2004. Città e Comuni: quali aziuoni per i giovani?

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CITTA’ E COMUNI: QUALI AZIONI PER I GIOVANI IN QUESTI TEMPI?

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Uno studio su un campione di 8 grosse città italiane (preliminare ad una ricerca per Ilsole24ore) sugli investimenti in politiche giovanili. Oltre ad un aggiornamento sulle tendenze in atto.

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giovanni campagnoli
di Giovanni Campagnoli
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CITTA’ E COMUNI: QUALI AZIONI PER I GIOVANI IN QUESTI TEMPI? di Giovanni Campagnoli e Matteo Miglio INDICE CAP. 1. PUNTI DI FORZA E CRITICITA’ DELLE POLITICHE GIOVANILI NELLE CITTA’ ITALIANE Premessa 1. Le attività dell’assessorato alle politiche giovanili 2. La scarsità di risorse 3. Una comparazione 4. Quali “policy makers” in materia di politiche giovanili? 5. Spunti per una governance: uno sguardo all’Europa ALLEGATO 1: Le 8 interviste ALLEGATO 2: “Senza fondi le politiche per i giovani”, F. Montemurro, Ilsole24ore, 7 luglio 2003,

CAP 2. COSA C’E’ DI NUOVO. Demografia

Risorse

Istituzioni

La legge giovani

Regioni, Province, Comuni

Reti di citta

Informagiovani

Espressività giovanile

Rappresentanza Spazi giovani

Europa

1. Carta Europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale 2. Carta europea dell’Informazione per i giovani

Conclusioni

giovanni campagnoli
con intervista a Giovanni Campagnoli
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CAP. 1. PUNTI DI FORZA E CRITICITA’ DELLE POLITICHE GIOVANILI NELLE CITTA’ ITALIANE Uno studio sulle politiche per i giovani attivate da otto grosse città italiane (Milano, Napoli, Bari, Roma, Verona, Perugia, Torino, Palermo) evidenzia chiari punti di forza ed altrettante criticità, se comparato alla situazione di tre anni fa nello stesso campione di ricerca. Le criticità sono legate ad un preoccupante calo di risorse destinate a questi capitoli di bilancio sia in termini assoluti (-26% rispetto al 2002) che relativi (la percentuale delle risorse destinate ai giovani passa dallo 0,25% allo 0,09 contro una media europea oscillante tra l’1,5 ed il 2,5%). Punti di forza invece sono dovuti al fatto che oggi gli Assessorati alle politiche per i giovani hanno definito una mission più chiara ed un ruolo più certo all’interno Comuni e contemporaneamente anche rispetto alle linee d’azione su cui investono. Le città privilegiano infatti le dimensioni legate all’informazione (servizi Informagiovani), alle espressioni artistico-culturali giovanili, un rinnovato interesse per gli spazi (anche grossi e nuovi, che provengono dal recupero di arre urbane dimesse) gestiti in convenzione con le organizzazioni giovanili ed una sperimentazione di progetti che valorizzano le capacità imprenditive e lo sviluppo di un attitudine al lavoro da parte dei giovani. Ma non è tutto: la mobilità internazionale, il volontariato, l’orientamento al lavoro e la ricerca di nuove forme di partecipazione alla vita della città. Permangono una serie di criticità legate alla scarsità di risorse (0,9% del totale delle uscite correnti dei bilanci comunali, contro una media europea di 15 – 25 volte superiore), molti interventi frammentati e quindi “low cost”, poca capacità di fare rete e costruire alleanze e sinergie sia all’interno che all’esterno della macchina comunale. Ciò in un quadro generale dove non c’è un disegno complessivo nazionale sulle politiche giovanili, né organismi di riferimento (tipo Ministeri, Agenzie, ecc.). In questa situazione di vuoto, le Regioni dovranno assumere un ruolo importante, in quanto la materia è diventata, con la riforma federalista dello Stato, di loro esclusiva competenza. Il livello europeo è poco conosciuto e non sono colte tutte le opportunità comunitarie in materia, né adottate le Carte dei diritti che questi organismi hanno approvato con l’intento di una diffusione capillare in tutti gli Stati membri. Lo studio è stato realizzato intervistando funzionari, dirigenti, addetti stampa ed assessori delle 8 città campione ed elaborando successivamente dati ed informazioni. Di seguito si trova una sintesi di tutto ciò, con una tabella sintetica, una scheda di approfondimento ed una matrice swot con punti di forza e di debolezza, minacce ed opportunità delle politiche giovanili attuali. Poi c’è un’analisi di tipo quantitativo (dati economici e successive elaborazioni). Infine una serie di riflessioni conclusive che ricollocano quanto emerso dalle interviste in un contesto nazionale più ampio, con alcune comparazioni europee, indagando su i nuovi “policy makers” in materia di politiche giovanili e fornendo una serie di spunti per una governance, attraverso uno sguardo all’Europa In allegato si riportano i testi delle 8 interviste, Autori: lo studio è stato elaborato dal prof. Giovanni Campagnoli e dal dott. Matteo Miglio, presidente e vice dell’agenzia politichegiovanili.it che si occupa di promuovere in Italia una cultura ed una metodologia di intervento per i giovani, attraverso l’informazione, la formazione e la consulenza. Fonti utilizzate nel lavoro: i bilanci comunali 2004 e 2005, interviste dirette a referenti delle 8 città campione, cioè: dott.ssa Sorace (Comune di Roma), assessore Aldo Brandirali e ad Elena Filicori (Milano), Mariolina Rocco e Anna Bruno (Napoli), Assessore Giancarlo Montagnoli (Verona), Carmela Paternostro (Bari), Maria Grazia Billi e assessore Cernicchi (Perugia), Grazia Gay, Nota e Assessore (e Vicesindaco) Marco Calgaro (Torino), Mercadante (Palermo).

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1. Le attività dell’assessorato alle politiche giovanili Dallo studio sulle politiche giovanili di queste 8 Città capoluogo emergono alcuni tratti comuni, che rappresentano chiare ottiche progettuali (con relativi punti di forza e debolezza) ed esprimono opportunità e minacce. Come già detto, una preoccupazione Comune è la carenza strutturale di fondi. Ma non solo: in nessuno degli 8 Comuni (pur essendo capoluoghi di regione, Verona esclusa) nessun assessore ha una delega esclusiva ai giovani, ma questa fa parte di un portafoglio di competenze (che, a seconda dei Comuni, sono: sport, cultura, ambiente, aziende municipalizzate, pubblica istruzione e infanzia). Non è quindi considerata una delega esclusiva o strategica, anche perché le risorse da gestire sono davvero poche. Di positivo oggi c’è da rilevare che gli Assessorati ai giovani hanno raggiunto comunque una loro specificità, riuscendo a ritagliarsi uno spazio d’azione autonomo e con logiche nuove, diverse finalmente da quelle legate al Socioassistenziale (in particolare: le logiche di contrasto a tossicodipendenza, criminalità e disagio) che ne hanno caratterizzato gli inizi, così come da quelle legate esclusivamente al lavoro ed allo spettacolo che ne hanno “inquinato” il proseguo durante gli anni ’90, senza creazione di risorse o impresa. Ciò è evidente guardano quelli che sono gli obiettivi seguiti da questi 8 assessorati. Si tratta infatti di interventi per favorire la crescita dei giovani ed una loro maggiore partecipazione alla vita sociale. Stessa chiarezza nelle linee d’azione, che puntano su 5 direzioni: in primis (e comune a tutti gli Assessorati) sull’informazione rispetto ad una serie di opportunità (locali, nazionali ed internazionali) per i giovani. Secondo: scommettendo sulle forme espressive ed artistiche dei giovani (rassegne varie, occasioni di protagonismo in città circuito giovani artisti di cui fanno parte 5 Comuni su 8 ed in Italia riguarda 40 città). Terzo, sicuramente gli spazi. Sembra infatti ci sia una riscoperta di luoghi (un bisogno da parte di giovani, sempre più circondati da “non luoghi”) in cui sia possibile da una parte l’incontro e la relazione con un operatore (un adulto), dall’altra la possibilità di fruire di laboratori espressivi, sale prova, mostre, ecc.. In ogni caso uno spazio riconoscibile ed identitario, bello da abitare, caldo dal punto di vista relazionale, inserito nella città. Se gli spazi sono presenti come linea d’azione in 5 degli otto Comuni intervistati, in metà degli assessorati emerge una quarta dimensione, quella relativa all’incentivare la progettualità dei giovani, finanziando nuove idee e sostenendole. Non si tratta qui solo di produzioni artistico culturali, ma anche di vere e proprie “microimprese”, o di eventi, in ogni caso progetti progettati da giovai e destinati ad altri giovani (ciò attraverso bandi e concorsi, ad es. “Giovanidee” a Torino). Quinto ed ultimo tratto comune e distintivo è quello della mobilità internazionale, attivato in metà degli assessorati, con due modalità diverse: alcuni concedono contributi (o agevolazioni) ad hoc per incentivare gli scambi giovanili, i campi di lavoro o esperienze culturali e formative all’estero; altri attraverso la banca Dati Eurodesk forniscono informazioni sui programmi europei e un aiuto a ricercare partner all’estero. “Chi viaggia si sveglia”, sembra essere lo slogan di questi Comuni. Più trascurate sono sia la dimensione della ricerca (esistono comunque tre osservatori giovani, a Napoli, Milano e Torino) e quella della partecipazione giovanile (dove sono in atto due interessanti sperimentazioni a Verona e a Perugia). Infatti queste ultime due dimensioni (ricerca e partecipazione) appaiono in crisi per motivi diversi. La ricerca, in generale, è in difficoltà laddove esiste una carenza di fondi, ed è questo il caso. C’è però da segnalare che vengono sperimentate nuove modalità, quali la ricerca azione con i giovani, finalizzata ad intercettare gruppi ed organizzazioni disposti ad impegnarsi per progettare con l’Amministrazione le politiche giovanili (si parla anche di bilancio giovani partecipato). Anche la partecipazione (sia degli adulti che dei giovani) appare oggi in crisi. Nel senso che sono in difficoltà le forme tradizionali di rappresentanza (partiti, sindacati) e si sta sperimentando come intercettarne di nuove che possano contribuire ad una progettazione partecipata rispetto alle politiche per i giovani. Lo sforzo

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delle amministrazioni che si mettono in gioco su queste dimensioni è di incominciare a riconoscere come centrali altre forme di partecipazione giovanile alla vita della città (es. volontariato, ma anche frequentare un centro giovani, suonare, “produrre” (teatro, espressività, ecc.), impegnarsi in nuovi modi a scuola (ad es. programmi di “peer information”, come quelli sperimentati dal comune di Torino). Infine, da segnalare che proprio in quest’ottica, potrebbe assumere anche un nuovo senso l’esperienza di servizio civile nazionale, un’opportunità presente in tutti questi Comuni, ma non sempre coordinata dall’Assessorato ai giovani, ma lasciata ad altri (Politiche sociali, Formazione, Lavoro). Proprio la poca capacità di fare rete e di sviluppare sinergie con altri partner (a partire dall’interno del Municipio), è senz’altro una forte criticità. Nonostante la carenza di risorse, la strategia di connettersi e di sviluppare un Piano organico in materia di giovani, che raccoglie tutte le opportunità loro rivolte, a prescindere da quale Assessorato le metta in atto, non pare essere una priorità. Prevalgono logiche da “separati in casa” che producono un forte frazionamento degli interventi, dando all’esterno un’immagine non unitaria della politica del Comune. Si pensi per esempio a formazione, lavoro, imprenditoria, cultura, università, sociale, comunicazione, servizio civile nazionale ed europeo, dimensioni purtroppo rispetto alle quali nei Comuni ognuno fa politica a sé, senza integrazione. O al massimo c’è un Informagiovani che garantisce una dimensione informativa. Riuscire qui a fare sistema sarebbe un gran risultato. Significherebbe anche poter attingere a risorse per i giovani da altri capitoli di bilancio. Mentre oggi gli interventi risultano sostenuti da risorse che sono scarse e frammentate, quindi azioni “low cost” che producono spesso una forte deresponsabilizzazione (infatti un intervento “se costa poco, vale poco” e quindi si può anche tagliare…). Non solo. Quando poi i Comuni attivano una “grande opera” per i giovani, non sempre coinvolgono l’Assessorato alle politiche giovanili (vedi Napoli e Roma). Poca capacità di fare rete poi anche con altre agenzie presenti in città. Nessuno di questi Comuni (Torino escluso ed in parte Verona) ha un vero e proprio Piano giovani, cioè un documento condiviso e partecipato che esplicita le scelte e gli investimenti rispetto alle nuove generazioni. Rispetto agli investimenti, c’è da segnalare ancora questo: oggi la quasi totalità delle risorse stanziate per i giovani sono pensate (e destinate) esclusivamente per interventi di spesa, che “consumano” cioè risorse. Investimenti certo necessari ed utili, ma in ogni caso da considerare alla stregua degli interventi di cura della marginalità. Pensare ai giovani in termini strategici, però significa rivolgersi a loro con un ottica diversa, considerando tutte le loro potenzialità, tra cui anche quella di generare risorse. A livello nazionale vi sono alcune sperimentazioni innovative da questo punto di vista, interventi di sostegno a progetti che attraverso l’erogazione di servizi, il pagamento di biglietti o un semplice ristobar, generano risorse. Si tratta allora di una spesa una tantum dell’Amministrazione per adeguare degli spazi, in grado poi di generare reddito (da investire nel progetto stesso) e di dare lavoro a giovani. Un’esperienza (che è già buona prassi, in quanto replicata in un circuito di Comuni) è il progetto “Spazioper” (vedi scheda). Da aggiungere infine che se oggi un problema dei giovani da tutti riconosciuto è la lungo-adolescenza, quindi una difficoltà nel raggiungere un’autonomia dalla famiglia d’origine; i Comuni non sembrano ancora pronti a sviluppare politiche di accesso facilitato alla casa, al credito. Semmai un accompagnamento al lavoro. Dai Centri giovani ad un circuito di spazi

La forte tradizione dei Centri comunali di incontro giovani sta producendo qualcosa di nuovo. Il Comune di Torino è pioniere con il progetto “Periferie” avendo trasformato spazi comunali senza più destinazione d’uso (in particolare scuole), in Centri giovani aperti da pomeriggio a notte e veri e propri laboratori musicali, espressivi e culturali, di cui possono beneficiare tutta la comunità. Una sperimentazione ancora più innovativa in questo senso è il modello di “Spazioper” messo a punto da Vedogiovane (coop. sociale di Borgomanero No, il cui presidente è anche quello dell’associazione nazionale dell’animazione socio-culturale). Sono spazi gestiti in convenzione con l’Amministrazione comunale, pensati con all’interno un equobar, cioè un bar con i prodotti del commercio equo e solidale (1), ma anche locali di qualità e biologici.

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Spazi aperti da mattino a notte, veri e propri cantieri culturali giovanili, dove l’espressività è di casa, in quanto offrono spazi per mostre di giovani artisti, sale prove, skate park, campi di calcio a 5, concerti, incontri, dj set, jam musicali, teatro, cinema, video, tecnologie digitali. Quindi un unico spazio che offre più servizi, ma molto calato nelle comunità locali (2) in quanto frequentato non solo da giovani, ma anche da adulti, anziani, famiglie e bambini (soprattutto là dove questi spazi sono all’interno dei parchi delle città e lì vengono organizzati i Centri estivi). L’opzione culturale dei Comuni, in questo caso, è chiara: passare da un progetto giovani ad un progetto di comunità. Ciò significa anche poter attingere a risorse anche da altri capitoli del bilancio, ma anche creare luoghi che generano risorse. E da un duplice punto di vista. In primis perché i vari servizi (sale prove, calcio a 5 e soprattutto equobar) premono prezzi che, seppur politici, permetto il sostegno a chi lavora. Ed in secondo luogo perché questi spazi giovanili polarizzano energie, passioni ed impegno. Ciò significa potersi avvantaggiare di un “effetto moltiplicatore” che è prodotto dalla partecipazione dei giovani a queste strutture, effetto che si rivela particolarmente significativo poiché incoraggia i giovani ad esercitare i loro diritti di cittadinanza attiva. Non solo: è un impegno che se dovesse essere valutato economicamente sia per il lavoro diretto, che per i contatti che porta (in primis maggior fruizione dei servizi e sconti sulle forniture, grazie ad un network locale che si costruisce con diversi attori), probabilmente si evidenzierebbe che per ogni euro investito dalla Pubblica Amministrazione per i giovani, se ne valorizzano almeno due (3). Inoltre si darebbe vita ad una leva che porta nel tempo una serie di risultati positivi inattesi dovuti sia a richieste di possibili riproduzioni dell’azione al di fuori delle attività presentate dal progetto; sia ad estensioni di parti, che azioni nuove e sperimentali che da questi volani possano essere avviate. _____ 1. Tra l’altro le organizzazioni del commercio equo organizzazioni giovanili, in quanto caratterizzate dalla presenza di più dell’80% di giovani con meno di 35 anni. 2. G. Campagnoli, “Là dove si rigenera cittadinanza”, Animazione Sociale n°5, maggio 2005. 3. Si pensi di introdurre il concetto di onere figurativo. Fonte: “Secondo convegno nazionale delle leve giovanili”, Scandicci, 17 e 18 giugno 2005, intervento del prof. Giovanni Campagnoli “Protagonismo giovanile e politiche locali”.

Fonte: politichegiovanili.it Da tutto ciò, è ricavabile una matrice sintetica ed elaborare un modello di “S.W.O.T Analysis” per la messa in luce di minacce, opportunità, punti di forza e di debolezza. Una S.W.O.T. per le politiche giovanili comunali

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA • Aver superato le logiche che avevano originato le

Politiche giovanili (legate cioè alle emergenze, come ad esempio tossicodipendenze, devianze, ecc.). Lo stesso rispetto alle Politiche del Lavoro.

• Disporre di capitoli ad hoc, quindi annualmente rifinanziabili.

• Esiste oggi una mission ad hoc per l’assessorato ai giovani, con una specificità riconosciuta

• Essere riconosciuto come un “policy maker” molto vicino alla realtà dei giovani ed alle loro istanze e per questo potenzialmente apprezzato

• Scarsità di risorse e poche sinergie • Mancanza di una legislazione (nazionale e

regionale) di riferimento • Non sviluppo di Piani integrati ed organici tra

Assessorati all’interno del Comune (si agisce con logiche da separati in casa).

• Poca capacità di fare sistema con le altre agenzie educative cittadine.

• Carenza di un sistema nazionale o regionale di riferimento (si naviga a vista dando vita ad una artigianalità degli interventi).

• Difficoltà nell’individuare e riconoscere “lo specifico” delle politiche giovanili e nell’individuare un preciso target di età di riferimento

OPPORTUNITA’ MINACCE • Forte sperimentazione come forma di ricerca di

nuove soluzioni • Maggiore libertà d’azione • Maggiore capacità di comunicazione e relazione

con i giovani e con l’esterno che facilita il fare rete (territoriale/locale)

• Sperimentare progetti (imprenditoriali) che generano risorse

• Innovare anche rispetto ad interventi che facilitino l’accesso al credito ed alla abitazione per i giovani

• Esclusione dalle opportunità e dall’adozione di riferimenti normativi europei

• Esclusione da “grandi opere” di interesse per i giovani, in quanto di competenza di altri assessorati

• Possibili tagli di interventi troppo frammentati e low-cost, se non vengono ricompresi in linee tematiche più ampie o in un Piano Giovani Integrato

Fonte: politichegiovanili.it

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Gli interventi per i giovani attivatati nelle Città

Città Interventi attivi Interventi per formazione e inserimento lavorativo

MILANO

• Due centri Informagiovani con banca dati Eurodesk, sulle opportunità e i programmi europei per i giovani e Saylor

• Promozione culturale ed espressiva con 20 spazi comunali di creatività La fabbrica del vapore (17 organizzazioni giovanili) Gai e reti nazionali ed internazionali di artisti

• Servizio Civile Nazionale: 51 convenzioni • Contributi ad organizzazioni giovanili su

progetti secondo gli indirizzi dell’Assessorato • Osservatorio sull’aggregazione giovanile

Le politiche del lavoro (che non afferiscono all’Assessorato giovani) promuovono: • 1 sportello C.A.L.A. - Centro servizi per il

lavoro autonomo • 1 sportello PerLa per l’orientamento al

lavoro • Progetto IN.SI.eME.: per avvicinare

giovani che cercano lavoro ai bisogni delle aziende, anche attraverso tirocini, work experience e brevi percorsi formativi mirati

• Sportello Marco Biagi per la ricollocazione lavorativa ex-disoccupati di lunga durata

NAPOLI

• 1 Informagiovani con tre sportelli decentrati c/o i Centri giovani

• 1 Mediateca “S. Sofia” • 3 Centri giovani: c/o i quali si sviluppano

anche programmi di educazione alla pace, ai diritti umani e sviluppo cooperazione internazionale

• Osservatorio sui giovani di Napoli e Provincia

• Progetto “Città dei giovani”: riqualifica spazio urbano per favorire il pieno sviluppo della personalità del giovani sul piano culturale e sociale, offrendo, in un unico contenitore, servizi e informazioni, spazi evento, luoghi per il tempo libero e la cultura, spazi per l’ospitalità e l’accoglienza.

• Progetti di Servizio Civile Nazionale: dipende dall’Assessorato alle Politiche Sociali

Le politiche del lavoro (che non afferiscono all’Assessorato giovani) promuovono Servizi inerenti: • avvio di attività commerciali con 4

centri c.u.o.r.e (servizi gratuiti per l’imprenditoria), il p.o.s.t. (sportello per l'occupazione e lo sviluppo territoriale) ed i c.o.f. (centri per l'occupabilità femminile).

• L’informagiovani svolge una funzione informativa rispetto a tutti questi interventi ed una di primo orientamento con l’utenza.

VERONA

• 1 Informagiovani con sito ad hoc, forum e chat e banca dati/sportello Eurodesk

• Progetti di Servizio Civile Nazionale: 22 posti

• 2 Centri di aggregazione giovanile con sale prove

• Laboratorio di partecipazione per l’elaborazione delle Politiche Giovanili

• Forum dei giovani dei centri di aggregazione giovanile (Progetto Open Source)

• Mobilità giovanile: promozione di scambi e vacanze e campi di lavoro

Le politiche del lavoro hanno uno specifico Assessorato e promuovono: • uno Sportello di orientamento, • l’Osservatorio sulle Trasformazioni del

Lavoro • Servizio Nuova Impresa

BARI

• 1 Informagiovani (c/o il servizio Urp) • 1 Sportello Informastudenti (con

Università di Bari, 60 mila studenti) • Archivio GAI e partecipazione alla

manifestazione/concorso internazionale “Gemine muse”

• Rassegna annuale Borgo Antico (musica, teatro, esposizioni, incontri)

• Mostre di giovani artisti

Le politiche del lavoro non afferiscono all’Assessorato giovani. • L’informagiovani però ha: una banca dati

ad hoc per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, in cui i giovani possono inserire il loro curriculum; con cadenza quindicinale, l’informagiovani promuove workshop di orientamento al lavoro dipendente e laboratori per l’autoimpresa.

PERUGIA

• Servizio Informagiovani • Espressività giovanile e Circuito giovani

artisti (GAI) • Spazi gestiti in convenzione con

Le politiche del lavoro hanno un Assessorato ad hoc ed in particolare risulta attivo il S.A.L. (Servizio di Accompagnamento al Lavoro, anche per persone esposte al rischio di

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organizzazioni giovanili • Bando per contributi a microprogetti per e

con i giovani • Ricerca: censimento delle associazioni

giovanili del territorio comunale • Laboratorio di progettazione partecipata

sulle politiche giovanili • Servizio Civile Nazionale: 29 convenzioni

esclusione sociale)

ROMA

• Informagiovani: 6 centri, 4 sportelli decentrati e 2 infobus. L’Informagiovani ha un sito web ad hoc, una chat ed un forum per studenti, una banca dati/sportello Eurodesk e per l’incontro tra domande e offerta di lavoro

• Promozione culturale ed espressiva dei giovani con eventi (es. Enzimifest e Notte bianca, 17 settembre, terza edizione) e diversi laboratori ed eventi

• Servizio Civile Nazionale: 274 posti • Borse di studio per studenti universitari per

progetti miranti allo sviluppo di capacità imprenditive

A Roma c’è un Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro che promuove: • il Centro orientamento al lavoro e gli

incubatori (anche di imprese sociali ed ecosostenibili)

• Spazi urbani recuperati ad hoc per i giovani, favorendo poi la nascita di imprese (es. nuovo cinema Aquila, progetto periferie)

• 20 borse di studio per gli studenti delle Superiori per progetti di imprenditoria locale

TORINO • Informagiovani con sito ad hoc e 10 sportelli decentrati, con la realizzazione di incontri informativi (“Aperitivi informativi”)

• Rivista “InformaGiovani” • 10 Spazi per i giovani: centri To&Tu • A.RI.A: centro d’ascolto adolescenti • Giovanidee: sostegno ai progetti dei

giovani • GxT: Giovani per Torino, volontariato civico

culturale • Murarte: spazi per i graffiti sui muri della

città • Osservatorio letterario giovanile • Osservatorio sul mondo giovanile • Pagella non solo rock: rassegna band di

studenti delle Superiori • Ragazzi del 2006: progetto di volontariato

giovanile per le Olimpiadi 2006 • Pass 15: iniziative gratuite per i quindicenni • Scambi internazionali: soggiorni brevi

all’estero per giovani • Servizio Civile Nazionale: 167

convenzioni • Servizio Civile Europeo (SVE) • Musica in Piemonte: portale sulla musica

in Piemonte

Le politiche del lavoro non afferiscono all’Assessorato giovani. • L’informagiovani però ha una sezione

dedicata al lavoro atipico e pubblica una guida alle opportunità di lavoro per i giovani nella stagione estiva.

PALERMO

• Informazione: servizio-sportello informagiovani

• Volontariato: promozione del volontariato internazionale e del servizio volontario europeo con progetti

• Espressività giovanile

Politiche per il lavoro (non afferiscono alle politiche giovanili), è attivato il Progetto L.S.U “Palermo Lavoro”

Fonte: politichegiovanili.it

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2. La scarsità di risorse Il tema delle risorse è senz’altro una grossa criticità. Infatti, comparando gli stanziamenti per le politiche giovanili del 2002 con quelli del 2005, risulta, dai dati forniti dalle stesse Amministrazioni campione, un grosso calo (-26%). Una spiegazione data dagli intervistati è che, rispetto a tre anni, vi è stata una generale riduzione delle spese dovuta dall’entrata in vigore delle ultime leggi finanziarie. Ma è preoccupante, da questi dati, verificare che si abbassa ulteriormente la media della percentuale delle spese destinate alle politiche per i giovani, sul totale delle uscite correnti dei Comuni. Se tre anni fa era data allo 0,25%, oggi è scesa allo 0,09 quindi quasi tre volte meno. E già allora si trattava comunque di una percentuale irrisoria se comparata con gli altri Paesi europei, dove lo stesso dato infatti oscilla ancora oggi tra l’1,5 ed il 2,5%. C’è da rilevare che nell’ultimo anno c’è stato un incremento medio degli stanziamenti dell’8%, grazie ad una maggiore capacità negoziale degli Assessori e ad una mission più chiara rispetto alle finalità degli investimenti per i giovani. Bisogna verificare se nel 2004 si è giunti al “picco minimo” rispetto al quale da quest’anno gli investimenti per i giovani ricomincino a crescere. Le risorse per i giovani (in Euro)

Uscite correnti

pol giovanili previste

2005

Uscite correnti

pol giovanili

2004

Variazione 2005/04

Uscite correnti

pol giovanili 2002 (da:

IlSole24ore del 7/7/’03)

Variazione 2005/02

Uscite correnti

previste ‘05

% uscite 2005

CITTA’ IN ARRIVO IN ARRIVO MILANO 2.189.000 1.789.000 + 17% 1.862.760 + 18% 1.763.952.570 0,12% NAPOLI 281.000 239.000 + 18% 716.344 - 61% 1.449.469.019 0,02% VERONA 350.000 350.000 0 155.114 + 126% 238.041.393 0,15% BARI 26.000 50.000 - 48% 250.000 - 90% 273.106.079 0,01% PERUGIA 100.000 50.000 + 100% 326.000 - 70% 144.925.468 0,07% TORINO 2.528.000 2.587.500 -2% 1.900.000 + 33% 1.291.000.000 0.19% ROMA 2.500.000 n.d n.d 5.543.645 - 55% 3.337.897.850 0,07% PALERMO n.d. n.d. n.d. 950.000 TOTALE 7.974.000 +8% 10.753.863 -26% 8.498.392.379 0,09%

Fonte: politichegiovanili.it

Le risorse sono esclusivamente quelle riferite agli interventi per le politiche giovanili, attivati dall’Assessorato di competenza. A volte queste politiche presentano attività che sono, dal punto di vista qualitativo, di “confine” rispetto agli interventi di tipo culturale e/o sociale finanziati da altri Assessorati del Comune, se non molto spesso con le Politiche del lavoro. In ogni caso, nell’indicazione delle risorse, gli Assessorati hanno fornito le somme di esclusiva loro competenza. Da sottolineare che non sono comprese le spese del personale in capo ai Comuni dedicato ai Servizi ed agli Uffici per i giovani (in particolare dipendenti c/o gli Informagiovani e funzionari, in quanto afferiscono al capitolo di bilancio “Spese del personale” difficilmente scorporabili, soprattutto dove le persone svolgono più funzioni, né le utenze dirette relative ai Sevizi (per lo stesso motivo). Si tratta quindi di somme erogate direttamente per lo sviluppo di iniziative legate ad interventi ed azioni di Politiche Giovanili o ad appalti. 3. Una comparazione In generale la preoccupazione degli intervistati è che le risorse non siano comunque sufficienti a garantire i bisogni e le istanze delle giovani generazioni e che i capitoli di bilancio delle politiche giovanili (così come il personale) sono da sempre quelli più sacrificati, considerati alla stregua di optional da parte delle Amministrazioni locali italiane.

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La media della spesa corrente delle città e dei Comuni italiani destinate ai giovani non supera lo 0,1% (fonte il portale nazionale www.politichegiovanili.it), contro una media europea che va dall’1,5 al 2,5%. Un gap di 15 o 25 volte più piccolo che genera una situazione di arretratezza, fonte di preoccupazione per gli amministratori locali, in un epoca sempre più caratterizzata dalla restrizione di risorse pubbliche. Ciò nonostante i Comuni, con le riforme amministrative in senso federalista, siano indicati come soggetti attuatori di questa tipologia di interventi. Ma quello delle politiche giovanili è in generale un ambito che in Italia fatica a svilupparsi: non ci sono leggi nazionali in materia, non c’è un disegno organico rispetto ad azioni dello Stato nei confronti delle nuove generazioni, non ci sono Ministeri o Agenzie nazionali. Solo nel 2004 si è costituito un Forum nazionale giovanile. Se non esiste un disegno centrale, nel nuovo sistema statale più decentrato le Regioni dovranno assumersi un ruolo importante, in quanto spettano a loro le competenze in materia. Ad oggi però le Regioni che hanno legiferato in materia di politiche giovanili sono solo nove su venti (Veneto, Campania, Valle d’Aosta, Piemonte, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Sardegna e la Provincia Autonoma di Bolzano). Queste leggi hanno comunque poche risorse, una efficacia limitata e sono senz’altro da rivedere alla luce del nuovo ruolo di “policy makers” che le Regioni dovranno svolgere in materia di giovani. 4. Quali “policy makers” in materia di politiche giovanili? In una situazione in cui le Regioni non si sono ancora assunte l’onere di svolgere un ruolo in materia e lo Stato centrale ha avuto una sorta di rigetto nei confronti dell'attuazione di una forte azione politico–formativa rivolta ai giovani, ci si chiede chi si sia davvero occupato di politiche giovanili. In Italia infatti gli interventi inerenti il passaggio alla vita adulta e professionale, che in Europa è compito degli Stati, così come l’educazione alla democrazia ed alla partecipazione alla vita sociale, sono state affidate da un lato alla famiglia ed alla scuola e, dall’altro, ai soggetti “associativi” (partiti, associazioni, sindacati) operanti nella società civile. Non da soli: infatti in questa situazione di “delega” di responsabilità chi da sempre si è assunto l’onere di intervenire (oltre ai soggetti già citati) sono stati i Comuni e, quasi esclusivamente, sulla base di una personale sensibilità dei vari Amministratori. A livello nazionale si sono così sviluppati nel tempo interventi a “macchia di leopardo”, opzionali o residuali. Ciò ha fatto sì che fossero per lo più interventi a valenza debole. Una debolezza, come detto, che è in primis economica, ma non solo. Infatti anche la qualità delle proposte spesso lascia a desiderare, in quanto queste sono consistite nel semplice intrattenimento o, al più, in un’offerta di partecipazione a qualche sporadica attività. Ma non solo: gli interventi per i giovani sono spesso deboli anche perché sono monotematici (si concentrano cioè su una cosa sola, es. Informagiovani, Centri di Aggregazione, ecc.). Storicamente vi è quindi sempre stato, nella maggioranza dei casi, una sorta di “assistenzialismo” piuttosto che una proposta politica su ricerca e promozione di valori forti o di temi generatori attuali (es globalizzazione, lotta al razzismo, prevenzione, pace, aids, Nord Sud del mondo, Commercio equo, ecc.), o un’attenzione a facilitare l’accesso dei giovani alla casa, al credito, all’informazione, al lavoro, all’impresa. In generale allora temi deboli e poche risorse: è questo il circolo vizioso delle politiche giovanili italiane. L’attuale periodo di consistenti turbolenze (dovuto in particolare all'attivazione di nuove normative di riforma istituzionale, ma anche ai rapidi cambiamenti in atto, ad esempio rispetto al lavoro, alla cultura o ai sistemi valoriali in generale) registra, da alcuni anni, significativi risultati raggiunti da progetti locali ed iniziative pilota in diversi Comuni e città italiane in tema di politiche giovanili. Si tratta di ragionati e validi esperimenti territoriali che permettono spesso l’elaborazione di buone prassi grazie a coraggiose sperimentazioni,

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che il portale www.politichegiovanili.it mette in rete, in attesa di un sistema nazionale ancora tutto da definire. 5. Spunti per una governance: uno sguardo all’Europa In generale in Italia non c’è ancora stata una capacità di guardare all’Europa rispetto ad indicazioni ed opportunità che giungono da questo versante. I programmi europei sono poco utilizzati dai giovani italiani, così come nel nostro Paese sono poco conosciuti documenti di tutela delle giovani generazioni, adottati da davvero poche Amministrazioni locali. Si pensi alla ristrettissima diffusione della “Carta di Partecipazione dei Giovani alla Vita Comunale e Regionale”, documento elaborato nel 1990 dal Consiglio d’Europa-Congresso dei Poteri Locali e Regionali e riaggionato nel 2003; un documento di indirizzo che impegna moralmente e politicamente i Consigli Comunali ad attuare una politica giovanile. Il punto di partenza è che la partecipazione attiva dei giovani alle decisioni e alle attività a livello locale e regionale è essenziale se si vogliono costruire delle società più democratiche, più solidali, e più prospere. Partecipare alla vita democratica di una comunità, qualunque essa sia, non implica unicamente il fatto di votare o di presentarsi a delle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi. Partecipare ed essere un cittadino attivo, vuol dire avere il diritto, i mezzi, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attività ed iniziative che possano contribuire alla costruzione di una società migliore. Gli enti locali e regionali, che sono le autorità maggiormente vicine ai giovani, hanno un ruolo rilevante da svolgere per stimolare la loro partecipazione in modo concreto, affinché possano esercitare fin da ora un’influenza sulle decisioni e sulle attività, e non unicamente ad uno stadio ulteriore della loro vita. Nel sostenere e nell’incoraggiare la partecipazione dei giovani, le autorità locali e regionali contribuiscono ugualmente ad integrarli nella società, aiutandoli ad affrontare non solo le difficoltà e le pressioni che subiscono, ma anche le sfide di una società moderna in cui l’anonimato e l’individualismo sono spesso accentuati. Nondimeno, perché la partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale si riveli un successo duraturo e significativo, non è sufficiente sviluppare o ristrutturare i sistemi politici ed amministrativi. Ogni politica e ogni attività di promozione della partecipazione dei giovani deve accertarsi che esista un ambiente culturale rispettoso dei giovani e deve tener conto della diversità delle loro esigenze, delle loro situazioni e delle loro aspirazioni. Deve inoltre comportare una dimensione di svago e di piacere. Questo documento esamina approfonditamente i contenuti delle “politiche settoriali”, gli strumenti per la partecipazione dei giovani e le forme di partecipazione alla vita istituzionale locale e regionale.

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ALLEGATO: Le 8 interviste1 Roma: Gli orientamenti dell’Assessorato riguardano la promozione culturale ed espressiva giovanile, l’informazione, l’orientamento e gli eventi. Infatti Roma fa parte del Circuito Giovani Artisti e in quest’ambito promuove “Gemini e Muse”, Enzimifest e altri eventi (sia nelle periferie, che durante l’annuale edizione de “La Notte bianca”). Non solo: sono molti anche i laboratori espressivi finanziati, così come gli scambi di giovani artisti con altre capitali europee. L’Assessorato poi gestisce ben 6 uffici Informagiovani (con web ad hoc) dislocati in diversi punti di Roma, alcuni caratterizzati per una più forte specializzazione su lavoro, orientamento e dimensione europea (grazie alla banca dati Eurodesk). Ma non è tutto: l’Assessorato ha anche due Infobus ed altri 4 sportelli decentrati nelle periferie, all’interno di biblioteche. Rispetto al lavoro, c’è un’attenzione a non creare doppioni con quello i servizi dell’Assessorato al lavoro. Così gli Ig forniscono informazioni riguardo ai Col (Centri di orientamento al lavoro, senza però svolgere le funzioni di questi Servizi) ed ha stanziato borse di studio ad hoc per Università e Scuole superiori, legate a progetti miranti allo sviluppo di capacità imprenditive. Ma l'Assessorato al lavoro sta cercando di creare in periferia (usando i 34 milioni dei bandi Bersani che hanno finanziato più di 770 imprese e creato 3300 posti di lavoro) sia attraverso il recupero di spazi ad hoc (avviando poi imprese giovanili per la loro gestione, es nuovo cinema l’Aquila), sia con gli “Incubatori di impresa” che assistono l'avvio di nuove attività imprenditoriali. Non solo: esiste anche il Centro per l'impresa etica e responsabile, la Città dell'Altraeconomia, oltre che, sempre destinati ai giovani, la formazione professionale e lo sportello Tirocini. Rispetto alle opportunità partecipative, esiste un forum dei giovani universitari. Non si parla però di bilancio partecipato sulle politiche giovanili, né è stata adottata la Carta europea di partecipazione dei giovani alla vita della città. Altre opportunità offerte dall’Assessorato sono la possibilità di 274 posti per il servizio civile ed una chat per studenti. Non è stata più rinnovata la carta giovani (Go.card), con opportunità di sconti e riduzioni per giovani. Le risorse: rispetto al 2002, oggi c’è sicuramente una forte contrattazione (erano oltre i 5,5 milioni di euro). Fonte: intervista alla dott.ssa Sorace Milano: Una storica difficoltà dell’Assessorato è legata ad una situazione di partenza che vedeva le politiche giovanili “schiacciate” sulle politiche sociali, con una assoluta prevalenza della dimensione e delle logiche assistenzialistiche rispetto a quelle promozionali. Così i fondi venivano destinati esclusivamente ad interventi di recupero, contrasto e lotta alla marginalità ed al disagio giovanile, o all’educativa di strada ed al sostegno alle imprese sociali che nascevano nelle periferie per occuparsi delle attività di cui sopra. Pur riconoscendo l’importanza di questa tipologia di interventi, attivare politiche sociali (e con risorse 5 volte superiori a quelle di politiche giovanili), con logiche esclusivamente assistenziali non ha prodotto grossi risultati in termini di promozione giovanile. Le imprese che nascono e prosperano solo su contributi pubblici a fondo perduto, non riescono poi a stare in piedi da sole. Anzi sono totalmente dipendenti dall’ente locale e non certo autonome e generative di reddito. Puntare invece politiche giovanili che abbiamo come obiettivo la promozione culturale dei giovani significa intanto

1 Le interviste sono state realizzate tra il 15 ed il 20 settembre 2004 dal prof. Giovanni Campagnoli e dal dott. Matteo Miglio, presidente e segretario dell’agenzia politichegiovanili.it che si occupa di promuovere in Italia una cultura ed una metodologia di intervento per i giovani, attraverso l’informazione, la formazione e la consulenza.

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essere molto più vicini alla realtà dei giovani, che sono considerati non come problema, ma come risorsa, in quanto soggetti che partecipano e contribuiscono al cambiamento. Per far questo bisogna cercare una alleanza con l’Assessorato ai servizi sociali, così da usare i fondi in modo diverso, dando vita ad una politica unitaria. Ma è necessario lavorare anche con l’Assessorato al decentramento, in modo da favorire una aggregazione di qualità anche nelle periferie della città. Queste sono scelte strategiche, difficili, ma importanti. Vanno incentivati infatti percorsi di autonomia dei giovani rispetto alle abitazioni, all’aggregazione, all’orientamento anche nei confronti dei rapidi cambiamenti in atto nel mondo del lavoro (nuove professioni, nuovi contesti, ecc.). Rispetto al tema del lavoro, a Milano esiste uno specifico Assessorato: le politiche giovanili svolgono però un’azione informativa che nel 2003 ha visto anche la distribuzione ad 80.000 giovani di un opuscolo proprio su questi temi. La gran parte dell’azione dell’Assessorato oggi è dedicata all’erogazione di contributi ad organizzazioni giovanili che sappiano promuovere la dimensione espressiva e che siano già attive in alcuni spazi della città. Proprio il lavorare sui luoghi è un’altra priorità dell’Assessorato: ci si è resi conto che quando questi ci sono e vengono messi a disposizione dei giovani, questi li abitano: un esempio per tutti (che non si vuole sia il solo) è “Fabbrica del vapore”. Oggi lì ci sono già ben 17 organizzazioni giovanili a promuovere attività legate a nuovi linguaggi, tecniche e saperi nel campo del design, delle arti visive, della musica, della fotografia, dei new media, del teatro, della danza del cinema e della scrittura che producono una forte identità giovanile. Altri 20 spazi più piccoli esistono infatti in città. L’attenzione per la dimensione espressiva è testimoniata anche dall’essere città inserita nel GAI (circuito giovani artisti), dal partecipare con 190 artisti milanesi alla relativa Biennale e dalla concessione duna borsa di studio annuale per permette il trasferimento per un semestre di un giovane a studiare arte a Parigi. Infine Milano continua a puntare anche sul settore informativo: due sono gli Informagiovani attivi, ben attrezzati con banca dati sulle opportunità europee per i giovani (Eurodesk) e sul lavoro (Saylor), in grado di fornire informazioni anche sul Servizi Civile (ad oggi ci sono 51 convenzioni). Infine non vi sono forum o consulte dei giovani, né è stata adottata la Carta europea di partecipazione dei giovani alla vita della città. A Milano “Giovani e Sport” fanno parte di un solo Assessorato. La spesa prevista per il 2005 è di 2.189.000 (con 200.000 euro di contributi aggiuntivi per alloggi per studenti rispetto all’anno precedente). I fondi sono così impiegati: 250.000 euro per il funzionamento dei servizi, il resto sono contributi che vanno ad organizzazioni giovanili su progetti legati a spazi cittadini in cui siano privilegiate le dimensioni aggregative finalizzate alle produzioni culturali, espressive, artistiche ed identitarie. Nel 2004 la spesa è stata di 1.789.000. L’incremento consistente (17%) è stato per metà dovuto a fondi che sono stati recuperati dall’Assessorato allo Sport. L’auspicio è di trovare più risorse per il 2006 anche se l’obiettivo reale è confermare quelle di quest’anno. Fonte: intervista all’assessore Aldo Brandirali e ad Elena Filicori Napoli: L’Assessorato ai giovani (oggi accorpato a quello all’ambiente) esiste da oltre 25 anni, ha una buona tradizione, a partire dall’Informagiovani che oggi ha una sede centrale (c/o l’Urp) e altri tre sportelli delocalizzati in altrettante zone della città, attivati nei tre centri giovani Comunali. Questi, insieme ad una Mediateca, sono una grossa risorsa in termini aggregativi, luoghi all’interno dei quali sono proposte molte attività, sia espressive che culturali, con programmi ad hoc legati anche alla pace, alla cooperazione internazionale ed alla legalità. Questo è una dimensione importante ed è un segnale forte il fatto che l’Osservatorio sui giovani abbia sede proprio in un palazzo confiscato alla camorra e rassegnato ai fini sociali.

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L’Informagiovani svolge una gran mole di lavoro: i passaggi annui sono 18.000 e la maggior parte delle richieste sono legate al lavoro. L’Ig rispetto a questa dimensione svolge essenzialmente una funzione di informazione ed orientamento, in quanto l’esiste un Assessorato ad hoc per le politiche del lavoro (che in Campania è un problema davvero grande, con punte del 25% di disoccupazione giovanile). Oggi la criticità è legata alla mancanza di risorse e di personale, mentre l’Assessorato dimostra una buona progettualità in quanto ottiene risorse su progetti ad hoc legati a leggi ad hoc (100.000 euro dalla lr 14/00 e 50.000 euro dalla legge 328/00). In totale le risorse previste nel 2005 sono di 281.000 euro, mentre la spesa corrente del 2004 è stata di 239.000 (escludendo sempre le spese relative al personale assunto dal Comune e quelle relative alle utenze dell’Informagiovani) Una grossa opportunità in futuro sarà la conclusione della Città dei giovani: si tratta di un grosso progetto di riqualifica di uno spazio urbano per un unico contenitore che offre servizi, informazioni, spazi evento, luoghi per il tempo libero e la cultura, spazi per l’ospitalità e l’accoglienza. La criticità è che l’Assessorato ai Giovani non è ancora stato coinvolto su questo progetto, mentre sarebbe opportuna una coprogettazione, anche in vista di un trasferimento lì della sede centrale dell’Informagiovani. Viene promosso dall’Ig il servizio Civile nazionale, che dipende però dall’assessorato alle Politiche sociali ed educative. Non vi sono invece organismi partecipativi dei giovani, né è stata adottata la Carta europea di partecipazione dei giovani alla vita della città. Fonte: intervista a Mariolina Rocco (resp. Ig) e a Anna Bruno Verona: Verona fa parte delle città dotate di “Piano strategico” cioè di un documento programmatico rispetto agli impegni da assumere per il 2020 da parte delle diverse istituzioni locali (oltre al Comune). Non solo: il Sindaco di Verona è presidente della Rete di città aventi Piano strategico. La forte coprogettazione attivata ha pervaso anche l’Assessorato che ha dato vita ad “Laboratorio sulle politiche giovanili” che vede la partecipazione dei giovani dapprima all’elaborazione di un documento programmatico e successivamente a quella di buone prassi ed all’analisi e confronto con le iniziative. Altro luogo partecipativo che l’Assessorato ha voluto attivare è il progetto “Open source”, un forum dei giovani dei centri di aggregazione giovanile, sperimentazione finanziata dalla legge regionale 29/1988. Oltre al privilegiare in modo forte la dimensione della partecipazione attiva, le altre linee d’azione dell’assessorato sono tre: puntare sull’Informagiovani (che ha un ufficio in centro, autonomo da URP o biblioteca, 7.000 passaggi/anno, Banca dati Spring ed Eurodesk, un sito ad hoc e che raccoglie diversissime richieste, il 50% delle quali relative al lavoro). Il comune ha un Assessorato specifico sul lavoro e l’Informagiovani svolge un’azione informativa rispetto a servizi attivati da quest’ultimo ed una attività di orientamento nei confronti dell’utenza. Anche il servizio Civile nazionale (22 convenzioni) dipende dal Servizio Politiche del Lavoro. Mentre altro ambito è quello dei Centri di aggregazione (due) in cui vi sono laboratori e percorsi che portano a produzioni culturali soprattutto nei campi della musica e della scrittura creativa. Inoltre in questi spazi vi sono una serie di attenzioni legate alle dimensioni interculturali ed intergenerazionali (Verona è una città che invecchia…). Terza linea d’azione è quella relativa alla mobilità ed agli scambi, pensati come occasione di incontro e confronto su temi specifici (es. ambiente, cultura) tra giovani italiani e stranieri. Si tratta di scambi che vengono attivati anche per le fasi di accoglienza in città a giovani provenienti da più paesi stranieri (multilaterali). Da segnalare anche la sperimentazione di un primo campo di lavoro sul recupero di architetture militari di metà ‘800 (Verona è anche città militare) e la partecipazione di giovani scaligeri ad un’analoga

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iniziativa in Olanda. Mediamente le risorse sono destinate per il 45% alla promozione della mobilità internazionale, per un 35% ai Centri giovani e per un 20% all’Informagiovani. La scelta dell’Assessore è da sempre di considerare le Politiche giovanili come occasioni di promozione dell’agio, mentre di disagio si occupa l’Assessorato ai servizi sociali. C’è un raccordo per quanto riguarda il Centro Ragazzi, spazio dotato anche di sala prove a libero accesso di adolescenti, esito di un percorso con ragazzi seguiti dai Servizi. Infine il fatto che l’Assessore ai giovani ha anche la delega alle Aziende Municipalizzate, fa si che vi sia un’attenzione trasversale anche in questi ambiti, specialmente per quel che riguarda le agevolazioni sui trasporti locali. Importante poi è distinguere le produzioni artistico/culturali giovanili dal grande evento legato allo spettacolo: le politiche giovanili con la seconda dimensione non c’entrano e non dovrebbero rincorrere facili sirene. Rispetto al futuro si ritiene strategico confermare le linee d’azione attuali, puntando molto sull’informazione in quanto generatrice di partecipazione giovanile, così come afferma la “Carta europea di partecipazione dei giovani alla vita della città” (che però non è stata adottata). Invece per quel che riguarda le risorse impiegate, l’Assessorato non considera solo gli investimenti per i giovani quelli gestiti direttamente, ma anche quelli che vedono direttamente i giovani come beneficiari ed attivati da altri assessorati (es. sport, formazione, cultura, ecc.). Non solo: oltre al Comune vi sono anche altre Agenzie che destinano risorse ai giovani (Scuola, Asl, ecc.). Comunque i fondi stanziati sia nel 2004 che nel 2005 sono di 350.000 che non comprendono le spese del personale assunto dal Comune e quelle relative al funzionamento dell’Informagiovani (es. utenze, manutenzioni, ecc). Fonte: intervista all’Assessore Giancarlo Montagnoli Bari: L’Assessore ha delega alle Politiche giovanili, alla Pubblica istruzione, Politiche per l'infanzia, Accoglienza, Pace. Bari è una città che fa parte del Circuito giovani artisti e promuove il concorso “Gemini e muse”, arrivato quest’anno alla quarta edizione. Si tratta di giovani artisti invitati (dopo una selezione) a riprodurre un’opera d’arte che è presso un museo cittadino). La dimensione artistico/espressiva è quella su cui si concentra l’azione dell’Assessorato: infatti vengono finanziate e promosse mostre di giovani artisti presso gallerie cittadine (occupandosi della realizzazione dei supporti pubblicitari delle iniziative, quali inviti, striscioni e cartoline) ed organizzata la rassegna “Borgo antico” nel cui ambito ci sono concerti, teatro, mostre, conferenze ed incontri). La dimensione informativa è affidata ad un Informagiovani (che non è autonomo, ma è presso l’URP municipale), che è dotato di banca dati Spring, Eurodesk e per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il Servizio si occupa anche di orientamento allo studio ed al lavoro dipendente. Non solo: promuove anche laboratori quindicinali per l’autoimpresa. Il Comune ha comunque uno specifico Assessorato al lavoro. Una grossa criticità è legata alle risorse che nel 2004 era di 50.000, ma si sono ridotte a 26.000 nel 2005. rispetto al futuro si ritiene strategico promuovere una progettualità in vista di ottenere cofinanziamenti e richiedere sponsorizzazioni (da banche o altre istituzioni). Non esistono organismi di partecipazione dei giovani e non è stata adottata la Carta europea di partecipazione dei giovani alla vita della città. Fonte: Carmela Paternostro

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Perugia: Questo è il primo mandato con un Assessore con una delega espressamente sui giovani (unita a quella alla cultura), mentre prima era non esisteva e gli interventi per i giovani dipendevano dalle politiche sociali (che si sono occupate prevalentemente di problematiche giovanile, quali prevenzione e disagi, devianza, interventi educativi, Centri per minori, ecc). A Perugia esiste un Informagiovani con un web molto sviluppato che permette di consultare on line una banca dati sulle offerte di lavoro e di inserire il proprio curriculum “on line”. È quindi un servizio percepito di grande utilità da parte dei giovani, attento alle loro esigenze di ricerca di lavori anche part time o occasionali. Sempre sul web ci sono tutte le opportunità formative. Ad oggi (nel 2005) sono stati già raccolti oltre 500 c.v. (in totale sono più di 8.000) e gli accessi sono oltre 25.000 al mese (a Perugia ci sono ben 35.00 studenti, molti dei quali stranieri). Oltre alla dimensione informativa (rivolta anche all’Europa), l’Assessorato privilegia quella espressiva ed imprenditiva: infatti finanzia (attraverso un bando che vede due pubblicazioni all’anno) microprogetti pensati dagli stessi giovani (gruppi ed associazioni) e destinati ad altri giovani (ad es. la rassegna di band “Rock in Terza”) per cogliere e sostenere il dinamismo giovanile. È una formula che funziona, visto che nell’ultimo bando le richieste di finanziamento di progetti erano ben 40. Gli spazi sono la terza dimensione su cui l’Assessorato investe: si tratta di luoghi recuperati ed assegnati in gestione ad organizzazioni giovanili per farne teatro, sede del circuito giovani artisti, laboratori musicali, sale prove, ecc. Oggi è in corso un censimento sulle associazioni giovanili del territorio: si vuol promuovere di più la partecipazione giovanile, attraverso la sperimentazione di “Perugia città dei giovani”, un laboratorio per la progettazione partecipata di politiche giovanili, che parte dal lavoro di operatori territoriale che vano ad intercettare nuove forme di impegno ed espressioni giovanili. Il punto di partenza è stato quello di rilevare che non funzionano più gli altri luoghi tradizionali di partecipazione, quali forum e consulte. Da qui l’Assessorato (che svolge anche funzione di ascolto e cerniera tra mondi giovanili ed istituzione locale) è partito per un lavoro di progettazione partecipata per i prossimi quattro anni di politiche giovanili. Questa nuova di riuscire a coinvolgere maggiormente i giovani viene visibilizzata con un convegno, il “Perugia start up”, tre giorni di incontri, proposte e riflessioni con la formula dell’open space. Ad oggi non è stata adottata la Carta europea di partecipazione dei giovani alla vita della città. Per promuovere attività legate allo sviluppo di attitudini al lavoro, l’Assessorato promuove stage e tirocini per studenti delle Scuole Superiori. Nel 2004 è stata sperimentata la “Carta giovani”, con agevolazioni e sconti in negozi, centri sportivi e culturali, ma anche parcheggi nel centro storico. L’Assessorato ai giovani ha attivato anche il Sevizio civile nazionale presso il Comune, con 29 convenzioni, che oggi dipendono dal Settore Formazione. Le risorse per il 2005 sono di 100.000, raddoppiate rispetto allo scorso anno. Non comprendono le spese del personale assunto dal Comune e quelle relative al funzionamento dell’Informagiovani (es. utenze, manutenzioni, ecc). Fonte: Dott.ssa Maria Grazia Billi e assessore Cernicchi Torino: qui l’Assessore ai giovani è il vicesindaco. La città ha una lunga tradizione in materia di giovani. Qui è stato avviato il primo Ig italiano e sperimentati i primi progetti giovani. Oggi l’IG (che ha più di vent’anni, un sito ad hoc e ben 10 sportello informativi in città), promuove incontri informativi su temi specifici, (con anche aperitivi offerti ai partecipanti) e programmi di “peer information” (giovani che si informano orizzontalmente).

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Non solo: pubblica anche la Rivista “InformaGiovani”. Le attività espressive (Torino fa parte da sempre del GAI, che però dipende dall’Assessorato alla cultura) hanno sempre avuto un ruolo importante, con la promozione di rassegne ad hoc (Pagella non solo rock, rassegna band di studenti delle Superiori), Murarte (spazi per i graffiti sui muri della città), Musica in Piemonte (portale sulla musica giovane in Piemonte) e “Teatro di comunità”. Oggi le dimensioni artistiche ed espressive sono implementate attraverso laboratori giovanili dislocati nei 10 spazi per i giovani (centri To&Tu), ricavati in strutture comunale in diversi quartieri (molte ex scuole) e dove lavorano animatori. Forte è anche la promozione del volontariato, sia quello del Servizio Civile nazionale (167 convenzioni), che europeo, ma anche con progetti ad hoc quali GxT (Giovani per Torino, volontariato civico culturale) e Ragazzi del 2006 (volontariato per le Olimpiadi 2006). La ricerca è curata da un Osservatorio sui giovani a da quello letterario giovanile. L’Assessorato promuove l’imprenditività legata al sostegno della microprogettazione di giovani (singoli o in gruppo, con il concorso “Giovanidee” e relativa Fiera annuale, con centinaia di progetti presentati), gli scambi internazionali (soggiorni brevi all’estero per giovani). Infine promuove una serie di iniziative gratuite per i quindicenni (Pass 15) e gestisce un centro d’ascolto adolescenti (A.RI.A). Il Comune di Torino non ha adottato la Carta europea di partecipazione dei giovani alla vita della città, cosa che ha fatto invece la Regione già nel 1995. Le risorse complessive investite per le politiche giovanili nel 2004 e quelle previste per il 2005 sono rispettivamente di 2.587.500 euro e 2.528.000 per quest’anno (nel 2002 erano 1.900.000 euro). Ciò indica un piccolo calo (2%), ma una crescita molto consistente rispetto al 2002 (+33%). Calo lieve a fronte di una riduzione generale di spese sui servizi del 10% (in conseguenza della “finanziaria”) e che attesta allo 0,19% l’uscita destinata alle politiche giovanili (sul totale generale di 1.291 milioni di uscite correnti per il 2005), che fa di Torino una delle città italiane con una delle più alte percentuali di spesa dedicata ai giovani. L’Assessorato segue attentamente le trasformazioni sociali, culturali ed economiche che stanno modificando sia il futuro dei giovani in generale che quello torinese. Rispetto alla prima dimensione, anche in città le ricerche segnalano un ritardo nell'abbandono della casa dei genitori, una precarietà nel lavoro, pochi figli ed in età sempre più avanzata, un declino nella fiducia per lo "spazio pubblico" (inteso come istituzioni e partecipazione politica). I cambiamenti che riguardano Torino sono invece dovuti all’impetuosa trasformazione produttiva che ne sta modificando la cultura e apre spazi enormi di opportunità, ma anche di incertezze. Questo richiede una rivisitazione delle politiche strategiche (partendo che qui come in Europa gli interventi riguardano persone fino a 35 anni d’età) e l’Assessorato sta sperimentando l’avvio di … percorsi di lavoro sui temi di: • “giovani e casa" (come facilitare l'esperienza dell'autonomia abitativa anche con pochi

mezzi, collettiva, ma non solo studentesca, a partire dalle Case popolari, sperimentando lì nuovi mix abitativi);

• la creazione di infrastrutture fisiche che favoriscano l'imprenditività, lo scambio, la progettazione, trasformando idee in progetti, passioni in lavoro ("Officina delle Idee", "Casa della mobilità"),

• nuovi spazi per poter coinvolgere giovani nelle scelte strategiche della Città (la partecipazione alla formazione del nuovo "Piano strategico dell'area metropolitana torinese" ed il "laboratorio per i diritti di cittadinanza");

• un nuovo disegno delle politiche per l'informazione (a partire dalla ricerca su "Giovani e informazione");

• la ricerca di un patto con il sistema scolastico perché i giovani si avvicinino alle grandi trasformazioni senza troppe discriminazioni;

• un forte passaggio da una produzione quasi "autarchica" di servizi ad un ruolo più di accompagnamento e facilitazione a giovani ed associazioni;

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• la sperimentazione di progetti di incontro e valorizzazione di culture diverse; Fonte: Intervista a Grazia Gay (resp coord IG), al Dirigente dott. Nota, all’Assessore (e Vicesindaco) Marco Calgaro Palermo: L’Assessorato che si occupa di giovani ha un incarico più complessivo rispetto alle attività sociali e le singole deleghe riguardano minori, anziani, pari opportunità, immigrazione,disabili, prevenzione tossicodipendenze, politiche del volontariato. La spesa complessiva del 2005 le politiche sociali è di 50 milioni di euro, ma non sono facilmente scorporabili gli interventi per i giovani. Comunque questi riguardano la gestione del Servizio Informagiovani, la promozione del volontariato internazionale e del servizio volontario europeo, la dimensione artistico/espressiva giovanile. Le Politiche giovanili non riguardano il lavoro (rispetto al quale c’è un Assessorato ad hoc, che ha attivato il Progetto L.S.U “Palermo Lavoro”. Da segnalare infine l’Osservatorio sulla condizione sociale della città. Fonte: Intervista a dott.ssa Mercadante

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CAP. 2.
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CAP. 2. COSA C'E' DI NUOVO...
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POLITICHE PER I GIOVANI: COSA C’E’ DI NUOVO DAL 2003 AD OGGI Si traccia una veloce panoramica di cosa si è mosso a livello nazionale, in questi ultimi due anni, in tema di politiche giovanili (interventi degli Enti locali per persone tra i 16 ed i 30 anni). L’aggiornamento è suddiviso, dopo un’introduzione demografica, in 9 punti: Risorse, istituzioni, Legge giovani, Regioni, Province, Comuni, Reti di città, Informagiovani, Espressività giovanile, Rappresentanza, Spazi giovani, Europa (Carta di partecipazione dei giovani e Carta europea dell’informazione della gioventù). Il punto di osservazione è il portale politichegiovanili.it che raccoglie oltre 500 documenti in materia ed è aggiornato costantemente sulle novità e sperimentazioni nelle varie regioni, oltre ad essere presente a convegni di interesse regionale e nazionale. Solo in questi ultimi mesi, dal 23 al 25 febbraio a Castellammare di Stabia al 7° convegno nazionale degli Informagiovani, sempre a febbraio a Rovigo al convegno nazionale dei Centri di Aggregazione ed il 17 e 18 giugno a Scandicci al 2° convegno nazionale delle Leve giovanili. Giovanni Campagnoli, 38 anni, docente di Economia e Diritto, dal ’91 amministratore in Vedogiovane (coop. sociale di animazione socioculturale, a Borgomanero, Novara) e dal ’97 responsabile del portale poilitichegiovanili.it . Autore di due pubblicazioni (“Giovani e idee – Un vademecum per lo sviluppo delle politiche giovanili” per Provincia di Novara e “Animazione giovanile: l’esperienza di Vedogiovane”, per Unicopli) e di diversi articoli (anche per Animazione Sociale). Demografia L’Italia è il Paese con il più alto tasso di invecchiamento al mondo, e la più bassa fecondità. Risultato: la “piramide demografica della popolazione” si è rovesciata. All’inizio degli anni ’50 la popolazione italiana era di 47,5 milioni di abitanti: il 34,6% aveva meno di 20 anni; gli ultrasessantacinquenni erano l’8,2% della popolazione. Oggi su 57,8 milioni di abitanti, i giovani con età inferiore ai 20 anni sono il 19,6% e gli ultrasessantacinquenni il 18,2%. La quota di popolazione anziana su quella in età da lavoro è del 30%; tra cinquant’anni, neanche il tempo di due generazioni, potrebbe essere del 65%. Risorse (vedi Allegato 1) La spesa pubblica non può non risentire di questa situazione e le risorse sono destinate in gran parte per servizi e strutture per anziani. Già nel 1996 la situazione era di 14 a 1 a favore degli anziani1. Si argomenteranno meglio le ragioni di questa situazione più avanti, ma le politiche per i giovani rimangono a livello di optional per le amministrazioni pubbliche, che ai giovani mediamente destinino lo 0,24% del totale delle uscite2”. Non solo: spesso questa “valenza debole” ha influito anche sulla qualità delle proposte, consistite a volte nel semplice intrattenimento, o nella partecipazione a qualche attività. Quindi più un “assistenzialismo” che una proposta politica fondata su valori forti, una rinuncia dello Stato e degli enti ad occuparsi dell’educazione dei giovani cittadini, a differenza di altri Stati europei che ne fanno un vanto ed una tradizione. Istituzioni In Italia in questi ultimi due anni (il precedente articolo de Ilsole 24Ore era del 7 luglio 2003) non si è ancora colmata l’assenza di un quadro normativo nazionale sulle politiche giovanili, né di un Ministero, né di una Agenzia Giovani (tra gli Stati Ue è l’unica situazione insieme alla Polonia). Si è invece costituito nel 2004 un Forum nazionale dei giovani, grazie ad un percorso avviato “dal basso”, orizzontalmente, e voluto dalle associazioni giovanili nazionali. Il primo risultato è stato il riconoscimento del Ministero del Welfare ed

1 Fonte: www.vedogiovane.it: “Indagine comparata giovani/anziani nei Comuni della Provincia di Novara”, Borgomanero (No), 16 novembre 1996. 2 Contro la media europea dell’1,5% (www.politichegiovanili.it).

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un finanziamento di 500.000 euro con la finanziaria ’05 (il 75% per il Forum nazionale ed il 25% per i Forum regionali, ad oggi solo Piemonte, Veneto e Campania). La legge giovani Il Forum nazionale apre forse la porta ad una legge quadro sulle politiche giovanili: a Roma, il prossimo 4 luglio (presso la sede Unicef) si riunisce infatti, per la seconda volta, la Commissione che sta elaborando la proposta di legge da presentare poi in Parlamento. Regioni, Province, Comuni Come detto, oggi la carenza di un “sistema” di interventi è davvero il punto debole del “caso Italiano”. Sistema che oggi può però essere costruito anche a livello di somma di singole Regioni, percorso anche in armonia con la riforma del Titolo V della Costituzione. La delega in materia è già stata prevista dalla Bassanini, ma non tutte le Regioni hanno ancora legiferato. I compiti di programmazione ed indirizzo spettano alle Regioni attraverso dei Piani e le Province, a cui verrebbero trasferite le risorse, dovrebbero attuarli, grazie ad un’azione di coordinamento tra Comuni ed organizzazioni giovanili. Pioniere in questa direzione è la Regione Piemonte con la L.R. 5/01 che elabora un Piano triennale concertandolo con le Province che, a loro volta, elaborano un piano annuale di sostegno agli interventi locali per i giovani, attraverso un bando pubblico di richieste di contributi, destinato a Comuni ed organizzazioni giovanili. A livello nazionale, in generale, invece non ci sono grandi novità: il fatto che lo Stato non si occupi direttamente di giovani (quindi, di nuovo, la mancanza di una legge quadro), fa si che i Comuni navighino ancora pressoché a vista e solitari in tema di interventi per i giovani. E questa è davvero una grossa criticità che ha portato in Italia ad uno sviluppo a macchia di leopardo delle politiche giovanili, grazie all’azione di un centinaio di persone motivate che hanno ottenuto anche grossi risultati. Ma ciò non si è tradotto in un sistema. Reti di città La rete Iter (Innovation technology energy & resources for a new welfare) è una rete di città e di noprofit che riunisce sia rappresentanti politici che dirigenti pubblici e privati, nata a Roma il 20 aprile 1999 da 9 città italiane che, lavorando su un progetto multiregionale finanziato dal FSE, si sono poste l'obiettivo svolgere un ruolo di tecno-struttura le cui azioni fossero al servizio di enti pubblici e ONG per realizzare progetti innovativi contro l'esclusione sociale. Oggi la rete coinvolge 7 grandi città (Asti, Biella, Brescia, Campobasso, Casale Monferrato, Cecina, Trento, già aggregate appunto nell’ambito del progetto Iter), altri Comuni stranieri ed, ancora, sei associazioni nazionali ed altrettante all’estero. Si tratta di Enti locali titolari delle politiche di welfare per condividere interventi per giovani legati non solo a creatività e prevenzione del disagio, ma anche a diritti, società della conoscenza, coesione sociale, pari opportunità. C’è di più: la finalità è quella di elaborare le linee guida per una legge nazionale per i giovani. Il presidente di questo coordinamento è l’assessore alle politiche giovanili del Comune di Biella, prof. Giulio Salivotti (www.iterwelfare.org). Informagiovani Nel nostro Paese gli Informagiovani3 sono uno dei pochi servizi pensati per i giovani, che si caratterizzano per essere attivati dai Comuni4 ed offrire informazioni sui novi settori tradizionali di interesse giovanile: scuola e formazione, professioni, lavoro, educazione permanente, vita sociale, cultura, tempo libero, estero (mobilità e programmi europei), vacanze, sport. Oggi5 ne esistono circa 1.200 (erano 219 del ’93). Questa rapida espansione quantitativa che ha portato ad avere in Italia un Ig ogni 7 Comuni6.

3 G.Campagnoli, M. Marmo: “Animazione giovanile, l’esperienza di Vedogiovane”, Unicopli, Milano 2002. 4 A volte gestiti con personale proprio, a volte in convenzione con organizzazioni giovanili 5 Gli Informagiovani in Veneto, -www.venetogiovani.org- Regione Veneto 2004 . 6 Circa uno per ogni 10.000 giovani, per un totale di 1.200 Servizi in Italia, contro i 1.500 in Francia, dove però il numero dei Comuni è quattro volte quello italiano.

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Parallelamente alla loro espansione, si assiste ad una tendenza a delegare a questi servizi la funzione esclusiva di un rapporto tra giovani e istituzioni (al punto che spesso sopperiscono alle politiche giovanili). Anche in questo caso manca un livello nazionale: infatti il Coordinamento nazionale degli Ig, sciolto nel ’95, non è mai più stato ricostituito. E ciò comporta due ordini di problemi: una disomogeneità tra gli Informagiovani (rispetto a standard, identità specifica e formazione degli operatori) ed una negata rappresentanza nella Rete europea degli Informagiovani (Eryica). La carenza (o interruzione) di regia a livello di Stato centrale, se si escludono i protocolli d’intesa dell’Anci e le pubblicazioni del Ministero dell’Interno7, ha lasciato il campo aperto a vaste forme di autorganizzazione, che hanno originato Coordinamenti (anche in seno all’Anci), Conferenze Triennali degli Informagiovani (e relativi Atti, l’ultima a Castellamare di Stabbia, a febbraio 2005), la rete Ring degli Ig (che ha “casa” sul portale “stradanove.net”, ma anche Accordi di Programma. Sono state tutte iniziative dei Comuni che hanno avuto una forte propulsione dal basso, orizzontalmente, sulla base delle intuizioni e sensibilità di pochi, ma che poi molti hanno seguito. Espressività giovanile Esiste sempre il circuito nazionale dei giovani artisti, attivato dalle Regioni, che coinvolge le città capoluogo di provincia. Affianco si originano reti di artisti, anche a livello europeo. A volte motore di questo sviluppo sono anche le Fondazioni, con iniziative che hanno un’attenzione a coniugare espressività, arte e mercato. Rischiando di non segnalarne altre altrettanto significative, non si possono non sottolineare i grossi risultati raggiunti dalla Fondazione Pistoletto di Biella e de “La fabbrica del vapore” di Milano che vedono come fondatori le istituzioni locali e regionali. Da segnalare anche le convenzioni tra Comuni ed organizzazioni giovanili per sale prove, ma anche spazi concerti, arene estive, festival, ecc. Una per tutti: Hiroschima mon amour, crogiolo di nuovi suoni della musica giovanile. Rappresentanza La partecipazione in senso tradizionale oggi rappresenta una grossa criticità ed appaiono in crisi le tradizionali forme di rappresentanza (in primis partiti, sindacati, ecc.). E ciò vale tanto per il mondo adulto che per quello giovanile8. Negli attuali riassestamenti del quadro istituzionale (riforma federalista dello Stato, legge 328/00, ecc.) vi è da segnalare la recente scelta strategica che punta sullo sviluppo di un nuovo modello di “governance territoriale” (es. piani di zona in base, appunto, alla legge 328/00). Allora come si può prendere parte a questo percorso di progettazione partecipata? Una buona prassi è stata quella delle Province campane che hanno voluto rappresentanze di giovani che frequentano i Centri di Aggregazione (Cag) all’interno dei Tavoli tematici sugli adolescenti. Ciò permette di avere in quelle sedi i portavoce dei bisogni e delle esigenze dei giovani, con richieste di maggior attenzione. Vi sono poi esperienze di bilancio partecipato anche nell’ambito delle politiche giovanili. Spazi giovani La forte tradizione dei Centri comunali di Aggregazione Giovanile (caratterizzati per essere destinati a fasce particolari di adolescenti e con aperture settimanali di 12/18 ore) sta producendo qualcosa di nuovo. Il Comune di Torino è pioniere con il progetto “Periferie” avendo trasformato spazi comunali senza più destinazione d’uso (in particolare scuole), in CAG aperti da pomeriggio a notte e veri e propri laboratori musicali, espressivi e culturali,

7 Infatti i testi di riferimento (oltre al Decalogo elaborato a Modena nel ’93) sui Servizi Informagiovani sono: Ministero dell’Interno, Direzione generale dei servizi civili, Informagiovani. Guida alla realizzazione di servizi di informazione e consulenza per i giovani, Roma, 1993; Ministero dell’Interno, Direzione generale dei servizi civili, Informagiovani. Dai centri di informazione locali al sistema informativo nazionale per i giovani, Roma, 1993. 8 G. Campagnoli, N. Trabucchi: “Giovani & idee, percorsi di cittadinanza attiva giovanile”, Provincia di Novara, 2002 (vedi sito www.novaragiovani.it).

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di cui possono beneficiare tutta la comunità. Da segnalare anche alcune nuove sperimentazioni in questo senso. In particolare il modello di “Spazioper” messo a punto da Vedogiovane (coop. sociale di Borgomanero, il cui presidente è anche quello dell’associazione nazionale dell’animazione socio-culturale). Sono spazi gestiti in convenzione con l’Amministrazione comunale, pensati con all’interno un equobar, cioè un bar con i prodotti del commercio equo e solidale9, ma anche locali di qualità e biologici. Spazi aperti da mattino a notte, veri e propri cantieri culturali giovanili, dove l’espressività è di casa, in quanto offrono spazi per mostre di giovani artisti, sale prove, skate park, campi di calcio a 5, concerti, incontri, dj set, jam musicali, teatro, cinema, video, tecnologie digitali. Quindi un unico spazio che offre più servizi, ma molto calato nelle comunità locali 10in quanto frequentato non solo da giovani, ma anche da adulti, anziani, famiglie e bambini (soprattutto là dove questi spazi sono all’interno dei parchi delle città e lì vengono organizzati i Centri estivi). L’opzione culturale dei Comuni, in questo caso, è chiara: passare da un progetto giovani ad un progetto di comunità. Ciò significa anche poter attingere a risorse anche da altri capitoli del bilancio, ma anche creare luoghi che generano risorse. E da un duplice punto di vista. In primis perché i vari servizi (sale prove, calcio a 5 e soprattutto equobar) premono prezzi che, seppur politici, permetto il sostegno a chi lavora. Ed in secondo luogo perché questi spazi giovanili polarizzano energie, passioni ed impegno. Ciò significa potersi avvantaggiare di un “effetto moltiplicatore” che è prodotto dalla partecipazione dei giovani a queste strutture, effetto che si rivela particolarmente significativo poiché incoraggia i giovani ad esercitare i loro diritti di cittadinanza attiva. Non solo: è un impegno che se dovesse essere valutato economicamente sia per il lavoro diretto, che per i contatti che porta (in primis maggior fruizione dei servizi e sconti sulle forniture, grazie ad un network locale che si costruisce con diversi attori), probabilmente si evidenzierebbe che per ogni euro investito dalla Pubblica Amministrazione per i giovani, se ne valorizzano almeno due11. Inoltre si darebbe vita ad una leva che porta nel tempo una serie di risultati positivi inattesi dovuti sia a richieste di possibili riproduzioni dell’azione al di fuori delle attività presentate dal progetto; sia ad estensioni di parti, che azioni nuove e sperimentali che da questi volani possano essere avviate. Europa Qui si registrano forti novità legislative, molto interessanti per le opzioni culturali che sottendono piuttosto che per le ricadute operative che si sono avute in Italia. In particolare due documenti: 1. la “Carta Europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale”

pubblicata il 21 maggio 200312; 2. Nel novembre del 2004 è stata pubblicata la “Carta europea dell’Informazione per i

giovani” a cura dell’Agenzia sull’informazione per i giovani del Consiglio d’Europa (Eryica).

Ciò oltre al “Libro Bianco delle politiche giovanili” (Commissione Europea, 21 novembre 2001), in cui rappresentanze di giovani europei degli Stati membri sono stati consultati ed hanno potuto far sentire chiaramente la loro voce, riportata nella pubblicazione del documento.

9 Tra l’altro le organizzazioni del commercio equo sono spesso caratterizzate dalla presenza di più dell’80% di giovani con meno di 35 anni. 10 Giovanni Campagnoli, “Là dove si rigenera cittadinanza”, Animazione Sociale n°5, maggio 2005. 11 Si pensi di introdurre il concetto di onere figurativo. Fonte: “Secondo convegno nazionale delle leve giovanili”, Scandicci, 17 e 18 giugno 2005, intervento del prof. Giovanni Campagnoli “Protagonismo giovanile e politiche locali”. 12 Consiglio d’Europa, Congresso dei poteri locali e regionali d’Europa: “Carta Europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale”, Strasburgo 2003.

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Le novità della seconda edizione13 della “Carta di partecipazione” sono una serie di principi guida destinati agli enti locali e regionali sulle modalità di attuazione delle politiche riguardanti la gioventù in vari settori. Inoltre (seconda parte) vi è un inventario degli strumenti atti a stimolare la partecipazione dei giovani. Infine (terza parte) si forniscono dei consigli su come attuare il quadro istituzionale per favorire la partecipazione dei giovani. La Carta presenta in modo molto dettagliato le “politiche settoriali” che gli enti locali dovrebbero adottare per favorire l’effettiva partecipazione dei giovani. Ma non solo: nel documento si definiscono nove “strumenti utili all’effettiva partecipazione dei giovani”: formazione, informazione, nuove tecnologie, comunicazione, volontariato, ong, partiti, associazionismo giovanile, microprogetti (vedi tab. 1). È anche interessante esaminare come il contenuto di queste “politiche settoriali” si sia ampliato qualitativamente e numericamente con ben dieci nuovi ambiti rispetto alla prima edizione della Carta14, a distanza di tredici anni.

1. Carta Europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale La “Carta” prescrive agli enti locali di informare i giovani rispetto ad opportunità in materia di alloggi loro destinati, sui danni causati dal tabacco, dall’alcol e dalla droga, sulle malattie sessualmente trasmissibili, sulle relazioni, le pratiche sessuali e il controllo delle nascite (coinvolgendo i giovani nella realizzazione di questi programmi di informazione), sulle formazioni con qualifiche professionali sulla gestione degli affari pubblici rispetto all’uguaglianza tra sessi, Inoltre gli enti locali dovrebbero sensibilizzare rispetto ai problemi ambientali, alla lotta al razzismo ed alla discriminazione ed agevolare l’accesso dei giovani ai loro diritti aumentando le loro conoscenze mediante la divulgazione di informazioni. Gli enti locali dovrebbero garantire ai giovani spazi per ritrovarsi e scambiare idee, dove il “clima” è buono e c’è anche una dimensione di svago e di piacere (Carta, Preambolo), perché in questi contesti possono emergere potenzialità, idee e risorse di chi vi partecipa. Non solo: gli enti locali dovrebbero garantire anche opportunità generanti processi di partecipazione, a partire dal coinvolgere i giovani nell’elaborazione di informazioni loro destinate e nella gestione di strumenti di comunicazione (es. web, fanzine, programmi radio, tv, così come previsto negli art. 49 e 50), eventi pubblici, percorsi di prevenzione, informazione su diritti, pari opportunità, sessualità, sviluppo sostenibile, scambi, habitat, lotta al razzismo ed alla discriminazione (cioè i temi della Carta). Questo “prendere parte” dei giovani ad attività ed a progetti che li interessano e che loro stessi organizzano è importante perché spesso è la prima tappa di un processo che porterà i giovani a coinvolgersi maggiormente nella vita della collettività, ivi compresa la vita politica (Carta, art. 42). Ma non solo: sempre la Carta (nel Preambolo) afferma che la partecipazione dei giovani non ha l’unica finalità di formare dei cittadini attivi o di costruire una democrazia per il futuro. Ma perché la partecipazione abbia un vero senso, è indispensabile che i giovani possano esercitare fin da ora un’influenza sulle decisioni e sulle attività, e non unicamente ad uno stadio ulteriore della loro vita.

Tab. 1: Evoluzione del concetto di partecipazione nelle due edizioni della Carta di … CARTA DI PARTECIPAZIONE 2003 CARTA DI PARTECIPAZIONE 1990 Titolo I: Le politiche settoriali (da art. 4 a 41) Una politica dello sport, del tempo libero e della vita associativa Una politica per l’occupazione e per la lotta alla disoccupazione dei giovani Una politica dell’ambiente urbano, dell’habitat,

Titolo I: Le politiche settoriali Una politica del tempo libero e della vita associativa Una politica per l’occupazione e per la lotta alla disoccupazione dei giovani Una politica dell’abitazione e dell’ambiente urbano

13 La prima edizione era del 1990 14 Consiglio d’Europa, Congresso dei poteri locali e regionali d’Europa: “Carta Europea di partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale”, Strasburgo 1990.

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dell’abitazione e dei trasporti Una politica di formazione e di educazione che favorisca la partecipazione dei giovani Una politica di mobilità e di scambi Una politica sanitaria Una politica a favore dell’uguaglianza tra le donne e gli uomini Una politica specifica per le regioni rurali Una politica di accesso alla cultura Una politica di sviluppo sostenibile e di tutela ambientale Una politica di lotta alla violenza e alla delinquenza Una politica di lotta alla discriminazione Una politica in materia di sessualità Una politica di accesso ai diritti

Una politica di formazione e di educazione che favorisca la partecipazione dei giovani Una politica di mobilità dei giovani come strumento di miglior equilibrio economico regionale in Europa Una politica di prevenzione sociale Una politica a favore della parità di trattamento tra uomini e donne Una politica specifica per le regioni rurali Una politica culturale specifica Una politica di tutela ambientale Una politica di Centri di Informazione e di banche dati per i giovani

Inoltre, la Carta afferma che gli Enti locali dovrebbero ancora:

• sostenere e a favorire la partecipazione dei giovani a delle attività di volontariato, per esempio lanciando delle campagne di informazione e di promozione (art. 51);

• facilitare le realizzazioni di progetti che partono dai giovani affiancandoli da operatori professionali e facilitando l’accesso a dei sostegni finanziari, materiali e tecnici, per arrivare a realizzazioni locali vantaggiose per tutti e che possono aiutare i giovani a sviluppare il loro senso di responsabilità e la loro autonomia e a diventare dei protagonisti sociali (art. 52);

• sostenere le organizzazioni giovanili che realizzano attività, forniscono dei servizi o agiscono in quanto portavoce dei giovani all’interno della comunità e ne difendono la causa, o si occupano di cause sociali o locali (art. 53);

• promuovere la partecipazione dei giovani al sistema politico dei partiti, in generale, ed alle organizzazioni non governative (art. 54-56).

Infine (Terza parte) la Carta inserisce nuovi contenuti e paradigmi rispetto alla partecipazione dei giovani alla vita locale, come si vede nella Tab. 2. Il concetto base è l’esplicitazione chiara che per attuare le politiche settoriali, gli enti locali e regionali devono mettere in opera delle strutture o dei dispositivi appropriati che consentano la partecipazione dei giovani alle decisioni e ai dibattiti che li riguardano. In particolare si tratta di Consigli dei giovani, parlamenti dei giovani, forum dei giovani. Per permettere ai giovani ed ai loro rappresentanti di essere dei protagonisti di pieno diritto nelle politiche che li riguardano, queste strutture dovrebbero normalmente essere rappresentative e permanenti e trattare di tutte le questioni che interessano i giovani. Si può ugualmente prevedere la creazione di strutture puntuali per discutere o per risolvere un problema specifico, formando di fatto i giovani alla vita democratica e alla gestione della vita della comunità. Tali strutture inoltre dovrebbero ugualmente costituire un luogo di formazione per dei dirigenti democratici, soprattutto per i giovani che intendono promuovere dei progetti, nonché un luogo di dialogo con gli enti locali e regionali. Tab. 2: Le politiche si sostegno alla partecipazione CARTA DI PARTECIPAZIONE 2003 CARTA DI PARTECIPAZIONE 1990 Titolo III : La partecipazione istituzionale dei giovani alla vita locale (da art. 57 a 70) Consigli dei giovani, parlamenti dei giovani, forum dei giovani Assistenza alle strutture di partecipazione dei giovani

Titolo III : La partecipazione istituzionale dei giovani alla vita locale e regionale Un giovane delegato/a nelle strutture istituzionale degli Enti Locali Una struttura di cogestione di progetti La struttura di concertazione

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Infine gli enti locali e regionali dovrebbero fornire assistenza alle strutture di partecipazione dei giovani, procurando loro i locali, i mezzi finanziari e l’assistenza materiale necessari per il loro buon funzionamento. Inoltre gli enti locali e regionali dovrebbero designare un garante – una persona o un gruppo di persone – per fornire anche consulenza e supporto politico e tecnico.

2. Carta europea dell’Informazione per i giovani Questo nuovo documento conferma la linea comune sia del Libro Bianco che della Carta di partecipazione (e cioè “l’informazione deve promuove la partecipazione dei giovani come cittadini attivi nella società”) ed introduce alcune importanti novità per gli Informagiovani. Infatti introduce il concetto di ”empowerment” e le attività di counselling e coaching, orientamento, supporto e consulenza, formazione, favorire reti amicali, fare lavoro di rete e fare riferimento a servizi specializzati”. Non un Ig che deve fare tutto, ma che sa collegarsi con “chi fa”: centri giovanili, servizi specializzati o anche nuovi media. Importante anche l’affermazione conclusiva dell’Introduzione: “l’informazione è un ambito delle politiche giovanili”. Questa nuova Carta riprende sia l’idea di una “l’informazione che copre i settori di interesse giovanile”, sia i principi generali del diritto fondamentale di accesso all’informazione e quelli dell’importanza di un’informazione pubblica completa, comprensibile, libera, affidabile e senza riserve su tutti i bisogni e le questioni che i giovani esprimono. I giovani devono essere coinvolti nell’identificare i bisogni informativi, la preparazione e distribuzione di prodotti informativi la gestione e valutazione del Servizio e dei progetti, le attività con gruppi di pari. Inoltre devono aiutare i giovani sia ad accedere ai nuovi mezzi di informazione, sia a sviluppare le abilità nell’usare questi strumenti. Si tratta dunque di novità importanti che nascono dalla “influenza dei tempi” e che vanno nella direzione di definire Centri e servizi di informazione come riferimento importante nell’ambito delle politiche giovanili. Conclusioni In Italia fino ad oggi le istituzioni, al di là delle dichiarazioni ufficiali, hanno dimostrato poca attenzione per i giovani: come detto l’assenza di un quadro normativo nazionale sulle politiche giovanili, di un Ministero e di un’Agenzia ad hoc, ha significato anche non avere una rappresentanza in Europa. Ciò ha comportato sul territorio nazionale una disomogeneità di interventi, dovuta proprio alla mancanza di una legge quadro. Così Regioni e Comuni navigano pressoché “a vista” in tema di interventi per i giovani. E questa è davvero una grossa criticità che ha portato ad uno sviluppo a macchia di leopardo delle politiche giovanili, legato esclusivamente alle sensibilità degli amministratori. Quindi politiche per i giovani come optional delle amministrazioni pubbliche e ciò va sì che ai giovani venga mediamente destinato lo 0,24% del totale delle uscite15”. Non solo: spesso questa “valenza debole” ha influito anche sulla qualità delle proposte, consistite a volte nel semplice intrattenimento, altre nell’offrire la partecipazione a qualche attività. Quindi vi è sempre stato nella maggioranza dei casi una sorta di “assistenzialismo” piuttosto che una proposta politica su ricerca e promozione di valori forti o temi generatrici attuali (es. globalizzazione, lotta al razzismo, prevenzione, pace, aids, Nord Sud del mondo, ecc.). Quindi temi deboli e poche risorse: è stato questo il circolo vizioso delle politiche giovanili italiane. Ma non solo: oggi gli interventi per i giovani sono spesso deboli anche perché monotematici (si concentrano cioè su una cosa sola, es. Informagiovani, Centri di Aggregazione, ecc.), mentre queste azioni devono diventare “plurime”, con l’aiuto degli 15 Contro la media europea dell’1,5% (www.politichegiovanili.it).

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altri soggetti (es. associazionismo, scuole, famiglie, ecc.). Allora è importante “la strategia delle connessioni”, in quanto aumenta l’incidenza (e l’efficacia) dei progetti. Questo perché le politiche giovanili di qualità sono quelle che permettono a tanti soggetti della comunità di mettere in atto interventi di “qualità condivisa” e che così portano a crescere i giovani in un ambiente di qualità. “If you don’t networking, you don’t working” si usa dire. E da qui bisogna ripartire per fare in modo che l’originalità e la fantasia presente in tante esperienze di eccellenza sviluppate a livello locale possa erigersi a sistema. Non solo: dai Ministeri, agli Assessorati comunali va superata la logica “da separati in casa”: nel senso che sono anche molti gli interventi per i giovani (si pensi per esempio a formazione, lavoro, imprenditoria, cultura, università, sociale, comunicazione, servizio civile nazionale ed europeo) ma in questi livelli ognuno fa politica a sé, non c’è integrazione, ma frammentazione. Di nuovo riuscire a fare sistema sarebbe un gran risultato.

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Allegato 1 Da un'indagine della Cgia di Mestre risultano tra il '99 e il 2003 cali vistosi a Caserta, Reggio Calabria, Catania e Napoli La spesa sociale crolla al Sud Bene le regioni a statuto speciale. La cifra pro capite più elevata a Trento, Bolzano e Gorizia L'Università di Trento ROMA - Diminuisce al Sud la spesa sociale. Lo rileva un'indagine della Cgia di Mestre (associazione che raggruppa piccole imprese e artigiani) condotta nei 105 comuni capoluogo di provincia d'Italia. Tra il 1999 e il 2003 emerge infatti il calo nelle principali città del Mezzogiorno: Caserta registra un -78%, Reggio Calabria -34%, Catania -12,2% e Napoli - 11,5%. E anche in termini assoluti la spesa pro capite è più elevata al Nord, soprattutto nei Comuni delle regioni a statuto speciale: a Trento raggiunge i 551 euro, a Bolzano i 400,40 euro e a Gorizia 307,70 euro. Primo Comune incluso in una Regione che non è a statuto speciale è Modena che si piazza al 5° posto (285,90 euro pro capite). La Cgia osserva quindi che anziani non autosufficienti, disabili, disoccupati, famiglie bisognose, categorie disagiate presenti in maggior misura nel Mezzogiorno, hanno sicuramente già registrato un peggioramento delle loro condizioni di vita. Infatti la spesa sociale riguarda quella destinata dai singoli comuni agli asili nido, ai servizi di infanzia e per i minori, alle strutture residenziali e di ricovero per anziani, all'assistenza in genere , alla beneficenza pubblica e ai servizi alla persona, etc. "Per il cosiddetto welfare locale - spiega la Cgia - non solo si spende di più nelle città del Nord, ma ciò che preoccupa maggiormente è che tra il 1999 e il 2003 (ultimo dato disponibile) la diminuzione della spesa è stata significativa per molte grandi città del Mezzogiorno". "Pertanto, il rilancio del Sud non passa solo - commenta il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi - attraverso il rilancio economico delle imprese private di quell'area ma anche attraverso un intervento straordinario di sostegno delle fasce sociali più deboli. Purtroppo, alla luce della difficile situazione di bilancio di molti enti locali meridionali, è difficile pensare di in invertire la tendenza registrata in questi ultimi anni". L'indagine della Cgia registra comunque anche qualche eccezione tra i capoluoghi del Sud: si tratta di Caltanisetta (+ 103,3%), Frosinone (+105,8%) e Vibo Valentia (+169,3%). (16 aprile 2005)

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CITTA’ E COMUNI: QUALI AZIONI PER I GIOVANI IN QUESTI TEMPI? di Giovanni Campagnoli e Matteo Miglio INDICE CAP. 1. PUNTI DI FORZA E CRITICITA’ DELLE POLITICHE GIOVANILI NELLE CITTA’ ITALIANE Premessa 1. Le attività dell’assessorato alle politiche giovanili 2. La scarsità di risorse 3. Una comparazione 4. Quali “policy makers” in materia di politiche giovanili? 5. Spunti per una governance: uno sguardo all’Europa ALLEGATO 1: Le 8 interviste ALLEGATO 2: “Senza fondi le politiche per i giovani”, F. Montemurro, Ilsole24ore, 7 luglio 2003, CAP 2. COSA C’E’ DI NUOVO…

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CITTA’ E COMUNI: QUALI AZIONI PER I GIOVANI IN QUESTI TEMPI?