMio, sorella !Mia, di qui e di là, perché sei tu, Sigt1ore, cne tMi attendi attraverso loro, Apri la IMia intelligeHza alla tua Parola perché tutta la iMia vita sia trastMessa a tuttI.

Beati siete voi se sapete guardare seriamente le piccole

cose, e pacificamente le cose serie: andrete lontano nella

vita.

Beati siete voi se sapete ammirare un sorriso e dimentica­re una smorfia: la vostra strada sarà soleggiata

Beati siete voi se siete capaci di interpretare sempre con

benevolenza gli atteggiamenti degli altri, anche se le appa­

renze sono contrarie: passerete per degli ingenui, ma la carità ha questo prezzo.

Beati quelli che pensano prima di agire, e pregano prima di

pensare: eviteranno tante stupidaggini.

Beati voi che sapete riconoscere il Signore in tUtti quelli

che incontrate: avete trovato la vera luce, avete trovato

l'autentica saggezza. josePh Folliet, prete del Prodo

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IMMAGINI Luglio O'J

~ hc 3wto la pat0lfe, polIO pretdcre la tva auto?

Mio Vm, ~ ~ wtt111\lW. che $(1110 bt Paradiso e IlOtI Ile posso plò:

V 0\1110 a"dare a trnvart q\lel povll'"EIto ohe ho IMtlato attdart all'll1fenlO. HJrSi. wol far r1torM I" Pan.dl!o... qui D. troppo "'edda.

TItibauld de Marly (morto ne1124 7) Festeggiato localmente 1'8 luglio

Dal 1235 fmo alla sua morte fu abate del monasrero di Vaux de Cernay, nella regione delle Yvelines, in Francia, dove si trovavano ben 200 monaci. Sempre il primo a Iev'arsi e l'ultimo ad andare a dormire, spazza­va i corridoi, puliva i gabinetti, pon.a­va le pierre ai muratori. Il re san Luigi anribuiva alle sue preghiere la gioia di aver po[U[O avere una famigUa nume­rosa.

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Beata Carlotta e compagne (1715-1794). Festeggiata il 17 luglio

Nara nel 1715 a Mou}', è carmelitana. Un decreto del 1790 sopprime gli Ordini religiosi conremplativi. Le 21 religiose continuano a testimoniare la loro fede, ma nel 1792 vengono espul­se dal loro convento. ]l 23 giugno 1794, durante il periodo del Terrore, 18 di loro vengono arres(arc. Giudicate e condannate a. morte il 17 luglio, vengono ghigliottinate la sera stessa, in pialZa deUa Nazione, a Parigi. 110m corpi vermero sepolti nel cimite­ro di Picpus, in UIl.'1 fosse comune, dove si trovano ancora.

HUMOUR - SANTI

Giulietta (morta nel 303) Festeggiata localmente il 30 luglio

Visse in Cappadocia. La sua sroria ci è giunta gr-J.Zie al sermone di san Basilio di Cesarea. Era di famiglia ricca, ma colui che gestjva i suoi beni la spogliò di ogni cosa. Durame lo svolgimento del processo che si ebbe in tribunale, quando il dibattito stava per volgere a suo favore, qualcuno gridò che una cristiana non poteva andare in uibu­naie e chiedere giustizia. il presidente le colse allora la parola e le inùmò di offrire l'incenso agli idoli . Essa si rifiutò e fu quindi condannata inune­diatamenre ad essere arsa viva. /40_0905

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IMMAGINI Luglio ()')

J.lS-'OOJ

VARIAZIONI

Il Signore delle vacanze

Tu sei il Signore delle vacanze, ma non solo delle vacanze scolastiche o delle ferie pagate!

No, tu sei il Signore delle vacanze ... perché la vita quotidiana ci sflnisce

e le vacanze sono l'occasione per fare il pieno di energia, di salute e di gioia.

Il nOStro cuore non e abbastanza vuoto per ascoltarti. Il lavoro, le preoccupazioni, i disagi sono ospiti ingombranti.

Per abitare il nostro cuore. Signore. tu vorresti che ci fosse un po' di spazio. un po' di vacanza.

Se noi vogliamo fare il pieno del tuo amore bisogna che ci liberiamo di ciò che ostacola l'amore

e dell'egoismo che ci fa ripiegare su noi stessi.

Tu. Signore, che vieni ad abitare nei nostri cuori, aiutaci a rientrare in vacanza per ritrovarti,

anche quando il vento delle vacanze sarà passato. Sìi il Signore dell'estate, donaci tutta la tua tenerezza

perché non ti perdiamo quando le vacanze sono finite.

/4.\ 'U()ti

Quando mi alfen~a l'amore o l'amicizia, una sola cosa conta:

aprire la mia casa perché vi si possa ent1'are agevolmente e strine..ersi a frotte.

Charles Singer; Tesoro

Page 50: 2009

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ti e

Il g

ua

rt E

si m

erav

iglia

va d

ello

loro

Inc

redu

lità.

Ges

ù pe

rcor

reva

I v

illag

gi d

1nto

mo,

Ins

egna

ndo.

'Mol'tlO",l~1

Page 51: 2009

2 ~I

~

Bu

on

gio

rno

. am

ici!

In

qu

est

o p

eri

od

o d

i v

acan

ze c

am

bia

mo

rit

mi

ed

att

i­v

ità.

no

n a

nd

iam

o a

sc

uo

la.

no

n a

bb

iam

o i

nte

rro

gazio

ni

e co

mp

iti .

.. I

l v

an

gelo

di

og

gi

ci r

iferi

sce l

o st

up

ore

di

co

loro

ch

e c

red

ev

an

o d

i co

no

scere

Gesù

... (

le s

ue a

tti·

v

ità.

i su

oi

gest

i. l

e su

e a

bit

ud

ini)

. M

arco

ci

racco

nta

an

ch

e l

a re

azio

ne d

i G

esù

ch

e c

on

sid

era

co

n l

uci

dit

à i

loro

in

terr

og

ati

vi

e ri

mett

e i

n c

au

sa l

a lo

ro m

an

can

za d

i fe

de.

Ecc

o a

lcu

ne s

pie

gazio

ni

ch

e v

i ri

sult

era

nn

o u

tili

p

er

cap

ire c

hi

è G

esù

e

il m

od

o i

n c

ui

ci i

nv

ita

a v

iver

e la

no

stra

vit

a co

n D

io.

suo

Pad

re,

seg

uen

do

il

suo

in

se-

gn

am

en

to.

Ven

ne

nel

la s

ua p

atr

ia

Ges

ù è

viss

uto

a N

aza

ret

pe

r lu

ng

hi

anni

. li è

cre

sciu

to e

d ha

im

pa

rato

il m

est

iere

di

Giu

sep

pe

. im

me

rso

nel

la v

ita

tra

nq

uill

a e

n

elle

tr

ad

izio

ni

di

qu

el

pic

colo

vi

llag

gio

d

ella

Ga

lile

a.

AI

mo

me

nto

sta

bili

to,

pe

rò.

lasc

ia

il su

o vi

llag

gio

, i

suoi

a

mic

i, la

su

a fa

mig

lia

e p

erc

orr

e

la

Pa

lest

ina

p

er

an

nu

nci

are

la

B

uona

No

vella

. Il

test

o d

i o

gg

i ci

ra

cco

nta

il

rito

rno

ne

lla s

ua

pa

tria

e l

'acc

og

lien

za

che

gli

rise

rva

no

i s

uoi

com

pa

esa

ni.

Ess

i ha

nno

inte

so

mo

lte

co

se

su

di

lui:

lo

stra

ord

ina

rio

m

ess

ag

gio

che

p

ort

a,

i d

sce

po

li e

le f

olle

ch

e l

o se

gu

on

o,

i m

ala

ti

che

ven

go

no

gu

ari

ti ..

. M

a

qu

an

do

G

esù

arr

iva

, no

n sa

nn

o

più

co

sa

pe

nsa

re:

alc

un

i re

sta

no

a

mm

ira

ti,

alt

ri

lo

crit

ica

no

o

vog

lion

o

ad

dir

ittu

ra

sba

razz

ars

i d

i lu

i. ..

Rim

anev

ano

stu

pit

i e

dic

evan

o:

"Da

do

ve

gli

ven

go

no

qu

est

e c

ose

?"

Ges

ù va

nel

la s

ina

go

ga

, in

gio

rno

di

sab

to

e si

me

tte

ad

in

seg

na

re:

fa

nel

suo

pa

ese

qu

ello

che

ha

con

tin

ua

to a

fa

re d

a q

ua

nd

o è

pa

rtit

o.

Qu

elli

ch

e

lo

con

osc

eva

no

da

p

rim

a,

da

ll' in

fa n

zia,

n

ell

'asc

olt

a rl

o

rim

an

go

no

so

rpre

si!

E s

i d

om

an

da

no

: "D

a

do

ve g

li

Ges

ù h

a d

etto

R

itro

va l

e fr

asi

ch

e G

esù

ha v

era

men

te p

ron

un

cia

to e

barr

a l

a case

lla c

on

un

X.

Se h

ai

qu

alc

he d

iffi

co

ltà,

rile

gg

i il

van

gelo

del

gio

rno

.

1.

"Un

pro

feta

è a

ma

to s

olo

ne

lla s

ua

pa

tria

. tr

a i

su

oi

pa

ren

ti e

in

ca

sa s

ua

".

2.

"Un

pro

feta

no

n è

ap

pre

zza

to c

he

ne

lla s

ua

pa

tria

, tr

a i

su

oi

pa

ren

ti e

in

ca

sa

sua

".

3.

"Un

pro

feta

no

n è

dis

pre

zza

to s

e n

on

ne

lla s

ua

pa

tria

, tr

a i

suo

i p

are

nti

e i

n c

asa

su

a".

4.

"Un

pro

feta

no

n è

co

mp

reso

ch

e n

ella

su

a p

atr

ia,

tra

i s

uo

i p

are

nti

e i

n c

asa

su

a",

"C"

com

e ca

rpen

tier

e -

"M"

com

e M

ari

a

Oss

erv

a b

en

e q

uesta

ill

ust

razio

ne d

el

van

gelo

e r

itro

va i

l m

ass

imo

di

paro

­le

ch

e c

om

incia

no

co

n l

a le

ttera

"e

" o

"M".

"- ~ I C

o ~

Page 52: 2009

Le p

aro

le i

nco

mp

lete

R

iem

pi

le c

ase

lle b

ian

che

co

n l

e le

ttere

ch

e m

anca

no

, p

er

rico

stru

ire

le

par

ole

ch

e f

igu

ran

o n

el v

ang

elo

.

INsD

GN

DR

D

sT

Dp

DT

D

sD

pD

EN

DA

PR

DD

DG

D

FD

LD

GD

AM

D

pD

RC

DR

RD

vD

Seg

uire

Ges

ù O

sserv

a b

en

e q

uest

o l

abir

into

e t

rov

a il

perc

ors

o c

he p

erm

ett

e a

i d

isce

· p

oli

di

seg

uir

e G

esù

, se

nza p

ass

are

att

rav

ers

o il

gru

pp

o d

i q

uel

li c

he d

ub

tan

o d

i lu

i e

sen

za p

erc

orr

ere

alt

re s

trad

e c

att

ive!

[0;

~ ;, ~

ven

go

no

qu

est

e c

ose

?",

co

me

se

no

n lo

co

no

sce

sse

ro

più

...

Ass

iem

e a

d

ess

i no

i sc

op

ria

mo

cn

e G

esù

è i

l F

iglio

di

Dio

ed

è da

lu

i ch

e h

a ri

cevu

to t

utt

i i

do

ni

che

fa

nn

o d

i lu

i q

ue

llo c

he

è e

ch

e e

gli

con

di·

vi

de

con

tu

tti

qu

elli

ch

e i

nco

ntr

a!

ilE

ch

e

sap

ien

za

è q

uell

a

ch

e

gli

è

sta

ta d

ata

? E

i p

rod

igi

co

me q

uel

li

co

mp

iuti

dall

e s

ue m

an

i?"

Ne

l te

sto

l'u

dit

ori

o d

i G

esù

si

inte

rro

ga

; ri

con

osc

on

o la

sa

pie

nza

de

lle s

ue p

aro

le e

l'e

ffic

acia

m

ira

colo

sa

de

i su

oi

ge

sti.

H

an

no

ben

co

no

sciu

to i

l ra

ga

zzo

ch

e e

ra,

che

è c

resc

iuto

in

mez

zo a

lo

ro,

ma

fan

no

fa

tica

a r

ico

no

sce

re i

l d

ivin

o p

rese

nte

in

qu

ell'

uo

mo

ch

e r

ito

rna

tra

lo

ro ..

. E

tu

tta

via

, a

ll'e

po

ca d

i G

esù,

la

fed

e n

ei

mir

aco

li,

nei

qu

ali

si

rico

no

sce

va

l'in

ter·

ve

nto

di

Dio

. e

ra

mo

lto

più

fo

rte

ch

e

al

no

stro

te

mp

o.

Bis

og

na

p

erò

a

mm

ett

ere

ch

e l

a d

ista

nza

ci

pe

rme

tte

di

rico

no

sce

re

più

faci

lme

nte

in

G

esù

il

Fig

lio

di

Dio

, so

pra

ttu

tto

alla

lu

ce d

ella

sua

ri

surr

ezi

ne,

e q

uin

di

di c

om

pre

nd

ere

me

glio

i su

oi

ge

sti

e le

su

e p

aro

le,

la

sua

ste

ssa

esi

· st

en

za!

Il f

ale

gn

am

e.

il fi

gli

o d

i M

ari

a,

il fr

a­te

llo

di .

..

Da

qu

an

do

ave

va d

od

ici

ani

fin

o a

ll'e

tà d

i tr

en

ta

Ges

ù vi

ve a

Na

zare

t. d

ove

aiu

ta

Giu

sep

pe

, il

fale

gn

am

e d

el p

ae

se,

che

gli

fa d

a p

ad

re;

mo

lti

test

imo

ni

l'ha

nn

o v

isto

la

vora

re d

ura

me

nte

co

n l

e su

e m

an

i! S

ua

m

ad

re,

Ma

ria

. è

sta

ta

pre

sen

te

in

tutt

e l

e t

ap

pe

de

lla s

ua v

ita

: l'h

a a

iuta

to a

cr

esc

ere

e

l'ha

a

cco

mp

ag

na

to

nell

'esi

· st

en

za d

i o

gn

i g

iorn

o,

fino

ai

p

ied

i d

ella

cr

oce

. M

olt

i d

eg

li a

bit

an

ti

Na

zare

t l'h

an

no

vi

sta

ci

rco

nd

are

il

suo

fi

glio

di

A

mo

re e

tra

sme

tte

rgli

la s

ua f

ed

e i

n D

io!

La

pa

rola

"f

rate

llo

" n

ella

B

ibb

ia

vie

ne

u

sata

in

un s

en

so p

iù l

arg

o:

pu

ò d

esi

gn

re

un

fra

tello

, m

a a

nch

e

un

cug

ino

, un

p

are

nte

acq

uis

ito

o a

dd

irit

tura

un

a

mic

o

mo

lto

ca

ro ..

. AII

'ep

oca

. co

me

o

gg

i d

el

rest

o.

po

teva

in

dic

are

an

che

un

le

ga

me

di

fra

tern

ità

ch

e n

on

è f

on

da

to s

ul

san

gu

e,

ma

sulla

co

mu

na

nza

di

spir

ito

. In

alt

ri l

er·

min

i. a

llo s

tess

o m

od

o i

n cu

i no

i co

nsi

de

­ri

am

o

tutt

i fr

ate

lli

gra

zie

al

B

att

esi

mo

. G

esù

ave

va

an

ch'e

gli

de

i fr

ate

lli

e d

elle

so

relle

al

suo

te

mp

o,

e q

ue

lli c

he l

o c

on

sce

van

o l

i ch

iam

ava

no

pro

pri

o c

osì!

E

spri

me

nd

o q

ue

sti

inte

rro

ga

tivi

su

ll'o

rig

i­ne

e l

'ide

nti

tà d

i G

esù

, la

ge

nte

di

Na

zare

t ri

cord

a q

ue

llo c

he

sa

di l

ui.

ma

sì c

op

re g

li o

cch

i su

lla s

ua a

ute

nti

ca i

de

nti

tà!

Un

pro

feta

no

n è

dis

pre

zzato

.••

Il n

ost

ro r

acc

on

to p

rese

nta

Ges

ù co

me

un

pro

feta

ed

eg

li st

ess

o a

pp

lica

a s

e s

tess

o

il p

rove

rbio

: "n

ess

un

p

rofe

ta

è b

en

e

acc

ett

o in

pa

tria

" (L

c 4

.24

). I

n a

ltre

pa

ro­

le.

Ge

è d

isp

rezz

ato

, m

en

tre

p

rop

rio

p

erc

lo

si

co

no

sce

. lo

si

d

ovr

eb

be

a

pp

rezz

are

ed

acc

og

liere

. C

i si

in

terr

og

a,

lo

si

giu

dic

a.

si

rim

ett

e

in

dis

cuss

ion

e

qu

ello

ch

e f

a, l

o si

co

nd

an

na

, no

n si

tie

ne

co

nto

dei

su

oi g

est

i e d

elle

su

e p

aro

le.

non

lo s

i co

mp

ren

de

, lo

si

ign

ora

... M

a s

i re

ag

i. re

bb

e d

ive

rsa

me

nte

og

gi

se

qu

alc

un

o d

i no

i si

a

lza

sse

p

er

dir

e c

he

è

l'In

via

to d

i D

io?

Op

pu

re a

nch

e n

oi

dir

em

mo

: "P

er

chi

si p

ren

de

?".

La

lo

ro i

ncre

du

lità

I d

isco

rsi

de

i p

rese

nti

riv

ela

no

la l

oro

man

o ca

nza

di

fed

e

in

Ge

sù,

e in

D

io.

Il lo

ro

att

eg

gia

me

nto

st

up

isce

G

esù

, p

erc

si

tr

att

a d

i a

mic

i. di

ge

nte

ch

e l

o c

on

osc

e e

ch

e

cre

de

va

di

con

osc

ere

... I

n o

gn

i ca

so

eg

li n

on

vie

ne

me

no

al

suo

co

mp

ito

, a

nch

e

se

rin

un

cia

ad

im

po

rsi;

"E

Il

non

po

teva

co

mp

iere

ne

ssu

n p

rod

igio

, m

a so

lo im

po

se

le m

ani

a p

och

i m

ala

ti e

li

gu

arì

". I

l te

sto

ci

mo

stra

du

nq

ue

ch

e G

esù

co

nti

nu

ò il

su

o

pe

rco

rso

e l

a su

a m

issi

on

e.

Do

po

ave

r sc

op

ert

o i

l b

ran

o e

van

ge

lico

di

og

gi,

rif

lett

i un

po

co e

po

i sc

rivi

qu

i so

tto

co

me

p

uo

i a

nch

e

tu

rico

no

sce

re

chi

è ve

ram

en

te G

esù

e

com

e e

gli

ci

do

na

di

acc

og

liere

Dio

ne

lla n

ost

ra v

ita

, se

gu

en

do

il

suo

in

seg

na

me

nto

.

Page 53: 2009

Un

rom

pic

apo

Q

ue

sto

ro

mp

ica

po

pu

ò e

sse

re r

ea

lizza

to i

n le

gn

o (

se t

uo

pa

o u

n a

ltro

ad

ult

o h

a d

eg

li a

ttre

zzi

e d

el

ma

teri

ale

da

fa

leg

na

me

ria

) o

pp

ure

in c

art

on

e.

Ti

pe

rme

tte

rà d

i d

ive

rtir

ti c

erc

an

do

la s

olu

zio

ne

giu

sta

... T

occh

erà

anch

e a

te m

et­

tere

i t

uo

i ta

len

ti a

lla p

rova

, d

i sc

op

rire

"il

mir

aco

lo d

ei t

uo

i d

on

i" g

razi

e a

lle t

ue

man

i. al

la t

ua

in

telli

ge

nza

, al

la p

azie

nza

ed a

lla f

ede.

Riu

scir

ai

a fa

re c

ose

pro

di­

gio

se!

Ti

serv

on

o:

un p

ezzo

di

leg

no

(se

un

ad

ult

o

pu

ò a

iuta

rli,

con

tu

tti

gli

stru

me

nti

n

ece

ssa

ri a

ta

glia

rlo

e p

rep

ara

rlo

) o

pp

ure

un

fog

lio d

i ca

rto

nci

no

QE~~

GGP~~~

una

rig

a

una

ma

tita

un

fo

glio

di

cart

a c

arb

on

e

dei

pe

nn

are

lli o

dei

pa

ste

lli c

olo

rati

o an

che

deJl

a ve

rnic

e

forb

ici

o cu

tte

r

r=r=r1

~. tc

d)

~ R

ealiz

zazi

one:

1. C

on

l'a

iuto

de

lla c

art

a c

arb

on

e r

ipro

du

ci s

ul c

art

on

cin

o o

sul

le

gn

o il

mo

de

llo d

i ro

mp

ica

po

ch

e tr

ovi

q

ui

acc

an

to.

2. R

ita

g li

a og

ni

pe

zzo

t, 1.5"

,

seg

ue

nd

o

i co

nto

rni

pe

r o

tte

ne

re

il q

ua

dro

e

le

sett

e f

orm

e d

ive

rse

. 3.

Se

lo

d

esi

de

ri

pu

oi

de

cora

re c

on

co

lori

dif

fe-

ren

ti o

gn

i pe

zzo,

a s

eco

n-

da d

ella

tu

a i

spir

azio

ne.

7,5

~Pfl

I

4. U

na

vo

lta

te

rmin

ato

, p

uo

i m

ett

ert

i a

gio

care

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2 agosto 2009

18a DOMENICA ORDINARIO B

Gv 6,24-35

"Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita

eterna e che il Figlio dell 'uo­mo vi darà".

Gv 6,27

Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna

e che il Figlio dell'uomo vi darà.

(Gv 6.27)

Il I

18a DOMENICA ORDINARIO B_ n dono del Padre Il nutrimento, il pane ... gli inre.rlocutori di Gesù non possono fare a meno di pensare all'epopea eroica dell'esodo in cui Dio aveva [ano pio\'ere la manna per manifestare al popolo ebreo la sua provvidenza e la sua fedeltà. Ed ecco che Gesù parla di un pane di vira che non è il prodono di questa terra e non è destinatO a saziare il corpo, di un pane che non somiglia a quello che Mosé ed j suoi avevano raccolto nel deserto, di un pane che sorpassa infinitamente quello che è statO disrribuito alle folle qualche tempo prima. {[ vero pane, quello che Gesù evoca, è lui stesso, dono definitivo del Padre aglì uomini che ama!

mb/ls. Cbrislioll J6'alZ

c,e.s~\ ~~ m..et±e J'Le((e l't..ojtre »L"-J'LI­

r-en~k~ J1..oi. c.i. "-ffi.cli."-11"LO Ci,((e ~ u-e..

Si. JOJ1..fi.. "- n..oi r·ercké J1..oi.. to i{OJ1..~"-m..o fi..6L~ "-Lb,.~. /49_/303 mrm.s.. C. Kral:;:

Jd9_1305

Che cosa desideriamo? Dj che cosa abbiamo fame e sere? Molto spesso noi somigliamo ai nostri co me mporanei e so­gniamo denaro, pote­re, considerazione, sicurezza, comodità, rumore, velocità, eva­sione ... Crediamo che saremo più felici pos-sedendo di più, mentre il cuore dell'uomo è così gran­de che solo un amore divino, infinito, eter­no riesce a colmarlo!

mons. C. Kralz

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IMMAGINI Agosto 09

9 agosto 2009

19a DOMENICA ORDINARIO B

Gv 6,41-51

"lO sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di

questo pane vivrà in eterno". Gv6,51

lo sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

(G\' 6,51)

190 DOMENICA ORDINARIO B

Ancor più vicino ... Le relazioni che noi intratteniamo con qualcuno sono di intensità variabile. Vi sono persone, infatti, con le quali cominuiamo a mamenere una cena discan­za. Con altre, al concrario, siamo più vidni: è quanto accade tra congiunti, tra

ge n.i tori e figli, era amici. È una prossimirà di questo genere che il CriStO ci

propone. Egli ha compiuto il primo

passo, come ci viene ricordato nel vangelo di oggi: è disceso dal cielo, ha la­sciato la sua prossimità con il Padre per dimorare tra noi. Nel passato, ai tempi dei profeti, Dio aveva già cercato questo prossimità, venendo ad abitare tra i suoi fedeli: "La mja parola è molto vicin..'1 a [e, è nella rua bocca e nel mo ruore, perché ru la mena in pratica" (Dr 30, 14). Ma "ruscendendo dal cielo" Gesù si avvicina ancora di più agli uomini. 6no ad invitarli alla sua (avola, per donare loro il pane della vica.

Marcel Me4--ger

CO'Re. .\c...",,- Pc...o(o, Co-J1.c.ke. ",-<,i. ~i.c .. mo JcÒ(~ Co-r-rY'eKJi.~ti c..Llu. .. ~ C-l-tO le.. cfe.( m..~ÒL~o Y'C- Jc~ m..~·b-j_, Ce..\ iL,

~r,e ~L j,"'Ò>LG.. eo( j,<LO StirLtoo

Un pane per il cammino

Dio non abbandona mai i suoi: la storia di Elia lo mostra chiara­mente. Dio, infatti, gli ha manda­to il pane per proseguire il cam­mino. Egli fa la steSsa cosa con noi: il pane del cammino è talvol­ta una buona parola, un messag­gio, una frase del vangelo, una lettera, una telefonata. Anche noi, così, possiamo essere l'angelo che reca un messaggio o un segno di incoraggiamento perd1é qualcuno riprenda la sua via.

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IMMAGINI Agosto 09

15 agosto 2009

ASSUNZIONE DELLA VERGINE MARIA

Le 1, 39-56

"Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo".

Le 1, 44

E beata colei che ha creduto nell'adempimento

di dò che il Signore le ha detto.

(te 1.45)

~ ASSUNZIONE DELLA VERGINE MARIA"

Ave, o Maria Ave, o Maria, Madre del "sì" offerto senza condi7joni. Tu ti sei donata interamente perché nascesse il salvarore. Parlami del tuo cammino di fede per seguire il Dio d'amore.

Ave, o Maria, Madre della tenerezza, dal cuore generoso, Tu hai visto crescere il tuo figlio, tu l'hai portato, l'hai amato. E nel silenzio del tuo cuore, hai cercato di comprendere, senza mai giudicare. Parlami del tuo cammino di fede per seguire il Dio d'amore.

Ave, ° Maria, Madre del coraggio e della generosità. Tu hai seguitO il mo Figlio per le srrade della Palestina, hai sofferto con lui fino alla morte, hai creduto in lui. Parlami del tuo canunino di fede per seguire il Dio d'amore.

Ave, o Maùa, Madre di turti gli uomini. Fa' brillare i nostri OCd1i della tua gioia e infiamma la nostra vita della tua sperJJ1Z.'. Dio ri ha scelta e tu sei benederra fra turte le donne. Parlanù del tuo cammino di fede per seguire il Dio d'amore.

Cbrisrllll' Rdnholr

lo Sf-il~ao li 0;..(:> kc... ;"11..VC" •.. ~o iL hl<.) C H.. o re., Mc...l~~c....

I (tu.o vo(.L:o rifLette le... ~e..rel1..l..iÌ;.. ,(e..L tu.o "~LI).

Modello d'amore Maria, Madre dì Dio, tu sei suenzio, ru sei presenza. Tu sei pazienza, tu sei fedeltà. Tu sei contemplazione, tu sei lode. Tu sei dono rotale e amore offerto per sempre.

ChriSline Htinbolr

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IMMAGINI Agosto ()~)

1 6 agosto 2009

20a DOMENICA ORDINARIO B

Gv6,51-58

"lo sono il pane mo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo

pane vivrà in eremo". Gv 6,51

Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e moriro-no. Chi mangia questo pane

vivrà in etertlo. (Gv 6,58)

200 DOMENICA ORDINARIO B"

Sono diventati matti Ve ne ricordate? È passaw solo un anno ... Ci sembrava di essere rimmati al tempo in cui il popolo d'Israele nel deseno aveva anch'esso smarrim il buon senso. 1\.mo l'oro e l'argento erano serviti per fare un vitello d'oro e si danzava di gioia attorno all'idolo. Farti accaduti alcune migUa di annj L"l! Ma anche oggi si presenta stessa smDa. La stessa follia e, come sempre, è sempre il popolo a fame le spese. I grandi guru del vitello d'oro hanno messo tutto al sicuro nella loro banca. I piccoli, invece, vivacchiano con seicento euro al mese. se non dì meno ... Sopravvivono. I saggi che dicevano: '~nenti, sta per esplodere rutto il sistema" venivano trattati da Cassandre dai grandi sacerdoti della "finanza creativa". La Bibbia ci dice: "Se mancate di saggezza, venite a me". Abbandonate la vostra follia, e vivrete. Era ieri, direte. Oggi non siamo più saggi? Dio vuole che finisca il più presw possibile il tempo dei folli e che la sapienza di Dio venga ad abitare nelle nostre città.

Robert Rlbcr

s~_ J-1..oJ-1. ~L rGc-ki..«-. J-1..U((~, ~i.~erJc. iJ Ju;_,(el-~o IL vi..vet"e.

Se ~L -ri_~ekiu_ tM.1:to, ~i. r-elAJe la- te.Stc....

Si perde ... si vince ...

Certo, tutti abbiamo bisogno di denaro per vivere, ma il peccaco consiste nel vivere per il denaro. Quando ci si consacra rutti al vitello d'oro, si finisce col perdere la pro­pria anima. Si ottiene invece la pace del cuore, quando invece si lascia emer­gere la fame: fame di Pane per il cammino, fame del Totalmente Altro.

Robert Rlber

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IMMAGINI Agosto il'}

23 agosto 2009

21a DOMENICA ORDINARIO B

Gv 6,60-69

"È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla;

le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita.

Ma tra voi vi sono alcuni che non credono ... "

Gv 6,63-64

È lo. Spirito. che dà la vita, la carne no.n gio.va a nulla;

le paro.le che io. vi ho. detto. so.no. spirito. e so.no. vita. Ma tra voi vi so.no. alcuni

che no.n credo.no. ... (Gv 6, 63-64)

Il 21 a DOMENICA ORDINARIO B_

Con te noi sappiamo dove andiamo Da chi andremo, Signore? A forza di trascinarci per le strade del mondo abbiamo conosciuto lunghe notti dì solitudine e di scorag­giamento. Solirudine davanti alla miseria degli uomini, con l'impressione amara di essere gli unici a vedere ciò che non funziona. Scoraggiamento davanti ad un cantiere tal­mente immenso che non invoglia a mettersi al lavoro. Da chi andremo, Signore? Tu apri i nostri occhi e ci insegni a guardare con il cuore. Th apri le nostre mani e ci inviti a donare più del superfluo. Tu collochi il perdono al centro della nostra vita. Tu affermi che l'amore viene sempre per pruno. Tu deponi nel cuore della nostra esistenza ciò che ci per­metce di vivere e di costruire un mondo umano e fraterno ... Da chi andremo, Signore? Anche se con te non mancano le sorprese nella nostra vita quotidiana, almeno sappiamo dove andiamo ...

lncSedn

'4,)_'7~J

Se nOH_ .>e.i- J~'r-0.s.to Ci- ~.s.c.i.u.l"'-l:i '>C.OH---VO[S-""C'

C~.LL>IAc... »'0»' .s.e.i. r-l~OJ-1..tO c...d. Lnten-Jere

[e.<- Pe.<-1"O[e.<- JeJ S~Ò"-01"e..

La fiducia Dio ci invita alla verità e per questo sconcerta. Dio si dona intera­mente. Con lui c'è sempre il nuovo. È

arrivato il momen­to, allora, di uscire dalle nostre idee ri­stretce. Dio dà la vita eterna a chi crede in lui e lo la­scia libero di fare la sua strada. Ma pren­dere la sua via signi­fica dargli fiducia fin dall'inizio, anche se questo ci porta in luoghi sconosciu­ti ...

I. Ile SltnJl

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IMMAGINI .'\gosto 09

30 agosto 2009

22a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 7, 1, .. 23

"Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa ren­derlo impuro, Ma sono le cose

che escono dall'uomo a renderlo impuro", Mc 7,15

Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa

renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a

renderlo impuro. (Mc 7, 15)

22a DOMENICA ORDINARIO B

I nostri piccoli aggiustamenti Avere un mestiere, possedere una casa, avere dei figli, condurre una vita sociale" ,In podle parole, essere una persona ben inserira nella società, rutto quesro dovrebbe bastare, E quanti sfoai già ci vogliono per raggiungere questa condizione! Ebbene, Gesù ci merre in guardia: arremi a non correre dietro ad alcune norme sociali, a conformarsi ad esse",ma solo in superfi- MrH!Mm ~Wrrt~ eie ... La mia casa, così bella e pulira, è fatta per accogliere? La mia famiglia è un luogo di pace? Di educazione al vivere insieme? Il mio lavoro mi induce a ren­dere un servizio alla società? Sono solidale con i miei colle­ghi? Il dono o l'acquisto che ho fatto mì hanno fatto riflettere sulle mia relazione con i beni, sul mio modo di consumare? Forse bisogna che sottomettia­mo le nonne che ci abitano alla luce del Vangelo,

Be1l

Cìe~ iL ~».Jk- LJtL frk-».tl.-L'WLL ce.rte co~tr-i.z. i..O»,L.

L"- (e;sse Je(('AnLore re».Je (-i.berL.

La Chiesa nasce ancora ...

Ci sono talmente cante cose da fare, L'urgenza del quoti­diano ci travolge" ,Il lavoro, un appuntamento, un biglietto da scrivere, A ben rìflettere, tuttavia, c'è sempre una buona ragione che ci impedisce di metterei all'ascolto e di mettere in pratica la Parola. La prima cappa consiste nel valeria, Poniamo delle basi solide: "Sì, Signore, io vengo a te con rutto quello che sono",

Beli

BenI

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IMMAGINI Agosto 09

2 agosto 2009 18a DomettiCLI Ordinario B

Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo

che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà.

16 agosto 2009 20a Domenicn Ordiutlrw B

lo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo

pane vivrà in eterno.

9 agosto 2009 19a Domenica O,'dinario B

lo sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo

pane vivrà in eterno.

23 agosto 2009 21a Domenica O,'dinario B

È lo SpirilO che dà la vica, la carne non giova a nulla; le parole che io

vi ho detto sono spirito e sono vita.. Ma tra voi vi sono alcuni che

non credono ...

IMMAGINI DOMENICALI

15 agosto 2009 AssutlziotW di Maria

Beata colei che ha creduto nell'adempimenro

di ciò che il Signore le ha detto.

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30 maggio 2009 22tl Domenica Ordin~/rio B

Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa ren­derlo impuro. Ma sono le cose

d1e escono dall'uomo a renderlo impuro.

- ... _______________________ PER LE CELEBRAZIONI_ /49_/907 149_1jH)8 149_J909

Pellegrini Festa dell' Assunzione Incontro di preghiera

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Oh. è Ulla cosa aetadllta allthe Il lIIe 2 O O O alllli fa.

Ho fatto UII Noovo r t.!talllcmto.

HUMOUR - SANTI

Vio. 11011 Ile posso pia, sottO O ulrto IIIll1tO tOIIOIlcluto della terra

POlIIl!lllco. ~ r1cordl n ItO'IIt del salItO ~ eoIIOStlllfl) $lilla trrra 1 CJ'C=~=-----==~~

Salomé (l'' sec.) Festeggiata il 3 agosto o il 22 ottobre

Sposa di Zcbedeo, uno dei principali pescarori di Be(saida, e madre degli apostoli Giacomo e Giovanni, era era quelJe che seguivano Gesù e lo servi­vano. Aveva tentaro di assicurare ai suoi due figli i primi posti accanto al Cristo (Mc 20, 17-28), nel Regno di Dio. Era ai piedi della croce e fu anche fra quelle che acquistarono degli oli aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù e che la domenica trovarono la tomba VUOTa .

Pio. VOllevo rbtgrazbrlt ora 10110

Il UIItO più b<weafO dIa/l uo~itll i dalle do""t.

Lorenzo di Roma (210 circa-258). Festeggiato il lO agosto

Nato in Spagna, , è arddiacono all'epoca di Sisto ilO. Viene sonoposto al manirio all'epoca di Valeriano, imperatore roma­no, che aveva deciso di mandare a morte runi i responsabili della Chiesa. Secondo la leggenda, Lorenzo avrebbe disrribuilO i beni della Chiesa ai poveri. Quando gli venne intim.alO di consegnarli, mosrran· do la [oUa dei poveri, avrebbe risposto al prefetto romano: "Ecco i tesori della Chiesa", Lo giustLziarono collocandolo su una graticola di ferro, :LlTOvencaca con carboni ardenti. È il patrono dei cuochi, dei pompieri e dei rosticceri .

Stefano di Ungheria (morto nel 1038)- Festeggiato il 16 agosto

Re di Ungheria, fu il primo a consacra­re il regno a Maria. Sposò santa Gisella, soreUa deU'imperatore di Gennania Enrico rr. Nei qU<lram·a.nni in cui eser­cirò il porere si impegnò ad organizza­re e cristianizzare il suo nuovo regno, fondando 0[(0 diocesi e numerosi monasteri, facendo arrivare dei mi-;sio­nari dalla Baviera e dalla Boemia e co­srruendo molce chiese per i fedeU. Lasciò il ricordo di un grande re, di un uomo irreprensibile e di una immensa bonEà.

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IMMAGINI . \gos/o (1<)

149j2M

VARIAZIONI

Signore, fa' di me uno strumento della tua pace. Dov'è odio, ch'io porti l'amore; dov'è offesa chio porti Il perdono; dov'è dubbio, chio porti lo fede; dov'è disperazione, ch'io porti lo speranza; dove sono le tenebre, ch'io porti lo luce; dov'è lo tristezza. ch'io porti lo gioia.

o Maestro, fa' che io non cerchi tanto di essere consolato, ma di consolare; di essere compreso, ma di comprendere; di essere amato, ma di amare: perché è donando che si riceve; perdonando che siamo perdonati; morendo che nasciamo alla vita eterna.

Preghiera di son Francesco d'Assisi

Quando "amore o l'amicizia mi afferrano

io offro il mio corpo ed il mio cuore. Lo straordinario

mi diventa possibile. La mia vita è (rasformata .

E dalle mie scale scompaiono le tracce di fango. Cbarle:; SingeJ: Tesoro

Page 64: 2009

Qua

le e

spre

ssio

ne s

i tro

va n

ella

Bib

bia?

A

. P

er

te è

il

mo

me

nto

di

recit

are

l'u

ltim

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pre

gh

iem

••

C.

Una

pre

gh

iera

bre

ve e

6in

cera

ra

gg

iun

ge

il

cie

lo.

B,

La p

reg

hie

ra d

el

po

vero

va

da

lla

su

a b

occ

a

ag

li o

recch

i d

i D

io.

D,

La p

reg

hie

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ev'

ess

ere

la

ch

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ch

e a

pre

il m

att

ino

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hiu

de

la

sem

e

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Ris

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ira

cid

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Pre

ghie

ra

Per

ogn

i g

lom

o n

uovo

che

co

min

cia

, p

er

il so

le e

pe

r le

nu

vole

, a

nch

'io,

Sig

no

re,

vog

lio c

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tart

i la

mia

gio

ia,

com

e M

ari

a!

Pe

r la

gio

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i e

sse

re a

ma

to,

pe

r i

mie

i g

en

ito

ri e

d i

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mic

i, p

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le r

isa

e p

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le l

acr

ime

e p

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og

ni

sorr

iso

do

na

to,

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ch'io

. S

ign

ore

. vo

glio

ca

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rti

la m

ia g

ioia

, co

me

Ma

ria

!

Per

il

pe

rdo

no

che

off

ro e

pe

r la

ma

no

che

ten

do,

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r l'a

tte

nzi

on

e a

ll'a

ltro

e p

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le p

aro

le d

'am

iciz

ia,

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ch'io

, S

ign

ore

. vo

glio

ca

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rti

la m

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ioia

, co

me

Ma

ria

!

Per

il m

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orp

o.

ete

rna

me

nte

in

mo

vim

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to,

pe

r il

mio

cu

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pa

ce d

i g

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ero

sità

, a

nch

'io,

Sig

nore

, vo

glio

ca

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rti

la m

ia g

ioia

, co

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Ma

ria

!

Pe

r la

pre

gh

iera

che

ti

rivo

lgo

, p

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la f

idu

cia

che

mi

ab

ita

, a

nch

'io,

Sig

nore

, vo

glio

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rti

la m

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ioia

, co

me

Ma

ria

!

Riv

ista

m

en

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pe

r i

rag

azzi

no a

gust

o 20

09

Te.

ll:

c, ~

elnbolr

Tu

tti

mi

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ppen

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lisab

etta

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dito

Il s

alut

o d

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rio

, 11

ba

mb

ino

sus

sultò

nel

suo

gre

mbo

, E

ll$ab

elta

tu

colm

ata

di

Spi

rito

San

to

ed e

scla

a g

ran

voc

e: «

Ben

edet

ta t

u f

ra l

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on

ne

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bene

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0 Il

fru

tto

del

tuo

gre

mb

ol

A c

he c

osa

devo

che

lo

mad

re d

el

mio

Sig

nore

ven

ga d

a m

e?

Ecc

o, a

ppen

a Il

tuo

salu

to è

glu

nfo

01

mie

i or

ecch

i, Il

bo

mb

ino

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tato

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gio

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el m

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rem

bo.

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che

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tre

duto

ne

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mp

ime

nto

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l S

igno

re l

e h

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tto».

A

lloro

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ria

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se:

,,!:a

nim

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ia m

ag

nifi

ca Il

Sig

nore

e Il

mio

spi

rito

esu

lta i

n 0

10,

mio

sal

vato

re,

perc

ha g

ua

rda

to l'

um

iltà

de

lla s

uo s

ervo

. D

'ora

in

po

i tu

1te

le g

ener

azio

ni m

i ch

iam

eran

no b

eota

. G

rond

i co

se

ha t

atto

pe

r m

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nnip

oten

te e

San

to è

il s

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rcm

one

In g

ener

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ne l

o su

a m

iser

icor

dia

per

quel

li ch

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tem

ono.

Ho

spie

gato

lo

pote

nza

de

l su

o br

aedo

, h

o d

ispe

rso

I su

perb

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ri de

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ro C

\.IO

re;

ha r

oves

clcr

lo I

pot

enti

da

l tr

oni,

ha I

nnal

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gli

umili

; ha

ric

olm

ato

di

beni

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off

am

at!

, h

a

rim

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da

to I

ric

chi

a m

ani

vuot

e. H

o so

ccor

so I

srae

le,

suo

serv

o, r

icor

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osi

de

lla s

uo m

iser

icor

dia,

com

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/el/a

de1

to a

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stri

pa

dri

, p

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Abr

amo

e la

suo

dls

cend

en:z

:o,

pe

r se

mpr

e»,

Iwco

'. 3

90$6

)

Page 65: 2009

Cia

o,

amic

i!

Og

gi,

in

qu

est

a b

ell

a e

state

, il

test

o d

el

van

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ci

fa v

ivere

la

fest

a

dell

'Ass

un

zio

ne i

n c

ui

on

ori

am

o M

aria

, b

en

ed

ett

a f

ra t

utt

e l

e d

on

ne.

Per

co

nse

nti

rvi

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cap

ire m

egli

o q

uest

o

pass

o i

mp

ort

an

te,

vi s

pie

gh

erò

alc

un

e

paro

le u

n p

o'

dif

fici

li.

Eli

sab

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È

la c

ugin

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i M

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. A

ssie

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al

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spos

o,

Zac

caria

. at

tend

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bino

: sa

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iova

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il B

attis

ta.

Sar

à lu

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batte

zzar

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esù

nell"

acqu

a de

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iord

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sar

à lu

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arar

gli

la s

trad

a.

Mar

ia s

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lisab

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è

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ticat

a e

allo

ra

deci

de d

i m

ett

ers

i in

via

ggio

per

and

are

a tr

varia

: de

side

ra a

iuta

rla.

rend

ersi

util

e.

"Ben

edet

ta t

u tr

a l

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ne

" D

io h

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elto

Mar

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ome

la m

adre

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Ges

ù. i

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lvat

ore

degl

i uom

ini.

Mar

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una

raga

zz.a

che

ab

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a N

azar

et.

un

picc

olo

villa

ggio

de

lla

Gal

ilea.

È s

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Ira

tutt

e l

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per

dare

alla

luc

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esù,

il

Fig

lio d

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io.

Il cu

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gra

nde

che

ha r

ispo

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"S

i, vo

glio

qu

ello

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Dio

des

ider

a, a

ccet

to d

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vent

are

la

mad

re d

i Ges

ù".

Il fr

utt

o d

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uo

gre

mb

o

Mar

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a p

ort

ato

nel

suo

gre

mbo

il F

iglio

di D

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com

e tu

tte

le m

amm

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erra

ha

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alla

lu

ce il

suo

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bino

, l'h

a cu

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. nu

trito

. am

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Gio

ia

Ecc

o un

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rola

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ind

ica

un s

entim

ento

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lala

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cuor

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una

per

sona

e l

o rie

mpi

e di

lu

ce.

Elis

abet

ta.

la

cugi

na

di

Mar

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è co

cont

enta

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acco

glie

re i

n ca

sa s

ua l

a m

adre

Ges

ù ch

e il

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bino

che

por

ta i

n gr

embo

par

· te

cipa

alla

sua

gio

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si m

ette

a m

uove

rsi t

anto

è

felic

e.

"\I

mio

sp

irit

o e

sult

a i

n D

io,

mio

sal

vat

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" M

aria

è t

alm

ente

fel

ice

che

ha v

oglia

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cant

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a su

a gi

oia,

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grid

arla

per

con

divi

derla

con

la

cug

ina

Elis

abet

ta.

Dio

è s

empr

e pi

ù gr

ande

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stup

endo

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to n

oi p

ossi

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imm

agin

are!

La

gio

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i Mar

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trar

ipa

dal

suo

cuor

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irrag

· gi

a da

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o vo

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Cos

ì es

sa n

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sita

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anta

re

a D

io.

rivol

gend

ogli

un m

agni

fico

poem

a ch

e è

ha d

isp

ers

o i

su

pe

rbi

ne

i p

en

sie

ri d

el

loro

cu

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; ha

ro

vesc

iato

i p

ote

nti

da

i tr

on

i,

ha i

nn

alz

ato

gli

um

ili;

ha r

ico

lma

to d

i b

en

i g

li a

ffa

ma

ti,

ha r

ima

nd

ato

i r

icch

i a

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ni

vuo

te.

Ha

socc

ors

o I

sra

ele

, su

o s

erv

o,

rico

rda

nd

osi

de

lla s

ua

mis

eri

cord

ia,

com

e a

veva

de

tto

ai

no

str

i p

ad

ri,

pe

r A

bra

mo

e l

a su

a d

isce

nd

en

za,

pe

r se

mp

re»

.

Mar

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un

ica

Oss

erv

an

do

la

sag

om

a d

i M

aria

. tr

ov

a l'

om

bra

giu

sta.

B

,.., '" 0,' ::!:

Page 66: 2009

Un

lab

irin

to

Tro

va

la

stra

da

giu

sta

sull

a q

uale

M

aria

p

ra

gg

iun

gere

la

cu

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a E

lisa

bet

ta.

Un

'idea

E

cco

la

pre

gh

iera

di

Mar

ia,

ch

e v

ien

e ch

iam

ata

"M

agn

ific

a t"

, T

i fa

ccio

u

na

pro

po

sta:

pro

va

an

ch

e t

u a

seg

uir

e l

'ese

mp

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i M

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e s

criv

i u

na

pre

gh

iera

, u

n c

an

to d

'am

ore

al

Sig

no

re.

Uti

lizz

a p

aro

le t

ue,

così

co

me

ti s

go

rgan

od

al

cuo

re!

«L

an

ima

mia

ma

gn

ific

a i

l S

ign

ore

e

il m

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pir

ito

esu

lta

in

Dio

, m

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alv

ato

re,

pe

rch

é h

a g

ua

rda

to l

'um

iltà

de

lla s

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erv

a,

D'o

ra i

n p

oi

tutt

e l

e g

en

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zio

ni

mi

chia

me

ran

no

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ata

. G

ran

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cose

ha

fatt

o p

er

me

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nn

ipo

ten

te

e S

an

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il

suo

no

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; d

i g

en

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ne

in

ge

ne

razi

on

e

la s

ua m

ise

rico

rdia

pe

r q

ue

lli c

he

lo

tem

on

o.

Ha

spie

ga

to l

a p

ote

nza

de

l su

o b

racc

io,

;:; ~4

0,' ::::

no

lo c

on i

l no

me

di "

Ma

gn

ifica

i",

"Ha

dis

per

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su

per

bi"

D

io

non

ama

i su

perb

i. ch

e op

prim

ono

e sc

hiac

cian

o, c

he g

uard

ano

da

ll'a

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sso,

ch

e um

ilian

o i p

over

i e

i pic

coli.

Dio

mos

tra

la

sua

pref

eren

za v

erso

que

lli c

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ono

umili

nel

cu

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e ne

lle a

zion

i. A

i pi

ù pi

ccol

i eg

li pr

epar

a il

post

o m

iglio

re.

"Ha

rico

lmat

o d

i b

eni

gli

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mat

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Un

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mal

O è

uno

che

so

ffre

a c

ausa

de

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fam

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i rit

rova

priv

o di

cib

o, d

i so

sten

ta·

men

to.

Ma

nella

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si

può

esse

re a

ffa

ma

li an

che

di a

ltri

beni

. P

er e

sem

pio.

si

può

aver

fa

me

d'am

ore

quan

do t

utt

i ti

igno

rano

o a

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ri

ttu

ra t

i rif

iuta

no.

Mar

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i in

segn

a ch

e D

io

vuol

e co

lmar

e, r

ende

re f

elic

i gl

i af

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ali.

In q

uest

o gi

orno

del

l'Ass

unzi

one.

in

cui

ricor

· di

amo

Mar

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he s

ale

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ielo

, pr

ovia

mo

a pe

no

sare

al m

odo

in c

ui p

ossi

amo

met

tere

i al s

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· zi

o di

Ges

ù, s

egue

ndo

l'ese

mpi

o di

Mar

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lutt

i qu

elli

che

l'han

no s

egui

to F

edel

men

te.

'" ~ ,

'" :!

Page 67: 2009

Bri

cola

ge

Ne

lla

tu

a

fam

igli

a o

tr

a

le t

ue

am

ich

e c

se

nz'

alt

ro u

na

pe

rso

na

ch

e

po

rta

il

no

me

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Ma

ria

. T

i p

rop

on

go

all

ora

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rea

lizz

are

un

big

lie

tto

d'a

gu

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rig

ina

le.

ch

e p

otr

ai

reg

ala

re.

Per

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lizza

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cuo

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i se

rvon

o:

un F

oglio

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cart

on

cin

o p

er

il b

iglie

tto

d'a

ug

uri

de

i fo

gli

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art

a c

olo

rata

de

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asta

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sale

de

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ittu

ra o

del

la v

erni

ce

forb

ici

colla

Com

inci

a co

l pi

egar

e il

cart

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ci­

no in

due

pe

r fa

re i

l b

iglie

tto

.

Poi

pre

para

la

past

a di

sal

e.

Ti s

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no:

un b

icch

iere

un

bic

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re d

i ac

qua

tiepi

da

due

bic

chie

ri d

i fa

rina

Ou

o

( ~::iO

·j

For

ma

5 m

ucc

hie

tti

di p

asta

e m

odel

la li

in m

odo

da

ra

pp

rese

nta

re l

e 5

lett

ere

del

no

me

di M

AR

IA.

Fa' c

uoce

re l

e le

tte

re a

bas

sa t

em

pe

ratu

ra (

10

0/1

10

°),

pe

r un

a o

due

ore.

P

oi d

ipin

gi

le l

ett

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(co

n co

lori

diff

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nti.

pe

r re

nd

erl

e p

iù b

elle

).ln

fine

inc

olla

le

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sul

ca

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nci

no

.

Bri

cola

ge

e g

ioco

O

gg

i ti

pro

po

ng

o d

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os

tru

ire

du

e m

ari

on

ett

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he

ra

ffig

ure

ran

no

Ma

ria

e

d E

lis

ab

ett

a.

Po

i p

otr

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ric

os

tru

ire

la

vis

ita

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Ma

ria

all

a s

ua

cu

gin

a.

far

dia

log

are

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du

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ne

e,

pe

rch

é n

o?

, im

ma

gin

are

qu

ell

o c

he

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es

te d

ue

p

ers

on

e h

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no

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nd

ivis

o,

qu

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o c

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si

so

no

de

tte

... P

otr

ai

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ch

e f

ar

rec

tare

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ar

ca

nta

re a

Ma

ria

il

"Ma

gn

ific

at"

. E

cc

o c

om

e c

on

fezi

on

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IMMAGINI Settembre Oy

6 settembre 2009

23a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 7, 31-37

Gesù gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli

toccò la lingua ... Mc 7,33

Gesù emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: '~pritil".

E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava

correttarnen te. (Mc 7,34-35)

230 DOMENICA ORDINARIO B

Ecc. '" A··' llata.. . pnti. Non è una parola magica, anche se provoca un miracolo. Quesra parola, pronunciata dallo stesso Gesù, mostra la pocenza deUa sua azione. E in effetti il Figlio di Dio, il suo inviatO, manifesta la gloria del Padre. Compie un gesto di ascolto e di amore, un gesto di compassione e di liberazione. Come per ricordare a rutta l'umanità, che la Parola di Dio è veramente capace d i su perare tu ai gli ostacoli della vita. Niente può veramen­re resisterle, né i cuori induriti, né le orecchie tappate. Perché la Parola di Dio è allo stesso tempo così leggera e così pocente che opera all'interno dell'animo, attraverso un'azione non violenca. Passa attraverso i nostri diversi sensi per ripercuotersi ed agire nel nostro cuore. Così l'avventura della fede si incolla alla nostra pelle!

A Donills

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La ripresa C'è un tempo per ogni stagione, ora noi emriamo nel momemo della ripre­sa, un nuovo inizio ... Tocca a noi evitare di ripeterei srancamente, di segui­re le abirudini, ed avere il coraggio di costruire un tempo nuovo, fatto di curiosità e di sorprese! Buona strada a quelli che si mettono sulla via del rinnova­mento, per rav­vivare la fede e la vita. Meniamo le lancette sull'ora di Dio!

Alain Donius

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IMMAGINI Settembre 09

13 settembre 2009

24a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 8, 27-35

"Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomioi"

Mc 8,33

-~t~T~ .. + ... [f;f ... ~~

Se qualcuno vuoi venire dietro a me, rinneghi se stesso,

prenda la sua croce e mi segua.

(Mc 8.34)

240 DOMENICA ORDINARIO B"

Qual è la nostra immagine del Messia? Pietro non voleva tacere la sua convinzione: per lui r Gesù era il Cristo. Ma poco tempo dopo. in un I-;;~~~~' '\ momento critico, lo stesso Pietro troverà le parole ..... /~ "<-per affermare che lui non conosce neppure'. \. ~_ ',,- " .....J quell'uomo. Più tardi ancora arriverà fino a prova- (~ /' j " re la sua prima convinzione, pagandola con la vita. ~- . ., '-"'<>. '6

Bisogna accusarlo dì incOSL:'1.fIZa? Pietro si era fano }! - -;, ,.,..~ ...... ---,~-""

un'idea di quello che doveva essere il Messia ane- ,Y

so. Molri di quelli d1e seguivano l'uomo di Nazare[ arrendevano un liberatore, un capo rivoluzionario. In caso di necessità, se era verameme il Messia, Dio lo avreb­be aiutam con le legioni degli angeli ln questo contesto, l'annuncio dato da Gesù sulla sofferenza che l'arrendeva non fu veramente inteso e, quando egli viene arrestato, c'è rutto un mondo che crolla: il mondo in cui le leggi degli uomini non possono giudicare un uomo di Dio, il mondo in cui l'innocente non viene ucci­so nel nome di interessi superiori, cii calcoli politici. U Messia sarebbe questo re, dle ha ricevuto l'unzione, e che governerebbe tutto assieme ai suoi fedeli. Ma la sovversione del Vangelo consiste proprio nel dire a rutti i Pietro che siamo noi: sai come si può veramente cambiare il mondo? Noi abbiamo per risposta solo il silenzio di Dio, il silenzio della Croce e della Risurre-Lione, il silenzio al di sopra di Auschwitz e di Srebenica, il silenzio dopo i adoni ed j terremoti. Silenzio di Dio che scava lo spazio per le nosn-e parole d'uomo perché (occa a noi decidere cosa fare di quesro mondo. La legge che lo governa è ancora quella secondo cui il più predatore viene innalzato fmo al cielo, mentre non viene riservato neppu­re uno sguardo al povero, al disgraziato. Ma la storia si fenna qui? Siamo turri Adamo ed Eva, davanti all'albero che farebbe di noi piccoli dei, senz'altra barrie­ra che quella della nostra coscienza, e dopo Pasqua senz'a}tro sostegno che quel­lo della fede nella Risurrezione, che non lascia mai ['ultima parola al regno della sofferenza e della morte,

Jean Del.lTierull

j. DevrJ(!)ull

La fede La parola "fede" sembra essere un po' compromessa. Sembra che si abbia la fede quando si crede forre mente a qualche cosa. Grazie alle conquiste tecniche noi possiamo fare sempre cose più stupende, Ma la fede crisciana è la fede di Dio stesso accolto in noi: ecco perché riesce a sposrare le montagne. Inutile menere in contraSro la fede degli uni con le opere degli altri, sarebbe - nel migliore dei casi - come opporre l'accoglienza della fede di Dio in noi con l'accoglien­za dell'azione di Dio nella nostra vita. Ora la grazia di Dio che ci dona la possibi­lità di credere e di agire è una sola e medesima gra­zia. Come Dio essa è indivi­sibile.

Jean Devriendl

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IMMAGINI Setlembrf' 09

20 settembre 2009

25a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 9, 30-37

"Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio

nome, accoglie me; e chi accoglie me, non acco­glie me, ma colui che mi ha

mandato". Mc 9,37

Chi accoglie uno solo di que­sti bambini nel mio nome,

accoglie me; e chi accoglie me, non acco­glie me, ma colui che mi ha

mandato. (Mc 9.37)

25a DOMENICA ORDINARIO B

I conflitti di potere Se osserviamo bene le relaz.ioni umane, ci accorgiamo che si tratta molto spes­so di rapponi di porere. Ognuno cerca, io modo scopeno o ipocri.r.a, di assu· mere, di consen'are, di esercirare il porere! La cosa è ben visibile in politica, ma anche nella Chiesa. Nel van-gelo di oggi, proprio meorre Gesù cerca di far prendere coscienza ai suoi discepoli della necessicà di passare anraverso la croce per arri­vare alla risurrezione, essi discutono rra loro per sape· re ... chi è il più grande! E tuttavia Gesù parre pro· prio da quesro desiderio, così umano, di essere il più grande, per indicare loro una strada, quella del servi­zio' Un giorno mostrerà loro con un gesro le sue intenzio­ni: laverà loro j piedi. Ma perché la Chiesa non ha conservaro questo sacra· mento del servizio danaro da Gesù assieme alla frazione del pane, all'Euc.a.rìstia? Sì, perché?

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La cupidigia e la sapienza

j.M. lJ«lcz

La cupidigia! La terribile cupidigia che provoca in noi gelosia. rivalic.à, violenza ... la conosciamo [Utti bene! Essa ci divora, ci rode. Gesù e l'apostolo Giacomo ci propongono l'anridow: "la sapienza che viene da Dio". Essa è "pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di mise· ricordia e di buoni frutti, impaniale e sincera" .... La si riconosce dai suoi frunt: la pace neUa giustizia! Accoglierla significa accogliere Dio stesso. Come sono belli i piedi di coloro che annunciano con le loro parole ed i loro gesri questa sapienza!

jea n-M3. ric &dez

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IMMAGINI Setlembre (}<)

27 settembre 2009

26a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 9,38 ... 48

"Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parla­re male di me: chi non è contro di

noi è per noi." Mc 9,39-40

È meglio per te entrare nel Regno di Dio

con W1 occhio solo, anziché con due occhi

essere gettato nella Geenna. (Mc 9. 47).

260 DOMENICA ORDINARIO B

n combattimento della verità ... Gesù si mostra particolarmente severo con quelli che provocano uno scandalo. Scandalizzare qualcuno, infani, Significa porre un ostacolo sulla sua strada, indurlo al male, attirarlo su una via di menzogna. Il male genera il male, la violenza chiama violenza, l'odio suscita odio. Gesù ci doman­da di impegnarci in un difficile com ba ttime mo per la verità e per la vita e di renderle conta­giose. Gli uomi­ni non possono crescere e svi­lupparsi se non cercano il vero bene per viveme veramente e condividerlo con tuni, e questo coniugando la loro libertà con la gra­zia di Dio. Solo l'amore è degno di fede, solo l'amore salva il mondo!

mons. Chris/;:ln Krarz

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J5/Jj805

n canunino del discepolo _È nelle piccole cose della vita, nella banalità del quotidiano che si gioca la nostra fedeltà al Cristo: dare da bere, prestare ascolto, rende­re la mano, rendere un servizìo, offrire un po' d'amicizia e di speranza. Molto spesso il cammino del discepolo non è disseminato di azioni eccezionali o di fatti eroici, ma di benevolenza, di acrenzione, di mise­ricordia, all'ascolto e alla scuola di Gesù.

I/Ions. CbrisJion KmlZ

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LE: PICCOLE: COSE:.

Page 72: 2009

IMMAGINI

6 seHembre 2009 23a Domenica O"dinado

Gesù emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecdli, si sciolse il nodo della sua lingua e parla.vJ. corretlamente.

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20 seHembre 2009 25a Domenica Drdituwio

Chi accoglie uno solo di ques1i bambini nel mio

nome, accoglie me; e chi accoglie me, non acco· glie me, ma colui che mi ha mandato.

IMMAGINI DOMENICALI

13 seHembre 2009 24a Domenica Ordinario

Va' dietro a me, Sacana! Perché Cli non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini .

27 settembre 2009 25a Domenica Ordinario

Non glielo impedi[e, perché non c'è nessuno che fucua un miracolo nel mio nome e subiro possa par­lare male di me: chi non è contro di noi è per noi.

_________________________ PER LE CElEBRAZIONI_

Invito alla Messa della domenica

Raduno di giovani cristiani

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Cappellano d'ospedale

Page 73: 2009

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IMMAGINI

Acquasantiera Si trarta di un recipiente che contiene l'acqua bene­detta e che di so1iw è coLlocaw all'ingresso di una chiesa cattolica, da una parte e dall'altra delle porte. Così, entrando in chie-sa, i fedeli si bagnano le punte delle dita deUa mano destra e poi si segnano, cioè tracciano su dì sé il segno della croce. Non bisogna confondere l'acquasantiera con il battistero. Quest'ultimo, infatti, è più grande e viene utilizzato nella celebrazione dei Battesimi.

Altare

Erede degli "alti luoghi" (1a parola viene dal latino "altus" , cioè alw) e dei templi dell'antichità pagana ed ebraica, templi in cui si praticavano i sacrifici, oggi. l'al­tare, che si trova nel presbiterio, è la tavola sulla quale si celebra l'Eucaristia e ricorda la dimensione sacrifi­cale della Messa. Elemenw centrale e punto di riferi­mento primario per chi entra in una chiesa, l'altare riceve una particolare consacrazione.

Patena La patena (dal latino "patena" cioè "piatto", che deriva dal greco "parané" cioè "scodella") è un oggetto liturgi­co: si trana di un piattino in metallo dOfaro, suL quale il prete, durante l'Eucaristia, depone l'ostia che verrà consacrata e che diven­terà il corpo di Cristo. Prima e dopo la Messa la patena viene posta sul calice: ecco perché entrambi, designati come "vasi sacri", sono in genere realizzati dallo stesso artista .

PAROLE CHE RIGUARDANO I.:EUCARISTIA

Calice Il calice è il vaso sacro nel quale, quando si celebra l'Eucaristia, si versa il vino de­stinato a diventare il sangue di Cristo. Come la patena, che lo accompagna, è di materiale prezioso o nobile . Deve essere usato solamente per le celebrazioni lirur­giche. Calice e patena divengono dei vasi sacri perché ricevono una benedizione, ma soprattuuo perché sono consacrati dal corpo e sangue di Cristo.

Ciborio U ciborio, dal latino "ciborium" e dal greco "Kiborion" cbe significa "coppa", è anch' esso lID vaso sacro utilizza tO nella liturgia cristiana. Non bisogna, tuttavia, confonderlo con il calice. Chiuso gene­ralmente da un coperchio, esso è desti­nato a contenere le ostie consacrate, sia per distribuirle ai fedeH che si accostano alla Comunione, sia per conservarle nel tabernacolo. Talvolta il ciborio è rivestito di una stoffa preziosa, un velo circolare di tessuto bianco o doratO.

Page 75: 2009

IMMAGINI 5ellcIIlbre Il') HUMOUR-SANTI"

[eco, Silttone. per U 1110 prllllo glcolo di lavoro il do 5 Jlbb le

Ma collie bI a velOdert le &lbble cosl alla Mila?

lngrid di Slcinninge (morta nel 1282). Festeggiata il 2 settembre

Era, per parte di madrc, nipote del re Knut di S~·ezi.a. Diventata vedova, fece un peUegrinaggio in lbTa Santa. Nel rilOmo, passando per Roma, ottenne dal papa l'aurorizzazione a fondare nel suo paese un convento di reugiosc claustrali, che divennero delle ter.llane domenicane. Suo frareUo, Giovanni Elovson, cavaliere (eutonico, l'aiutò con il suo denaro e il convento veMe inaugurato a Skiinninge, in Svezia, nel 1281. Ingrid mori un anno dopo. /50_3103

flobbla'llo prl!lWler 11m dI Mto?

Silvano o Siluane (morto nel 1938). Festeggiato il 24 settembre

Robusto carpentiere russo, aveva un carattere violento e rissoso. A 26 anni intende la voce di Maria che lo invita a ritornare a lei. Si reca dunque al monte Athos. Silvano conoscerà delle tentazioni alterne di orgoglio e di disperazione: dispemione nel conscua.re d1c l'orgoglio gli si anacca alla peUe e non riesce a disfursene. E in quel frangente che gli appare il Cristo: egli com­prende allora che, per quamo cada in basso, Gesù gli sarà sempre accanto. VMà, a partire da quel momento, ndla dolcezza d'animo e nella preghiera continua, pregando per il mondo intero e seminando acromo a lui L'I pace, fino alla morte.

Hermann Contract (morto nel 1054) Beato, festegglatoil 25 settembre

Figlio di un conte di Gennania, visse per tutta la vju nell'abbazia di Reichenau. Non poleva cam­minare da solo, la sua lingua faticava ad espri­mersi c le sue mani non riuscivano a tenere gli oggerti. 1\>1a fu scoz'alcro uno dei più grandi dotti del suo rempo. Malematica ed aslI'Onomia, Storia e poesia: mùJa gli era estraneo o sconosdulO. Inventò un aslI'Olabio. una macd:ùna per fare cal­coli e molti saumenti musicali. Compose il canto 'I\ve rnaris Srella". Gli si auribuisce anme l'HAlma Redemploris Maler" e la "Salve Regina".

Page 76: 2009

IMMAGINI Setlemhre 09

Quando ,'arnore mi afferra io invento un 'a/fra dimensione, un altro spazio in cui il tempo viene ::,"Calulito dalLa dolce:z:za.

VARIAZIONI

Tu sei nato per la strada Cammina,

hai un appuntamento. Dove e con chi?

Non lo sai ancora, ma forse è con te stesso.

Cammina.

ti farai dei fratelli.

Cammina, la tua testa non sa

ove i tuoi piedi conducono il -tuo cuore.

i tuoi passi saranno le tue parole, la stmda la tua canzone,

Cammina. tu sei nato per la sirada, quella del pellegrinaggio. la fatica la tua preghiera,

e il tuo silenzio, alla fine, ti parlerà.

Cammina, solo o insieme ad altri, ma esci da te siesso. Ti costruivi dei riva li,

troverai dei compagni, Vedevi dei nemici,

Un altro cammina verso di te e ti cerca.

Perché tu possa trovano nel santuario della profondità del

cuore. Egli è la tua pace.

la tua gioia. Va', ormai Dio

cammina con te.

Vivi QUe510 giorno, Dio le lo regala, è ruo.

Vivilo in Lui. I! domani è di Dio, non ti appartiene.

Non portare sul domani le preoccupazioni di oggi. 11 dom:mi è di Dio: aflìdalo a Lui.

li momeoto presente è una fragile passerella: se la caridti dei rimpianti di ieri, dell'inquietudine per il domani,

la passerella finisce per cedere é tu cadi. Il pa.-;saIO?

Dio lo perdona. TI futuro?

Dio lo dona. Vh'i questo giorno in comunione con Lui.

E se c'è l'occ<lsiooe di inquiewrti per un essere amato, guardalo nella luce del Crislo risorto.

PITgllicr:! I rovJla a.ddosso .d un. Suora uccisa in Alg.:ria

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ere

un

bam

bin

o v

izia

to.

D.

Las

ciat

e ch

e i

bam

bin

i v

eng

ano

il

me.

~:,i

:)

~

.".

"'l ~I

"­ C ~I

L-_

__

__

__

__

__

__

__

__

__

_ ~------------------~I~

Ris

po

sta;

Ma

rco

10.

14

Pre

ghie

ra

Anc

h'io

vog

lio

esse

re c

om

e u

n b

ambi

no.

Sig

nore

. do

nam

i la

gio

ia d

i ac

cogl

iere

te

e C

olu

i ch

e li

ha m

anda

lo!

Com

e è

acca

duto

agl

i ap

osto

li. n

on è

se

mp

re f

acile

seg

uirt

i. qu

ando

si

pens

a so

lo a

d es

sere

Il p

iu g

rand

e, il

mig

liore

...

Anc

h'io

vog

lio

esse

re c

om

e u

n b

ambi

no.

Sig

nore

. do

nam

i la

gio

ia d

i ac

cogl

iere

te

e C

olu

i ch

e ti

ha m

anda

to!

In f

amig

lia o

con

gli

amic

i m

i cap

ita d

i ti

rar

fuor

i il

mio

ego

ism

o,

di o

bblig

are

gli

altr

i a

sta

r zi

tti

pe

r as

colta

rmi.

di n

on r

isp

ella

rli.

Anc

h'io

vog

lio

esse

re c

om

e u

n b

ambi

no.

Sig

nore

. do

nam

i la

gio

ia d

i ac

cogl

iere

te

e C

olu

i ch

e li h

a m

anda

lo!

Tal

volta

m

i ac

cade

di v

ole

r di

rige

re.

com

anda

re,

pieg

are

gli a

llri

alla

mia

vol

ontà

, p

iutt

ost

o c

he s

egui

re il

tuo

ese

mpi

o e

me

tle

rmi

al s

ervi

zio

degl

i al

tri.

Anc

h'io

vog

lio

esse

re c

om

e u

n b

ambi

no.

Sig

nore

, do

nam

i la

gio

ia d

i ac

cogl

iere

te

e C

olu

i ch

e ti

ha m

anda

to!

2; :J; ~I R

ivis

ta m

en

sile

pe

r i

rag

azzi

111

sett

em

bre

20

09

T

esl

l: E

mm

a

Chi

sar

à il

pri

mo

?

In q

uel

tem

po,

Ges

ù e

I stlo

i di

scep

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attr

aver

savo

no l

a G

alile

a, m

a e

gli

non

vole

va c

he a

lcvn

o l

o sa

pes­

se. I

nseg

navo

Inf

attl

al

soD

I di

scep

oli

e di

cevo

lor

o: .d

l F1

gllo

de

ll'u

om

o v

iene

con

$egn

oto

ne

lle m

an

i de

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uo

min

i e

lo u

ccid

eran

no;

ma,

un

a v

olta

ucd

so,

do

po

tre

gio

rni

rlsor

gera

». E

ssl

però

non

ca

pl­

\lano

que

ste

pa

role

e a

veva

no t

imo

re d

llnte

rro

go

rlo

. G

luns

èro

a C

ofàm

ao.

Qu

on

do

fu

In

to$

CI,

ch

iese

lor

o: "

Di

che

toS

O s

tava

te d

iscu

tend

o p

er

lo

stra

da?»

. Ed

ess

i ta

cevo

no.

Per

lo

stra

da I

nfa

tti

avev

ano

dlsc

u$SO

tra

lor

o ch

i fo

sse

più

gran

de.

Sed

utos

l, ch

iam

ò I

Dod

ici

e di

sse

loro

: «S

e un

o vu

ole

ess

ere

" pr

imo,

sio

l'u

ltim

o d

i tu

tti

e Il

serv

i­to

re d

i tu

tti...

E,

pres

o un

bo

mb

ino

, lo

pos

a In

mez

zo a

lo

ro e

, C

lbbr

Dcc

lond

olo,

dis

se l

oro:

«C

hI

acco

glie

uno

sol

o d

i qu

esti

bo

mb

lnl

ne

l m

io n

ome,

acc

oglie

me;

e c

hi C

lcco

glle

me,

non

acc

og

lie m

e,

mD

col

ui c

he m

i hC

l m

ande

rto ...

(M

orco

9,3

0-37

1

Page 78: 2009

Cia

o,

amic

i!

Sti

amo

viv

endo

il p

erio

do

del

la r

ipre

sa ..

, Il

vang

elo

di o

ggi

ci

rico

rda

un g

esto

ed

una

par

ola

di

Ges

ù: e

gli

met

te u

n ba

mbi

· no

al

cen

tro

del

su

o i

nse

gn

amen

to!

In q

ues

to m

omen

to,

in c

ui

ripr

endi

amo

la s

trad

a d

ella

scu

ola

e d

el c

atec

his

mo

, an

che

Ges

ù ci

ad

dit

a un

a vi

a p

er l

a n

ost

ra v

ita,

V

i sp

ieg

her

ò a

lcu

ne

par

ole

ed

esp

ress

ion

i p

erch

é vo

i p

oss

iate

m

egli

o co

no

scer

e il

mes

sag

gio

di

Ges

ù e

il P

adre

suo

, ch

e eg

li

ci v

uoi

far

con

osc

ere.

Ges

ù e

i s

uo

i d

isce

po

li

attr

aver

sav

ano

la

Gal

ilea

La

Gal

ilea

era

una

regi

one

che

si t

rova

va a

l no

rd d

ella

Pal

estin

a. G

esù

vi a

veva

pas

sato

la

giov

inez

za.

chia

mat

o i s

uoi

apos

toli

(Mt

4.16

) e

pred

icat

o la

Buo

na N

ovel

la.

Nel

nos

tro

test

o ci

vie

ne r

icor

dato

che

Ges

ù pe

rcor

reva

que

· st

a re

gion

e ap

erta

ai p

opol

i vic

ini,

in c

ui e

rano

sc

oppi

ate

rivo

lte c

ontr

o R

oma

... m

entr

e lu

i vi

av

eva

pass

ato

la s

ua v

ita n

asco

sta

e co

min

o ci

ato

la s

ua m

issi

one

pubb

lica.

Il

Fig

lio

del

l'u

om

o

vie

ne

co

nse

gn

ato

n

elle

man

i d

egli

uom

ini:

e

lo u

ccid

eran

· no

; m

a, u

na

vo

lta

ucc

iso

, d

op

o t

re g

iorn

i ri

sorg

erà

Ges

ù st

esso

si

desi

gna

con

il tit

olo

di "

Fig

lio

dell'

uom

o".

Si

trat

ta d

i un

tito

lo m

essi

anic

o.

col

qual

e si

ind

icav

a l'I

nvia

to d

i Dio

. G

esù

è ve

ram

ente

un

uo

mo,

in

m

ezzo

ag

li uo

min

i, ch

e lo

far

anno

so

ffri

re ..

. e m

orire

. M

a è

anch

e il

'"Fig

lio d

i D

io"

ed è

pe

r qu

esto

che

ris

usci

terà

il

terz

o gi

orno

! G

esù

sape

va t

utt

o q

uest

o e

lo i

nseg

nava

ai

suoi

di

scep

oli

così

co

me

tras

met

teva

lo

ro

tutt

o q

uello

che

con

osce

va s

u D

io.

I d

isce

po

li n

on

cap

ivan

o q

uest

e p

aro

le

e av

evan

o t

imo

re d

i in

terr

og

arlo

V

enir

a sa

pere

da

lla

bocc

a de

ll'in

tere

ssat

o ch

e st

a an

dand

o in

cont

ro a

lla m

orte

non

è u

na

cosa

fa

cile

da

ac

cetta

re.

I di

scep

oli,

che

loro

che

ris

usci

terà

il

terz

o gi

orno

ess

i no

n co

mpr

endo

no n

ient

e. M

a, c

ome

capi

ta a

nche

a

le q

uand

o se

i a

scuo

la e

c'è

qua

lcos

a ch

e no

n ti

è ch

iaro

, es

si n

on o

sava

no r

icon

osce

rlo,

am

me

tte

rlo

e n

on a

veva

no Il

cor

aggi

o di

por

re

la d

oman

da a

Ges

ù.

Per

la s

trad

a, d

unqu

e. s

i m

etto

no a

dis

cute

re

di u

n'a

ltra

cos

a,

mol

to m

eno

impo

rtan

te e

d es

senz

iale

...

A C

afar

nao

, q

uan

do

fu

in c

asa

C

afa

ma

o e

ra u

no d

ei n

umer

osi p

aesi

in r

iva

al

lago

di

Tib

eria

de,

un p

aese

di

pesc

ator

i. È

Il ch

e ab

itava

l'ap

osto

lo P

ietr

o. I

van

geli

ci r

icor

·

'eg

'oo

o G

,'" da

ll';n

;.o,

che

han

no ;

mpa

""o

I \

Y! ~ a c~

noscerlo e

stim

arlo

. no

n ~o

grio

no v

eder

lo

\ :3;

, m

Orir

e,

anch

e se

po

sson

o Im

mag

inar

e ch

e c :::c

ar

river

à un

gi

orno

... Q

uand

o G

esù

annu

ncia

Gio

co d

'oss

erva

zio

ne

Cer

ca G

esù

e c

olo

ralo

. P

oi c

on

ta l

e p

erso

ne

ch

e a

ssis

ton

o a

l d

isco

rso

di

Ges

ù.

Tro

va i

l b

amb

ino

ch

e s

i è

nasc

ost

o n

ello

sce

nar

io.

Ind

ica

5 el

emen

ti v

eram

ente

biz

zarr

i ch

e so

no

sci

vo

lati

den

tro

il d

iseg

no

.

Chi

è il

più

gra

nd

e?

Oss

en

ta b

en

e q

uest

i ap

ost

oli

, m

etti

ti i

n o

rdin

dal

più

pic

colo

al

più

g

ran

de -

e p

oi

cerc

hia

il

più

gra

nd

e d

i tu

tti.

:g ~I '" ~ :s .". .... I

C ~

Page 79: 2009

I!in

gra

nd

imen

to g

iust

o

Oss

erv

a b

en

e g

li i

ng

ran

dim

en

ti d

i u

n d

ett

ag

lio

dell

a p

rim

a p

ag

ina e

sco

­p

ri q

uell

o c

he c

orr

isp

on

de e

satt

am

en

te a

ll'o

rig

inal

e.

<5 " ~'

dano

che

Ges

u vi

si

reca

spe

sso,

vi

guar

isce

de

i mal

ati e

ne

fa,

alm

eno

per

un c

ert

o t

empo

, il

cent

ro d

ella

sua

att

ività

di

evan

geliz

zazi

ne ..

. S

i ca

pisc

e al

lora

I"e

spre

ssio

ne:

"qua

ndo

fu i

n ca

sa";

es

sa

indi

ca

con

mol

ta

prob

abili

la

casa

di

Pie

tro,

ma

dice

anc

he c

ome

Ges

ù in

qu

esti

luog

hi s

i co

nsid

eras

se "

a ca

sa s

ua".

È

la s

tess

a co

sa c

he a

ccad

e a

noi q

uand

o, d

opo

un p

erio

do p

assa

to in

un

nuov

o po

sto,

tor

nia·

m

o in

ter

reno

con

osci

uto.

Chi

fo

sse

il p

iù g

ran

de

Spe

so s

i di

stin

guon

o le

cos

e o

le p

erso

ne i

n ba

se a

lla l

oro

gran

dez.

za. T

ut10

è c

ompa

rato

in

rapp

orto

a c

hi è

pìu

pic

colo

o p

iù g

rand

e di

no

i. P

oich

é gl

i es

seri

vive

nti

sono

cap

aci

di

cres

cere

(al

men

o fin

o ad

una

ce

rta

età

) e

di

prog

redi

re (

e no

n so

lo in

alte

zza,

ma

anch

e in

co

nosc

enze

), s

i ce

rca

sem

pre

di f

are

di p

iù,

di

far

meg

lio d

egli

altr

I...

G

li ap

osto

li si

pon

evan

o la

ste

ssa

ques

tione

m

entr

e er

ano

per

stra

da;

cerc

avan

o di

"sa

pe·

re c

hi e

ra i

l pi

ù gr

ande

", d

istin

guen

dosi

non

ta

nto

per

la s

tatu

ra.

ma

per

qual

cosa

di e

cce·

zi

onal

e, c

ome

le q

ualit

à, I

tal

enti,

le

capa

cità

,

le r

isor

se,

!"in

fluen

za s

ugli

altr

l. ..

Ma

han

no t

ort

o a

far

e qu

esti

calc

oli

e G

esu

spie

gher

à lo

ro i

l ra

gion

amen

to c

he d

eve

Fare

og

ni c

ristia

no.

Chi

acc

og

lie

un s

olo

di

qu

esti

bam

bin

i ne

l m

io n

om

e ...

acc

og

lie

Col

ui c

he

mi

ha

man

dat

o

AI

tem

po d

i G

esù

i gen

itori

era

no o

rgog

liosi

di

aver

e m

olti

figli:

si t

ratt

ava

di u

na b

ened

izio

ne

di D

io!

Ma

un b

ambi

no d

ovev

a rim

aner

e so

t­to

mes

so.

dove

va

obbe

dien

za

e ris

pet t

o e

dipe

nder

e to

talm

ente

dai

suo

i ge

nito

ri. .

. I

bam

bini

son

o ag

li in

izi

della

lor

o vi

ta,

sono

pe

rson

e ch

e im

para

no a

d am

are.

a p

ensa

re,

a de

cide

re in

mod

o au

tono

mo,

a c

onos

cere

Dio

. a

risp

etta

re 9

1i a

ltri.

.. N

ella

co

nclu

sion

e de

l te

sto

di

oggi

, G

esù

ricor

da c

hi è

: C

olui

che

Dio

am

a e

che

è sl

alo

in

viat

o pe

r m

ostr

arci

la

stra

da d

el R

egno

in

cui

Dio

vuo

i es

sere

il

Pad

re d

i tu

tti.

In a

ltre

paro

le,

per

acco

glie

re

Dio

ne

lla

nost

ra

vita

(s

econ

do l

a pa

rola

di

Ges

ù)

biso

gna

esse

re

com

e un

bam

bino

: non

ess

ere

trop

po s

icur

i di

sé,

non

vole

r es

sere

i p

iù f

orti,

non

pre

tend

e­re

di

cono

scer

e tu

tto

. B

isog

na a

ver

biso

gno

d'A

mor

e,

degl

i a

ltri.

di

Dio

, pe

r im

para

re

anco

ra.

esse

re f

elic

i, b

att

ers

i co

ntro

il

mal

e p

er

la g

ioia

di

tutt

i!

Ora

cer

ca d

i ri

flet

tere

su

lla

tua v

ita

e

cerc

a di

scr

iver

e ch

e co

sa t

i p

erm

ette

di a

cco

gli

ere

Ges

ù c

on

la

sem

pli

cità

di

un b

amb

ino

...

Page 80: 2009

Un

cale

nd

ario

per

i t

emp

i fo

rti

del

l'an

no

O

gg

i ti

pro

po

ng

o d

i co

stru

ire

(da

sol

o o

in f

am

iglia

o c

on i

l g

rup

po

di

cate

chis

mo)

un

alm

an

acc

o c

he,

lung

o tu

tto

il n

uovo

ann

o, t

i p

erm

ett

erà

di r

acco

glie

re t

an

ti ric

or­

di

aff

ida

ti a

te

sti

o a

imm

agin

i, di

an

no

tare

le

da

te i

mp

ort

an

ti, d

i co

ndiv

ider

e de

i m

omen

ti p

rivi

leg

iati,

del

le f

este

, de

gli a

nniv

ersa

ri,

degl

i a

pp

un

tam

en

ti. ..

Ma

teri

ale

:

dei

gran

di f

ogli

di c

art

on

cin

o o

un

roto

lo d

i ca

rta

pe

nnar

elli

o p

ast

elli

co

lora

ti fo

rbic

i co

lla o

na

stro

ade

sivo

un

a pi

nza,

del

la c

orda

o d

ella

raf

ia

pe

r le

gare

ins

iem

e i

fogl

i

. fo

to,

imm

agin

i, au

toad

esiv

i. "c

he

ser

vira

nno

a d

eco

rare

....

Rea

I izz

azio

ne:

Per

co

loro

che

gui

dano

il l

avor

o: s

arà

bene

pre

pa

rare

una

tra

ma

d'in

siem

e p

er a

vere

un

co

lpo

d'o

cch

io s

u tu

tto

l'a

nno,

Lal

man

acco

div

en

terà

una

so

rta

di

mem

oria

di

gru

pp

o:

mes

e p

er

mes

e q

ue

sto

alb

um r

acc

og

lierà

le

da

te i

mp

ort

an

ti di

ogn

uno

(ann

iver

sari

, fe

ste

litu

rgic

he,

cele

braz

ioni

, d

ise

gn

i o

foto

di

aw

en

ime

nti

com

uni,

a liv

ello

loc

ale

-na

zion

ale

-in

tern

azio

nale

, le

sco

pe

rte

fa

tte

insi

eme,

al

cate

chis

mo,

un

mo

nta

gg

io c

on l

e fo

to d

elle

fe

ste

di

gru

pp

o,

de

i sa

cram

enti

rice

vuti

... )

.

Og

ni

raga

zzo

si s

en

tirà

pa

rte

viv

a de

l g

rup

po

: la

rea

lizza

zion

e ch

iede

rà a

d og

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Page 81: 2009

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Page 82: 2009

• Riscoprire la preghiera ... Presi nel vortice degli awenimenti quotidiani, inghiottiti dalle nostre agende così zeppe di appunta­menti, sottoposti alle tensioni di ogni giorno, ai contrattempi e agli ostacoli che dobbiamo affrontare. noi rischiamo di smarrire il senso autentico della preghiera . Preghiamo, sì, ma frettolosamente, con un animo tutto teso verso quello che viene dopo, verso la scuo­la e il lavoro che sono sulla soglia della nostra giornata. Preghiamo, sì, ma vinti ormai dalla fatica, pro­strati dalle incombenze e dalle preoccupazioni che hanno occupato la mente e il cuore. Le vacanze possono costituire, dunque, basta che lo vogliamo. una boccata d'ossigeno: un tempo per affrancarci dalla schiavitù dell'orologio, per fermarci ed assaporare il riposo e il silenzio, uno spazio indispensabile per ritrovare l'armonia perduta, per ritemprare il corpo, per imparare di nuovo ad ascol­tare, Nella trama di ogni giorno facciamo tanta fatica ad ascoltarel Ma basta far silenzio, solo un po' di silenzio e riusciamo ad udire dì nuovo quello che passa per il nostro cuore, i battiti della nostra esisten­za, ma anche i suoni che ci circondano e soprattutto le parole di coloro che ci vivono accanto. È così che siamo in grado anche di far posto a Dio: la sua presenza non viene più ignorata, la sua Parola trova un cuore pronto ad accoglierla e a darle un'eco nella profondità dell 'animo, Nasce in questo modo una preghiera che abita i nostri giorni, una preghiera sostanziosa e colma di pace. che affonda le radici nel tempo e fa già intravedere un frutto abbondante. Potenza delle vacanze? O piuttosto di un desiderio nuovo di incontrare Dio ed i fratelli?

sac. Roberto Laurita

La selezione del lllese

Portachiavi "Pesce"

cm 4.3 per il pesce; lungh. tolole cm 9.5

Rit. 101749 € 4,50 01 pezzo

A poni 'e do IO pz: 4,29/pz • do 25 pz: 3.99

Portachiavi ''Angelo''

in argenton. oJ!. cm 3,2 circo

Rif. 100 221 € 5,20 al pezzo

A ponire do 25 p2 4,90/pz ' ckl SO pz· 4,70.

Portachiavi "Angelo"

cm 5 all , per l'angelo; lungh. totale cm lO

Rit. 101 748 € 4,95 01 pezzo

A porfire do IO pz; 4,75/pz •

do 25 pZ: 4.50

Rif.l03 940 € 5-,99 al pezzo

Rit. 103942 € 7,45 01 pezzo

Portachiavi ''Angelo custode"

in bronzo. alt. cm 4 circo

Rif. 100 219 €6,99al pezzo

A ponire da 2S pz; 6,89' da 50 pz: 6,79.

Rit, 103 941 €5,99 al

pezzo

Portachiavi "San Cristoforo"

dm 30·33mm

Spese di spedizione: 7,50 euro. Spedizione grotuita a portire do UII ordine di 100 eufO.

Il lio.;(rQ .~-u.io è ,"alo l'',,,LI,, c ~,1Iuppa(n per og,tI nH:hiUo. pauonoJe " tiralu..,.. Hmi/afa.

Per comunicare CQn

IMMAGINI PER I F NOSTRE PARROCCHJE

Redazione: Sac. Roberto Ùlurita. Italia

Posta: Editions Marguerite. B.P. 80729 F.u7850 Herrlisheim (Francia)

Abbonam.: Fax: 00 333 88 967096 email: margueTÌtc @edirions-margueriteJr

Avviso agII Europei: Coloro che hanno contabilità I. VA potranno Inviare ~ loro numero individuale di identificazione per le operazioni intercomunrtarie della C.E,E .. al fine di avere la fatturazione senza tasse,

Page 83: 2009

IMMAGINI Giugllo 09

I I •

SS.1/Ul Trinità

Andate dunque e fate discepoli nmi i popoli , ban<..>zZan.do­li nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirico Samo. inse­gnando loro a osservare rutto ciò che vi ho comandato .

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21 iugno 2009 12a Dometlica Ordinario B

Gesù minacciò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!"

IMMAGINI DOMENICALI"

14 giugno 2009 Corpo e Sangue di Cristo

Gesù prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. dicendo: "Prendere, questo è iJ mio

corpo".

28 giugno 2009 13a Domenica O/'dinario B

La. donna, impaurita e tremante, sapendo quello che le era accadutO. venne, gli si gettò davanti e gli dL'ìsé tutta la verità . Ed egli le disse: "Figlia, la rua fede ci

ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal ruo male" .

_________________________ PER LE CELEBRAZIONI_

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La Trinità Accoglienza in parrocchia Religiosa

Page 84: 2009

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Page 85: 2009
Page 86: 2009

Copertine a colori! Una scelta vastissima a prezzi eccezionali!

Con queste copertine i vostri bolletti­ni parrocchiali e i vostri librehi di can~, ì vostri sussidi catechistici e le voslfe lellere, avranno un aspetto ancor più festivo ed elegante. In ogni copertina, al di sopra dell'immagine. è previsto uno spa­zio bianco per lo stampa delli1olo o di un'intestazione personolizzata. Le copertine vengono fornite senza piegatura al fine di permettere una stampa più agevole di eventuali tesli. Carla do 90 g/m2, adatta alla stampa e 0110 riproduzione con fotocopiatrice.

Goccia d'acqua Rit.: 105 591

Noscita di cristo P. Rubens - Rif~ 105 609

Croce di pietra Rif~ 104012

Adorozlone J. Jordoens - Rit.: 105 610

Coccinella e grano Rif.: 105 635

Croce Rif.: 105 642

In mezzo agli uomini s. HOr'Schler - Rif.: 105 615

Coppello sotto lo neve J. Jordoens - Rif~ 105 639

Vigna Rit.: 105 636

AunmnolFesta del raccolto Rif.: 105 592

Tombe Rit.:. 104 127

Coppella a Natale Rit.: 105 617

Il''Miro ""ni:do io ~1al ... id&:alo è "'"""1'."'10 per ogu.i aju,ilà ..... ~.() ....... c a tirai ... .,. limitala.

Per t~omunicare c.on IMMAGINI PER LE

NOS1RE PARROCCHIE

Redazione: Sac. Roberto Laurita.

Posta: Italia Editions Marguerite. B.? 80729 F-67850 Herrlisheim (Francia)

Abbonam..: Fax: 00 333 8896 7096 email: marguerite @edirion!'rmarguerite.fr

Awiso agli Europei: Coloro elle hanno contabilità IVA potranno inviare il loro numero individuale di identificazione per le operazioni interoomunitarie della C.E.E.. al fine di avere la fatturazione senza tasse.

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IMMAGINI Ottobre 09

4 ottobre 2009

27a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 10,2-16

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Gesù disse loro: "Lasciate che ì bambini vengano a me, non

glìelo impedite: a chi è come loro infatti

appartiene il regno di Dio". Mc 10,14

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M,~~O,P.I. &l'''~

CosÌ non sono più due, ma una sola carne_

(Mc 10,8)

III 270 DOMENICA ORDINARIO B_

La missione dei bambini nelle nostre assemblee Il vangelo di oggi è quello delle famiglie cristiane perché Gesù restituisce il loro posto alle donne ed ai bambini: nel suo Popolo non esiste ripudio. L'accoglienza riservata ai bambini, poi, è un incorag­giamento rivolto a (Utti quelli che favoriscono la partecipazione dei bambini alle celebrazioni, per offrire loro la possibilità di acco­gliere il Regno di Dio. Proprio perché curiosi e avidi di apprendere, i bam­bini hanno un ruolo preci­so da giocare all'interno delle nostre parrocchie, quello di chi pone doman­de, che obbligano gli adulti a ricordarsi e li provocano all'anamnesi, alla memoria delle grandi azioni di Dio. È quello che essi fanno, in effetti, neUa celebrazione della cena pasquale ebraica, ponendo un inter­rogativo dedsivo: "Perché questa none è diversa da mtte le altre notti?", Ecco quello a cui potremmo ispirarci anche noi.

Marcel Met.zgl!!'

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1 J1..tel"'"V'eJ1..enAo n.e..( c..C«7~ fTLl't1..1±Lvo

Dio ~ oye-rc..lo te,A ri"u1..i.re, c...c.cor~re., «'l'\..LFre.,

e. ~ c..om..i-Jtci.c...to Jcl~ c..ott~ f-t.1't1..c...~. M. Mel.zger

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Una santità che unisce VI sono parole della Bibbia, come "santificare", che non si possono spiegare: bisogna solo lasciarle risuonare nella nostra meme per­ché vi stabilìscano delle connes­sioni, Gesù ci ha insegnato a rivolgerei al Padre, dicendo: "Sia santificato il tuo nome". Dio è santo, tre volte santo: attraverso Gesù la sua santità ci raggiunge e ci unisce in Dio.

M. lHelzgr::r

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I!!MAGIN1 Ottobre O')

11 ottobre 2009

28a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 10, 17-30

Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse:

"Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai

e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni!

Seguìmì!" Mc 10, 21

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È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago,

che un ricco entri nel regno di Dio.

Mc 10, 25

.. 280 DOMENICA ORDINARIO B_

Vieni eseguimi! Mi sarà impossibile seguirei, Signore, se le mie mani rimangono gelosamente attaccale ai miei beni e se non provo altra gioia che nel possedere, sempre di più. Mi sarà impossibile seguirti, Signore, se sono schiavo della mia ricchezza e se la mia vita continua ad essere dominata dalla corsa al guadagno.

Mi sarà impossibile seguìrti, Signore, se sono incapace di vivere la conru\"'isione e il dono, se mi interessa solamente la mia vira. Mi sarà impossibile seguirti, Signore, se il mio orgoglio e la mia sufficienza mi incatenano e mi allontanano dagli altri.

Mi sarà impossibile segu irti , Signore, se non apro il mio cuore all'ascolto e mi MUto di lasciarnti sconvolgere nelle mie abi-~ rudini. Mi sarà impossibile seguirti, Signore, se non la.sci.o scorrere in me la sorgente dì una generosità disinteressata.

li tesoro che hai deposto nel mio cuore è grande e io sono dotato di molteplici talenti. Ho ricevuto molto, Signore, e lo so ... Fa' risuonare in me il desiderio di seguìrti e non pennettere che resti sordo al tuo appello!

Q,risrìnc Rdnholr

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Sic...J1LO r~ck~ ai. ~ u.., -ai. bo.,:l:~, ai. cLk~z.k-, a' ~,~re, J~ fon'k- : ,L~ r~C<"_ :

t-H.o~triM»t.oci. òet1.erO~Lr Jon.Lk.»t..o e. co ""cL ... vi.J.LC.-H1-O!

liberarsi delle proprie catene

Disfiamoci di tutto quello che ci impe­disce di cammjnare:

è l'unico modo per potere avanzare liberamente.

QJrisrinc Rcinbolr

C. RRlnlJolr

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Page 89: 2009

IMMAGINI Ottobre 09

18 ottobre 2009

29a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 10,35-45

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Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi senr1rc, ma per senrire e dare

la propria vita in rìscatto per molti.

Mc 10, 45

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Ma chi 'VUole diventare grande tra voi sarà vostro servitore,

e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti.

Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire,

ma per servire e dare la propria vita io riscatto per molti.

(Mc 10,35-45)

• 290 DOMENICA ORDINARIO B_

La corsa al potere li Potere, una vecchia storia che comincia nella notte dei tempi . Quel giorno il serpeme seduce la coppia delle origini: il racconco della genesi è molto eloqueme al riguardo. E il diavolo si presenta, come al solito, asruto! Avrebbe potuto utilizzare i metodi classid, ranco più che sappiamo quanto la carne sia debole . No! "Se mangi di quel frut­to, conoscerai ogni cosa". Avere tutto, Potere tutto, Possedere rutto: ecco il sogno! Ma sappiamo dove può condurci? Colui cbe crede di sapere turto è perverso. "Ne mangiarono e si accorsero di essere nudi". Ecco ciò che accade a coloro che vogliono accedere ad ogni Potere, ogni Avere, ogni Sapere. Gesù ci mette in guardia: "chi vuole divemare grande tra voi sarà vostro semrore". A buon intenditor poche parole . E guai a coloro d'le tentano di dissimulare una sere di potere sotto la parola Servizio. Dio lo sa bene, ce ne sono tanti di miscredenti!

RlJbert Riber

A -vo(el~ tr0r-to r-0j.) e Jel"'e, .) i.. i..»t..r-e..-l~"- r-l"'~ to ° te..-rJi. c.r'l-e (, e..-[.l:ro

CL .\~ò:)" .\em-r-re!

n nostro Battesimo Fratello mio, non entrare in questa corsa al potere, Iasciala ai nevrotici che vogliono possedere tutto. Tu sai bene che è nel profondo di ciò che ci manca che si vive un'assenza, quella che ci condurrà Bno al maestro, colui che ci invita pro~ prio al servizio.

Rnberl Riber

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El. R1her

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Page 90: 2009

IMMAGINI Ollohre (}')

25 ottobre 2009

30a DOMENICA ORDINARIO B

Mc lO, 46b-52

E il cieco glì rispose: "Rabbunì, che io veda

di nuovo!" Mc 10,51

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E il cieco gli rupose: ""Rabbonì, che io veda

di nuovo!" (Mc IO, 4(52)

Il 30a DOMENICA ORDINARIO B_

Nulla da perdere Che cosa ha da perdere quell'uomo? TanlO peggio per quelli che non soppor­tano le sue grida! Quando non si ha niente, quando non si è nulla agli occhi degli altri, poco importa se ci si rende ridicoli Nulla può fennare il desiderio di quest'uomo di incontrare qualcuno che osi posare su di lui e sulla sua pove­ra vita uno sguardo d'amore. Che cosa ha da per­dere quell'uomo? Egli sa dal profondo dell'anima che a forza di aggrapparsi alla vita questa finisce per offrire il segnale atte­so. È convinto che, a forza di tendere una mano alla speranza, questa frnisce per offrire un raggio di luce. E allora ha il coraggio di menersi per srrada perché, se sì continua ad andare avanti c'è sempre

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l'occasione di incontrare qualcuno che faccia un tratto di percorso assieme ... Veramente quest'uomo non ha nulla da perdere!

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e. H..J'1.. CH..ore lLSr-0.stO €4.-cC k-.s.c.o(tC4..rti..

La fede può tutto "la tua fede ti ha salva­to ... ". Attraverso la storia del cieco Gesù vuole farci comprendere che l'essen­ziale è scritto nel profon­do dei nostri cuori. Anche l'uomo può compiere meraviglie quando osa andare fino in fondo, nella sua fede. Il miracolo, in effetti, non consiste solo nel ritrovare la vista, ma nel credere che ruttO rimane sempre possibile ...

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IMMAGINI Otto/m' 09

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4 ottobre 2009 27a Domen"ÌCa Ordinario B

Gesù disse loro: "Lasciare che i bambini vengano a mc, non glielo impedite: a chi è come loro infani

appartiene il regno di Dio". /5 /_0503

18 ottobre 2009

"Chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di runi. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto

per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" .

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• IMMAGINI DOMENICAU_

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11 ottobre 2009 28a Domenica Ordina 1-1-0 B

Allora Gesù lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri,

e avrai un resoro in cielo; e vieni! Seguimi!"

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25 ottobre 2009 30a Domenica Ordinario B

E il cieco gli rispose: "Rabbonì, che io veda di nuovo!"

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Festa del Ringraziamento Sito internet della parrocchia Catechesi ai ragazzi

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11 IMaMAGINI Ottobre ()') TEMA: CHIESA E MASS MEDIA_

Ad ogni epoca la Chiesa ha saputo utìlizzare i mezzi a sua disposiZione per rispondere a sfide sempre nuove e comunicare il Vangelo. Essa utiliZza, dunque, i mezzi arcuali: siti internet, blog, newsletter, settimanali diocesani, bollettini parrocchiali, manifesti, radio e televisione, case editrici.

Il desiderio dì connenersi e l'istìmo di comunicare, che troviamo affermati dalla cultura contemporanea, non sono in verità che mani­festazioni moderne della fondamentale e costante pro- e ----=-=====-"~

:::::'9' pensione degli esseri umani ad andare al di là di se stessi per

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.., entrare in rapporto con gli altri. In realtà, ~, quando ci apriamo agli altri, diamo sod­~ disfazione ai nostri bisogni più profondi e

diventiamo uomini in modo più pieno. papa Benedeno À'VI

~ Quando navigo in internet, sono uno che ~J cerca la verità o uno che fa la pOSta al gossip? ~ Sono pronto ad A

~ co ..,' ""

eserc~tare uno spiri~ &~ to entico? Cerco di ~ 'J andar a vedere oltre? Cerco di fOffilare ~

più a~pr~fon?it~- ~II _ .. mente il ffilO glUdi- r-~ zio o seguo sempli­cemente la corrente?

Noi, internauti, diventiamo sempre più dei cyber uditori, dei cyber amanti, dei cyber testimoni . Così attesteremo che il Padre ha inviato il suo Figlio come Salvatore del mondo.

le nuove tecnologie hanno aperto la strada del dialo­go trd persone di diversi paesi, culture e religioni. La nuova arena digitale, il cosiddecm cyberspazio, per­mene di incontrarsi e di conoscere i valori e le tradi­zioni degli altri. Questi incomfi, tuttavia, per diventare fecondi, esigo­no forme oneste e cor­rette di espressione, alleate all'ascolto anen­ro e rispettoso. Il dialo­go deve essere radicato in una ricerca sincera e reciproca della verità, per realizzare la promo­zione dello sviluppo

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nella comprensione e nella tolleranza. La vita non è una semplice successione di fatti e di esperienze: essa è piuttosto ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio a tale scopo noi compiamo delle scelte, eser­citiamo la nostra libertà e li, nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e pienezza. Per questo non bisogna lasciarsi ingannare da coloro che cercano sola­mente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate in cui la scelta ìn sé diventa il bene, la novità si trasforma in bellezza, l'esperienza soggettiva prende il posto della verità.

papa Benedeno XVI

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Page 94: 2009

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Maria Poussepin (1653~1744). Beata Festeggiata localmente il 14 ottobre

Nacque neUa dimora pauizia di Saint­Sérène, che coincide COn l'atwaJe Saint-Cérè . Rifiutò di sposarsi per donarsi totalmente a CriSto e si ritirò neUa solitudine nei pressi di Aynac. Suo fratello la cercò per farla ritornare sulla sua decisione e, davanti al suo rifiuto, assieme ad un cugino la uccise nel luogo cbiama[O "il ruscello dei Barbari". Il suo corpo venne sepoLto in una cripca., nella chiesa parrocchia­Le di Saim-Cérè.

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Céline (morta nel VO secolo), festeg-giata loçalmente il 21 ottobre.

Aveva sposato, quando era ancora molto giovane, Emilio, come di Dlon. Provava verso di lui un grande affetto e, grazie al suo carattere amabile e sem­plice, vissero una grande unìone di amore e di fede. Presero grande cura dell 'educazione dei loro figli che dìven­nero rutti e tre preti. t 'ultimo, il più conosciu(o, Remigio, nato quando erano già avanti negli aruti, venne affi­clara ai chieriti della chiesa di Santa j\1aria di Laon. Divenne san Rem®o, l'arcivescovo di Reims.

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Salomé, la Mirofora (l'' secolo) Festeggiata il 22 ottobre,

Sposa di Zebedeo e madre degli apo­stoli Giacomo e Giovanni , era tra quel· le "che seguivano Gesù e lo serviva­no". Aveva raccomandato i suoi figli a Gesù perché fossero alla sua sini~tra e alla sua destra (M( 20, 17-28), nei posti di comando del Regno. Ne! gior­no della Passione si trovava anch'essa ai piedi della Croce. Ed era anche tra coloro che acquistarono degli oli aro­matici per andare ad imbalsamare il corpo di Gesù e che il manino della domenica trovarono La tomba vuota.

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IMMAGINI O(fo[m: 09

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• VARIAZIONI_

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Preghiera autunnale

L'autunno ci mostra l'ambiguità di ogni cosa. Infani mescola la chiarezza del mattino con le sere nuvolose, mescola il rosso e il nero, l'abbondanza ed il VUO(O. L'aumnno ci rassomiglia. Ci inse-

gna l'umiltà dei passaggi difficìli e delle rotture dolorose . L'autunno che spoglia i rami e devasta i giardini colpisce l'essere

umano nel SliO istinto di possedere. Un giorno posseggo qualcosa, ma un alLrO giorno ne rimango privo. "Yoi non siete j proprietari", ci dice l'autunno. Senza questo richiamo salutare 1'ì.nverno ci di­struggerebbe . Le. nOstre case, i nostri alberi, il nostro io, i nostri

figli, i nostri amici non ci appartengono . Yolerli trattenere significa impoverire l'universo. Saperli amare durante il Ioro viaggio signifi­

ca vivere e farli vivere. Dio delJe quartro sragiolli, cbe litmano la vira della terra e

dell'universo, Dio dei nostri aceri e delle foglie dai molteplici colori, Dio dei nostri autunni dle cantano la belle7.-Za superba dei paesaggi prima della farale spoliazìone del domaru, facci parteci­pare al dinamismo della tua grazia e all 'alternarsi dei tuoi doni.

Donaci le parole adaITe, le tue parole, perché possiamo celebrare in modo adeguato questa stagione di larghezza e di tristezza, di

dolcezza e di violenza, di abbondanza e di distacco . Insegnaci la vira interiore ed i $l.Joi riri. Conservaci nella speranza della stagione perfena quando saremo riuniti al tuo Figlio nella

pienezza dei secoli dei secoli.

Esco e mi allontano dalle rive familiari dei 7nieifiumi

Raggiungo i mieifratelli nella follia della folla

le cui onde mi sPi11fJono e ]ni travolgono. Charles !:Jingel : Folla

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zza.

al

lora

son

o co

me

8art

lmeo

.

Qua

ndo

mi

arra

bbio

e la

mia

cat

tiver

ia m

i is

ola

da t

utti,

al

lora

son

o co

me

Bar

timeo

.

Qua

ndo

non

mi

fido

di t

e, S

igno

re,

quan

do m

i chi

udo

alla

tua

par

ola

e no

n ce

rco

nepp

ure

di c

oglie

re I

seg

ni d

ella

tua

pre

senz

a.

allo

ra s

ono

com

e B

artim

eo.

Tu m

i co

nosc

i, S

igno

re:

talv

olta

mi c

apita

di

esse

re c

ieco

. A

pri

i mie

i occ

hi e

fa' c

he i

n m

e la

fed

e sg

orgh

i com

e un

sol

e lu

min

oso

e pi

eno

di v

ita!

AI'

90

'to

, C

loco

di

pa

rola

: B

art

lme

o U

n g

ioco

di

lelt

e,e

: 3.

G

ER

ICO

. B

AR

TIM

EO

. C

IEC

O.

FIG

LIO

DI

DA

VID

E.

AB

BI

PIE

DI

ME

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A'.

LA

TU

A F

ED

E T

I H

A S

AL

VA

TO

Riv

ista

me

nsile

pe

r i

rag

azzi

112

ott

ob

re 2

00

9

Te

stI:

C

h,l

stl

ne

Ile

lnb

olt

Ab

bi

pie

tà d

i m

e!

In q

ue

l te

mp

o,

me

ntr

e G

esù

part

iva

da

rico

Ins

iem

e a

l $C

.Iol

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ep<J

1I e

o m

olt

a f

olla

. Il

fig

lio d

i T

lmèo

, S

Grt

lmèo

, ch

e e

ra d

eco

, se

deva

lu

ng

o l

a s

tra

da

a m

en

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ara

Sen

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o ch

e e

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esù

Noz

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o,

com

lnd

ò (I

g

rid

are

e a

dir

e:

«Fig

lio d

I D

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e, G

esù,

ab

bi

pie

tà d

i m

e!».

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olt

i lo

rim

pro

vera

van

o p

erch

é ta

cess

e. m

a e

gli

grld

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] a

nco

ro p

iù f

orte

: «F

iglio

di

Dav

Ide,

ab

bi

pIe

tà d

i m

e!».

G

esù

si f

erm

Ò e

dis

se:

«ch

iam

ate

la!,

.. O

1la

ma

ron

a I

l c:

leco

, d

ice

nd

og

li: «

Co

rag

gio

! À

lzat

i, ti

chia

­m

aI».

Egl~

ge

tta

to v

la I

l $C.

IO m

an

tello

, bo

lzò

In p

ied

i e

ven

ne

da

Ges

ù.

Allo

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esù

gli

diss

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Che

cos

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oi c

he

lo

facc

ia p

er

te?»

. E

Il

de

co g

li ris

pose

: «R

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nl,

che

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ve

da d

i nu

ovo!

». E

Ges

ù g

li di

sse:

«V

a',

lo t

ua

fe

de

ti

h<I

solv

ato»

. E

su

bito

vid

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I nu

ovo

e lo

seg

uiva

lu

ng

o I

a st

rada

. (M

c rt

O lO

, 4

6-5

2)

Page 97: 2009

~ _I

~

Car

i am

ici,

og

gi

l'ev

ang

elis

ta M

arco

ci

racco

nta

la

gu

arig

io­

ne

di

un

cie

co,

ch

iam

ato

Bar

tim

eo_

Per

fart

i ca

pi­

re m

egli

o q

uest

o t

est

o,

ti s

pie

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erò

alc

un

e p

aro

le

ed

esp

ress

ion

i.

Ger

ico

Q

ue

sta

ci

ttà

si

tr

ova

a

circ

a

35

km

da

G

eru

sale

mm

e.

Si

tra

tta

di u

n lu

og

o g

rad

vole

, ne

l be

l m

ezzo

di

una

zona

de

sert

ica

, vi

cin

a a

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ar

Mo

rto

. P

rop

rio

pe

r q

ue

sto

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en

e

chia

ma

ta

"la

cit

de

lle

pa

lme

" e

rap

pre

sen

ta

la

resi

de

nza

in

vern

ale

d

ei

pe

rso

na

gg

i im

po

rta

nti

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Ge

rusa

lem

me

. A

G

eri

co l

'acq

ua

sco

rre

sen

za a

lcu

na

re

stri

­zi

one,

gra

zie

alle

nu

me

rose

so

rge

nti

e a

i m

olt

i a

cqu

ed

ott

i ch

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no

sta

ti c

ost

ruit

i.

Ch

i e

ra s

ed

uto

ai

bo

rdi

de

lla s

tra

da

?

EM

ITR

AB

O

Qu

al

era

il

suo

ha

nd

ica

p?

IE

CO

C

Ch

e c

os'

ha

de

tto

?

LlO

FIG

ID

E

VID

DA

. (B

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T

IEP

À

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EM

Ch

e c

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gli

risp

on

de

Ge

sù?

'A

V,

AL

U

TA

E

FED

IT

AH

A

TO

VS

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Com

bra

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Bar

tim

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Bart

imeo

sta

men

dic

an

do

e il s

ole

pro

iett

a l

a su

a o

mb

ra s

ul

suo

lo_

Tro

va

l'o

mb

ra g

iust

a.

'" .::: :1 ~

Page 98: 2009

Un

'idea

T

i p

rop

on

go

ora

di

rap

pre

sen

ta

la s

cen

a d

el ra

cco

nto

ass

iem

e a

i tu

oi

amic

i. c

om

e s

e f

ost

e a

teatr

o.

Ci

vo

glio

no

alc

un

i p

ers

on

ag

gi:

G

esù

il

cie

co

a

lcu

ne

pe

rso

ne

ch

e c

osti

tuis

co

no

la

folla

.

Pu

oi

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che

ag

giu

ng

ere

un

po

' d

i te

sto

pe

r d

are

co

nsis

ten

za

alla

sce

ne

tta

: C

om

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vra

nn

o r

ea

git

o l

e p

ers

on

e p

rese

nti

?

E i

dis

ce

po

li c

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avra

nn

o d

ett

o a

Ge

?

-Il

cie

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avrà

vo

luto

esp

rim

ere

a G

esù

. d

op

o a

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r re

cu

pe

rato

la

vis

ta?

La

vo

ra u

n p

oco

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imm

ag

ina

zio

ne

...

~ ;1 ~

Pu

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ch

e v

esti

rti

co

me

al

tem

po

di

Ge

. N

on

dim

en

tica

re c

he

Ba

rtim

eo

è u

n

po

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ro m

en

dic

an

te ..

. E.

se

vu

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pu

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co

str

uir

e u

no

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na

rio

: sa

i g

ià c

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Ge

rico

è c

hia

ma

ta "

la c

ittà

d

elle

pa

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" e

ch

e l

'acq

ua

no

n m

an

ca ..

.

Ora

, co

rag

gio

, a

nd

iam

o i

n s

cen

a!

Un

gioc

o di

let

tere

O

sserv

a b

en

e q

uest

o l

abir

into

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erc

a d

i tr

ov

are

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perc

ors

o c

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du

ce

a D

io s

en

za p

ass

are

att

rav

ers

o q

uel

li c

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i fa

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o i

nco

ntr

are

un

a m

on

eta

d

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'im

pera

tore

o i

l p

ers

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ch

e r

ap

pre

sen

ta i

l si

mb

olo

del

mal

e!

Da

qu

ale

cit

tà u

sciv

a G

esù

?

EIR

CO

G

Un

cie

co

ch

e m

en

dic

ava

A

I te

mp

o d

i G

esù

le

pe

rso

ne

che

so

ffri

va­

no

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au

sa d

i un

ha

nd

ica

p (

i ci

ech

i. i s

ordi

, i

pa

ralit

ici .

.. )

era

no

a

bb

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do

na

ti

a se

st

ess

i e

d e

ma

rgin

ati

: e

ran

o s

enza

de

na

ro,

senz

a a

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na

ass

iste

nza

e p

er

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più

mal

a­ti.

Pe

r so

pra

wiv

ere

me

nd

ica

van

o q

ua

lch

e

mo

ne

ta ..

. Ba

rtim

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a u

no

di

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ro:

un

cie

co c

he

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ied

eva

la

cari

tà.

Fig

lio

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Dav

ide

Si

tra

tta

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un t

ito

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ui

gli

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rei

desi

o g

na

van

o

il M

ess

ia,

colu

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e e

ra

att

eso

co

n g

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de

im

pa

zie

nza

. P

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ssi

si t

ratt

va d

i un

"fi

glio

" (d

isce

nd

en

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e dì

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sue·

ce

sso

re d

i D

avi

de

(ci

un

"re

").

Ne

i va

n­g

eli

i m

ala

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le

folle

ch

iam

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o s

pe

sso

G

esù

in q

ue

sto

mod

o.

Ge

tta

to v

ia i

l su

o m

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tello

...

Po

tre

mm

o

pe

nsa

re

che

n

ei

pre

ssi

di

Ge

rusa

lem

me

un

ma

nte

llo n

on

serv

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un

gra

nch

é:

spes

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infa

tti,

si

imm

ag

ina

che

la

te

rra

di

Isra

ele

sia

ca

lda

e

de

sert

ica

. M

a v

i si

tro

van

o a

nch

e d

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luo

gh

i ve

rdi

ed

irri

ga

ti e

poi

, so

pra

ttu

tto

, a

nch

e i

n e

sta

te

le

no

tti

po

sso

no

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ere

fr

esc

he

. In

o

gn

i ca

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d'in

vern

o il

ma

nte

llo è

in

dis

pe

nsa

bi.

le

. N

el

van

ge

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ed

iam

o,

pe

r e

sem

pio

, un

a do

nna

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tocc

a

il m

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tello

d

i G

esù

e

rim

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e g

ua

rita

op

pu

re d

eg

li e

bre

i ch

e g

et­

tano

il

loro

ma

nte

llo p

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terr

a d

ava

nti

a

Ge

che

e

ntr

a

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r l'u

ltim

a

volt

a

in

Ge

rusa

lem

me

.

Ra

bb

un

ì È

un

tito

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rifi

co a

ttri

bu

ito

ai

ma

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ri

de

lla L

egge

. A

vre

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otu

to d

ire

"R

ab

bì"

o

"Ma

est

ro",

ma

Ba

rtim

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vu

ole

uti

lizza

re

un t

erm

ine

più

aff

ett

uo

so.

E s

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uiv

a G

esù

lu

ng

o l

a s

tra

da

B

art

ime

o

ha

viss

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n

elle

te

ne

bre

. O

ra

fin

alm

en

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pu

ò

ved

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il

sole

. Il

cie

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i fio

ri.

la

sab

bia

de

l d

ese

rto

, le

pa

lme

! H

a cr

ed

uto

in G

esù

con

tu

tte

le s

ue f

orz

e,

con

una

fed

e s

em

plic

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d a

ute

nti

ca.

E p

rop

rio

g

razi

e a

qu

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a f

ed

e c

osì

pu

ra,

Ge

sù l

o ha

st

rap

pa

to a

lla s

ua c

eci

tà e

d a

lla s

ua n

ott

e:

gli

occ

hi

di

Ba

rtim

eo

si

ap

ron

o a

lla

luce

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el

sole

.

Ba

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eo

, q

ua

nd

o h

a sa

pu

to c

he G

esù

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vi

cin

o,

lo

ha

chia

ma

to a

vo

ce

alta

. Tu

, q

ua

nd

o v

uo

i p

arl

are

con

Ge

sù o

ch

ied

erg

li q

ua

lco

sa.

che

cosa

fa

i?

Page 99: 2009

Gio

co d

i p

aro

le

Ce

rca

di

de

cif

rare

le

pa

role

ch

e s

eg

uo

no

e

scri

vi l

e

ne

i ri

qu

ad

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s

on

o s

tati

pre

pa

rati

. Q

ua

nd

o a

vra

i c

oll

oc

ato

tu

tte

le

pa

role

, le

ca

se

lle

g

rig

ie t

i ri

ve

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nn

o u

na

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rola

de

l v

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ge

lo.

ZE

RB

AL

A

RE

NO

ZA

NA

IC

OR

GE

R

AD

AS

T

ED

VIA

D

DIC

AR

ME

NE

A

NT

MO

LL

E

OIE

CC

- N

-

G

- A E

-

A

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- R

V

-

N

T

-

E

-

Il gi

oco

deg

li er

rori

L

eg

gi

be

ne

il

tes

to c

he

se

gu

e:

co

nti

en

e d

iec

i e

rro

ri.

Sc

op

rili

e s

ott

oli

­n

ea

li.

Ges

ù us

civa

da

Naz

aret

ass

iem

e a

Ma

ria

. U

n m

uto,

di n

ome

Ba

rtim

eo

, er

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iste

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ord

i de

l fiu

me.

Se

nte

nd

o c

he e

ra G

esù,

si

mis

e a

grid

are:

"G

esù,

abb

i p

ietà

di

me

!".

Ges

ù si

fer

ma

e di

ce: "Chiamatelo~. C

hiam

ano

dunq

ue lo

zop

po e

gli

dico

no:

"Abb

i fid

ucia

, al

zati:

ti

chia

ma!

". I

l m

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ge

ttò

il s

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rem

biul

e, b

alzò

e c

orse

ver

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Ges

ù. G

esù

gli

dice

: "C

he

cos

a vu

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acci

a p

er

te?"

. "R

abbu

nì,

che

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am-

...., ~ I "" ~

min

i".

E G

esù

gli

dice

: "V

a',

la t

ua f

ede

ti ha

salvato~. E

su

bito

l'u

om

o s

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ise

ad

udire

.

Ora

ric

op

ia i

l te

sto

, c

orr

eg

ge

nd

o g

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ri.

Un

po'

di r

ifles

sio

ne

Oss

erv

a b

en

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sti

tre

po

rta

tori

di

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nd

ica

p:

un

o è

cie

co,

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o n

on p

ca

mm

ina

re e

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terz

o è

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. S

on

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irco

nd

ati

da

div

ers

i o

gg

ett

i ch

e p

oss

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o

aiu

tarl

i a

vive

re e

a s

po

sta

rsi

no

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nte

il

loro

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ica

p.

Co

lleg

a o

gn

i o

gg

ett

o a

lla p

ers

on

a g

iust

a.

®

~.

~/

Page 100: 2009

IMMAGINI Novembre O')

10 novembre 2009

FESTA DI ,'UTTI I SANTI Mt 5, 1-12

/52_'20'

"Beati i poveri in spirito, per­ché dì essi è il regno dei

cieli. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati"

1 T

Mt 5,3.6

/52_'204

Beati voi quando vi insulte­ranno, vi perseguiteranno e,

mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi

per causa mia. (MI 5,11)

Il FESTA DI TUTTI SAINTI"

Banda di santi! Voi non ei crederete, eppure

si trana proprio di voi, dei vostri defunti, che sono stati santificati da Gesù Cristo e si sono lasciati trasfigurare da lui.

Quando la relazione con Cristo diventa la tua ultima ricchezza e la dolcezza il tuo compagno cii strada.

Quando la miseria dei tuoi fratelli ti afferra alle viscere, ti fa piangere e ti impegna per la giustizia in modo ardito.

Quando distruggi le mura che separano e costruisci ponti che uniscono ...

Quando fai runo questo nonostante le beffe, gli insulti, le persecuzioni e talvolta la tua stessa debolezza ... tu sei un santo, fratello mio! Coo.figuraco a Cristo, ru sei già, con lui, un vincitore.

jean-Marie Bedez

Pro»-"-J1..Ci~m..o c.o»-6t..U.-/52_/202

i. nOln.t. ai c.oloro c.ke.- ~»t..ifi.ln.a c cke. ~bbt.~»'LO c...~ta

CO»t..e »-0 J't1..i. li_ ~fi.»-ti. /52-'203

Il nostro nome sul calendario Il calendario lirurgico rischia dì offrirei un'Ì1lullagine falsa della santità. VI tro­viamo infaui papi, ecclesiastici, monaci, religiose, vergini, martiri ... Ma in realtà vi sono miliardi di donne e di uomini, sposati e celibi. genitori e figli, eli ogni condizione, popolo, cultura e religione, che si sono impegnati ad amare e ad amare veramente! E la loro canonizza­zione? A loro bastano le parole di Gesù; "Venite, benedetti del Padre mio, pren­dete possesso del regno preparaco per voi fin daJla fondazìone del mondo".

Jecm·Marle 8edf:Z

f.-M. 8edez

/52_/205

Page 101: 2009

IMMAGINI NCJl'l.'lIlh,.e Oy

2 novembre 2009

COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNl'l

Gv 11,17-27

"lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche

se muore, vivrà". Gv 11,25

/51_1JU4

In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia paroJa e crede a colui che mi ha mandato, è passato dalla morte alla vita.

(Gv 5, 14)

COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI

Vivere nella fede, la fede che fa vivere Prima di affrontare la propria morte, Gesù sperimenta come noi cosa significhi perdere una persona amata. Qual è il significato di quella che si può chiamare più che la risurrezione, la rianimazione, il risveglio di Lazzaro? il gesto di Gesù ci insegna che nel momento in cui Gesù affronterà la sua mOrte, nonostante mno quello che accade, Dio resta il Dio delIa vita, il Dio dei viventi. Dichiarando a Marta: "lo sono la osur­rezione e la vita", egli annuncia il trionfo defi­nitivo della vita sulla morte, doè il passaggio anraverso la morte per approda.re ad una vita nuova, libera da ogni m.orte. La dichiarazione solenne di Gesù provoca in Marta una deUe più belle profes­sioni di fede che si trovano nel vangelo: "Sì, Signore, io credo che tu sei il CriSto, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo". Oggi è a ciascuno di noi che Gesù dice: Chi crede in me, anche se muore vivrà".

Lo credi tu? Gesù dice "vivrà", ma a dire il vero credere in Gesù significa vivere

già di questa vita che trionfa suUa morte. T7Jierry I.arcber

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Pregare

Pregando Gesù, Marta e Maria hanno ottenuto il ritorno del [oro fratello Lazzaro. Pregando per i morti noi contempliamo innanzirutto il mistero della risurrezione dì Cristo che, per mezzo della croce, ci ottiene la salvezza e la vita eterna. Fidandoci di Dio, noi ci prepa­riamo a ritrovare il nostro fra­tello, la nostra sorella, i nostri genitori, il nostro sposo o la nostra sposa, perché Dio ci renderà la vita.

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Page 102: 2009

IMMAGINI /110[.'('111/]"(, 0<)

8 novembre 2009

32a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 12, 38-44

"In verità ìo vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di

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Mc 12, 43

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"In verità io vi elico: questa vedova, così povera, ha getta­

to nel tesoro più di tutti gli altri."

(Mc 12 . 43)

32a DOMENICA ORDINARIO B

L'amore non nUsura In parrocchia è conosciuta, conosciuta perché non viene molto spesso. Secondo alcuni bisogna capirla: è rimasta sola con i suoi figli ed ha solo la domenica per riposarsi . Ma altri dicono: "Sì, ma non viene spesso" . Ceno, ribattono ì primi, ma fa rutto il possibile. È un dialogo tra sordi. Le cose vanno cosÌ, non ci si può fare niente: impossibile fare a meno di misurare, impossibile destare il timore eli giudicare male. E le parrocchie fremono a causa di questi rumori, simili ad un rumore di fondo, continuo. Un 1l.lmore di fondo che potrebbe finire perché è inutile misurare ed è inutile giustificare. Dio si dona interamente e definitiva­mente in ogni Eucaristia e non è sempre accolto. Ma se ci si mette a misurare , allora basta andare una volta in vita a Messa e rutto è fano. Ma se ci si mette a misurare, allora non si anUl più veramente e nulla è fatto. È inutile anche giustificare: c.bi ci ha stabiliti come giudici o difensori degli altri? Che cosa pensiamo di offrire attraverso questo nostro ruolo? L'unica cosa che ritorna continuamenre nei testi di que­sta domenica, dalla vedova di Sarepta alle invettive contro quelli che nelle celebrazioni si esibiscono ai primi posti, fino alla lettera agli Ebrei, è che l'amore non misura e si dona interamente senza secondi fini . Si dona intera­mente in una volta, che è permaneme, senza. pentimenti e senza guardare a quel che si dice o a quel che si pensa.

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è L' i-f'l.J~~1-iJè.. r-i.k rrof.:1)1.Jc.... Ji.. "f""Jol-"-l-1...O Ji. ",-oi.. O j. lÀ'1,(r('"dl

Davanti al silenzio di Dio

Avrei amato facilmente un Dio così forte da fermare le cata­strofi narurali in seguito ad una preghiera, un dio così ricco da sfamare ruITi i poveri, Wl dio talmente bello da suscitare un culto spontaneo, ed eccomi invece davanti al silenzio di Dio che per amore ci ha lascia­ti liberi e responsabili delle nostre azioni. Ma io non sono e non ho un granché. Avrò il coraggio di rischiare la mia vita

per amor suo? )Cl n Devriendl

152-'<105

Page 103: 2009

IMMAGINI NOIIC'lI/b,./! (19

l 5 novembre 2009

33a DOMENICA ORDINARIO B

Mc 13, 24-32

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"G Figlio dell'uomo manderà gli angeli e radunerà ì suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo"

Mc 13, 27

li Figlio dell'uomo manderà gli angeli e radunerà i suoi

eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino

all'estremità del cielo. (Mc 13,27)

~ 330 DOMENICA ORDINARIO S_

Crisi annunciata! Le realtà attuali ci aiutano a com­prendere meglio la venuca del Figlio dell'uomo. Le fragilità socia­li, economiche, umane ci aiutano a percepire meglio quello che viene annunciato. Perché la venuta dci Fìglio dell'uomo non è legata ad una distruzione sistematica dei nostri valori, ma ad un riaggiusta­mento di quei mezzi che guidano le nostre esistenze. Perd1é visibil­mente molte cose scompariranno. Realtà che occupavano un grande posto, ma che non meritavano di essere valorizzate fino a quel punto saran­no ridotte al nulla. Gesù non viene a fur pulizia nel nostro mondo, ma piuttosto ad aiurarci a vivere meglio e ad investire meglio le nostre energie umane e spmtuali. Per evirare, fin d'oggi, che tutto dò provochi una crisi profonda, siamo imi­tati insieme a discemt:re le priorità autentiche, le occupazioni essenziali, per andare verso l'eternità del nostro Dio! Sì, la sua Parola è infinita ed eterna come Lui. La sua estate è annunciata, verrà. Potremo approfittarne pienamente?

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lCò....)cu...I'\.Joci. c..o~rre. Je.. 1.1..~ c.oH...Ver~i.oH...e

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Portatori di un messaggio

La stagìone di Dio non è legata alle condizioni della terra, ma al funzio­namento del nostro cuore.

Come il fico annuncia la venuta dell'estate, così la nostra vita di credenti deve manifestare il mes­saggio, l'arulUncio della venuta del Figlio di Dio!

Aia;n Doniu..<

A Donllt.S.

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IMMAGINI NOl.'(,lIIbre O')

22 novembre 2009

FESTA DI CRISTO RE

Gv 18, 33-37

Gesù rispose a Pilato: "Tu lo did: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimo­

nianza alla verità". Gv 18,37

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Gesù rispose a Pilato: '"'Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare

testimonianza alla verità". (Gv 18,37)

FESTA DI CRISTO RE

Un amore smisurato Il Cristo Re è il Cristo Servitore. Egli è re allo stesso modo del buon pastore, che veglia sul suo gregge: gli assicura cibo e pro­tezione, lo conduce e lo guida con compe­tenza e sicurezza, conosce ciascuna delle sue pecore e si occupa in modo parti­colare di quelle più deboli e più fragili. Sì sente pienamente responsabile del suo gregge e non esita, davanti al pericolo che lo minaccia, a donare la sua stessa vita. La regalità di Cristo si esprime in modo cruaro nella lavanda dei piedi. Egli è il Maestro che sì mette in ginocchio davanti ai suoi discepoli, il Signore della vira che accetta liberameme di entrare nella morte. Strano paradosso di un Dio vulnerabile, la cui onniporenza si rivela in un amore smisurato!

mons. Oui5!ia n 'Kr:llZ

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NeLle. t'Lo~!:re. ~oc-~e.t~ i re ~OJ'\.O t~.s"-h cii. m.oL,

[, (. O·· \ f'JL"- "--t1'LOre d..L LO run..."-rr"- jel't1...r-re

,J cioao "'egIe cii Dio ..1("-<-o»1-O! mons. C fVu'z

Re di lIDa pace eterna In Gesù Cristo il vero re non è colui che coman­da e che domina, ma colui che paga di perso~ na per vincere il male e salvare coloro che gli sono affidati, anche a prezzo della propria vita.

In un mondo di vìolenza e disperazione, la croce di Cristo appare come il sacrificio che libera, la contestazione radicale, l'atto supremo di amore che porta un frutto di vita eterna.

mOIIS. Cbrislian Kratz

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/52_/605

Page 105: 2009

IMMAGINI NOl'embre 09

29 novembre 2009

la DOMENICA DI AWENTOC

le 21, 25-28.34-36

/52_/70/

"Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle ... Allora

vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande

potenza e gloria". Le 21, 25.27

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~

Allora vedranno il Figlio dell 'uomo venire su una nube oon grande potenza e gloria.

(Le 21. 25,27)

1 a DOMENICA DI AWENTO C

Le due venute 11 temune "venuta" d è diventato familiare dal momento che la llia Preghiera Eucaristica ce lo propone regolannente, dopo il canto di anamnesi: "Celebrando il memoriale del tuo Figlio ... nell'attesa della sua venuta ... ". La parola 'l\vvemo", in effetti, ha lo stesso significato. la prima lettura di questa domenica evoca il clima in cui ha avuto luogo l'an­nuncio della prima venuta. Il popolo di Dio stava vivendo un momento di prova e attendeva un Figlio di Davide, un re libe­ratore. Questa prima venuta si è realizzata, il Salvatore, Gesù, è venUto. La seconda lettura ed il vangelo ci annu ndano la seconda venu­ta e ci indicano il modo in cui prepararla: è "il giorno in cui il Signore nostro Gesù verrà con tutti i santi." Nell'attesa di quel giorno noi rimaniamo desti e apriamo le nostre mani per accoglierlo, mentre preghiamo: I ,;!, .~ ''Venga il tuO regno". =~ . E::::;

Marce{ Met:zger

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152 1703

1 ( [j0rl'LO JeU'A~c.e.tLSi.ol'\.e 5(i. (;1..''1-S-(;- "-'Ve'V"-",-o -

"-nn«..nc.~t-o i.I ri.t-Ol~J1...O Ji. Crwto. 0"- "-((01""-

Le eOJl'L"-ni.tt.- c.,~ìs~"C1..J1...e vi.vono ;1 te.Jl'LfO J.e((, "--Heiu..

Resistere ed andare avanti Che cosa fare in mezzo alle tempeste del mondo? Gesù, il risorto ci insegna l' at­teggiamento giusto: alzare la testa e volge­re il nostro pensiero verso di lui, che è la guida sicura, perché nel giorno della sua Pasqua si è rialzato dalla più grande tem­pesta. Egli ci invita anche alla responsa-

M. M('1Zg<?r

152_1705

bilità: restare vigilanti, vegliare attivamente in ogni tempo, prepa­rare la terra ad accogliere la sua venuta.

Marcel Irfetgzer

Page 106: 2009

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IMMAGINI NOI'l'lIllu'(' 01}

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1 o novembre 2009 Festa di tutti i Santi

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Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli, Beati

quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno

saziati.

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15 novembre 2009 33a Domenica Ordinario B

Dalla pianta di fico imparate la parabola ... quando vedrete acca· dere queste cose, sappiate che

egli è vicino, alle porte .

152_1807

Giorno dei morti

152_1802

2 novembre 2009 Commemarazùme dei fedeli defunH

lo sono la risurrezione e La vita; chi crede in me, anche se

muore, vivrà,

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22 novembre 2009 Festa di Cristo Re B

Gesù rispose a Pilato: "Th lo dici: io sono re, Per questo io sono nato

e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza

alla verità",

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Festa di tutti i Santi

IMMAGINI DOMENICALI"I

152_180]

8 novembre 2009 32a Domenica Ordinario B

In verità io vi dico : questa vedo­va, così povera, ha gettato nel

tesoro più di mITi gli altri .

1.12_1806

29 novembre 2009 la Domenica d i Avvento C

Vi saranno segni nel sole, neUa Luna c nelle stelle, .. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su W1a

nube con grande potenza e gloria.

Comincia il tempo di Avvento

Page 107: 2009

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IMMAGINI NOl'embre (l') HUMOUR - SANTI

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Karina (morta nel lV' secolo) Festeggiata il 7 novembre.

Karina e Melasippo, suo marito , furo­no martirizzati ad Ankara, assieme al loro figlio, sant'Antonio. l due sposi subirono la morte durante la persecu­zione dell'Imperarore Giuliano l'Apostata: furono mutil.ari ed attaccati, ancora vivi, alla gogna, davanti al figlio che non rinnegò Gesù Cristo nenune­no davanti alle sofferenze inaudite dei suoi genirori . Antonio morì anche lui martire, per decapitazione.

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Cecllia di Roma (morta verso il 232). Festeggiata il 22 novembre

Cecilia è romana: appartiene alla fami­glia dei Cedlii ed è promessa sposa a Valeriano, che converte al cristianesi~ ma. Muore vergine e martire verso il 232, sono l 'imperarore Alessandro Severo (222-235) . Secondo una bio­grafia leggendaria del YO secolo, al momento del suo matrimonio canrava le lodi di Dio e faceva voto eli castità, accompagnata dalla musica . il suo corpo venne ritrovato nel 1599. È la pa(fOna dei musicisti, dei Durai e dei poeti.

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Semino O Saturnino (morto nel & secolo). Festeggiato il 29

novembre

È piuttosro difficile separare la sroria dalla leggenda che lo riguarda: sareb­be stato mandaro, infatti, dallo stesso san Pietro. li daro più sicuro è che appartiene al numero dei missionari che, come Dionigi di Parigi, vennero ad evangel.iz7.are le Gallie verso il 250. Fondò la sede episcopale di Tolosa. Molte località del sud della Francia pOrtano il suo nome.

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Page 109: 2009

IMMAGINI

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Vengo rrasporcaeo in mezzo ai miei fratellJ

freteolosi per non so qual sogno

che si leva là in fondo alla strada

Jastricata di grigio. Cbarfes Singel; Folla

VARIAZIONI

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Con te, Cristo Gesù Con te, Cristo Gesù, la luce è entrata nella nostra vita! Anche se talvol1a lo notte cl Impone il suo coperchio opaco noi crediamo che tu cammini davanti a noi, a costo di ferirti, per liberarei un passaggio verso il sole.

Con te, Cristo Gesù, la gioia, come una primavera, viene ridestata in noi e sgorga Impetuosa. Anche se tolvol1a erriamo nella tristezza ed i fardelli cl spossano, noi crediamo che tu ravvivi lo sorgente In ognuno dei rami dissecchI! Con te, CrIsto Gesù, lo speranza riesce ad attecchire.

Anche se tolvol1a noi cl trasciniamo nella polvere e veniamo calpestati, noi crediamo che tu susciti in noi lo parola creatrice, capace di rinnovarei!

In noi, Cristo Gesù, tu dispieghi abbondantemente la tenerezza del Padre e ci percorri col soffio dello Spirito delle origini!

AJbert Harl e OJarles Singer

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Page 110: 2009

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pie

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pe

r la

co

etr

u-

B.

La p

ietr

a sc

art

ala

è d

iVQ

nlat

a la

pie

tra

d·a

ng

olo

. zio

ne.

~

C.

Ott

ener

e d

ue

bo

tti

con

la

ete

ssa p

ietr

a.

D.

Seg

nare

su

lla

pie

tra.

'" ;::; '" ",'

::2 ~ ~

N

N I

N

L-_

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

__

_ ~I~

Pre

gh

iera

S

ign

ore

, ca

pit

a a

nch

e a

me.

co

me

a q

ue

i ri

cch

i, d

i d

are

so

lo il

su

pe

rflu

o.

Aiu

tam

i a

pre

nd

ern

e c

osc

ien

za

pe

rch

é p

oss

a a

gir

e c

on

ma

gg

iore

sa

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ezz

a.

Sig

no

re,

acc

ad

e a

nch

e a

me,

co

me

a q

ue

lla v

ed

ova

, d

i d

are

l'e

sse

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ale

. A

iuta

mi

a p

ren

de

rne

co

scie

nza

p

erc

do

ma

ni

con

tin

ui

a fa

re l

o s

tess

o.

Sig

no

re.

cap

ita

an

che

a m

e

com

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qu

ei

sace

rdo

ti d

el

Te

mp

io.

di

no

n u

tiliz

zare

be

ne

qu

ello

ch

e r

ice

vo.

Aiu

tam

i a

pre

nd

ern

e c

osc

ien

za

pe

rch

é d

om

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i p

oss

a a

gir

e c

on g

iust

izia

.

Ris

po

sta

: A

tti

4,

11

'" ~ .... ~I I

<" ~ R

ivis

ta m

en

sile

pe

r ra

ga

zzi

N~ 1

13 n

ove

mb

re 2

00

9

Tes

ti:

T. l

o,c

he.

Qu

esta

ved

ova

ha

do

nat

o t

utt

o!

.......

./

\

\

1 !

In q

uel

tem

po,

Ges

ù ne

l te

mpi

o se

duto

di

fro

nte

al

teso

ro,

osse

rvav

a co

me

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olla

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gett

ava

mon

ete.

Tan

ti ric

chi

ne g

etta

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mol

te.

Ma,

ven

uta

una

vedo

va p

over

a, v

i g

ett

ò d

ue m

onet

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che

fa

nn

o u

n so

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A

llora

, ch

iam

ati

a sé

I s

uoi

disc

epol

i, di

sse

loro

: «I

n ve

rità

lo

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dico

: qu

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dova

, co

s1 p

over

a, h

a g

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ato

nel

tes

oro

più

di t

utt

i g

li al

trI.

Tut

ti in

fatt

i ha

nno

ge

tta

ta p

art

e d

el l

oro

sup

erflu

o. L

ei I

nvec

e, n

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sua

mis

eria

, vi

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ge

tta

to t

utt

o

quel

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he a

veva

, tu

tto

qu

an

ta a

veva

pe

r vi

vere

». (L

uca

l, 3

9-56

1

Page 111: 2009

.' C

iao

, am

ici!

Og

gi

il v

an

gelo

ci

parl

a d

i u

na p

ov

era

v

ed

ov

a c

he G

esù

oss

erv

a m

en

tre m

ett

e

la s

ua o

ffert

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el t

eso

ro d

el

Tem

pio

. P

er

fart

i co

mp

ren

dere

meg

lio

qu

est

o t

est

o t

i sp

ieg

herò

alc

un

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aro

le d

iffi

cili

...

Di

fro

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al

Tes

oro .

..

Si

tra

tta

, in

gen

ere

, di

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pic

cola

sal

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esti

· na

ta a

con

serv

are

i ben

i più

pre

zios

i di

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edifi

· ci

o (u

n te

mpi

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più

tar

di,

una

chie

sa o

un

ca·

ste

lla).

A

I te

mpo

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G

esù

il te

mp

io

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Ger

usal

emm

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eva

mol

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del

Teso

ro p

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racc

oglie

re le

off

ert

e d

egli

ebre

i che

ven

ivan

o a

preg

are

.

Vi

get

tav

a m

on

ete .

..

Dov

e an

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no a

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ire q

uest

e m

onet

e? D

ove

veni

vano

ge

tta

te?

In a

lcun

i con

teni

tori

o c

asse

(c

ome

quel

le c

he s

i tr

ovan

o ne

lle c

hies

e e

che

hann

o un

a fe

nditu

ra a

ttra

vers

o la

qua

le i

ntr

durr

e le

m

onet

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Nel

Tem

pio

tali

cont

enito

ri

avev

ano

una

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a pa

rtic

olar

e, s

imile

a q

uella

di

una

tro

mba

.

no q

uello

che

res

tava

lor

o do

po c

he s

i er

ano

conc

essi

tu

tto

que

llo c

he d

esid

erav

ano.

Com

e se

tu

ricev

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la t

ua p

aghe

tta e

ne

dona

ssi u

na

part

e ad

un

amic

o ch

e è

pove

ro,

ma

solo

dop

o es

sert

i com

pera

to t

ult

l i g

ioch

i che

ti p

iacc

iono

. In

que

sto

caso

tu

rega

lere

sti

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il

supe

rflu

o,

men

tre

in q

uest

o m

ondo

, se

vog

liam

o ch

e si

a pi

ù gi

usto

, bi

sogn

a ar

rivar

e ad

una

ser

ia c

ondi

­vi

sion

e di

tu

tti

i be

ni.

Dis

graz

iata

men

te n

on è

c: O

ffer

te

Com

e ai

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pi d

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ù an

che

ora,

qua

ndo

tu f

ai

un

'off

ert

a in

chi

esa

ques

ta p

uò s

ervi

re a

mol

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opi.

Inn

anzi

tutto

le s

omm

e ra

ccol

te p

osso

no

esse

re d

istr

ibu

ite a

i pov

eri p

er a

iuta

rli n

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loro

ne

cess

ità. Q

uand

o un

a ca

sset

ta s

i tro

va a

cçan

· to

ai c

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l'off

ert

a s

erve

inna

nzi t

utt

o a

pag

are

le

cand

ele.

Spe

sso

il de

naro

vie

ne u

tilin

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per

la

man

uten

zion

e de

lla c

hies

a o

per

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funz

iona

re

la p

arro

cchi

a. F

acen

do u

n'of

fert

a a

Dio

, in

una

ch

iesa

, tu

per

met

ti an

che

al c

rede

nti

di d

iffo

dere

la

Par

ola

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io e

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ragg

iung

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mol

te

pers

one

.

CJ C

Il su

per

flu

o

Con

que

sto

term

ine

si d

esig

na t

utt

o q

uello

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cui n

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bbia

mo

vera

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te b

isog

no p

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iver

e.

I ric

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i cui

par

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esù

. per

ese

mpi

o, d

onav

"- ~ ,

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Dal

mo

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to c

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nte

nd

i co

nd

ivid

erl

o c

on

alt

ri,

la r

icett

a è

pen

sata

per

8 p

ers

on

e.

Ti

serv

on

o:

250

g di

mie

le (

dal

gu

sto

piu

tto

sto

fo

rte

);

-10

cl

di l

att

e c

aldo

: 1

00

g d

i b

urr

o f

uso;

20

0 g

di f

ari

na

: un

sa

cch

ett

o d

i lie

vito

; 5

0 g

di

zucc

hero

gre

zzo:

un

uov

o;

un p

izzi

co d

i sal

e;

cann

ella

, ze

nzer

o, c

hio

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aro

fan

o,

noce

mo

sca

ta ..

. no

ci,

nocc

iole

, m

an

do

rle

, n

oce

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cocc

o, s

corz

e d

i a

ran

cia

...

~®~WP~LS16

~~~ r~J -'

11 ~~~ ®

0-,<

· Q~

V ~

~OOo· Olo~

D

Pre

para

zion

e:

Me

sco

la i

l m

iele

con

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latt

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ald

o.

Ag

giu

ng

i il

bu

rro

fus

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poi

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fari

na

, m

esc

ola

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o e

ne

rgic

me

nte

pe

r e

vita

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rum

i.

Inco

rpo

ra i

l lie

vito

, lo

zuc

che

­ro

, l'u

ovo

ed

il sa

le.

Ag

giu

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i le

spe

zie

e le

no

ci,

seco

nd

o ì

tuo

i g

ust

i.

.~

-~fd?

a~~0~

~ ··01

PL

:l

«(

Fa'

cuo

cere

in

una

cass

eru

ola

da

d

olc

i p

er

30

-35

m

inu

ti.

a fo

rno

ca

ldo

(18

0 -

20

00

C).

Un

a v

olt

a c

he i

l pa

ne s

i è r

af­

fre

dd

ato

, st

a a

te

gu

sta

rne

e

farl

o g

ust

are

! A

te

la p

oss

ibi·

lità

d

i co

nd

ivid

ere

q

ue

sta

nu

ova

ricch

ezza

!

\ ~&l/2

0oO Il ~

C ~

"O

'" ~ '" (.)

~

Page 112: 2009

..

tan

te t

i p

rop

on

go

rea

lizza

re u

n p

oste

r d

elle

qu

att

ro s

tag

ion

ì.

Ti

se

rvo

no

: .

de

lle

fo

glie

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alb

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div

ers

i, c

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tu

tti

i co

lori

de

ll'a

utu

nn

o (

racco

lte

ne

l

bo

sco

o i

n u

n p

arc

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-

de

lle

fo

glie

bia

nch

e d

i p

iop

po

op

pu

re d

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rnic

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ian

ca

pe

r ra

pp

rese

nta

re

l'in

ve

rno

; -

qu

att

ro f

og

li A

4 O

un

fo

glio

gra

nd

e A

3;

-co

lla

e n

astr

o a

de

siv

o;

-p

en

na

relli

.

La

co

str

uzio

ne

: U

nis

ci

i q

ua

ttro

fo

gli A

4 p

er

ott

en

ere

un

gra

nd

e f

og

lio

op

pu

re p

ren

di

il fo

glio

A

3.

Fai

qu

att

ro m

ucch

iett

i d

i fo

glie

pe

r ra

pp

rese

nta

re l

e q

ua

ttro

sta

gio

ni.

Me

tti

le p

icco

le f

og

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ro

sse

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erd

i n

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sta

gio

ne

pri

ma

ve

ra.

Ra

pp

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nte

ran

no

il

co

lore

de

i fi

ori

.

Me

tti

le f

og

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i co

lor

ve

rde

ne

ll'e

· sta

te.

Ra

pp

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nte

ran

no

il

ve

rde

d

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pia

nte

.

Me

tti

le f

og

lie

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tag

lia

me

dia

. d

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ive

rsi

co

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ne

lla s

tag

ion

e a

utu

no

. R

ap

pre

se

nte

ran

no

qu

esta

sta

­g

ion

e.

Me

tti

le f

og

lie

de

l p

iop

po

bia

nco

o

le r

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fo

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(co

lora

te d

i b

ian

co

)

JLJD~

(j)~

~~

.L:>

:::'

0

~~~

.(C

:=t ~

~

00J8?~

ne

lla s

tag

ion

e d

ell'in

ve

rno

. R

ap

pre

se

nte

ran

no

la

ne

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Do

ma

nd

a a

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du

lto

di

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ssa

re a

l fe

rro

da

sti

ro,

de

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tam

en

te,

le t

ue

fo

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aw

olt

e i

n u

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essu

to,

pe

rch

é c

on

se

rvin

o i

l co

lore

d'o

rig

ine

op

pu

re m

et·

ti

le d

en

tro

un

lib

ro p

er

du

e o

tre

gio

rni.

Un

a v

olt

a c

he

avra

i d

isp

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le

qu

att

ro s

tag

ion

i, p

otr

ai

inco

lla

re i

fo

gli.

S

e l

o d

esid

eri

, p

uo

i d

eco

rare

le

sta

gio

ni

se

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nd

o ti

de

i p

en

na

relli

. P

uo

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nch

e

dis

eg

na

re il

tro

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de

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lbe

ri.

Un

a ri

cett

a O

gg

i p

rep

are

rem

o u

n p

an

pep

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: si

tra

tta d

i u

n "

pan

e"

ricco

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div

er­

si s

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, ch

e t

i d

à l

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rza

per

co

nd

ivid

ere

qu

ello

ch

e h

ai (

e l

o s

tess

o

pan

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co

n q

uel

li c

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nco

ntr

era

i d

ura

nte

il

gio

rno

.

~ '" '" ",' ~

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quel

lo c

he s

ta a

ccad

endo

. D

obbi

amo

anco

ra

conv

ince

rçi

che

sare

mo

vera

men

te f

elic

i so

lo

quan

do t

utt

i gl

i uo

min

i av

rann

o il

nece

ssar

io

per

vive

re.

Ric

chi

e po

veri

A

vrai

sen

z'al

tro

nota

to c

he G

esù

rimpr

over

a sp

esso

i

ricch

i. m

entr

e di

fend

e i

pove

ri.

Que

sto

non

vuoi

dire

che

rifi

uti

e co

ndan

ni i

ric

chi:

dice

sem

plic

emen

te c

he f

aran

no f

atic

a ad

ent

rare

nel

Reg

no d

i D

io.

Allo

ste

sso

mod

o no

n co

nsid

era

i po

veri

dei

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elli

o de

i sa

nti.

ma

spie

ga c

ome

la lo

ro p

over

tà a

ttira

lo s

guar

­do

ben

evol

o e

mis

eric

ordi

oso

di

Dio

. D

io i

n og

ni c

aso

non

ama

le in

gius

tizie

. da

qua

lunq

ue

part

e pr

oven

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. N

on g

li pi

ace.

per

ese

mpi

o,

che

il de

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rac

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nel

Tem

pio

non

veng

a eq

uam

ente

rid

istr

ibui

to e

d ut

ilizz

ato.

Sos

tiene

i p

over

i ogn

i vol

ta c

he s

offr

ono

e so

no n

el b

iso·

gn

o. m

a co

nta

anch

e su

di

noi

perc

hé r

endi

ma

la

vita

su

qu

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te

rra

più

gius

ta e

più

o

bella

. To

cca

a no

i pe

r pr

imi

cond

ivid

ere

le

nost

re r

icch

ezze

. pi

ccol

e o

gran

di c

he s

iano

, co

n qu

elli

che

hann

o di

men

o.

Tali

ricch

ezze

no

n co

rris

pond

ono

solo

al d

enar

o, a

d un

a ca

sa

o ad

un'

aulo

, m

a an

che

ai n

ostr

i ta

lent

i. S

e si

amo

capa

ci d

i su

onar

e un

o st

rum

ento

mus

i­ca

le.

a D

io p

iace

che

suo

niam

o pe

r gl

i altr

i. S

e si

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dota

ti pe

r la

poe

sia.

egl

i ci

Invi

ta a

scr

i­ve

re.

Se

siam

o in

gra

do d

i or

gani

zzar

e de

gli

inco

ntri

o de

lle fe

ste

tra a

mic

i, do

bbia

mo

farlo

. E

se

siam

o br

avi

a sc

uola

. ai

utia

mo

i no

stri

amic

i ch

e fa

nno

fatic

a ...

Rifl

etti

a qu

ello

che

hai

fa

tto i

n qu

esti

ultim

i m

esi.

Ti è

cap

itato

di

rega

lare

il s

uper

fluo

e di

tr

atte

nere

per

te

l'ess

enzi

ale?

Sei

sta

to c

apa·

ce

di d

onar

e qu

alco

sa d

'impo

rtan

te?

Ann

ota

le

ripos

te e

ter

min

a sc

riven

do q

uali

ricch

ezze

di

cui

disp

oni

cerc

hera

i di

off

rire

que

sta

setti

ma·

na

.

~ ~I

~

Page 113: 2009

• B

rico

lag

e: u

n sa

lvad

anai

o p

er c

on

div

ider

e m

eglio

. T

i p

rop

on

go

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str

uir

e u

n s

alv

ad

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aio

, in

cu

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otr

ai

me

tte

re il

tu

o d

en

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su

pe

rflu

o".

Ti

serv

on

o:

-u

na

sca

tola

vu

ota

(ti

co

nsi

glio

un

a s

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la d

i la

tte

in

po

lve

re p

er

ba

mb

ini

o un

a sc

ato

la d

i ca

ffè

);

-d

ella

ca

rta

; -

de

lle m

ati

te c

olo

rate

o d

ei

pe

nn

are

lli;

colla

; .

cu

tte

r e

forb

ici.

Co

me

co

stru

irlo

: R

ita

glia

nel

co

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rch

io i

n p

last

ica

de

lla

sca

tola

un

rett

an

go

lo d

i 5

cm d

i lu

ghez

za e

1 c

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Page 114: 2009

IMMAGINI DicemlJre 09

6 dicembre 2009

2a DOMENICA DI AWEN1'O C

Le 3, '-6

Voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via del

Signore, raddrizzate i suoi sentieri!"

Le 3,3

15/ 2404

} .~

k'],ll-~

Giovanni Banista diceva: "Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà

abbassato; le vie tortuose diventeranno diritte"_

(Le 3, 5)

20 DOMENICA DI AWENTO C

Preparate la via del Signore! Guardate: arriva! È proprio lui che aspeniamo! Prepariamo la via al Signore!

Signore, tu vieni sulla nostra terra e con te noi impariamo che la feucità consiste nella gioia di condividere e nell'attenzione verso i propri fratelli. Signore, tu vieni sulla nostra terra a rischiarare i nostri passi, .in me7..ZO alla nebbia, e per assicurare costantemente il nostro cammino quotidiano. Con te noi impariamo ad abbandonare le nostre paure. Signore, tu vieni sulla nostra terra e ci doni una Parola che fa crescere, una Buona Novella per la nostra esistenza. Signore, tu vieni sulla nostra terra e ti offri come un pane spezzato e come il vino della festa.

Guardate: arriva! È proprio lui che aspeniamo! Prepariamo la via al Signore!

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Cbrlsline Reinbolc

A J1.. ai."-WLO ò( i. i-"1.-CO J1.. tro :

"-rri.v"- co(u.i. c.ke vi..e.n.e "- .sc...Lv"-rc..i.!

Acc"-J.e tr0r-l.~o 0$-' n..on. r-e1.Ji.c..-m..o tem..fo! f 53 2403 C. Relnholl

Vieni, Signore!

Vìeni, Signore,

ti asperriamol

1\! sei la vita,

la gioia.

1\! sei la tenerezza, l'amore.

1\! sei il volto

del nostro Dio!

Vìeni, Signore, ti asperriamo!

CbrlstiTle Reinbole

15.lj.J05

Page 115: 2009

IMMAGINI Dicemhl"e 09

8 dicembre 2009

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA

VERGINE MARIA Le l, 26-38

Rallegrati, piena dì grazia: il Signore è con te.

Le 1, 28

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~~

Ecco la serva del Signore, avvenga per me

secoodo la tua parola. (le l, 38)

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA VERGINE MARIA

Rallegrati! La nuOva traduzione della Bibbia ha voluto farci cogliere immediatamente il senso deUe parole dell'angelo rivolte a Maria: "Rallegrati!" . Apri il tuo cuore alla gioia, dunque. Quello che 5(.,1.i

per udire è straordinario: Dio fa grazia, Dio mantie­ne le promesse, Dio viene a salvare! Non c'è più spazio per la tristezza: Dio apre la nos­tra bocca al sOITÌ5o perché la fiducia in lui è bene riposta. Non c'è più spazio per la paura: non sarà il male a t.:=;; -~ 6;;2-- .. ~ dire ['ultima parola su -c=-::--:-='"--questa storia. E ru, Maria, diventi uno strumento docile nelle mani di Dio. Egli ti propo· ne di entrare nel suo progeno di salvezza, dì diventare la Madre del suo Figlio. Per questo ti ha preservata da quel peccato delle origini che segna inevira­bilmente ognuno di noi, perché tu non venga neppure sfiorata dal male che rovina l'esistenza degli uomini.

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Roberto Lauri/a

'n. te., M~rL"--1 (e. "--n.hcke r-ro"1..cs.se

Ji-ven.tc...».o ,~e.c...(t~

e ti cuore J~ 05>1..L I-LO,,"-O

s~ "'tre ",((", Òcw..~· Maria, Vergine dell'ascolto Quame volte, Maria, hai aperto il tuo cuore per accogliere la Parola del Dio vivente? Quante volte hai lasciato che questa Parola raggiungesse la tua vita: come una pioggia benefica che riporta freschezza e vita, come un seme deposto nel profondo della terra perchè marcisca, faccia nascere una piccola pianta e poi dia un fruno abbondante?

Maria, Vergine dell'ascolto, non pennerrere che le mie orecchie e il mio cuore si chiudano all'annuncio della Buona Novella. La parola di Gesù, il tuo Figlio, mi faccia conoscere una fiducia e una speranza nuova.

RoberlO Laurita

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Page 116: 2009

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IMMAGINI DiC('IId".e 09

l 3 dicembre 2009

3a DOMENICA DI AWENTOC

Le 3, 10-18

Giovanni diceva a rutti: "Viene colui che è più fone di me, a cui

non sono degno di slegare j

lacci dei sandali. Egli vi battez­zerà in Spirito Santo e fuoco."

Le 3,16

/53..1604

Giovann.i diceva a tutti: "VIene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare

i lacci dei sandali. Egli vi

battezzerà in Spirito Santo e fuoco"

(Le 3, 16)

30 DOMENICA DI AWENTO C

L'altro è a portata di cuore Perché cercare tanto lontano quello che è a portata di mano o di cuore? Che fare - ci si domanda talvolta - per fermare il ciclo infernale di un mondo che corre con da una parte i ricchi ed i potenti e dall'altra coloro che non ne possono più di essere gli assi­stiti dì un mondo che li dis-prezza. Allora tu ti domandi che cosa puoi fare lì dove li trovi. Il profeta ci dice: cosa aspetti per condividere?

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La condivisione si fa anche e -V gl;;~ _ soprat~tt~ ~~n qùelli che ti ~ ~ 4) sono piU VICIOI, ~ ~ quelli che sono alle porte della tua casa e della tua strada.

'~ Sono così vicini che tu rischi dì passar loro accanto senza neppure vededi! È questa donna accanto a te che sta contando le sue monete per vedere se riesce ad acquistare qualche resto di carne I?er la sua minestra serale. E questo straIÙerO sperduto, che vive isolato ai confini del tuo quartiere e che aspetta disperatamente qualcuno con cui parlare o con cui condivi­dere. Non ci vuole molto! È talmeme semplice e a portata di cuore e di mano! Tho frateUo aspetta. Allora perché non tentare di rispondere?

Robert Ribel· /53_26m

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»1..."- .sL re.lA(i.z.:z.."- "'--e.L 5e~h 'lu.o-!:-;A~»,L.

Se tu sapessi ...

Il volto dell 'altro,

se tu sapessi guardarlo, se tu imparassi a leggergLi

negli occhi,

troveresti l'attesa e il desiderio di un incontro

e forse, al di là della parola e del pane spezzato irnieme, scopriresti il Totalmeme

Altro.

Robert Riber

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Page 117: 2009

I MaMAGI NI Dicembre or)

20 dicembre 2009

4a DOMENICA DI AWENTOC

le l, 39-45

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a

gran voce : "Benedetta tu Era le donne e benedetto il frutto del ruo grembo!"

Le 1, 42

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Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a

gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto

del tuo grembo!" (l.ç 1.42)

4a DOMENICA DI AWENTO C

Maria e il bambino che porta in grembo "Benedetta tu fra le donne ... ". Ciò che ha di straordinario quesla donna, di nome Maria, è che port.'l Dio dentro di sé e tuttavia è una donna come le altre con le sue gioie ed i suoi sogni, con i suoi progetti e le sue speranze, È una donna come le altre che accetta semplicemente quel che la vica le dona, anche se proprio per questo deve attraversare sentieri dissemi­nati anche di ostacoli, di interrogativi e di scoraggia­mento. "Benedetto il frurro del tuo grembo, .. ". Ciò che carane­rizza questo bambino che Maria arrende con impazien­za come tante altre mamme è che viene a portare agli uomini la luce, la pace, l'amore e la gioia. È che è Dio e porta già sulle sue spalle TUtte le zone oscure,

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tune le sofferenze, tune le notti che abitano gli uomini di quel tempo e di ogni tempo ...

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Se. vH..oi. ~e5«..i.re Dio, eLevi. i.J'1't_fc...l~c...re c... bcÌ4re. -

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Semplice ... ma non facile Maria è l'esempio di una fede vissuta nella semplicità più totale. Ma semplice non vuoi dire facUe. Ce n'è voluto di fegato per dire sì ad un'avvenrura che, fin dall'inizio, lascia in compagnia di tante doman­de ed espone agli sguardi dubitativi della gente. Oggi saremmo pron­ti, come Maria, a dire semplice-mente sì alla richiesta di Dio, saremmo disposti a partire anche se la strada non è già disegnata in anti­cipo?

Luc Slcln

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IMMAGINI Dicemhre or)

25 dicembre 2009

NATALE DEL SIGNORE GESU

Le 2, '-14

Vangelo disse loro: "Questo per voi il segno: troverete un bambino awolto in fasce, adagiato in lilla

mangiatoia" , Le 2, 12

L'angelo disse 101'0: "Questo per voi il segno: troverete un

bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia".

(Le 2, 12),

NATALE DEL SIGNORE GESU - NOTIE

Questa notte la grandezza dell'uomo ha fatto un balzo Da quando esploriamo l'unìverso sappiamo di essere solo un chicco di polvece nella polvere. Da quando la psicanalisi ha svelato le profondità dell'essere sappiamo di essere più prigionieri che liberi, Davanti alle forze che ci governano ci sentiamo impotenti,

"Un mucchierro di miseria", diceva una donna la cui sorella sofferente non riusciva a morire, E tuttavia è proprio a questo mucchieno di mise­ria che viene annunciata una grande gioia, che è promessa la salvezza. In Gesù Dio ci dice: "Tu sei il mio figlio amato".

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Festeggiamo Natale ... innanzitutto nel profondo del nostro cuore! Con la nostra famiglia, i nostri amici, con i vicini, con gli sconosciuti di ogni condizione, dì ogni religione che Dio metterà sulla nostra strada, "Vi annuncio una buona novella che vi porterà grande gioia", Come p roclamere~ mo oggi runo que­sto noi, i messaggeri - gli angeli! - inviati ai nostri fratelli?

jean-Marle JJedez

Page 119: 2009

I~ IMMAGINI IJin'II/('/"e O') NATALE DEL SIGNORE GESU - AURORA

25 dicembre 2009

NATALE DEL SIGNORE GESU

Le 2, 15-20

Andiamo dunque fino a Betlelrune, vediamo questo avvenimento

che il Signore ci ha fatto conoscere. Le 2, 15

153_2903

Nel volto di un bambino Dio si manifesta ai poveri.

Anche noi vogliamo vedere ... Anche noi vogliamo vedere, proprio come i pasmri, quella notte. Vogliamo vedere il tuo Figlio fatto uomo per noi, un bambino appena nato avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia.

Anche noi vogliamo vedere proprio come i pastori, quella nOtte. Vogliamo contemplare il segno offerto a tuni quelli che ti cercano con un cuore buono e sincero, il segno di un amore che non si lascia sconfiggere dalle infedeltà e dai tradimenti deU'uomo, dai suoi peccati e dalla sua cattiveria.

Andle noi vogliamo vedere proprio come i pastori, quella notte. Non un Dio potente, un Dio forte, e nemmeno un Dio che giudica, ma un Dio che si rivela nella tenerezza dì un bambino, un Dio che spalanca le braccia per accogliere tutti nella sua misericordia .

Anche noi vogliamo vedere proprio come i pastori, queUa notte. E dopo esserci riempiti gli occhi di questo straordinario avvenimento, vogliamo riferire a rurti quelli che incontriamo dò che abbiamo udito, ciò che abbiamo scoperto, la rua salvezza che sorpassa ogni nostra immagìnazione.

Robcrt.o U1uritOi

Sel'U,~ i1 corr;,..E[j0 ckL r-ri-""-O t~.so cke r;,..ffro n-b.. i.1 freJL e ('o.sc.«rit~

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Page 120: 2009

IMMAGINI LJicelllhre 09

27 dicembre 2009

SANTA FAMIGLIA Le 2,41-52

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri,

mentre li ascoltava c li interrogava. E rutti quelli che l'udivano erano pieni

eli stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

Le 2,46-47

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Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai

maestri, mentre li ascoltava e li interrogava.

E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua

intelligenza e le sue risposte. (Le 2, 46-47).

Il SANTA FAMIGLIA II1II

La famiglia, tra terra e cielo La Santa Famiglia è stata talvolta paragonata ad una sorta di moltà perfet­ta (in particolare da Ambrogio da Milano). Ma ecco che Luca ci racconta che Gesù a dodici anni scompare, ci mostra l'inquietudine del rutto legit­tima dei suoi genitori e la preferenza del Figlio di Dio per le cose del Padre suo. E allora è proprio l'immagine di una trinità perfetta? Luca ci testimonia che la santità di una famiglia comincia attraverso una vita del tutto umana, quasi banale agli inizi, se si esclude la nas­cita eccezionale dì Gesù e questo episodio accaduto al tempio. Ci sono sofferenze, come al momento della fuga in Egitto, ed inquietudini, come oggi quando Gesù scompare all'età di dodici anni. La famiglia deve registrare anclle, naturalmen­te, dei momenti di incomprensione, come quello in cui Gesù risponde a Maria e Giuseppe. E quando questa famiglia si avvicina alla santità? Quando, come Maria, consenra nel suo cuore i momenti intensi, misteriosi, i momenti di rela­zione con Dio. La famiglia, infatti, è un luogo di grazia, un luogo in cui può crescere anche l'intimità con Dio. 153_J002 TIlierry L1rcher

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L'amore fanilliare Aver fiducia nel proprio figlio amato ed amarsi a vicenda: ecco l'esem­pio che ci offrono Maria e Giuseppe, nella perfetta osservanza di quel comandamento dell'amore che verrà proclamato da Gesù. Così, in ogni frangente, noi possiamo dimorare in Dio. Se il nostro cuore non ci accusa noi possiamo stare serenamente davanti a Dio e runo quello che gli doman­diamo egli ce l'accorda perché siamo fedeli ai suoi comandamenti. Il comandamento dell'amore attecchisce e si radica nelle nostre esistenze attraverso la fede.

-In questa festa della Santa Famiglia volgiamo il nostro sguardo verso la famiglia.

TldJmy Larcber

Page 121: 2009

IMMAGINI lJicemh,.(! (}<J

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6 dicembre 2009 2a Domenica di Avvento C

Voce di uno che grida nel deserto : "Preparate la via del Signore, rad­drizzate j suoi sentieri!"

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20 dicembre 200 4a Domenica di Avvento C

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedecto il frutto del ruo grembo!"

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Na.tale

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8 dicembre 2009 Immacolata Concezume

Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te.

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25 dicembre 2009 Natale del Signore Gesù

l'angelo disse loro: "Questo pee VOi il segno: troverere un barrtbino

avvolto in fasce, adagiato in una mangjatoia" .

.-IMMAGINI DOMENICALI.

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13 dicembre 2009 3a Domenica di Avvento C

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Giovanni diceva a rutti: "Vìene colui che è più fone di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei

sandali. Egli vi. bactezzerà in Spirito Santo e fuoco"

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27 dicembre 2009 Sanla Famiglia

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelti­

gema e le sue risposte.

15.U/07 PER LE CELEBRAZIONI •• 153_3108

Immacolata

Page 122: 2009

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i co

mun

icaz

ione

(il

suo

no

pro­

paga

at

trav

erso

la

vi

braz

ione

de

ll'a

ria)

e d

i tr

aspo

rto

(il v

ento

tr

aspo

rta

acqu

a, u

mid

ità,

pol

li­

ne,

odor

i, ì

nqui

nam

enro

, vi

rus,

m

alat

tie,

fre

ddo,

cal

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mlc

ror­

gani

smi p

atog

eni,

mol

ecol

e ar

o­m

atic

he,

on

de

son

ore

e l

umin

o­se

, po

lver

i, s

abbì

a ec

c.).

Per

par

­la

re u

na

per

son

a ha

bis

ogno

del

153_

3202

resp

iro

e la

su

a pa

rola

ha

biso

­g

no

di

esse

re "

port

ata

dall

'ari

a".

L'a

ria

spo

sa a

nche

i pr

ofum

i, g

li o

do

ri c

he g

ioca

no u

n r

uolo

sim

­bo

lico

ess

enzi

ale

perc

hé e

voca

u

na

pres

enza

invi

sibi

le. I

l pro

fu­

mo

è s

imbo

lo d

ell'e

sser

e am

ato

e ri

man

e an

che

do

po

la s

epar

a­zi

one

fisic

a p

er

espr

imer

e la

pr

esen

za i

nvis

ibil

e de

ll'a

mor

e.

Per

q

ues

to a

ssur

ge

a si

mbo

lo

dell

a p

rese

nza

am

orev

ole

di

Dio

(Le

7,

37-3

8).

Co

me

per

il

fuoc

o e

l'acq

ua,

anch

e il s

offi

o, i

l re

spir

o in

dica

la

pr

esen

za d

i fo

rze

osti

li a

lla

divi

nità

(Le

4,

33;

lO,

20),

ma

pu

ò

anch

e ri

man

dar

e al

lo

Spi

rito

eli

Dio

(M

c 1,

lO

).

Il v

ento

è s

ìmbo

lo d

eU'a

zion

e di

D

io (

Gn

8, 1

; Es

lO

, 13

; 14

, 21

; G

er 1

8, 1

9; S

al 5

8, l

O),

ma

no

n

si d

eve

dim

enti

care

che

è D

io a

di

spor

ne (

Le 8

, 22

-25)

o l

o st

es­

so S

piri

to (

At

2, 2

). "n

ven

to s

of­

fia d

ove

vuoI

e t

u n

e in

tend

i il

rum

ore

, m

a n

on

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de

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e e

dove

va"

. C

osì

è di

ogi

li

uo

mo

che

è r

inat

o da

llo

Spi

rito

(G

v 3

,8).

r

LO

l'ch

er

l z - <

l>

(j)

G) O

Z

m ~

m

(/')

o m

r- l>

OJ

OJ

OJ

l> Iii l

Page 123: 2009

II.

IMMAGIM Dic<!J1IlJre o.')

/53_330/

/53_3302

/5J--lJ03

/5_1_3306

Trasportato in mezzo a frareLli sconosciuTi,

rinviato da uno alt'attro, sPinto come una pietra d'inciampo

incontrata sul sentiero, io so/w dei loro

e continuo a coltivare un sogno che ~--j leva là, atta fine della strada dal grigio seLciafo.

Cbm1e5 Singel; Fotta

Il VARIAZIONI _

153_33M

Accendi una luce Ecco gli ultimi mesi dell'anno.

Ecco le notti più lunghe e i giorni più tristi.

La tivu ed i giornali ci rovesciano addosso

Accendi una luce, fratello miol Un tempo di silenzio e di preghiera,

la leHura quotidiana della Bibbia, una visita ad un malato,

i loro fiotti quotidiani di violenza e di oonfljffi.

del tempo per ascoltare il vicino, un gesto nuovo di solidarietà,

una parola buona, Tanro da farci disperare I pieoo di oHimismo,

la risposta ad una richiesta ... Accendi la prima candela dell'Avvento, frafello miol

Che essa esprima la tua speranza: Dio non dorme affatto: è da lui che

devi attendere

Assieme a quelli della tua famiglia, assieme ai tuoi figli che li osservano,

accendi solennemente e gioiosamente

la tua salvezza e la salvezza del mondo.

la prima candela dell'Avvento. Jean-Marie Bedez

Ci è stato donato un bambino

Signore. ecco che la pace

non è più promessa. ma donara.

Ci viene donalo un bambino. Ln Lui abita

la pienezza della divinicà. È la proY:l più grande

del ruo amore. Tu ci dorti

il nome di Dio rivestito di umanità,

Cri)

Il ~ .....

~ \-----

153_3305

Page 124: 2009

Qu

ale

esp

ress

ion

e si

tro

va n

ella

Bib

bia

?

A.

Un

a c

osa

già

ris

olt

a e

cla

ssif

ica

ta.

B.

Co

se

da

la

scia

r d

a p

art

e.

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a

""""

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C.

La c

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iusc

ita.

.... :J:, -.' ::::;

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L-_

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__

__

__

_ ~I~·

Pre

ghie

ra

Gu

ard

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Ges

ù!

So

no

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cora

un

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zzo

e tu

tta

via

ho

ta

nta

vo

glia

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cres

cere

! V

orre

i e

sse

r a

sco

ltato

, vo

rre

i d

iscu

tere

con

i g

ran

di,

vorr

ei

cono

scer

e, c

apir

e. c

om

pre

nd

ere

...

Gu

ard

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Ges

ù!

So

no

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cora

un

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zzo

e tu

tta

via

ho

tan

ta v

og

lia d

i cr

esc

ere

! T

alvo

lta m

i ca

pita

rifi

uta

re q

ualc

osa

o d

i e

sse

re i

mp

azi

en

te,

di a

rra

bb

iarm

i e

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ole

r Im

po

rre

qu

ello

che

pen

so.

Do

po

tu

tto

pe

rch

é s

olo

i g

ran

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tre

bb

ero

ave

r l'u

ltim

a p

arol

a?

Gu

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Ges

ù!

So

no

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cora

un

rag

au

o

e tu

tta

via

ho

tan

ta v

oglia

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cre

sce

re!

Ma

qu

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te c

ose

de

vo a

ncor

a im

pa

rare

da

te,

Ges

ù!

Ris

po

sta

; L

uca

2. ~

;:; '" ~I ~ R

ivis

ta m

en

sile

p

er

I ra

ga

zzi

11

4 d

ice

mb

re 2

00

9

Tes

ll:

Ch

dJt

ln9

~Qlnboll

Ges

ù a

l T

emp

io

I g

en

ito

ri d

i G

esù

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cai/a

no o

gn

i a

nn

o a

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usal

emm

e p

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lo f

esta

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Pas

quG

. Q

ua

nd

o e

gli

eb

be

do

dld

a

nn

i, vi

sa

llro

no

sec

ondo

lo

con

sue

tud

ine

de

llo f

esta

. M

CI,

trCl

SCO~

1 i

gio

rni,

me

ntr

e r

ipre

nd

eva

no

IQ

via

d

el

rito

rno

, Il

fon

du

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esù

rim

ase

o G

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alem

me,

sen

za c

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I g

en

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ri s

e n

e a

ccor

gess

ero.

cre

de

nd

o

che

egli

foss

e n

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co

miti

va,

fece

ro u

n(l

giO

rnat

a d

i vi

aggi

o, e

po

i si

mis

ero

a C

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ari

o t

rg I

p

are

ml

e I

cono

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ti; n

on a

ven

do

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rova

to,

torn

aro

no

In

cero

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i lu

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Ger

usal

emm

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op

o

tre g

lom

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tro

varo

no

nel

te

mp

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sedu

to I

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ezzo

(II

mQ

estrI

, m

en

tre

Il

CISC

OIto

vo e

IIl

nte

rro

­ga

va.

E tu

tti

qu

elli

che

l'u

div

an

o e

ran

o p

ien

i di

stu

po

re p

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sua

Im

eHlg

enzg

e l

e su

e ris

post

e.

AI

ved

en

o r

est

oro

no

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piti,

e s

uo m

od

re g

li di

sse:

.. F

iglio

, pe

n::h

é cl

hai

tat

to q

uest

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cco,

tu

o

pa

dre

e l

o, o

ngos

daH

. ti

cero

evam

o".

Ed e

gli

rlspo

$e l

oro

: "P

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mi

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on

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vate

ch

e lo

dev

o o

ccu

po

rml

de

lle c

ose

del

Pad

re m

io?»

. M

(I e

ssi

non

com

pres

ero

ciò

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CJV

eII(

I d

ett

o l

oro.

S

cese

du

nq

ue

con

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ro e

ven

ne a

zare

t e

stav

o lo

ro s

otto

me5

$O.

Suo

ma

dre

cus

todi

va t

utte

qu

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e

cose

nel

suo

cuo

re.

E G

esù

cres

ceva

In

sapi

enza

, et

à e

gra

zio

da

van

ti a

010

e a

gII

uom

inI.

(1

.ucX

I2. 41

~1

Page 125: 2009

Cia

o,

am

ici!

Vi

invi

to a

sco

pri

re u

n te

sto

ch

e p

arla

d

ell'a

do

lesc

enza

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Ges

ù.

Per

aiu

tarv

i a

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pir

lo i

n p

rofo

nd

ità

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spie

go

alc

un

e es

pre

ssio

ni

più

dif

fic

ili.

Ge

rus

ale

mm

e

È la

cap

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del

la G

iude

a ed

è a

nche

la "

citt

à

sant

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Ad

ogni

gra

nde

fest

a eb

raic

a (e

d in

pa

rtic

olar

e p

er

la P

asqu

a),

folle

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pelle

grin

i ra

ggiu

ngon

o la

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pita

le.

Que

sta

citt

à c

osti­

tuis

ce a

nche

la s

ede

delle

aut

orità

pol

itich

e e

relig

iose

. È

pe

r q

ue

sto

ch

e G

esù

vien

e co

ndan

nato

a

mor

te

e cr

ocifi

sso

pro

pri

o

a G

erus

alem

me.

All'

epoc

a di

Ges

ù pe

r un

gio

­va

ne a

dole

scen

te d

ella

ca

mpa

gna

anda

re a

G

erus

alem

me

era

un a

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imen

to f

orm

idab

i­le

. un

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ran

de

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vent

ura!

B

isog

nava

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inar

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olti

gior

ni

attr

aver

so l

a P

ales

tina

per

arriv

are

alla

citt

à s

anta

. A

rriv

ati.

si

trov

ava

una

folla

di p

elle

grin

i, un

gra

n nu

me­

ro d

i per

sone

per

le s

trad

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sopr

at­

tutt

o

sulla

sp

iant

a d'

ingr

esso

de

l Te

mpi

o. E

le f

este

pas

qual

i du

rava

­no

ben

ott

o g

iorn

i!

La f

es

ta d

i P

asq

ua

Ges

ù fe

steg

gia

la P

asqu

a eb

raic

a in

cu

i si

ric

orda

l'u

scita

dal

l'Egi

tto.

Si

man

gian

o i

pani

se

nza

lievi

to e

si

sacr

ifica

l'a

gnel

lo

pasq

uale

. M

olti

pe

llegr

ini s

i diri

gono

ver

so la

citt

à d

i G

erus

alem

me.

Per

i c

ristia

ni q

uest

a fe

sta

assu

me

oggi

un

si

gnifi

cato

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ovo:

ess

i no

n di

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tican

o la

lib

e­ra

zion

e da

ll'E

gitt

o. m

a fe

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o G

esù.

ris

orto

da

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te!

~

Il T

emp

io

~ A

I te

mpo

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ù il

Tem

pio

avev

a ;::

con

osci

uto

una

gran

dios

a ric

ostr

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e: e

rano

sta

ti de

cisi

. in

fatt

i. la

vori

pode

ro­

si.

Il Te

mpi

o pr

esen

ta u

n'ar

chite

ttur

a pa

rtic

o­la

re:

al c

entr

o, u

na g

rand

e sp

iana

ta c

ircon

da­

ta d

a co

lonn

ati e

poi

una

cos

truz

ione

cen

tral

e di

visa

in t

re p

arti:

l'in

gres

so.

il sa

ntua

rio (

chia

­m

ato

anch

e il

sant

o) e

il lu

ogo

della

pre

senz

a di

vina

, ch

iam

ato

il sa

nto

dei

sant

i. Lo

spa

zio

che

circ

onda

que

st'e

dific

io è

rip

art

ito in

20n

e di

vers

e. s

econ

do u

n' o

rgan

izza

zion

e p

iutt

ost

o

stre

tta

. C

'è i

nnan

zitu

tto il

cor

tile

dei p

agan

i: lì

tutt

i po

sson

o en

trar

e. Q

uest

o co

rtile

è s

epa-

Il g

ioco

dei

10

erro

ri

Os

se

rva

att

en

tam

en

te.

Vi

so

no

10

diH

ere

nze

tra

le

du

e i

mm

ag

ini.

Sc

op

rile

tu

tte

!

Il la

bir

into

A

iuta

Ge

a r

itro

va

re l

a s

tra

da

ch

e c

on

du

ce

a N

aza

ret.

:g ;.; 'r S "­ c '> 51

Page 126: 2009

Alla

ric

erc

a d

i te

stim

on

ian

ze

Ges

ù h

a d

od

ici

ann

i, s

ta c

resc

end

o!

Ed

ecco

ch

e s

i m

esco

la a

gli

scr

ibi

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sac

erd

oti

: asc

olt

a i

lo

ro s

apie

nti

dis

cors

i, p

arl

a c

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ro e

po

ne

mo

lte

do

man

de!

Ecc

o p

erc

hé t

i p

rop

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go

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pre

nd

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un

blo

c n

ote

s e

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fare

la

stess

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: cerc

are

un

a ri

spo

sta a

lle

tue d

om

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de p

ress

o l

e p

ers

on

e

ch

e c

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osc

i e

ch

e p

otr

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no

par

lart

i di

Dio

e d

el v

ang

elo

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Ges

ù.

~

Un

gio

co

Le

esp

ress

ion

i ch

e s

eg

uo

no

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no

in

com

ple

te.

Uti

lizz

a i

bra

nd

elli

di

par

le p

rese

nti

al

di

sott

o p

er

riu

scir

e a

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ple

tarl

e.

La

pri

ma

par

ola

è s

tata

co

mp

leta

ta p

er

fart

i v

ed

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co

me

si f

a.

I g

en

ito

ri d

i _

_ ù

si _

_ av

ano

og

_

o a

Ge

r e

mm

e p

er

la

f __

di _

_ qu

a. _

_ nd

o e

gli

eb

be

do

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ni,

vi

rano

seco

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o la

tu

din

e d

ella

fe

sta

.

sali

co

nsu

e

ni

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G

es

ge

n

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n

Pas

dic

i Q

ua

ree

usa

i

!I ::::

rato

dal

res

to d

el T

empi

o da

un

mur

o ch

e ne

s­su

n no

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reo

può

valic

are.

per

ché

pass

ibile

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mor

te.

Dal

l'altr

a pa

rte

del

mur

o si

tro

vano

il

cort

ile d

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don

ne.

il co

rtile

deg

li uo

min

i e

Il co

rtile

del

sac

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ti. È

qui

che

si

trov

a l'a

ltare

de

i sa

crifi

ci.

Mae

stri

(d

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Leg

ge)

S

ono

gli

espe

rti

della

Le

gge

ebra

ica,

ci

della

Leg

ge d

i D

io.

Ass

iem

e ai

sac

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ti e

ai

capi

dei

sac

erdo

ti ra

ppre

sent

ano

le g

uide

del

po

polo

. V

engo

no a

nche

chi

amat

i "s

crib

i".

Sap

ien

za

Sec

ondo

il

libro

de

ll'A

ntic

o T

esta

men

to

che

port

a lo

ste

sso

nom

e, la

sap

ienz

a è

un d

ono

di

Dio

. A

ttri

bu

to d

i D

io,

essa

è u

na q

ualit

à ch

e l'u

omo

.può

acq

uisi

re a

ttra

vers

o l'o

bbed

ienz

a al

la v

olon

tà d

i D

io,

lo s

tudi

o e

la p

ra ti

ca d

ella

Le

gge

(Ger

emia

2,

8).

Nel

Nuo

vo T

esta

men

to

la s

apie

nza

e la

str

ada

che

cond

uce

l'uom

o ve

rso

la f

ede

e la

con

vers

ione

(M

arco

6,

2).

Il te

sto

dì o

ggi

ci d

ice

che

Ges

ù er

a "p

ieno

di

sapi

enza

",

della

sa

pien

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divi

na

e di

que

lla

uman

a.

Ecc

o pe

rché

no

i cr

istia

ni

dobb

iam

o se

guirl

o: p

er a

ttin

gere

da

lui

ogni

sap

ienz

a di

cu

i ab

biam

o bi

sogn

o, c

ome

dice

Pao

lo n

ella

pr

ima

lett

era

ai

Cor

inzi

(1,

30).

Gra

zia

di D

io

È u

n pu

ro d

ono

di D

io.

che

ricap

itola

tu

tti

gli

altr

i. In

tu

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il

Nuo

vo T

esta

men

to l

a pa

rola

"G

razi

a"

riass

ume

e ca

ratte

rizza

ì

cam

bìa­

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ti op

erat

i da

lla

venu

ta d

i G

esù.

I

tem

pi

de

ll'A

ntic

a

Alle

anza

er

ano

do

min

ati

dalla

Le

gge.

la

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Page 127: 2009

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Page 128: 2009

Biglietti di auguri pronti per essere scritti a mano o introdotti in una stampante

Magnifici biglietli Istampobili) in confezioni da 10

Offrite un regalo luminoso ai vostri amici, collaboratori e parrocchiani. accompagnandolo con un mes­saggio personale.

Materiale: cartoncino da 220 glmq Esterno lucido, interna opaco Formato: aperto cm 14,8 x 21 piegato: com 10,5 x 14,8

una confezione: 10 biglietti

Formato A6 -----------------aperto: cm 14,8 x 21 piegato: cm 10,5 )( 14,8

La confezione di 10 biglietti formato A6

a partire da 3 conI.: 4,90 • a par­tire do 5 conI.: 4,85 • a partire da

lO conI. : 4,80 • a partire da 25 coni.: 4,75 .

~

O,09/P%

a partire da 50 pz : O,OBlpz a partire da 100 p% : O,07/p%

Rito: 100 384

• • I l I l IJ I 7t ~

Rit.: 101295

~!inizjo un big lieno di auguri . ~ .. .~ ~.,)

Biglietti di auguri '~gelo musicante" Consegnati con una busta ed un foglio per gli auguri. . ',:' ;.. ;.

~ / ,~ ~ ,\ ~::~ ~\ t! ..... /

Formato aper1o: an 10 x 14,5, piegCJt\x cm O x 7;1-

Biglietti di auguri "Sul Natale", conf. da 6 Bigliet1i per il lempo di Natale, con decorazioni in legno, rilagliato con rara fine­zza e falento. Un'ideo meravigliosa per 10re un regalo ed esprimere i propri auguri. cm 7 x 5. una conf. = 6 biglietti

Rit.: 105 468 Bigie"i di augUri "Sul Nolale", 6 bigI. e 6.99/conL

;.. ,'t·, "1J!. t lo':;" JT!fl -:..' .. '~ , ..-. .... 't. ~""'. -.!"

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Richiederli 'f 'l '' .. e; aCI e::,

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03.88.1,6' 70 96 -' ,~I.!. . , "~e~mail:

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marguerite , ,'. @editiQns-marg-~erit~.fr: '

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" ~ ~ .1

Biglietti di auguri "Stella"

Biglietti di auguri con uno decor­azione in legno do appendere,

Rito: 104 031 €2,40/pz. da IO: 2.35 • da 25: 2,25 • da 50: 2. 15

Biglietti di auguri "Presepio" Biglietti di auguri con una decoro­zione in legno da appendere.

Rito: 104 032 € 2.40/pz da IO: 2,35' da 25: 2,25' da 50, 2.15

Rif.: 101 760 Angelo'

Biglietti di auguri "Presepio"

Biglielfi di auguri con una decorazione in legno do staccore e do appendere Iconsegnoto con U[1 filo ed uno busto),

Rit,: 104 03S € 2.99/pz. da 0. 2,95 ' do 25: 2,89 • da 50: 2,75 - --- - -

Page 129: 2009

IMMAGINI

Ogni uomo aspira alla feli­cità e alcuni sondaggi ci mostrano che la fa miglia continlla a d essere rico­nosduta come il primo luogo in cui trova re la felicità. Ma allora, che cosa fare perché una famiglia sia felice, veramente felice, non di quella felicità posticcia che ci viene incontro attraverso le immagini della pubblicità?

La società ha il compito di garantire la libertà, la sicurezza, le cure mediche di cui abbiamo bisogno, la pensione quando arriva il momento della quie­scenza. Ma la società ci lascerà inevitabilmente soli quando subiremo qualche duro colpo. È allora che gli amici si rivelano preziosi . Ma quante amicizie resistono all'usura del tempo ed ai contrattempi della vita? Il rifugio sicuro resta dunql1e la fa miglia.

Il compito più importame di una famiglia consiste nel coscruire la fidl1cia. Si tratta di escludere il di­sprezzo e la menzo­gna perché ognuno possa fidarsi degli altri, ma anche per far in modo che gli altri possano fidarsi di lui. Questo vale tra congiunti, tra genito­ri e flgli, tra fratelli e sorelle.

Non bisogna ritenersi gli unici meritevoli di fiducia . Dobbiamo riconoscere i nostri limiti ed essere di­sposti a passare la mano. Questo principio si applica anche alla vita in famiglia: tutti i suoi membri devono fidarsi gli uni degli altri, ma la famiglia nel suo insieme deve anche aprirsi aWesterno. La famiglia che si rin­chiude in se stessa si lacererà quando uno dei suoi membri, un giorno o l'altro, vorrà respirare un'aria diversa.

TEMI: LA FAMIGLlA_

Ogni famiglia cerca di vivere con gioia e serenità l'istante presente. Ogmma ha un suo stile ed Il na certa dose di humour è in dispensa bile. Se tutri i suoi membri prendessero in modo tragico i mille incidenti quotidiani, il clima diven­terebbe subitoirrespirabi1e.

Parlare di fiducia significa necessariamen­te pa r/a re di perdono. Noi non meritiamo sempre la fiducia degli altri perché talvolta siamo preoccupati solo dei nostri interessi e, per raggiungerli, arriviamo a calpestare la giustizia e la verità. Non assumiamo le nostre responsabilità, ci rifiutiamo di intendere gli altri perché non vogliamo essere dismrbati nelle nostre occupazioni e costretti a riconoscere altri modi di pen­sare ... Ecco perché la fiducia domanda di essere costantemente ricostruita.

Page 130: 2009

IMMAGINI (augno ()<)

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Mamme, DOmI> sei siuplde,

Allo .... nor. può vedermil

Non vedi che

Diana di Andalo (morta nel 1236) Festeggiata il 9 giugno

Nata a Bologna, condusse una vila abba­Stanza dissoluta pruna di convenirsi e di entrare, contrO il parere dei suoi, tra i domenicani e di fondare un convento di domenicane a Bologna. Anche in seguiro la sua famiglia la volle strappare alla vira religiosa e proprio in uno di questi tentativi essa ebbe una co­stola fOlla, Morirà come superiora del monasrero.

HUMOUR-SANTI.

NOn dimer\tiCtl'e In nornll retto di dotn9nlco pl"'098irna. 8:a.riI 1'<X:ot:IGiOl'le di cb&rozzal"Vi

d< lutto ~u"l0 M. \'I ;r,go..,J,,,,, m. che può ceMI'8 ed QH"h. In o~1 CA'I.O p-ol"lsiè

, Vb"'" marmo

Vorrai dorfe un po' di behzine, ma non ho un re~pieM9. Ah, però \lf;:do

un vacc:hkJ V1K;O da notie.

Sorella, vorrei avere anch'Io tanta fede come leI. _.

Pnirò usa ... '1u""", , ..

Marziale di Limoges (111" secolo) Festeggiato localmente il 30 giugno

I racconti riguardanti Marziale sono considerati più leggendari che storici. Inviato ad ev:mgeliz­?are la. Gallia, predicò in Aquitania, prima di sta­

bilirsi nclJa regione di Limoges, Divenne allora vescovo del luogo e vi fondò un'abbazia, che s[omlOatamente venne distrutta all'epoca della Rivoluzione.

Guy Vignote1R anche GlIy di Conona (1187 circa - 1245)

Festeggiato locaImente il 12 giugno

Nato a Cortona. di sangue nobile. ma di condi­zione modesta. era molto ospitale, Così nei "Fioreni" si racconta che Guy accolse san Fr:mcesco ed j suoi l'O m pagni , L1Vò loro j piedi ed offiì loro un buon pasto. Dopo il passaggio di Francesco divenne france­scano e si stabili in una grona presso Cortona. predic:mdo la penitenza agli abilaJ)ti del luogo.

Page 131: 2009

IMMAGINI Giugno 09

~ìj: . \ \

Quando mi afferra l'amore o l'amicizia, una so/a cosa conta:

seminare il mio giaJdino di diamanti per offrirli in dono.

Charles 5il1:~('I : TeSOI'O

VARIAZIONI"

CaI'O Papà del cielo, di tutti i doni che mi hai fatto il più grande ed il più bello è la mia mamma. la mia C8ta mamma mi ha messo al mondo,

mi ha nutrito con il suo latte, mi ha vegliato notte e giorno, mi ha carezzato e coccolato, mi ha vegliato quando el'O malato,

ha lottato e sofferto per farmi crescete 9ano e forte. MI ha donato tutto il suo amore.

CaI'O Papà del cielo, benedici mille volte la mia mamma.

P fZE61tiEfZ A PEfZ f,A NiA

NANNA

Credo in Dio, nonostante il silenzjo e il mistero che l'avvolgono. Credo che egli è vivo , nonostante la presenza del male e della sofferenza . Credo che egli ha fatto il mondo per la felicità e per la vita.

Credo in Dio, che è Padre di rutti gli uomini . Credo in Gesù Cristo, che ha vissutO in mezzo a noi, è mono ed è risorto. Ha vissuto su questa

terra la nostra condizione di 1I0mini.

lo credo nella sua parola . Credo nello Spirito di Dio, inafferrabile e sorpren­

dente come il flloco, il vento e l'acqua . Oso credere al sogno di Dio, ad un cielo nuovo

e ad lIna terra nuova.

Page 132: 2009

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Page 133: 2009

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uo

i g

en

ito

ri d

i a

cco

mp

ag

na

rti

non

hai

il co

rag

gio

di

pa

rla

rne

Ges

ù h

a d

etto

R

itro

va

e m

ett

i u

na

X s

ull

e fr

asi

pro

nu

ncia

te d

a G

esù

, ch

e n

oi

rico

rdia

­m

o a

nco

r o

gg

i ad

og

ni

Mess

a.

Pre

nde/

e, q

uesf

o è

Il m

io c

orpo

.

Fat

e qu

esto

in

mem

otia

di

Ada

mo.

Ric

orda

!i de

lla t

ue C

hies

a di

ffusa

su

tutt

a l

a te

rra.

Pre

ndet

e e

beve

tene

tut

ti.

'3 ., "" "I ~

Page 134: 2009

Un

gio

co

Ecc

o u

na l

ista

di

paro

le a

bb

inate

a f

est

e e

cel

ebra

zio

ni.

Rie

sci

a co

lleg

a­re

le

paro

le c

on

le

fest

e o

cel

ebra

zio

ni

giu

ste? A

tten

to.

ci s

on

o t

re i

ntr

si:

tro

val

i!

Uo

va

Fav

e

Co

ron

a d

i sp

igh

e

Pan

e

Vin

o

Ag

ne

llo

Acq

ua

So

da

Oro

, in

cen

so e

mir

ra

Pre

sep

io

Fu

oco

Ve

ste

bia

nca

Pan

pe

pa

to

Cio

cco

lato

Te

levi

sio

ne

Ca

nd

ela

Un

test

Ep

ifan

ia

Pas

qua

Gio

ved

ì sa

nto

Na

tale

Ba

tte

sim

o

Ca

nd

elo

ra

Ecc

oti

un

test

a cu

i p

uo

i ri

spo

nd

ere

ass

iem

e a

i tu

oi

amic

i, D

op

o a

ver

risp

ost

o a

lle d

om

an

de.

po

tete

dis

cu

tere

le

scelt

e c

he o

gn

un

o h

a fa

tto

,

1. Q

uand

o ha

i m

olta

fam

e:

ti p

reci

piti

ad

aprir

e il

frig

o

asp

ett

i ro

ra d

el

past

o ti

prep

ari

un p

anin

o

di

Pas

qua,

p

er

rico

rdar

e la

lo

ro l

iber

azio

ne.

Per

noi

cri

stia

ni è

Ges

ù r"

Ag

ne

lio p

asqu

ale

.. :

è lu

i che

off

re la

sua

vita

per

libe

rarc

i.

La P

asq

ua

Si

tra

tta

del

la p

iù i

mp

ort

an

te f

esta

ebr

aica

, in

cu

i si

fa

mem

oria

del

la l

iber

azio

ne d

alla

sch

ia·

vitù

in

terr

a d

'Eg

itto

, pe

r op

era

dì D

io,

che

si

è se

rvito

di

Mos

é. A

I te

mpo

di

Ges

ù m

olti

pel

. le

gri

ni

veni

vano

, p

er

l'occ

asi

on

e,

a G

erus

alem

me,

ta

nto

che

la

citt

à r

aggi

unge

va

il do

ppio

e a

nche

il t

rip

lo d

ei s

uoi

abita

nti.

Pre

nd

ete.

qu

esto

è i

l m

io c

orp

o

Dur

ante

la

cena

pas

qual

e. c

he c

eleb

ra c

on i

su

oi a

mic

i, G

esù

sent

e di

es

sere

vic

ino

alla

m

orl

e.

Per

qu

est

o s

pezz

a il

pane

e l

o dà

da

man

giar

e ai

suo

i di

scep

oli.

Con

que

sto

ge

sto

eg

li riv

ela

di d

onar

si t

ota

lme

nte

pe

r la

nos

tra

salv

ezza

.

Qu

esto

è i

l m

io

san

gu

e G

esù

fa

lo s

tes­

so c

on

la c

oppa

de

l vi

no.

che

fa

circ

ola

re

fra

i su

oi

amic

i p

er·

ch

é ne

bev

ano.

I

pri

mi

cris

tian

i. fin

da

gli

iniz

i. si

ri

un

iva

no

in

sie

· m

e p

er

cond

ivi·

dere

il

pane

e i

l vi

no.

Qu

est

o

ge

sto

st

up

en

do

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ene

rin

no

vato

ad

og

ni

Euc

aris

tia e

cos

i il

Co

rpo

e

il S

angu

e di

Cri

sto

ve

ng

on

o

off

ert

i in

don

o.

Do

po

av

er

can

tato

l'in

no,

usc

iro

no

ver

so

il m

on

te

deg

li

Uliv

i A

lla f

ine

della

cen

a. c

ome

vuol

e la

tra

dizi

one.

G

esù

ed

i su

oi

amic

i ca

ntan

o de

i sa

lmi.

Poi

la

scia

no la

cas

a e

si r

ecan

o in

un

giar

dino

che

si

tr

ova

ai

pied

i di

un

a co

llina

. ch

iam

ata

"'Mon

te d

egli

Uliv

i".

Que

lla c

ena

sara

l'u

ltim

a

cena

di

Ges

ù co

n i

suoi

am

ici

ed e

ssi

non

la

dim

entic

hera

nno

mai

. I

cris

tiani

fan

no m

emo·

ria

. la

ser

a de

l gi

oved

ì sa

nto.

di

quel

l"ul

tima

cena

. S

ì ric

orda

no d

el g

esto

del

pa

ne e

del

vi

no e

del

le p

arol

e m

erav

iglio

se c

he G

esù

ha

pron

unci

ato.

"II

Co

rpo

e i

l S

ang

ue

di C

rist

o"

An

cor

oggi

. in

ogn

i E

ucar

istia

, no

i ri

petia

mo

i ge

sti d

i G

esù

e il

sace

rdot

e ri

pete

le s

ue p

aro·

le

. in

vita

ndoc

i -

com

e ha

fa

tto

Ges

ù co

n i d

i· sc

epol

i -

a pa

rtec

ipar

e al

la s

ua P

asqu

a.

In q

ues

ta f

esta

di

Pas

qu

a ri

flet

tiam

o s

ui

no

stri

g

est

i e

sull

e n

ost

re

par

ole

. Q

uan

d'è

ch

e es

si t

esti

mo

nia

no

il

reg

no

di

Dio

?

Page 135: 2009

Un

gioc

o N

elle

paro

le d

i q

uest

e f

rasi

le

lett

ere

si

son

o m

esc

ola

te.

Rim

etti

le i

n o

rdi·

n

e s

e v

uo

i ri

tro

var

e le

paro

le p

iù i

mp

ort

anti

del

van

gel

o.

ern

pe

tde

, o

tqu

es

è li

iom

opc

or. ...

.....

.....

.....

......

......

......

.....

......

......

.....

.....

.. ,

ost

eu

q è

li

iom

uen

sag

leld

' za

neal

la.

....

....

.....

....

....

.....

....

.....

..

....

....

....

....

....

....

....

.....

....

.

Ni

vire

tà o

i iv

oid

c ec

h on

n e

brr

ò ip

ù el

d to

ufr

t ad

e Il

evito

. . ~ .

....

....

....

.. ~ .

....

....

.....

....

.....

....

....

....

.....

.

Mar

inai

o d

ella

vita

E

ora

ti

pro

po

ng

o d

i tr

asf

orm

are

la

frase

di

Gesù

isp

iran

do

ti a

ll'a

lfab

eto

m

ors

e!

Co

no

sci

qu

est

o

lin

gu

agg

io f

att

o d

i se

gn

ali

bre

vi

e lu

ng

hi.

ch

e

vie

ne

uti

lizz

ato

per

ese

mp

io d

ai m

arin

ai.

Po

trai

rea

lizz

are

qu

est

o g

ioco

ass

iem

e a

i tu

oi

amic

i ed

in

vit

arli

ad

in

do

vin

are

un

a fr

ase

ch

e a

vra

i sc

ritt

o

in m

ors

e.

Ecc

oti

l'alf

ab

eto

mor

se:

A

0_

B

F

o o

-o

G

K-o

_

L o

_o

. P

o

U

Z

Q _

_ 0

_

v ••

• ~

Ed

ecco

la

frase

da t

rad

urr

e:

C_

o_

o

H

M

R

o _

o

W

D -

o o

E

o I

• o

J e

__

_

N -

o 0

---

S

o o

• T

-X

_.

0_

y

_o

Me

ntr

e m

an

gia

van

o,

pres

e il

pane

e r

eci

tò la

ben

ediz

ione

, lo

spe

zzò

e lo

die

de

loro

, di

cend

o: "

Pre

nd

ete

, q

ue

sto

è i

l m

io c

orp

o".

Ora

scr

ivi l

o in

mo

rse:

Il gi

oco

di K

im

Per

real

izza

re q

uest

o g

ioco

ti

serv

on

o:

un

a ta

vo

la,

un

pez

zo d

i te

ssu

to s

uf·

fi

cien

tem

ente

gra

nd

e d

a r

ico

pri

re l

a ta

vo

la (

po

trest

i u

tili

zzar

e u

na

tov

gli

a),

mo

lti

og

gett

i di

pic

cole

dim

ensi

on

i. c

art

a e

alc

un

e p

enn

e.

Un

o d

i vo

i d

ive

nte

rà il

co

nd

utt

ore

del

gio

co.

Co

lloch

erà

tu

tti

gli

og

ge

tti

sulla

ta

vola

q

ua

nd

o i

gio

cato

ri n

on s

ono

anco

ra p

rese

nti.

Poi

i g

ioca

tori

avr

an

no

a d

isp

osi

zio

ne

3

min

uti

pe

r o

sse

rva

re l

a ta

vola

con

gli

og

ge

tti.

A q

ue

sto

pu

nto

il c

on

du

tto

re r

ico·

p

rirà

la t

avo

la c

on i

l te

ssu

to.

I p

art

eci

pa

nti

avr

an

no

allo

ra 5

min

uti

a d

isp

osi

zio

ne

(o

anch

e d

i pi

ù, s

e vi

son

o m

olti

og

ge

tti .

.. )

pe

r a

nn

ota

re s

u un

fo

glio

tu

tti

gli o

gg

ett

i di

cui

si r

ico

rda

no

.

Co

lui

che

elen

ca il

ma

gg

ior

nu

me

ro d

i o

gg

ett

i a

vrà

vin

to .

Il gi

oco

dei

7 e

rro

ri

Rit

rov

a i

7 er

rori

ch

e s

i so

no

in

tro

do

tti

nel

pass

ag

gio

da u

n'i

mm

agin

e al

l'al

tra

...

2; ... ~j

~ cc .,. :1 ~

Page 136: 2009

Gio

vann

i C

hi

è q

ues

to G

iova

nni

al q

ual

e la

tr

adiz

ione

at

trib

uisc

e u

n

vang

elo,

l'A

poca

liss

e e

tre

lel1

ere?

Q

ues

to n

om

e se

rve

moJ

ro p

roba

bil­

men

te a

più

per

son

e. E

tut

tavi

a, c

on

nosc

ra

sorp

resa

, ne

l v

ang

elo

di

G

iova

nni

qu

esto

no

me

no

n a

pp

are

mai

: co

lui

che

po

rta

qu

esto

no

me

è id

enti

fica

to

gen

eral

men

te

con

u

n

disc

epol

o d

esig

nat

o c

on

l'e

spre

ssio

­ne

: "i

l d

isce

po

lo c

he G

esù

amav

a".

Nei

van

geli

sin

otti

ci e

nel

lib

ro d

egli

A

tti d

egli

Apo

stol

i, G

iova

nni,

fig

lio

di

Zeb

edeo

, è

un

o

che

emer

ge

nel

gru

pp

o d

ei d

od

ici

apos

coli

eli

Ges

ù.

App

are

neU

a p

rim

a li

sta

dei

dodi

ci

apo

sto

li

assi

eme

a su

o

frat

ello

,

Gia

com

o.

En

tram

bi

son

o

figl

i di

Z

ebed

eo e

fan

no i

pes

cato

ri s

ul l

ago

di T

iber

iade

. M

arco

pre

cisa

che

Ges

ù li

ha s

op

ran

­n

om

inat

i "B

oane

rghe

s",

che

vuoi

cl

ire

"fig

U d

el t

uono

".

La

stes

sa

per

son

a vi

ene

chia

mat

a an

che

"Gio

van

ni

l'Apo

scol

o"

o "G

iov

ann

i l'

Eva

ngel

ista

" o

anch

e "G

iova

nni

il T

eolo

go"

per

dis

ting

uer­

la d

a G

iova

nni

il B

atti

sta.

11

su

o s

imb

olo

di

evan

gdis

ca è

l'aq

ui­

la:

cii q

ui

il so

pra

nn

om

e di

"A

quila

di

Pat

mos

".

Vie

ne r

app

rese

nta

to a

nch

e u

na

cop

pa

sorm

on

tata

d

a u

serp

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op

pu

re c

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u

na

IMM

AG

INI

Apr

ile?

()C)

dai

a co

lma

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boU

ente

, la

qu

ale

rico

rda,

se

con

do

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le

ggen

da,

un

a to

rtu

ra

a cu

i sa

reb

be

mir

acol

osa­

men

te s

fugg

ito.

G

iova

nni

è co

nsi

der

ato

co

me

l'apo

­st

olo

pre

feri

to d

a C

rist

o. M

olte

raf

fi­gu

razi

oni

dell

a C

ena

ce l

o m

ost

ran

o

acca

nco

a G

esù

, m

entr

e as

colt

a at

ten

tam

ente

le

su

e pa

role

, ta

lvol

ta

con

gl

i oc

chi

chiu

si

pro

pri

o

per

in

ten

der

e m

egli

o.

Qu

and

o G

esù

ven

ne

arre

stat

o, e

gli

lo s

eguì

fin

nel

cor

rile

del

So

mm

o

Sac

erd

ote

e a

ssis

tett

e al

la s

ua

croc

i­ns

-

PER

MED

ITA

RE _

sio

ne

ed a

Ua

sua

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ul G

olgo

ra.

Pro

prio

dal

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roce

Ges

ù, p

rim

a di

sp

irar

e, a

ffid

ò a

Gio

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i M

aria

, la

m

adre

su

a.

Sec

on

do

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cuni

sc

ritt

i ta

rdiv

i l'

apo

sto

lo

l'acc

olse

in

ca

sa

sua

e fu

l'

ulti

mo

ad

abb

and

on

are

Ger

usa

lem

me

pro

pri

o p

er r

iman

ere

acca

nto

a le

i. F

u se

mp

re l

ui a

giu

n­g

ere

per

pri

mo

all

a to

mb

a il m

atti

no

d

i P

asqu

a,

anch

e se

po

i la

sciò

ch

e P

ietr

o en

tras

se p

er p

rim

o.

Co

nd

ann

ato

ai

lavo

ri f

orza

ti n

ell'i

so­

la

di

Pat

mo

s,

vi

avre

bb

e sc

ritt

o

l'Apo

cali

sse.

Sar

ebbe

mo

rto

a E

feso

n

ell'

ann

o

101,

aU

'età

di

9

8

ann

i,

L'u

nico

d

ei

do

dic

i ap

osto

li

a n

on

m

ori

re m

arti

re.

Vie

ne f

este

ggia

to

il 2

7 d

icem

bre.

} 0/5

_000

6

Page 137: 2009

Croci in legno di olivo

• Do Betlemme

Grande croce

Ali. cm 4, , largh. cm 4. con cordoncino scuro ..

Rit. 100 8.57 € 0,99 01 pezzo

Croce traforato

cm 2,7 x 3,8, con cordoncino scuro.

Rit. 100 404 € 2,29/01 pezzo do 20 pz.: 2.19 • do 50 pz.: 2,09 • da 100 pv 1,99

Croce Tau, grande

cm 3,6 x 4, con cordoncino scuro.

Rit, 100 394 € 1,69/01 ~o da 20 pz. : 1,59 da 50 pz. : 1,49 do 100 pz.: 1,39

Croce traforata "Corpo di Cristo"

cm 3,5 x 5, con cordoncino scuro.

Rit. 100 872 € 2,.95/01 pezzo do 20 pZ.: 2,90 • da 50 pz.: 2,80 do 100 pz.: 2,70

Croce Tau, media Croce Tau, piccola

cm 3,5 x 3,3, con cordoncino cm 2,5 x 2,8, con cordoncino scuro. scuro.

Rif. 100 395 € 1,59/ al eezzo Rit. 100 396 € 1,49101 eezzo da, 20 pz .: 1,49 da 20 pz.: 1,39 do 50 pz.: 1,39 da 50 pz.: 1.29 do 100 pz.: 1.29 da 100 pz.: 1.19

• Do Betlemme

In legno di olivo naturale e levigato. un legno che si rivelo caldo. massiccio e gradevole 01 tono. Fabbricato o Betlemme. Con cordoncino scuro. Alt.: cm 9; largh.: cm. 5,3.

Rit. 100 87S € 3,79/01 pezzo do 20 pz.: 3,69 • da 50 pZ. : 3.59 • da 100 pz.: 3,49

Croce Tau

cm 3,4 x 4, con cordoncino scuro.

Rit. 100 403 Cl,99/ol~o

do 20 pz .. : 1.95 do 50 pz.: 1,89 do 100 pr.: 1,79

Croce "Comunione"

cm 3,5 x 5,8, con cor­doncino scuro.

Rif. 100 388 e 2,.95/01 pezzo

do 20 pz.: 2,89 • da 50 pZ.: 2,79 • da 100 pz.: 2,69

Croce effetto vetrata "Colomba"

Grande croce cm 6 xl0, con cordoncino chiaro. ]~· · ÀO'~'O

cm 3,1 x 4,3, con cor­doncino scuro.

RIf.loo 808 € 2,29/01 pezzo

Croce

Fabbricata a Betlemme, questa croce aliira per lo mescolonza del legno, del colore e della trasparenza. cm 2 x 3, con cordoncino scuro. Rif.loo 802

e 2,29/01 pezzo

cm5

Croce "Colomba e terra"

centro d'ella croce si trova un po' di lerra d1sraele. cm 3,8 x 5, con cordoncino scuro

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IMMAGINI Geunaio 09

6 gennaio 2009

EPIFANIA Mt 2,1-12

"Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo vistO

spuntare [a sua stella e siamo venuti ad adorarlo".

M' 2, 2

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Ed ecco, la stella, che avevamo visto spuntare, li precedeva,

finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.

EPIFANIA_

Nelle nostre case I re non possono abimre che nei palazzi. Anche i magi ne erano persuasi perché, alla ricerca del Re dei Giudei, si sono diretti subito al palazzo di Erode. Ma la stella non era Il. Ed è verso un'umile dimora che li ha gui­dati. Dio ha voluto essere vicino a noi, come un bambino, a c\li rutti i bam­bini del mondo possono sentirsi vicini. Così ha s<.-elro le nostre case per abi­tare in mezzo a noi: la casa di Betlemme, in cui l'hanno incontraro i magi, poi quella dell'apostolo Pietro (Mc l, 29), la Stanza alta del Gio- J...i vedì Santo, la IOGlIlda di Emmaus, un appartamento a Troade "JA(""

(Al 20,7) e, da allora, le case del *" "i nuovo popolo di Dio in cui

* si celebra l'Eucaristia ed ogni nostra casa, basta che ci siano

-------~------'~~--------~---------

due o (re riuniti nel suo nome (Mt 18,20).

M(lrcel Melzger

142 0./02

NZ 0./03

M.Mr/:z:gt?r

Dio è presente dove non lo si attende ... Dio compie la sua Epifania. Rendiamogli grazie: il velo è tolto, è sorra la luce, ci viene rivelato il senso, ci viene offerra la spiegazione decisi­va. Non nella fonna di un teorema o nel fastidioso enunciato di qualche (eoria, ma attraverso l'ilTUZione di Dio stesso, in modo del rutto inatteso: tan­to che i più vicini non ['hanno riconosciuto (Gerusalemme ed il palazzo di Erode erano solo a qualche chilo­metro!), mentre i magi di un lontano Orience l'hanno cercato e tro­vato.

Marcel,.>Jelzger

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IMMAGINI Gennaio Ol}

11 gennaio 2009

BATTESIMO DEL SIGNORE

Mc 1, 7-11

"Tu sei il Figlio mio, l'amato;

in te ho posto il mio compiacimemo."

Mc 1,11

Gesù vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso

di hù come una colomba. E venne una voce dal cielo.

BATIESIMO DEL SIGNORE_

....

E proprio lui, Gesù di Nazaret ''Ascoltate, ve lo annuncio, è Parola di Dio: Ecco il mio Figlio, l'amalO; in lui ho posto cuna il mio amore"

Venite, dunque, b:mezzaù della terra! Guardate: è proprio lui, Gesù di NazareL Ci apre la strada e cammina COSL1mememe accanlo a noi. Ci strappa alle tenebre e ci guida \"'erso un chiarore abbagliante. Ci insegna la tenere-LZa e la gioia di condividere l'amore. Ci libera dalle catene del male e deU'odio. Si offre come nostro nmrimemo nel pane e nel vino. Ci dà la possibili[à di lasci are i ponare dal soffio dello Spirito. Venite, dunque, bauezz3ti della terra! Ascoltate, è proprio lui, Gesù di Naz,1fer.

È arrivato il momento di convertirci e di annunciare la Buona. Novella: diamo inizio. fm d'ora, ad una vita nuova, da figli di Dio.

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Je( fi-;S(w e Je(f.o Sfi-rao Su-",,-I::o! c Rl'mboll

n nostro Batte sitno Ricordiamoci del no­stro Battesimo: O Padre, tu ci hai scelti e ci hai donato un amore smisurato. Ma noi siamo sempre fedeli ed entusiasti nel seguirti c. Rcinboh

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IMMAGINI Gel/mlio 1J9

18 gennaio 2009

2a DOMENICA ORDINARIO

Gv 1,35-42

Andrea incontrò per primo suo frateUo Simone

e gli disse: 'ì\bbiamo trovaro il Messja".

Gv 1,41

I due discepoli, sentendolo parlare così,

seguirono Gesù.

2a DOMENICA ORDINARIO"

Signore, e se tu mi chiamassi? Anche Ul sei chiamato. Perché non vieni? Non dire: Non sono diaco­no, né prete e nemmeno apostolo. Sei stato chiamato allo stesso tito~ lo degli altri. li Signore chiama anche te. Certo, non hai fatto nulla di straordinario, neppure un m.iracolo, eppure c'è [aneo bisogno di te. Tendi l'orecchio: [i attende come gli altri, perché tu sei qualcuno dì prezioso, prezioso quanto i più santi. La Chiesa ha bisogno d~' te, / ~ delle tue mani e del mo cuore. Non dire di ~ / J no. Non fare il sordo, sii attento. Come il giovane Samuele, anche tu, alla fme ~.-comprenderai la tua chiamata. ~ / La comunità dei credenti, quel-la in cui ti trovi, non sa che G

farsene della tua paura e ~ ~ -W-I ~ delle tue esirazioni. ~ / II; Vieni, nel ruo quartiere, Ij / nella tua parrocchia, c'è biso­gno di re, Sappi che se non rispondi, mancherà sem­pre qualcuno. li. RibE"r

SiÒ"'Lo,~e_, .se "'-e.Hl-{ "'LO "'1-1 cJt ic...I1-'-c...,

tl-{ m.lA.~Jc...f"-i e,L . ( '\ ( . LO "-H-cLro cLove Vorr"-L.

Una chiamata generale La chiamara non è rIvolta al più meritevole. Tutti sono chiamati a seguire il Maestro.

R. Rilx:.

Vescovi o semplici credemi. agli occhi di Dio hanno [Urti lo stesso valore. 'Futti, chiunque siano, sono apostoli dal momenro che sanno dire "sì".

R. Riber

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IMMAGINI GI!II11l1io 09

25 gennaio 2009

3a DOMENICA ORDINARIO

Mc l, 14-20

Gesù disse loro; "Venire dietro a me,

vi farò divenrare pescatori di uomini".

Mc 1,17

E subito lasciarono le reti e lo seguirono.

30 DOMENICA ORDINARIO_

Un percorso breve "II rempo è compiuto ... ". Han.no lavorato abbastanza sui canrieri del Regno (UHi quelli che hanno donaro tempo ed energie per seminare chicchi di vita e di speranza. Hanno gridaro abbastill1Za sulle strade degli uominj, i Giovanni Battista. e gli altri proferi che hanno sempre creduco in un mondo nuovo. "Il Regno di Dio è vicino .. . "~ o L'orizzonte si indora , i semi deposti nella terra maturano lentamente. La terra si copre di rutti i colori . Pace e giu­stizia si preparano a mettere la loro stabile dimora nd profondo di questo mondo. Beaci quelli che sanno leggere j segni di una presenza invisibile. "Convertitevi e credete nel Vangelo ... ". Non resta che un breve itinerario da per­correre, queUo che conduce da una vita senza rilievi e pri­gion1era della abitudini ad una vita collocata sotto lo sguardo di Dio. Un Dio che invita a fare di ogni giorno un festival dell'amore. L Src;n

Se VI'WL ~eÒLre LL CrL~to,

, . ---

c!.e.ro 1-1. i (e re.};. c.Ct,e: t-;" i.I11. r r ir; ., ~I .C~'" .:)

H..e((.e tOIAri cl' "-vorio c!.e.Ue tHe c.c.,-te.;.;:.e e JeJ ·h!...., eÒ0i,)....,...,. L Sh~ìJJ

Far posto allo sconosciuto I discepoli non si srupiscono affatto dell'invito lanciato da Gesù e lo seguono senza fare u'oppe domande. Sono capa· ci dunque dì abbandonare le feli, ìt padre, i compagni di lavoro, disposli a cominciare una vita nuova e a partire ver· so l'incognito. Gesù chiama anche oggi . A noi far posto aU'incognìco nelle nostre giornate così pie­ne. A noi di muoverei dietro a lui per evirare che nella no­stra vita domini una monoto­nia in cui rurto è previsto in anticipo.

I .. Sleill

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IM.MAGINI G('ll1Ia;O 09

• • Maria, Madl'e di Di-O

Quando furono compiuti gli alto giorni pn>critti per la circoncisione , gli (li messo nome G<..":)u , come en SI;ttO chiamala dall'angelo prima cbe fosse conce pico nel grembo.

E. subito, uscendo dall 'acqua, Gesù vide squarciarsi i dcu e lo Spirito di­scenden.' verso di lui come lIna co­lomba. E venne una voce dal oelo.

, .- I t •

2(1 Domenica dopo Natale

E il Verbo si [cce c:l.rne L v(;;nnc ad abitare in mezzo a no; ; e noi ,ÙJbiam(\ contemplala la sua gloria..

2a Domenica O r d i nario

Andrea condusse suo fratello Simo­ne da Gesù. fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse : "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni ; sarai chiamaco Cefa,' - che significa Pierro.

IMMAGINI DOMENICALI"

. .- • • Epifania

Ed ecco. la steUa. che avevano viStO

spunt;u:e, Il precedeva. fìndlé giunse e si fermò sopra il luogo dove si Ira'

vaV"d. il bambino.

Gesù disse loro: .,venice dierro a m.e, vi (arò diventare pescaTori di uomi· ni~.

_________________________ PER LE CELEBRAZIONI_

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I magi Unità dei cristiani Acqua che rivifica

Page 143: 2009

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Page 144: 2009

Ge/ltlllio 09

Essere cristiani

significa d!5 rispettare ./ l'ambiente.

1~ .'JJ90 '

Invece di chi!Hler/i di non mangiate del fruHo di quesl' albero avrei dovuto domafldarli di non lagliare lulli gli allri, più di quanio sia effeHfva­menle nece=rio ...

TEMA: CHIESA ED ECOLOGIA

Dire la Creazione ~~ signific~ vive:la

.~ lnprzma 2 persona.

~~

V

Amici miei, preghiamo ed agiamo a favore di un clim3 sano e puro, per assicurare il palle quotidiano.

14:~_ / J ')iJ/J

Non è concePibile un 'ecologia che non si faccia carico in maniera equa dei Paesi poveri.

Page 145: 2009

IMMAGINI Gewul;o09

1m VARIAZIONI"

M.JdonlUl della traSparenza. in le ed :UtlAvcrso di te Dio ci parla:

donaci un more semplice, colmaci di letizia,

Vtrgilte del Fi.ll e dd J\bgnifìcal rendi i nosui cuori trasparenti come il ruo.

i'<l.adonn3 deU·umihà ..

rt.'\.SCOSI:1 tr:l. b foll:!. awoha dal mistero. aiut:l<j a ponare la Buona NoveUa al mondo

c: ad immergerci nel mistero di Cristo per cOmunicarne Wl frammento ai nostri frateUi.

Madonna deUa fedeltà. ru dle ocrCII; continuRmenlC il voho di Dio.

ru t'he hai accollo il mislero e l'hai mcdilmo nd ruo cuore..

tu che hai l'iSSI 110 in modo coerenlC oon IJ ma kde, ru che sei Sl.Jta esempio di costan:ta

nella prova COme nel momento dell'esaltazione.

142jOO5

ailllaà a mantenere i nostri impegni rut SCf\ifOri buoni e fedeli fmo aU'ulriroo giOlll(1 dcUa nostra lil.J sulla Icrra.

È vero: la morte è tenace, e sempre presente, orrenda, piena di boria e si insinua

dovunque in fonne molteplici. Ma dOllrà piegarsi}

sarà obbligata a fado-, perché è

Rià arrivato il mo­m.ento dell'aurora.!

(;!?(/}/(!.) .'li'II,:';!:':

11/110 alla l'ila

Page 146: 2009

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ign

ore

vi

ris

plen

de.

Nel

la l

ette

ra a

gli

Efe

sini

Pao

lo r

ico

rda

che

Ges

ù

è v

enu

to p

er s

alv

are

gli

uom

ini

di o

gni

nazi

one.

A

lla

luce

di

qu

este

chi

avi

di l

ettu

ra,

oss

erv

iam

o il

tes

to p

det

tag

liat

amen

te p

er c

om

pre

nd

ere

qual

è i

l p

ost

o d

i D

io n

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n

ost

ra e

sist

enza

.

la s

tell

a

Ne

lla

Bib

bia

il

cie

lo e

le

ste

lle v

en

go

no

sp

ess

o c

ita

ti c

om

e i

te

stim

on

i d

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pre

­se

nza

e d

ella

vo

lon

di

Dio

(E

s 4

5,

12

; S

al 1

9.

2;

14

8,

3>'

Cre

ati

da

Dio

(G

en

esi

1.

1

6)

ess

i so

no

i m

ess

ag

ge

ri,

il ri

fle

sso

d

el

suo

sp

len

do

re;

la l

uce

ce

lest

e c

he

ri­

sch

iara

le

ten

eb

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Ne

l lib

ro d

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Ap

oca

lisse

si

pu

ò l

eg

ge

re:

"II

Cri

sto

è la

ste

lla c

he

bri

lla d

al

ma

ttin

o",

e

ne

lla s

eco

nd

a l

ett

era

di

Pie

tro

{l.

19

}: "

II

Cri

sto

è

la

ste

lla

che

si

le

va n

ei

no

stri

cu

ori

". U

n t

em

po

si

pe

nsa

va c

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l'a

pp

ari

-

zio

ne

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un

a n

uo

va

ste

lla,

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U/'I

nu

ovo

a

stro

nel

cie

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orr

isp

on

de

sse

alla

na

scit

a

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un g

ran

de

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na

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io o

a u

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ni·

m

en

to i

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ort

an

te.

Co

sì i

ma

gi.

che

oss

er­

vava

no

gli

ast

ri,

era

no

mo

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fe

lici

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ave

r sc

op

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o u

na

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lla f

ino

ad

allo

ra s

con

sciu

ta.

Ess

i e

ran

o p

ien

i d

i sp

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nza

e s

i se

nti

van

o

rico

mp

en

sati

p

er

il lo

ro

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go

p

eri

od

o d

i o

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rva

zio

ne

. P

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ue

sto

si

me

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no

in

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co

mp

i­ra

nn

o o

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o p

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vare

qu

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o g

ran

-~

de

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. se

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en

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lu

ce c

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/'I

elle

;:"

te

ne

bre

! ::!

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le p

aro

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hia

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el v

ang

elo

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A

iuta

nd

oti

co

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le l

et·

tere

già

co

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cate

. p

sizi

on

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p

aro

le

del

v

an

gelo

al

po

sto

giu

· st

o s

ull

a g

rig

lia.

Pa

role

da

co

lloca

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Gio

ia,

off

riro

no

, st

rad

a,

pro

stra

rsi,

scr

ign

i. d

on

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Be

tlem

me

, m

adre

. ba

bin

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ma

gi

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lla.

G

O

L-

_

B I M

Ved

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de

Esi

ste

un

a te

cnic

a m

olt

o s

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i­ce p

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ng

ran

dir

e un

dis

egn

o.

Si

trac

cia

un

a q

uad

rett

a tu

ra s

ul

dis

e­g

no

di

par

ten

za e

po

i su

un

fog

lio

bia

nco

pi

ù g

ran

de

si

trac

cia

(co

n

un

a m

atit

a te

ner

a p

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ote

r po

i ca

cell

are

il tr

atto

) u

na

qu

adre

ttat

ura

id

enti

ca

ma

con

q

uad

rati

ni

di

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men

sio

ni

mag

gio

ri.

A q

ues

to p

un

to

bast

a p

ren

der

e u

na

bir

o o

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pen

na·

re

llo

e ri

cop

iare

ogn

i tr

att

o d

el d

ise­

gn

o p

icco

lo n

ella

cas

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co

rris

po

den

te d

el f

ogli

o p

iù g

ran

de.

Ecc

o un

d

iseg

no

di

Ges

ù n

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cul

la.

Pre

nd

i un

fog

lio

A4,

tra

ccia

un

a q

uad

rett

a­tu

ra e

poi

co

pia

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dis

egn

o.

All

a fi

ne

po

trai

ca

nce

llar

e la

q

uad

rett

atu

ra

per

ché

rim

ang

a so

lam

ente

un

dis

e­g

no

più

gra

nd

e. S

e v

uoi,

po

trai

an

­ch

e co

lora

rlo

.

D

O

A

T

G

A I

E A

I

". '" ~

....:.

.

Page 148: 2009

la b

uona

ste

lla

La

steU

a d

ei m

agi

li h

a g

uid

ati

fin

o a

G

esù

! O

sserv

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en

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uest

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ielo

st

ell

ato

e t

rov

a la

ste

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he a

pp

are

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a so

la v

olt

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cerc

hia

la e

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S' ra

la.

~,

~

ç <>

Seg

uire

la

stra

da g

iust

a

{;}

<Cl

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ors

o c

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ce i

mag

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o G

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e n

on

lasc

iar­

ti c

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du

rre d

a q

uell

e c

he l

o a

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nta

nan

o d

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olu

i ch

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ap

pen

a n

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!

:::

Un

a g

ran

de

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La g

ioia

de

i m

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i è

qu

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de

i p

ag

an

i ch

e sc

op

ron

o l

a sa

lve

ua

ch

e a

tte

nd

eva

no

da

mo

lto

te

mp

o.

Pe

r e

ssi

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pa

rizi

on

e

di

qu

est

a s

tella

è u

n a

vve

nim

en

to,

una

gra

de

gio

ia p

er

il m

on

do

in

tero

! La

se

gu

on

o

fino

in

P

ale

stin

a.

Ma

n

ella

ca

pit

ale

non

tro

van

o n

ulla

ne

l p

ala

zzo

di

re

Ero

de:

il M

ess

ia s

i ri

vela

so

lo a

qu

elli

ch

e

lo c

erc

an

o e

non

se

con

do

la

log

ica

de

gli

uo

min

i. N

el

pa

ese

pe

rco

rso

da

i m

ag

i fa

ce·

va

mo

lto

ca

ldo

e q

uin

di

gli

stra

nie

ri v

iag

­g

iava

no

so

lo d

i n

ott

e,

Og

ni

sera

es

si

ri·

pre

nd

on

o i

l ca

mm

ino

e l

a st

ella

ri

ap

pa

re

com

e p

er

gu

ida

rli

fin

o a

Be

llem

me

. ve

rso

un

g

ioio

so a

vve

nim

en

to,

che

è a

ll'o

rig

ine

d

ella

lo

ro g

ioia

.

Il b

am

bin

o

La

pa

rola

è

uti

lizza

ta

pe

r d

ue

vo

lte

ne

l n

ost

ro b

ran

o:

"Ed

ecc

o,

la s

tella

, ch

e a

ve­

van

o v

isto

sp

un

tare

, li

pre

ced

eva

, fi

nch

é

giu

nse

e

si

ferm

ò s

op

ra

Il lu

og

o d

ove

si

tro

vava

il

ba

mb

ino

".

"En

tra

ti

nella

ca

sa,

vid

ero

Il

ba

mb

ino

co

n M

ari

a s

ua m

ad

re".

G

li a

stro

log

i p

ag

an

i ce

rca

van

o

"il

re

de

i g

iud

ei"

, no

n un

ba

mb

ino

mir

aco

loso

. m

a il

re d

el

po

po

lo d

i D

io,

il M

ess

ia!

Ma

è u

na

culla

ch

e s

cop

ron

o a

lla l

uce

de

lla s

tella

: il

salv

ato

re

è un

b

am

bin

o

na

to d

a p

ove

ra

ge

nte

. in

un

luo

go

se

mp

lice

... m

a è

il F

iglio

d

i D

io f

att

o u

om

o!

Off

riro

no

in

do

no

I

ma

gi

fan

no

un

do

no

rit

ua

le.

Ch

e e

spri

me

a

mo

re

e g

rati

tud

ine

. G

a q

ue

ll'e

po

ca

l'off

ert

a

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pre

sen

ti

era

co

me

un

se

gn

o

de

lla

loro

ri

con

osc

en

za

vers

o

colu

i ch

e

rice

ve i

l re

ga

lo:

"Ap

riro

no

i l

oro

scr

ign

i e

gli

off

riro

no

in d

on

o o

ro.

ince

nso

e m

irra

'·.

Si

tra

tta

di

off

ert

e m

ollo

co

mu

ni

in O

rie

te;

l'oro

ch

e s

i re

ga

la a

i re

, la

mir

ra c

he

è

il p

rofu

mo

de

lla

fesl

a e

l'in

cen

so c

he

si

b

ruci

a

du

ran

te

la

pre

gh

iera

. P

lard

i i

cris

tia

ni

li h

an

no

u

tiliz

zati

co

me

si

mb

olo

d

ella

re

ga

lilà

(l

'oro

),

de

lla

div

init

à

(l'in

­ce

nso

) e

de

lla m

orl

e e

de

lla s

ep

olt

ura

di

Ge

sti

(la m

irra

).

Per

un

'alt

ra s

trad

a f

ecero

ri

torn

o a

l lo

ro p

aese

I

ma

gi

son

o

stra

nie

ri:

do

po

a

ver

vist

o

qu

ello

ch

e c

erc

ava

no

, ri

en

tra

ron

o a

l lo

ro

pa

ese

se

nza

p

ass

are

p

er

Ge

rusa

lem

me

. co

me

era

sta

to d

om

an

da

to lo

ro d

al

re E

ro·

de

. P

erc

qu

est

a d

eci

sio

ne

?

Ma

tte

o c

e ne

fo

rnis

ce

la

spie

ga

zio

ne

; è

Dio

ch

e l

'ha

do

ma

nd

ato

lo

ro i

n so

gn

o e

d e

ssi

de

cid

on

o d

i se

gu

ire

qu

esl

o c

on

sig

lio

che

pe

rme

tte

rà d

i m

ett

ere

Ge

sù a

l ri

pa

ro

de

lla c

rud

elt

à d

el

re E

rod

e,

Gli

eb

rei,

co­

me

gli

alt

ri p

op

oli

de

ll'O

rie

nte

an

tico

rile

·

ne

van

o i

so

gn

i un

a sl

rad

o p

rìvi

leg

iata

di

com

unic

a;;::

ione

tra

gli

uo

min

i ed

il

div

ino

! D

un

qu

e,

se a

ll'a

nd

ata

i m

ag

i e

ran

o c

om

e

con

do

tti

da

lla s

lella

, ch

e m

ost

rava

lo

ro i

l p

erc

ors

o f

ino

a G

esù

, p

er

il ri

torn

o a

l lo

ro

pa

ese

lasc

ian

o a

nco

ra u

na v

olt

a c

on

du

r­re

su

lla v

ia d

i D

io.

Ora

tu

de

vi c

om

pre

nd

ere

pe

rch

é o

gn

i a

no,

do

po

Na

tale

, ce

leb

ria

mo

la

fest

a d

ell'

E

pifa

nia

, ci

di

Ge

sù c

he

si

ma

nif

est

a a

l m

on

do

in

tero

! P

over

i e

ricc

hi,

vic

ini

e lo

nta

ni.

.. a

qu

als

ia­

si r

azza

ap

pa

rte

ng

an

o,

qu

ale

ch

e s

ia i

l lo

ro

pa

ese

d'o

rig

ine

. la

lo

ro r

elig

ion

e,

le

loro

cr

ed

en

ze,

il lo

ro m

od

o d

i vi

vere

...

Ti

pro

po

ng

o d

un

qu

e d

i ri

fle

tte

re s

ulla

ma·

n

iera

in

cui

an

che

tu.

al

seg

uit

o d

ei

ma

gi,

pu

oi

me

tte

rti

alla

ric

erc

a d

i D

io p

er

tro

var­

lo

a tu

a vo

lta

ed

off

rirg

li i

tuo

i p

rese

nti

n

ella

gio

ia,

Page 149: 2009

Sca

tole

per

i t

uo

i re

gal

i "E

ssi

ap

riro

no

i l

oro

scr

ign

i e

gli

off

riro

no

i l

oro

do

ni.

" O

gn

un

o d

ei m

agi

è arr

ivato

co

n u

n r

eg

alo

per

Ges

ù:

ecco

mo

del

li d

iver

· si

pe

r re

aliz

zare

del

le s

cato

le c

he p

otr

ai

uti

lizz

are

per

fare

dei

pacch

i d

on

o o

per

co

nse

rvarv

i d

ei t

eso

ri p

rezi

osi

!

Ma

teri

ale

: al

cune

sca

tole

di

form

ag

gio

. d

el

colo

re.

de

lla v

ern

ice

pe

r p

ittu

rare

. un

pe

nnel

lo m

edio

. fo

rbic

i d

ritt

e o

cu

rve

. d

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la

stre

me

talli

che

: (r

ecu

pe

rare

e l

ava

re

, a:

:::>-

EJ?J

~C~

~~)o

D

~"

~~

~ '

\: 3

-e3

::J~

~

le b

arc

he

tte

pe

r su

rge

lati

op

pu

re p

ren

de

re u

n fo

glio

di

allu

min

io).

col

la.

una

ma

ti­ta

a m

ine

no

n t

rop

po

ap

pu

nti

ta.

Rea

I izz

azio

ne:

1. S

ceg

li un

tip

o di

sca

tola

de

cora

ta t

ra q

ue

lli c

he v

ed

i q

ui so

tto

op

pu

re in

ven

ta t

u

ste

sso

un

ge

ne

re d

i d

eco

razi

on

e.

J~

2. D

ipin

gi

la t

ua s

cato

la (

sal­

vo il

co

pe

rch

io p

erc

se

è r

i. co

pe

rto

di

me

tallo

non

è n

e­ce

ssa

rio

). L

asci

a a

sciu

ga

re e

. se

lo

ritie

ni,

ap

plic

a u

n n

uo

vo

stra

to d

i co

lone

p

er

na

sco

de

re le

eti

che

tte

.

3. R

itag

lia i

l m

eta

llo s

eco

nd

o

la

gra

nd

ezz

a

del

cop

erc

hio

u

tiliz

zato

.

4.

Me

ttit

i su

un

a su

pe

rfic

ie

mo

lle (

un

o s

tra

ccio

, a

lcu

ni

fo­

gli

di

cart

a

ass

orb

en

te)

e tr

acc

ia

sul

me

tallo

i

mo

tivi

. se

rve

nd

oti

di

una

ma

tita

usa

­ta

(d

alla

m

ina

roto

nd

eg

gia

te)

pe

r cr

ea

re u

n ri

lievo

se­

con

do

la t

ecn

ica

de

l "l

avo

ro a

sba

lzo

". A

se

con

da

de

ll'e

ffe

tto

che

si

de

sid

era

si

pu

ò s

ba

lza

re s

olo

il

con­

torn

o o

an

che

tu

tto

il

mo

tivo

de

cora

­tiv

o.

5.

Pe

r d

eco

rare

il r

est

o d

ella

sca

tola

si

pu

ò t

ag

liare

una

ba

nd

a d

i m

eta

llo

con

de

lle f

orb

ici

ricu

rve

pe

r i c

on

torn

i d

ella

pa

rte

bas

sa e

alta

. o

dis

eg

na

re

de

i m

oti

vi s

ulle

lin

gu

ett

e i

nco

llate

at­

torn

o a

l co

pe

rch

io.

6. G

ira

e in

colla

il m

eta

llo s

ulla

sca

to­

la p

erc

i m

oti

vi s

i ve

da

no

in

rilie

vo

e p

oi

lasc

ia s

ecc

are

.

Ecc

o la

tu

a sc

ato

la.

che

si p

rese

nta

co

me

uno

sp

len

did

o s

crig

no

. p

ron

to

ad a

cco

glie

re i

pre

sen

ti c

he t

u v

uo

i re

ga

lare

o i

te

sori

che

vuo

i co

nse

rva

­re

.

~ fi ~

C7 fi;8

1

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Page 150: 2009

IMMAGINI Fehbmio 09

l° febbraio 2009

4a DOMENICA ORDINARIO

Mc 1, 21-28

"Che è mai quesro? Un insegnamento nuovo,

dato con autolirà. Comanda persino agli

spiriti impud e gli obbediscono! "

Mc 1,27

Nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno

spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: "Che vuoi da noi, Gesù di Nazaret?".

Gesù gli ordinò severamente: "Taci! Esci da lui!".

40 DOMENICA ORDINARIO_

Approfondire la nostra fede U messaggio era conosciuto. Gesù insegnava quello che aveva imparalO nella sua famiglia e nella sua comunità. Perché allora i suoi contemporanei sono così srupiu? "Non parla come gli altri" dicono. Non si tratta dunque di qualcosa legato solamente ai conrenuti del discorso, ma anche alla persona che lo proferisce. Coloro che si trovano agli antipodi, i demoni,

non si sbagliano. Capiscono subito che Gesù è il Cristo. mentre i (ie·

pidi non se ne rendono conto. Certo, si meravigliano, rimano gana loccati dal suo annuncio, stupiti davanti ai gesti di guari· gione compiuli da GesÌl. Ma sembl'a che non siano capaci di cogliere la sua identità.

Come loro anche noi rischiamo di rimanere alla superficie delle

cose, sopramllto per ciÒ

che riguarda la nostra vita interiore, la fede, perché siamo troppo presi da mille cose. Signore, donaci il de· siderio di rinsalda­re il nostro legame con le. Ben

1 ( m.e~s."-l[;0 Jei. vt4.H.Ò

e(i. è j em..r-t"'e .

. d:t4..to e -S"-IAè... ,A c..Ji.ct4.L-t1..e_H..te N V O V O ..

Vivere la Parola Talvolta i vangeli sono considerati come cosa "già vista, già sentita". Talvolr.a rimaniamo ancorati aU'emozione o all'intelligenza. Sforziamoci di vive­re la Parola giorno dopo giorno affino ché non resti lette·

ra mona perché

questa è la nostra responsabilìcà. /3ell

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Br:-l1

Page 151: 2009

IIMMAC;INI Febbraio li!)

8 febbraio 2009

5a DOMENICA ORDINARIO

Mc l, 29-39

Gesù guaò molti che erano afferri da varie malattie e

scacciò molti demoni, ma non permetteva ai

demoni di parlare, perché lo conoscevano. Mc 1, 34

143JIM

Si avvicinò alla suocera di Simone e la fece alzare prendendola per mano;

la febbre la lasciò ed ella li serviva.

Sa DOMENICA ORDINARIO_

Quelli che sono nelle tenebre ... Non quelli che vengono a patti con le tenebre, ml queW che vi sono immersi. Coloro d)c, come Giobbe, di cui oggi leggiamo il n1essaggio, affermano: hL1. vira è U(1 duro servi.zio". Coloro d)e associano la parola "vita" solo a solkrenza, dispera­zione, dolori, gorgo profondo: "Il mio occhio non rivedrà più il bene'". Attorno a noi queste persone non mancano. E forse noi stessi appaneniamo al loro nLUnero ... Ma davanti a gueUi che sono nelle tenebre quak aneggiamemo adona· re? Nieme giudizi, ma nemmeno il temalivo di ignorarli o la scelta di una scorcia· toia verso un Dio consolatore. Giobbe. che rivendicava lc1.nto la sua innocenza quanto la sua sofferenza., è l'un.ico, dice Dio ai suoi falsi amici, "che hl parlato bene dì me'!

Accogliere la sofferen­za ed il lamento deU' altro, dunque, con· patire se-nza farci com­plio. Se il nostro volto e le nostre mani sono abitati dalla luce e la irraggiano. . . noi po· tremo aiutare. forse, l'uomo che è nelle te­

nebre ad attraversarle per andare verso la lu­ce. j.·M. Bedn

UI'\.6..1~,-~ol-i±-è.. ,Li ~f:l)L:

~l1..-H..-"-l1..-ei~re (~tel1..-ere~z..a. li Dio! I·M, 6edc-=

Il dinamismo del Vangelo Nel vangelo secondo Marco Gesù inaugura il suo minìscero ad alta velocirà, con le vele spiegate al vento e ... trascina anche i discepoli in questo dina­mismo_ Osserviamolo da vicino. Gli si parla della suocera di Simone d1.e non può riceverlo perché è febbricitante. Gesù va a crovarla, le si avvicina, la prende per mano, la fa alzare ... e la febbre la abbandona: felice, essa si mette a servirli. Venuta la sera.. Ge­sù accoglie i malati che si affolla­no alla pona, caccia i pensieri per­versi e nefasti dallo spirito delle persone e chiude le bocche mal­vagie. Ma sul far del giorno, quan­do è ancora buio, si ritira nd silen· zio, si mette davanti al Padre suo e si riempie del suo amore infinìw. Poi SCllote ì discepoli addormema· ti e dice loro: '~diamocene, biso­gna partire!". } ... w. &ode:::

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IMMAGINI Febbraio 01.)

15 febbraio 2009

60 DOMENICA ORDINARIO

Mc 1,40-45

Gesù tese la mano. lo tOCCò e gli disse:

"Lo voglio, sii purificaw!" . E, subiw, la lebbra scomparve da lui.

Mc 1,41-42

f.I.'_' '04

Venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava

in ginocchio di guarirlo.

60 DOMENICA ORDINARIO"

Un Dio vicino Li lebbra faceva paura e per questo si prendevano delle precauzioni . Il malato. una volta accenalO il contagio, era allontanalO dall'abitato. dal suo vilJaggio, dalla sua famiglia. Una misura del genere, oggettivameme bruta­le, era delta(a dal bisogno di risparmiare a queUi che non ne erano affeni la spaventosa devastaZione che a\>"Veniva nel corpo di chi ne era stato colpito. Gesù non sceglie di tenersi a rigorosa distanza .. . Anzi , si avvicina. tocca il lebbroso. contravvenendo alle disposizioni sanitarie dell'epoca ... A rischio di comrarre anche lui questa malania terribile . Ma è proprio per questo che è venuco. per mosuarci l'amore dì Dio. l n lui Dio si fa prossimo, unO a correre i nosui rischi, a condividere le noscre infermirà. Jo lui Dio non si SOltrae ai perico­li ed alle sofferenze. Per un motivo molto sem­plice, perché ques(o in on dei conti significa amare. ed amare fìno in fondo .. . Senza remore, senza li­miti, senza difese. Toral­mente esposti . .. nno a morire!

À-I:-t.'r.ve "."~ i.( Cri .d::ù,

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"'-U50J

• • • Di-o ~i- fc.. VLC·L J-t...0 lA.- »..0 L,

Solo Dio salva Il Crisco è contemporaneamente il buon pastore e l'agnello sacrwcato. Molti uomini e clonne, apparrcnemi a credenze diverse, si sono sacrificati per gli altri, per la loro dignità e la loro fdi­cità. "11 giUStO sarà sempre ricordato" perché è molto quello che gli dobbia­mo. Ma Ja salvezza offerta da CriStO è di un'aJtra nanlra. Non è di questO mondo, è spirituale. Solo il sacrificio di CriStO ci può salvare - per quamo siano generosi i sacr:iJìci degli ,ùtri - perche:: solo Dio saJva e il CriSto è Dio: egli ci offre non solo la ri­conciliazione con ogni uomo, ma anche con ogni crearura e con il loro creatore. J. [)evrienUI

}. Dc/·rl.·"",

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I~GINI

22 febbraio 2009

7a DOMENICA ORDINARIO

Mc 2, 1-12

'l\lzati, prendi la ma barella e

va' a casa tua."

Mc 2,11

"Alzati, prendi la tua barella

e va ' a casa tua"

70 DOMENICA ORDINARIO"

I "portatori" sono numerosi! Probabilmente erano più di quattro. E poi non dimentichiamo i medi­ci e gli infermieri . E la famiglia che lo circondava con affetto. I ricer­catori dellaborarorio di analisi. Il farmacista che assicurava le medici­ne. E altri ancora che si mettevano al servizio del malato. Che bella catena umana per la stessa causa! È piuttos(O rassicurante per uno che sta bene rDa che sa che prima o poi anche lui potrà cadere malatO ... Il vangelo, però, ci parla solo dei quattro "portatOri". Mette in evidenza il loro corag­gio e la loro fede . Non è pro­prio questo un bel modo di presenrare la preghiera di in­tercessione? Quella di una comunità. che "porta" nella preghiera.. Quella di una comunione che va al di là dei malati. Siamo anche noi "portatori" del-la Buona Novella? A. Domus

Cje~ tt.- C-Ol1_:ti-"-«-~ ~ ck~u--»1...~re: c.~ ck~e,Lc.. J~ [e ve.. .... ci. t':. Ji. cc....»t..»t..i J't.c .. rc ..

Non escludere i vivi! La preghiera tradizionale per i de­funti è una bella realtà deUa fede cristiana perché favorisce la co­munione tra il mondo visibile e quello invisibile. Tiene desta la memoria e nutre una relazione mai conclusa ... Ma la preghiera è anche orienta­ta verso i vivi ed i loro bisogni. Apre nuove prospettive e invita ad una solidaried spiriruale durevole.

A . DOllflls

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IMMAGINI f'ebbrtlio 09

25 febbraio 2009

MERCOLEDì DELLE CENERI

Mt 6,1-6.16-18

"Quando digiunate, non assumere un'aria

malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per

far vedere agli uomini che digiunano. Il

Mt 6,16

"Prega il Padre tuo nel segreto ... "

MERCOLEDì DELLE CENERI_

Vieni ad aprire la porta Entrare in Quaresima non vuoi dire privarsi del cioccolato, avere una fac­cia da funerale o compiere cose straordinarie. Emrare in Quaresima significa fermarsi, prendere le distanze da noi stessi, accertare di guar­darsi in faccia e di fare il punto. Entrare in Quaresima significa gertare la maschera. abbandonare le vecchie abitudinl che mutilano e la rouùne che imprigiona . Positivamente, entrare in Qua­resima significa convenirsi per diventare se stessi, sviluppare il proprio potenziale di vira e di amore. menendosi all'ascolto e alla scuola del Vangelo. Entrare in Quaresima vuoI dire camm.ì­nare verso la liberazione come un tempo fece il popolo di Dio mettendosi in viaggio verso la terra promessa, significa diven­rare se stessi ed aiutare gli altri a fare la stessa cosa. U Signore bussa alla porta. Chi gli aprirà? Mons. C. KralZ

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I ( c..a..WL»Li.Yl.O ,Li. QM..a..re~ i-""-"... è U J'L lo JlLO cCi. Oi.o,

~.C"'C{l.é c~ offre r.·cJcc ..... s;.("U~ ,t; hv\'(,r;s(i iJ r·,,·~to "r~é. !}, .~ r"JI:c:. .. eLCe • • ~o.d·"c. vi h •.

Che sprigioni il fuoco!

M"",~ c. Krac:

Ecco ora iJ tempo favorevole! Ecco LI giorno in cui Dio ci con­duce fino al rinnovamenw provocaw dalla Pasqua! Accettiamo di progredire sulla strada della preghiera, della conversione e della condivisione, strada sulla quale il Signore ci precede e ci accompagna. Scopriamo, sotto la cenere della nostra vita) il fuoco che può essere rianimaw solo dall'amore. Sprigioni dunque il fuoco dalle nostre braci e suscitì una vita nuova!

,11011.<. C. Kralz

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m Febbmlfl 09 IMMAGINI DOMENICALI.

4a Domenica Ordinario Sa Domenica Ordinario

«Che è mai qucsco? Un insegnamento nuovo, dato con auwrita. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbedi­scannI,>.

Gesù si avvicinò aJla suocerA di Simone e la fece a.lzare prendendola per mano: la febbre la lasciò ed eUa I.i serviva.

Gesù ne ebbe compassione, tese LI mano, lo (OCCÒ e gli disse: "Lo voglio, sii purificato!',. E subilO la lebbra scompan'e cla lui.

Solidarietà quaresimale

7a Dome'tica O,-dina ";o

«.Alzati, prendi la ma barella e va' a C<L~a tua".

Comunità di parrocchie

Mercoledì delle cen.eri

«Mentre ru fai l'elemosina, non sap­pia l::! tua siniStra ciò che fa la ru:.t de­stra, ptTché la tua dcmosin.1. resti nd segreto».

Radio cristiana

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lMMAGINI Pe!Jhmin W)

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"Un uomo vale di più di quello che ha commesso. "

"Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere" Ehreì 13, 3

m TEMA : LE CARCERI"

L(I/mdi:!1(me ~-plrilun!e tll'llli ('blesa sifomla .m 11II~1 porola precisa di C,-js/() (cf MI 25, 36)

e ba riconosci/ilO /o visila a/ Ctl/'ceruli WILt

delle opere di misericordia corporale. Le pen.'One che si lrovano ;1/. qllesU/ slluaziol/c

haI/no /llJrtic()!arlllenle bisogno dI essere .I e'. visitai e dal Si SI/ore stesso ilei S(lCrfllnell·

I t" to delJ'Eucarls/in. Sperll1lC1//are lo vi­ntt1~tirl 9 '- . Cil/aUZlI di ulla conllmlllÌ ('cdesiale,

par/ecipnre all'Eucarfslla e ricellere \< ~ la saTlla Conul11/ol7c III Wl pedodo

Se c'è tra voi qualoulO che ritiene di essere inviato ad "evangelizzare" i carcecati e non a consolarli, a rispon­dere ai loro bisogni spiri­tuali e non a quelli mate­riali, io gli dico che dob­biamo assisterli io ogni modo, attraverso di noi ed attraverso gli altri : fare que­sto significa evan­gelizzare con le parole e con le opere, e questa è la cosa pjù giu­sta ...

S(l1l ";II C .. ! llto tic fil l)­

IJ , Cf»)Jsir!rrfl/o CONIP

Il primo (lIpp..-lft,IIo delle C(/~'J

I I

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della (lila cosi par/icolare e co~-i do­loroso jlllÒ C(!J1mrJelUe con/rlhnirc

ad mI percorso di f ede persollale

c fauorire ti relllserimenlo sociale della pe."SOI1I1.

l'flP" He'IJrtlClln XVI" -F,'orlfi:: in1Jc " J)/H /o!ial

'JflO-/lIIU!'JIIII'II r ari/n/I ... -

(jf'bbTfli'" :!007)

IIII

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IMMAGINI FeblJmi() 09

Preghiere dei bambini Caro Dio, ~-ei veramente invisibile o è solo un t mcco di magia?

Cara Dio, hai fatto apposta a fare le giraffe così. o è stato lIn. errore?

Caro Dio, perché invece di far nWlùe le persone e farne nascere di nuove, non. conservi quelle che hai già?

Caro Dio, sono stato ad un matrimonio e gli sposi si SOIlO abbracciati e baciati in cbiesa. Era corretto secondo le?

Caro Dio, io sono un Amerù.ano e tu cosa sei?

Caro Dio, grazie per il fratellino. ma avevo pregato tanto per avere un cucciolo ...

Caro Dio, quando sono grande io voglio essere propdo come mio papà, ma non così peloso.

Nicola del Giappone (morto nel 1912) Festeggiato il 3 febbraio

Originario della Russia, voleva diventare muitare. Una l'alta temlmati gli srudi, deci­se di evangelizzare il Giappone. Dopo anni di lY.l.Zienza, po(é riunire una piccola comu­nità onodossa e (rasrerì il suo centro mis­sionario a Tokyo, che allora era la nuova capitale deU' impero. Aprì uo seminario per la romlaziooc del cino autoctono, in clIi si insegnavano il cine_~e, il giapponese e il rus· so. Durante la guerra russo-nipponica del 1905, continuò ad amare luui i mstiani, di qua.L~iasi nazionalità. NS_2Im

Caro Dio, passo il tempo ad aspettare la primavera, ma non arriva mai. Non dimentlcartene.'

Caro Dio, non devi preocC1lparli per me. fo guardo sempre a destm e a ~~inisll-a prilJUI di attrauersare la strada.

Cal'O Dio, qualche wlla io penso a te, anche quando non sto pregando.

Caro Dio, io penso che sia piuttosto difficile per te ama -e tutte le persone del mondo. A casa mia siamo in quattro ed io non ci riesco.

Caro Dio. se domenica dal una ~-bfrdatjna in cbiesa ti mostrerò le mie nunve scarpe.

Caro Dio, mi piacerebbe vivere 900 anni come la gente della Bibbia. Con affetl o!

Giuseppina Bakhita (1869-1947) Festeggiata 1'8 febbraio

Nata in Sudan, l'enne f.l.IL1 schiava, ma poi arrivò in haliJ. e divenne religiosa.. La. "Madre morerta.' si spense 1'8 febbraio 1947. Il papa Giovanni Paolo Il ha ocaùJ1cuo Giuseppim nel 1992 e l'ha dichiarata sanla nd 2000. El";{ conosciuta per il suo fervore m i$sionario. Ecco um delle sue preghiere. ''Signo­re, se pOI essi l'owe I~ggiù, tr:l W mÌJ. gente e pro­clanure J tulÒ con alle grida la rua bontà. quante mime pOtrei conquist.:uti! lnnanzituHO mia madre e mio padre, i miei fratelU, mia sorella ancor:! sellia· I"'J.. .. tutù. rutti i poveri Neri dell'Africa. [-:l' o Gesù cile andl'essi ti conoscano c ti amino!"'. J.J.U J()J

HUMOUR - SANTI"

Caro Dio. abbiamo letto che Thomas Edison ba inventato la luce. Ma a catechisrno mi

hamw detto cbe sei stato t li. Scommetto dJe li ha scippato !"idea! Con sincerità

Caro Dio, io noti. credo cbe qua/~ias; persona potrebbe eSS€1-e un. Dio migliore. E voglio che tu sappia che non dico queste cose so/cmumte perché Dio sei tu.

Michele Com ero (1854-1910) .Festeggiato il 9 febbraio

Nacque in Ecuador. Quando i Fratelli deUe Scuole crisciane si stabilirono in America L1-

cina, arrivarono in Ecuador. Dopo essere SL1.· tO loro alunno, I\!iche!e chiese di essere ammesso nell"lstiruto. Fu il primo sudamen­cano ad entrarvi. Insegnò J Quito per qua­rant'anni e compose dei manuali sco lasric i che sono divenlali e sono ancora dei classici nei paesi di lingua spagnola. CacciaLO dalla sua patria dal governo amide· IÌmle. soggiornò a Parigi e quindi in Belgio e in Spagna. J-I3_2IIN

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IMMAGINI Febbraio U9

OPERAZIONE QUARESIMA

Avrò sempre fiducia in te Signore Dio, non .'0 d(l\'c vado. non vedo la Slr<llb davJnti;! mc.

VARIAZ!ONI

non posso jJl'('"vedt>re con lm eVA'I do\ . temlinerà. Non conosco Ve r.lmente neppure me 5te:sSO.

c ~ . ;lJlehe vogli!) c.ompiere b fU ~ volontà non è detto che quc-<Ill mi rie:;(';~.

Credo nm:l\;a dle fU accogli volentieri il mio desiderio di amaro.

E .spero di portarmi dentro questo dcside.io in ogni COS.1 d lC faeda

e cii non fM nieJl[e nel futuro ~elV~'1 qU{~O desiderio. Agendo in questo modo so che ru

mi condun-a i suUa Strad.1 giusta anche se non b mno,;co.

lo a\~'ò S{:mpre fiducia in le

3ncne quando avrò I"impn::ssionc di esse.mli perduto c di c-ammioare nell'umbr.l. della morte.

Non temerò nlllb perché nl sei sempre con me e non m i \asce!:l; mai solo nel pericolo.

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te,

ne

lla l

uce.

Riv

ista

m

en

sile

pe

r I

rag

azzi

N"1

04 F

ebb

raio

20

09

T

".,I

, C

. R

oi n

bo

Il

Pre

se l

a s

ua m

ano

Ges

ù, u

scito

do

lio s

inag

oga,

sub

ito o

nd

o n

ella

cos

o d

i S

imon

e e

And

rea,

in

co

mp

ag

nia

di

Gia

co­

mo

e G

lavo

nnl.

Lo s

uoce

ra d

i S

imon

a e

ra a

le1

to c

on l

o ~bbre e

sub

ito g

li p

arl

aro

no

di

lei.

egli

51

all'V

Icin

o e

lo fe

ce o

lza

re p

ren

de

nd

ola

pe

r m

ano;

lo ~bbre l

a la

sciò

ed

ella

Il s

ervi

vo.

Ven

uta

lo s

era.

do

po

11 t

ram

on

to d

el

sole

, g

li p

ort

ava

no

tut

ti I

ma

lati

e gl

i In

de

mo

nia

ti. T

u'lk

l lo

citt

à er

a ri

un

ita d

O'lO

nti

allo

pol

iQ.

Gua

rl m

olt

i ch

e e

ran

o a

ffe

ffi

da

var

ie m

ala

ffie

e s

cocc

iò m

olt

i demòn~

mo

non

per

me1

teva

al

de

nl

di p

arla

re,.

perc

hé l

o cono~evono.

AI

ma

ttin

o p

rest

o si

olzò

qu

an

do

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cora

ero

bu

io e

, us

cito

, si

ritir

ò I

n un

lu

og

o d

eser

to,

e là

pre

gavo

. M

a

Sim

one

e q

ue

lli c

he e

ran

o c

on l

ui l

o tr

avar

ono.

Egl

i di

sse

loro

: «A

ndia

moc

ene

oltr

ove,

nel

vill

ag

gi

vici

ni,

perc

hé l

o p

redi

chi

orn:

:he

là;

pe

r qu

esto

In

fatt

i son

o ve

nuto

!,.,

IMe

l, 29

-39)

Page 161: 2009

Cia

o,

amic

i!

Ogg

i il v

ange

lo c

i p

arla

di

Ges

ù c

he

gu

aris

ce i

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ati.

A

llor

a. p

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iuta

rvi

a co

mp

ren

der

e q

ues

to t

esto

, vi

sp

ieg

her

ò a

lcu

ne

paro

le u

n p

o' d

iffi

cili

.

Il gi

oco

dei

5 e

rro

ri

Rit

rov

a i

5 err

ori

ch

e s

i so

no

in

sin

uat

i n

el p

ass

ag

gio

da u

na a

ll'a

ltra

im

mag

ine.

0, <i r'l l ...,

~~~---'-'--IILv. ----

--'-

----

--l

::!

Bri

cola

ge

Tu

po

rti

in t

e d

ell

e r

icch

ezze

stu

pen

de.

Co

stru

isci

all

ora

un

a v

en

tin

a d

i m

on

ete

d'o

ro.

A q

ue

sto

sco

po

, ri

tag

lia d

ei c

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hi

su u

n ca

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nci

no

o s

u un

a ca

rta

gia

lla.

In u

na

de

lle f

acc

e d

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mo

ne

ta s

criv

era

i un

ta

len

to c

he p

oss

ied

i o c

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ap

ace

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far

fru

ttif

ica

re:

ess

ere

si

nce

ro,

ten

de

re

la

man

o p

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pe

rdo

na

re,

con

so·

lare

ch

i p

ian

ge

, so

rrid

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, ca

nta

re.

pre

ga

re

....

tro

va t

u or

a a

ltre

ric

chez

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Rac

cogl

i tu

tte

qu

est

e m

one­

te in

una

sca

tola

che

co

nse

r­ve

rai

pre

sso

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te.

Og

ni

ma

t­tin

a

tira

fu

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un

a m

on

eta

d

'oro

: le

gg

i q

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llo

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i sc

ritt

o e

ce

rca

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ttif

i­ca

re l

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go

la

gio

rna

ta i

l ta

­le

nto

ch

e t

i è

off

ert

o.

In q

ue­

sto

m

odo

div

en

tera

i an

che

tu u

n se

rvo

fe

de

le!

r4:0

:o: ~ I ::::

Page 162: 2009

Bri

cola

ge

An

ch

e t

u,

a m

od

o t

uo

, p

uo

i p

ort

are

gu

ari

gio

ne ..

.

Qu

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do

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ri il

tu

o t

em

po

pe

r un

se

rviz

io,

qu

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do

reg

ali

il p

erd

on

o,

qu

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do

do

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ua a

mic

izia

, q

ua

nd

o c

on

div

idi

un g

ioco

, q

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nd

o s

pie

gh

i un

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zion

e ad

un

com

pa

gn

o c

he n

on c

ap

isce

, q

ua

nd

o a

cce

tti

di a

iuta

re g

li a

ltri,

qu

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do

asc

olt

i co

n a

tte

nzi

on

e,

qu

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...

In t

utt

i q

ue

i m

om

en

ti t

u p

rest

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t­te

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on

e

ag

li a

ltri,

rico

no

sci

loro

tu

tta

l'im

po

rta

nza

ch

e s

i m

eri

ta­

no,

li fa

i cr

esc

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...

In u

n ce

rto

mo

do

au

me

nti

la

vita

ch

e è

in l

oro

!

Og

ni

volt

a c

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vvie

ne

una

cos

a de

l g

en

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ti

pro

po

ng

o d

i sc

rive

re

su u

n n

ast

ro c

olo

rato

(in

te

ssu

to,

cart

a o

ca

rta

cre

spa

) la

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ta c

he

hai

do

na

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la g

ua

rig

ion

e c

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hai

p

ort

ato

.. _

Co

lloca

in

un v

aso

alc

un

i ra

mi.

Po

tra

i d

eco

rare

og

ni

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rno

il

tuo

"a

lbe

ro

dei

na

stri

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po

rte

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vita

, pi

ù il

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alb

ero

sa

rà d

eco

ra­

to!

~

.... ~ .,. '" I ... :::>

:

Ca

farn

ao

Q

uest

a ci

ttà

è s

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a su

lle r

ive

del

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Ti­

beria

de.

È li

che

vivo

no S

imon

e ed

And

rea,

due

di

scep

oli

di G

esù.

La

folla

è n

umer

osa:

tu

tti

vogl

iono

ved

ere

Ges

ù.

A l

etto

co

n l

a fe

bb

re

La s

uoce

ra d

i S

imon

e ha

la

febb

re e

non

può

al

zars

i. G

esù

la l

iber

erà

dal

suo

mal

e. A

que

l te

mpo

I m

alat

i e

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rtaL

ori

di h

andi

cap

eran

o co

nsid

erat

i de

i pe

ccat

ori.

Ges

ù si

op

pone

a

ques

te i

dee

fals

e: s

i fa

pro

ssim

o ad

ogn

i pe

r­so

na,

è co

mm

osso

dav

anti

alla

sof

fere

nza

, alla

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alat

tia,

all'h

andi

cap

... G

esÙ

por

ta s

ollie

vo a

i co

rpi d

ei m

alat

i, m

a gu

aris

ce a

nche

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cuo­

re:

perd

ona

e ri

elw

per

ché

è il

Fig

lio d

i D

io.

La f

ece

alz

are,

pre

nd

en

do

la p

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ma

no

G

esù

è un

o ch

e ci

me

tte

in p

iedi

per

far

ci p

ro·

segu

ire i

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mm

ino

della

no

stra

vita

. pe

rché

po

ssia

mo

trov

are

la g

ioia

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amor

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erch

é in

· co

nt ri

amo

il P

adre

suo

. Toc

cand

o la

suo

cera

di

Sim

one

egli

ci

off

re u

n se

gno

dell'

amor

e di

D

io.

Dio

con

osce

il

nost

ro c

uore

e g

uaris

ce i

l no

stro

cor

f}O.

Un

lu

og

o d

&se

rto

Ges

u ha

bis

ogno

di s

ilenz

io: e

sce

e se

ne

va i

n di

spar

te, p

er p

rega

re,

per e

sser

e in

com

unio

ne

con

il P

adre

suo

e r

ifle

tte

re s

eren

amen

te s

ulla

su

a m

issi

one

e su

lla s

ua v

ita,

An

dia

mo

cen

e al

tro

ve

Ges

ù no

n vu

ole

ferm

arsi

una

vol

ta p

er t

utt

e: è

ve

nuto

per

ess

ere

vici

no a

gli

uom

ini e

alle

don

· ne

. P

erco

rre.

du

nque

, la

G

alile

B,

senz

a m

ai

stan

cars

i, pe

r an

nunc

iare

la

B

uona

N

ovel

la.

Nul

la p

otrà

fer

mar

lo o

impe

dirg

li di

con

tinua

re

la s

ua a

zion

e.

Per

qu

esto

in

fatt

i so

no

ve

nu

to

Ges

ù sp

iega

ai

suoi

am

ici

(e d

unqu

e an

che

a no

i) ch

e l'a

nnun

cio

del

Reg

no e

del

l'am

ore

di

Dio

per

gli

uom

ini

non

è ri

serv

ato

alle

sin

ago

­gh

e.

Egl

i es

ce,

allo

ra,

da u

n lu

ogo

sacr

o pe

r re

cars

i ne

lla c

asa

di u

n am

ico.

Per

ché

Dio

è

pres

ente

là d

ove

c'è

bis

ogno

di l

ui.

Ges

ù no

n si

la

scia

Im

prig

iona

re d

alle

spe

sse

mur

a di

una

ch

iesa

o d

a un

a so

ciet

à ch

e no

n vu

oi p

iù s

enti·

re

che

ci

sono

uom

ini

e do

nne

che

cred

ono

in

Dio

. D

io è

acc

anLo

a t

utt

i qu

elli

che

l'am

ano

.

E t

u,

al d

i fu

ori

della

ch

iesa

, do

ve e

qua

ndo

parli

con

Ges

ù?

Page 163: 2009

Un

gio

co

Ti

pro

po

ng

o

di

co

str

uir

ti

un

g

ioc

o

de

lle

7 f

am

igli

e.

Su

un

fo

gli

o a

nn

ota

7

fam

igli

e.

lo m

i li

mit

o a

d o

ffri

rti

qu

alc

he

es

em

pio

, m

a

tu p

otr

ai

tro

va

rne

fa

cil

me

nte

alt

re.

Fa

' la

vo

rare

la

tu

a i

mm

ag

ina

zio

ne

!

1.

La f

amig

lia d

ei d

isce

poli

di G

esù:

S

imon

e.

And

rea.

G

iaco

mo.

G

iova

nni.

Fili

ppo.

Tom

mas

o. M

att

eo

...

2.

La f

amig

lia d

ei g

ua

riti

da G

esù:

la

suo

cera

di

Sim

one.

ille

bb

roso

. il

pa

ralit

ico

di

Caf

arna

o. l

a fig

lìa d

i G

iairo

, il

ciec

o B

art

ime

o ..

.

3.

La f

amig

lia d

ei l

uogh

i pe

rcor

si d

a G

esù:

il

lago

di

Tib

eria

de.

Caf

arna

o. G

erus

alem

me.

Naz

aret

. B

etle

mm

e.

Can

a ..

.

4.

La f

amig

lia d

elle

par

abol

e in

seg

na

te d

a G

esù:

il

sem

inat

ore,

il

lievi

to n

ella

pas

ta.

la p

arab

ola

dei

tale

nti.

la

luce

e il

sal

e ..

.

5.

La f

amig

lia d

ei p

erso

nagg

i im

po

rta

nti:

M

ari

a,

Giu

sepp

e. i

mag

i. E

rode

, P

ilato

.. ,

6. L

a fa

mig

lia d

ei g

rand

i a

we

nim

en

ti d

ella

vita

di

Ges

ù:

l'ann

unci

azio

ne.

la n

asci

ta.

il b

att

esi

mo

al

Gio

rdan

o. i

l pr

imo

mir

acol

o a

Can

a,

l'ulti

ma

cen

a. l

a cr

ocff

issi

one.

la

risu

rrez

ione

...

~.

c ~,

~I, ~

Ora

sp

ett

a a

te

co

ntin

ua

re ..

.

Pot

rai

fab

bri

cart

i d

elle

ca

rte

con

dei

fog

li di

ca

rto

nci

no

e d

iseg

nare

le

fam

iglie

. Il

gio

cato

re c

he a

vrà

mes

so i

nsie

me

il m

ag

gio

r nu

mer

o di

fa

mig

lie a

vrà

vin

to.

Buo

na f

ort

un

a!

Un

a g

rig

lia d

i p

aro

le n

asco

ste

Ne

lla

gri

gli

a c

he

se

gu

e t

rov

a 1

2 p

aro

le c

he

si

rife

ris

co

no

al

tes

to e

va

ge

lic

o d

i g

ua

rig

ion

e:

CA

FA

RN

AO

, G

IAC

OM

O.

GIO

VA

NN

I. S

UO

CE

RA

. S

IMO

NE

. A

ND

RE

A.

FE

BB

RE

, M

ALA

TI.

GE

SU

, G

ALI

LEA

. D

EM

ON

I. D

ES

ER

TO

.

D

E

S E

R

T

O

R

S

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D

V

V

X

S U

O

C

E

R

A

R

G

E

S

U

G

H

G

I A

C

O

M

O

A

M

I

S

I M

N

O

F

E

B

B

R

E

O

D

F

O

p Q

M

A

L

A

T

I C

N

E

G

F

A

N

D

R

E

A

O

G

T

I M

O

S I

M

O

N

E

N

A

D

F

E

S T

T

A

A

G

A

L I

L E

A

O

O

A

R

E

G

I O

V

A

N

N

I

M

N

C

I

"---

---

Page 164: 2009

IMMAGINI Ma,.zo 09

10 marzo 2009

la DOMENICA DI QUARESIMA

Mc l, 12-15

"Il tempo è compiuro e il regno di Dio è vicino;

convertirevi e credele nel Vangelo"

Mc 1,15

"U tempo è compiuto e il Regno di mo è vicino;

convertitevi e credete nel Vangelo."

lo DOMENICA DI QUARESIMA"

Il Regno di Dio vi tende le braccia Quello che Gesù an­nuncia è una venuta: il Regno di Dio viene a \Toi. si avvicina a voi, come un amico dle vi viene incomro e già Jeva le braccia per striogervi al peno. QuestO amico è Gesù stes­so. lo lui il Regno di Dio fa irruzione, divema tangibile e palpabile perdlé è intera· mente presente in lui, Gesù. La conseguenza è evidente: volgerevi verso (.uesro amico che arriva, ascol­tarelo, lasciatevi guidare da lui e con· durre nel suo universo. L1. cooversione è proprio questO. Gesù ci propone questO incontro dal giorno del nostro Battesimo e ci invira di giorno in gior­no a \701gerci verso di lui. Noi dunque non abbiamo mai finito di conver­tirci a lui e di accogliere la sua Buona Novella.

M. llyfetzger

Oi.o ,(lce: 'C"" Cd' Jo C'r· Fur :.,-" (. , •. ,'c.ol_JCJc.'1.a :" "u'.:.::,o ,J(c 11..u.b:, . .. ' ( '\

LO WLL -r-Lc-o-r-clero

Je[("- »LL"- "-((eu.ltz.«. CO"- V o-i...

Le splendide opere di Dio Se percorriamo la lunga storia della Bibbia è per scoprirvi le splendide opere di Dio: quelle del passato, del restO, annunciavano quelle di oggi.

Lapostolo lo dimostra con la storia ciel diluvio e della salvezza di Noé, ~

Perché il ricordo dell' acqua nella lirurgia ci

offre il primo significa­

to dell'itinerario quare- ! I

si male come prepara­zione immediata al Bat­

tesimo degli adulti e dei giovani, che ora in

numero sempre cre­scente lo domandano,

M Melzger

Page 165: 2009

IMMA~INI Ma,.zo09

8 marzo 2009

2a DOMENICA DI QUARESIMA

Mc 9,2-10

DaUa nube uscì una voce:

"Quesri è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!"

Mc 9,7

"R.:1bbi, è bello per noj essere qui;

facciruno tre capanne: una per te, una per Mosé

ed una per Elia."

20 DOMENICA DI QUARESIMA"

Dio della luce Signore Dio, ci sono giorni in cuì sembra che il sole abbia abbandonato la terra ... 'L\.lno è grigio, scuro, sbiadito. L'l trisrezza mi imprigiona ed io mi sento così sola ... È iL tempo della paura, il tempo detrabbandono e

deHa disperazione. Dove sei, mio Dio?

Signore Dio. ci sono giorni in cui la rempesta si scatena e devasta ... Mj

ghiaccia, mi coLpisce. e rrascina [U([O con sé. La tenebra mi invade e mi

copre col suo mamello grigio. È il. tempo della sofferenza, del buio e della solitudine. Dove sei. mio Dio?

Ma ci sono anche dei giornj in cui la luce invade la terra e squarcia La neb­bi.a. Come l'aurora aUonrana la none così la speranza trasfigura il mio vol­to appassito dal quoti­dianO. Il coraggio ed il gusto di vivere mi strap­pano al rorpore. Lo so, lo semo, lo indovino: la vj[a è lì, nel profondo del mio cuore. E nei miei occhi brillano mil­le soli che rillettono la ma presenza, o Dio del­la luce! C. Reinbolr

-Q

'·Uj6().l

BtA. .~h-. roe_o r-e-,' r·ot-c.' L""LHt ~,-t:..,-c ; (\,<.)(t-<> li. Di..o

ciLe i-,...,,·\f~J.4,...lA. u "'-o '\6'~ Co-"([.> C [Q ve.~t~ LL[("

~ ""Ci- Ll'LCO ,,"--~Ci-rCi-bL(e (""ce.

Se tu sapessi Se tu sapessi amare e condividere, cantare e pregare, accogliere e perdonare, allora sì, tu saresti veramente trasfigurato! c. Reillboll

CH"fOlba"

Page 166: 2009

IM~GINI Marzo 09

, 5 marzo 2009

3a DOMENICA DI QUARESIMA

Gv 2. 13-25

·'Dist.ruggete questo tempio ed in [re giorni lo

farò risorgere" Gv 2, 19

Allora Gesù fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti

fuori del tempio, con te pecore e i buoi; gettò a

terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi.

3a DOMENICA DI QUARESIMA"

Se soltanto qualche volta si potesse prendere la frusta ... Ah, se solamente qualche volta si potesse prendere la frusta e rovesciare i L1VOl.i dei vendirori di illusioni' QueUi d1e assillano i nostri [empii, proprio alla parla, pronri a sedurci. E ci impediscono di enrrare ne! cuore scesso del sacro, il sacro dell'uomo e il sacro di Dio. Questi baHellierì ci raccontano delle favole sulla felicicà e l'infeLi­cj[à. sul peccaco e la virrù, sul paradiso e l'inferno. Imbonirori dalle parole inutili é

menzognc.re, che cercano di attjrare j bisogni e le pulsionj dei giovani c, peggio ancorA, il loro cuore e L1 loro i.ntelligenza. Ah, se solamente qualche volta. si potes­se prendere la frusra e genar fuo-ri gli ipocriri dell~l legge. Perché la legge, sì. se ri­spena la dignità e se rermerte all'al· tra di essere sempre un uomo libero ... la legge, sì, ma nel ri· speno dell'altro e neU' amore ... Ah, se solamente qualche volta si potesse pren­dere la frusca! R. RI/N>r

S ( · · ,. t \ • ( • (. I \ e.n.z.a.. d..LV1.e.tL Jlt...O J1.. C e. r-o~~Lb L Lta.. IL vLta.. ~oc~"-(e. ...

/I.-\l. ('; '\"51\<:" e(1e i( ,{i"i<:t<l C~r";"'''' Tu:(L, "rle ci ""r ld.'.

c ... '-e(~" Cl"C(( ~ <"(1" ci I ... ;"cc!

Punti di riferimento Non si può far nulla senza la legge. La legge fa parte della vita deU 'uomo, è il puma di rifetimento che dà significaro. Ma non bisogna mai confondere riferimenti e prigioni ... l<. Riber

R. Ilil",r

Page 167: 2009

IMMAGINI .HarzoU9

22 marzo 2009

40 DOMENICA DI QUARESIMA

Gv 33. 14-21

"Chiunque crede in lui non è condannato."

Gv 3. 18

"La luce è venuta nel mondo."

{.I-I .. \I(I-I

40 DOMENICA DI QUARESIMA_

Vivere nella luce Vivere nella luce significa accettare di abbandonare tutte quelle pico cole cose che avvelenano il quotidiano. Significa uscire dalla medio­crità che frena il nostro cammino verso un mondo migliore. Significa rifiutare ognj desiderio di dominio, di essere il più grande. Signifka mettere un poco d 'umiltà al cenrro delia nostra vita. Vivere nella luce significa accettare di andare controcorrente, nel nome del Vangelo. Significa mostrare lU1. volto povero quando il de­naro è la sola cosa che conta agli occhi degli uomini . Significa, anco~ ra e sempre, levare lo sguardo verso il cielo quando non è più alJa moda riconoscere un posto a Dio. Vivere nella luce . .. non significa guadagnare tutto e subito! Ma è sempre cosa migUore e più arric­chente camminare nella luce e co­noscere la gioia di chi cerca di sfug­gire alle tenebre che pesano su que­sto mondo. L. Slei.n

Se ",f;-It~; (l'L ' ... 0;11.::.<>5"" ....

. H: cc.'" e (1. ~ eli ~c. lni .1.h,:e (>.»1 tiL Ile.l (CL tu c. va",.

n cuore di un padre L'amore di Dio arriva fino a dimenticare queUo che può oscurare le relazioru tra noi e lui, come se egli cono,scesse in anticipo tutte le nostre debolezze. 11 suo Amore dona un Figlio. Basta credergU per essere salvi. Que-s[o Figlio non ha il volto di un giudice, ma di un fratello . Ha il cuore di un padre che si dona interamen- Y'.~

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te e fino in fon­do, per ognu­no di noi. Ne siamo vera­mente coscienti? '.SIein

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Page 168: 2009

I~GINI

29 marzo 2009

5a DOMENICA DI QUARESIMA

Gv 12, 20-33

"Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore,

rimane solo; se invece muore, produce molto fi.:utto."

Gv 12,24

"Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di

questo mondo sarà buttato fuori. E io, quando sarò

innalzato da terrd, attirerò tutti a me."

5a DOMENICA DI QUARESIMA_

Inno all'amore, inno alla fede Dio cominua a prendere l'uomo per mano. A cominciare da Adamo ed Eva che ha accompagnato 6n cWla loro nasci la. Passando per Noé con b. sua famigUa che ha sal· vato dal diluvio e col quale ha su-et[Q una nuova aJJeaI1Z<'l. E poi per rutro il popolo d'Israele cbe ba preso per mano per farlo uscire dall'Egino. E poi è stato il Cristo a prenderei per mano, con l'accoglienza riservata ai piccoli e soprattutto con la sua morte sulla croce., per aiutarci a proseguire il cammino, per guidarci \'erso il Padre. Quando Dio ci prende per mano, non ci [farra da bambini. Anche le coppie spesso si tengono per mano, c anche gli amici! Non è solo la. mano che guida il cieco perché Dio sa che noi sappiamo anche prendere in mano le cose e poi cono­sce il nO$[(O terribile bisogno di una cena liberh1.. La mano di Dio, se deve essere para­gonara ; qualche cosa, potrebbe esse­re come il corrimano di una scala ... Quando ruuo va bene possiamo anda­re per la sca11, ma in altri momenrj ci aiutiamo col corrimano per andare avanti. La mano di Dio, comunque, è sempre presente: sta a noi abbando­narci ad essa in rutta fiducia. J05t:ph

Cjd ~ 'Al.VeJ" c (I.e r~Hi.,..c.,-è.... t4. (u i

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TVTTl ~p_ M-OnLi-~i-. ~,Jc ",.v,'e.t i ... e 11ll.l}i.,) l-e ro.Hi.rd11..d jn1..I'1"t-'IC •. ,Ac?

Portare ed essere portati

.Io~pb

La sofferenza, purtroppo, è una realrà molro umana: Gesù stesso non le è sfuggito. Facendosi uomo, egli ha accert'<lto questo fardello e l'ha pona­[O sino alla fine. In [al modo egli ci ba spalancato le porte della vita eter­na, salvandoci dalla sofferenza ultima: la morte. Quando la sofferenza si fa sentire, continuiamo più che mai a portare Dio nel nostro cuore: egli porta il nostro fardello assieme a noi! Josepb

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IMMAGINI Marzo 09 IMMAGINI DOMENICALI"

la Domenica Quaresimel 2ll Domenica Quaresima

Nel deserto Gesù rimase quaranta giorni. tentato da Sa­tana.

Prendendo la parola. Pietro disse a Gesù : "Rahbì. è beUo per noi essere qui; facciamo u-e capanne, un? per te, una per Mosè e una per EUa».

3a Domenica Quaresimel

Allora Gesù fece una fruSl,l di conii­cc:Ue e scacciò rulli fuori del lempio, con le pecore e i buoi.

4a Domen.ica Quaresima

«Dio. infani, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia s,ù­va[() per Inezzo di lui,>.

Sa Domenica Quaresima

«Ora è il giudizio di questo mondo: ora il principe di questo mondo sar;ì gl:ualo fuori. E io, quando sarò innal­zato da terra, ;tnirerò rulli a mc".

_________________________ PER LE CELEBRAZIONI_

J.I<:_.I(l()S

Visita ai malati Visita per un complea.n.no Incontro di preghiera

Page 170: 2009

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Page 171: 2009

IMMAGINI Marzo 09 HUMOUR-SANTI"

Parche la Chi0s.3 non ha diviso la Quaresima in quatlro periodi di lO &iorni l'uno da diol,i­buirsi in luHe le si.· &ioni dell'snno?

la Chief;ll Mrebbe polulo h,lo. ma ha rllenulo oh. non ~;"eb""

S'falo r.aUio perché gli uo· mini 9VNlbbero resi~gg;81o

Mooo. Mosè. ~lI""rlO I. ~"Iral CO~ i luo, SChHlÌ?

"Rlsposttl illlribllitu (J papa

Bt:mcdello XV''' '-'""""'=~

Ah, ho pSSSlll0 una seHimana in un'abbazia. Non c'el1lné lelevisloM. né coropuler a nol'l 8V9VO il lelefonino,

Caterina Maria Drexel (Iuorta od 1955) Festeggiata il 3 marzo

Nacque a Filadelna, negli Sfati Uniti, eia una (,uniglia ricca e donò [Una la sua for­runa per ~ostenere la popolazione nera, che viv'eva in uno stato miserevole dopo J'emancipa/Jont dalI<! schiavirù . Combatté i pregiudizi razziali e (andò le Suore del Santissimo Sacramenro J1er gli indiani e la !!.(;n[c di colore. Aplì molte scuole tra cui la "X;t ... ier Uni­versi ty" ;\ New Orleans, nelb Luisi<lna, un' Universilà apena agli afroamericani.

N oJj2()(,

qu81lro \/Olia Carnevale a non avrebbero di&iun81o

una sole voli a.

Essere oalechlsla? P.,.ché no? Ma se non so ri"P0ndere ad '.mB domanda de; ragazzi. il noG'lro PD'rooo ha Un lel&fonino?

Luigi Orione (1872-1940) Festeggiato U 12 marzo

Discepolo di s,1J1 Giovanni Bosco, è il fond2torc di molti istituIi religiosi: i Figli ctelli Dr.~Il.<\ Prov­viden.za, le Piccole Sorelle Missionarie della Ca­rit.à. le Suore: liedle tlel S;U1Q'\5Ùl\O Sacr-.unemo e gli Eremiti di Sani'A1berro. Questo :1postolo cleUa Oli~t.:r;jwfdia con.~aaò b. sua vit.1 ai dj~agJ':lti t :ti so{ft1'enLL p.JSSÒ rre :J.1lJ1i a soccorrere le \'ittinlt

dellerremOIO del 190R, che devastò Messina e Reggio Calabria. L'l sua ;lItì\'it;ì mission:lri;1 c0-

minciò in Brasile, nel 1913. Mori :l SanI'L1l10 in Italia. Fu beati6cato da papa Gi(l\ ;I\)(]i Paulo UO

nel 1980 e poi C.1f!onizl.a11) nel 2004. I .J.oIJ!1J7

Rebecca de lli.J.:olaya chiamata anche Rafqa Ar-Rayès

(1832-1914) Festeggiata il 23 marzo

Nacque a l'limb~:l. in Imano. A 21 anni enrro nel· la ViL1 rrligiosa e wl'enne insegnante. Nel lH60 \'ÌSSe il tùribile periodo dd rll:l:i.'iacro clei aistiani neUe mOnla.:,Ofle. Quando il gioV'JIle istinllo di cui faceva pane fu scinlto, scehe di ent.r:ue neU·Or· dine BatldiLl, tra le religiose maronite lil).1nesi. Mori cieca. Ndl:J $11..1 biogrJlh possiamo leggere: "Rafqa Ar·Ra\l· ~ t·I~·\ Jjbal IL'e e ;un;lv"J la SU;1 p:Uri.1.

il ubano. Era maronita N:! ama\'~ b. sila Chiesa maronil.1. Era r,,-~ÌA dell 'Ordine 1ib;·!fltSl· n;;u~ ,ni!:! td ama\'~ il stiO Ordine". J.!·U2(J 'i

Page 172: 2009

IMMAGINI . 1Iarzo 09

144JlQ!

È una gl ferra di logoramento.

La 1"llorte verrò stanata.

La vita la sniderà dal pr%lulo del suo nascondiglio. Ailora.jì"nalmL~lte

gli uomini pOI rcmno s07"i'ide7>e

al/a l'ita nUOI'a!

Cha,-{e( .\iJ!;.;er

lilllo ai/a /lila

VARIAZIONI ..

Preghiera di primavera Tu, che fai fiorire quello che tocchi,

tu che nel bosco doni il vigore ai vecchi ceppi,

il sorriso a t1.Itte le bocd1e, la vita al cuore;

m che cambi il fango in pratene, che semini d'oro e di gemme

tutti gli anfratti, e metti dei raggi fin sulla soglia

delle macellerie!

o primavera, da rutti amara, tu che abbeIJisci anche una [amba

che appare verde all'estcmo, fai nascere una novità suprema anche nel profondo dei morti!

Che essi non siano più gli unici al mondo per i quali cu resti infeconda,

stagione d'amore! Fa' gennogliare nella loro polvere

la speranza divina della luce e del rirorno!

Rt:né·François 51111y Prudhomme

Page 173: 2009

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ei v

ange

li ci

vie

ne p

oi d

ett

o c

he l

o S

pir

ito d

i D

io d

isce

se s

u di

lui

in

form

a di

col

omba

. D

i qu

i la

tap

pa s

egue

nte

...

~

Y!

Lo

Sp

irit

o l

o so

spin

se n

el d

ese

rto

S

ubito

dop

o il

batte

sim

o. c

ioè

senz

a at

tend

e­re

. lo

ste

sso

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irito

che

è

disc

eso

su

di l

ui

"sp

ing

e"

Ges

ù "n

el d

ese

rto

"! L

o S

piri

to.

che

è il

soH

io d

i D

io c

he d

ona

la v

ita.

guid

a G

esù

nella

sua

mis

sion

e. N

ella

Bib

bia

il d

ese

lto

è

nello

ste

sso

tem

po u

na r

ealtà

geo

graf

ica

e un

lu

ogo

caric

o di

si

mbo

logi

a.

Luog

o ri

tira

to e

se

lvag

gio.

la

vi

ta c

he v

i si

con

duce

è m

olto

du

ra.

È un

am

bien

te d

i pr

ova.

per

icol

oso:

ari

·

~., Il

...

li

,

La f

rase

giu

sta

del

van

gel

o

Ved

iam

o s

e s

ei

sta

to a

tten

to a

lla

lett

ura

del

van

gelo

, fi

n n

ei m

inim

i d

et­

tag

li.

Fra

le

frasi

ch

e t

rov

i q

ui

sott

o q

ual

i so

no

qu

ell

e v

ere

e q

uali

so

no

fa

lse? S

e n

on

sei

sicu

ro d

i te

ste

sso

pu

oi

sem

pre

an

dare

a

rile

gg

ert

i il

bra

no

...

1 .

Ges

ù er

a st

ato

ap

pe

na

ba

tte

zza

to.

2. 4

0 g

iorn

i do

po,

lo S

pir

ito

lo s

osp

inse

nel

de

sert

o.

3. R

estò

7 g

iorn

i ne

l d

ese

rto

, te

nta

to d

a S

ata

na

. 4.

Sta

va c

on l

e b

est

ie s

elv

atic

he

e g

li an

geli

lo s

erv

iva

no

. 5.

Prim

a ch

e G

iova

nn

i fo

sse

arr

est

ato

, G

esù

andò

nel

la G

iude

a a

pro

cla

ma

re i

l va

ng

elo

di

Dio

. 6.

Dic

eva:

"II

tem

po

sta

pe

r co

mp

iers

i".

7. "

II re

gno

di D

io è

vic

ino

".

8. "

Co

nve

rtit

evi

e c

red

ete

nel

Va

ng

elo

".

Le r

isp

ost

e g

iust

e:

.... "

....

....

....

....

....

....

.. "

......

... "

....

....

....

.. ..

Le r

isp

ost

e s

ba

glia

te:

......

.....

....

.....

.....

.....

....

.....

.....

.....

.....

. .

• •

• • ~ ••••••••••••••••••••••• ~ •••••••••• y

y ••• ~ ••••• y

•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• y

Y

' I

AI

lad

ro!

Aiu

to!

Qu

alc

un

o

ha

rub

ato

le

vo

cali

all

e p

aro

le ch

e s

on

o q

ui

sott

o.

cerc

a d

i sc

ov

arl

e!

G

s

Sp

_ r_

t_

D

s rt

Q _

r

_ n

t_

g-

rn

s t

n

_n

g

R

gn

_

D

B

n

d N

v Il

Page 175: 2009

Mes

sag

gio

in

codi

ce

Il d

iav

olo

ha

cerc

ato

di

nas

con

der

e le

par

ole

im

po

rtan

ti d

el v

ang

elo

, so

sti·

tu

end

o l

e le

tter

e co

n i

nu

mer

i. C

on

cen

trat

i p

er

sco

pri

re il

co

dic

e ch

e t

i p

er·

met

terà

di

"tro

vare

le

par

ole

e

così

di

sap

ere

qu

ello

ch

e v

uo

i d

ire

Ges

ù.

Gu

ard

a. h

o g

ià t

rov

ato

il c

od

ice

del

le p

rim

e le

tter

e: 1

= A;

2 =

B; 3

= C .

..

1 8 .

1 2

-1 O

. 1 6

-1 O

. 2

0 .

1 3

= .

....

....

....

....

....

....

....

....

....

....

. , ..

....

....

. .

5 .

7 .

1 8 -

7 -

1 6 .

20

. 1

3 =

.....

......

......

......

......

......

......

......

......

... , ..

. 2

0 .

7 -

11 -

20

-1

. 20

. 1

3 =

...

....

....

....

....

....

....

....

....

....

....

....

....

....

... ..

12

·16

-13

-3-1

2-1

-9-1

·16

-7

10

-12

1

5·1

·11

·6-7

-12

·13

5

·10

5

-10

·13

= .

....

....

....

....

....

....

....

. ..

3 .

1 3 -

11 .

1 7

. 7

-1

6 -2

0 .

1 O

-20

. 7

. 1

7 -

1 O =

, ..

....

... ,

... ,

....

....

....

.

Om

bra

e l

uce

Alc

un

e o

mb

re n

on

so

no

giu

ste.

Oss

erv

a b

en

e e

sco

pri

i d

ue d

iseg

ni

ch

e

son

o i

den

tici

.

~ .... i

dità

. so

litud

ine.

ris

chio

di

mor

ire.

Il de

sert

o.

però

, p

erm

ett

e d

i in

cont

rare

Dio

per

ché

rapo

pr

esen

ta u

n id

eale

di

pu

reu

a.

di p

over

tà,

che

perm

ette

di v

iver

e un'esperjen~a s

piri

tual

e, u

n ar

ricc

him

ento

int

erio

re!

La P

ales

tina

è ci

rcon

­da

ta d

a de

sert

i ad

Esl

e a

Sud

. È

in q

uest

o lu

ogo.

dun

que,

che

Ges

ù si

riti

ra,

com

e a

ltri

prim

a di

lui

, pe

r ri

flett

ere

su

quel

lo

che

l'asp

etta

.

Rim

ase

qu

aran

ta g

iorn

i N

ella

B

ibbi

a il

num

ero

40

ha

un

sign

ifica

to

relig

ioso

: si

gnifi

ca u

n te

mpo

sac

ro,

un t

empo

di

cam

min

o ve

rso

Dio

. un

tem

po i

n cu

i si

pre

· pa

ra

qual

cosa

d

i gr

ande

. Is

rael

e rim

ase

40

anni

nel

des

erto

prim

a di

ent

rare

nel

la T

erra

P

rom

essa

. E

lia

cam

min

ò 40

gio

rni

prim

a di

ar

rivar

e al

mon

te d

i D

io.

Ges

ù re

stò

40 g

iorn

i ne

l des

erto

: un

mod

o pe

r m

ostr

are

che

le S

critt

ure

si

real

izza

no.

Nel

la

sua

venu

ta l

'An

tica

e la

Nuo

va A

llean

za s

i uni

· sc

ono

per

com

pier

si,

seco

ndo

la

volo

ntà

Dio

.

Ten

tato

da

sata

na

Il te

rmin

e "s

atan

a" v

iene

dal

l'ebr

aico

e s

igni

· fic

a ''l

'acc

usat

ore'

', l'a

we

rsa

rio

e

il ne

mic

o de

gli

uom

ini.

Si

oppo

ne a

d og

ni

liber

azio

ne

dello

spi

rito

e c

erca

di d

istr

ugge

re o

gni

arm

nia

tra

Dio

e g

li uo

min

i, tr

a gl

i uo

min

i e

l'uni

· ve

rso,

D

i qu

i i

suoi

tr

anel

li pe

r te

ntar

li (r

ic·

chez

ze,

pote

re d

i vi

ta e

di

mor

te,

giov

inez

za

eter

ma

.. .).

Nel

la B

ibbi

a de

sign

a il

mal

vagi

o. le

fo

rze

del

mal

e, I

l de

mon

io o

il

diav

olo

che

si

oppo

ne a

Ges

ù sl

esso

. m

a ne

esc

e se

mpr

e vi

nto

.

La G

alil

ea

"Dop

o ch

e G

iova

nni

fu a

rres

tato

, G

esù

andò

ne

lla G

alile

a. p

rocl

aman

do i

l va

ngel

o di

Dio

".

La

Gal

ilea

è la

re

gion

e se

tten

trio

nale

del

la

Pal

estin

a,

tra

il M

ed

iterr

an

eo

e

il la

go

di

Gen

esar

et

(chi

amat

o an

che

lago

o m

are

di

Gal

ilea)

. M

olt

o a

pert

a al

le i

nflu

enze

pag

ane,

e

ra

cons

ider

ata

con

disp

rezz

o da

i gi

udei

. G

esù

vi p

assò

la m

aggi

or p

arl

e d

ella

sua

vita

: ne

l vi

llagg

io d

i N

azar

el d

ove

creb

be (

è i

l pe

· rio

do d

ella

"vi

ta n

asco

sta"

) e

in l

utt

e le

c1t

tll

che

perc

orse

pe

r ch

iam

are

gli

apos

toli

(Mt

4.

18)

e l'e

r sv

olge

re

il su

o m

inis

tero

: C

ana.

C

afar

nao.

Bet

said

a ...

È s

empr

e in

Gal

ilea

che

egli

dà a

ppun

tam

ento

ai

suoi

apo

stol

i dop

o la

ris

urre

zion

e (M

t 26

, 32

).

Abb

iam

o co

min

ciat

o il

nost

ro c

amm

ino

vers

o la

Pas

qua

att

rave

rso

la Q

uare

sim

a. u

n te

mpo

di

40

gior

ni

per

prep

arar

ei a

que

sto

aw

en

men

to. C

ome

abbi

amo

già

ricor

dato

, gl

i E

brei

ha

nno

cam

min

ato

pe

r 40

ann

i ve

rso

la T

erra

P

rom

essa

(e

tan

te v

olte

avr

anno

avu

to v

oglia

di

mol

lare

. di

fer

mar

si e

di

rito

rnar

e in

diet

ro,

di a

llont

anar

si d

a D

io,

che

tutt

avia

li

acco

pagn

ava

tapp

a do

po t

appa

.. .)

. Anc

he G

esù

ha

pass

ato

40

gior

ni

nel

dese

rto,

so

lo

con

il P

adre

suo

. p

er

prep

arar

si a

lla s

ua m

issi

one

di

salv

are

il m

ondo

(ed

anc

he l

ui è

sta

to t

enta

to:

il de

mon

io g

li pr

opon

eva

di

occu

pars

i di

se

stes

so e

di

dim

entic

are

gli

altr

i, m

a eg

li ha

sc

elto

di

serv

ire il

Pad

re s

uo e

que

sto

fino

alla

fin

e. s

alva

ndo

gli

uom

ini c

on la

sua

mor

te s

ulla

cr

oce)

. A

nche

noi

pe

r 40

gio

rni

ci m

ette

rem

o in

cam

o m

ino

vers

o la

Pas

qua.

sui

pas

si d

i G

esù

.

Nel

la n

ostr

a vi

ta d

i tu

tti

i gi

orni

ci

capi

ta d

i tr

ovar

ci i

n si

tuaz

ioni

di

dese

rto:

ci

si s

ente

so·

li,

abb

ando

nati,

inc

ompr

esi.

si h

a se

te e

fam

e d·

amor

e. d

'am

iciz

ia,

di c

ondi

visi

one,

di

com

· pr

ensi

one

...

In q

uest

o te

mpo

di

Qua

resi

ma

li pr

opon

go d

i ri

flett

ere

sui

tu

oi

dese

rtI

e su

l m

odo

in c

ui,

segu

endo

Ges

ù, p

otra

i "c

on

vert

irti,

cre

dere

e

annu

ncia

re l

a B

uona

N

ovel

la".

Scr

ivi

su

un

fogl

io c

ome

po

lra

i re

aliz

zare

tu

tto

que

sto

in

ques

ti 40

gio

rni.

Page 176: 2009

Il va

ng

elo

in

om

bre

cin

esi

Ecc

o u

n l

av

ore

tto

ch

e t

i p

erm

ett

erà

di

riv

iver

e il

test

o d

i o

gg

i e

di

con

si­

dera

rlo

co

n u

n a

ltro

sg

uard

o:

le o

mb

re c

i fa

nn

o a

vv

erti

re u

n l

ato

div

ers

o

del

la

realt

à ..

. Ti

pro

po

ng

o a

llo

ra d

i d

iver

tirt

i a

pre

para

re i

d

iver

si e

le­

men

ti.

Po

i, s

e l

o v

uo

i, p

otr

ai

fare

un

a ra

pp

rese

nta

zio

ne p

er

i tu

oi

fam

liar

i o

i tu

oi

amic

i o

ad

dir

ittu

ra p

er

la c

om

un

ità p

arr

occh

iale

e c

on

div

dere

co

n l

oro

il

mess

ag

gio

di

Ges

ù!

L!l

~

Ti s

ervo

no:

Ca

rto

nci

no

di

colo

re n

ero,

ca

rto

ne

sol

ido.

bas

tonc

ini

di l

egno

, sp

iedi

ni.

forb

ici,

colla

. n

ast

ro a

desi

vo,

ma

tita

. un

len

zuol

o bi

anco

. un

a lu

ce m

olto

fo

rte

.

Rea

lizza

zion

e: C

on l

a m

atit

a d

iseg

na l

a sa

gom

a di

Ges

ù,

lo s

cena

rio (

mon

tagn

e. p

ietr

e. b

est

ie s

elva

gge

.. ,)

. R

itagl

ia e

inc

olla

sul

car

tone

.

Con

il

na

stro

ade

sivo

fis

sa o

gni

figur

a su

un

bast

onci

no.

I div

ers

i p

ers

on

ag

gi

sono

pro

nti,

tocc

a a

te o

ra f

are

la r

appr

esen

tazi

one!

D

a so

lo o

in g

rup

po

me

tti

in s

cena

i p

erso

nagg

i e lo

sce

nario

. m

ima

il te

sto

di

oggi

p

er

far

nasc

ere

l'ann

unci

o de

lla B

uona

Nov

ella

dav

anti

agli

occh

i de

gli

spe

tta

tori

! D

ive

rtiti

! iJD~

-~

jb~c

C1

i}) O

~ .~

~

~

.,.1

.::.

Page 177: 2009

L'a

lber

o S

eg

no

tang

ibil

e de

lla

forz

a de

lla

vita

, l'a

lber

o h

a gi

ocat

o u

n r

uolo

sim

boli

co

in r

une

le r

elig

ioni

. L

'alb

ero

è il

seg

no

ste

sso

dell

a vi

ra:

nell

a n

atur

"a ,

ad o

gni

prim

aver

a, a

n­n

un

cia

la r

inas

cita

. C

osì

l'u

om

o g

iu­

sto

no

n è

par

ago

nat

o a

d u

n a

Lbe

ro

verd

eggi

ante

, in

riv

a a

un

co

rso

d'a

c­qu

a?

È v

ero

che

ci

son

o d

ei b

uo

ni

e de

i ca

ttiv

i al

beri

e c

he

è da

i lo

ro f

rutt

i ch

e li

si r

icon

osce

. I

catt

ivi,

du

nq

ue,

n

on

mer

itan

o a

ltro

ch

e es

sere

tag

lia­

ti e

gett

ati

nel

fuoc

o.

Ric

onos

ciam

o co

mu

nq

ue

che,

alm

e­n

o n

elle

no

stre

co

ntr

ade,

in

qu

esto

m

od

o e

ssi

son

o s

emp

re u

tili

per

n-

J4]J

){)(

).1

scal

dare

gli

uom

ini!

N

ella

Bib

bia

il s

imb

oli

smo

del

l'alb

e­ro

si

svil

uppa

in

tre

dire

zion

i:

• L

'alb

ero

dell

a vi

ta.

La

Scr

irru

ra

rip

ren

de

un

sim

bo

lo d

eUa

mit

olog

ia

mes

opor

amic

a. S

eco

nd

o q

ues

to m

i­to

il

frut

to

del

l'al

ber

o

dell

a vi

ra

com

un

ich

ereb

be

agli

u

om

ini

!'im

­m

orta

lità

. T

Imav

ia

i pr

imi

uo

min

i si

so

no

la­

scia

ci

ing

ann

are

dal

l'ap

par

enza

in

­g

ann

atri

ce d

el s

uo

fru

tto.

Di

cons

e­g

uen

za la

str

ada

del

l'al

ber

o d

ella

vit

a o

ra g

li è

impe

dira

. N

on

de

fini

tiva

­m

ente

per

ché

nell

'Apo

caH

sse

il C

ri­

sro

no

n p

rom

ette

a q

uell

i ch

e gl

i re

­st

ano

fed

eli

di

man

gia

re d

ell'A

lber

o

J~J_OI)(J-'

IMM

AG

INI

(,'t

'J/I

U1

io (

)C)

PER

ME

DIT

AR

E"

dell

a vi

ta c

he

è ne

l P

arad

iso

di D

io?

• L

'alb

ero

del

Reg

no d

i D

io.

Le m

ito­

logi

e di

cu

i p

arli

amo

ev

oca

no

an

che

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Page 178: 2009

• Un anno dì grazia, nonostante tutto

Crisi dei mercati finanziari, crisi del mondo economico, recessione, licenziamen­ti. cassa integrazione ... dichiaratamente gli ultimi mesi del 2008 non sono stati entusiasmanti. E non si sa Quando usciremo dal tunnel oscuro, quando potremo tornare a t irare il fiato, a guardare al futuro con una certa serenità. Inutile na­sconderselo: è in queste condizioni che affrontiamo il nuovo anno. Col timore di dover stringere ulteriormente i cordoni della borsa, di faticare ancora di più a giungere a fine mese, di non riuscire a pagare il mutuo della casa agevolmente. Il rischio è che questa situazione ci incattivisca un po' tutti, ci renda meno com­passionevoli verso i poveri (che tuttavia stanno peggio di noi), meno disposti a praticare la solidarietà nei confronti di chi conosce un disagio diecimila volte più consistente del nostro. Come reagiranno i cristiani? Come tutti gli altri? In ordine sparso, al grido di "Si salvi chi può! "? Oppure saranno capaci di trovare le ragioni della solidarietà. dell'accoglienza, della fraternità? Finora hanno dato del loro superfluo, di Quello che avanzava abbondantemente. Sapranno condividere anche il necessario? Saranno anch'essi facile esca di quelli che vogliono approfittare del momento per ricacciare indietro gli immigrati? Oppure faranno riferimento al Vangelo di Gesù per trovare la strada dì una convivenza pacifica e rispettosa delle diver· sità? L.:anno nuovo sarà. nonostante tutto, un anno di grazia, se saremo disposti ad accogliere la Buona Novella e a tasciarci trasformare dal suo Amore!

1.c.. ~o~~to sac. Roberto Laurìta

La selezione del fllese Ceri pasquali

Ceri per la veglia pasquale, 190/16 mm

Ceri paSQuali con impressioni in rosso e simboli liturgici. Alt: 190 mm: diamelro:16 mm.

A Senza indicazione dell'anno 1 cont '" SO pezzi Rit. 101 484 13,99 C/conl.

a Con indicazione dell'anno 2009 1 conf. = 50 pezzi Rit. 104 072 13,99 €/conl.

C Bugia in plastica scura ideale per ì ceri di 16 mm di diametro. 1 conf.= 50 pezzi Rif. 104 073 6,99 C/conl.

Ceri pasquali, 60150 mm

Ceri pasquali con Impressioni in rosso e simboli liturgici. Alt: 60 mrn; diamelro: 50 mm. 1 conf. = 50 pezzi Con Indicazione dell'anno 2009 Rit.104 074 25,99 €/00nl.

Senza indicazione dell'anno Rit.l01481 25,99 €/conl.

Bugia con­tro vento

Trosparenìe e senza olruno iscrizione, è par­ticolarmente adotta alle can­deledi 60 mm di alt . e 50 mm di diametro. 1 conf. '" 50 pezzi Rit. 101 482 6,15 €Jconf.

A

Cero pasquale, 150150 mm

Cero pasquale con im­pressioni in rosso e oro. Alt.: 150 mm; 0 : 50 mm.

A Con Indicazione dell'anno 2009 Rit. 104 075 1,99€/conf. do 12 e50 1.95 • do 24 es.: 1,89 do 48 es" 1.85

a Senza indicazionè dell'anno RH. 104 076 ',99€lconf. da 12 es.: 1,95. dn 24 es.: 1.89 da 48 es.: 1.85

Cero pasquale o per la comunione, 260/40 mm

Con aggiunte di cero per lo aoce. l'alla e l'omega. Fondo ceselloto e dorato. Alt : 260 mm e diametro: 40 mm.

RIf. 104 on 4,99 €/tonf. do 10 es.: 4.89 • da 25 60: 4.79 • do 50 es.; 4.69

A

. GLI AVVENIMENTI DEL MESE

16 gennaio 2009 Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Tema: San Paolo, un migrante, "apostolo dei popoli".

Dal 18 al 25 gennaio 2009 SeHlmana di preghiera per l'unl1à del crlsilanl: "Saronno uniti nella Tua mano" (Ez 37)

25 febbraio 2009 Mercoledl delle ceneri: cominc!a lo Quaresima

U no"t .... ~o è.nato Idc:nto t: ~-.it..I)palo Ilei' ogro ... Uldtà pastorale n t1ral ...... UruIùlJa.

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Awioo agli Europei : Coloro che hanno contabil ità I.V.A. potranno inviare il laro numero indfvìduale di Identificazione per le operazioni inleroornunitarie della C.E.E .. al fine di avere la fadurazione senza tasse.