CENTROSTORICO · 2009. 5. 19. · IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 2 VUOTIDIMEMORIA Il...

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ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICOBIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 18 - GIUGNO 2006 MAGGIO S crivo volentieri i miei ricordi del Cir- ceo, dalla fine degli anni ‘30 (anni in cui co- minciai a frequentarlo) fi- no a pochi anni fa, allorché abbandonai il luogo, poi- ché mi sembrava avesse perso le sue caratteristi- che più intime naturalisti- che, per troppe auto, traf- fico, avvento di popolazio- ne (non locale) poco cor- retta verso la natura e sen- za educazione nella convi- venza ecc. Socializzare certamente ma con educazione e ri- spetto delle regole, non ri- velarsi invadenti e senza sensibilità alcuna per il luogo. Parlando degli esordi del Cir- ceo come luogo di rifugio e fu- ga dal caotico vivere cittadino e distrazione dalla stressante vi- ta lavorativa, penso inevitabil- mente a mio padre Clemente Busiri Vici (1887-1965) famo- so architetto in Italia e all’este- ro - innumerevoli lavori impor- tanti a Roma ed in tutta Italia, inoltre a Londra (Ambasciata d’Italia), a New York (Padiglio- ne delle Nazioni ’39), al Cairo (scuole), in Tunisia (scuole, Casa d’Italia), in Svizzera (Lu- gano), a Rio de Janeiro (Casa d’Italia – scuole), ecc. - che fu tra i primi scopritori e valoriz- zatori di tale magnifico luogo, fin dalla fine degli anni ‘30, quando con i suoi sette figli (uno dei quali il sottoscritto) si recava per vacanza alla pensio- ne Maga Circe, che allora era un piccolo edificio di poche ca- mere dove spesso con la barca a vela del figlio del proprietario Superti si aveva occasione di esplorare e ammirare le mera- vigliose scogliere contigue, le grotte marine misteriose, i pre- cipizi rocciosi a piombo sul ma- re, assolutamente isolati dal mondo, senza presenza umana e di notevole suggestione. La popolazione locale, dedita pre- valentemente alla pesca, era forte e generosa, tutta gente onesta e perbene: Maiolati, Matacchioni, Felicetto, il cac- ciatore, il dott. Malandruc- co, sempre pronto ad in- tervenire; Luigi, anche lui disponibile per ogni aiuto, Biagio il fabbro ecc. ecc.. Mio padre contribuì a “lanciare” il luogo anche se in seguito perse l’entu- siasmo iniziale tanto da desiderare negli ultimi suoi anni di ritirarsi in una casetta da costruire sulla cima della retrostante montagna. Si era reso conto che i nuovi arrivati poco erano sensibili e in- clini verso la natura, l’am- biente, i silenzi, la vita semplice e contemplativa. Comunque agli inizi co- nobbe un signore svizzero, na- turalizzato al Circeo, proprieta- rio di mezza montagna e con un casale “lussuoso” che ave- va costruito per viverci tutto l’anno. Aveva importato dal Centro-America piante esotiche da trapiantare nella sua pro- prietà e commerciava cioccola- I l 9 mag- gio scorso la FEE, or- ganismo inter- nazionale per l’educazione ambientale, ha conferito le “bandiere blu” ai comuni rivieraschi d’Italia, ca- paci di coniugare la pulizia del mare e delle spiagge con il più largo concetto di vivibilità. Nel giudizio si tiene conto non so- lo dell’”acqua cristallina”, ma di tutta una serie di servizi a terra: perfetta depurazione delle acque reflue ed efficiente rete fognaria su tutto il territo- rio comunale, raccolte differen- ziate, vaste aree pedonali, pi- ste ciclabili, aree verdi, divieto assoluto di accesso alle spiag- ge per gli autoveicoli, arredo urbano curato, stabilimenti balneari ben custoditi e curati, dotati di tutti i servizi e di per- sonale addetto al salvamento, ampio spazio dedicato ai corsi di educazione ambientale, ri- volti in particolare alle scuole e ai giovani, agevolazioni per i portatori di handicap, pubblici- tà obbligatoria con affissione pubblica dei dati sulle acque di balneazione, strutture alber- ghiere, servizi di utilità pubbli- ca sanitaria, informazioni turi- stiche, aree protette, segnale- tica aggiornata, presenza di at- tività di pesca ben inserita nel contesto della località marina. Tre sono stati i Comuni pontini destinatari del prestigioso rico- noscimento, Sabaudia, Sper- longa e Gaeta, mentre è rima- sto escluso San Felice Circeo, che, oltretutto, ha fatto come i gamberi e, rispetto all’anno scorso, è retrocesso. Questi tre Comuni sono stati premiati non solo per la pulizia Fu l’artefice del primo Piano Regolatore Clemente Busiri Vici Amava molto il mare del Circeo. Lo ricorda il figlio Saverio Archeologia fantastica Il Seggio della Fortuna di Stefano Pagliaroli a pag. 4 Territorio Consolidare è meglio che improvvisare di Giuseppe Cerasoli a pag. 3 VUOTI DI MEMORIA Il personaggio continua a pag. 6 C ENTR O S T ORICO SAN FELICE CIRCEO Borgo Montenero Una piscina privata nel parco pubblico di Umberto Salvatori a pag. 11 Il fatto Il nido del cuculo di E. Dantes a pag. 7 La scuola Il progetto “Adotta un monumento” di Francesco Novelli a pag. 8-9 Editoriale Spero meliora (Spero in cose migliori) di ALESSANDRO CRESTI sotto la notizia Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma Editoriale Spero meliora Vuoti di memoria Clemente Busiri Vici 1 Territorio Consolidare è meglio che improvvisare 3 Archeologia Il Seggio della Fortuna 4 Storia Memorie dei percorsi antichi 5 Lettere Lettere al Direttore 6 Il fatto Il nido del cuculo 7 Scuola “Adotta un monumento” 8-9 Territorio Erosione costiera 10 Borgo Montenero Nuova piscina privata 11 Delibere 12 Intrattenimento Personaggi – Oroscopo 13 Sport Calcio-Nuoto 14 Tempo libero Cucina – Letture Ora legale – Poesia 15 S o m m a r i o S o m m a r i o continua a pag. 2 Clemente Busiri Vici Per la serie “Vuoti di me- moria” - i grandi personag- gi legati a San Felice Circeo in questo numero parliamo di Clemente Busiri Vici, architet- to famoso in Italia e all’este- ro, che fu tra i primi negli an- ni ’30 a scoprire, valorizzare, rispettare ed amare il Circeo. Di lui ci parla il figlio Saverio anche lui architetto, che, in- sieme agli altri sei fratelli, fu coinvolto in una vita quasi primitiva in una casa sul pun- to più avanzato del Promon- torio, senza strade, luce, ac- qua potabile e telefono, to- talmente immersi in una na- tura incontaminata e selvag- gia, ma profumata e colorata. Clemente Busiri Vici redasse il Piano Regolatore di San Feli- ce Circeo, su incarico del Co- mune e del barone Aguet. Realizzò anche le due chiese del Paese, una vicina al mare e quella del Patrono al Centro Storico.

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Page 1: CENTROSTORICO · 2009. 5. 19. · IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 2 VUOTIDIMEMORIA Il personaggio to, il Barone Aguet. Appassionato e molto amante del luogo, se ne sentiva

ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 18 - GIUGNO 2006MAGGIO

Scrivo volentieri imiei ricordi del Cir-ceo, dalla fine degli

anni ‘30 (anni in cui co-minciai a frequentarlo) fi-no a pochi anni fa, allorchéabbandonai il luogo, poi-ché mi sembrava avesseperso le sue caratteristi-che più intime naturalisti-che, per troppe auto, traf-fico, avvento di popolazio-ne (non locale) poco cor-retta verso la natura e sen-za educazione nella convi-venza ecc.Socializzare certamentema con educazione e ri-spetto delle regole, non ri-velarsi invadenti e senzasensibilità alcuna per il luogo.Parlando degli esordi del Cir-ceo come luogo di rifugio e fu-ga dal caotico vivere cittadino edistrazione dalla stressante vi-ta lavorativa, penso inevitabil-mente a mio padre ClementeBusiri Vici (1887-1965) famo-so architetto in Italia e all’este-ro - innumerevoli lavori impor-tanti a Roma ed in tutta Italia,inoltre a Londra (Ambasciatad’Italia), a New York (Padiglio-ne delle Nazioni ’39), al Cairo(scuole), in Tunisia (scuole,Casa d’Italia), in Svizzera (Lu-gano), a Rio de Janeiro (Casad’Italia – scuole), ecc. - che futra i primi scopritori e valoriz-zatori di tale magnifico luogo,fin dalla fine degli anni ‘30,quando con i suoi sette figli(uno dei quali il sottoscritto) sirecava per vacanza alla pensio-ne Maga Circe, che allora eraun piccolo edificio di poche ca-mere dove spesso con la barcaa vela del figlio del proprietarioSuperti si aveva occasione di

esplorare e ammirare le mera-vigliose scogliere contigue, legrotte marine misteriose, i pre-cipizi rocciosi a piombo sul ma-re, assolutamente isolati dalmondo, senza presenza umanae di notevole suggestione. Lapopolazione locale, dedita pre-valentemente alla pesca, eraforte e generosa, tutta genteonesta e perbene: Maiolati,Matacchioni, Felicetto, il cac-

ciatore, il dott. Malandruc-co, sempre pronto ad in-tervenire; Luigi, anche luidisponibile per ogni aiuto,Biagio il fabbro ecc. ecc..Mio padre contribuì a“lanciare” il luogo anchese in seguito perse l’entu-siasmo iniziale tanto dadesiderare negli ultimisuoi anni di ritirarsi in unacasetta da costruire sullacima della retrostantemontagna. Si era resoconto che i nuovi arrivatipoco erano sensibili e in-clini verso la natura, l’am-biente, i silenzi, la vitasemplice e contemplativa.Comunque agli inizi co-

nobbe un signore svizzero, na-turalizzato al Circeo, proprieta-rio di mezza montagna e conun casale “lussuoso” che ave-va costruito per viverci tuttol’anno. Aveva importato dalCentro-America piante esoticheda trapiantare nella sua pro-prietà e commerciava cioccola-

Il 9 mag-gio scorsola FEE, or-

ganismo inter-nazionale perl’educazioneambientale, ha

conferito le “bandiere blu” aicomuni rivieraschi d’Italia, ca-paci di coniugare la pulizia delmare e delle spiagge con il piùlargo concetto di vivibilità. Nelgiudizio si tiene conto non so-lo dell’”acqua cristallina”, madi tutta una serie di servizi aterra: perfetta depurazionedelle acque reflue ed efficienterete fognaria su tutto il territo-rio comunale, raccolte differen-ziate, vaste aree pedonali, pi-ste ciclabili, aree verdi, divietoassoluto di accesso alle spiag-ge per gli autoveicoli, arredourbano curato, stabilimentibalneari ben custoditi e curati,dotati di tutti i servizi e di per-sonale addetto al salvamento,ampio spazio dedicato ai corsidi educazione ambientale, ri-volti in particolare alle scuole eai giovani, agevolazioni per iportatori di handicap, pubblici-tà obbligatoria con affissionepubblica dei dati sulle acque dibalneazione, strutture alber-ghiere, servizi di utilità pubbli-ca sanitaria, informazioni turi-stiche, aree protette, segnale-tica aggiornata, presenza di at-tività di pesca ben inserita nelcontesto della località marina.Tre sono stati i Comuni pontinidestinatari del prestigioso rico-noscimento, Sabaudia, Sper-longa e Gaeta, mentre è rima-sto escluso San Felice Circeo,che, oltretutto, ha fatto come igamberi e, rispetto all’annoscorso, è retrocesso.Questi tre Comuni sono statipremiati non solo per la pulizia

Fu l’artefice del primo Piano Regolatore

Clemente Busiri ViciAmava molto il mare del Circeo. Lo ricorda il figlio Saverio

AArrcchheeoollooggiiaa ffaannttaassttiiccaaIl Seggio della Fortunadi Stefano Pagliaroli

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TTeerrrriittoorriiooConsolidare è meglioche improvvisaredi Giuseppe Cerasoli

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VUOTI DI MEMORIA

Il personaggio

continua a pag. 6

CENTRO STORICOSAN FELICE CIRCEO

BBoorrggoo MMoonntteenneerrooUna piscina privata nel parco pubblicodi Umberto Salvatori

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IIll ffaattttooIl nido del cuculo

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LLaa ssccuuoollaaIl progetto “Adotta unmonumento”di Francesco Novelli

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EditorialeSpero meliora(Spero in cose migliori)

di ALESSANDRO CRESTI

sottola notizia

Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma

EEddiittoorriiaallee SSppeerroo mmeelliioorraa

VVuuoottii ddii mmeemmoorriiaa CClleemmeennttee BBuussiirrii VViiccii 11TTeerrrriittoorriioo CCoonnssoolliiddaarree èè mmeegglliioo

cchhee iimmpprroovvvviissaarree 33AArrcchheeoollooggiiaa IIll SSeeggggiioo ddeellllaa FFoorrttuunnaa 44SSttoorriiaa MMeemmoorriiee ddeeii ppeerrccoorrssii aannttiicchhii 55LLeetttteerree LLeetttteerree aall DDiirreettttoorree 66IIll ffaattttoo IIll nniiddoo ddeell ccuuccuulloo 77SSccuuoollaa ““AAddoottttaa uunn mmoonnuummeennttoo”” 88--99

TTeerrrriittoorriioo EErroossiioonnee ccoossttiieerraa 1100

BBoorrggoo MMoonntteenneerroo NNuuoovvaa ppiisscciinnaa pprriivvaattaa 1111DDeelliibbeerree 1122

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S o m m a r i oS o m m a r i o

continua a pag. 2

Clemente Busiri Vici

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 22

VUOTI DI MEMORIA

Il personaggio

to, il Barone Aguet. Appassionato e molto amante delluogo, se ne sentiva un poco il fondatore e il padrone.Avendo stima per mio padre gli affidò, insieme al Co-mune, il primo Piano Regolatore del Circeo, che fu re-datto da mio padre in quegli anni lontani, secondo re-gole rigorose: edificabilità molto limitata, ampie esten-sioni a verde, e rigidi regolamenti riguardo alla conte-nuta densità urbanistica ed edilizia, quasi nulla, super-fici ed altezze minime, uso di materiali locali. Furonogettate le prime basi della viabilità, le prime strade an-ch’esse da mantenersi allo stato di campagna (ghiaia,terra battuta o similari), ampie zone di assoluto rispet-to ambientale. In seguito a questa alacre attività Aguetpregò papà di scegliersi a costo contenuto, per unasua dimora, un luogo nei pressi delle scogliere che alui soddisfacesse, anche per rimanere in sito e con-trollarne lo sviluppo. Così mio padre a metà degli anniquaranta si costruì la casa alla baia di Torre Cervia, nonlontano dal “rudere” dell’antica Torre di avvistamento,su un pianoro soprastante.Per noi giovani figli iniziò una vita nella natura, di fron-te ad un mare azzurro e limpido dirimpetto alle isolePontine, una baia adatta alla pesca di ogni genere conalle spalle siti leggendari: la grotta della maga Circe, labaia delle sirene, il precipizio, la cava di alabastro, latorre saracena, la batteria, il picco di Circe.

Tutta la costa e la montagna pervasa da profumi natu-rali, ginepro, rosmarino, olivo selvatico, lecci, palmettemediterranee che si fondevano con l’odore del mareincontaminato.Durante l’inverno, in città, mio padre pretendeva da noiintransigenza verso i doveri della vita, orari rigorosi ededizione allo studio ecc., ma d’estate ci lasciava li-bertà, offrendoci occasioni irripetibili, sia pure nellasemplicità e direi quasi, nella primitività della situazio-ne.Mentre mio padre, durante la settimana, si recava a Ro-ma per dedicarsi al suo pressante lavoro e ci raggiun-geva la domenica con i rifornimenti, noi eravamo inquel luogo meraviglioso ma privo di strade praticabilitranne una mulattiera, senza acqua potabile, senza au-to, senza telefono, senza soccorsi di alcun genere e di-re che di pericoli ve n’erano molti. Quei meravigliosimari calmi e assolati potevano cambiare improvvisa-mente umore e trasformarsi in tempeste, sconvolgen-do la costa. Ci trovavamo, infatti, nel luogo più avan-zato di tutto il promontorio del Circeo, esposto a ventiimpetuosi, nei pressi del Faro si facevano tuffi dalle al-te scogliere; a quel tempo ero anche pugile (avevocome allenatori Stive Klaus e Domenico Rea, allenatori

di Tiberio Mitri campione del mondo) e non avevo pau-ra di nulla. Si faceva pesca subacquea (sono stato unodei primi in tale disciplina) si facevano gite nel circon-dario (precipizio, Sperlonga, laghi Fogliano e Paolaecc.) con barchette rimediate, ma il pericolo del mareera sempre incombente anche perché la costa era roc-ciosa.Eravamo abituati a leggere i venti, le nuvole, i cieli, iprofumi dell’aria per anticipare le tempeste, perché,avendo una riva non di sabbia ma di aguzze scogliere,non era difficile rischiare di esservi sbattuti contro eduscirne era spesso un problema. Tutto era scuola, fin-ché imparammo i vari comportamenti del caso. Voglioricordare che erano gli anni subito dopo la guerra eogni cosa era più complicata e nuova e noi eravamogiovani.A proposito delle varie gite in mare mi ritorna in men-te un episodio che può rappresentare il clima di queltempo. Ci si presentò la possibilità di recarci alle isolePontine (35 chilometri di mare), allora erano pocousuali tali percorsi, e come mezzo di trasporto fu of-ferto un barcone scassatissimo, motorizzato con unvecchio motore di carro armato abbandonato durantela guerra.Tutto bene, sennonché al ritorno ci colse un mare intempesta, nuvoloni, lampi, ondate alte come case, lanotte e, soprattutto, sul più bello il motore ci piantò inasso con la conseguente prospettiva di essere sbattu-ti alla deriva sulle scogliere. Solo la fortuna e le cor-renti favorevoli ci consentirono di approdare all’albasulle lontane spiagge di Terracina.I ricordi sono tanti e non è possibile enumerarli tutti,conducevamo comunque un modo di vita che per allo-ra era abbastanza singolare: non essendovi la spiaggiaci trasferivamo da un punto all’altro della costa moltospesso a nuoto, anche per lunghe distanze e spesso cisi trovava lontani la sera avanzata e si dormiva “allaserena” sulle spiagge deserte, installando bivacchi confuochi accesi; facevamo gare di tuffi dalle alte scoglie-re, oppure battute di pesca anche sulle barche dei pe-scatori del luogo. Ricordo i loro nomi, brava gente,

molto abili nel loro mestiere: Venerino, Beppe, Ama-dei, che con le loro barche gareggiavano a chi pesca-va di più e comunque da loro imparammo a gettare eritrarre le reti e i vari tipi di pesca.A terra invece si organizzavano festicciole notturne e“Costantino”, singolare personaggio del luogo, suona-va la chitarra per farci ballare, rallegrando le serate conle giovani amiche del tempo. Ricordo le sorelle Mila eIsabella Spani, Fiorella Verga (nipote dello scrittoreGiovanni Verga) o le sorelle Morandi, che noi chiama-vamo “Le Morandine”, la Vergé, in seguito tante altre,la Romano, la Imperlino e cosi via.Eravamo giovani e ci si divertiva con poco (anni ‘60).La sera si poteva andare alla trattoria del Faro, primamolto caratteristica, gestita dal Gualdoni, poi imprezio-sita (già meno interessante) con la denominazione di“Alfonso al Faro”, infine sciupata divenendo preten-ziosa e perdendo completamente le sue peculiari ca-ratteristiche. Ci si poteva recare al Paese di San Felice(cinema, gelati ed in seguito un porto caratteristico).Per la difesa di questo paese vale la pena di spenderequalche parola, poiché poco si fa per la sua salvaguar-dia e tutela mentre il suo valore storico ambientale èevidente. Anche i miei figli (anni 1960/70) Leonardo,Sebastiano, Benedetta, sopraggiunti in quegli anni emia moglie Mariolina, hanno potuto assaporare il fa-

scino e la bellezza del luogo.Comunque in seguito tutto il Circeo cominciò a peggio-rare (anni ‘70/’80) modificando la propria identità.Arrivarono le strade, arrivò l’acqua, ma arrivarono an-che le “cartacce”, l’inquinamento della costa, ovunquebuste di plastica in mare e a terra, confusione, naturamaltrattata ecc. ecc.Se da un lato si era offerto giustamente un posto al so-le per tutti, dall’altro lato tra i “tutti” vi erano pure inon rispettosi della natura, i portatori d’incendi, dibaccano e di abusivismo. Cominciò in un certo senso ildeclino. Speriamo che si possa trovare una politica chesalvi “capra e cavoli” altrimenti le cose si metterannomale. Comunque la nostra vita cominciò a cambiare, siiniziò ad allontanarsi dalle scogliere, si era invitati apiccole crociere alle isole Pontine ed io iniziai a lavo-rare come scultore in una officina, verso la Mola, dalfabbro “Biagio”. La vita selvaggia del Circeo era finita.Vorrei qui concludere con un ricordo sull’opera svoltada mio padre, Clemente Busiri Vici, al Circeo.Oltre ad avere intuito inizialmente il valore del luogo,quasi ignorato in quel tempo se non come confine tramare e paludi, oltre ad aver dotato il Circeo di un pri-mo Piano Regolatore, oltre ad aver dato con la propriacasa un buon modello per gran parte delle case in se-guito costruite, realizzò anche le due chiese su incari-co dell’amico Gemini: la prima alla spiaggia, la secon-da all’interno del paese. Per quest’ultima in particola-re si può dire quanto segue: mio padre aveva comesuo credo architettonico, il rispetto assoluto di ogniluogo, che si manifestava con il volersi inserire il piùadeguatamente possibile alle precipue caratteristiche

ambientali e storiche. Se si osserva con attenzione ta-le architettura, si potranno facilmente cogliere i motiviche l’hanno ispirata.Le ripetute invasioni saracene dei secoli passati in-fluenzarono l’architettura costiera e lasciarono il loro“segno”, come si può notare ad esempio nel Castello-Fortezza che affaccia sulla piazza ed è contiguo a det-ta Chiesa.Credo di poter affermare che nella creazione dellaChiesa di San Felice sia stato seguito uno stile medi-terraneo-saraceno, con fine di ambientamento, com-pletato da una impronta di modernità. Soluzione posi-tiva e nuova.

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segue dalla pag. 1

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Clemente Busiri Vici - 1962

Clemente Busiri Vici - 1950

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continua a pag. 16

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Alla luce delle ultime indicazio-ni formulate dalla Amministra-zione comunale in tema di po-

litiche di sviluppo del territorio, credosia opportuno formulare un invito a va-lorizzare ciò che di valorizzabile è pre-

sente sul territorio piuttosto che andare a saturarlo inu-tilmente con nuove e mirabolanti iniziative.Per fare ciò ho provato a dare un piccolo contributo sualcune aree che necessitano di un urgente intervento diconsolidamento.CCeennttrroo ssttoorriiccoo:: ad eccezione di alcune valide iniziativein corso, come ad esempio il restauro del palazzo ba-ronale, non vi è traccia, di un disegno strutturato di ri-pensamento del centro storico finalizzato alla sua defi-nitiva rivitalizzazione. Ciò, infatti, non può che partireattraverso una progressiva pedonalizzazione del centroche garantisca nello stesso tempo la possibilità di po-ter parcheggiare como-damente e con poca spe-sa. La pedonalizzazione,insieme ad un ripensa-mento delle categoriemerceologiche che portiad una “unicità, speciali-tà e distinzione” dei ne-gozi del centro storico,presenterebbe, infatti, unvantaggio decisivo: gliacquirenti che riescono atrovare vari prodotti in unposto molto bello, sono,talvolta, disposti a paga-re di più perché a loropiace la vivacità di una viapedonale molto frequentata. È chiaro che i commer-cianti e i proprietari delle abitazioni del centro hannoesigenze diverse, ma questi devono essere riconosciu-ti e si deve fare in modo che entrambi vedano soddi-sfatte le loro esigenze. Investire in una “buona archi-tettura”, inoltre, conta: i centri urbani che possiedonoedifici storici o culturalmente significativi, hanno un si-curo vantaggio se questi edifici vengono adattati per gliusi attuali. Si devono valorizzare, dunque, le caratteri-stiche culturali ma anche l’arredo urbano (alberi, siepi,panchine, segnaletica, etc.), che ha sicuramente unruolo importante.

LLuunnggoommaarree:: il lungomare è il biglietto da visita che unalocalità balneare turistica offre ai suoi visitatori. Lo sipuò paragonare a quando si varca la soglia di un alber-go e si guarda attentamente al portiere che ci viene in-contro. Il primo impatto determina in noi l’idea di posi-tivo o negativo del posto dove siamo capitati. Il lungo-mare deve costituire, dunque, la principale attrazione diuna realtà come il Circeo, un viale ampio e affollato conlocali e ristoranti dove i turisti possano spendere partedel proprio tempo con soddisfazione. Il Lungomare, og-gi, certamente non rappresenta un fiore all’occhiello del

nostro paese e non è nemmeno meta di turisti che ami-no passeggiare lontano dai rumori e dal traffico. Per ga-rantire la fruibilità dello stesso, anche in orari serali, bi-sognerebbe, lungo il percorso, che offre da sè la pos-sibilità di respirare l’aria salubre ricca di iodio e di go-dere della vista di un paesaggio marino incantevole, ag-giungere comode panchine, vasi con fiori, eventuali so-ste di ristoro, luoghi di incontro con piano bar, etc.La riqualificazione allo studio dell’Amministrazione, cheseppur in qualche modo potrebbe andare in questa di-rezione, dovrebbe essere però svincolata da una deci-sione di giunta e portata verso una selezione, fatta me-

diante concorso, diuna serie di progettiche siano valutati dauna commissionegiudicatrice di alto li-vello.PPoorrttoo il Porto del Cir-ceo non è certamen-te noto per essereuno dei più attrezza-ti ed accoglienti at-tracchi del Mediter-raneo, seppur inca-stonato in una ango-lo particolarmentepregiato. Oltre ad unripensamento sullemodalità di soluzio-

ne delle problematiche legate all’insabbiamento dell’a-rea di ingresso, credo sia opportuno, ignorando stavol-ta l’ipotesi di raddoppio, riflettere su alcune opere chepotrebbero garantire un miglioramento dello statusquo.Gli interventi dovrebbero essere finalizzati alla riqualifi-cazione dell’area portuale per consentirne un’adeguatae più confortevole fruizione a fini turistici e diportistici.L’ubicazione del porto, però, mette in risalto la neces-sità di un intervento integrato di riqualificazione delPorto e delle aree circostanti. In modo particolare, lapasseggiata che sovrasta il Porto, dove sono concen-trati la maggior parte degli esercizi commerciali, peral-tro in notevole sofferenza negli ultimi anni, rappresen-ta la vera area di sviluppo. L’ area portuale è e deve essere individuata come unodei punti nodali del sistema turistico cittadino; deve ac-quisire, infatti, una fondamentale centralità nella rac-colta ed indirizzo dei flussi turistici. È opportuno, dun-que, avviare una serie di interventi vuoi per la semplicevalorizzazione degli arredi urbani, vuoi con lavori pro-grammati e realizzati per il miglioramento dei servizi edelle infrastrutture di comunicazione.SSppiiaaggggee lliibbeerree il progressivo abbandono delle spiagge

libere, lasciate inapparente statodi degrado, do-vrebbe far riflette-re circa una nuovamodalità di frui-zione delle stes-se. L’Amministra-zione non do-vrebbe sottovalu-tare, in questa di-rezione, anche lapredisposizionedi un progetto diaffidamento in gestione delle spiagge libere del Circeoad operatori operanti del settore turistico. Tale affida-mento, peraltro sperimentato in altre realtà, consenti-rebbe di lasciare l’ingresso gratuito, concedendo aglioperatori turistici la possibilità di offrire ulteriori servizia pagamento, che renderanno queste zone più funzio-

nali alle esigenze dei bagnanti (bevande, cibi e altro).A costo zero per il Comune, garantirebbe, inoltre, gra-tuitamente la pulizia giornaliera dell’intero tratto di co-sta, l’installazione di bagni chimici, l’assistenza sanita-ria di primo soccorso e il servizio di salvataggio. I ba-gnanti che non vorranno fruire dei servizi a pagamentopotranno comunque accedere liberamente al tratto dispiaggia attrezzata.Prima di pensare, dunque, al raddoppio del porto, allacreazione di nuove darsene, all’approvazione del nuo-vo piano regolatore, credo sia opportuna una pausa diriflessione, ma soprattutto un’attenta lettura dei feno-meni emersi negli studi commissionati dall’Associazio-ne a due delle principali Università italiane. Da tale let-tura credo che possa evincersi anche la necessità di unapproccio che porti a consolidare il nostro patrimonio enon a metterlo a rischio di nuove ed improvvisate scel-te degli Amministratori pro-tempore. ■

IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 33

IL TERRITORIO

Centro Storico

Politiche di sviluppo

Consolidare è meglio che improvvisareÈ necessario valorizzare le risorse già esistenti

ddii GGiiuusseeppppee CCeerraassoollii

ppeerr iill CCeennttrroo ssttoorriiccoo èè nneecceessssaarriioo ppaarrttiirreeccoonn uunnaa pprrooggrreessssiivvaa ppeeddoonnaalliizzzzaazziioonnee ee

ll’’iissttiittuuzziioonnee ddii ccoommooddii ppaarrcchheeggggii“ “

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tteerrrriittoorriioo“ “ La novitàÈ in vendita la nuova versione,

ampliata e aggiornata (III edizione), del libro

Il Circeonella leggenda e nella storia

a cura del prof.Tommaso Lanzuisi

Prezzo euro 32,00

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Storia di una lontana estate

Il Seggio della FortunaQuella notte non dormii tranquillamente. Pensavo alla scena della Fortuna vestita di nero

ddii SStteeffaannoo PPaagglliiaarroollii

Molti anni fa udii al Circeouna storia. Sapevo beneche il posto, soprattutto

d’estate, era frequentato da gente im-portante. La sera facevo una passeg-giata per il centro e andavo sempre a

sedermi vicino alla Torre dei Templari. Guardavo giù epensavo: adesso so perché il Circeo è una meta cosìambita. In realtà la faccenda era più seria di quel chepotrebbe sembrare da come l’ho riportata finora: per-ché la storia era certamente una soltanto, ma udii chela raccontavano anche persone che non si conoscevanotra di loro. Insomma dicevano che da qualche parte nei pressi delpaese c’era un posto che chiamavano il Seggio dellaFortuna e che se uno ci si sedeva anche soltanto per unmomento e guardava verso il mare senza distrarsi ve-deva qualcosa che gli cambiava la vita. Riferivano anchei nomi di alcuni furtanati venuti da fuori, e non ho maicapito se fosse un’espressione del dialetto locale. Poi-ché avevo sentito dire che si trattava di un luogo abba-stanza in alto nel promontorio, i pomeriggi con qualcheamico e più spesso da solo cercai di individuare alme-no la zona. Se avessi trovato il seggio, non so se mi sa-rei fidato a sedermici. Solo una volta, dalla parte che sivedeva Ponza, in un punto molto scosceso che primaignoravo completamente, vidi una donna, anzi dovevaessere una ragazza, tutta vestita di nero che salì all’im-provviso dal fondo di un dirupo e si allontanò rapida-mente senza voltarsi. Non pensai che fosse la Fortunae nemmeno mi avvicinai per controllare se il seggio fos-se proprio lì (vedi la foto da me scattata il 4 maggio2006).Quella notte non dormii tranquillamente. Pensavo allascena della Fortuna vestita di nero, ormai la chiamavocosì tra me e me, che se ne andava, e decisi che sareitornato lì tutti i giorni a quell’ora per cercare d’incon-trare un’altra volta. Ma non misi più piede da quelle par-ti per settimane. Perché il problema era anche un altro,a pensarci bene: del seggio non ignoravo soltanto l’u-

bicazione, ma anche la forma. Lo immaginavo antico edi pietra: ma va a capire allora quante volte ci sei pas-sato vicino, mi dicevo, e non te ne sei nemmeno accor-to, soprattutto in un vecchio paese fatto di pietre; o ma-gari si trova in centro, nella terrazza di qualche bar do-ve è pieno di gente, e allora è praticamente impossibi-le sapere dove sedersi e chi è quello che sta occupan-do il Seggio della Fortuna al posto tuo. E pensavo –può apparire un po’ sciocco, detto così –: ma se il seg-gio è della Fortuna, secondo te ci sta seduta lei o lo la-scia agli altri? In effetti anche questa eventualità era al-meno da mettere in conto. Insomma, alla fine, le com-binazioni possibili erano un’infinità, tante quante sonoquelle della sorte, cioè della Fortuna.Poi venne settembre e le spiagge erano ormai quasitutte deserte. A me del resto è sempre piaciuto rimane-re fino all’inizio di ottobre. Un pomeriggio decisi di ri-salire a piedi fino al posto dell’avvistamento, che avevocompletamente rimosso, ma non so come mi era all’im-provviso ritornato in mente, quasi come un presagio. Alprimo tentativo sbagliai e mi ritrovai invece a poca di-stanza dalla Sfinge (pressappoco nel punto dove hoscattato l’altra foto il 4 maggio 2006). Poi finalmenteritrovai il punto dove la Fortuna si era allontanata sen-za voltarsi. Il sole era abbastanza forte e dunque nonavevo assolutamente paura. Guardai verso il mare e vi-di che la parete era ripida e la macchia mediterranea,tra mirtilli e liquirizie, molto fitta e di colore verde scu-ro e limpido, ma proprio giù a meno di dieci metri c’e-ra come la sagoma – sì, era impossibile definirla unaforma, con tutti i rami che le facevano scudo – di unseggio di pietra.L’estate, come ho detto, stava quasi finendo e pensaiche o tentavo adesso o chissà quando o mai più. L’uni-co problema è che per vedere se il seggio fosse liberobisognava che scendessi strisciando lungo la parete diroccia per più di dieci metri. Via via che mi avvicinavoquasi tenevo più gli occhi al seggio che le mani agli ap-pigli. Quando arrivai in fondo, convinto che non ci fos-se nessuno, mi accorsi invece che il seggio era in real-

tà molto piùgrande diquanto avessiimmaginato eche della per-sona che vi sta-va seduta si ve-devano spunta-re i gomiti eparte dellebraccia e lapunta di unascarpa nera lu-cida, ma nonsaprei dire lamisura, potevaessere un tren-tasei come an-che un quaran-totto. Il maredavanti rimane-

va coperto qua-si completa-mente. Risalireera impossibi-le: avrei fattotroppo rumoree qualche sas-so poteva stac-carsi e rotolare,e non so a quelpunto che pie-ga avrebbe po-tuto prenderela faccenda e,se quella sifosse alzata discatto, come avrei potuto fermarla. L’idea di avere con-tro la Fortuna, voglio dire, e senza mai averla vista nep-pure in faccia, non è che mi piacesse poi tanto. Mi ri-solsi, non senza apprensione, ad avanzare. Ormai ero ad appena un paio di metri e vedevo già an-che i capelli, abbastanza rigidi, che si muovevano, per-ché dal mare quel pomeriggio saliva un po’ di brezza esi sentiva qualche onda lontana contro gli scogli – nonso se avete presente l’atmosfera de Le Cimetière Marindel Valéry –. Misi meglio a fuoco e vidi che si trattavadi una pietra davvero enorme, cava, dalla parte del ma-re, come una conchiglia: sotto c’era il precipizio. Comealzai gli occhi, dopo essermi abbassato per non rima-nere impigliato tra i rami, notai che il seggio era ridi-ventato vuoto. Pensai che, chiunque ne fosse l’occu-pante in quel momento, doveva aver ritirato le braccia,forse perché la brezza era diventata un po’ fredda, e ilpomeriggio era ormai molto inoltrato e il sole si avvia-va al tramonto.Mentre pensavo al modo in cui affacciarmi, se dall’altosollevando i rami dei mirtilli o da uno dei lati, decisi, nonchiedetemi perché, di indietreggiare. Dal seggio, natu-ralmente, non staccai gli occhi un momento mentre risa-livo la stessa parete di roccia per la quale ero disceso,ma appariva ormai davvero solo una pietra cava e vuotache non somigliava forse più nemmeno a una conchiglia.Ero di nuovo al punto di partenza, quando, benché unpo’ più vicina, la vidi che ancora una volta si allontana-va, vestita di nero. Stavo per chiamarla, ma poi decisi dilasciar perdere, e che era meglio tornare a casa. Ho pensato di raccontare solo oggi, dopo tanti anni,quanto mi accadde allora. Anche perché mi è stato rife-rito da fonti sicure che il via vai di personaggi importantial Circeo continua in tutte le stagioni. Ormai fanno la fi-la per sedersi anche un solo momento sul Seggio dellaFortuna*. ■

* Dopo L’isola del Circeo e Storia di una misteriosaepigrafe, ho inaugurato, per il numero di novembre-dicembre 2005 con Il barone Karl von Hellennacht, larubrica ‘Archeologia fantastica’, per la quale ho poipubblicato Un miracolo avvenuto al Circeo il 21 giu-gno 1829 e Storia della vocazione religiosa di LelioLauri.

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CULTURA

Archeologia fantastica

La Sfinge e i laghi dal Promontorio

Isole viste dal Seggio

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Un argomento, sul quale mol-to si è detto, ma ancora conpoche certezze, è quello

della viabilità antica a Sud di Roma.Non è facile ricostruire con esattezzal’andamento di una strada, tuttavia

una serie di ragionamenti e di constatazioni potràaiutarci nel tentativo di comprendere l’antica e com-plessa viabilità della piana pontinaLa questione, affrontata in passato da diver-si studiosi e riproposta da Giuseppe Lugli nel1928, non ha sinora sciolto, infatti, la diffici-le interpretazione di uno dei due principaliassi stradali che in età romana servirono unterritorio di non facile accesso come quellodel Circeo. E’ certo che due erano le princi-pali vie di comunicazione con Circeii, dallacosta e dall’entroterra; della prima ne cono-sciamo il percorso, senza però alcuna tracciarinvenuta, attraverso le indicazioni cartogra-fiche riportate sul più celebre itinerario stra-dale antico. Noto come Tabula Peutingeria-na, ( deriva il suo nome da K. Peutinger chene entrò in possesso nel 1570) è una copiamedievale di un itinerario del IV s.d.C. realiz-zata su una pergamena, lunga sette metri edivisa in undici parti, che copre l’intero terri-torio dell’impero romano. Ideata per scopi pratici,contiene una grande quantità di informazioni utili achi viaggia; un vero e proprio stradario antico con levie di comunicazione tracciate in rosso, realizzate dasegmenti uniti tra loro e contrassegnati da distanze,tra un tratto e l’altro, espresse in miglia con numeri

romani. L’importanza del documento è per noi rap-presentata dal fatto che riporta il tracciato dell’anticaVia Severiana costruita nel 198 d.C. da Settimio Se-vero. La strada, concepita per scopi militari, commer-ciali e per il trasporto della calce dei Monti Lepini,congiungeva Portus Ostiensis Augusti (Porto-Ostia),a Terracina percorrendo perciò anche l’area costieradel Circeo. Questo articolato sistema di comunicazio-ne assicurava la fruibilità del nostro territorio, a mez-zo di una fitta rete di diverticoli, che ne ampliava itraffici e gli scambi significativamente attestati daimateriali recuperati anche attorno all’area di TorrePaola. Che detto luogo fosse considerato un nodocommerciale particolarmente attivo è confermato so-prattutto dal riferimento nella Tabula Peutingeriana aCirceios come una delle diverse stationes lungo la ViaSeveriana. L’individuazione del toponimo antico conil luogo che noi tutti conosciamo, passata attraversovarie interpretazioni ed oggi ormai del tutto accerta-ta, appare rilevante per la comprensione topograficadella Severiana della quale ancora ci sfugge l’esatto

passaggio nella zona. Infatti, nonostante numerosistudi si siano ampiamente soffermati sull’aspetto del-la corrispondenza tra le distanze delle varie stazionidi posta riportate sulla Tabula Peutingeriana nel ten-tativo così di cogliere una identificazione tra i toponi-mi antichi e le distanze attuali, mancano ancora chia-re evidenze archeologiche che rendano plausibileuna recuperata viabilità. Resta valida comunque l’af-

fermazione che la Severiana fosse un percorso digrande rilevanza come sostiene lo stesso Lugli:“Questa via, così ben concepita, non poteva avereuno scopo tanto modesto; è vero che serviva per lecomunicazioni fra la città e il porto, ma i numerosi se-polcri che si trovano lungo di essa dimostrano un’im-portanza assai maggiore”. Delle vestigia di cui riferi-sce l’insigne archeologo, rimangono sporadici avanzimurari in località Selva Piana dove, isolati nella mac-chia, appaiono resti di possibili sepolcreti dispostilungo la direttrice della via che, dopo aver raggiuntoCirceios (Torre Paola), tagliava verosimilmente versoEst nella macchia di Selva Piana e costeggiando laFossa Augusta, giungeva a Turres Albas ( Torre Vit-toria ) per riprendere poi il suo andamento rettilineoverso Anxur ( Terracina ). Così descritto il percorsoviario litoraneo rendeva possibile arginare le paludi eaffrontare un territorio altrimenti inaccessibile.Del secondo asse viario, invece, si conserva memoria

nell’osservazione, fatta in passato da emeriti studio-si, della presenza di selcioni attribuibili ad un anticoasse viario, oggi ormai del tutto invisibile, individua-ti in località Piscina Cupa. Si tratta di un asse con an-damento Nord-Sud che in età repubblicana servival’entroterra staccandosi dall’Appia all’altezza di Fo-rum Appi (Borgo Faiti), proseguino in direzione di S.

Donato, attraversava il territorio compreso tra la Le-stra della Cornacchia, la Madonella, la Molina delleCapre, la Piscina di Campodigrano, la Lestra della Mo-

lella per arrivare al Circeo da ulteriori dira-mazioni. La prima, volgendo ad Ovest rag-giungeva la statio di Circeios (Torre Paola)contestualizzando così in modo più chiaro iresti dei sepolcri individuati presso SelvaPiana; le altre invece, si dirigevano verso Estallontanandosi dalla direttrice principale inpunti diversi. Una partiva all’altezza della Le-stra della Molella e proseguiva verso TorreOlevola, attuale confine con la colonia Elena,luogo antico di un probabile approdo pressola foce del Livoli (poi Fosso Olevola oggiTorre omonima) tratto ultimo di quel corsod’acqua documentato nel corso del XII s.d.C.che ormai presenta un’orografia del tuttomutata. L’altra, proseguiva in direzione del-l’attuale Via della Mola costeggiando la Fos-sa Augusta in località La Cona dove, arginan-

do il Pantano delle Vedeghe, si dirigeva verso TorreVittoria e si congiungeva con la Severiana che arriva-va a Terracina. I resti di ogni strada antica dunque,noti o meno, sulla base degli scarsi elementi di soli-to in possesso degli studiosi, costituiscono per noitutti un bene culturale da tutelare attraverso una con-servazione paesistico-ambientale, architettonico-ar-cheologica, ma soprattutto storica, così da alimenta-re nella memoria collettiva quel ricordo dell’integritàdei tracciati che rende unico ogni “banale”viaggioche affrontiamo anche per giungere al Circeo. ■

TERRITORIO

Storia

Le strade del Circeo

Memorie dei percorsi antichiDue erano le antiche principali vie di comunicazione con Circeii

ddii LLaauurraa LLooppooppoolloo

IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 55

llaa TTaabbuullaa PPeeuuttiinnggeerriiaannaa èè uunnaa ccooppiiaa mmee--ddiiooeevvaallee ddii uunn iittiinneerraarriioo ddeell IIVV ss..dd..CC..,, uunn

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Ricostruzione dell’antica viabilità che attraversa le terre Pontine (da Lugli 1928)

Tabula Peutingeriana

GGiooielllleriiaaLuigina Bartelloni

Piazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEO

Centro Storico

tel. 0773.548292

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e la balneabilità delle loro acque, ma anche per la qua-lità ambientale dei rispettivi territori. Le Amministrazio-ni locali hanno mostrato di comprendere come una sa-na politica di miglioramento della qualità ambientaledelle produzioni, dei consumi e degli stili di vita, sia unelemento fon-damentale intermini di capa-cità di sviluppo,nonché di com-petitività terri-toriale, a livellonazionale e in-ternazionale.San Felice Cir-ceo, non menodi questi tre Co-muni e di tantialtri Comuni co-stieri italiani,possiede gran-di risorse in ter-mini di turismo,con un patrimo-nio fatto di beniambientali eculturali, di tra-dizioni e di sto-ria, di saperi e sapori. E’ necessario che l’Amministra-zione si renda conto di quanto siano importanti tuttequeste potenzialità per uno sviluppo dell’economia lo-cale e per una risposta intelligente e strategica nel se-gno dell’identità contro il rischio di un’uniformità piat-ta e noiosa. Raggiungere questi scopi significa supera-re una preoccupante rarefazione di servizi territoriali ecurare una migliore armonizzazione delle risorse localicosì da impedire ciò che oggi perlopiù avviene e cioèche ogni imprenditore faccia di testa sua e, magari inbuona fede, pensi di offrire un buon prodotto.Questo elemento di criticità è stato ben evidenziato nel“Rapporto sul sistema turistico di San Felice Circeo”,presentato dalla LUISS - Guido Carli, il 29 ottobre 2005,che lo poneva come primo dei cinque punti sui quali in-tervenire per realizzare un progetto finalizzato allo svi-luppo del Paese, segnatamente in campo turistico. L’U-niversità rilevava, infatti, una “debolezza del tessutorelazionale tra gli attori locali, mentre la competitività diun’area turistica è legata proprio all’intensità delle re-lazioni tra le diverse componenti” e “un limitatissimoorientamento alla cooperazione degli imprenditori turi-stici della zona”.Bisogna fare sistema e creare una solida integrazione

tra gli operatori, che è garanzia di un’offerta in gradodi soddisfare le principali esigenze degli utenti e quin-di è garanzia anche di un’offerta competitiva, che ac-cresce e produce valore nel territorio. Di contro gli ope-ratori coinvolti devono essere “realmente disponibili adoperare in una logica di “sistema”, non dimenticandoche questo implica la necessità di uniformarsi a certeregole di comportamento e la perdita di un certo gradodi autonomia operativa.”San Felice Circeo deve considerare la vicina Sabaudia, laprossima Sperlonga e la più lontana Gaeta come desti-nazioni concorrenti anche se i suoi sostenitori continua-

no ad af-fiancarloai nomipiù bellie più notidella co-sta, Ar-gentario,r i v i e r asorrenti-na, Sar-d e g n a ,Sicilia eC a p r i .San Feli-ce, evi-d e n t e -m e n t e ,può an-cora con-tare suuna im-magine,

che, però, sembra messa in discussione dalla mancanzadi riconoscimento delle “bandiere blu” da parte dellaFoundation for Environmental Education (FEE) o dall’as-segnazione di solo due vele da Legambiente.Da questo giornale vorremmo fare un appello affinchési realizzi al più presto un modello di gestione balnea-re che possa competere con quello delle città “cuginedella costa” non dimenticando un’improrogabile valo-rizzazione del Parco Nazionale del Circeo, che cometutti gli altri Parchi e Riserve, è un’espressione straor-dinaria di quel “valore aggiunto” che l’Italia può vanta-re rispetto ad altri Paesi e che è rappresentato dall’in-treccio di natura, cultura ed arte. E’, infatti, unanime-mente riconosciuto che un Parco, come una città d’ar-te, può costituire uno straordinario richiamo in terminituristici e in generale sul piano degli investimenti.In caso contrario, se cioè ci si ostini ad ignorare il pro-blema, oltre alle bandiere continueremo a perdere queltipo di turista che, anche di fronte alla crisi economicaincombente, potrà sempre permettersi di venire al Cir-ceo. Per non parlare del sempre agognato e semprepiù virtuale turismo estero.

CCëë ssttaa cchhii llaa vvòò ccaappìì ee cchhii nnëënn llaa vvòò ccaappìì ■

SOTTO LA NOTIZIA

Editoriale - Lettere

segue dalla primaEEddiittoorriiaalleeSpero meliora(Spero in cose migliori)

di ALESSANDRO CRESTI

Bandiera Blu 2006

IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 66

Colandrea

NOTIZIE IN BREVELLaa tteessttiimmoonniiaannzzaa

ddii uunn ssoopprraavvvviissssuuttoo aa AAuusscchhwwiittzz

L’Associazione “Il Centro Storico” nel-l’ambito del progetto “Lo Spazio dellaMemoria”, con l’Istituto Comprensivo“Leonardo da Vinci” ha favorito, in da-ta 4 maggio u.s., un incontro delleclassi di III media con un sopravvissutodel campo di concentramento di Ausch-witz, anche in considerazione del re-cente viaggio di alcuni alunni in questiluoghi.

TTTTuuuu tttt eeee llll aaaa ddddeeee llll llll aaaassssaaaa llll uuuu tttt eeee ppppuuuubbbbbbbb llll iiii cccc aaaa

AAnntteennnnee ppeerr llaa tteelleeffoonniiaa mmoobbiillee Unitamente al “Comitato spontaneo diPantano Marino” abbiamo sostenuto epromosso l’intervento dell’AssessoreRegionale all’Ambiente, Angelo Bonel-li, presso l’Amministrazione di San Fe-lice Circeo affinché si tenga conto dellanormativa, prossimamente in vigore,che mette ordine nella selva di ripetito-ri di telefonia mobile, che proliferanosul territorio.

CCCCoooonnnnvvvveeeeggggnnnnooooIl preannunciato convegno sulle illega-lità e le mafie nel Lazio, che prevede lapartecipazione del Procuratore Nazio-nale Antimafia, dott. Piero Grasso, èstato rinviato al prossimo autunno, indata da definire.

Lettere al Direttore

✉ Parco del Circeo

Egregio Direttore,non è una leggenda metropolitana il fatto che mol-ti cittadini di San Felice e molti turisti siano statimultati dalla Guardia Forestale mentre raccoglieva-no asparagi o ciclamini; mentre inenarrabili sono leodissee di quanti hanno chiesto regolarmente direalizzare una recinzione o costruire un muro dicontenimento in una zona posta all’interno del

Parco Nazionale del Circeo. Sinceramente ritengola cosa, per quanto estremamente severa, anchegiusta; a patto che la norma sia uguale per tutti. Ledico questo perché enorme è stata la mia sorpresanel tornare al Circeo per un fine settimana di mag-gio e vedere un buco (non saprei come altro defi-nirlo) nella vegetazione che costeggia la “via no-va”, alias via XXIV maggio. Infatti, laddove esiste-va una impenetrabile macchia mediterranea, ora sinota una chiazza di alberi potati drasticamente edun disboscamento radicale. Ho assistito a molteconferenze del compianto dott. Ortese e, più re-centemente, del dott. Priolo, entrambi direttori del

Parco Nazionale, e ricordo perfettamente le lororaccomandazioni volte al mantenimento più o me-

continua a pag. 7

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 77

Il cuculo è un uccello migratore,sverna nell’Africa tropicale e me-ridionale, ed è diffuso in tutta

Europa. In Italia è estivo, nidificantee di passo. Ha una lunghezza di 33cm. Con una coda lunga e le ali piut-

tosto appuntite ed affilate, ha il capo e petto grigi, lesue parti inferiori sono bianche con barre; in volo,qualche volta viene confuso con un uccello rapace, loSparviero. Questo uccello abita le foreste miste luminose doveabbonda il sottobosco. Si alimenta di numerose spe-cie di insetti, molti bruchi pelosi scartati da altri uc-celli, nonché ragni, molluschi, vermi e qualche vege-tale. I cuculi sono ben noti per la loro strana abitudine diessere parassiti dei nidi altrui. Infatti, la femmina col-loca, da maggio a luglio, un uovo per volta nei nidi dialtre specie di uccelli (circa cinquanta), soprattutto dicapinere, forapaglie, ballerine ed averle; le uova de-poste assomigliano spesso per dimensioni e colorealle uova dei genitori adottivi. Il cuculo depone com-plessivamente 15-20 uova che si schiudono dopo 12giorni e mezzo; i giovani cuculi nascono perciò con-temporaneamente o addirittura prima dei compagnidi nido. Con un impulso istintivo i nuovi nati spingo-no fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adot-tivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e ri-manendo unici padroni del nido. I nuovi genitori con-tinueranno a nutrirli lo stesso, guidati dall’istinto na-turale...No, no, cari lettori...state tranquilli: non abbiamonessun proposito di impartire lezioni di zoologia. So-lamente, nel leggere distrattamente, e quasi sonnec-chiando, una rivista scientifica siamo stati improvvi-samente risvegliati perché colpiti dalla similitudinetra le abitudini di vita del cuculo con quelle (politi-che, s’intende) del nostro sindaco. E’ lui!, ci siamodetti, è proprio lui! Ecco a cosa si è ispirato nella ge-stione della sua amministrazione! Infatti, come gliaddetti ai lavori ben sanno, Schiboni ha invaso benpiù di un nido di proprietà altrui per poi far fuori i le-gittimi occupatori e, proprio come il cuculo, lo fa dasempre e da sempre le sue vittime non si accorgonodella trappola e, anzi, spesso lo aiutano a prosegui-re nelle sue azioni scellerate. A citare le vittime ab-biamo solo l’imbarazzo della scelta cominciando daiconsiglieri di Alleanza Nazionale (Colambrosi, Calisi,Palombi e Capponi) che pure gli avevano consentitodi essere eletto nel 1996; ma possiamo continuarecon alcuni dei suoi ex fedelissimi consiglieri comeEnrico Morlani, Gianpaolo Ceccarelli e Giovanni Aqui-no, oppure possiamo citare alcuni dirigenti locali diForza Italia che dopo essersi impegnati per lui fino alsacrificio nelle ultime tornate elettorali sono stati, difatto, costretti a cercarsi un altro “nido”; e questosolo per citare i casi ufficiali e tralasciando tutti gli al-tri. Un atteggiamento costante nel tempo e svolto conuna professionalità ed una disinvoltura meritevolidell’Oscar per la Faccia Tosta.Eppure, mai avremmo potuto immaginare che Cuculo-Schiboni avrebbe svolto il suo ruolo di parassita neiconfronti di chi si era sempre mostrato grande colla-boratore del sindaco, soprattutto in una delle situa-

zioni più delicate di ogni amministrazione, vale a di-re la gestione dei lavori pubblici. E’ in questo ambi-to, infatti, che si nascondono spesso insidie perico-lose, bocconi avvelenati e brutte figure; ed è proprioin questo campo minato che si era rivelato preziosoed insostituibile l’assessore Luciano Magnanti. Infat-ti, tutti i lavori pubblici che si sono realizzati sul ter-ritorio durante l’attuale amministrazione sono statifrutto o di un lavoro preparato da precedenti sindaci(ad esempio la rete di distribuzione del gas metano)oppure hanno visto la luce grazie all’impegno di Ma-gnanti. Intendiamoci bene: molte delle cose realizza-te non ci piacciono e lo abbiamo già affermato suqueste pagine; soprattutto non ci piacciono i marcia-piedi che, in gran parte, avrebbero dovuto avere uncriterio di progettazione più razionale. Ma non è pos-sibile ignorare che l’assessore Magnanti è andatoben oltre il suo ruolo, trasformandosi spesso in unasorta di capo-cantiere che con la sua assidua presen-za ha certamente ottenuto risultati migliori della me-dia; e questo è vero per i marciapiedi, per la rete idri-ca e la rete fognante, per il teatrino comunale, per lastrada di collegamento tra via del Colle e via Domeni-chelli ecc. Un impegno, dobbiamo ritenere, che nonnasconde interessi personali e che, alla fine, ha por-tato lustro solamente al sindaco il quale, oggi, si pa-voneggia mostrando, come fosse farina del suo sac-co, quei lavori di cui egli stesso sa molto poco e peri quali la gente dice: “ Embe’, pore figlie...quaccosaha fatte...”; il che, per il sanfeliciano medio, equiva-le ad un encomio solenne. Eppure, non appena Ma-gnanti si è permesso di obiettare sui contenuti di unadeliberazione un pò troppo “spinta” nel senso di unapossibile speculazione edilizia sul territorio, il sinda-co Schiboni, come si dice da queste parti “c’ha fattefa’ la fine de Matteotte...” . E così, il povero asses-sore ai Lavori Pubblici è stato fatto fuori ed ora mili-ta tra le file dell’opposizione; e fa notare ai nuovi edai vecchi amici che da quando è stato messo alla por-ta non è stata più approntata nessuna nuova operapubblica perché, senza di lui, la Giunta di chiacchierene fa tante ma di fatti pochissimi. Speriamo che sia ingrado di farlo capire anche alla gente che, ormai trameno di un anno, dovrà andare a votare!Ma, a proposito di Giunta, che fine hanno fatto le de-leghe tolte agli assessori? Come qualcuno ricorderà,alcuni mesi or sono, il sindaco, il cui sonno dispoticoera stato turbato da qualche incubo irriverente (forseil fallimento della manovra di raddoppio del Porto?)si svegliò e decise di abolire tutti gli assessorati. Inpratica, il comune di San Felice Circeo, da allora nonha più l’assessore al Bilancio, l’assessore al Turismo,l’assessore ai Lavori Pubblici e via dicendo. Natural-mente, le stesse persone continuano a percepire illoro stipendio anche se non si sa bene a che titolo;tanto...paga Pantalone. Tutte le funzioni di cui soprasono state assunte esclusivamente da Schiboni ilquale, in un delirio di parassitismo, sta cercando dientrare nei nidi di tutti coloro che gli stanno attorno.Qualcuno dice che si tratta di una situazione forseunica in Italia ma, in tutta sincerità, un atteggiamen-to del genere non ci meraviglia affatto da parte di chiha non solo il comportamento ma anche la faccia co-me il cuculo. ■

I lavori pubblici a San Felice Circeo

Il nido del cuculoIl sindaco si fa bello con il lavoro degli altri...

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DALLA CITTÀ

Il Fatto Lettere

no intransigente dello stato dei luoghi, a meno diun intervento diretto dagli uomini della GuardiaForestale. Ebbene, tramite il suo giornale, mi fa-rebbe piacere sapere se una operazione di “dis-boscamento” sia stata guidata dai Forestali e, incaso contrario, quali sono stati i provvedimentipresi? In alternativa, avrei piacere di sapere, in-sieme con tanti sanfeliciani (di nascita o di ado-zione) qual’è la procedura da seguire per dare se-guito ad uno scempio di tali proporzioni in manie-ra, diciamo così, legittima. Siccome so che l’areain questione è stata oggetto già di alcune contro-versie, mi affido alle sole immagini, pregandola discusarmi se le chiedo l’anonimato.

((lleetttteerraa ffiirrmmaattaa))

n.d.r. Gentile lettore, sarà nostra cura girare al piùpresto le sue domande alla Direzione del Parco,sperando di avere una sollecita risposta, che chia-risca in modo certo ed autorevole il problema dalei sollevato.

Centro Storico

Caro Direttore,nel numero 14 de “Il Centro Storico” venne pub-

blicata una fotoche mostrava unsospetto lavoroabusivo relativo al-le mura perimetralidel paese. Qualco-sa deve esseresuccesso dopoquella segnalazio-ne perché l’aper-tura che era statapraticata nelle mu-ra venne ridimen-sionata con la ri-apposizione di al-

cuni orribili blocchetti. Ma, evidentemente, c’è sta-to un ripensamento perché non solo la breccia èstata parzialmente riaperta per lasciare il posto aduna finestra a quattro ante, ma ne è stata apertaun’altra ancora per un’altra finestra.Credo che non ci sia nulla di male a volere una casaluminosa, ma allora bisognava andarla a comprarealtrove. Con un esempio del genere e con i controllivigenti, ogni cittadino si sentirà in diritto di farequello che vuole; ed allora perché si spendono mi-gliaia di Euro per il Piano Colore se poi non si ha laforza o il coraggio di reprime certi abusi?La ringrazio e La prego di pubblicare le immagini,che parlano da sole.

((lleetttteerraa ffiirrmmaattaa))

n.d.r. Se si tratta di un abuso, dovrebbero interve-nire le autorità.

✉ Parco del Circeo

segue dalla pag. 6

dopo...

prima..

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 88

ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI”

Spazio autogestito

Introduzione.

IIl progetto presentato è una del-le attività pomeridiane dell’Istitu-to Comprensivo “Leonardo da

Vinci”. L’obiettivo è la conoscenzadel territorio in maniera approfondi-

ta, per favorire la salvaguardia del patrimonio storicoe ambientale.

Presentazione generale dell’attività.E’ già il secondo anno che viene svolto il progetto“Adotta un monumento” e l’anno scorso si è rivelatouno dei progetti più belli. Gli obiettivi di questo pro-getto sono molti; infatti si vogliono far acquisire al-l’alunno conoscenze sul monumento prescelto; con-solidare e potenziare le sue capacità informatiche,soprattutto con l’utilizzo del programma Power Point;inoltre si vuole migliorare la qualità degli scritti. Glialunni che hanno aderito al progetto sono circa 40,appartenenti alle classi prime, seconde e terze dell’I-stituto. Il progetto si svolge per due ore pomeridianesettimanali, di venerdì, durante tutto l’anno scolasti-co. I docenti che si occupano di questo progetto so-no il Professore Alessandro Mattia docente di Letteree il Professor Alessandro Mari, docente di Tecnologiae Informatica.

Esposizione dei dati.Il monumento scelto nel progetto è il faro di San Fe-lice. E’ stata prima effettuata una ricerca sull’originedei fari, sulla loro storia e sui fari più importanti,quindi si è passati ad un approfondimento del faro diSan Felice e di come questo sia nato per volere delPontefice Pio IX. Il faro si trova attualmente sul ver-sante del promontorio del Circeo detto “Quarto Cal-do” e dista dal paese circa 3 Km.

Metodo di lavoro.Tutti gli alunni del progetto sono stati divisi in tregruppi, in base alle competenze specifiche e alle abi-lità di ogni alunno. Il “gruppo informatico” si è dedi-cato alla ricerca delle notizie sul monumento scelto,cioè il faro. Queste notizie sono state elaborate etrascritte dal “gruppo dei grafici” su alcuni cartellonidove la scrittura è stata corredata da immagini pro-dotte dal “gruppo dei disegnatori”. Per ampliare leconoscenze sull’argomento sono state organizzateuscite sul territorio, in occasione delle quali sono sta-te scattate delle foto al monumento e gli insegnantihanno illustrato più da vicino le caratteristiche dellacostruzione. E’ intervenuto anche il responsabile delfaro che, servendosi di videocassette, ha illustrato al-l’interno e all’esterno il monumento, spiegandonefunzione e finalità.

Materiali e strumenti usati.Per eseguire il lavoro, il gruppo si è servito di moltistrumenti, tra i quali il più utile è stato certamente ilcomputer; infatti l’uso di internet o l’utilizzo dell’enci-clopedia Encarta sono stati fondamentali per la realiz-zazione del progetto. Altri strumenti altrettanto utili so-no stati il televisore, per la visione delle videocassette,le macchine fotografiche digitali, le penne USB per sal-vare i dati. Non sono mancati colori, cartelloni, forbici,colla e tutto ciò che poteva servire agli alunni.

Sintesi dei risultati raggiunti.L’anno scorso non ho partecipato a questo progetto,poiché non lo ritenevo interessante. Quest’anno, inve-ce, ho deciso di provare e ho fatto un’ottima scelta. Findal primo giorno ho capito che avrei imparato moltissi-me cose e così è stato. Entrambi i professori hannosvolto un ottimo lavoro e lo hanno reso ancora più leg-gero, perché hanno organizzato uscite molto interes-santi. Dunque sono molto soddisfatto e mi dispiace chel’anno prossimo non potrò prendere parte a questoprogetto, perché sono un alunno di terza media e per-tanto mi aspetta un nuovo cammino. ■

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IntroduzioneNei tempi antichi, i primi marinai navigavano soltantodi giorno e si tenevano sempre poco lontani dalle co-ste. Poi cominciarono ad affrontare il mare aperto e arestare in viaggio per molti giorni. Di notte era parti-colarmente difficile orientarsi: c’ erano le stelle, la lu-na, ma, quando il cielo era coperto, non si riusciva adorientarsi. E i pericoli erano tanti: le secche, gli sco-gli, le correnti, i fondali infidi …Ecco allora che sipensò di segnalare i porti e i punti pericolosi vicinoalle coste con dei fuochi. Essi venivano accesi al ca-lar delle tenebre su delle alture affinché fossero visi-bili anche da lontano. Lo scudo di Achille È nell’Iliade di Omero il primo accenno a come, nelmondo antico, i marinai si orientavano di notte.Il Faro di Alessandria Le notizie scritte sul più antico segnalamento lumi-noso riguardano quello eretto sull’isola di Pharos,di fronte ad Alessandria, una delle sette meravigliedel mondo. La costruzione fu iniziata durante il regnodi Tolomeo I Sotere (305 – 283 a.C. ) e fu terminatasotto il successore Tolomeo II (285-246). L’architet-to fece incidere sui conci che formavano l’architravedel portale questa iscrizione dedicatoria in greco:“Sostrato di Cnido, figlio di Dexsifone ciò a favore deinavigatori agli dei salvatori”.Questa epigrafe fa pensare che il fuoco acceso sul fa-ro fosse dedicato, più che a Tolomeo I e alla regina

Berenice, ai Dioscuri, divinità della luce, che, vuole latradizione, talvolta risplendono durante la tempestasulla cima degli alberi della nave simili ai fuochi diSant’Elmo. La fiamma ardente del faro fu accolta co-me l’ apparizione di una divinità protettrice.Il faro di Alessandria servì da modello non solo pertutte le analoghe costruzioni successive, che appun-to si chiamarono fari dal nome dell’isola in cui fu co-struito il più antico segnalamento marittimo, ma an-che per i minareti e i campanili, tramandando cosìinalterato quel primo significato religioso che il pro-gettista gli aveva attribuito. Sicuramente il faro ales-

sandrino può essere considerato il più famoso anchese, secondo alcuni, non il più antico. Intorno al 650a.C. è provato che ne sorgeva uno sul promontorio Si-geo nella Toadre sebbene fosse da considerarsi, piùche un vero e proprio faro, un braciere. Il colosso di RodiUn’ altra delle 7 meraviglie del mondo classico cheebbe funzione di guida alla navigazione fu il cosid-detto Colosso di Rodi. Era di pietra ricoperta da pia-stre di bronzo ed era dedicato a una divinità: Elios,il sole. Fu innalzato dai cittadini di Rodi per perpe-tuare la memoria del glorioso assedio sostenuto nel304 a.C. contro Demetrio Poliaecrete di Macedonia.Aveva la forma di un’enorme statua antropomorfa chepoggiava i piedi sulle testate dei due moli che rinser-ravano il porto, l’Embricos: sotto di essa passavanole navi che entravano e uscivano dal bacino. La figu-ra reggeva, su una mano alzata, un braciere. Rimasea guardia del porto di Rodi, per più di mezzo secolo,rovinando nel 226 a.C. a causa di una violenta scos-sa di terremoto. Il Faro di OstiaPer la costruzione del faro di Ostia viene preso a mo-dello il Faro d’Alessandria. Questo baluardo oltre adassicurare l’uso del porto alla foce del Tevere, sboc-co al mare della città di Roma, servì anche allo sfrut-tamento delle circostanti saline. Il Faro ostiense ap-pare ancora oggi riprodotto in parecchi mosaici chepavimentano il perimetro del piazzale delle corpora-zioni, classico esempio unico nel suo genere dellacultura mercantile della Roma imperiale. L’ampio co-lonnato, che circondava il giardino del piazzale delTempio, racchiudeva 60 stationes dei vari agenti ma-rittimi delle più importanti città delle province e ilporticato era pavimentato a mosaico. I motivi presen-

Conoscere il territorio

Il progetto “Adotta un monumento”Il Faro di San Felice Circeo

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La storia dei fari

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ti, strettamente legati al commercio, menzionano cor-porazioni, ma anche commercianti di ogni parte delMediterraneo. Motivo centrale di parecchie opere mu-sive è il faro, punto d’arrivo di uomini e merci primadi entrare nel porto, dove si raccoglievano e siste-mavano le merci per la capitale. La tradizione vuoleche il faro del porto di Ostia, una grandiosa costru-zione a quattro piani, tre quadrangolari e uno cilin-drico, sia stato eretto sotto l’imperatore Caligola,usando come sostruzione lo scafo affondato dellagrande nave, che trasportò l’obelisco destinato al Cir-co Vaticano, da Alessandria a Roma. I ritrovamentifatti durante i lavori per la costruzione dell’aeroportodi Fiumicino, hanno confermato che il faro fu costrui-to in questo modo.La Lanterna di GenovaDopo la caduta dell’Impero Romano nel 476 d.C. ilcommercio marittimo conobbe una lunga crisi e mol-ti fari caddero in rovina.Il Faro di Alessandria, conquistato dagli Arabi nell’VIII secolo, dopo anni di incuria finì per crollare nel956 in seguito ad un terremoto. Gli arabi allora lo ri-costruirono. Esso diventò non solo una costruzionedi segnalazione per i marinai, ma anche un modelloper i minareti.Il commercio marittimo riprese dopo il 1000. Grandeimportanza acquistarono in questo periodo le quattrorepubbliche marinare italiane: Venezia, Genova,Amalfi, Pisa. La Lanterna di Genova fu costruita nel XII secolo. Ini-zialmente fu chiamata “Torre di Capo Faro”. La suaprima immagine è disegnata a penna sulla copertinadei “Salvatori del porto e del molo” del 1371. La tor-re fu incorporata dai Francesi nella fortezza della Bri-glia e durante l’assedio del 1512 ne fu distrutta laparte superiore; nel 1543 fu ricostruita ancora piùalta. La torre della Lanterna è servita per secoli, ol-tre che come segnale notturno, anche come punto diosservazione e avvistamento a guardia della città. Atale scopo venivano issati, a particolari aste e pen-noni, dei segnali costituiti da vele e bandiere per in-dicare l’approssimarsi al porto dei diversi tipi di na-viglio. La Lanterna era illuminata nel passato dal fuo-co di fascetti di ginestra, che ardeva in apposite gri-glie di ferro; in seguito furono usate lampade a olio,sia di metallo sia di vetro. Nel XVIII sec. furono spe-rimentate lampade a olio con riflettore sferico e il 15gennaio 1841 fu collocato nella lanterna il primo lu-me con ottica a lente di Fresnel.Il Faro di LivornoQuesto faro ha una lunga storia: è uno dei più anti-chi d’Italia, secondo solo alla più vetusta Lanterna diGenova, che, però, nei secoli, ha subito molti cam-

biamenti, assumendo la forma definitiva solo nel1543, mentre il faro di Livorno dalla sua costruzioneè rimasto pressoché invariato. Una prima torre erastata innalzata dai Pisani nel 1154 a Porto Pisanocon l’intento di segnalare alle navi in arrivo le moltee pericolose secche che si trovavano nella zona. Que-sta torre venne presa molte volte di mira e distruttadurante le guerre fra le diverse fazioni, che sconvol-sero la regione nel secolo XII. Fu solo quando la cit-tà di Pisa fu ceduta a Firenze che i Medici, Signori diquella città, si resero conto che Porto Pisano si stavainsabbiando e non era più utilizzabile come scalo. Ri-volsero allora lo sguardo a Livorno, in posizione de-cisamente più favorevole, decisero di dare un nuovoimpulso a quella città e fecero innalzare un faro chesegnalasse alle navi l’entrata di quel porto. La torrefu eretta nel 1304, appoggiata su una basamentopoligonale di 13 lati, costruita in pietra naturale e co-stituita da due cilindri merlati, quello inferiore piùlargo e quello superiore più stretto, alti 47 metri intotale, e divisi in 11 piani raggiungibili con una sca-la a chiocciola che sale all’interno dello spessore del-le mura. Questo faro superò indenne i secoli, ma fudurante la seconda guerra mondiale che subì l’ol-traggio più grande: nel 1944 le truppe tedesche in ri-tirata lo fecero saltare con una carica di dinamite, di-struggendolo. Per volontà di tutta la cittadinanza Li-vornese che lo vedeva come un simbolo della città, furicostruito nel 1956 rispettando per intero la formaoriginale e utilizzando, per quanto possibile, tutto ilmateriale originale recuperato dalle macerie, soprat-tutto per il rivestimento esterno. Questo imponentesignore della notte, ora monumento nazionale, è an-cora funzionante, la sua sagoma inconfondibile sistaglia all’ingresso del porto, esattamente dove fucostruito tanti secoli fa e proietta la sua luce verso lenavi che entrano ed escono dal porto. L’impianto èautomatizzato e sulla sua lanterna è stata installataun’ottica rotante che emette 4 lampi ogni 20 secon-di e la sua luce può essere vista fino a 24 miglia ma-rine. Anche esso, come molti altri fari, può essereconsiderato superato dalle moderne tecniche di navi-gazione, ma quando si lascia il Porto di Livorno suuna nave, nel buio della sera, il suo fascio di luce chelambisce il mare è una presenza rassicurante, fasentire che niente di male può succederti finché luiti indica la via.Il Faro di CordouanDavanti alla foce del fiume Garonna si trova il faro diCordouan che fu fatto costruire dal re Enrico III(1551- 1589) perchè uno scoglio davanti alle costefaceva spesso affondare le navi che trasportavano ilprezioso vino della zona di Bordeaux. E’ l’unico faro

in stile neoclassico delle coste france-si ed è il primo faro inserito tra i mo-numenti storici del 1862 insieme aNotre Dame.Statua della LibertàNel 1865 un gruppo di repubblicani francesi decisedi celebrare con un monumento di grandi proporzio-ni grandiosa l’amicizia fra i popoli della Francia e de-gli Stati Uniti, che poco meno di un secolo prima ave-vano combattuto insieme nella guerra d’Indipenden-za Americana. Si decise così di donare agli USA unagrande statua, che doveva rappresentare la libertàche illuminava il Mondo. Essa fu costruita con i soldiraccolti con una serie di sottoscrizioni e fu collocatasull’isoletta di Bedloe davanti a New York. Fu inau-gurata nel 1886 e la fiaccola, che risplende ancoraoggi sul braccio proteso della statua, accolse milio-ni di immigrati.Il Faro di San Felice CirceoIl faro fu costruito, quasi totalmente con materialetrovato in situ (rocce sedimentarie misto arenarie),nel 1866 durante il Pontificato di Pio IX, «Pro salutenavigatium» cioè per la salute dei navigatori ed è de-dicato alla Vergine Immacolata come è scritto nellalapide posta alla base del faro stesso, su cui è ripro-dotto anche lo stemma pontificio. È situato sul ver-sante del Promontorio chiamato “Quarto Caldo”, acirca 3 km da San Felice Circeo ed è composto da unfabbricato bianco ricoperto con formelle di maiolicabianca. La torre, alta circa 22 m, è abitata dal perso-nale civile addetto al controllo del Faro amministratodalla Marina militare italiana. Il faro funzionava, finoad alcuni anni fa, a vapore e a petrolio. Il suo appa-rato lenticolare è composto da tre pannelli poggiatisu una struttura ruotante e alloggiati in una lanternacilindrica a settori elicoidali, di circa due metri di dia-metro, la cui luce, a lampi bianchi, ha una portatageografica di 17 miglia. Il sistema, oggi completa-mente automatizzato, è dotato, per i casi di avaria, diun piccolo faro di rispetto che si accende in manieraautonoma. Il faro di emergenza entra in funzionequando il faro centrale si spegne, perché viene amancare la corrente elettrica oppure si fulmina lalampadina. Un tempo, quando si verificavano taleemergenze, bisognava aprire le bombole di acetilenesistemate in un locale alla base del faro. Il gas impie-gava circa 15 minuti prima di arrivare alla sommità delfaro, dove a contatto con la “Vegliosa”, cioè unafiammella che restava sempre accesa vicino agli ugel-li da cui usciva il gas, dava luogo ad una forte fiam-ma. Un ugello, poi, che si apriva e chiudeva a tempo,provvedeva a garantire la classica intermittenza delfaro. La lampada posta nella lanterna sulla sommitàdel Faro, oggi viene fatta ruotare automaticamente,ma fino a poco tempo fa veniva messa in movimentograzie ad un congegno manuale che doveva esserecaricato dal responsabile del Faro ogni sette ore. Sul-la scogliera antistante, alcuni gradini tagliati nellaroccia scendono in una piccola insenatura, nella qua-le una volta attraccavano le lance della Marina per iperiodici rifornimenti destinati al Faro. ■

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TERRITORIO AMBIENTE

Turismo

Non tutti sono convinti che lacementificazione delle costecontribuisca in modo decisi-

vo ad aggravare gli effetti del feno-meno dell’erosione costiera. Anzi,c’è chi auspica l’ampliamento di por-

ti e la costruzione di ristoranti e case sulla spiaggiaper ottenerne benefici di breve termine senza pensa-re ai costi che, nel lungo periodo, ricadrebbero primasulla natura e quindi sull’uomo. E qualcuno può an-che credere che tutto ciò sia una questione da risol-vere a livello locale. Niente di più sbagliato.L’erosione costiera è un processo naturale che èsempre esistito e contribuisce al modellamento dellalinea di riva, ma che si accelera con il proliferare diopere ingegneristiche, con l’intensivo uso dei litoralia scopo ricreativo e turistico, con l’estrazione dallearee costiere di sabbie e ghiaie per usi costruttivi, colprogressivo innalzamento dei mari del pianeta adde-bitabile anche all’effetto serra. Questo si traduce conun degrado progressivo della fascia costiera che inmolte località è stato ulteriormente acuito dai tentati-vi per sanare tale situazione, per esempio erigendoopere di difesa.L’Unione Europea, già dal 2001, sta cercando di stu-diare, monitorare e prevenire il fenomeno, preoccu-pata dai dati che evidenziano come le spiagge si stia-no ritirando in qualche caso anche tra il mezzo metroe i due metri l’anno, e di come spiagge, stabilimentibalneari, case e villaggi turistici, strade e ferrovie, in-frastrutture varie collocate sui litorali potranno esse-re presto inghiottiti dal mare.In Europa, almeno un quinto delle coste è seriamen-te minacciato dall’erosione. I dati cambiano da paesea paese ma sono comunque nel complesso allarman-ti: la Polonia ha il 55 % delle sue coste soggette aderosione, la Finlandia appena lo 0,04 %, grazie ad unlitorale fatto di rocce dure. In mezzo preoccupa il da-to di Cipro (37,8 %), Grecia (28,6), Portogallo(28,5) e Francia (24,9). Poi arriva l’Italia con il 22,8% del litorale che sta pian piano disgregandosi; le re-gioni più colpite sono Veneto, Puglia, Lazio, Toscanae Liguria. E il trend erosivo è in così rapida crescitache il fenomeno è destinato ad aggravarsi in tempimolto brevi in assenza di contromisure adeguate.Tutto questo lo rileva uno studio denominato «Viverecon l’erosione costiera in Europa: spazi e sedimentiper uno sviluppo duraturo», voluto dalla Commissionee dal Parlamento Europeo nel 2001 e realizzato ne-gli ultimi tre anni da Eurosion (consorzio di ricerca

guidato da un istituto olandese per la gestione del li-torale e del mare) che punta il dito contro la pressio-ne urbanistica e contro il saccheggio dei sedimenticostieri, il tutto a vantaggio dell’industria dell’edili-zia.Circa 60 siti situati in tutti gli Stati membri sono statioggetto di studio e, sulla base dei risultati, sono sta-te proposte quattro raccomandazioni chiave che do-vrebbero permettere di gestire i problemi dell’erosio-ne costiera in Europa ed i rischi ad essi associati:approccio prevalentemente strategico e previsionaledell’erosione costiera per lo sviluppo sostenibile dizone costiere vulnerabili e la conservazione della bio-diversità costiera;integrazione dei costi e dei rischi connessi all’erosio-ne costiera nella pianificazione e nelle decisioni di in-vestimento. Le pubbliche responsabilità per i rischiderivanti dall’erosione costiera dovrebbero essere li-mitate ed una congrua parte dei rischi derivanti do-vrebbe essere trasferita ai diretti beneficiari ed agliinvestitori direttamente concernenti (logica del chi in-quina paga), anche tramite l’applicazione degli stru-menti di Valutazione Ambientale;la gestione dell’erosione costiera dovrebbe spostarsida soluzioni frammentarie verso un approccio pro-grammato basato su principi di responsabilità e otti-mizzando gli investimenti sui beni a rischio, miglio-rando l’informazione pubblica e l’accettabilità socialedelle azioni in corso e tenendo aperte diverse opzio-ni per il futuro;rafforzare la conoscenza di base relativa alla gestio-ne ed alla pianificazione dell’erosione costiera attra-verso lo sviluppo di strategie di gestione dell’infor-mazione che dovrebbero includere la diffusione delle“migliori pratiche”, privilegiare un approccio preven-tivo nella gestione dei dati e delle informazioni e pro-muovere una leadership istituzionale a livello regio-nale.Risulta comunque chiaro che, per il futuro, bisogneràadottare delle politiche di tutela preventiva creandodelle carte del rischio costiero che evidenzino, a van-taggio di investimenti pubblici e privati, dove è pos-sibile prevedere un eventuale danno da erosione oda alluvione.Eurosion ribadisce, inoltre, quanto già ben noto nelmondo tecnico e scientifico e cioè che la causa del-l’erosione sono gli interventi lungo i bacini idrografi-ci (dighe e briglie) e la pressione antropica esercita-ta mediante strutture aggettanti a mare (barrierefrangiflutti, isole, massicciate e porti). Per migliorare

lo stato di equilibrio della linea di riva, dovranno es-sere adottati interventi sempre meno impattanti cheprevedano l’utilizzo di materiali compatibili, dimi-nuendo radicalmente la realizzazione di strutture ri-gide. In tal modo le spiagge diverrebbero delle areeartificialmente ricaricate e naturalmente gestite.L’Unione Europea ha, inoltre, messo a punto un pro-getto per la “Gestione strategica della difesa dei li-torali per lo sviluppo sostenibile delle zone costiere”denominato Beachmed con l’obiettivo di perseguireuno sviluppo economico sostenibile delle aree co-stiere attraverso la ricostruzione e la manutenzionedei litorali, la messa a punto di tecniche innovativedi difesa costiera dall’erosione e per favorire la ge-stione integrata di terra e mare. Il turismo, in que-st’ambito, rappresenta il settore più consistente peraddetti ai lavori, valore aggiunto e capacità di crea-re una rete di produzione e di consumi nell’econo-mia della costa. A proposito di turismo, dobbiamoconsiderare anche l’aspetto dei costi visto che l’ero-sione costiera e la riduzione di spiagge disponibiliincidono verosimilmente anche sui costi di una gior-nata al mare.Il progetto Beachmed della Comunità Europea vedecoinvolte alcune Regioni italiane, tra cui il Lazio,con un progetto di monitoraggio on-line della lineadi costa mediante una centralina che acquisisce,elabora e trasmette le immagini della costa sottoosservazione. Il litorale di San Felice Circeo è traquelli costantemente monitorati e le immagini tra-smesse possono essere costantemente visionatesu www.seatech.it/circeo.Per ulteriori notizie, è possibile consultare anche i si-ti www.eurosion.org e www.beachmed.it. ■

In Italia un quarto delle coste è sotto la minaccia del fenomeno erosivo

Erosione costiera. L’UE lancia l’allarmeGli studi ed i progetti targati UE chiamano in causa l’eccesso di urbanizzazione

ddii CCaarrlloo SSaavveerriioo ZZaannnnii

AAssssoocciiaazziioonnee CCuullttuurraallee ““IIll CCeennttrroo SSttoorriiccoo””

Si comunica che, per quanti fossero interessati alle nostre iniziative, sono aperte le iscrizioniper il nuovo anno sociale 2006-2007. Per l’iscrizione telefonare al

n. 332288..66111100337799, inviare un fax al n. 0066..55119988 55221177o inviare una e-mail a: [email protected]

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TERRITORIO

Il fatto

IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1111

Borgo Montenero

Una piscina privata nel parco pubblicoInformare preventivamente i cittadini è obbligo civile e morale

ddii UUmmbbeerrttoo SSaallvvaattoorrii

L’Amministrazione comuna-le di S. Felice Circeo conla delibera di consiglio n°

86 del 22-12-2005 ha approvatouna variante urbanistica al pianoregolatore generale che interessal’intera zona F3 di P.R.G. con desti-

nazione Parco Pubblico a Borgo Montenero.In pratica annulla di fatto il Parco Pubblico e tra-sforma il lotto di circa 2 ettari in terreno edificabi-le con indice di cubatura dello 0,45 mc/mq.Questa delibera consentirebbe di costruire, me-diante concessione di lavoro pubblico, ad un pri-vato una piscina per una spesa prevista di2.500.000 euro. Inoltre sono consentiti parcheggie viabilità per 6.309 mq e una modesta area a ver-de di 2.785 mq. Tutto si dovrebbe concludere conla concessione al privato costruttore dell’interaarea per una durata massima di 30 anni.Forse è il caso di ricordare l’obbligo civile e mora-le, per chi gestisce la cosa Pubblica, di informarepreventivamente i cittadini dei progetti di rilevanteinteresse pubblico, che si intendono adottare sulterritorio.Era facilmente prevedibile che la piscina privatanel Parco Pubblico avrebbe prodotto animate dis-cussioni. Ci dispiace, ma ci sono troppe cose pocochiare e per lo più tutto questo viene interpretatocome una bella idea per la prossima campagnaelettorale. Noi, invece, non vogliamo perdere di vi-sta il problema principale, salvaguardare il ParcoPubblico così come è previsto nel P.R.G. di S. Feli-ce Circeo.A Borgo Montenero vogliamo la piscina, ma noncondividiamo la scelta dell’area dove costruirla.L’impianto viene previsto all’interno di un’area diproprietà del Comune e quindi dei cittadini, di cir-ca 2 ettari, posizionata nel centro Urbano e Stori-co di Borgo Montenero e destinata dal P.R.G. a zo-na F3, Parco Pubblico. Questo lotto è parte inte-grante del centro Storico del Borgo e deve esseresalvaguardato da ogni alterazione che ne modifichila sua inconfondibile caratteristica. Per noi do-vrebbe restare Parco Pubblico attrezzato, con libe-ro accesso diurno, da concedere ad associazionedi volontariato. E’ l’unica destinazione auspicabilee possibile.Confidiamo che l’Amministrazione voglia ricercarealtra sede, all’esterno della circonvallazione, dovecollocare questa piscina.Con la cancellazione del Parco Pubblico e la con-cessione, che di fatto vuole dire privatizzazione, sirealizza l’opposto di quanto si afferma nella deli-bera n° 86 del 22 dicembre 2005.Vorremmo fare una osservazione al capitolo n°4del Progetto Preliminare, là dove sono indicati idati principali dell’intervento:lotto d’intervento 21.880 mqparcheggi e viabilità 6.309 mqarea a verde 2.785 mqsuperficie coperta 3.135 mqE gli altri 9.651 mq? Di questi non viene indicatala destinazione d’uso e nessuno sa cosa ci verrà

realizzato. Ciò che è certo è che su questo ettaroscarso di terreno avremo:1) un nuovo monumento come degno ricordo del-

le vittime del 1944.2) un parco giochi per bambini più bello e più fun-

zionale.3) un nuovo bocciodromo inserito mirabilmente

nell’ambiente.4) un campo da tennis, uno di pallavolo, uno di

pallacanestro, uno di calcetto, uno di pattinag-gio. Tutto è già nel titolo del progetto: impian-to polisportivo.

Siamo certi che in un prossimo Consiglio comuna-le, con apposita delibera, il Signor Sindaco vorràgarantire tutto questo.Poiché il “promotore” dell’opera, invece, è inte-ressato esclusivamente a tutto ciò che riguarda lapiscina: parcheggio, costruzione e gestione, nellastessa delibera il Signor Sindaco vorrà garantireanche la concessione per 30 anni, a titolo gratui-to, di questa nuova serie di impianti sportivi a tut-ti i cittadini residenti e stagionali.Il mio personale interessamento per difendere dal-la cementificazione il Campo Sportivo oggi La Tor-re, è visto da alcuni come indebita ingerenza nel-la vita Pubblica del Borgo.Ho, negli anni, con merito o demerito, secondo ipunti di vista, partecipato a comitati di feste pa-tronali,alla gestione della società sportiva, sonostato eletto consigliere comunale e ho ricoperto lacarica di Sindaco del comune di S. Felice Circeo.Adesso, personaggi ultimi arrivati si approprianodel diritto di giudicare, in modo a dir poco arro-gante, le opinioni mie e di tanti altri in merito adecisioni che determineranno per sempre il futu-ro del Centro Storico. Nei giorni scorsi a BorgoMontenero abbiamo commemorato l’eccidio del1944 che si consumò all’alba del 4 maggio. Ci sia-mo ritrovati in molti, bambini in quegli anni, tra iquali uno, che per motivi del tutto fortuiti, non-ostante fosse mattino molto presto, nascosto die-tro la porta della Torre e suo malgrado fu testi-mone oculare di tutto quello che è successo. Havisto il nostro parroco di allora, don Giuseppe Ca-pitanio, che con insistenza chiedeva di essere fu-cilato al posto di quei ragazzi, ma lo scambio non

fu accettato. Ancora oggi ricordi indelebili. Pernostra fortuna noi siamo ancora qui ed era inevi-tabile che i nostri ricordi si allargassero agli annisuccessivi. Quel campo ha sempre fatto parte del-la nostra vita, siamo diventati grandi giocando inquel parco, che ancora oggi è nostro, è a disposi-zione della gente del Borgo. I giovani lo sanno,ma per inesperienza, forse per leggerezza e su-perficialità non lo comprendono e sono contro co-loro che vogliono salvare il parco, che voglionoimpedire la concessione trentennale a privati, masono certo che, spronati a riflettere, saprannoscegliere e riconosceranno quanto sia corretta l’i-dea della salvaguardia del parco pubblico a BorgoMontenero.Ribadiamo chiaramente che in linea di principio re-stiamo della nostra idea: nessuna variante! nessu-na concessione a privati! ■

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1122

Delibere di Giunta ComunaleNN DDaattaa OOggggeettttoo34 01/03/06 Nomina Segretario Premio La Cultura del Mare35 ” Presa d’atto modifica regolamento per il funzionamento commissione assegna-

zione alloggi36 ” Atto non formalizzato

37 06/03/06 Costituzione in giudizio atto citazione Europa Viaggi + altri contro Comune diSan Felice e Regione Lazio. Nomina legale (avv. F. Altieri - € 55..112200,,0000)

38 ” Corso per la sicurezza e la prevenzione. Concessione contributo e patrocinio (€

550000,,0000)39 08/03/06 Elezioni Camera Deputati 9/10 aprile 06. Delimitazione spazi propaganda diret-

ta e indiretta40 ” Elezione Senato Repubblica 9/10 aprile 2006. Delimitazione spazi elettorali

propaganda diretta e indiretta41 ” Ricognizione pubblici esercizi tipo A e B di cui alla legge 287/1991 ed indivi-

duazione della priorità nel rilascio delle nuove autorizzazioni.42 ” Costituzione in giudizio ricorso sig. Rossetto Giovanni. Nomina legale (avv. De

Angelis - € 22994422,,8899)43 ” Costituzione in giudizio ricorso sig. Minardi Angelo. Nomina Legale (avv. De An-

gelis - € 22994422,,8899)44 10/03/06 Proposizione appello avanti il Consiglio di Stato avverso sentenza n. 1081/05

del TAR Lazio, sez. di Latina: Ricorso sig. Di Prospero Daniele contro comune diSan Felice Circeo. Nomina Legale. (avv. De Angelis - € 66..445500,,0011)

45 ” Elezioni politiche 09/10 aprile 06. Assegnazione spazi propaganda diretta. Se-nato della Repubblica

46 ” Elezioni politiche 09/10 aprile 06. Assegnazione spazi propaganda diretta. Ca-mera dei Deputati

47 15/03/06 Approvazione bilancio di previsione anno 2006. Relazione revisionale e pro-grammatica e bilancio pluriennale anni 2006/2008

48 ” Determinazione tariffe l’applicazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti so-lidi urbani anno 2006

49 ” Determinazione tariffe COSAP anno 200650 ” Determinazione aliquote compartecipazione addizionale comunale IRPEF anno200651 ” Determinazione proventi sanzioni amministrative per violazione Codice della

strada anno 200652 ” Determinazione tariffe servizi sociali a domanda individuale anno 200653 ” Proventi concessioni edilizie e sanzioni di cui al DPR 380/01. Destinazione an-

no 200654 ” Determinazione per l’applicazione del tributo comunale su pubblicità e pubbli-

che affissioni anno 200655 ” Determinazione aliquote ICI e le relative detrazionie agevolazioni anno 200656 ” Tariffe trasporto e mensa scolastica57 ” Proroga imposta pubblicità anno 200658 ” Presa d’atto decreto sindacale n. 3/06 di conferimento incarico sig. S. D’Auria59 ” Nomina commissione per l’avvio a selezione di n. 6 unità da utilizzare nel C.S.L.

– L.R. n. 29/9660 ” Costituzione in giudizio ricorso sigg. Angellotto/i contro comune di San Felice

Circeo. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 44..664466,,4477)61. ” Angellotto/i + 3 contro comune di San Felice Circeo. Ricorso d’urgenza ex art.

700 C.P.C. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 995522,,0000)62. 20/03/06 Individuazione posizioni apicali e applicazione ammontare indennità di posizio-

ne63 ” Approvazione gettone di presenza commissione Edilizia Residenziale Pubblica64 ” Rinnovo incarico Nucleo di Valutazione anno 2006 (€ 1111..336622,,0055)65 ” Contributo Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci – P.O.F. (€ 550000,,0000)66. ” Contributo Circolo Bocciofilo Montenero 04 per gara bocce (€ 550000,,0000)67 ” Costituzione in giudizio De Iulio Armando. Nomina Legale (avv. Di Prospero €

11..881199,,1133)68 ” Contributo Ass. Poliportiva Circeo per manifestazione sportiva (€ 550000,,0000)69 24/03/06 Elezioni Politiche. Spazi affissioni Senato70 ” Elezioni Politiche. Spazi affissioni Camera71 ” Patrocinio Ass. AIRC per distribuzione azalee giorno 14 maggio 0672 ” Rettifica delicera n. 221 de 23/12/0573 24/03/06 Manifestazione cieli aperti Porsche. Concessione patrocinio74 ” Contributo a favore di emigrato reimpatriato75 ” Patrocinio fiera B.go Montenero denominata “AgrifolKlore” organizzata dalla Ca-

sartigiani di Latina periodo dal 01/04/06 al 30/09/06 76 ” Approvazione progetto integrazione scolastica77 ” Autorizzazione al ricorso di cosidette formr flessibili di lavoro ed affidamento in-

carichi professionali settore urbanistico:1 unità - Istruttore Tecnico Geometra, Cat. C1 per esame Dichiarazioni Inizio At-tività Centro Storico (€ 33..337700,,0000 per mesi 6) 1 unità per attività professionali connesse allla determinazione dell’importo de-la sanzione di danno ambientale (€ 11..330000,,0000 + IVA e CPA / MESE)1 unità di lavoro idonea allo svolgimento di mansioni di Istruttore Tecnico Geo-metra (€ 1100..880000,,0000 per mesi 6)1 CO.CO.CO. per svolgimento attività dell’ufficio pianificazione che saranno rias-sunte in un progetto (€ 1100..000000,,0000 per mesi 6)2 professionisti nominati dalla regione Lazio per la valutazione e stima dei de-mani civici da alienare ai sensi della L. R. 1/86 (€ 551166,,4466 / PRATICA)6 unità – Istruttore Tecnico Geometra, Cat. C1 per attività connesse a pratiche dicondono (€ 22..880088,,0000/MESE/CADAUNO)

78 30/03/06 Proroga contratto Agenzia Obiettivo Lavoro per reclutamento Istruttore Direttivospecialista in attività assistenziali

79 04/04/06 Costituzione in giudizio per Decreto Ingiuntivo n. 233/06 Perrino Michele. No-mina Legale (avv. De Angelis - € 11..119922,,5500)

80 ” Costituzione in giudizio per Decreto Ingiuntivo n. 235/06 Perrino Michele. No-mina Legale (avv. De Angelis - € 11..119922,,5500)

81 14/04/06 Piano Territoriale Paesistico Regionale. Partecipazione dell’Ente ai sensi dell’art.23 comma 1 L.R. 24/98

82 ” Contributo gara tiro a piattello Ass.ne “Italcaccia”. (€ 11..000000,,0000)83 ” Contributo all’Ass.ne Prov.le e Reg.le Musicisti per concerto inaugurazione tea-

trino comunale. (€ 33..000000,,0000)

NN DDaattaa OOggggeettttoo84 ” Criteri procedurali sull’applicazione delle ulteriori detrazioni ai fini ICI sulla I^ ca-

sa. (Rif. delib. G.C. n. 55/06)85 ” Richiesta pareri di cui alla deliberazione di C.C. n. 11 del 21/03/2006. 86 21/04/06 14° anniversario inabissamento Cristo del Circeo – Patrocinio e contributo87 ” Pagamento differenza somme sig. Fabrizi Pietro – Restituzione capitale d’af-

franco terreno Pantano Marino (€ 22..220000,,0000)88 27/04/06 Affidamento servizio parcheggi a pagamento non custoditi anno 2006. 89 03/05/06 Patrocinio morale associazione Infinity Car Club90 ” 47° Congresso Distrettuale Lions – Distretto 108/L. Concessione patrocinio e

contributo (€ 11..000000,,0000)91 ” Campionato Italiano di Vela- classe Vaurien. Concessione patrocinio e contribu-

to (€ 550000,,0000)93 12/05/06 Implementazione cap. 80/8. Prelievo dal fondo di riserva.94 ” Patrocinio morale D.P. Promotion – Miss Motorissima 2006. Manifestazione del

03 e 04 giugno 2006.95 ” Adeguamento tariffe spese diritti di segreteria e di istruttoria pratiche settore ur-

banistico.96 ” Lavori di realizzazione rotatorie intersezione strade della migliora 58 e della mi-

gliora vecchia. Approvazione progetto definitivo.97 ” Lavori di realizzazione palestra polifunzionale a servizio del plesso scolastico di

Borgo Montenero. Approvazione progetto definitivo 1° stralcio.98 ” Patrocinio all’Ass.ne culturale “L’Isola di Eea” manifestazione carnevale 2006.

(€ 330000,,0000 – la cifra viene prelevata dal cap. 1440/1 C.B. 1.10.04.05 - Contri-buti a famiglie disagiate)

99 ” Affidamento incarico per progettazione tecnica per la sistemazione dell’area an-tistante la cava di pietra del Brecciaro. (arch. Cicconi, geom. Montalbano - €1122..336600,,0000)

100 ” Affidamento incarico professionale esterno per la individuazione e progettazio-ne preliminare e definitiva ed esecutiva di aree da destinarsi a parcheggio ed al-la sosta di veicoli a motore. (arch. Cicconi, geom. Montalbano, arch. De Angelis,ing. De Micco - € 6600..000000,,0000)

101 ” Lavori di messa in sicurezza di Via Terracina (Via Badino) Approvazione pro-getto preliminare.

102 ” Piano attuativo di sviluppo e di riqualificazione ambientale del tratto di litoraledefinito dal Viale Europa. Determinazione sulla fase A) preliminare.

Delibere Consiglio Comunale07 16/03/06 Verbale di seduta deserta08 21/03/06 Interrogazioni09 ” Approvazione Regolamento sul Procedimento amministrativo10 ” Concessione alla Coop. Il Fringuello della trasformazione del diritto di superficie

sull’intero lotto di terreni distinto al N.C.T- fg. 21 part 79211 ” Autorizzazione alla Giunta per l’acquisizione di pareri legali in ordine alla fatti-

bilità e ai possibili contenuti anche economici di un eventuale accordo transatti-vo con la soc. Coop. Circeo 1°

12 ” Modifica art. 5 Regolamento per il Centro Sociale Anziani13 ” Modifica regolamento comunale per la concessione di contributi ed altri benefi-

ci economici14 06/04/06 Interrogazioni.15 ” Verifica qualità e quantità di aree di fabbricati da destinarsi alle residenze, alle

attività produttive e terziarie. Legge 167/62 e Legge 865/71 e s.m.i.16 ” Schema elenco annuale del piano triennale delle OO.PP. 2006/2008. Approva-

zione.17 ” Bilancio annuale di previsione esercizio 2006 relazione revisionale e program-

matica e bilancio pluriennale anni 2006/2008. Allegato al Bilancio: esame edapprovazione.

18 ” Nomina componenti collegio di revisione economico finanziario periodo2006/2009 (dal 10/04/2006 al 09/04/2009)

19 ” Piano di individuazione delle sottozone a diversa vocazione e suscettività pro-duttiva di cui all’art.52 della L.R. 38/99 e s.m.i.. Adozione piano di zonizzazio-ne agricola. Punto ritirato.

20 ” Alienazione relitto di terreno ricadente nell’area di vigna la corte alle sigg.reM.B. Mazza e G. Parrini. Punto Ritirato

21 ” Regolamento per l’utilizzo delle strutture di proprietà comunale22 ” Istituzione servizio parcheggio a pagamento senza custodia nel periodo dal

01/05/06/ al 15/09/0623 28/04/06 Interrogazioni.24 ” Comunicazione prelievo dal fondo di riserva anno 2006.25 ” Esame ed approvazione regolamento per il funzionamento del servizio di eco-

nomato.26 ” Esame ed approvazione regolamento di contabilità.27 ” Riconoscimento debiti fuori bilancio. Sentenza Giudice di pace di Terracina c/ac-

certamento violazioni al c.d.s.28 ” Idem. Atto di precetto Avv. Pernigotti.30 ” Piano di individuazione delle sottozone a diversa vocazione e suscettività pro-

duttiva di cui all’art.52 della L.R. 38/99. Adozione piano di zonizzazione agri-cola.

32 ” Adozione nuovo regolamento edilizio comunale.33 ” Adozione progetto definitivo del piano colore e regolamento per la riqualifica-

zione del Centro Storico.34 ” Approvazione perizia di alienazione Sig. Cestra Agostino.35 ” Idem: Cestra Marina.36 ” Idem: Nori Enzo.37 ” Idem: Ventura Alessandro.38 ” Idem: Olivieri Marco.39 ” Idem: Olivieri Andrea.40 ” Idem: Beltramini Davide.41 ” Modifica al regolamento del premio letterario internazionale “la Cultura del Mare”.

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1133

INTRATTENIMENTO

Personaggi Tipici - Oroscopo

Durante l’anno santo del 1950, un giorno, di pri-ma mattina, partì da S. Felice Circeo un auto-

pullman carico di paesani, diretto a Roma. Erano unaquarantina di pellegrini e tra questi c’erano i duecompari Memmo e Peppuccio e Marianna, la furnara.Dopo aver assistito ad alcune funzioni religiose, avervisitato la basilica di San Pietro, la piazza ed il colon-nato, appropinquandosi l’ora del pranzo, i due com-pari proposero di andare a mangiare in una trattoriadi loro conoscenza.Vi erano stati già due volte: in occasione della festadei lavoratori ed in quella del raduno dei coltivatoridiretti del Lazio. “Lì si mangia bene” - disse Memmo- e “Non si spende tanto” -aggiunse Peppuccio - .Una diecina di compaesani li seguirono e tra questiMarianna. Mentre erano seduti a tavola, in attesa diessere serviti, Marianna chiese ai compari, che cono-scevano l’ambiente, dove avrebbe potuto trovare ungabinetto. L’accompagnarono al bagno, situato in uncortiletto all’esterno della trattoria e poiché quelgiorno la serratura della porta non funzionava, si im-provvisarono guardie: “Marianna! vai tranquilla e fa ituoi comodi! noi non permetteremo a nessuno di en-trare” Ad un tratto Marianna uscì fuori dal bagno ur-lando: “Ha scuppate la fiumara” (è scoppiata la fiu-mara). Era successo che Marianna aveva afferrato,con la mano destra, la catenella, con l’intenzione disollevarsi, ma l’abbassamento di questa aveva causa-to lo svuotamento del cassonetto con conseguente

inondazione della tazza.Memmo e Peppuccio, riden-do, spiegarono a Mariannache, nel frattempo si era ri-assettata, il “marchinge-gno” della catenella con lavaschetta dell’acqua.Una volta riavutasi dallospavento, Marianna fece loro la seguente proposta:“Se me prumettate ca nen raccuntate a nesciune chi-stu fatte, per recumpenza ve tonghe nu canasciunet-te peto (per ciascuno), duie vote la settimana. I dueaccettarono volentieri la bella offerta e giurarono ditenere la bocca cucita.Così, la mattina, prima di andare al lavoro, i due sipresentavano al forno e Marianna consegnava a cia-scuno un fragrante e gustoso canascionetto, imbotti-to di salsiccia, di pancetta o di prosciutto, secondo iloro desideri.“Marianna! La prossima volta lo vogliamo imbottito dipecorino fresco”. - “Va bene! V’accuntente, ma m’ar-raccumanne però...” e con il dito indice della manodestra portato sul naso, li invitava al silenzio, a man-tenere il segreto.La pacchia dei compari durò alcuni mesi, finché unasera, durante una passatella, forse perché alticci, ri-velarono il segreto.II racconto dell’avventura di Marianna, con l’aggiuntadi tinte colorate, fece subito il giro del paese ed in

breve arrivò anche alle orecchie della protagonista.Quando, il giorno convenuto, i due si presentarono, perritirare il solito canascionetto, furono aggrediti dallafurnara: “Mascalzoni! Delinquenti! nen site state capa-ce de tene duie cice a mocca!” (non siete stati capacidi tenere due ceci in bocca). Venate! Ca ve je tonghepure jù Ganascione, ma ambuttite de velene!”“Ma! Vedi Marianna! non siamo stati noi a...” - “Ahnoh! E chi è state allora, ju diavele?! e mò, fora dequa e subbete!” e afferrato l’arnese che serve ad in-fornare e sfornare il pane, “Ca sennò, cu sta pala, verompe la capoccia a tute e duie”.I compari furono costretti a squagliarsela rapidamente,rammaricandosi amaramente di aver violato il patto. ■

ddaa OO’’KKEEAA’’MMUUSSddii AAnnddrreeaa DDee SSiissttii

ArieteLe stelle promettono un profondo cambiamento nella vostra vita affettiva e vi aiu-teranno a fare la scelta giusta in amore. Marte, in buon aspetto col vostro sole, virenderà più dolci e moderati. Salute: ottima forma. (dal 21/3 al 20/4)

ToroUna Venere smagliante vi suggerisce la strada della tenerezza e dell’armonia, nonsolo in amore, ma anche nei rapporti in generale. Non mescolate interessi e sen-timenti. Ottimo periodo per chi studia. (dal 21/4 al 20/5)

GemelliIl favorevole influsso di Saturno e Marte manterrà alto il livello delle vostre azioninel consolidare gli affetti e le situazioni lavorative. In amore: i nuovi incontri po-trebbero trasformarsi in legami veri. Siete pronti? (dal 21/5 al 21/6)

CancroLe magiche energie di Giove si espandono fuori e dentro di voi rendendovi sim-patici, affascinanti e intriganti. La vita amorosa potrebbe essere rivoluzionata. Levostre qualità sono vincenti nel lavoro e nel denaro. (dal 22/6 al 22/7)

LeoneDopo aver chiarito un malinteso, ritornrrà la magia della seduzione e l’amore saràpiù stabile e sereno. L’aiuto positivo di Saturno vi renderà più costruttivi, ma l’e-nergia nebulosa di Nettuno vi chiede scelte oculate e chiare nell’ambito del lavo-ro e negli affari. (dal 23/7 al 23/8)

VergineSarete animati da uno spiccato ottimismo e dal desiderio di aprirvi di più col vo-stro partner, grazie a Giove e a Venere molto favorevoli nel vostro cielo. Fateattenzione al denaro che entra … ma che purtroppo esce anche! (dal 24/8 al22/9)

BilanciaNel vostro cielo … solo stelle positive che vi promettono realizzazioni importan-

ti: progetti di lavoro e soluzioni di problemi ancora in sospeso. Atmosfera serenanel vostro rapporto di coppia. Situazione finanziaria rassicurante. (dal 23/9 al22/10)

ScorpioneGiove ed Urano, brillanti, vi consigliano di prendere al volo le occasioni fortunatein amore e nel lavoro. Forse, alcuni del segno si sposeranno … altri dovrannochiarirsi le idee, ma le storie appassionate non vi mancheranno. (dal 23/10 al22/11)

SagittarioLa vostra vita sociale sarà ricca d’impegni e d’incontri. Favoriti i viaggi e nuoviamori. Saturno vi sarà utilissimo per realizzare progetti concreti. Siate solo un po’più organizzati e non disperdete utili energie. (dal 23/11 al 21/12)

CapricornoTroverete la formula giusta per coniugare praticità e piacere personale. Venereraggiante vi inclina ad una vita sociale intensa e brillante. Guadagni soddisfacentie successi nel settore professionale. Buona salute col “buonumore”. (dal 22/12al 20/1)

AcquarioL’intelligenza, spiccata nel nativo acquario, vi aiuterà a superare alcune difficoltàdi questo mese. Momento di crisi in amore dovuta ad una divergenza o a proble-mi personali. Provate a parlarne; sarà più facile appianare tutto. (dal 21/1 al 19/2)

PesciSarete alla ricerca di nuovi spazi e nuovi stimoli per soddisfare una vostra ispira-zione. Urano, nel vostro segno, promette colpi di scena, di fulmine e di fortuna.Siete pronti ad accoglierli? (dal 20/2 al 20/3)

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1144

SPORT

Calcio/Maratona

Calcio

C’era una volta la CirceDopo cinque stagioni in Promozione si torna in Prima Categoria

C’e r au n av o l t a

la Circe, perché il“malinconico tra-monto” della

squadra sanfeliciana somigliasempre di più alla fine di quell’e-popea raccontata e descritta inmodo magistrale in un famosofilm di Sergio Leone. Il”giocatto-lo” si è rotto, ed ora si porta die-tro il suo fardello fatto di rimpian-ti, accuse e processi che nulla tol-gono e nulla danno, ma lascianotutti coloro che hanno a cuore lesorti del sodalizio rosso blu inuno stato di prostrazione e smar-rimento. Dopo cinque stagioni vis-sute in Promozione, si torna me-stamente e con la “coda tra legambe” in Prima Categoria, uncampionato che alla luce di quan-to programmato l’estate scorsa inoccasione della campagna acqui-sti è difficile da accettare. Un gi-rone di ritorno inguardabile,un’involuzione tecnica e di men-talità che hanno fatto sprofondarela Nuova Circe sempre più giù, lamancanza della presa di coscien-za di una situazione che andavadegenerando, la convinzione sba-gliata e visionaria di chi, nonaprendo gli occhi, ha continuato aguardare a quella vetta ormai lon-tana ed irraggiungibile perdendodi vista la realtà delle cose. Comeaddetto stampa della Nuova Circe,riconosco di trovarmi in un certoimbarazzo, anche perché se non èmia abitudine salire sul “carro delvincitore” quando le cose vannobene, ancor meno mi piace “spu-tare nel piatto” in cui mangio. Inquesta squadra ci sono degli ami-ci, dei ragazzi con cui ho condivi-so tanti momenti e per questomotivo sento di avere “ la spadadi Damocle” della mia coscienza,sulla testa. Ritengo però doverosauna disamina un po’ cruda, dallaquale non potrò esimermi, perchéla retrocessione maturata in unmodo così assurdo, è difficile dadigerire. Dopo i 21 punti del giro-ne d’andata, la formazione di mi-ster Lauretti ha ottenuto appena12 punti in quello di ritorno, conpoche reti all’attivo, alcune dellequali come conseguenza dei calcidi rigore trasformati, con le soleed uniche vittorie nella trasfertadi Tecchiena e nella gara interna

con il Torrice, con le sconfitte in-decorose sui campi delle ultime inclassifica (il Sant’Apollinare e laTerra di San Benedetto) con i ri-sultati maturati in conseguenza diprestazioni disarmanti. Una squa-dra che non ha fatto del gruppo lasua forza, la mancanza d’elemen-ti di grande personalità e con uncarattere combattivo in grado diprendere in mano la situazione edi spronare gli elementi più timo-rosi nei momenti difficili. Ci haprovato Palmieri, con il suo cari-sma e la sua voglia di non molla-re, ma ha “predicato nel deserto”e quasi mai è stato seguito daisuoi compagni che troppo spessohanno subito la maggiore intra-prendenza degli avversari, noncapendo che era arrivato il mo-mento di riporre il fioretto e disfoderare la sciabola. L’anarchialatente vista in campo, che ha tra-sformato la Circe in un’armataBrancaleone, è stata lo specchiofedele di quanto espresso nel la-voro settimanale nel quale è ve-nuta a galla l’assoluta mancanzadi una “cultura del lavoro”, una”carenza atavica” insita nei cro-mosomi di troppi calciatori. A Da-rio (mister Lauretti) per il qualeho la stima che deriva dalla pas-sione che ci ha sempre messo,dall’infinito ottimismo, dal rappor-

to fraterno che ha con i ragazzi,voglio dire che gli errori che a mioavviso ha commesso, sono nasco-sti in modo neanche così velato inqueste poche righe che lo riguar-dano…Sicuramente, mantengoun buon ricordo di tutti, anche seuna parola in più la vorrei spen-dere per i più piccoli della compa-gnia, che in questa sfortunata av-ventura sono quelli che hannoavuto il merito di accrescere edaffinare le proprie qualità inte-grandosi a meraviglia nell’ambitodel gruppo e facendosi apprezza-re da tutti. I due ragazzi in que-stione sono Beltramini e Rossi,appena 18 anni, i quali hannoavuto il merito di essere chiamatidalla Lazio per un provino subitodopo l’indimenticabile partita gio-cata a Formello contro la primasquadra e sono diventati ben pre-sto gli elementi più importantidella rappresentativa giovanileprovinciale. Quello che accadràdopo una delusione così cocente,è presto per dirlo, ma si vive conla sensazione che un’epoca sia fi-nita ed il “vento del cambiamen-to” che verrà, porterà via misterLauretti e con lui, forse, i pochisuperstiti di quella Circe che sfio-rò l’Eccellenza ed allora qualcunocapirà perché…C’era una volta laCirce… ■

ddii TToommmmaassoo DDii PPrroossppeerroo

NuotoUn campionein crescitaEmiliano Di Prospero

Per il giovanissi-mo ragazzosanfe l i c iano ,

appena dodici anni, c’èstata nell’ultimo announa notevole crescitasia sul piano puramen-te tecnico sia su quellocronometrico. In effet-ti, Emiliano si trova inquale fase della sua vi-ta nella quale il miglio-ramento delle qualitàtecniche è supportatodall’aumento del volu-me dell’allenamento. Irisultati non si sono

fatti attendere, ed ora, il “piccolo campione”comincia a vedere i frutti di tanta fatica ed a to-gliersi molte soddisfazioni. I primi risultati sisono visti nel primo e secondo Meeting Regio-nale Primaverile che si sono svolti nella piscinacomunale di Latina. Nel primo dei due meeting,Emiliano, nella categoria Esordienti ha ottenu-to sull’impegnativa distanza dei 200 metri astile libero un tempo vicino ai 2 minuti e 45 se-condi, mentre nella seconda manifestazione re-gionale sempre nello stile libero, ma sulla di-stanza più corta dei 100 metri, ha ottenuto untempo di 1minuto e 14 secondi con cui ha pol-verizzato il suo precedente personale, abbas-sandolo di sei secondi, poi, in modo strepito-so, ha ottenuto un risultato eccellente nei 100metri dorso, nei quali grazie al tempo di 1 mi-nuto e 19 secondi si è attestato ai primissimiposti della sua categoria. Emiliano si è confer-mato sui suoi migliori tempi in occasione delterzo Meeting Regionale Primaverile che si èsvolto nella piscina di Colleferro. Infine, il gio-vane campione, ha espresso tutto il suo poten-ziale nel Trofeo Giovannini, nel quale, sui 100metri misti è riuscito a ritoccare sensibilmenteil suo personale, con il cronometro che ha fat-to segnare un tempo di poco inferiore ad 1 mi-nuto e 24 secondi. La crescita del ragazzo èevidente e siamo convinti che se Emiliano man-terrà viva la voglia di misurarsi con gli altri ra-gazzi della sua età, troverà sempre nuove ri-sorse per continuare a migliorarsi. ■

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CalcioIl Montenero calciospera nel ripescaggioDopo un meritato secondo posto

Èstata una grande stagione quella della matricola del borgo che,dopo la promozione in Seconda Categoria, ora, grazie al meritato

secondo posto ottenuto, ha delle concrete possibilità di essere ripe-scata in Prima Categoria, dove per ironia della sorte potrebbe ritrovar-si a giocare dopo tanti anni un derby con la Nuova Circe. E’ stata una“marcia trionfale” quella del Montenero che grazie ad una program-mazione oculata da parte dei suoi dirigenti, con in testa il presidenteGianfranco Benetti, alla guida di un tecnico capace ed ambizioso comemister Vinciguerra e ad un gruppo di calciatori validi è riuscita ad otte-nere un secondo posto che potrebbe aprire le porte per la categoriasuperiore. Il campionato, vinto dall’Atletico Sabotino, un’altra neopro-mossa, ha visto il Montenero duellare per buona parte della stagionecon la Virtus Cisterna che dopo un sonoro 3-0 inflittogli dalla squadradel borgo, ha dovuto abbandonare ogni velleità e speranza di ottene-re il piazzamento d’onore. Il Montenero ha espresso un calcio grade-vole e si è contraddistinto per la grande vena realizzativa dei suoi at-taccanti ed in particolare del tridente formato da Soukrat, Severini eCrescenzo. Il Montenero aspetta e sogna… ■

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TEMPO LIBERO

Lo spazio della città

IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1155

Primo romanzo di questa giovane autrice (Lauren Wei-sberger), in poche settimane ha fa fatto il giro del mon-do, diventando il best seller culto in stile Sex and The

City, brillante, ironico, a tratti grottesco, ma fin troppo reale nel-la descrizione di un mondo dove la superficialità, l’invidia, lacattiveria la fanno da padroni.E’ la sfavillante realtà di Miran-

da Priestly, arcigna, egocentrica, prepotenteguru della moda mondiale, direttrice del setti-manale di moda, più venduto in America,“Runway” .Quando Andrea Sachs, ventritrè anni, una lau-rea e il sogno di diventare scrittrice, bussa al-la porta della Elias – Clark e accetta di lavora-re come assistente di Miranda, non sa che lasua vita cambierà. In un vero e proprio inferno. Imparerà a cam-minare su vertiginosi tacchi a spillo barcame-nandosi tra un fidanzato amorevole e premuro-so, un’ amica bisognosa di conforto e, allostesso tempo, soddisfando gli innumerevolicapricci del suo capo, a tutte le ore del giornoe della notte. Fino a scoprire che la sua vita staandando a rotoli… ■

OORRAA LLEEGGAALLEEddii AAnnttoonniioo DDii SSaallvvoo

LLaa DDeennuunnzziiaa ddii nnuuoovvaa ooppeerraa ee llaa DDeennuunnzziiaa ddii ddaannnnoo tteemmuuttoo //44

Dopo avere esaurito le azioni possessorie (di reintegrazione e di manutenzione), ci avviciniamo alle azio-ni di nunciazione di cui all’art. 1171 c.c. (denunzia di nuova opera) ed art. 1172 c.c. (denunzia di dannotemuto).

Per ragioni di spazio, divideremo l’analisi in due articoli distinti; cominciamo con la denunzia di nuova opera (art. 1171c.c.), rinviando al prossimo numero la denunzia di danno temuto (art. 1172 c.c.).Entrambe le azioni si articolano in due fasi, la prima di natura cautelare che si esaurisce con un provvedimento provviso-rio e la seconda che si svolge secondo le regole del processo ordinario di cognizione.L’art. 1171 c.c. prevede che: «… Il proprietario, il titolare di altro diritto reale di godimento o il possessore il quale ha ra-gione di temere che da una nuova opera, da altri intrapresa sul proprio come sull’altrui fondo, sia per derivare danno allacosa che forma l’oggetto del suo diritto e del suo possesso, può denunziare all’autorità giudiziaria la nuova opera purchèquesta non sia terminata e non sia trascorso un anno dal suo inizio …» (cfr. art. ult. rich., comma I).I soggetti legittimati ad esperire l’azione di denunzia di nuova opera sono: - il proprietario;- il titolare di un diritto reale di godimento;- il possessore.Se taluno di tali soggetti ha ragione di temere che da una nuova opera da terzi intrapresa, sul proprio o sul fondo altrui,stia per derivare danno alla cosa oggetto del suo diritto o del suo possesso, può denunziare il fatto all’autorità giudizia-ria che, previa sommaria cognizione del fatto, può, posto che l’opera sia già iniziata ma non ancora terminata e non siatrascorso un anno al suo inizio: - vietare la continuazione dell’opera intrapresa, ordinando a chi ha promosso l’azione (attore) di depositare, a titola dicauzione, una somma di denaro;- consentire la continuazione dell’opera intrapresa, ordinando al terzo (convenuto) di provvedere a depositare la cauzio-ne.Per cui in sede di giudizio definitivo, avremo che:- se risulterà soccombente l’attore, questi è tenuto a risarcire al convenuto il danno causato dalla sospensione dei lavori;- se risulterà soccombente il convenuto, questi sarà tenuto a farsi carico delle spese di demolizione per ripristino dell’ori-ginario stato dei luoghi e dell’eventuale risarcimento dei danni provocati alla cosa e/o all’attore. ■

AANNGGOOLLOO DDEELLLLAA PPOOEESSIIAA

Il libro più letto

Il diavolo veste Pradaddii AAlleessssiiaa BBrraavvoo

Zuppa di verdura

Ingredienti:

300 grammi di patate novelle2 zucchine300 grammi di piselli freschi sgranati200 grammi di fave fresche sgranate4 carciofiuna cipolla frescaqualche foglia di bietauovaoliosaleparmigianopaneacqua

Riunite inuna pentolale verduremondate, la-vate e tagliate a tocchetti, coprite diacqua, aggiungete il sale e circa 100grammi di olio. Lasciate cuocere perun’ora circa. A cottura ultimata, sgu-sciate un uovo per ogni persona la-sciandolo cadere nella zuppa. Coprite,lasciate sul fuoco ancora un minuto espegnete. Versate la zuppa di verdurain una terrina nella quale avrete ada-giato delle fette di pane raffermo e co-spargete con abbondante parmigianograttugiato. ■

da “LA VISCOTTARicette di San Felice Circeo”

di AAnnggeellaa BBaassssaannii .

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ÈÈ nnoottttee ffoonnddaa,,nneell ssiilleennzziioo ppiiùù aassssoolluuttoocchhee ttuuttttoo cciirrccoonnddaa,,ssoolloo vvàà qquuaassii ssppeerrdduuttoo::uunn uuoommoo ccaannttaannddoo ……

DDaavvaannttii aa sséé,,ssttrraaddee rriicccchhee ddii ssaassssii;;ddiieettrroo ddii sséé,, ll’’eeccoo ddeeii ppaassssii,,ddiissppeerrddeerrssii ggrraaddaattaammeennttee nneellll’’aarriiaa..

LLaa ssuuaa oommbbrraa,,ttrreemmuullaa,, pprrooiieettttaattaa ddaallllaa ttiimmiiddaa lluunnaa,,ssvvaanniissccee nneellllaa ppeennoommbbrraa..LLoo aassccoollttaa ppeerr ffoorrttuunnaa::uunn ggaattttoo iinnnnaammoorraattoo..

PPooii,, ppiioovvee ppuurree……MMaa ccaammmmiinnaa ccaannttaannddoo,, ccaammmmiinnaa;;sseennzzaa oorrcchheessttrraa,, eeppppuurree……LLaa ssuuaa vvooccee ppeelllleeggrriinnaa,,eecchheeggggiiaa ssoottttoo llaa ppiiooggggiiaa..

NNoonn rriicceevvaa ccoonnggrraattuullaazziioonnii,,ll’’aaccccaarreezzzzaa iill vveennttoo;;nnoonn cceerrccaa aaffffeerrmmaazziioonniiee pprroosseegguuee nneellll’’iinntteennttoo……MMaa,, ppeerr cchhii ccaannttaa??

SSeerreennaattaa aa nneessssuunnoo……SSeerreennaattaa ffoorrssee…… aallllaa vviittaa!! ……

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Compleanni33 ggiiuuggnnoo.. Auguri a Camilla per i suoi sette anni da Chiara e Samuele.44 ggiiuuggnnoo.. A Mirko tanti auguri di buon compleanno da Chiara e Samuele66 ggiiuuggnnoo Alla mia cara sorellina Valentina, per i suoi 22 anni, Tanti auguri da Matteo.77 ggiiuuggnnoo.. Auguri ad Alfredo Smith per il compleanno dalla moglie, figli, genero e nipoti.99 ggiiuuggnnoo.. Auguri di buon compleanno alla dolcissima Chiara da mamma, papà e SamueleBuon compleanno ad Alessia Ceglia il 1100 ggiiuuggnnoo da zia Annamaria.All’amore delle nonne, Tanti auguri di compleanno a Jacopo Di Maggio il 1100 ggiiuuggnnoo.1100 ggiiuuggnnoo.. Buon compleanno a Rinaldo Bonavigo dalla sua adorata moglie.1111 ggiiuuggnnoo.. Buon compleanno al nostro supercugino Luca da Chiara e Samuele.1133 ggiiuuggnnoo.. Tantissimi auguri a Claudio Pedrollo per i suoi 70 anni dalla famiglia.1166 ggiiuuggnnoo.. Buon compleanno a Giuliana Loriato dalla cognata Alberica.2200 ggiiuuggnnoo.. Ad Antonella la zia più affascinante, auguroni dai nipoti, sorelle, fratelli, mamma,figli, marito, ecc. … insomma proprio da tutti.Buon compleanno ad Annamaria Ceglia dai suoi familiari il 2233 ggiiuuggnnoo.Maurizio D’Alessandro il 2266 ggiiuuggnnoo compie gli anni. Tanti Auguri dalla famiglia.Buon compleanno il 99 lluugglliioo a Graziella Guerra da tutti coloro che le vogliono bene.Il 1100 lluugglliioo compie gli anni il nostro amato papà Felice Ceglia. Tanti auguri dalla famiglia.A Romano De Carolis, il 1155 LLuugglliioo, tanti auguri di buon compleanno dal piccolo Felice. Il 2211 lluugglliioo.. Adele Capponi compie 98 anni, auguri affettuosi da parte dei figli e dei soci del-l’Associazione “Il Centro Storico”.Tanti auguri di buon compleanno il 2222 lluugglliioo alla simpatica Giulia Casabona da Ilenia e Giulia..2222 LLuugglliioo. Augurissimi!! Al mio super-cugino Alessio per i suoi 15 anni, da Sharon.2299 LLuugglliioo.. Alla piccola peste di casa Marchiotto, tanti auguri di buon compleanno a Jacopo conla speranza che diventi con il tempo più tranquillo. Le cuginette Giulia, Rossana e Giordana.

Anniversar ioIl 2266 aapprriillee, Antonio Ceci e Loredana Cappo-ni hanno festeggiato il 25° anniversario delloro matrimonio. Auguri dai figli Fabio eFrancesca, dai fratelli e dalla sorella, dai co-gnati e dalle cognate.

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Mio padre amava molto il mare del Circeo. Spesso al tra-monto usciva con la piccola barca a remi, che in segui-to in una mareggiata si infranse contro gli scogli, se-guiva le scogliere fino a perdersi alla vista d’occhio. An-dava con noi a gettare le reti per belle pescate di triglie,dentici, polpi, maccarelli. Stavamo attenti a seguire conle reti i confini subacquei tra scogli e sabbia, perché erail punto dove si prendeva più pesce. A casa si cucinavail pesce pescato e mio padre era un maestro in questamansione, poi tutti intorno ad un grande tavolo roton-do di castagno (che oggi si trova nella casa di Tivoli) simangiava in allegria spesso con ospiti e amici, perso-naggi del luogo e clienti di lavoro, ecc..Quando era al Circeo amava la vita semplice ed all’ariaaperta, vita di mare.Gemini lo incaricò anche di eseguire altri lavori che luisvolgeva sempre per amore del Circeo senza nulla ri-cevere di compenso, lo offriva con piacere alla comu-nità del luogo. Conosceva e simpatizzava con l’on.leAndreotti che incontrava in occasione delle tante mi-gliorie che egli apportava al Circeo: acqua, strade,scuole, ecc.Concludo con un auspicio di pronta ripresa del Circeo,quale meraviglioso luogo nei pressi di Roma, ancheperché le mie nostalgie mi indurranno inevitabilmentea ritornarci presto.. ■

segue dalla pag. 2

Clemente Busiri Vici 2222 lluugglliioo 22000066

Auguri

per i tuoi

novanta anni!!!

Vincenzo Capponi

i figli, le nuore, i generi, i nipoti e i pronipoti

R I S T O R A N T EAl Convento

di Lolita Capponi

Piazza Mazzini, 4 (Centro Storico) - 04017 San Felice Circeo (LT) - Tel. 0773/546167 - 348.9185443