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Provincia pag 3 San Gervasio » 4 Bassano » 5 La Ferrovia » 6 Calendario bresciano » 8 Manerbio » 10 Offlaga » 11 Pontevico » 12 Sport e cultura » 13 Spigolature » 14 Padernello » 16 L’insostenibile leggerezza dell’essere Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Dicembre 2008 - numero 11 Bar Basilio, una storia con origini lontane nella quale si dimostra come il turn over generazionale va a bene- ficio dell’aziende di famiglia. Oggi l’impresa è gestita dai fratelli: Ro- berto, Giorgio e Lorella, impegnati nella Privativa, nel Bar e nel Corner di scommesse sportive, in via Matte- otti. L’avventura cominciò negli anni Trenta del secolo scorso dalla Tratto- ria La Buca di via Dante, con nonno Basilio Bonizzoli e nonna Cecilia, che successivamente trasferivano l’attività in prossimità dei nuovi edifici costru- iti dalla Marzotto per il tempo libero dei propri dipendenti: cinema, do- polavoro, tennis, piscina, asilo-nido, nuovo villaggio. Fu scelta avveduta, ereditata da Ferruccio che col contri- buto della moglie Elena, ampliò gli interessi dell’azienda, trasferendola recentemente ai figli: Roberto, Lorel- la, Giorgio. Ragazzi che non hanno dormito sugli allori. Hanno a loro volta immesso nell’impresa nuove idee sviluppandola com’è oggi. Il la- voro non s’è fermato all’ambito fami- gliare. I fratelli, tutti con famiglia, e figli che crescono, non tralasciano di occuparsi anche della vita del paese. Roberto Bonizzoli, in particolare è impegnato in attività sindacale: a quarantanove anni, da un paio di lustri, è presidente dei commercianti, delegato localmente dell’Associazio- ne commercianti della Provincia di Brescia ed in politica è impegnato nel direttivo di Manerbio dell’Udc. Un settore, il commercio, da anni in grandi, quanto gravi, preoccupazioni. “La clientela si va assottigliando. I negozi chiudono poiché non reggono la concorrenza della grande distri- buzione”. Se ne parla con Roberto. Intravedete barlumi di speranza? “E’ un discorso complesso. La nostra Associazione provinciale l’ha affron- tato portando avanti un’intesa con la Regione sul bando dei “Distretti del commercio” finalizzati a promuovere la competitività e l’innovazione dei sistemi distributivi nelle aree urbane della Lombardia”. Intervista Direzione: Vania Boglioli Edizioni “La Pianura” - Via Carducci, 2 - San Paolo (Bs) Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs) Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] Autorizzazione N° 50 del Tribunale di Brescia del 06/12/2007 Sommario Il dott. Cesare Trebeschi, oltre che sindaco, è pure assessore all’urbanistica nel comune di Manerbio. In questa sua duplice veste, alcune setti- mane or sono, ha proposto al consiglio comunale l’adozione di un piano attuativo in variante al Piano Regolatore vigente ri- guardante la cascina Ceresole. In parole povere il piano adottato prevede di radere al suolo la cascina per costruire un bel po’ di case a schiera. A sostegno di questa scelta, il nostro sinda- co ha sostenuto che era possibile demolire la cascina Ceresole in quanto la stessa non rivestiva caratteri di storicità. Il nostro sindaco, che è laureato, ligio a norme di legge, nonché rispettoso delle nostre tradizioni, non è arrossito mentre affermava questa singolare “verità”. A noi è però crollato il mondo addosso. La prima cosa che ci siamo detti è stata: hai sempre sostenuto che le cascine sono la testimonianza della nostra cultura, sono le radici della nostra gente in quanto espres- sione storica. Ed adesso la rivelazione: non è vero niente. Oppressi dalla insostenibile leggerezza della nostra ignoranza, ci siamo coricati con un profondo senso di disagio. La mattina successiva abbiamo avuto l’ardi- re di tempestare di telefonate gli amici che ne sanno più di noi ed abbiamo compulsato i libri di storia locali. Ecco il risultato di questa breve indagine. La cascina Ceresole risulta presente nel catasto unitario (fine ’800), in quello au- striaco (metà ’800) e in quello napoleonico (inizi ’800). Questa prima notizia dovrebbe fare giu- stizia dell’incauta affermazione del nostro sindaco. Non contenti però di questo primo risulta- to, abbiamo pregato amici e conoscenti di approfondire il tema. Nel prossimo numero renderemo conto degli ulteriori esiti della ricerca. Post scriptum. Dimenticavamo di dire che al momento della votazione si è assentato il capogruppo di maggioranza. Forse perché è parente dei proprietari della cascina? Il mondo contadino di Giacomo Bergomi A Leno, da Novembre 2008 a Marzo 2009 Il Calendario manerbiese 2009 in distribuzione gratuita presso la libreria Quarto Stato segue a pag. 9 segue a pag. 13 In collaborazione con: I.S.Lo. Istituto di studi locali di Manerbio G. S. A. Gruppo Storico Archeologico di Manerbio 2009 Calendario manerbiese

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L’insostenibile leggerezza dell’essere

Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Dicembre 2008 - numero 11

Bar Basilio, una storia con origini lontane nella quale si dimostra come il turn over generazionale va a bene-ficio dell’aziende di famiglia. Oggi l’impresa è gestita dai fratelli: Ro-berto, Giorgio e Lorella, impegnati nella Privativa, nel Bar e nel Corner di scommesse sportive, in via Matte-otti. L’avventura cominciò negli anni Trenta del secolo scorso dalla Tratto-ria La Buca di via Dante, con nonno Basilio Bonizzoli e nonna Cecilia, che successivamente trasferivano l’attività in prossimità dei nuovi edifici costru-iti dalla Marzotto per il tempo libero dei propri dipendenti: cinema, do-polavoro, tennis, piscina, asilo-nido, nuovo villaggio. Fu scelta avveduta, ereditata da Ferruccio che col contri-buto della moglie Elena, ampliò gli interessi dell’azienda, trasferendola recentemente ai figli: Roberto, Lorel-la, Giorgio. Ragazzi che non hanno dormito sugli allori. Hanno a loro volta immesso nell’impresa nuove idee sviluppandola com’è oggi. Il la-voro non s’è fermato all’ambito fami-gliare. I fratelli, tutti con famiglia, e figli che crescono, non tralasciano di occuparsi anche della vita del paese.Roberto Bonizzoli, in particolare è impegnato in attività sindacale: a quarantanove anni, da un paio di lustri, è presidente dei commercianti, delegato localmente dell’Associazio-ne commercianti della Provincia di Brescia ed in politica è impegnato nel direttivo di Manerbio dell’Udc. Un settore, il commercio, da anni in grandi, quanto gravi, preoccupazioni. “La clientela si va assottigliando. I negozi chiudono poiché non reggono la concorrenza della grande distri-buzione”. Se ne parla con Roberto. Intravedete barlumi di speranza? “E’ un discorso complesso. La nostra Associazione provinciale l’ha affron-tato portando avanti un’intesa con la Regione sul bando dei “Distretti del commercio” finalizzati a promuovere la competitività e l’innovazione dei sistemi distributivi nelle aree urbane della Lombardia”.

Intervista

Direzione: Vania BoglioliEdizioni “La Pianura” - Via Carducci, 2 - San Paolo (Bs)

Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs)

Pubblicazione mensile

E-mail: [email protected] N° 50 del Tribunale di Brescia

del 06/12/2007

Sommario

Il dott. Cesare Trebeschi, oltre che sindaco, è pure assessore all’urbanistica nel comune di Manerbio.In questa sua duplice veste, alcune setti-mane or sono, ha proposto al consiglio comunale l’adozione di un piano attuativo in variante al Piano Regolatore vigente ri-guardante la cascina Ceresole.In parole povere il piano adottato prevede di radere al suolo la cascina per costruire un bel po’ di case a schiera.A sostegno di questa scelta, il nostro sinda-co ha sostenuto che era possibile demolire la cascina Ceresole in quanto la stessa non rivestiva caratteri di storicità.Il nostro sindaco, che è laureato, ligio a norme di legge, nonché rispettoso delle nostre tradizioni, non è arrossito mentre affermava questa singolare “verità”.A noi è però crollato il mondo addosso.La prima cosa che ci siamo detti è stata: hai sempre sostenuto che le cascine sono la testimonianza della nostra cultura, sono le radici della nostra gente in quanto espres-sione storica. Ed adesso la rivelazione: non è vero niente.

Oppressi dalla insostenibile leggerezza della nostra ignoranza, ci siamo coricati con un profondo senso di disagio.La mattina successiva abbiamo avuto l’ardi-re di tempestare di telefonate gli amici che ne sanno più di noi ed abbiamo compulsato i libri di storia locali.Ecco il risultato di questa breve indagine.La cascina Ceresole risulta presente nel catasto unitario (fine ’800), in quello au-striaco (metà ’800) e in quello napoleonico (inizi ’800).Questa prima notizia dovrebbe fare giu-stizia dell’incauta affermazione del nostro sindaco.Non contenti però di questo primo risulta-to, abbiamo pregato amici e conoscenti di approfondire il tema.Nel prossimo numero renderemo conto degli ulteriori esiti della ricerca.Post scriptum.Dimenticavamo di dire che al momento della votazione si è assentato il capogruppo di maggioranza.Forse perché è parente dei proprietari della cascina?

Il mondo contadino di Giacomo Bergomi A Leno, da Novembre 2008 a Marzo 2009

Il Calendario manerbiese 2009

in distribuzione gratuita presso la

libreria Quarto Stato

segue a pag. 9

segue a pag. 13

In collaborazione con:

I.S.Lo.Istituto di studi locali

di Manerbio

G. S. A.Gruppo Storico

Archeologico di Manerbio

2009Calendario manerbiese

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VEROLANUOVA (Brescia) Via dell’Artigianato, 8Tel. 030 9362241 - Fax 030 9362261 - [email protected]

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Dicembre 2008 Pag . 3Pianura ProvinciaProvinciaLa

Giampaolo Mantelli, assessore all’Istruzione della Provincia di Brescia, è del parere che “nessun istituto bresciano è a rischio” di chiusura per la norma che “taglia” le scuole con meno di 50 alunni. Il decreto legge 7 ottobre 2008 n. 154, art. 3 fissa al 30 novembre la scadenza entro la quale le re-gioni e gli enti locali devono raggiungere gli obiettivi di razionalizzazione delle rete scolastica con decorrenza già dall’anno 2009/2010.“L’unica legge attualmente esistente che regola il dimensionamento”, spiega l’assessore provinciale in un comunicato, “è la n.59 del 15 marzo 1997 (il ministro era Luigi Berlinguer), secondo la quale gli istituti di istruzione per acquisire e mante-nere la personalità giuridica devono avere di norma una popolazione consolidata e pre-vedibilmente stabile, almeno per un quin-quennio, compresa tra 500 e 900 alunni (l’indice massimo può essere superato nelle aree ad alta densità demografica). Nelle piccole isole, nei comuni montani, nonché nelle aree geografiche contraddistinte da specificità etniche o linguistiche, gli indici di riferimento sono ridotti a 300 alunni per gli istituti comprensivi di materna, elemen-tare e media o per gli istituti di istruzione secondaria superiore”.Sono tre i casi di dirigenze con meno di 300 alunni, per i quali tuttavia l’assessorato assieme alla Commissione consiliare pre-posta e all’Usp, sentito il parere favorevole dei sindaci dei comuni interessati, ha in-dividuato la possibile soluzione. Si pro-cederà come indicato dal decreto legge alla verticalizzazione delle scuole materne, elementari e medie che verrebbero così a costituire un unico istituto comprensivo. “In pratica”, rassicura il comunicato, “nulla cambia per gli alunni che continueranno regolarmente a frequentare le lezioni nella stessa sede mentre la dirigenza sarà ridotta ad una unità, in carico alla sede di riferi-mento”.Nella Bassa Bresciana vicini al margine di criticità, ma senza problemi, sono la media Allegri di Gambara (che unisce an-che quelle di Gottolengo e Pralboino) con 506 studenti e la media di Orzinuovi (che unisce anche quelle Orzivecchi e Pom-piano) con 505 alunni. Nessun problema per altre scuole della pianura.

Le nuove norme non penalizzano le scuole della Bassa

Connessione Campus

Nuovi corsi al CFP di VerolanuovaIl Centro di formazione professionale di Verolanuova amplia l’offerta formativa con l’inaugurazione di nuovi laboratori di accon-ciatura e di estetica. “Due nuovi corsi della durata di tre anni, con possibilità di frequen-tare un quarto per conseguire l’abilitazione all’apertura di un’impresa individuale, nati dall’attenzione del Cfp Provinciale verso gli interessi e le attitudini degli adolescenti in considerazione alle opportunità occupazio-nali del territorio della Bassa Bresciana” os-serva Marina De Vito direttrice generale dei Cfp Zanardelli. I corsi sono partiti quest’an-no e gli studenti scritti al primo anno pro-vengono dai paesi limitrofi avendo ora la possibilità di studiare vicino a casa invece di dirigersi quotidianamente a Brescia.Ma non è questa la sola novità del 2008 al Cfp di Verolanuova. Ogni pomeriggio si svolgono i corsi Asa, 800 ore per operatori di Case di Riposo, e corsi Oss, 400 ore desti-nate a formare operatori socio sanitari, figure professionali molto richieste da enti e da fa-miglie che hanno problemi di assistenza agli anziani. Sono i programmi che si sviluppano nel Cfp di Verolanuova del quale è diretto-re l’ing. Antonio Botta che li ha illustrati

nell’aula magna della struttura di via Pucci-ni, ricevendo, l’assessore provinciale all’Istru-zione Giampaolo Mantelli, il sindaco Ste-fano Dotti, insegnanti ed imprenditori che lanciano un messaggio chiaro per orientare le scelte dei ragazzi che, dopo aver conseguito il diploma di scuola media inferiore si trovano a dover scegliere una professione per il loro futuro. L’impresa bresciana fatica a reperire tecnici e operai specializzati ed è compito dei Cfp “Zanardelli” provvedere. Dall’anno prossimo è programmata l’attivazione di un settore che formerà montatori manutentori elettro-meccanici di pannelli solari dei quali il mercato del lavoro difetta. Emerge quindi, come ribadisce Mantelli “la strategia di rior-ganizzazione del Cfp Zanardelli che tende a razionalizzare e a capire le esigenze dei giovani e gli sbocchi professionali possibili, aggiornandosi sulle innovazioni del mercato, sulle nuove competenze richieste e sui nuovi settori alla ribalta, trovando la capacità di ri-organizzarsi internamente formando docenti prima, studenti poi”.“Se in passato – spiega Botta - il Cfp era una scuola prevalentemente maschile ora la si può definire mista e la formazione pro-

fessionale ha aperto nuove frontiere per le ragazze”. I finanziamenti per la realizzazione dei laboratori è stato interamente coperto dal Cfp provinciale cui compete provvedere an-che alle altre attività del centro, frequentato ad 240 allievi nei corsi diurni che salgono a 300 con i serali. L’istituto organizza corsi triennali per meccanico d’auto, operatore alle macchine utensili, installatore e ma-nutentore di impianti elettrici e dei servizi all’impresa. In dicembre partirà un corso per il disegno al computer.Conclude l’assessore Mantelli: “E’ un impe-gnativo lavoro per raccogliere al meglio gli input d’innovazione e confermare l’Azienda Zanardelli quale punto di riferimento per la formazione professionale, non solo a livello provinciale, ma anche regionale”.

Connessione Campus, il grande salone dell’orientamento dedicato alla scuola, alle famiglie e alle imprese si appresta all’edizione 2008. L’appuntamento è per il 3, 4, 5 e 6 dicembre nei padiglioni espositivi di Brixia Expo, Fiera di Brescia. Il successo ottenuto alla prima edizione ha permesso quest’anno di ampliarne le dimensioni: 15 mila metri quadri espositivi per circa 130 espositori rap-presentanti scuole, università, istituzioni, cor-pi militari, ovvero la gamma completa delle realtà di istruzione, formazione ed economia presenti sul territorio riuniti in un grande unico evento. Altra novità di quest’anno la decisione di prolungare la manifestazione al sabato mattina per permettere ai tanti genito-ri che ne hanno fatto richiesta di poter visitare i padiglioni espositivi al di fuori dei normali orari di lavoro.“Connessione Campus nasce dall’esigenza di incontro fra il mondo del lavoro con quello dell’istruzione”spiega l’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione e Formazione profes-sionale Giampaolo Mantelli ideatore dell’ini-ziativa. “Da un lato le nostre imprese hanno richieste ben precise: trovare sul mercato per-sonale sufficientemente preparato da inserire. Dall’altro – continua Mantelli - i nostri ra-gazzi hanno l’ambizione di trovare, al termine del percorso di studi, un lavoro consono alle loro aspettative. Infine vi sono le famiglie che dopo aver investito risorse per l’istruzione dei propri figli chiedono legittimamente un loro ingresso nella filiera produttiva”.Ebbene connessione Campus è la sintesi di tutte queste istanze. Non è un caso che pro-prio dalla prima edizione di questo evento siano nati i protocolli di Alta Formazione. Esperienze pilota a livello nazionale messe in campo dall’assessorato provinciale con la stretta collaborazione di soggetti economici, enti locali e organismi formativi. Accordi che prevedono la formazione di tecnici superiori, personale altamente qualificato e specializzato

richiesto dal mercato del lavoro odierno. Basti citare l’accordo sottoscritto con la Fondazione Lonati e Machina per il comparto meccano-tessile, Gruppo Feralpi per quello metallur-gico e siderurgico, Cassa Padana di Leno per esperti in Credito cooperativo internazionale, Italmark e Sma per il comparto della grande distribuzione, Metra Spa per la meccanica, elettrotecnica e informatica.Connessione Campus si rivolge principal-mente ai giovani e ai loro genitori per aiutarli a orientarsi nelle scelte scolastiche e professio-nali. I ragazzi delle scuole medie e superiori potranno conoscere la più ampia offerta di-dattica e formativa presente sul territorio, fino alla formazione post diploma e ad una vasta scelta di Università. In fiera ci saranno Atenei provenienti da tutto il nord Italia a proporre i più diversi indirizzi. La mostra sarà articolata in macroaree. La hall è destinata alle Istituzioni : Provincia e Comune di Brescia, Regione Lombardia, Uf-ficio Scolastico provinciale, Camera di Com-mercio e stampa. Una seconda area è invece

interamente destinata agli istituti scolastici superiori, agli enti di Formazione professio-nale organizzati in sei diverse piazze ( una per ogni ambito territoriale in cui la Provincia è suddivisa) chiude con le Università. Un ultima area, dove trova posto un palco con passerella, è destinata agli eventi.Il salone apre come detto dal 3 al 6 dicembre dalle ore 9 alle 16.30 da mercoledì a venerdì e dalle ore 9 alle 13 il sabato.Durante i quattro giorni si susseguiranno manifestazioni ed eventi. La cerimonia di inaugurazione alla presenza delle autorità è fissata per mercoledì 3 alle 11. Evento clou sarà il convegno di ve-nerdì 5 dicembre alle ore 11 con rappresentati di spicco dell’imprenditoria locale sul tema scuola-lavoro. Sabato mattina sarà dedicata all’assegnazione dei buoni di merito e borse di studio agli studenti meritevoli dell’anno 2007/2008.Per facilitare l’accesso al salone è stato organizzato un servizio di bus navetta dalla stazione di Brescia a Brixia Expo per tutta la durata della manifestazione.

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Dicembre 2008Pag . 4 PianuraS. GervasioS. Gervasio La

Il IV premio “Pastori” alla memoria di Vittorio PrestiniE’ andato al compianto Vittorio Prestini uno degli alti riconoscimenti del IV premio “Giuseppe Pastori” 2008 istituito dalle Iar, Istituzioni agrarie raggruppate, per chi annualmente si è particolarmente distinto nei settori della Formazione professionale e della produzione.Il premio è stato assegnato sabato 15 no-vembre dal presidente delle Iar Cav. Fede-rico Vigani e dal sindaco di San Gervasio Giampaolo Mantelli al figlio di Vittorio Prestini, Umberto. Vittorio Prestini, scomparso prematura-mente lo scorso mese di settembre, è stato “menzionato per la generosa ed intelligente capacità di tradurre strategie e visioni in risultati operativi concreti e persistenti”.Prestini nasce il 23 Marzo 1958 a San Ger-vasio Bresciano dove impara dal padre An-gelo l’arte casearia e la capacità imprendi-toriale. Il caseificio è la sua prima casa dove profonde le sue totali energie in un’opera che oggi rappresenta un fiore all’occhiello per il territorio. Originalità, alta qualità dei prodotti, innovatività dei processi e delle tecnologie di produzione, nascono dalle sue mani. Compie i suoi primi passi nell’arte casearia con il padre ma dopo la prematura ed improvvisa scomparsa di quest’ultimo, per motivi di grande respon-sabilità nei confronti della famiglia e dei fratelli che ancora dovevano completare gli studi, si rimbocca le maniche “laurean-

dosi” direttamente sul campo, imparando anziché dai libri di testo, dagli eventi che ha sempre saputo cogliere come opportu-nità di crescita personale e professionale, mettendo a prova le sue potenzialità e doti di ricercatore.Percorre così il suo cammino di uomo ancor prima di essere imprenditore e manager.Contribuisce in modo estremamente effi-cace al processo di evoluzione dell’azienda nel suo mercato di riferimento, attraverso la generosa ed intelligente capacità di tra-durre strategie e visioni in risultati operativi concreti e persistenti.Lungo questa direzione opera con grande tenacia trasferendo ai suoi collaboratori energia, valori e know how che permettono al caseificio Gervasina di raggiungere, nel tempo, importanti traguardi invidiabili non solo a livello territoriale ma anche nazionale.La Ristrutturazione (1996) completata con la realizzazione dell’importante Murales visibile dall’autostrada, è stata un delle pri-me iniziative dove Vittorio ha dato il suo contributo, non solo operativo, ma anche simbolico: l’erba rappresenta la tradizione, la lingua d’asfalto il progresso che non può essere fermato; nei colori naif della pittura c’è la sintesi fra due diverse vocazioni di una produzione tipica, laddove l’arte del casaro si sposa con le nuove tecnologie. Ha voluto segnare, anche in questa modo, l’impor-

tanza dell’etica e dell’evoluzione dei valori che fanno parte della tradizione familiare. Elementi che a fianco dei fratelli ha saputo ricondurre alle maglie della certificazione del sistema qualità raggiunta nel 1998.Già Maestro dell’arte casearia e tecnologo eccezionale ha saputo valorizzare, con i fra-telli, tutte le risorse umane e “non umane” presenti in azienda, permettendo alla “sua” Gervasina il raggiungimento dell’ambita meta “Premio Qualità Italia”: riconosci-mento nazionale dell’eccellenza dell’impresa nel suo mercato di riferimento; oltre all’al-trettanto ambito riconoscimento europeo agricoltura Marcora nel dicembre 2000.Dopo molti sforzi per raggiungere l’alta

qualità si è voluto lasciare un “imprin-ting”: l’orgoglioso desiderio di avvicinarsi sempre più al cliente finale e di affermare con forza l’identità del suo Caseificio e la tradizione familiare. Da qui l’introduzione del formaggio griffato: incisione del nome dell’azienda in aggiunta al logo consortile e matricola del Caseificio.E’ stato un trascinatore e grande formatore dei suoi collaboratori perché ha saputo valorizzare le loro potenzialità anche più sottili, facendo emergere valori umani e comportamenti coerenti che rappresentano la dimensione più preziosa dell’impresa e delle sue relazione con il territorio e con il mondo del business.

Il BresciaCalcio tra i ragazzi di San GervasioI calciatori del Brescia nel nuovo polo sco-lastico di San Gervasio hanno incontrato i ragazzi e presentato l’iniziativa “Campioni per giorno e tifosi per sempre 2008”. Ad accogliere gli ospiti è stato il sindaco Giampaolo Mantelli ringraziando per la disponibilità i giocatori ed i componenti lo staff tecnico e dirigenziale del Bresciacalcio. I giocatori hanno raccontato le loro espe-rienze scolastiche e i loro inizi con il calcio e lo sport più in generale. E’ stato un momen-to di festa e l’iniziativa ha avuto l’obiettivo di avvicinare gli studenti alla squadra della città ed educarli ad una visione positiva del calcio come gioco in cui i valori più grandi sono il rispetto delle regole e il rispetto

dell’avversario. La presenza a San Gervasio dei giocatori del Bresciacalcio tra i ragazzi delle scuole è un programma che la società biancazzurra sviluppa ogni due settimane per dare risposta alle domande più curiose, per spiegare il mestiere di calciatore, di tec-nico, per far capire quante professionalità si muovono dietro una partita, per spiegare quali regole bisogna rispettare sia in campo sia fuori ma anche per appassionare quanti altrimenti crescerebbero non sapendo valu-tare questo sport per come va vissuto. Un intendimento evidente per cercare di creare una tifoseria del futuro corretta e consape-vole oltre che appassionata.

Approvato il piano per il diritto allo studioL’approvazione del Piano di Diritto allo Stu-dio, avvenuta nel corso dell’ultimo consi-glio comunale, va a concludere e riassumere questi anni di lavoro svolti al fine di offrire alla cittadinanza un sistema scolastico ed

extrascolastico nelle attività ad esso correlate quanto più possibile strutturato ed efficace. Nel Piano Diritto allo Studio 2008/2009 l’Amministrazione Comunale si impegna a contribuire allo sviluppo del sistema scolasti-

co sul proprio territo-rio ed a favorire e so-stenere le famiglie ed i ragazzi in età scolare sia mediante servizi ag-giuntivi che contributi economici che in vario modo abbattono i co-sti per le famiglie.

All’interno di questi servizi annotiamo quello inerente ai Trasporti; il Comune gestisce in-fatti un servizio di scuolabus, a costo zero per le famiglie, per il trasporto di ragazzi e bambi-ni dalla Scuola dell’Infanzia alla Secondaria, utile oltre ai trasferimenti da casa a scuola e viceversa, anche per le uscite didattiche pre-viste durante l’anno scolastico, pari ad una ventina circa sia per la Scuola Primaria che per quella Secondaria.Anche per quanto concerne la mensa scola-stica, al fine di ridurre al minimo i costi per le famiglie, l’Amministrazione ha deciso di farsi carico dei costi dell’apposito personale

che segue le fasi della preparazione, servizio e pulizia, in tal modo le famiglie dovranno sostenere unicamente il puro costo del pasto. Per sostenere, incentivare e premiare gli stu-denti più dotati e meritevoli, oltre alle “Doti di Merito” erogate secondo standard e criteri diversi rispettivamente da Regione Lombar-dia e Provincia di Brescia, anche l’Ammini-strazione Comunale ha istituito per coloro che non rientrano nel contributo regionale per dote di merito borse di studio per gli studenti residenti a San Gervasio e che hanno terminato la Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado con votazioni eccellenti.

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Dicembre 2008 Pag . 5Pianura BassanoBassanoLa

La Schola CantorumChi canta prega due volte, diceva Sant’Ago-stino.In tale spirito, la finalità che si propone la Corale Bassanese è di rendere solenni, col can-to, le più importanti celebrazioni dell’anno liturgico nell’attività parrocchiale.L’attuale Schola Cantorum si costituì nel 1987, grazie all’invito ed al sostegno morale che l’allora parroco Don Paolo Barchi rivolse ai parrocchiani più inclini al canto ed all’ul-teriore incoraggiamento di Suor Piera (delle Suore Dorotee da Cemmo) a tali volenterosi cittadini. La prima esibizione canora risale alla Santa Messa di Natale dello stesso anno. Alla guida di quel gruppo entusiasta c’era il maestro Sergio Pelucchi che, con grande passione e dedizione, organizzò i coristi e li fece crescere musicalmente proponendo brani gradualmente più impegnativi fino a raggiungere livelli musicali significativi.La Corale, nel cammino di questo ventennio di attività, ha potuto esibirsi, grazie anche alla partecipazione di numerosi amici del vicino comune di San Gervasio Bresciano, in tante celebrazioni liturgiche e concerti, sia singolarmente che insieme ad altri cori della provincia di Brescia; ha partecipato altresì a varie manifestazioni e ha cantato, in occa-sione di gite organizzate, nelle basiliche di Assisi, Venezia, Fermo, Padova e Lucca.In questi anni di attività, al direttore Sergio Pelucchi, sono succeduti altri maestri e la Corale, pur tra rinunce ed incertezze, ha continuato a prestare servizio nelle solenni celebrazioni in Parrocchia.Da tre anni il Gruppo è diretto dal maestro Carlo Rivadossi, accompagnato all’organo dalla pianista Carla Baratti e si compone attualmente di una trentina di coristi.Importante è l’attenzione dedicata alla corale dal parroco Don Angelo Scotti ed il contri-buto che le varie Amministrazioni Comunali che si sono succedute hanno riservato al so-

stentamento dell’attività della corale stessa.La cittadinanza bassanese partecipa sempre numerosa ai concerti della Corale, organizza-ti solitamente in concomitanza con il periodo Natalizio.Quest’anno il programma prevede:- Concerto di Natale delle Corali di Bas-

sano e San Gervasio nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Bassano, il 20 dicem-bre alle ore 20.30.

- Concerto di Natale delle Corali di San Gervasio e Bassano nella Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio a San Gervasio , il 23 dicembre alle ore 20.30.

- Concerto di Natale delle Corali di Vo-barno e Bassano nella Chiesa Parrocchiale di Vobarno (dove è parroco il ns. carissimo concittadino Don Giuseppe Savio), il 28 dicembre alle ore 20.30.

Queste ricorrenze costituiscono per la Corale una occasione per ricordare gli amici coristi defunti: Angelo Anni, Giuseppe Savio, Lino Fassoli, Luigi Venturini e recentemente il caro Mario Dagani meglio conosciuto come “Gris”. La commemorazione vuole essere un saluto affettuoso che, attraverso il canto, costituisce per tutti un commosso momento di comunione.Ogni corista è come una canna di un grande organo umano, è come un filo d’erba della collina che vibra di vita con altri mille sospin-to dall’aria e il piacere di risuonare insieme è una esperienza davvero intensa per ogni animo umano. Vi invitiamo a provare e Vi aspettiamo.La Schola Cantorum Bassano Bresciano è un sodalizio a cui tutti possono accedere, basta rivolgersi allo scrivente o ad un qualsiasi altro componente della Corale, occorre un po’ di buona volontà e disporre di un poco di tempo una sera a settimana …il resto vien da sé !

Seniga G.Paolo

Ciao MarioI l 18 novembre scorso è scompar-so tragicamente Mario Dagani , era tra i fondatori della Schola Cantorum nonché uno dei principali attivisti

della stessa. Di seguito il saluto che la Cora-le, unitamente ai canti delle esequie, gli ha voluto dedicare alla cerimonia funebre che si è svolta nella Chiesa di Bassano Bresciano straripante di gente.Caro MARIO, è difficile trovare le parole per esprimere il sentimento che oggi pervade i nostri animi come non è stato facile cantare senza di Te. La notizia della Tua prematura e tragica scom-

parsa ha suscitato in noi un immenso dolore ed ancora increduli ci chiediamo perché ?Ogni morte porta con se una grande sof-ferenza , ma alcune portano tanti perché lasciando sempre tante/troppe domande senza una risposta…..purtroppo oramai non è più importante il perché ed a quelle domande non ci saranno risposte. Solo la forza della fede potrà dare risposte ed esserci di conforto laddove i limiti umani non possono da soli. Cosa dire …. per noi della corale è stata una bellissima esperienza l’averti conosciuto ed aver potuto godere della tua allegra e piace-vole compagnia.Per noi rappresentavi un poco la guida, tu organizzavi per noi ed insieme a noi prepa-ravi le attività della corale, la tua determina-

zione e la grande passione ti hanno portato a dedicare 20 anni della tua vita in questo sodalizio .Il vuoto che ci lasci non potrà essere colmato. Ciò che importa ora è quello che tu, Mario, hai lasciato in noi ed in ogni persona che Ti ha conosciuto, ciò che conta adesso è il ricordo di Te che continua a vivere, camminare e can-tare insieme a noi. Sappiamo che non avresti voluto vederci tristi, anche se è difficile non esserlo, ma il modo migliore per ricordarti è con la tua grande schiettezza, ci hai insegnato a guardare sempre avanti, come quando ci spronavi a non desistere quando un brano non riusciva come avrebbe dovuto essere.Un pensiero di gratitudine alla tua genti-lissima sposa, sapendo quanto fosse grande l’affetto che Vi univa , per tuo figlio e per i

tuoi familiari affinché Dio conceda la forza di superare questo triste momento. Sappiamo che le parole sono poca cosa in questi momenti ma il nostro cuore è con Voi . Non potremo più dividere con te tante cose Mario, ma ciò che ci hai lasciato e che hai lasciato in ognuno di quelli che Ti hanno conosciuto continuerà ad essere degna testi-monianza e se pur in una dimensione diversa ci conforta credere che sarai sempre accanto a noi. Ti ricorderemo sempre , nei nostri cuori e nei nostri concerti, insieme agli amici del coro che ci hanno preceduto e che certamente ora avrai nuovamente ritrovato nella casa del Padre.CIAO GRIS !

sgp

Inaugurato un cippo commemo-rativo della strage di Nassiriya

In occasione delle celebrazioni della Virgo Fi-delis, l’amministrazione di Bassano ha voluto inaugurare il cippo commemorativo della strage di Nassiriya.Il grande afflusso di gente, di Bassano e non solo, ha sottolineato l’emozione che ancor oggi il ricordo della strage suscita nella po-polazione e l’affetto che i cittadini hanno per l’Arma dei Carabinieri.La messa è stata officiata dal parroco di Bas-sano e da mons. Tino Clementi, guida spiri-tuale dell’ANC di Brescia.Il corteo si è poi trasferito dalla Parrocchiale al cippo, che si trova di fronte alla scuole ele-

mentari e medie, preceduto dalla banda.Alla manifestazione erano presenti la sig.ra Savio, vedova del sottotenente Merlino che vanta origini bassanesi, e due sopravvissuti alla strage. Hanno inoltre partecipato diverse autorità sia civili che militari.In rappresentanza della Provincia vi era l’as-sessore alla P. I. Giampaolo Mantelli che ha tenuto un discorso sull’importanza dell’Ar-ma, ma anche dell’ANC per il monitoraggio del territorio. Infine il Sindaco di Bassano ha annunciato che nel prossimo consiglio comunale alla Sig.ra Savio verrà data la cittadinanza onoraria.

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15 DICeMBre 1866:

Inaugurazione della ferrovia Brescia-Cremona

“Nel 1860, lo Stato Sardo disponeva di una rete ferroviaria lunga piu’ di 800 Km., che collegava tutti i maggiori centri del proprio territorio.Nel 1860, il Lombardo Veneto, possedeva una rete ferroviaria inferiore per estensio-ne solo a quella del Regno di Sardegna, e la linea principale era la Milano-Venezia (Ferdinandea).Questa, nel 1849, non era ancora comple-ta; infatti dal lato Veneto si arrivava fino a Verona, dal lato Lombardo fino a Trevi-glio.Nel 1854, venne aperto un nuovo tronco di ferrovia, permettendo di oltrepassare Ve-rona ed arrivare fino a Boccaglio”.La ferrovia Milano-Venezia era stata, dei propri fondatori negli anni Trenta, po-sta sotto gli auspici” dell’Imperatore e re Ferdinando Primo d’Austria-Lorena” e fu quindi denominata Imperial Regia Strada Ferrata Privilegiata Ferdinandea Lombar-do-Veneta.A seguito di asperrime discussioni circa il tracciato lombardo (il quesito era se passare da Bergamo oppure privilegiare un collega-mento diretto per Brescia), la costruzione del primo tratto Milano-Treviglio fu rin-viata per anni, e il tratto fu inaugurato solo nel 1846, a distanza di 11 anni dalla costi-tuzione della società promotrice.Il 12 Ottobre 1857 Milano e Venezia furo-no finalmente collegate con la ferrovia.Il tempo medio di percorrenza era di circa dieci ore.Circa il tracciato della Ferdinandea abbia-mo rinvenuto un’acquatinta del 1845 nel-la quale veniva rappresentato un percorso della ferrovia Milano-Venezia passante per Manerbio.Inutile dire che detto tracciato, che si po-trebbe definire come direttissima, non ven-ne realizzato.Nel 1856 e nel 1857 vennero stipulate le

convenzioni tra il Governo Austriaco e la Società Ferroviaria del Lombardo-Veneto.All’interno di quest’ultima la famiglia Ro-thschild era largamente maggioritaria e lo rimase fino al 1875, passando indenne attraverso i mutamenti politici del 1859 e del 1866.All’interno della compagnia ferroviaria vi erano altri finanzieri e tra questi citiamo Pietro Bastogi da Livorno e Paolino Tala-bot da Parigi.La compagnia ottenne la concessione per la costruzione delle linee ferroviarie da realiz-zare nel Lombardo-Veneto.La Brescia-Cremona non figurava però in alcun progetto.Il Parlamento Italiano, nel 1862, bocciò una concessione con i Rothschild per la costruzione di nuove ferrovie nell’Italia Meridionale oltre la Brescia-Pavia, che non era stata precedentemente prevista.La bocciatura della convenzione era fun-zionale alla costituzione della prima società ferroviaria a capitale di comando italiano: la Società delle strade ferrate meridionali, altrimenti detta “ Bastogi” dal nome del banchiere livornese che ne era il leader.Ciò evito il monopolio dei Rothschild.La morte di James Rothschild a Parigi av-venuta il 15 novembre 1869 contribuì allo scemarsi dell’interesse della famiglia nel settore delle ferrovie.Ma torniamo al nostro orticello.L’istituzione politica che maggiormente si adoperò per la costruzione della linea ferro-viaria Brescia-Cremona fu la Provincia.Agostino Depretis fu il primo governatore di Brescia dopo l’annessione del Lombar-do-Veneto al Regno Sabaudo e fu anche il promotore per la costruzione della Brescia-Cremona.Durante il suo Governatorato, come si legge nella relazione al Consiglio Provin-ciale nella sessione ordinaria del 1860, la

deputazione provinciale stanziò la somma di Lire 2.000 “per gli studj della strada fer-rata fra Brescia e Cremona”.Nel bilancio preventivo del 1861, su pro-posta dell’Ing.Luscia, consigliere provin-ciale, la somma di Lire 2.000 fu elevata a Lire 5.000.Unitamente alla previsione di spesa, il Consiglio Provinciale fece voti affinché la società concessionaria delle ferrovie Lom-bardo-Venete prendesse l’iniziativa di rea-lizzare la ferrovia Brescia-Cremona.Nel caso in cui la società concessionaria si rifiutasse alla costruzione, il consiglio pro-vinciale chiedeva al Governo di dichiara-re la propria disponibilità di sottoscrivere la concessione con la società che avrebbe avanzato la propria candidatura.Nella seduta straordinaria dell’ 8 luglio 1861, il consigliere Ugoni esibiva una lette-ra della società Reinach di Francoforte nella quale si esprimeva la disponibilità alla co-struzione della ferrovia Brescia-Cremona.

La società tedesca chiedeva inoltre la som-ma di Lire 120.000 per la redazione del progetto, somma da versare qualora il Go-verno Italiano non avesse a sottoscrivere la concessione.Nel bilancio preventivo per l’anno 1862, il consiglio provinciale propose di elevare la somma da versare per gli studi preparatori da Lire 5.000 a Lire 40.000, confidando nella contribuzione, sia da parte dello Stato che da parte della Provincia di Cremona.Le principali ragioni che spingevano il Consiglio Provinciale a perorare la costru-zione della nuova ferrovia erano essenzial-mente due:- la prima era riferita alla necessità di

collegare la pianura alla Ferdinandea, ovvero ai principali mercati regionali ( Milano e Brescia);

- la seconda era così formulata in un ordine del giorno approvato dal Con-siglio Provinciale: “onde procurare un guadagno giornaliero ad alcune miglia-

a cura di Michelangelo Tiefenthaler

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Dicembre 2008 Pag . 7PianuraManerbioManerbioLa

ia di persone, e ciò per considerazione d’ordine politico non meno che per un provvedimento economico ai bisogni stringenti di questa popolazione”.

La società concessionaria per il Lombardo-Veneto aveva il diritto di prelazione per qualsiasi nuova ferrovia da realizzare nella propria area di influenza.Per effetto però della convenzione stipulata il 25 giugno 1860 tra il Governo Italiano e la società parigina Talabot, pure quest’ul-tima si era riservata il diritto di prelazione riguardante la Brescia-Cremona da eserci-tarsi dopo 4 mesi dall’epoca in cui si fosse stipulato un accordo con altra società.Nel 1862 su proposta di Giuseppe Za-nardelli, all’epoca consigliere provinciale, venne, per la prima volta, ipotizzato l’in-tervento di Pietro Bastogi.Successivamente, lo Zanardelli, portò alla conoscenza del Consiglio Provinciale la notizia che la società lombarda aveva ri-nunciato al proprio diritto di prelazione.Rimaneva però il diritto della parigina Ta-labot, oltre all’interessamento di Bastogi.Fra queste due società sorse un contrasto circa la costruzione della ferrovia, conside-rato l’interesse di entrambe.Nel 1864 l’allora Ministro dei Lavori Pub-blici Menabrea interpose i suoi buoni uffici e ottenne la rinuncia dei francesi.Il Bastogi ebbe così via libera e la sua socie-tà ( la Società delle Ferrovie Meridionali) presentò nel maggio il progetto di massima e successivamente il progetto esecutivo.Il Ministro, in una sua nota dell’11 ago-sto, per non scontentare le due Provincie, comunicava che intendeva far iniziare la costruzione della ferrovia iniziando in contemporanea i lavori dalle due estremità della strada ferrata.Il primo tronco della ferrovia iniziava da Brescia e terminava al ponte sul fiume Mel-la, ovvero quello che i Manerbiesi chiama-no i Tre Ponti.

L’appaltatore dei lavori fu l’impresa Ferra-ri-Glisenti di Brescia ed ultimò le opere del primo tronco negli ultimi mesi del 1866.Pubblichiamo di seguito una lettera, datata 13 Agosto 1866, di sollecito da parte della Società Italiana per le Strade Ferrate Meri-dionali all’impresa Ferrari-Glisenti per l’ul-timazione delle opere di difesa del ponte sul fiume.

Brescia, li 15 Agosto 1866

La scarsezza dei prismi sin ora costrutti, l’avvicinarsi della stagione autunnale e quindi la probabilità di prossime piene non permettono che i coni di difesa del Ponte sul Mella possano farsi per intero con pri-smi come sarebbe stato divisato. Queste difese quindi verranno eseguite secondo le indicazioni del qui unito disegno, coll’av-vertenza che i prismi alla base saranno di ½ metro cubo col maggior lato secondo il raggio o la rientranza: e gli altri di quelli di ¼ di metro cubo colla dimensione di 0,71 secondo il lato del cono. Le parti interposte saranno di bèton in pasta avente lo spesso-re alla base di 0,60 m ed alla sommità di 0,40 m. Tutte le terre sottostanti a questi lavori dovranno essere sabbioniccie e diligente-mente battute per ottenerne il più grande possibile costipamento.Per due motivi accennati al principio della presente e per la tendenza del torrente ver-so la sponda sinistra si farà di tutto per ac-celerare i lavori da quella parte servendosi intanto dei prismi che sono in cantiere. Ma converrà pure dar mano subito e con tutta la possibile energia alla confezione di nuovi prismi non solo a completamento di quelli già ordinati con lettere precedenti e non ancora costrutti ma anche aumentan-do di quelli di ¼ di metro cubo di altri 100.Confida lo scrivente che l’onorevole Im-

presa persuasa dall’importanza di questi lavori e dalla responsabilità che l’aggrava in forza del suo contratto, vorrà porre ogni sua cura per l’eseguimento delle opere d’ar-te già contemplate.L’Ingegnere di SezioneFir.t° A. Crivellari

I lavori, iniziati nel 1864, si interruppero per cause belliche nel 1866.La ferrovia fu tuttavia inaugurata il 15 Dicembre 1866, relativamente al tronco Brescia-Olmeneta.Sempre il 15 Dicembre 1866 venne inau-gurata la linea Pavia-Casalpusterlengo-Co-dogno-Cremona.Con l’attivazione del tronco Olmeneta-Cremona, inaugurato sei mesi dopo in concomitanza con la linea Treviglio-Soresi-na-Cremona, si ottenne il congiungimento di Brescia con Pavia.Una lapide commemorativa è stata posta presso la stazione ferroviaria di Manerbio, che così recita: “La comunità manerbiese in onore dei primi cento anni d’operosa attività della ferrovia Brescia-Cremona. 1866 Manerbio 1966”.L’inaugurazione della ferrovia determinò un cambiamento nelle abitudini dei ma-nerbiesi che potevano permettersi un viag-gio con la diligenza sia per Brescia che per Cremona.Infatti, prima del 1866, esisteva un sistema di trasporto affidato ad alcune società che svolgevano una funzione importante di collegamento con le due città per il tramite di carrozze trainate da cavalli.Fino al 1865 il servizio per Brescia e per Cremona era garantito dall’Impresa Gene-rale delle Diligenze e Messaggerie con reca-pito presso l’albergo Reale di Brescia.Due corse partivano da Brescia per Cre-mona rispettivamente alle ore 6.00 ed alle ore 15.00, mentre da Cremona gli orari di partenza per Brescia erano alle ore 5.30 ed

alle ore 13.00.Il prezzo della corsa da Brescia a Cremona era di lire 3,50.Nel 1866 l’Impresa Generale delle Diligen-ze e Messaggerie cedeva il tragitto Brescia-Cremona alla Corriera Soprafichi, che però cessava il servizio l’anno successivo.La ferrovia, come era facile prevedere, sconvolse il precedente sistema di traspor-to, tanto da sostituirlo totalmente.I treni erano divisi in tre classi con un co-sto del biglietto differenziato secondo il seguente schema:Prima classe per Brescia lire 2,45; per Cre-mona 3,05 lire;seconda classe per Brescia lire 1,70; per Cremona 2,15 lire;terza classe per Brescia 1,25 lire; per Cre-mona 1,50 lire. Nel 1871 si registra un primo aumento di prezzo del biglietto secondo il seguente schema:Prima classe per Brescia lire 2,50; per Cre-mona 3,30 lire;seconda classe per Brescia lire 1,75; per Cremona 2,40 lire;terza classe per Brescia 1,30 lire; per Cre-mona 1,65 lire.A questi prezzi andava aggiunta l’imposta di bollo di lire 0,05.Bisognerà attendere il 1879 per registrare un secondo aumento di prezzo del biglietto secondo il seguente schema:Prima classe per Brescia lire 2,55; per Cre-mona 3,30 lire;seconda classe per Brescia lire 1,80; per Cremona 2,25 lire;terza classe per Brescia 1,30 lire; per Cre-mona 1,65 lire.Nel 1880 i treni che partono da Brescia per Cremona hanno i seguenti orari: 7.25 - 12,27 - 18,00, mentre quelli che fan-no il tragitto inverso sono così intervallati: 6,55 - 11,42 - 19,58.

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1 LUNeDÌ S. Ansano - Sant’Inrsicino vescovo bresciano Il sole sorge alle ore 7.51, tramonta alle

16.39

Zodiaco: Sagittario

Esser ‘n giande Essere in miseria assoluta.

1980 - Brescia- Apre la Siderurgia Luc-chini

1994 - Manerbio: sei progetti per piazza Italia provocano discussioni. Sarà però la giunta comunale a decidere. Critiche da Lega Nord.

2 MArTeDÌ S. Bibiana, S. Savino

A to moér, pagà e morer s’è sèmper à ura A sposarsi, pagare e morire si è sempre

in tempo

1970 - Apre la Cassa Rurale di Pompiano

3 MerCOLeDÌ S. Francesco Saverio

Guarin guarà, se ‘l guarés mìa ‘nco ‘l guareserà domà

Filastrocca per bambini: “guarin garello se non guarisce oggi guarirà domani”

1972 - Nasce al Confersercenti con sede in via San Francesco; nel 1998 si trasferisce in via Salgari. Sono sei mila le aziende associate.

4 GIOVeDÌ S. Barbara - S. Giovanni Dam.

Santa Barbara e San Simù, liberem da saète e dai tù

Santa Barbara e San Simone proteggici da saette e tuni

1994 – Manerbio: va in scena “L’Angra-biada” commedia in dialetto di Memo Bortolozzi, allestita dalla compagnia Chèi dè Manèrbe. L’incasso devoluto all’Asssociazione Insieme.

5 VeNerDÌ S. Giulio M.

L’invèrno i l’à mai maiat gna i luf L’inverno non l’hanno mai mangiato

nemmeno i lupi.

1934 - Brescia: è presentato il progetto per il nuovo ospedale

6 SABATO S. Nicola Vescovo

“Laurà per la césa de Ader” Lavorare per la chiesa di Adro, cioè

lavorare gratis.

1997 - Mons. Luciano Baronio entra solennemente in Manerbio in qualità di arciprete.

7 DOMeNICA - II D’AVVeNTO S. Ambrogio Vescovo Te salùde, menèga…! Ti saluto, bambolina…!

ore 15 - San Zeno per la stagione del Cara-mella all’Oratorio “NON HO PAROLE “ di e con Bano Ferrari - ingresso libero

1968 - Brescia: Giulio Andreotti, mi-nistro dell’Industria inaugura la nuova Camera di Commercio in via Einaudi.

1994 - Manerbio: Preoccupati i com-mercianti per la nascita del centro com-merciale Le Arcate. commercianti

8 LUNeDÌ Immacolata Concezione

La gàtä fresùsä la fa i mignì òrp La gatta avventata fa i gattini ciechi (fa cieca nidiata)

1978 - Dalle edizioni Resola di Brescia le poesie di Aldo Cibaldi, “Brase e Bur-nis” volume di liriche dialettali.

9 MArTeDÌ S. Siro

Se a San Sir nò ghe sò, a Nèdàl nò falarò Se a san Siro non c’è neve non manche-

rà per Natale

1928 - Brescia: in corso Palestro aprono i magazzini “Upim” con generi di abbi-gliamento e per la casa.

10 MerCOLeDÌ - N.S. DI LOreTO Sant’Adeodato vescovo

Quant ‘l fiòcä sö la fòjä, l’è ‘nanvérèn ché fa òjä.

Quando nevica su la foglia è un inverno che invoglia.

1906 – Il bresciano Camillo Golgi rice-ve il Premio Nobel per la medicina.

11 GIOVeDÌ S. Damaso Papa Rinvenimento delle reliquie dei martiri

Faustino e Giovita

Fregass come fa i asen tra de lur “Fregarsi” come fanno gli asini tra di

loro. Lodarsi a vicenda; lodare per esser lodato

1989 - Il cardinal Giovan Battista Mon-tini diventa vescovo di Milano

12 VeNerDÌ S. Giovanna F.

Galinä èciä la fa bu bröt. Vecchia gallina buon brodo fa.

ore 21 - Biblioteca di Bagnolo Mella incontro con l’autore: Attilio De Giuli presenta il libro di poesie Novant’anni.

1891 - La giunta provinciale ammini-strativa approva la delibera del consiglio comunale relativa alla conferma a vita del medico condotto dott. Giuseppe Sartori.

13 SABATO S. Lucia V.

«Santa Lòsià, la nòt piö longa ché ghé sia»

La notte di santa Lucia è la notte più lunga che ci sia.

Il Calendario giuliano faceva cadere il Solstizio d’Inverno il 13 dicembre; con la riforma del Calendario gregoriano (1582), il Solstizio fu spostato al 21 dicembre.

In epoca romana ricorrevano le feste di Saturno, dio dell’agricoltura dava origine ai Saturnali (17-23 dicembre): si dava fondo alle scorte, si scambiavano doni fra parenti ed amici, si organizza-vano manifestazioni propiziatrici per superare la stagione più insidiosa.

Da quell’antichissima consuetudine ebbe probabilmente origine quella poe-tica di offrire doni ai bambini nella not-te del 13 dicembre, i bambini aspettano l’alba per scoprirli.

1964 - Muore, in terra amazzonica, il salesiano Luigi Guindani, considerato “eroe della fede e della vita missionaria”.

1972 - Muore il manerbiese Rino Rego-sa, pittore.

14 DOMeNICA - III D’AVVeNTO S. Giovanni D.Cr., S. Pompeo

Quant ‘l fiòcä sö ma spìgä, o sa ‘n fa póc o migä.

Allorquando su spiga fioccherà, poco o nulla grano in bica sarà.

ore 15 - San Zeno - Oratorio lo spet-tacolo IL MAGICO VIAGGIO a cura del Teatro CaraMella - ingresso libero

1994 - Brescia: in piazza Vittoria apre la rpima mostra del libro del dopoguerra

15 LUNeDÌ Santa Maria Crocifissa di Rosa Santa Silvia

La néf désémbrinä tré mès la confinä. La neve dicembrina tre mesi (in casa ti)

confina.

1866 - Viene inaugurato il tronco ferro-viario Brescia-Manerbio-Olmeneta.

16 MArTeDÌ Sant’Adelaide «Santa Adelaide, gran regina, pòrta la

neff e o la brina». Santa Adelaide, grande regina, porta la

neve oppure la brina.

1933 – Brescia: mons. Giacinto Tredici diventa vescovo della diocesi

17 MerCOLeDÌ S. Lazzaro

L’è bèl bélènt édèr ón móstas cóntènt. È nulla più meraviglioso, che un viso

gioioso.

1933 – Brescia: in Maddalena una cac-cia alla volpe sugli sci

18 GIOVeDÌ S. Graziano Vescovo

Chèi ché dè sérä i fa ’l liù, dè matinä po’ i fa ’l pultrù.

Chi di sera fa il leone, al mattino poi fa il poltrone.

1964 - Brescia - un gruppo di giovani bresciani parte per Kiremba per costru-ire un ospedale nella missione cattolica

19 - VeNerDÌ S. Fausta, S. Dario

Sicür ché ghè ón dió a pèr i ciòc. Gli è certo che un Dio c’è, anche per chi

ubriaco è.

ore 21 - Remedello lo spettacolo “AP-PUNTO” con Claudio Cremonesi e Davide Baldi - Caura di Caramella - ingresso libero

1705 - Hanno principiato le Armate delle due Corone imperiali Francese et Todesca occupate le terre verso il Lago di Garda su la Riviera di Salò, a dar li foraggi alle terre di tutto il Bresciano sino a giugno 1706, con induribili et incredibili danni anco delle chiese e delle donne, e con uccisioni de paesani, prigionie et altri mali non creduti…

20 SABATO S. Liberato Martire

Chèi ché üsa fórt, i è chèi ché ga tórt. Chi sbraita più forte, vuol cacciare il

suo torto dalle porte.

1953 - Brescia: chiude il vecchio ospe-dale in via Moretto.

21 DOMeNICA - IV D’AVVeNTO S. Pietro Canisio

A cómandá ’n tancc, lé ròbé nó lé a ’nnacc.

Dove in tanti si comanda, nessun cose innanzi manda.

1802 - Napoleone, preceduto da Mu-rat, entra di notte in Brescia.

22 LUNeDÌ S. Francesca Cabrini

L’è dópiä sudisfassiù gabà’n förbaciù. Doppia soddisfazione gabbare un fur-

bacchione.

Zodiaco: Capricorno

1994 – Manerbio: la scuola superiori nata nel 1982 come distaccamento del Moretti di Gardone VT, diventata auto-noma nel 1992, con decreto ministeria-le, è intitolata a Blaise Pascal , filosofo e matematico francese. A padre Ottorino Marcolini dedicata l’aula magna.

23 MArTeDÌ S. Giovanni Da K., S. Vittoria

Chèl ché l’è òrp, surt e ’l tas, sènt’agn ’l vif ’n pas.

Chi è orbo, sordo e tace, vive cent’anni in pace.

1824 - A causa del crollo del pavimento

PianuraManerbioManerbioLa

C A L E N DA R I O B R E S C I A N Oa cura di Franco Piovani

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Dicembre 2008 Pag . 9PianuraManerbioManerbioLa

della sede municipale, muoiono Borto-lo Ziletti con altri 2 malcapitati.

24 MerCOLeDÌ S. Delfino

Bél Nedal brot Carneal Se fa bel tempo a Natale, Farà brutto a

Carnevale.

1616 - Giovanni Boninsegna fu Miche-le da Iseo viene ammesso tra i vecchi originari

25 GIOVeDÌ Natale del Signore

A Nédàl él dè él sé slonga én pas dé gal. Il giorno si allunga di poco, un passo di

gallo.

1896 - Esce il primo numero dell’Avan-ti!, quotidiano socialista diretto da Leo-nida Bissolati

26 VeNerDÌ S. Stefano Protom.

L’òm ’l ga i agn söi brass, la fómnä sö ’l mostàs.

L’uomo ha gli anni sulle braccia, la don-na sulla faccia.

1903 - Muore a Maderno Giuseppe Zanardelli.

27 SABATO S. Giovanni Ap.

La zuintü nó la dürä, a fórssä dè tin-türä.

La gioventù non dura, a forza di tintura. 1874 - Con Regio Decreto viene nomi-

nato sindaco di Manerbio per il trien-nio 1875-77 Costanzo Tenchini.

28 DOMeNICA SS. Innocenti Martiri

Chi ga sólcc ga töt. Chi danaro ha, tutto ha.

1973 - Muore il medico siciliano, ma ma-nerbiese d’adozione, Mario Tranchina.

Si era trasferito da noi nel 1936 come medico condotto e direttore dell’ospe-dale civile.

A lui si deve l’idea di costruire il nuovo ospedale.

29 LUNeDÌ S. Tommaso Becket

Sólcc e amìs i è dèmànc dè chèl ché i dis. Soldi e amici son meno di quel che

dici.

1994 – Manerbio: il consiglio comu-nale delibera la cessione di 6.000 metri quadrati di area alla Finchimica, per l’ampliamento dello stabilimento. Era area in precedenza destinata a campo nomadi.

30 MArTeDÌ S. Eugenio V., S. Ruggero

Òm pissinì, òm ardìt. Ometto di statura, uomo di gran bravura.

1629 - Si pubblica il proclama del nuovo dazio sopra la carne di un soldo per lira.

Che significa per Manerbio e dintor-ni? “In primo luogo collaborazione della nostra categoria con altre organizzazioni del lavoro autonomo e il coinvolgimento dalle istituzioni locali alle quali si chiede di riqualificare l’arredo urbano dei centri abitati realizzando adeguate strutture di supporto alla viabilità che vanno dai par-cheggi, all’illuminazione pubblica ad aree verdi, in modo da togliere dall’isolamento e rimediare al degrado di alcuni quartieri. Poi sostenere manifestazioni di vario genere con le quali coinvolgere la gente”.Non solo iniziative elitarie ma autentica-mente popolari, insomma.Pensa a qualcosa in particolare? “Dovre-mo mirare ad aggregare paesi vicini, quali San Gervasio, Bassano e Verolanuova. Più in dettaglio per Manerbio penso ad un’area pedonale, con un potenziale commerciale interessante nel cuore della città , riqualifi-cando il centralissimo quartiere compreso tra la via XX Settembre ed i vicoli adiacenti: del Gesù, Coro e piazza Bianchi. Ma sono, per il momento, solo ipotesi”.Con quali interventi e finanziamenti? “La Regione ci viene incontro con stanziamenti finalizzati al recupero di edifici storici e d’interesse culturale, com’è, ad esempio a Manerbio, la chiesa del Gesù purtroppo ridotta a magazzino. Alle nostre istituzio-ni locali spetta il compito di adeguare gli

strumenti dell’urbanistica per favorire in-terventi su fabbricati che hanno una loro storia e nei quali sono radicati cultura e tradizioni. Altro settore da incrementare e favorire è quello del volontariato che non va visto in funzione politica o di convenienza partitica da chi si trova ad amministrare un Comune”. Purtroppo le contrapposi-zioni, le invidie si scatenano in polemiche montate ad arte che hanno il solo scopo del pettegolezzo e non il significato di un contributo al dialogo costruttivo, all’armo-nia ed alla coesione di categoria. Roberto preferisce non lasciarsi coinvolgere in dia-tribe sulle quali la stessa Associazione dei commercianti provinciale è già intervenuta. “Manerbio – conclude - ha ben altri pro-blemi da risolvere, non ultimo il recupero dell’area dell’ex lanificio. In Comune han fatto tutto in proprio. Nessuno, purtrop-po, ha mai interpellato i commercianti od altre categorie di lavoratori autonomi, professionisti certamente in grado di dare un loro contributo. Comunque guardiamo concretamente al futuro, non ci trastullia-mo in sogni di rivincita. Ai nostri colleghi raccomandiamo coesione ed a proseguire con l’impegno di sempre per migliorare ognuno la propria attività, operando con serietà e professionalità per mantenere la fiducia della clientela che raramente si lascia ammagliare dalla sirene”.

31 MerCOLeDÌ S. Silvestro Papa

Se per tòt l’an l’è stada dùra a San Silve-ster fa buna ciüsüra.

Se per tutto l’anno è stata dura a San

Silvestro fa buona chiusura. 1805 - Termina la precedente definizione

dell’anno cisalpino e con il 1 gennaio 1806 si ritorna al calendario gregoriano.

Napoleone I abolisce il calendario re-pubblicano.

segue da pag. 7.

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Nel momento in cui in ogni campo ed ad ogni livello si cercano le nostre origini e radici, quasi come rivalsa verso un mondo che ci sradica, ma anche per un bisogno di verità oggettiva, nonché per orgoglio di nobiltà popolare, a Manerbio si vela col sofisma del “nescio”, da molto tempo ,la storia e non solo se è imbarazzo, difficoltà giustificativa, comoda necessità estempo-ranea o altro; senza accorgersi che la storia è scritta, magari anche solo nella memoria e nessun occultamento è mai riuscito ad alcuno. L’ultimo disconoscimento riguarda la cascina Ceresole, toponimo che deriva dalla particolare abbondanza di un ciliegio acido, (Prunus avium), in tutta la zona era abbondante idoneo alla cottura per la confezione di sciroppi, gelatine e liquori: insomma uno cherry nostrano. È ben noto che molti fabbricati rurali, dalle inconfon-dibili connotazioni architettoniche, hanno perso la ruralità per molteplici cause: spe-culazione edilizia, latifondismo ecc., o per obbligo ( perdita di terreni agricoli: cascina Bello ) pur tuttavia il cambio di destino non cancella la primitiva finalità funzionale della costruzione che è necessario certo non ripristinare, ma rispettare sia per il passato sia per il presente residuo e proporre una testimonianza per il futuro. Nello stesso territorio urbano ci sono esempi di cambio destino (cascina Cesura, Zambelli, Vesco-vadelli, Duomo, ecc…).Quando si parla di toponomastica disconosciuta (ipso dicto et facto) si può pensare che il metodo non sia forse privo di altre finalità contingenti?

A questo proposito si veda il parco Mella (quello di nuova realizzazione ), già critica-to in un altro numero di questo giornale, perché avulso dalla continuità ed autono-mo, la cui denominazione originaria era “Rinaturalizzazione di un’area un tempo paludosa chiamata Peschiera” e che ora, visto il pregiato risultato ottenuto viene pomposamente attribuito, come si evince dalla cartellonistica d’ingresso, a Legam-biente. Essendo in possesso di abbondante documentazione al riguardo (approvazione del Corpo Forestale, progetto e tipologia botanica ecc.) tra cui l’incarico ufficiale firmato dal sindaco di allora, riteniamo al momento sufficiente pubblicare l’articolo del Giornale di Brescia del 21 marzo 1997 che commentava l’evento. Si aggiunge a completamento, supporto fotografico di chi ci mise anche la manodopera (con altri non rappresentati). Pertanto l’unico parco esistente è esattamente l’inverso di quanto pubblicato sulla planimetria in Manerbio Notizie del dicembre 2007.Inoltre la ripiantumazione degli alberi per far posto alla pista ciclopedonale non pare abbia avuto grande risultato.

Dott. GB Bisetti

A proposito di paesaggio L’Oglio e lo stemma Gambara in mostra al museoSabato 10 Gennaio a Manerbio inaugu-razione delle iniziativa dei Musei Arche-ologici Lombardi che evidenzieranno le loro specificità. Gli Amici del Gruppo Archeologico di Manerbio proporranno il tema fluviale, l’Oglio in particolare. In mostra una carta geografica di data incerta (lo storico ing. Sandro Guerrini la colloca fra fine ‘700 ed inizi ‘800 ), lunga più di 20 metri, illustrante il corso dell’Oglio da Darfo fino alla confluenza del Mella. E’ un prestito dell’ing. Carlo Verzeletti, responsabile dei “Percorsi Ciclopedonali” della Provincia di Brescia, cui va attribuito il merito d’aver scatenato l’evento che ci ha portato l’associazione Amici Fondazione Civiltà Bresciana della Bassa e del Parco dell’Oglio alla ricostruzione della vacanza di don Karol Wojtyla nella Bassa Brescia-na, nel 1947 ospite di della famiglia di don Francesco Vergine a Seniga. L’evento è stato ricordato dall’Associazione, che ha recentemente eletto presidente l’arch. Dezio Paoletti, nel libro di Angelo Loca-telli. In occasione dell’inaugurazione della

mostra dei musei archeologici lombardi il sodalizio conta di completare la procedura per lasciare in deposito presso il Museo Archeologico di Manerbio, il bellissimo stemma in pietra dei Gambara donato all’Associazione dalla signora Bertazzoli di Pontevico grazie all’interessamento del geom. Lino Moro di Verolanuova.

Donne in fabbrica“Tessendo abiti e strategie – esperienza e strategie di op-eraie bresciane” E’ una pub-blicazione frutto di alcuni in-contri promossi dalla Camera del Lavoro di Manerbio nel 2005 con alcune operaie tes-sili delle Confezioni Maner-biesi e della Marzotto. Nelle loro parole, di cui dà testimo-nianza il libro, come scrive la giovane storica e autrice del volume Pamela Marelli, si avverte di “come il rapporto con il lavoro e l’esperienza della fabbrica hanno segnato le vite di queste donne” e di come tale “loro sapere possa aiutare a mettere meglio a fuoco il mondo del lavoro oggi, un contesto cambiato radicalmente”. Il libro rac-

conta di varie esperienze come la vertenza degli anni ‘90 alle Manerbiesi e la richi-esta, da parte dell’azienda, di introdurre un meccanismo per legare l’aumento del premio all’aumento della produttività. Il lavoro di Pamela Marelli, mette in risalto che “la memoria porta a galla tutto”.

PUNTI DI VISTAQuesta che sta diventando una rubrica co-stante, presenta un altro angolo di Maner-bio distrutto e rifatto in modo disgustoso,

nel rispetto di una logica costante.Le due immagini che presentiamo parlano da sole.

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CIGNANOIl presepio artistico: il valore della tradizione

Nuova edizione per il “Presepio artistico di Cignano” che con le sue delicate suggestioni, come ogni anno, torna a riaccendere la magia del Natale.Molte cose sono cambiate da quando, in occasione del Santo Natale del 2000, per celebrare in modo particolare l’anno giubi-lare, un gruppo di amici decise di realizzare il primo presepio. Allora i metri quadrati a disposizione erano 40 mentre, data l’assenza di fondi, per creare scenografie e personaggi non si potè che fare ricorso all’ingegnosità. Fu così che dopo non poche serate di lavoro passate, a raccogliere materiale di scarto, smontare vecchi elettrodomestici e ingranag-gi poi riassemblati, cucire stoffe ed a colorare fondali, presero forma ruscelli, ponti, perso-

naggi fissi e in movimento.Da tempo ormai il Presepio artistico costitu-isce motivo d’orgoglio per l’intera comunità cignanese. Negli anni l’opera si è trasformata in un vero e proprio capolavoro di meccanica e di ingegno che continua a mantenere però le prerogative delle sue origini: la semplicità dei materiali usati (legno ferro, polistirolo), la creatività, l’abilità manuale ed il perseverare nel lungo e paziente lavoro di preparazione.“Con il nostro sforzo”- spiega Domenico Regorelli, anima del gruppo – “desideriamo mantenere viva la tradizione del presepio, ancora molto radicata nel nostro territorio e naturalmente preservare i valori insiti nel-l’evento della Natività”La 9^ edizione del Presepio artistico, ospitata negli spazi di Palazzo Restelli, l’ex scuola materna che si affaccia su via Gambaresca, si preannuncia ancora una volta decisamente spettacolare. Il visitatore infatti non potrà che restare affascinato dal suggestivo percor-so, distribuito su 180 metri quadrati, che si apre con dal quadro dell’Annunciazione, tra miriadi di personaggi, fissi o in movimento, case, accampamenti, villaggi, animali e pian-te, il tutto immerso in suggestivi giochi di

GeO, quando la pianura scopre la montagna

Per noi gente di pianura da sem-pre la montagna rappresenta una sorta di sfida. Abituati alle scon-finate distese coltivate a grantur-co, frumento e soia, punteggiate dai papaveri all’inizio dell’estate, avvolte nella nebbia nel pieno dell’inverno, ai viottoli peren-nemente in piano lambiti da piccole rogge e seriole dove l’ac-qua scorre silenziosa, restiamo sempre sorpresi di fronte alla miriade di sentieri che s’inoltra-no nel folto di un bosco, si iner-picano tra le rocce tinte di rosso e di giallo dagli ultimi bagliori del sole e che poi, chiedendoti sempre maggiore fatica, ti accompagnano su sino alla maestosità del-le cime dove il ghiaccio è perenne, il cielo sembra tanto vicino da poterlo toccare e l’arrivo ha sempre il sapore di una piccola conquista. Due volti ugualmente splendidi, quanto diversi, di una stessa realtà: lo splen-dore della natura.Eppure quando noi, gente di pianura, in-contriamo la montagna o è amore a prima vista o è rifiuto totale. Ma quando arriva il colpo di fulmine è subito passione ed è passione eterna.Così capita che, anche in un piccolo paese della Bassa come è Offlaga, quanti sono ri-masti folgorati da questa nuova dimensione desiderino condividere la loro scoperta.E’ nato così, all’incirca una decina di anni fa, il GEO, Gruppo Escursionisti Offlaga, che riunisce oggi una settantina di soci tra sostenitori e “praticanti”; 30 le uscite pro-poste ogni anno a partire dai mesi prima-verili: gite alpinistiche sui ghiacciai, escur-sioni più o meno impegnative ma anche iniziative collaterali. Insomma un gruppo che davvero ad un genuino affetto per la

montagna affianca il desiderio di promuo-vere il rispetto per l’ambiente e la natura. Da quest’anno poi il GEO, che ha la sua sede a Palazzo Pontoglio di Cignano, ha scelto di darsi una veste ufficiale dotandosi di un proprio Statuto ed affiliandosi all’UI-SP (Unione italiana sport per tutti). Nuovo anche il presidente: Matteo Brusinelli suc-cede infatti all’amico Valerio Preti, presenza storica e da sempre anima del gruppo, che resta co-munque al suo fianco come vice-presidente e prezioso collaboratore.Mossi dall’entusiasmo di sempre i ragazzi del GEO anche quest’anno, in oc-casione della festa della “Terza di ottobre”, hanno proposto la mostra foto-grafica con la quale viene ripercorso in immagini l’anno di attività. L’elegan-te e suggestiva esposizione, come sempre allestita nella galleria del palazzo munici-pale, non solo è rimasta a

disposizione del pubblico per un’intera settimana, ma per la prima volta è diventata addirittura iti-nerante facendo tappa anche nella vicina frazione cignanese per la festa della “Quarta di ottobre”.Tra le numerose fotografie esposte a catturare l’atten-zione dei visitatori sono state in particolare quelle scattate durante la visita alla diga del Vajont com-piuta in occasione della 3a

edizione de “I percorsi della memoria” ma-nifestazione organizzata dalla Pro loco di Longarone: quest’anno si commemorava il 45° anniversario della tragedia causata dalla frana staccatasi del monte Toc. Il 9 ottobre del 1963, l’enorme ammasso di materia-le riversandosi nel lago artificiale provocò un’onda che in pochi minuti spazzò via in-teri paesi e le vite di 1.910 persone. Una

tragedia annunciata ed evitabile se solo gli uomini avessero deciso di non anteporre i propri interessi alle leggi della natura.“Quella vissuta alla diga del Vajont è stata un’esperienza emozionante anche perchè condivisa con un centinaio di amici: gio-vani, adulti e famiglie intere. Insieme ab-biamo ripercorso i luoghi di quell’immane e soprattutto evitabile tragedia. Una par-tecipazione massiccia resa possibile anche grazie al contributo offerto dell’Ammini-strazione comunale.” – spiega il presidente del GEO. Una partecipazione particolar-mente apprezzata anche dagli organizzatori dell’evento, che hanno voluto assegnare alla nutrita delegazione offlaghese un riconosci-mento al gruppo più numeroso.Mentre al GEO si pensa già al program-ma della prossima stagione, sta volgendo al termine il calendario escursionistico 2008: il prossimo 7 dicembre si salirà sul Monte Cas; mentre l’ultimo appuntamento è il 21 dicembre con la tradizionale ciaspolada in una delle località da individuarsi tra quelle

in cui la neve farà per pri-ma, e in maniera abbon-dante, la sua comparsa. “Le nostre proposte sono varie e, tranne qualche eccezione, davvero alla portata di tutti”- conclu-de Brusinelli.L’invito è quindi a par-tecipare e ad accostarsi a questo genere di attività sportiva. Le porte della sede sono aperte a tutti. Chi desiderasse ulteriori informazioni può rivol-gersi a Matteo (338 68 36 164) o a Valerio (340 530 98 60).

luci e colori, lo accompagna sino alla scena della Natività rappresentata distesa e in mo-vimento, nel pieno rispetto della tradizione del gruppo.Anche quest’anno gli organizzatori non fa-ranno mancare una nutrita serie di eventi collaterali: il “Pozzo di S.Patrizio”, sorta di pesca con pacchi a sorpresa, la bancarella con prodotti realizzati a mano; l’immancabile offerta di vin brulè e caldarroste e la presenza degli zampognari prevista per il 28 dicembre. Per questa edizione verranno proposte inoltre due mostre: quella dedicata alle icone sacre russo-bizantine e quella riservata alle opere di pittori ed artisti locali.Un’edizione davve-ro ricca quella del 2008 e che gode del patrocinio dell’As-sessorato al Turismo della Provincia e si avvale della collabo-razione dell’Agenzia Pianura Bresciana.Vale la pena ricor-dare, per chi deside-rasse approfondire

la storia e l’attività del gruppo, l’esistenza del bel sito internet a disposizione, www.presepiodicignano.it, sul quale è possibile ammirare anche le splendide immagini dei passati allestimenti del presepio.Non resta dunque che visitare il presepio cignanese, e certo l’occasione non mancherà dal momento che resterà aperto al pubblico dalla notte della Vigilia di Natale al 18 gen-naio 2009: nei giorni festivi dalle 14 alle 20, nei prefestivi dalle 14 alle 17. E possibile an-che prenotare visite per gruppi e scolaresche chiamando ai numeri 030 97 97 29/ 338 75 45 257.

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Dicembre 2008Pag . 12 PianuraPontevicoPontevicoLa

Il 23 ottobre 1842 venne inaugurato l’ospe-dale di Pontevico con una solenne cerimo-nia e con un grande concorso di folla.Promotrice dell’ospedale fu la Commis-sione degli Oblatori, il cui presidente fu l’abate Giovanni Bonardi, dopo che la nobile Caterina Gorno da Brescia maritata Ruffoni donò all’erigenda struttura la ca-scina Mesa.L’ospedale era stato realizzato nel quartiere Suffragio, una delle migliori posizioni del paese e comportò la spesa complessiva di lire milanesi 63.065.La copertura dell’onere venne garantita da offerte pari a lire milanesi 51.624, mentre la rimanente somma venne pagata dai red-diti della cascina Mesa.La conformazione originaria del nuovo ospedale era in linea con i canoni costrutti-vi del tempo: un’infermeria per gli uomini ed una per le donne, divise dalla cappella centrale. Un piccolo impianto di bagni completava la struttura.Estremamente modesto era il numero di degenti autorizzati: solo dieci. L’assistenza ai malati fu garantita da una convenzione con le Figlie della Carità di Lovere, con-gregazione religiosa fondata dalla beata Bartolomea Capitanio.Con la battaglia di Solferino e S. Martino nel 1859 l’ospedale di Pontevico ebbe un picco di degenti.

Ben 106 soldati feriti furono ricoverati per alcuni mesi.Pure nel 1866, in occasione della Terza Guerra d’Indipendenza, ci fu un numero considerevole di soldati feriti e degenti all’ospedale di Pontevico.Il numero dei soldati feriti era leggermente inferiore a quello precedente, anche si di poco: 103.Nel 1882 si realizzò la seconda infermeria per gi uomini.Col trascorrere degli anni l’ospedale di Pontevico si amplia e si arricchisce di nuovi reparti.Significativa la realizzazione del reparto di maternità avvenuta nel 1935.Alla metà degli anni ’70 vi fu la chiusura dell’ospedale.Al momento della chiusura, l’ospedale pre-sentava la seguente organizzazione:- 80 posti letto nella divisione di medicina;- 15 posti letto per la sezione di pediatria

aggregati alla medicina;- 80 posti letto nella divisione di chirurgia;- 25 posti letto per la sezione di ostetricia

e ginecologia aggregati alla chirurgia.Il personale era composto da:- 13 sanitari;- 81 infermieri laici;- 7 religiose.Questo il passato.Il futuro è legato alla riconversione.

C’era una volta l’ospedale

I sindacati dei pensionati aderenti allo SPI-CGIL e alla FNP-CISL hanno organizzato per domenica scorsa, 30 novembre, presso la fondazione Giroldi Forcella-Ugoni di Pontevico la festa dei pensionati.Il programma era così strutturato:- ore 11.00 celebrazione della messa con

la partecipazione del coro di Santa Ce-cilia di Pontevico;

- ore 12.00 aperitivo;- ore 13.00 pranzo sociale;- ore 15.30 intrattenimento musicale con

il complesso I Cantori del Borgo.La festa è stata allietata da un numeroso concorso di cittadini, per lo più apparte-nenti alla terza età.

Festa del Pensionato

Il futuro è nell’HospiceL’ex ospedale di Pontevico, chiuso dal 1978, è stato acquistato dalla Cooperativa Sociale “il Gabbiano” tra il 1997 ed il 2001 con l’obiettivo di riqualificare la struttura creando nuovi servizi socio-sanitari.Nell’ottobre del 2007 sono stati avviati i lavori di realizzazione dell’Hospice (accre-ditato per 16 posti), servizio residenziale per malati oncologici in fase terminale; il progetto gestionale prevede la realizzazione di una Unità Operativa di Cure Palliative (UOCP), che, attraverso Hospice, ambu-latori territoriali, servizi diurni e assistenza domiciliare, garantirà alla popolazione residente nel bacino d’utenza di riferimen-to e non solo, un supporto completo alla gestione di patologie oncologiche.Il costo dell’intervento si aggira su una cifra di oltre due milioni di euro, finanziati dal Ministero e dalla Regione Lombardia.La struttura, definita come hospice, secon-do una deplorevole tendenza linguistica anglofila, si avvarrà della collaborazione con l’azienda ospedaliera di Desenzano, in particolare con il reparto di oncologia del presidio ospedaliero di Manerbio.Il nuovo edificio occuperà una superficie di quasi 2.500 metri quadrati e sarà distribui-

to su quasi due piani, andando ad occupare il piano terra ed il primo piano lungo l’ala nord-sud del nosocomio.Inoltre, nella stessa struttura, si sta realiz-zando con il Gruppo di Ricerca Geriatrica del Prof. Marco Trabucchi, un’unità riabi-litativa geriatrica sperimentale (20 posti) che accoglierà soggetti anziani in situazio-ne di ricovero ospedaliero in fase chirurgica o post chirurgica, nei quali si manifestano sintomatologie da stato confusionale o “delirium”.Il presidente della cooperativa Gabbiano, Giacomo Bazzoni, afferma orgoglioso.«È una sfida che vogliamo lanciare per dare dignità al malato offrendo al contempo, anche agli enti locali, collaborazione e supporto nel servizio assistenziale.Questo hospice nasce su una precisa ri-chiesta dei sindacati del territorio, i quali devono affrontare con sempre più urgenza l’effetto dell’innalzamento dei tumori e la conseguente cura a persone affette dal morbo letale. Anche con questo oneroso intervento su un bene immobile di nostra proprietà mettia-mo al centro la persona e i suoi bisogni».

Si è svolto nella mattinata di sabato 29 novembre 2008, nella sale polivalente del-la «Fondazione Giroldi Forcella-Ugoni» in via Cav. di V.Veneto 9/a, a Pontevico, un importatnte convegno organizzato dai sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, con la collaborazione della sud-detta Fondazione.Gli approfondimenti si sono appuntati sul-le questioni elencate nel corposo titolo del convegno «Le residenze sanitarie assisten-ziali, la rete degli interventi e dei servizi ala persona sul territorio del distretto sanitario n. 9, problemi e prospettive».Il convegno ha avuto come obiettivo pri-mario quello di realizzare un approfondito confronto di opinione, orientamenti e indirizzi politico-amminiostrativo-sociale da parte delle istituzioni, Comuni e loro coordinamento, Asl e sue articolazioni territoriali, R.S.A. (Residenze Sanitarie Assistenziali), sindacati, forze sociali, del terzo settore, alla luce dei dispositivi previ-sti dalla legge n. 328/00 ed ora dalla legge regionale 12 marzo 2008 n n. 3 «Governo della Rete degli Interventi e dei Servizi alla Persona in ambito Sociale e Socio-Sanita-rio» in cui si esplicitano le indicazioni per la progettazione dei nuovi Piani Triennali di Zna.Tutta una serie di motivazioni che han-no suggerito ai sindacati dei pensionati aderenti a Cgil, Cisl e Uil di promuovere

tale iniziativa, chiamando a confronto con la relazione introduttiva svolta da un dirigente sindacale una serie di personalità che, per il loro ruolo, sono rappresentative dei soggetti impegnati a produrre il Piano di Zona, quale strumento operativo dei contenuti della richiamata legge regionale n. 3/08 per la definizione dei Piani dei Ser-vizi Socio-Assistenziali dei singoli Comuni e alla organizzazione dei servizi Distrettuali numero 9.Dopo il saluto del sindaco di Pontevico, Primo Generali, Gianpaolo Festa (segreta-rio generale della Fnp-Cisl di Brescia), ha tenuto la relazione introduttiva alla quale sono seguiti gli interventi di Francesco Gobbi (presidente della Fondazione ospi-tante), Maria Agosti, direttore della RSA Ghedi, Riccardo Gozzoli, direttore RSA Pontevico, Paolo Gualtieri, responsabile «PdZ» distretto numero 9, Laura Mon-tani, responsabile dei Servizi sociali di Bagnolo Mella, Cesare Trebeschi, sindaco di Manerbio (capo fila distretto 9), Pier Antonio Bulgari, medico di base, Augusto Olivetti, direttore socio-sanitario distretto numero 9.La conclusione dei lavori è stata affidata a Ernesto Cadenelli, segretario generale dello Spi-Cgil di Brescia.Un’ampia giornata di confronto, dunque, su un tema di grande rilievo per la vasta platea.

Obiettivo puntato su rSA e distretto 9

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Campionato di Promozione maschileIl Manerbio Basket cade in casa contro il Bettinzoli

La partita viene vinta dalla Bettinzoli, no-nostante una strepitosa prestazione ai rim-balzi di Pagliotti, enfant du pays.Un valido contributo alla squadra bianco-verde è stato dato dal tiratore scelto Zanoli con ben 15 punti, più di un quinto del bottino dei manerbiesi.Le precarie condizioni fisiche di Gigio Por-tesani gli hanno impedito una prestazio-ne sui livelli di eccellenza della fortissima guardia-ala manerbiese.Non vi è alcun dubbio che Gigio sia il mi-glior cestista del campionato, non tanto per le glorie del passato, quanto per le sue attuali prestazioni.Peccato che il ginocchio faccia le bizze e non gli consente di dimostrare di essere la

stella che è.In occasione dell’ultimo incontro ben 500 spettatori hanno affollato le tribune della palestra delle scuo-le medie.Gran parte del pubblico era però di provenienza esterna alla nostra città. Se una macchia è da sottoli-neare, essa va ricercata nello snobi-smo dimostrato dagli appassionati di basket manerbiesi.La forza e la completezza della squadra ci induce però ad un otti-mismo più marcato circa l’afflusso degli spettatori.

Ucid, riunione sulla sicurezza

Il mondo contadino di BergomiLa fondazione Dominato Leonense ha allesti-to a Villa Badia di Leno, da novembre 2008 a marzo 2009, la mostra “C’era una volta in cascina” che percorre ambienti, situazioni e modalità di vita del mondo contadino del Novecento, seguendo la chiave poetica dei dipinti di Giacomo Bergomi, l’artista bre-sciano che seppe esplorare la memoria di una collettività che aveva lasciato borghi e villaggi per trasferirsi in città.Il mondo delle cascine, gli antichi mestie-ri, le modalità di vita di un’epoca passata si prestano alla creazione di un percorso cultu-ralmente incisivo e coinvolgente. Cinquanta

dipinti, scelti e commentati dal critico d’arte Maurizio Bernardelli Curuz, sono il filo con-duttore della rassegna ampliata in direzione dell’esposizione di antichi utensili contadini, recuperati dallo stesso pittore nel corso di decenni di raccolta e attualmente esposti nel museo a lui intitolato di Montichiari.Bergomi, cantore del contado. È il punto ribadito da Maurizio Bernardelli Curuz, di-rettore di Stilearte, nel presentare le carat-teristiche della rassegna, organizzata grazie all’intervento di Cassa Padana e della Provin-cia di Brescia, aperta dal 7 novembre fino al 21 dicembre per riprendere dal 13 gennaio al 29 marzo.Giacomo Bergomi è pittore colto, poiché in lui si reperiscono le ascendenze di Mantegna e di Savoldo, del Pitocchetto e di Carrà in una narrazione che ruota intorno alla civil-tà della terra. Frequentò ateleir importanti come quello di Carrà a Milano; fu aperto al confronto con la squadra dei bresciani e dei bresciani espatriati a Milano, come Consa-dori, Monti, i coetanei e i meno giovani, da Trainini ai Mozzoni, agli artisti delle Ameri-che latine.La rassegna è corredata dalla mostra fotografi-ca “Pianure d’Europa e pianure europee come fattore d’integrazione...” presentata da Isidoro Iadema.

Tavola rotonda organizzata dalla sezione dell’Ucid di Manerbio sul tema della “Si-curezza sul lavoro” nella sede del sodalizio nell’ex Convento Orsoline. Il presidente, dr. Giuseppe Pozzi, ha introdotto gli ar-gomenti che i vari relatori hanno appro-fondito. Luciano Pendoli, vice presidente Acli e responsabile delle tematiche del lavoro ha parlato dei valori della persona e dell’importanza delle risorse umane in un impresa , sia per la parte professionale che come valore di tutta la comunità; quindi per noi cristiani la salvaguardia della sua integrità diventa una priorità.Tiziano Fanelli, consulente sicurezza, ha illustrato le direttive europee ed ha svilup-pato le novità introdotte dal testo unico sulla sicurezza spiegando le responsabilità ai vari livelli dal titolare, ai preposti fino al lavoratore e le relative sanzioni per gli inadempienti.Flavio Pasotti, esponente dell’Api, si è soffermato sull’opportunità dell’impresa farsi carico della sicurezza perché le nuove tecnologie lo richiedono e perché rappre-

sentano un investimento sul futuro. Oggi che i dipendenti stranieri aumentano nelle aziende ci si trova ad affrontare contem-poraneamente anche il problema della nazionalità, della loro lingua, e delle loro religioni e tradizioni. Sulla stessa traccia Angelo Piovanelli che ha sottolineato l’im-portanza della formazione in azienda da seguire e da verificare periodicamente.Altri interventi da professionisti presen-ti. Al presidente della sezione di Brescia dell’Ucid, ing. Ferdinando Cavalli, la con-clusione dei lavori a cui hanno partecipato un folto gruppo di imprenditori e dirigenti delle aziende della pianura.

MANERBIO BASKET 67 BETTINZOLI MONTICELLI B. 73(17-24, 48-35, 60-52)

Manerbio BasketGatti M. 7Lottici M. 16Sgarzi E.Tirel M. 12Zanoli G. 15Nava L. 7Brandini S. nePagliotti G. 2Savio L. nePortesani P. 8.All. Violi Davide

Bettinzoli Monticelli BasketGamba F. 3Contessi F. 12 Baroni F. neChiari M. 7Rigetti D. 31Franchini M. 5Gervasoni R. 11Bettoni M. 3Libretti L.Ceretti C. 1All. Maffezzoni M.

Lo spettacolo offerto dalla squadra manerbiese e delle compagini ospiti è tale che meriterebbe un concorso di folla manerbiese assai numeroso.Un primo commento relativo alla fase iniziale del campionato per quanto riguarda la squadra manerbiese è ri-assumibile dalle cifre: ha la seconda migliore performance in attacco e la decima in difesa.A causa di questo squilibrio i risultati sono inferiori alle attese, anche se la strada è ancora lunga e certamente la situa-zione migliorerà.Infatti la difesa è migliorata con l’innesto, a campionato iniziato, del manerbiese Jum-bo Pagliotti, e con il recupero dell’infortu-nato Emilio Sgarzi, che ha un passato da professionista.Pure Tirella, Gigio Portesani e Pedrotti vantano una brillante carriera nelle serie superiori (A1-A2).

Marco Lottici si sta comportando egregia-mente tanto da essere considerato il miglio-re under 21 della provincia.Il suo ruolo è quello di guardia-ala alta.Il verolese Giancarlo Zanoli è una guardia dal tiro micidiale che rivaleggia in bravura con il grande Gigio Portesani.Con questa premessa non vi è dubbio al-cuno degli ampi margini di miglioramento della squadra e, di conseguenza, di una possibile classifica di altissimo livello.

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SPIGOLATUreAl voloFar WestSi tratta dei fondi del finanziamento pub-blico ai partiti (ora si chiama in un altro modo, rimborsi elettorali, ma la sostanza non cambia) che proprio ieri l’ufficio di presidenza della Camera ha discusso e s’ap-presta a ripartire, non senza qualche pole-mica. Visto che quest’anno è stato deciso un ulteriore taglio del 9% che ha suscitato qualche perplessità per esempio da parte della tesoriera dell’Italia dei Valori, Silvana Mura, che ha chiesto più tempo per con-trollare le cifre visto che le risultava come spettanza una somma maggiore. Si vedrà.Le rate del 2008 sono state frattanto deci-se. E sono soldi per i partecipanti ad ogni elezione, locale o nazionale, in base ai voti ricevuti. Chiaramente le fette maggiori di stanziamenti riguardano le formazioni più grandi e tradizionali. Ciò che stupisce è il fatto che a percepire cifre e cifrette, prebende, e comunque migliaia e migliaia di euro sono partiti che sono spariti dalla scena politica, oppure hanno una presenza in alcuni casi provinciale, in molti non hanno nemmeno espresso un eletto. Eu-ropee 2004. La torta è quella delle elezioni continentali. Sorprende il fatto che si tratta di fondi a partiti in alcuni casi scomparsi perché il quadro politico nel frattempo è stato completamente stravolto. La torta maggiore va ad Uniti nell’Ulivo, la lista che riunì Ds e Margherita, che prende 14,5 milioni. Forza Italia poco meno di dieci, An 5,3, Rifondazione comunista meno di 3. Comunque più dell’Udc che si ferma a 2,7, la Lega a 2,3. Poi ci sono i piccolini. I Verdi avranno 1,1, il Pdci 1,3, Pannella e Idv poco più di un milione, mentre i Socia-listi del Nuovo Psi si fermano sotto quella soglia. Solo 600mila all’Udeur, Alternativa sociale della Mussolini e Partito pensiona-ti rispettivamente 577mila e 539mila, la Fiamma Tricolore 341mila e il Sudtiroler Volkspartei 210mila.Trento e Bolzano 2003. In arrivo 25mila euro per il Partito autonomista Trentino e Tirolese che poi tanto autonomia non la va cercando visto che prende soldi da Roma. Altri quasi 11mila euro per la lista Leali al Trentino (liberali che sostengono il presi-dente di centrosinista Dellai) e quasi 5mila all’Unione autonomista Ladina. Quasi

200mila per il Svp, 28mila ai Verdi del Sudtirolo, 24mila all’Union fur Sudtirol, quasi 18mila al Die Freiheitlichen, quasi 14mila ai Fieden und Gerechtigkeit, che sarebbe Pace e diritti insieme a sinistra.Sardegna 2004. Pronti 105mila euro per Progetto Sardegna, la lista del presidente Soru, altri 80mila ai Riformatori Sardi liberal democratici, 35mila all’Udeur.Re-gionali 2005. Pioggia di soldi alle listarelle dei presidenti. Quella di Burlando, Gente della Liguria, avrà 60mila euro, Per la Li-guria di Sandro Biasotti 117mil, Insieme per Bresso in Piemonte oltre 100mila, i Verdi Verdi, lista civetta di centrodestra, quasi 40mila. Quella di Nichi Vendola, la Primavera pugliese, ne avrà 84mila, quella di centrodestra, la Puglia prima di tutto, quasi 300mila. Nel Lazio, invece, la lista civica Piero Marrazzo incasserà 295mila euro, la Lista Storace oltre 309mila.Il Progetto Calabrie (Comunisti e Di Pietro) ne prenderà quasi 80mila mentre i Sociali-sti democratici per Mancini se ne vedranno arrivare 126mila. Politiche 2006. È lo scan-dalo nello scandalo. Perché sebbene la legi-slatura terminata anticipatamente, i partiti continueranno a prendere soldi come se durasse ancora, e sarà così per i prossimi tre anni. Così gli italiani sborseranno 58mila euro per le Associazioni italiane in Suda-merica del famoso senador Luigi Pallaro, benché il sempre incerto senatore in questa legislatura non sia stato nemmeno rieletto. Per l’Unione sudamericana emigrati italia-ni arriveranno 8333 euro anche se non ha avuto nessun eletto tra le sue fila, così come per l’Italia nel Mondo (34mila) e Alterna-tiva indipendente Italiani all’estero (3418 euro). Sicilia 2006. Sull’Isola pioveranno 155mila euro per L’Aquilone e 134mila per Uniti per la Sicilia.Molise 2006. Oltre a quelli per i grandi partiti arriveranno 14mila euro per Progetto Molise e 11mila per Molise Civile. Friuli 2008. Oltre cin-quantamila euro sono pronti per Cittadini per il presidente, quindicimila per il Par-tito Pensionati, 12mila per lo Slovenska Skupost. Valle d’Aosta 2008. Al V da Vive Renouveau sono destinati 12mila euro, alla Stella Alpina-Udc 11mila, alla Federazione Autonomista poco più di seimila.

CARTE DI CREDITO CLONATE Fatale il controllo della patente di Nicoale Alin Chirita, romeno di 25 anni che un anno fa si è trasferito a Verolanuova dopo aver trovato lavoro come operaio in una ditta del paese. I carabinieri della stazione di Manerbio hanno fermato la sua «Seat» e controllando il nominativo al terminale hanno scoperto che il giovane operaio era ricercato per essere processato dal tribunale di Madrid. E’ accusato di truffa insieme a tre connazionali utilizzando carte clonate per acquisti in negozi e centri commerciali spagnoli. Una truffa da 70 mila euro fatti contestati dalla Guardia civil un anno fa. Il romeno è stato arrestato. I possessori delle carte originali, correntisti tedeschi, avevano denunciato la sparizione dei loro soldi dal conto corrente per acquisiti mai effettuati in Spagna.

SCHIAVI CINESI LIBERATI Costretti a lavorare anche sedici ore al gior-no per il confezionamento di capi di abbi-gliamento: trenta «schiavi» cinesi, otto dei quali clandestini, tra i 25 e i 40 anni, sono stati liberati dai carabinieri che hanno fatto irruzione in due capannoni di Calcinato. Scoperti trenta macchinari. Dai controlli è emerso che i capannoni erano anche il luo-go dove le trenta persone erano costrette a dormire, in condizioni igienico sanitarie davvero proibitive e con turni di lavoro massacranti. Sono scattate così le manette ai polsi di quattro persone, tutte cinesi, titolari dei due laboratori clandestini: un 41enne e una 44 enne, accusati di favoreg-giamento dell’immigrazione clandestina e di sfruttamento di lavoro nero. Altre due persone, un 31enne e una 30enne, sono state portate in carcere per l’inosservanza delle regole in materia di immigrazione.

BAR CHIUSO PER VENDITA ALCOLICI A Brescia chiuso un bar per 30 giorni nel quale venivano serviti alcolici a giovanis-simi. Il titolare denunciato a piede libero finirà davanti al giudice. Per lui, codice penale alla mano, il rischio è una pena massima di 12 mesi di reclusione. La vi-cenda è venuta alla luce dopo il ricovero in ospedale di una ragazza 15 anni con forti malesseri dovuti all’assunzione di una quantità di alcool. Nei luoghi di ritrovo dei giovanissimi della città, e non solo, si consuma abitualmente alcool. Il barista ha l’onere di verificare del cliente ed evitare la somministrazione ai minori di 16 anni. Siamo sicuri che il fenomeno sia prerogati-va di un solo bar della città? Ed in provin-cia? Provare a chiederlo ad alcuni giovani. Se ne saprà certamente di più.

RUBATI PROFUMI A SAN PAOLO Furto con spaccata a San Paolo ai danni della profumeria «Colette» in via Mazzini 27. E’ stato dato l’allarme. Sono accorsi i carabinieri della Compagnia di Verola-nuova e della stazione di Verolanuova i

quali hanno intercettato sulla Quinzanese una Ford cui è stato intimato di fermarsi. Ma l’uomo alla guida della station wagon ha infilato una strada sterrata all’imbocco dell’incrocio «Niga» ad Azzano Mella riu-scendo a svignarsela. Nell’auto i carabinieri hanno trovato arnesi da scasso e i profumi rubati alla profumeria di San Paolo: con-fezioni per un valore di circa 40mila euro. L’auto, intestata a una pensionata di 70 anni residente a Offlaga, era stata rubata a Brescia il 15 ottobre.

SCASSO DI VIDEOPOKER A MANERBIO La banda di razziatori di videopoker è tor-nata a colpire a Manerbio, al Bar Portici di via Piazzoni. Almeno tre persone hanno forzato la cassa delle tre macchine e svuo-tato il contenitore di monete destinate al pagamento delle vincite. Poi hanno fatto man bassa di bottiglie di alcolici, brioche, cioccolatini e caramelle. Un colpo da 5 mila euro.

PUSHER A CIGOLEArrestato a Cigole L.T., 22 enne operaio, colto in flagranza mentre spaccia sostanze stupefacenti. Sulla sua auto trovati 15 in-volucri di cellophane contenenti cocaina e hascish, oltre a 250 euro ritenuti provento dell’attività di spaccio.

CAMPIONARIO DI DROGA A QUINZANO I carabinieri di Quinzano D’Oglio, infor-mati da un agricoltore, hanno rinvenuto, in aperta campagna non lontano dalla discoteca “Piper”, un “campionario” di stupefacenti contenuti in un involucro di nylon: 16 grammi di un allucinogeno sin-tetico denominato “Mdma”, pochi gram-mi di marijuana e 41 grammi di “funghetti allucinogeni compressi”.

TENTA FURTO A CORGO SAN GIACOMO I Carabinieri di Borgo San Giacomo han-no deferito all’autorità giudiziaria F.I., 27 enne romeno, nullafacente, indagato in stato di libertà per tentato furto. Si era introdotto all’interno della sala giochi di piazza San Giacomo senza tuttavia riuscire a impossessarsi di alcunché, forse perché disturbato da qualcuno. Per entrare aveva rotto finestre causando un danno di un migliaio di euro.

LA DROGA INGERITA Tre nordafricani di 24, 21 e 20 anni sono finiti in cella per detenzione di droga a fini di spaccio. Avevano ceduto cocaina ad un ragazzo segnalato come assuntore. Nel ve-dere i militari due hanno ingerito degli in-volucri di sostanza stupefacente per pochi grammi, e hanno poi opposto resistenza all’arresto dopo una breve colluttazione.

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Presentata a Padernello la Storia dell’agricoltura bresciana

Pianura PadernelloPadernelloLa

Si tratta della prima e fondamentale opera sulla Storia dell’Agricoltura Bresciana dalle origini alle grandi conquiste di oggi.Nei tre volumi, riccamente illustrati, si con-densano le ricerche condotte dai più compe-tenti studiosi delle Università italiane e delle Istituzioni culturali bresciane.Condotta con una documentazione in larga misura inedita, ripercorrerà le più remote trasformazioni del territorio bresciano, fino all’evoluzione dell’agricoltura moderna del Gallo e del Tarello e alle colture intensive del capitalismo agrario.Negli ultimi anni una nuova sensibilità am-bientale ha contribuito ha riscoprire la cam-pagna come realtà non solo produttiva, ma anche come esemplare modello di fusione tra l’elemento naturale ed antropico.Per secoli il mondo rurale ha mantenuto una straordinaria vitalità essendo il motore principale dello sviluppo economico della provincia.Dal contado giungevano, infatti, le derrate alimentari, le materie prime e i semilavo-rati tessili (lana, lino, seta greggia o ritorta e canapa) indispensabili per le manifatture cittadine.Questo contribuisce a spiegare la fame di terra

che caratterizzò da sempre la storia sociale del bresciano e che stimolò la secolare azione di bonifica e la messa a coltura delle terre mar-ginali, strappandole talvolta anche alle estese foreste che coprivano ancora la pianura.Proprio perché questi processi economici, queste grandi trasformazioni si esplicavano sulla terra essi hanno influito non solo sulle modalità dell’esistenza e sulle dinamiche so-ciali, ma hanno anche determinato la forma del paesaggio rurale, ancora oggi rintraccia-bile nell’ordinato reticolato campestre, che il variare delle pratiche agrarie ha stratificato sul terreno.L’ambiente attuale è dunque la risultanza delle complesse modificazioni introdotte dai processi economico-sociali, che si sono via via inseriti sulle precedenti associazioni culturali.Una Storia dell’Agricoltura, dunque, che non è solo storia dell’economia agricola, ma è anche storia di queste terre, delle associazioni vegetali, delle seriole, delle rogge, degli inse-diamenti signorili e rurali e di difesa.Ecco perché l’opera è arricchita da un appa-rato iconografico che contribuisce a far im-mediatamente percepire gli aspetti peculiari e l’unicità di un mondo che va scomparendo.

In occasione del 150° anniversario della prima fotografia aerea scattata da Nadar a Parigi nel 1858, BamsPhoto e la Fondazione Castello di Padernello con la collaborazione dell’Aerofo-toteca Nazionale, del Politecnico di Milano e la Rossi SRL, organizzano una mostra multi-mediale di fotografie aeree.Unico evento in Italia che celebri l’anniversa-rio dello scatto della prima foto aerea realiz-zata da Nadar nel XIX secolo.Il principale obiettivo prefissato è l’evidenzia-re come la fotografia aerea abbia cambiato il modo di concepire ed analizzare il modo di concepire ed analizzare il paesaggio circostan-te, soffermandosi soprattutto sul problema del consumo del territorio.Per realizzare quanto sopra proposto si è indi-viduato come prima sede espositiva, la mostra

potrà poi essere itinerante, il castello di Pa-dernello, un maniero del XV secolo situato a Padernello di Borgo San Giacomo.L’evento sarà arricchito dalla mostra pitto-rica di artisti bresciani dell’800 e del 900 raffiguranti il paesaggio del territorio dal ti-tolo “Pittori delle cavedagne della Bassa” con opere di Cantoni, Bergomi, Brignoli, Dolci e Goldani.L’approccio che si intende offrire è d tipo storico-geografico e il percorso che verrà in-trapreso andrà dalle prime foto aeree scattate fino alle ultime tecniche di rivelazione del territorio effettuate recentemente.Al progetto hanno dato la loro adesione la Provincia di Brescia, l’Associazione Colline Moreniche del Garda, la Fondazione Civiltà Bresciana, la Fondazione Micheletti, Italia Nostra, la Fondazione Ugo da Como, l’Asso-ciazione G. Battista Massolina, l’Associazione Cittadini per l’Attenzione e il Comune di Borgo San Giacomo.

Le terre dei FolliLe mostre al castello di Padernello

150 ANNI DI FOTOGRAFIA AEREA PER CONOSCERE E CONTENERE IL CONSUMO DEL TERRITORIO

Dal 25 Ottobre 2008 al 11 Gennaio 2009

Santi in cascina: immagini di patroni e protettori dei contadiniUn breve excursus storico sull’origine dei cosiddetti santini non può non tenere conto della nostra storia.Per limitare il raggio d’azione, partiamo da alcuni secoli or sono.Le persone più agiate si potevano permettere il lusso di ordinare a un pittore di talento un quadro che raffigurasse l’immagine sacra desiderata, da tenere in casa o al di sopra del proprio letto.Unendo le sembianze del santo “onomastico” di ambedue i coniugi, o dei protettori di cia-scuno dei due, per “risparmio” vennero poi nel medio-evo i “dittici” ed infine i “trittici”.Ma solo l’introduzione dell’uso della carta le immagini divennero più economiche e quindi più popolari.L’invenzione della stampa da parte di Guten-berg semplificò ulteriormente l moltiplicarsi di una stessa raffigurazione, a prezzo sempre più accessibile a chiunque.Questa invenzione, e la successiva sanzione definitiva dal Concilio di Trento sull’uso delle immagini sacre, consentirono la realizzazione di queste in carta.Il termine popolare “santino” è comunque inesatto; dato su di esso figurano anche non solo “santi” (cominciando da Servi di Dio o beati, a raffigurazioni di Chiese, luoghi sacri, oggetti devozionali) per cui è più esatto parlare di “immagini sacre”, che comprendono anche i “ricordini di prima comunione”. I luttini, a ricordo dei defunti, ed anch e partecipazioni di nozze (se di formato non eccessivo e sa han-no comunque una raffigurazione “sacra”).Da essa traspare tutta la tradizione popolare,

iconografica e devo-zionale, la più genui-na, la più spontanea.La loro importan-za dal punto di vista documentativi e sto-rico è grande perciò, più di quanto non si possa comunemente pensare.La loro produzione è stata fino alla metà del secolo scorso sponta-nea e privata; solo recentemente ordini ed enti religiosi hanno cominciato ad interessarsi di questi oggetti dal punto di vista realizzativo, produttivo e commerciale.Arte pop, quindi, vera e propria, che va di pari passo con gli exvoto e con le arti maggiori (pitture e sculture) che ornano le chiese, e con le quali le immaginette sono in riflesso del gusto dell’epoca, dell’arte di ciascun periodo, del pensiero del momento, della religiosità del momento. Oggi l’immaginetta è in disuso; non è più diffusa come un tempo, e non sta a noi qui indagare se essi sono relegati essenzialmente in libretti di preghiera delle nostre nonne, e quando li ritrovano più i più pensano a disfar-sene e li “bruciano”.Ma c’è d’altro canto, chi ha pensato invece di raccoglierle, di fare oggetto di studio o collezionismo.E questo è il caso che la mostra in oggetto si ripromette di incentivare.Per concludere, è di questi giorni l’edizione di un catalogo generale dei santini.

rassegna documentaria sui protagonisti dell’agricoltura bresciana

La mostra ripropone le pagine che il fascismo dedicò agli agricoltori bresciani in occasione della cosiddetta “battaglia del grano”.Le pagine esposte sono la riproduzione di una rivista bresciana che celebrava i migliori agricoltori della provincia. Più o meno tutti i paesi sono rappresentati da proprietari e con-

duttori. Alcune pagine sono invece dedicate alle grandi famiglie di agricoltori.La mostra espone un sunto di quelle pagine.Quest’ultime sono invece riprodotte fedel-mente ed in modo completo in un appo-sito capitolo del terzo volume della Storia dell’agricoltura bresciana.

Domenica 7 Dicembre 2008Nella corte i prodotti della terra

Mercato dei produttori Slowfood

Dal 13 al 21 Dicembre 2008Spettacolo teatrale

IN ALTO MAREregia di Giacomo Andrico