2005-Prove Di Conservazione a Diversa Temperatura Di Olio d~1

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 NOVEMBRE 2005 ANNO 44 - N. 452 ISSN 0019-901X CHIRIOTTI  EDITORI 10064 PINEROLO - Tel. 0121 393127 - Fax 0121 794480 - E-mail: [email protected]    P   o   s    t   e    I    t   a    l    i   a   n   e   s   p   a   -    S   p   e    d  .    i   n    A  .    P  .      D  .    L  .    3    5    3    /    2    0    0    3    (    C   o   n   v  .    i   n    L  .    2    7    /    0    2    /    2    0    0    4   n       4    6    )   a   r    t  .    1   c   o   m   m   a    1    D    C    B    T    O   -   n  .    1    1    /    2    0    0    5      I  .    P  .

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NOVEMBRE 2005 ANNO 44 - N. 452ISSN 0019-901X

CHIRIOTTI EDITORI

10064 PINEROLO - Tel. 0121 393127 - Fax 0121 794480 - E-mail: [email protected]

   P  o  s   t  e   I   t  a   l   i  a  n  e  s  p  a  -   S  p  e   d .   i  n   A .   P .  -   D .   L .   3   5   3   /   2   0   0   3

   (   C  o  n  v .   i  n   L .   2   7   /   0   2   /   2   0   0   4  n   °   4   6   )  a  r   t .   1  c  o  m  m  a   1   D   C   B

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SUMMARY

The aim of this work is evaluating the effect of the monovarietal olive oil storage at differenttemperatures as regards phenolic fraction andoxidative stability of samples. In a previousresearch work, the AA demonstrated thatthe amount of olive oil phenolic compoundssignificantly decreased after a storage at -43°C for one month. It has been highlighteda positive correlation between the phenolicfraction decrease and the oxidative stability of the olive oils. However, in this experimentalwork the olive oil samples are stocked at 4° and-18°C and compared with reference samplesstored at room temperature. As a matter of factthese temperatures can be compared to storageconditions during winter.

SOMMARIO

Questa sperimentazione, condotta su oliextravergini di oliva monovarietali, ha la finalitàdi valutare gli effetti che la conservazionedell’olio, in diverse condizioni termiche, hasulla componente fenolica e sulla stabilità deilipidi nei confronti delle reazioni ossidative.In un nostro precedente lavoro di ricerca èstato, infatti, dimostrato come la quantità dicomposti fenolici presenti negli oli extravergini

di oliva vada incontro ad un significativodecremento, a seguito di uno stoccaggio delprodotto alla temperatura di -43°C, seppur mantenuta per un periodo di tempo limitato (unmese) e non confrontato con un campione dicontrollo mantenuto a temperatura ambiente.Nell’attuale piano sperimentale l’olio è statoinvece conservato alle temperature di 4° e-18°C, ponendo come riferimento lo stessoprodotto mantenuto a temperatura ambiente.Tali condizioni termiche risultano, infatti, piùvicine a quelle che possono essere realmenteraggiunte quando l’olio viene conservato durantela stagione invernale.

MATTEO BONOLI-CARBOGNIN - LORENZO CERRETANI* -

ALESSANDRA BENDINI - TULLIA GALLINA TOSCHI -

GIOVANNI LERCKERDipartimento di Scienze degli Alimenti, Università di Bologna - Piazza Goidanich 60 -47023 Cesena - FC - Italia*e-mail: [email protected]

Prove di conservazionea diversa temperatura di

olio da olive monovarietali

The case of monovarietal olive oil: 

storage test at different temperature 

Parole chiave: olio d’oliva, stabilità ossidativa, fenoli, conservazione, temperaturaKey words: olive oil, oxidative stability, phenols, storage, temperature

INTRODUZIONE

Durante la conservazione, nell’olio av-vengono alcune trasformazioni ossida-tive che portano ad un deterioramentoqualitativo del prodotto. È stato am-piamente dimostrato come l’autossi-dazione causi, da una parte, la perditadi importanti componenti da un puntodi vista dietetico e nutrizionale (Frankel,1980) e dall’altra la formazione di so-stanze nocive alla salute (Frankel, 1982;Frankel, 1985), alcune delle quali, sonoanche sgradite da un punto di vista sen-soriale (Solinas et al., 1985; Solinas et al., 1987). La presenza dei componentifenolici dell’olio varia durante la conser-vazione in relazione probabilmente aprocessi idrolitici e di ossidazione deglio-difenoli; uno studio più approfondi-to riguardo ai cambiamenti che questesostanze subiscono nel tempo, potreb-be permettere di comprendere meglio

come la qualità dell’olio vergine di olivatenda a decadere durante il suo stoccag-

gio (Morellò et al ., 2004; Cinquanta et al ., 1997).L’influenza che l’insaturazione, la tem-peratura, la luce, la presenza di metallipro-ossidanti, la presenza di pigmenti ela pressione parziale di ossigeno hannosul processo ossidativo, è stata studiataa lungo su substrati modello come i me-til-esteri di acidi grassi insaturi verifican-done il processo di autossidazione. Per quanto riguarda l’impiego delle bassetemperature nella conservazione di qual-siasi prodotto alimentare, è noto che ladeterminazione della shelf-life dipendedalle caratteristiche intrinseche del pro-dotto. Lo sviluppo di reazioni chimichenegli alimenti congelati è difficilmen-te prevedibile a causa delle transizionidi fase dei composti che cristallizzano(acqua, zuccheri, lipidi). Infatti, comeconseguenza dell’abbassamento dellatemperatura, l’alta viscosità e la bassamobilità molecolare potrebbero causare

una riduzione delle velocità delle reazio-ni chimiche, ma, allo stesso tempo, la

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OLIO

progressiva concentrazione dei reagentipotrebbe essere responsabile dell’au-mento delle stesse (Fu et al ., 1997). Unadelle più importanti reazioni chimicheche può portare ad un decadimentodella qualità durante il congelamento,è l’ossidazione lipidica. Negli alimenticongelati, e quindi anche nell’olio dioliva, i lipidi si trovano in fase liquida,in fase solida o in diverse emulsioni so-lido/liquido (Lawler et al., 1998). Il lorostato fisico dipende dalla composizionee dalle condizioni di processo durante ilraffreddamento e il congelamento (Sato,1988). La cristallizzazione degli oli edei grassi e la successiva transizione deltipo di cristallo, potrebbe promuoverele reazioni di ossidazione; infatti Kristott(2000) suggerisce che la fase liquida,che circonda i cristalli di ghiaccio, possacontenere una alta percentuale di acidigrassi insaturi in aggiunta all’ossigenoconcentrato disciolto. Come ben sappia-mo, entrambi questi fattori sono in gra-do di promuovere l’ossidazione (Calliga-ris, 2002). L’obiettivo di questo lavoro èdi indagare i cambiamenti a carico dellafrazione fenolica dell’olio di oliva duran-te il processo di cristallizzazione.

MATERIALI

E METODI

Solventi e reagenti

Tutti i solventi e reattivi utilizzati eranodi grado analitico e forniti dalla Merck& Co. Inc. (Darmstadt, Germania). Glistandard erano invece stati acquistatidella Fluka (Buchs, Svizzera).

Campioni

Questo studio è stato svolto impiegandoolive della cultivar Colombaia prodotte daoliveti situati nell’area di Varigotti, comu-ne di Finale Ligure (SV). I campioni rap-

presentativi ed omogenei di olive sonostati raccolti, in maniera randomizzata

dalle diverse piante selezionate all’internodi due oliveti confinanti (AB, AC), a duedifferenti stadi di maturazione (I e II).

Effetto tempo-temperaturasulla conservazione di oli di olivamonovarietali

I quattro campioni di olio sono staticonservati con modalità differenti. L’olioappena prodotto, che verrà indicato inquesto studio come olio fresco, è statosottoposto immediatamente ad analisi.Per valutare l’influenza del cambiamentodello stato fisico dell’olio, sui parametrianalitici considerati, è stata effettuata,dopo oltre due settimane dalla produ-zione (previo stoccaggio a temperaturaambiente), una conservazione medianteabbassamento della temperatura a 4°C(e conseguente cristallizzazione) per ul-teriori quindici giorni. Per valutare l’an-damento dell’ossidazione dell’olio neltempo, il prodotto è stato conservatoanche per un periodo di tre mesi in di-verse condizioni termiche: a temperatu-ra ambiente e a temperatura di -18°C.Gli andamenti delle temperature di con-servazione sono riportati in fig. 1.

Valutazione della stabilitàossidativa dei campioni di olio,mediante ossidazione forzata(Oxidative Stability Instrument)

Per effettuare un confronto relativo allaloro stabilità ossidativa, i diversi campionidi olio sono stati sottoposti ad ossidazio-ne forzata, impiegando il calore ed unflusso di aria in condizioni standardizzatee controllate. È stato scelto, basandosi sudati riportati in letteratura, di effettuarel’ossidazione forzata a 110°C, con unflusso di aria di 120 mL/min. La resisten-za all’ossidazione viene determinata daun elettrodo che misura le variazioni diconducibilità dell’acqua deionizzata nellaquale giunge il flusso di aria che trasportai prodotti volatili dell’ossidazione. Attra-verso questa misura, che viene effettuatain continuo, lo strumento estrapola, dallafase iniziale dell’ossidazione, a quella incui essa assume un andamento esponen-ziale, il dato relativo alla fine del periododi induzione, noto per l’appunto comeOSI time (Jebe et al ., 1993). Per effet-tuare queste analisi è stato utilizzato unOxidative Stability Instrument (OSI) ad 8canali (Omnion, Decatur, IL, USA).

Fig. 1 - Andamento della temperatura durante la conservazione. In blu e in fucsia il profilo

termico dei campioni (prima e seconda raccolta) conservati a temperatura ambiente e a-18°C, in giallo e azzurro l’andamento delle temperature dei campioni conservati a 4°C dellaprima (giallo) e seconda (azzurro) raccolta.

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OLIO

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Determinazione dell’aciditàe del numero di perossido

La percentuale di acidità libera ed il nu-mero di perossido dei campioni di oliosono stati determinati in accordo congli allegati II e III del Regolamento CEEn. 2568/91.

Estrazione della frazione fenolicadall’olio di oliva

Il procedimento di estrazione dei com-ponenti fenolici dall’olio di oliva è statoeseguito seguendo le modalità descritteda Pirisi et al ., 2000.

Determinazionespettrofotometrica dei fenolitotali

La determinazione dei fenoli totali neicampioni è stata effettuata medianteanalisi spettrofotometrica con il reattivodi Folin-Ciacolteu, seguendo la metodi-ca di Singleton et al., 1965 e applican-do alcune modifiche (Cerretani et al .,2003). Lo spettrofotometro impiegatoera un UV-Vis 1204 (Shimadzu Co., Kyo-to, Giappone).

Determinazionespettrofotometricadegli o-difenoli

La determinazione degli o-difenoli èstata effettuata seguendo il metodo diMateos et al ., 2001, eseguendo le letturedelle quattro ripetizioni di ogni campio-ne a 370 nm.

Analisi delle sostanze fenolichemediante cromatografia liquidaad elevate prestazioni (HPLC),con rivelatore UV (DAD)e rivelatore spettrometricodi massa (ES/APCI-MSD)

L’estratto fenolico relativo ai campioni(Pirisi et al., 2000) è stato iniettato in

HPLC (HP Serie 1100, Agilent Techolo-gies, Palo Alto, CA, USA), nel volume di

10 L. Tale strumento era provvisto di:una pompa binaria ad alta pressione,un autocampionatore indicato come ASL (Automatic Liquid Sampler modelloG1313A), un degasatore a membranaper la deareazione dei solventi, e, qualisistemi di rivelazione, un detector UV-VISHP a serie di fotodiodi (DAD), ed unospettrometro di massa HP (MSD). La co-lonna utilizzata era una C18 Luna (Pheno-menex Co., Aschaffenburg, Germania)della lunghezza di 250 mm, diametrointerno di 3 mm e particelle di 5 m. Isolventi impiegati come fase mobile sonostati filtrati su filtri in nylon, aventi unaporosità di 0,45m (Lida ManufacturingCorp., Kenosha, WI, USA). L’eluizione agradiente è stata effettuata impiegandole seguenti fasi mobili: fase mobile A, co-stituita da acqua/acido formico, 99,5:0,5(v/v), mentre la fase mobile B era CH3CNal 100%. Il flusso era di 0,5 mL/min. Ilgradiente di eluizione è riportato in Cer-retani et al . (2005). Il segnale acquisitomediante il DAD è stato registrato a 280nm, lunghezza d’onda alla quale è stataeseguita la quantificazione degli analiti(rispetto all’acido 3,4-diidrossifenilace-tico). La rivelazione effettuata mediante

lo spettrometro di massa, invece, è stataimpiegata unicamente a fini identifica-tivi e prevedeva l’utilizzo della sorgenteElectroSpray (API-ES), in modalità positi-va e quella a ionizzazione chimica (APCI),in modalità negativa.

Determinazione dell’attivitàantiradicalica degli estrattifenolici mediante test del DPPH•

e test del ABTS•-

Il procedimento seguito per questi duetest era di Kim D.O. et al., 2002, men-tre lo spettrofotometro utilizzato erasempre l’UV-VIS 1204 (Shimadzu Co.,Kyoto, Giappone).

RISULTATI E

DISCUSSIONE

In tab. 1 vengono riportati i valori dellediverse analisi effettuate sui campionidi olio ligure. Ogni valore è la mediadi quattro ripetizioni. È possibile nota-re graficamente (fig. 2) come l’acidità

Fig. 2 - Valori di acidità libera (% acido oleico) negli oli campionati; confronto fra oli freschi

(in verde), oli conservati per tre mesi a -18°C (in verde acqua) e a temperatura ambiente(in arancio). ABI e ACI, campioni di olio da olive raccolte il 21 ottobre 2003; ABII e ACII,campioni di olio da olive raccolte il 5 novembre 2003.

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OLIO

Tabella 1 - V lori delle diverse analisi effettuate sui quattro campioni di olio ligure. ABI e ACI, campioni di olio da oliveraccolte il 21 ottobre 2003; ABII e ACII, campioni di olio da olive raccolte il 5 novembre 2003; NV, non valutato. a-d L eredifferenti per lo stesso tipo di campione indicano una differenza significativa (test HSD di Tukey con p<0,05).

OSI Time Fenoli Totali o-difenoli Fenoli Totali in HPLC

ABI fresco 13,60a 296,50a 97,61 6.175,99±605,20ABI 15 giorni a 4°C 11,39b 162,35c 30,71 5.181,38±460,65ABI 3 mesi a -18°C 10,42c 171,01c 44,27 5.215,29±425,98ABI 3 mesi a Tamb 6,95d 213,94b 33,00 NV

ACI fresco 13,95a 368,00a 95,64 .842,95±871,28ACI 15 giorni a 4°C 10,74b 210,86b 90,74 .630,84±425,75ACI 3 mesi a -18°C 9,62c 235,62b 115,47 5.194,01±386,03ACI 3 mesi a Tamb 6,04d 226,47b 31,02 NV

ABII fresco 1,85a 383,61a 152,80 .673,47±694,57ABII 15 giorni a 4°C 15,85b 220,61c 46,93 6.257,39±746,70ABII 3 mesi a -18°C 15,75b 318,48b 112,65b 7.212,48±975,50ABII 3 mesi a Tamb 8,74c 234,06c 26,54 NV

ACII fresco 2,48a 510,79a 191,04 .998,18±1.204,48ACII 15 giorni a 4°C 16,56b 272,02b 110,89b 8.106,07±1.625,22ACII 3 mesi a -18°C 15,09c 337,71b 108,30 8.869,01±600,90ACII 3 mesi a Tamb 8,80d 272,15b 45,21 NV

Acidità libera N. Perossido (meq Test DPPH• mmoli Test ABTS•- mmoli(ac. oleico %) O

2/kg olio) Teac/kg olio Teac/kg olio

ABI fresco 0,21b 7,30b ,44a 1,69a

ABI 15 giorni a 4°C NV NV ,26b 1,93a

ABI 3 mesi a -18°C 0,28a 7,82b ,16c 0,60b

ABI 3 mesi a Tamb 0,28a

14,10a

0,16c

0,68b

ACI fresco 0,36c 7,43b ,88a ,34a

ACI 15 giorni a 4°C NV NV ,53b ,31a

ACI 3 mesi a -18°C 0,41b ,01c 0,41b 0,89b

ACI 3 mesi a Tamb 0,48a 15,28a ,15c 0,36c

ABII fresco 0,30c 7,50c 1,02a 2,49a

ABII 15 giorni a 4°C NV NV ,75b ,69a

ABII 3 mesi a -18°C 0,67a 12,15b ,88a,b 1,73b

ABII 3 mesi a Tamb 0,58b 20,93a 0,45 0,67c

ACII fresco 0,50c ,80c ,53 ,96b

ACII 15 giorni a 4°C NV NV ,25 ,32a

ACII 3 mesi a -18°C 0,99b

16,07b

,31 ,18c

ACII 3 mesi a Tamb 1,05a,b 1,73a ,39b 0,77d

tenda ad aumentare durante la conser-vazione, sia a temperatura ambienteche a -18°C, tanto che per un campio-ne dei quattro (ACII) tale valore superail limite consentito dal regolamento CEE2568/91 (e successive modifiche) per lacategoria merceologica di olio extraver-

gine di oliva. Quest’ultimo andamento èprobabilmente il frutto della presenza dipiccole quantità di acqua di vegetazioneresidue nell’olio a causa di una separa-zione non completamente efficiente;gli enzimi presenti nella fase acquosapossono infatti determinare fenomeni

idrolitici a carico dei trigliceridi. La deter-minazione del numero di perossido (fig.3), in linea con la precedente, mostraun aumento di tale parametro passan-do da olio fresco, a quello conservato a-18°C per tre mesi, a quello conservatoper lo stesso periodo ma a temperatura

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OLIO

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Fig. 3 - Valori del numero di perossido, espressi in meq O2/kg di olio, negli oli vergini di

oliva, in funzione delle modalità di conservazione. ABI e ACI, campioni di olio da oliveraccolte il 21 ottobre 2003; ABII e ACII, campioni di olio da olive raccolte il 5 novembre

2003.

ambiente. Anche per questo parametroil campione ACII superava i limiti con-sentiti dalla legge per la denominazionedi olio extravergine di oliva. Mediantel’utilizzo di uno strumento in grado diaccelerare l’ossidazione della sostanzagrassa (Oxidative Stability Instrument),è stata valutata l’influenza delle diversemodalità di conservazione, oggetto diquesto studio, sulla stabilità dell’olio.Dai dati riportati in tab. 1 e fig. 4 ap-pare evidente come la cristallizzazionea 4°C sia associata ad un decrementostatisticamente significativo della stabi-lità ossidativa, rispetto a quella dell’olioappena prodotto (fresco). Per gli stessioli è stata valutata l’influenza della con-servazione a -18°C per tre mesi, confron-tandoli con gli stessi campioni stoccatia temperatura ambiente per un ugualperiodo di tempo. Anche in questo casola diminuzione di stabilità ossidativa ap-pare significativa. I fenoli totali, misuratispettrofotometricamente, mostravanoun calo significativo solo se si confrontal’olio fresco con quello conservato (nellediverse modalità). Per quanto riguarda

i diversi tipi di conservazione, non si èriscontrato per i fenoli totali un anda-

Fig. 4 - Confronto tra i valori di stabilità ossidativa (OSI time), espressi in ore, negli oli

vergini di oliva, in funzione delle modalità di conservazione. ABI e ACI, campioni di olio daolive raccolte il 21 ottobre 2003; ABII e ACII, campioni di olio da olive raccolte il 5 novembre2003.

mento univoco per i quattro campioniconsiderati (tab. 1). Gli o-difenoli pos-sono essere considerati tra i composti astruttura fenolica in grado di esplicare lamaggiore attività antiossidante negli oliextravergini di oliva (Gallina Toschiet al.,

2005). Il loro andamento nei campionianalizzati segue tendenzialmente quel-lo dei fenoli totali; per tre campioni suquattro (ABI, ABII, ACII) si è assistito aduna significativa diminuzione del conte-nuto in o-difenoli comparando l’olio fre-sco con quello conservato nelle diversemodalità. Per quanto riguarda il campio-ne ACI, la sostanziale stabilità del dato èattribuibile all’elevata variabilità analiti-ca. Per valutare la resistenza nei confron-ti dei processi ossidativi, nei campioni diolio oggetto di questo studio, sono statiapplicati tre differenti metodi analitici,l’Oxidative Stability Instrument ed i testantiradicalici dell’ABTS•- e del DPPH•. Idati relativi all’Oxidative Stability Instru-ment evidenziano la resistenza all’ossida-zione dell’olio connessa sia alla presenzadei componenti antiossidanti che allastabilità intrinseca determinata dal gra-do di insaturazione della matrice lipidica;i test antiradicalici valutano, invece, l’at-tività “radical scavenger” propria dellafrazione fenolica estratta dall’olio. Dallatab. 1 si nota come il test dell’ABTS•-

non mostri una significativa variazionefra l’olio fresco e quello conservato 15giorni a 4°C, tuttavia confrontando il

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OLIO

fresco con il conservato a tre mesi allediverse temperature, si evince come ledifferenze siano sostanziali e significati-ve; e quindi come l’abbattimento dellatemperatura (4°C) abbia determinato unabbassamento del potere antiossidantedella frazione fenolica, così come anchela conservazione protratta nel tempo edin maggior misura per quella effettuataa temperatura ambiente (invece che a-18°C). Il test del DPPH• (tab. 1) eviden-zia maggiormente le differenze del con-fronto fra olio fresco e olio conservato 15giorni a 4°C e fra olio conservato a -18°Crispetto a quello mantenuto a tempera-tura ambiente per lo stesso periodo (3mesi). Il profilo fenolico quali-quantita-tivo relativo ai campioni di olio permet-te di individuare le influenze esercitatedalle diverse modalità di conservazionesu tale frazione. Nella tab. 1 è riportatoil contenuto in fenoli totali quantificatomediante HPLC. Come mostrato dai datiin tabella e dalla fig. 5, appare evidentela tendenza alla diminuzione delle so-stanze fenoliche in seguito alla conser-vazione a 4°C, rispetto ai campioni ap-pena prodotti (Freschi). D’altra parte, laconservazione a -18°C seppur protrattaper un tempo superiore (tre mesi), nonsembra inficiare tali contenuti.

CONCLUSIONI

I valori di acidità libera ed il numero diperossido degli oli appena prodotti rien-travano largamente all’interno dei limitistabiliti dal Reg. CEE 2568/91 e successi-ve modifiche. Entrambi i parametri valu-tati subivano un aumento significativo inseguito a conservazione a -18°C, per tremesi, anche se meno marcato rispetto aquello relativo alla conservazione a tem-peratura ambiente. Per quanto riguardainvece la conservazione dei campioni diolio a 4°C è apparso evidente un signifi-cativo decremento della stabilità ossida-tiva (misurata tramite Oxidative Stability

Instrument) rispetto ai campioni appenaprodotti. Il decremento dell’OSI time

arrivava a superare addirittura il 50%,quando si paragonavano i valori relativiall’olio fresco e a quello conservato per tre mesi, a temperatura ambiente. Ancheil confronto tra la conservazione per tremesi a -18°C e a temperatura ambientefaceva registrare una significativa fles-sione della stabilità ossidativa a scapitodi quest’ultima seppur in modo menoconsistente (35%). La conservazionedell’olio a bassa temperatura può quin-di influire positivamente rallentandole cinetiche delle reazioni ossidative. Ilcontenuto in fenoli totali, valutati per via spettrofotometrica, rispecchiava l’an-damento osservato per le prove di sta-bilità ossidativa (correlazione di Pearsonr=0,77 con p<0,001); la stessa tendenzasi aveva per gli o-difenoli, valutati con lastessa tecnica. Per quanto concerne ledeterminazioni dell’attività antiradicali-ca, eseguite sulla frazione fenolica, deglioli oggetto di studio, il test del DPPH•,rispetto all’ABTS•- forniva un andamen-to complessivamente in linea con quellomostrato dall’OSI (correlazione di Pear-

son r=0,81 con p=0,001). Il profilo feno-lico quali-quantitativo valutato mediante

HPLC-DAD-MSD, ha messo in luce uncalo sostanziale, soprattutto dei fenolisemplici, in seguito alla conservazione abassa temperatura. In generale, è statoevidenziato come la conservazione a bas-sa temperatura, a causa di cambiamentidello stato fisico, determini un abbatti-mento significativo della componentefenolica e quindi della resistenza all’ossi-dazione dell’olio (confrontando l’olio ap-pena prodotto con quello posto a 4°C).Se, tuttavia, gli effetti dovuti all’abbat-timento della temperatura che possonoessere ipotizzati sono due, che agisconoin modo contrario, dai risultati ottenu-ti appare chiaro come, prolungando laconservazione, quello di rallentamentodell’ossidazione delle sostanze antiossi-danti prevalga sulla perdita generata, aloro carico, all’inizio dal cambiamentodello stato fisico.

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Fig. 5 - Quantificazione (mg/kg di olio espressa in acido 3,4-diidrossifenilacetico) medianteanalisi HPLC con rivelazione con serie di fotodiodi (DAD) alla lunghezza d’onda di 280

nm, dei fenoli totali, nei quattro campioni considerati, in funzione delle diverse modalitàdi conservazione. Poli, curva polinomiale. ABI e ACI, campioni di olio da olive raccolte il 21

ottobre 2003; ABII e ACII, campioni di olio da olive raccolte il 5 novembre 2003.

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