2003-12-10 Antisemitismo

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LA REPUBBLICA 39 MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE 2003 D IA R IO di UN ODIO ANTICO E LE SUE FORME ATTUALI (segue dalla prima pagina) Q uesto antisemitismo è presente in Francia da parecchi anni ed è stato soffocato in tutte le maniere possibili. Ancora oggi, malgra- do l’accumularsi delle prove, malgrado la continua violenza, i media festeggiano tutte le personalità morali che sdram- matizzano la cosa e quando si tratta di ebrei sono corteggia- tissimi: non c’è niente di me- glio di un ebreo che smentisce l’esistenza dell’antisemiti- smo. In realtà, l’Europa ha rifiuta- to di confrontarsi con un pro- blema troppo delicato, che la obbliga a rimettere in discus- sione quel che le sembra es- senziale per la sua identità. L’i- dea europea riposa su quel che ha di più generoso: il rifiuto dell’esclusione. Per l’Europa è quindi insopportabile avere a che fare con la violenza di chi appare come oggetto o vittima potenziale dell’esclusione. Questo spiega l’accecamento di fronte a questo fenomeno. In Francia, la giudeofobia va di pari passo con l’odio della Francia stessa. Giudeofobia e francofobia progrediscono congiuntamente nelle stesse persone. Sono due fenomeni che non si vogliono prendere in considerazione. Lo si fa con le migliori intenzioni, ma si sa che spesso le buone intenzioni lastricano la strada per l’infer- no. Una delle più grandi diffi- coltà di oggi è l’antirazzismo, perché è diventato un’ideolo- gia, un principio generale d’in- tellegibilità del reale. Lo vedia- mo all’opera nel conflitto me- diorientale. Non si tratta, agli occhi di una parte crescente dell’opinione pubblica euro- pea, di un conflitto fra due na- zioni. Si tratta di uno scontro fra una poten- za definita co- me razzista e degli oppressi che si rivolta- no contro la persecuzione, l’esclusione di cui sono oggetto. E’ un’altra delle difficoltà odierne: l’anti- semitismo si è fuso nella lingua dell’antirazzismo. Quel che fa paura negli avvenimenti di cui è teatro l’Europa è l’incontro fra un antisemitismo islami- sta, sempre più chiaro e marca- to, e un antirazzismo progres- sista, che designa gli ebrei o Israele come il nuovo Sudafri- ca o la nuova Germania nazi- sta. Si poteva pensare che il pat- to di Ginevra calmasse le ten- sioni, invece le Ong rispondo- no con una campagna contro il muro, una barriera di sicurez- za definita come un muro del- l’apartheid. Si può criticare il tracciato del muro senza pre- sentarlo come un atto razzista e tenendo conto della neces- sità assoluta degli israeliani di rispondere alla minaccia ter- rorista. Malgrado Ginevra, l’immagine di Israele razzista è sempre forte ed è un incorag- giamento alla violenza. Ma la realtà è diversa. Ho appreso per caso un piccolo avveni- mento sociale e mediatico in Israele, molto interessante. C’è stato un reality show, esempio di berlusconismo israeliano di basso livello, che mirava a sele- zionare un animatore di tra- smissione per la radio o la tv. Gli adolescenti hanno scelto un animatore arabo. Per me non è una sorpresa, per l’anti- razzismo con- temporaneo è inconcepibile, com’era in- concepibile che il ristoran- te dove c’è sta- to l’ultimo grande atten- tato terrorista ad Haifa fosse gestito da un arabo e un ebreo. Israele è an- che questo, una realtà che non si vuol vedere. L’atteggiamento dei giovani musulmani che vivono in Eu- ropa è la continuazione del- l’Intifada con altri mezzi. Ma io ricuso un’idea corrente, se- condo cui questo antisemiti- smo sparirà quando sarà risol- to il conflitto israelo-palestine- se, il suo emblema. L’antisemi- tismo nel mondo musulmano rientra in quel che Bernard Lewis chiama un “blame ga- me”, nell’incapacità di questo mondo a interrogarsi sulle pro- prie carenze, sui propri insuc- cessi, nell’inettitudine alla cri- tica e all’autocritica. E’ questa la malattia dell’Islam. Tutto quel che non funziona nel mondo islamico è colpa di Israele, tutto quel che va male nelle periferie urbane europee è colpa dell’Occidente e di Israele. C’è l’irresistibile tenta- zione di imputare gli insucces- si presenti e futuri a cause esterne. E la causa maggiore è oggi Israele. L’antisemitismo re- sterà, qualunque sia la politica israeliana. (testo raccolto da Giampiero Martinotti) Segnali inquietanti di intolleranza arrivano anche da sinistra Ma che succede nell’Europa liberale e tollerante cresciuta tra gli ideali democratici del suo dopoguerra? Segnali imbarazzanti di antisemitismo provengono da diversi strati sociali, e da diverse forze politiche. Ma non è più solo la destra a manifestare intolleranza, anche parte della sinistra è preda di questo sentimento inquietantemente razzista Un odio antico rinasce dove meno lo si aspetta. Vediamone le ragioni ANTISEMITISMO Nell’incisione, razzia contro gli ebrei nel 1614 a Francoforte Si può criticare il tracciato del muro voluto da Israele senza presentarlo come un atto razzista, tenendo conto della difesa contro il terrorismo Quello che preoccupa in ciò che sta accadendo è l’incontro fra un antisemitismo islamista e un antirazzismo progressista ANTISEMITISMO Perché rinasce in Europa ALAIN FINKIELKRAUT L’ANTISEMI- TISMO attra- versa secoli e culture, da quando, definiti «dei- cidi» gli ebrei vennero cacciati dalle loro case, segregati nei ghetti, massacrati nei pogrom, a quando, grazie alle moderne teorie razziste, ven- nero, come «razza inferiore» , destinati allo stermi- nio. Ma l’antisemitismo sopravvissuto alla con- danna del razzismo e dell’Olocausto, esiste anco- ra in Europa, e non solo ad opera dei gruppi no- stalgici e violenti dell’estrema destra. C’è un antisemitismo che si manifesta non con la critica della politica di Sharon, del tutto legittima, ma con la messa in dubbio della legittimità dello Stato d’Israele o, ancora peggio, come si è visto in alcuni episodi francesi, con la indicazione degli ebrei come i responsabili, in virtù della loro potenza finanzia- ria e mediatica, di tutti i mali del mondo. Il biso- gno del «capro espiatorio» attraversa i secoli e torna, drammaticamente, d’attualità. MIRIAM MAFAI ANTISEMITISMO.

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LA REPUBBLICA 39MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE 2003

DIARIOdi

UN ODIO ANTICO E LE SUE FORME ATTUALI

(segue dalla prima pagina)

Questo antisemitismo èpresente in Francia daparecchi anni ed è stato

soffocato in tutte le manierepossibili. Ancora oggi, malgra-do l’accumularsi delle prove,malgrado la continua violenza,i media festeggiano tutte lepersonalità morali che sdram-matizzano la cosa e quando sitratta di ebrei sono corteggia-tissimi: non c’è niente di me-glio di un ebreo che smentiscel’esistenza dell’antisemiti-smo.

In realtà, l’Europa ha rifiuta-to di confrontarsi con un pro-blema troppo delicato, che laobbliga a rimettere in discus-sione quel che le sembra es-senziale per la sua identità. L’i-dea europea riposa su quel cheha di più generoso: il rifiutodell’esclusione. Per l’Europa èquindi insopportabile avere ache fare con la violenza di chiappare come oggetto o vittimapotenziale dell’esclusione.Questo spiega l’accecamento

di fronte a questo fenomeno.In Francia, la giudeofobia va dipari passo con l’odio dellaFrancia stessa. Giudeofobia efrancofobia progredisconocongiuntamente nelle stessepersone. Sono due fenomeniche non si vogliono prenderein considerazione. Lo si fa conle migliori intenzioni, ma si sache spesso le buone intenzionilastricano la strada per l’infer-no.

Una delle più grandi diffi-coltà di oggi è l’antirazzismo,perché è diventato un’ideolo-gia, un principio generale d’in-tellegibilità del reale. Lo vedia-mo all’opera nel conflitto me-diorientale. Non si tratta, agliocchi di una parte crescentedell’opinione pubblica euro-pea, di un conflitto fra due na-

zioni. Si trattadi uno scontrofra una poten-za definita co-me razzista edegli oppressiche si rivolta-no contro lapersecuzione,l’esclusione di

cui sono oggetto. E’ un’altradelle difficoltà odierne: l’anti-semitismo si è fuso nella linguadell’antirazzismo. Quel che fapaura negli avvenimenti di cuiè teatro l’Europa è l’incontro

fra un antisemitismo islami-sta, sempre più chiaro e marca-to, e un antirazzismo progres-sista, che designa gli ebrei oIsraele come il nuovo Sudafri-ca o la nuova Germania nazi-

sta.Si poteva pensare che il pat-

to di Ginevra calmasse le ten-sioni, invece le Ong rispondo-no con una campagna contro ilmuro, una barriera di sicurez-

za definita come un muro del-l’apartheid. Si può criticare iltracciato del muro senza pre-sentarlo come un atto razzistae tenendo conto della neces-sità assoluta degli israeliani dirispondere alla minaccia ter-rorista. Malgrado Ginevra,l’immagine di Israele razzista èsempre forte ed è un incorag-giamento alla violenza. Ma larealtà è diversa. Ho appresoper caso un piccolo avveni-mento sociale e mediatico inIsraele, molto interessante. C’èstato un reality show, esempiodi berlusconismo israeliano dibasso livello, che mirava a sele-zionare un animatore di tra-smissione per la radio o la tv.Gli adolescenti hanno sceltoun animatore arabo. Per menon è una sorpresa, per l’anti-razzismo con-temporaneo èinconcepibile,com’era in-c o n c e p i b i l eche il ristoran-te dove c’è sta-to l ’ult imogrande atten-tato terroristaad Haifa fosse gestito da unarabo e un ebreo. Israele è an-che questo, una realtà che nonsi vuol vedere.

L’atteggiamento dei giovanimusulmani che vivono in Eu-

ropa è la continuazione del-l’Intifada con altri mezzi. Ma ioricuso un’idea corrente, se-condo cui questo antisemiti-smo sparirà quando sarà risol-to il conflitto israelo-palestine-se, il suo emblema. L’antisemi-tismo nel mondo musulmanorientra in quel che BernardLewis chiama un “blame ga-me”, nell’incapacità di questomondo a interrogarsi sulle pro-prie carenze, sui propri insuc-cessi, nell’inettitudine alla cri-tica e all’autocritica. E’ questala malattia dell’Islam. Tuttoquel che non funziona nelmondo islamico è colpa diIsraele, tutto quel che va malenelle periferie urbane europeeè colpa dell’Occidente e diIsraele. C’è l’irresistibile tenta-zione di imputare gli insucces-si presenti e futuri a causeesterne.

E la causa maggiore è oggiIsraele. L’antisemitismo re-sterà, qualunque sia la politicaisraeliana.

(testo raccolto da GiampieroMartinotti)

Segnaliinquietanti

di intolleranzaarrivano anche

da sinistraMa che succede

nell’Europa liberale etollerante cresciuta tra gliideali democratici del suo

dopoguerra? Segnaliimbarazzanti diantisemitismo

provengono da diversistrati sociali, e da diverseforze politiche. Ma non è

più solo la destra amanifestare intolleranza,

anche parte della sinistra èpreda di questo sentimentoinquietantemente razzista

Un odio antico rinascedove meno lo si aspetta.

Vediamone le ragioni

ANTISEMITISMO

Nell’incisione,razzia contro gliebrei nel 1614 a

Francoforte

Si può criticare il tracciato del murovoluto da Israele senza presentarlocome un atto razzista, tenendo contodella difesa contro il terrorismo

Quello che preoccupa in ciò che staaccadendo è l’incontro fra un

antisemitismo islamistae un antirazzismo progressista

ANTISEMITISMOPerché rinasce in Europa

ALAIN FINKIELKRAUT

L’ANTISEMI-TISMO attra-

versa secoli e culture, da quando, definiti «dei-cidi» gli ebrei vennero cacciati dalle loro case,

segregati nei ghetti, massacrati nei pogrom, aquando, grazie alle moderne teorie razziste, ven-nero, come «razza inferiore» , destinati allo stermi-nio. Ma l’antisemitismo sopravvissuto alla con-danna del razzismo e dell’Olocausto, esiste anco-ra in Europa, e non solo ad opera dei gruppi no-stalgici e violenti dell’estrema destra.

C’è un antisemitismo che si manifesta non con lacritica della politica di Sharon, del tutto legittima, macon la messa in dubbio della legittimità dello Statod’Israele o, ancora peggio, come si è visto in alcuniepisodi francesi, con la indicazione degli ebrei comei responsabili, in virtù della loro potenza finanzia-ria e mediatica, di tutti i mali del mondo. Il biso-gno del «capro espiatorio» attraversa i secoli etorna, drammaticamente, d’attualità.

MIRIAM MAFAI

ANTISEMITISMO.

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40 LA REPUBBLICA MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE 2003D I A R I O

I LIBRI

BERNARD

LEWIS

Semiti eantisemitiRizzoli 2003

LEON

POLIAKOV

Storiadell’antisemi-tismo 1945-1993 La NuovaItalia 1996

Dall’antisioni-smoall’antisemiti-smoLa nuovaItalia 1971

HANS

JONAS

Il concetto diDio dopoAuschwitzIl Melangolo1997

HANNAH

ARENDT

Antisemitismoe identitàebraicaEdizioni diComunità2002

LABARTHE

E NANCY

Il mito naziIl Melangolo1992

FIAMMA

NIRENSTEIN

L’abbandonoComel’Occidenteha tradito gliebreiRizzoli 2002

PRAGER E

TELUSHKIN

Why thejews? Thereason forantisemitismSimon&Shuster 1983

CESARE

MANNUCCI

L’odio anticoL’antisemiti-smo cristianoe le sue radiciMondadori1993

NORMAN

COHN

Licenza perun genocidio:i Protocollidegli anzianidi Sion.Storia di unfalso Einaudi 1969

La giudeofobia ha assunto nei secoli for-me diverse: da quella religiosa (gli ebrei“assassini di Gesù”) a quella moderna,

che ha accusato la “razza ebraica” di perse-guire un disegno di dominio mondiale, attra-verso il controllo dei centri nevralgici del ca-pitalismo e della democrazia, o del sociali-smo. Questa versione razziale della giudeofo-bia – i cui classici sono I Protocolli dei Savi diSion (un falso redatto dalla polizia zarista) eMein Kampf di Hitler – è culminata nella po-litica di sterminio nazista, ma ha anche ispi-rato le persecuzioni antiebraiche nell’Urss.

Un nuovo capitolo è iniziato con la fonda-zione dello Stato di Israele, che ha raccoltocon gli ebrei già residenti in Palestina, coloroche sfuggivano dalle persecuzioni nazifasci-ste, e da quelle nei paesi comunisti e nei pae-si arabi. È nata allora una nuova corrente,

l’“antisionismo”, che, dalla critica dell’ideo-logia fondante di Israele, è passato a metterein discussione il suo diritto di esistere. Oggi,l’ideologia antisionista è largamente diffusanei paesi islamici e, in Occidente, in larghi set-tori dell’estrema destra, dei movimenti anti-globalisti e della sinistra neocomunista.

Il nodo centrale è l’argomentazione di cuisi nutre l’antisionismo. Nei paesi islamici, es-so convoglia indistintamente tutte le temati-che storiche della giudeofobia: quelle delcomplotto globale, in collusione con il capi-tal-imperialismo, quelle razziali di stampohitleriano, e persino quelle dell’antisemiti-smo religioso. I Protocolli sono un best-sellernel mondo islamico, stampato e ristampatoinnumerevoli volte, e recentemente espostocon grande rilievo nella rinata Biblioteca diAlessandria. L’antica leggenda secondo cui

SE L’IDEOLOGIA ANTISIONISTA

È COSÌ DIFFUSA IN OCCIDENTE

UNA REAZIONE DELLA DESTRA ESTREMA E DI PARTE DELLA SINISTRA

I miei figli sono permetà ebrei. Possonoavere il permessodi entrarein piscinafino al ginocchio?

GROUCHO MARX

Associare sionismo erazzismo costituiscesemplicemente un’offesaall’intelligenza, alladecenza, all’onestàintellettuale

ELIE WIESEL

NEL MONDO PAGANO

Nel mondo pagano e classico, ilmonoteismo ebraico fu causa di unodio fin dal VI sec. a.C., quandoAmman in Babilonia propone disterminarli tutti (Libro di Ester)

NEL MONDO

CRISTIANO

Nel IV sec.l’ImperoRomanosceglie ilCristia-nesimo,“vera

fede” chegli ebrei

non voglionoaccettare.“Deicidi”,“incarnazione deldiavolo”,furono chiusi(XVI sec.) neighetti fino alXIX

NEL MONDO MUSULMANO

Poiché non si convertirono,Maometto li dichiarò inferiori,dhimmi. Quando alzarono la testa -in particolare con la nascita di Israele- aumentò l’odio.

sul piano dell’immaginario. Ed èesattamente questa mancanza dicontorni ad attrarre le fantasie deinon ebrei che possono proiettarenei gap dell’identità ebraica i pro-pri problemi, sentimenti, frustra-zioni, paure, violenze. Questa è lafonte dell’antisemitismo. Con glizingari non è molto diverso».

Gli zingari sono sempre rimastiai margini.

«Sì, gli ebrei sono stati invecemolto interni alle società dove han-no vissuto. E l’hanno fatto dovun-que. Diventando spesso simili aquelli che li circondavano, e moltodiversi dagli ebrei di altri posti, concui non erano quasi in grado di co-municare. Nel mio saggio analiz-

L’IDENTITÀ DI UN POPOLO

E LA SUA PERSECUZIONE

INTERVISTA AD ABRAHAM YEHOSHUA CHE STA SCRIVENDO UN SAGGIO SULLE RADICI DELL’ANTISEMITISMO

SUSANNA NIRENSTEIN

A.B. Yehoshua sta scrivendoun saggio sulle radici strut-turali dell’antisemitismo.

Nei secoli. Vuole trovare un nucleounico nell’odio che per più di duemillenni ha investito un mondo incostante evoluzione, nazioni, so-cietà, culture, religioni diverse. Unodio contro gli ebrei comunquefossero, erranti, regnanti, in fuga,stabili, isolati o raggruppati in con-sistenti comunità, religiosi, laici,assimilati, mise-rabili , ricchi,ignoranti, colti,comunisti, capi-talisti, profughi einfine con unproprio stato,Israele. Il saggioriarrotola un filorosso che parteda Abramo, la fu-ga in Egitto e l’e-silio in Babilo-nia, gli anni incui Seneca chia-mava gli ebrei«una tribù crimi-nale», passa at-traverso l’anti-giudaismo cri-stiano e l’odioantiebraico tota-litario nazista ec o m u n i s t a ,guarda infinequello attivo nel-le democrazie fi-no alla possessione antisemita delmondo islamico radicale. Il saggiouscirà nei primi mesi del 2004 perEinaudi, e noi abbiamo avuto lapossibilità di dare uno sguardo ve-loce alla bozza dei primi capitoli.

Yehoshua, esiste una radiceunica?

«Credo di sì. E penso venga dal-l’interazione dell’identità ebraicacon gli altri, un’identità in un certomodo cristallizzata dopo la distru-zione del Primo tempio, quando,nel 580 a.c. ci fu la prima diaspora inBabilonia. E’ da allora che gli ebreihanno mantenuto due componen-ti essenziali, la religione e la nazio-nalità, travasandone degli elemen-ti dall’una all’altra e viceversa, inmodo simbolico, e tenendole cosìin vita. In questo modo sono riusci-ti a mantenere la loro nazionalità,trasferendola in momenti di spiri-tualità, senza vivere insieme in unpaese comune, senza parlare unlinguaggio comune. Questo creanell’identità ebraica una sorta diflessibilità che non si trova in nes-sun altro popolo. Una religione so-lo per gli ebrei, una nazionalità so-lo per gli ebrei: se lasci la religioneperdi la nazionalità, se ti convertil’acquisti. Questa combinazioneinedita crea una vaghezza singola-re».

Vaghezza, flessibilità?«Sì, è esattamente il motivo per

cui da secoli ci chiediamo cosa è unebreo, chi è un ebreo, fino a chepunto un israeliano è un ebreo, o ilnon credente, l’ateo, l’assimilato:c’è una letteratura infinita su questitemi. Siamo sempre in cerca di unadefinizione che non troviamo: per-ché ci sono molti vuoti, brecce inquesto concetto».

Questa elasticità però ha per-messo agli ebrei di sopravviverefuori dalla cornice necessaria adogni popolo.

«Certo. Ma così l’identità ebraicaviene mantenuta soprattutto nel-l’immaginazione. Un ebreo chenon è religioso, non parla ebraico,non vive in Israele si sente unito al-l’ebreo che vive in Uzbekistan solo

fusione che proietta sugli ebrei. Ilprimo ministro malese Mahatirproclama che gli ebrei dominano ilmondo: i primi a ridere sono i pale-stinesi che sanno quanto gli israe-liani non riescano a dominare nep-pure un piccolo popolo. Ecco cosasignifica proiettare le proprie fan-tasie».

E quando dalle “fantasie” passiai fatti, a minacciare gli ebrei o l’e-sistenza dello Stato di Israele?

«Puoi essere contro la politica delgoverno israeliano, ma se dici que-ste bestialità, se dici che gli ebrei av-velenano i pozzi, fanno saltare leTwin Towers, se ci vedi come de-moni, sei antisemita e allora pensiche i demoni non abbiano diritto ad

zerò ogni sorta di confusione intor-no all’identità ebraica».

Per parlare di antisemitismo leianalizza l’identità ebraica. Difronte a uno stupro, si indaga il col-pevole, non la vittima.

«Lo faccio perché voglio capire.Non voglio accusare gli ebrei, la no-stra identità è questa, è un dato difatto. Voglio comprendere il nodoprofondo di questa molla, dell’in-terazione “tra me e l’altro” che creal’antisemitismo».

Lei dice che si tratta di paura de-gli ebrei, non di invidia.

«Qualcuno può invidiare Israeleoggi, o gli ebrei uccisi nella Shoah?O gli ebrei dei ghetti medievali?».

E perché averne paura allora?

DISCRIMINATI

Qui sopra,il manifestodi unasocietàatleticatedescacomposta disoli ebrei.A sinistra,ebrei cacciatidalla Russia

‘‘

,,

CHI È EBREO

Non sappiamo definirechi siamo: questavaghezza dà spazio allefantasie dell’antisemita

«Infatti, hai paura di qualcosa disconosciuto e indefinito su cuiproietti le tue ossessioni».

Ora c’è un paese. Uno Stato.Qualcosa di molto concreto e defi-nito. Cosa c’entra l’immaginazio-ne?

«Innanzitutto ci sono i rapportiche Israele ha con la diaspora. E poila distruzione delle frontiere haconfuso nuovamente le acque. Haricreato l’indefinitezza di cui dice-

vo prima. Manon voglio parla-re di questo. Neparlerà il miosaggio. A me in-teressa che l’an-tisemita capiscache sta proiet-tando sugli ebreii suoi problemi,le sue confusioniperché l’indeter-minatezza dell’i-dentità ebraicaglielo permette,“lo invita a far-lo”. Se vedrà ilm e c c a n i s m o ,invece di pren-dersela con gliebrei ,dovrà fareun esame di sestesso».

E’ davvero unottimista.

«Penso soloche anche l’anti-

semita non riceva dei benefici dal-l’odio che prova. Pensi a Hitler, nonottenne niente di buono dal suo ac-canimento. Perse tutto. QuandoSaramago dice che Ramallah è Au-schwitz, non fa del bene a se stesso,piuttosto deve capire come puòaver pronunciato una cosa similequando i palestinesi sanno benissi-mo che Ramallah non è Auschwitz:certo, ci sono molti problemi inquella cittadina, ma se camminiper le strade vedi negozi, ristoran-ti…, cosa c’entra Auschwitz? Quan-do Theodorakis sostiene, come hafatto ultimamente, che gli ebrei so-no la causa del male nel mondo, de-ve chiedersi cosa gli sta succeden-do, deve interrogarsi sulla sua con-

Che fine hannofatto civiltà e

tolleranza nelVecchio

Continente?

LE TAPPE

PRINCIPALI

GIORGIO ISRAEL

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LA REPUBBLICA 41MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE 2003 D I A R I O

LE RADICI TERRENEDI UNA TRAGEDIA

ALLA BASE DELL’ODIO CI SONO PRINCIPALMENTE RAGIONI STORICHE

JEAN DANIEL

Se Israele è un destino, comesfuggirgli? Edipo è tragicoperché non ha potuto rifiu-

tare il suo destino. Siamo con-dannati al tragico? Cos’è maiquesta singolare storia di un’e-lezione che suscita tutte le sven-ture, e come vedere allora la no-stra protesta contro questesventure? Se alcuni ebrei, Giudain particolare, hanno permessoal Cristo di rivelarsi agli uomini,se hanno resopossibile il pro-cesso che va dalmessaggio allaPassione e allaResurrezione,perché, in no-me di questalogica, rifiutareche gli aguzzinidel popoloebraico contri-buiscano allasua missione?Che derisione!Che vicolo cie-co! Quanti cla-mori e ispiratifurori all’inter-no del più anti-co dei circoli vi-ziosi nelle reli-gioni rivelate.

Ma non sa-rebbe comun-que tutto da ri-pensare, a par-tire dalla realizzazione dell’i-deale sionista? Quando si è com-battuti, si può dare dell’antise-mitismo la stessainterpretazione di quando siviene perseguitati per ciò che siè? Non si impone qui la differen-za tra il «fare» e l’»essere»? Non èsolo una domanda essenziale; èla domanda. Ed è normale chevenga costantemente ripropo-sta. Perché va sottolineato anco-ra una volta che dal momentodell’apparizione di uno Statoebraico sovrano gli ebrei, o piùprecisamente gli israeliani, so-no interamente responsabilidelle loro azioni. Oramai essi di-pendono solo dalla loro volontà

certo per «deformazione profes-sionale» (era per formazionemedico) nel suo opuscolo, de-terminante per il pensiero sioni-sta, dal titolo: Auto-Emancipa-tion! Mise en garde d’un juif rus-se à ses frères (Auto-emancipa-zione! Un ebreo russo mette inguardia i suoi fratelli) pubblica-to anonimo a Berlino nel 1882,definirà l’odio per gli ebrei come“giudeofobia”: una «psicosi, in

quanto taleereditaria; unamalattia che sitrasmette daduemila anni,inguaribile».

Questi difen-sori mi dannol’impressionedi appartenerea un’epoca pre-darwiniana. Ineffetti, primache Darwinavesse attribui-to alle specieun’origine eun’evoluzione,il tempo nonesisteva per lescienze. Fino aDarwin, il lorooggetto era fis-so. Darwin haintrodotto nel-la scienza iltempo. I teorici

dell’antisemitismo eterno loescludono sia dall’osservatoreche dall’osservato. L’ebreo noncambia, come non cambia l’an-tisemita. La metamorfosi ri-guarda solo le maschere di cui sirivestono gli antisemiti.

Ci si è chiesti spesso se sianogli ebrei a provocare la reazionedi rigetto, o se invece essi si co-struiscano in funzione dell’osti-lità che si accanisce contro di lo-ro. Quando sono perseguitati,gli ebrei hanno tendenza a es-senzializzare l’ostilità, a farecioè dell’antisemitismo una ca-tegoria mentale – propria dellamente altrui, quasi fosse diversadalla loro. Mentre quando vivo-no periodi felici, tendono sia adattenuare la propria singolarità,sia a trarne partito come di unasuperiorità. Un atteggiamentoevidentemente contrario all’in-giunzione che i commentatoripiù esigenti, quali YeshayahuLeibowitz, Emmanuel Levinas oMartin Buber, hanno definitonei seguenti termini: «Non seieletto; devi meritare di esserlo».Gli ebrei sono come votati allasolitudine, e in ogni caso alla dif-ferenze.

In Dio è fanatico?ho sviluppa-to l’idea che sia malsano per laragione, per l’equilibrio della ra-gione presupporre una dimen-sione misteriosa dell’antisemi-tismo. Dovremmo vivere comese questa dimensione non ci fos-se, pensando però al tempo stes-so che magari esiste. Quest’at-teggiamento, che ho deciso difar mio, è molto difficile da giu-stificare. C’è chi sostiene l’esi-stenza di una metafisica dell’an-tisemitismo, e asserisce che ne-garla sarebbe come negare lapropria ontologia. Ma nel nomestesso della Bibbia si ha il dirittodi ricusare queste vedute essen-zialiste, che di fondo sono piut-tosto greche, privilegiando unavisione aperta della storia.

(Traduzione di ElisabettaHorvat)

BARRIERA

INVISIBILE

Perun’inchiestasull’antisemitismo ungiornalista sifinge ebreo esi trova a fare iconti con ilrazzismostrisciantedella societàamericanaDi Elia Kazan(1947)

EUROPA

EUROPA

Un ebreopolacco di 14anni sfuggeall’invasionenazistarifugiandosi inunorfanotrofiosovieticodove diventamarxista,catturatodallaWehrmachtsi finge ariano Di AgnieszkaHolland(1991)

AMERICAN

HISTORY X

Un naziskinviolento erazzistaesce diprigionee scopre cheil fratellino loha fattodiventare unmitoe staseguendole suetracce,ma lui incarcere ècambiatoDi TonyKaye(1998)

CHARLOTT

GRAY

Ambientatonella Franciaoccupataracconta lastoria di unascozzese chescoprel’incubonazista nellaRepubblica diVichyattraverso gliocchi di dueragazziniebrei orfaniDi GillianArmstrong(2000)

I FILM

gli ebrei impasterebbero le azzime con il san-gue di bambini cristiani sgozzati è un toposdiffusissimo nella stampa e nella televisionedi questi paesi. I libri di testo delle scuole pa-lestinesi – finanziati dall’Unione Europea –sono infarciti di odio antiebraico. Da una ven-tina d’anni, una lucida campagna mira a con-quistare vasti settori della sinistra occidenta-

le facendo leva sulla tradizione anti-imperia-lista. Intellettuali musulmani come EdwardSaïd hanno propalato ad arte l’idea secondocui il sionismo sarebbe nientemeno che «ilcentro stesso della cultura intellettuale e po-litica dell’Occidente». Questa campagna hadato i suoi frutti e ha conquistato a posizioniinquinate da tematiche del più classico anti-semitismo, rilevanti strati dell’estrema sini-stra: è un drammatico sviluppo con cui oggitutti, ma soprattutto la sinistra democratica,devono fare i conti. Tanto più grave per il ca-rattere trasversale della nuova giudeofobia,che viene ambiguamente cavalcato da perso-naggi come Ernst Nolte, secondo cui l’accusaagli ebrei di detenere un eccessivo potere (cheè poi la tematica dei Protocolli) non sarebbeantisemita, e l’avversione agli ebrei della sini-stra sarebbe soltanto un «ritorno alle origini»,quando essa vedeva negli ebrei «l’incarnazio-ne dello spirito commerciale e capitalistico».

A fianco, miniatura delXIII secolo. Gli ebreisono raffigurati con ilcappello a punta.In alto, una stamparaffigura la cacciatadegli ebrei dalla Franciadi Filippo Augusto

L’ETÀ DEI LUMI

Gli ebrei dettero il benvenutoall’Illumismo, aperto però al singolo,ed ostile invece alla “componentenazionale”. Presto sarebbe natol’antisemitismo moderno.

IL

NAZISMO

Hitler odiavagli ebrei nonsolo per“razza” (e gliarabi?) maper i lorovalori“sovversivi”.Furonoespulsi dascuole eprofessioni,infinesterminatinella misuradi 6 milioni.

IL COMUNISMO

L’Urss combatté tutte le espressioninazionali e religiose ebraiche, vietòscuole, libri, tacque l’Olocausto. Chimantenne l’identità era un nemicopotenziale, destinato al gulag.

Tu, amico mio, dichiari dinon odiare gli ebrei, diessere solo “antisionista”.Ma quando qualcunoattacca il sionismo, intendegli ebrei puoi starne certo”

MARTIN LUTHER KING

e dal loro ideale. Sono attori, e siriconoscono come tali. Questadato di fatto dovrebbe demolirel’argomentazione di chi postulal’esistenza di un antisemitismoeterno. Ora, si dà il caso che mol-ti ebrei, sionisti o meno, rifiuta-no di analizzare le cause di unantisemitismo ben preciso.Constatandone la lunga duratanella storia, essi preferisconodare dell’antisemitismo una“lettura trans-storica”, attri-buendo la «permanenza dell’o-dio a un’essenza antisemita pro-pria a qualunque non ebreo»,come riassume Denis Charbitnella sua Antologia dei sionismi.Dal canto suo, Léon Pinsker,

esistere. Eppure, neanche dopo laShoah qualcuno pensò che i tede-schi non dovessero vivere o avere illoro Stato. Questo è antisemitismo.E gli ebrei, lo ripeto, non attraggonoqueste bestialità per quel che fanno— sono come gli altri, a volte agi-scono per il bene, altre no — ma perla struttura della loro identità, quel-la non chiarezza che lascia spazi al-le proiezioni degli altri. E’ questa in-terazione patologica che nel miosaggio individuo e studio».

Se il problema è la vaghezza, lasoluzione sta sempre nel sioni-smo, la ricetta che più di ogni altrariduce la virtualità ebraica. Sì o no?

«Sì, assolutamente. In uno Statodai confini chiari».

La visione antisemitadella storia consideral’ebreo come una forzasatanica, praticamentecome la fonte di tuttoil male della storia

BERNARD LEWIS

‘‘

,,

COMMENTATORI

Levinas e Buber hannodefinito l’ebreo comeun non eletto che devemeritare di esserlo

Jean Daniel, scrittore e giornalista èfondatore e direttore del “NouvelObservateur”.

Alain Finkielkraut, saggista, autore fral’altro della “Sconfitta del pensiero”.

Giorgio Israel, matematico, insegnaall’università di Roma.

Abraham B. Yehoshua, romanziere, hapubblicato, tra l’altro, “L’amante”.

GLI AUTORI

Page 4: 2003-12-10 Antisemitismo

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Fondatore Eugenio Scalfari Direttore Ezio Mauro

Anno 28 - Numero 289 € 0,90 in Italia (con “Una donna” € 5,80) mercoledì 10 dicembre 2003

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LA RUSSIAAMPUTATA

Kamikaze contro la Duma: 6 morti a MoscaLa terrorista si è fatta esplodere davanti al Parlamento, disinnescato un secondo potente ordigno. Putin: è un attacco alla democrazia

Una delle vittime dell’attentato di Mosca ALLE PAGINE 2 e 3

Presentata la bozza ai governi

Costituzione UeAznar attacca

“L’Italiarinuncia

all’accordo”MAROZZI e MARTINOTTI

ALLE PAGINE 12 e 13

VIKTOR EROFEEV

ADESSO tutto dipende daVladimir Putin. Gli basteràfare un gesto con la mano e

sarà l’amicizia con l’America.Vorrà essere un europeo? Divente-remo liberali. Vorrà soffiare un po’sul fuoco? Andremo a conquistarela Crimea, come abbiamo fatto conla zarina Caterina II. Ai tempi del-l’Unione Sovietica c’era almeno ilPolitburo e i leader, a volte, dove-vano fare i conti con il parere deglialtri.

SEGUE A PAGINA 3

Il fantasmaantisemita

che attraversal’Europa

L’EUROPA è imbarazzata.Assiste disorientata alsorgere di un antisemiti-

smo inatteso, che tocca popola-zioni vittime potenziali dell’e-sclusione e del razzismo. Il nuovoantisemitismo fa esplodere l’u-nità forzata dell’antirazzismo.Quest’ultimo supponeva cheuno stesso rifiuto dell’Altro po-tesse colpire, alternativamente osimultaneamente, gli ebrei, gliarabi, i neri. Adesso, da questomondo idealizzato dell’Altro sal-ta fuori una forma di violenza, dirigetto, di esclusione: esistonovittime del razzismo che possonodiventare antisemite. Di fronte aquesto fenomeno, l’Europa èspaventata ed è per questo chenon è stato pubblicato il rappor-to dell’Osservatorio sui fenome-ni xenofobi e razzisti. L’imprima-tur è stato rifiutato per una sortadi censura virtuosa o di diniegobenpensante: ciò non deve esse-re e quindi faremo in modo checiò non sia. Questo rifiuto ci invi-ta a riflettere più profondamentesulla stessa identità europea.

La nostra Europa non si è co-stituita contro altre identità, nonsi è sviluppata attraverso discus-sioni polemiche contro altreidee, altri continenti, altri modi divedere e di pensare. L’Europa ènata nel 1945 dallo sforzo, permolti versi ammirevole, di scon-giurare le proprie tentazioni, ipropri dèmoni, i propri mostri.L’Europa è nata per difendersi dase stessa e sa farlo molto bene: è laregina dell’autocritica, si mobili-ta con vigore e convinzione nonappena i suoi dèmoni sembranoriapparire. Lo ha fatto per esem-pio con Haider, quando è statoassociato al potere in Austria, e losa fare ogni volta che spunta fuo-ri il naso dell’estrema destra. Madi fronte a un nemico resta muta,completamente sperduta.

SEGUE A PAGINA 39DANIEL, ISRAEL

MAFAI e NIRENSTEINALLE PAGINE 39, 40 e 41

DIARIO

Domani il voto in Senato. La Margherita decide di schierarsi a favore: “Ma cercheremo di migliorare il provvedimento”

Provetta, il Polo blinda la legge“Il governo non è neutrale”. Sì di Rutelli, scontro nell’Ulivo

A Torino una quindicenne accoltella a morte il fidanzato violento: “Abbiamo litigato, non volevo”

Napoli, ucciso per un telefoninoROMA – Uno studente universi-tario di 22 anni è morto per uncellulare da 200 euro la nottescorsa in una centralissima zonadi Napoli. Testimone del delittoun amico della vittima, con cui ilgiovane ucciso aveva appenaparlato: «Scendi perché qui cisono brutte facce». A Torino,una quindicenne ha accoltellatoa morte il fidanzato dopo l’enne-sima lite. È stata la stessa ragaz-za, in stato di choc, ad avvisare icarabinieri: «Abbiamo litigato,io non volevo». Secondo i suoifamiliari, il ragazzo «era violentoe possessivo», da qui la decisio-ne della giovane di interrompe-re la relazione.

ALLE PAGINE 25 e 26

CON REPUBBLICA

Oggi in edicola“Una donna”

Il romanzodi SibillaAleramoa richiestaa soli 4,90euro in più

ROMA – Il governo «non è neu-trale» sulla fecondazione assisti-ta. Nell’ultimo Consiglio dei mi-nistri ha preso posizione a favo-re della legge, che ieri la Casa del-la libertà “blinda” assicurandotempi velocissimi d’approva-zione al Senato. Oggi i 18 articoliche regolano il ricorso alla pro-vetta per le coppie sterili «saran-no votati», assicura la Cdl. Do-mani mattina, l’ok definitivo.Nello scontro tra laici e cattolici,si divide l’Ulivo. Il leader dellaMargherita, Francesco Rutelli,afferma: «È una legge migliora-bile ma sono a favore». E il grup-po parlamentare Dl annunciache voterà sì al ddl pur tentandoalcune correzioni. Lo strapponella Margherita riaccende letensioni con i Ds. Il capogruppodi Fi, Renato Schifani con unalettera “precetta” i senatori for-zisti: anche il governo e Berlu-sconi sono schierati.

ASNAGHI, CASADIO e DE MARCHIS

A PAGINA 9

BIANCHIN, FAZZO, FIORUCCI e FUSANI ALLE PAGINE 4 e 5

In tre regioni analisi in corso su confezioni bucate, a Perugia sequestrati 2.000 litri. Gli anarco-insurrezionalisti: “Non c’entriamo”

Acqua al veleno, allarme per il latte

Tanzi: la famiglia s’impegna

Parmalatper risolvere

la crisiarriva BondiGALBIATI, LIVINI e PONS

ALLE PAGINE 34 e 35

ALAIN FINKIELKRAUT

IL DISASTROCECENO

SANDRO VIOLA

VLADIMIR Putin è un uomofortunato. Se le due “vedovenere” cecene si fossero fatte

esplodere nel centro di Mosca sabatoscorso, invece di ieri, forse il “partitodel presidente” non avrebbe ottenu-to alle elezioni di domenica la valan-ga di consensi che sappiamo. I russi sisarebbero infatti rammentati chequattro anni fa, ai suoi esordi comeprimo ministro, Putin aveva promes-so solennemente di sbaragliare unavolta per sempre la guerriglia cecena.

SEGUE A PAGINA 16

Non meritanola nostra paura

FRANCESCO MERLO

COME ci resterebbero male, que-sti poveri avvelenatori d’acqua,se arginassimo la loro stupida

follia con la cautela ironica al postodel panico scomposto. E se tributassi-mo loro una distratta considerazione,trattandoli da balordi criminali e nonda Bin Laden. E se ancora ci limitassi-mo ad adottare qualche strategiaidropinica, un più accorto e discretouso delle bevande, il vetro al postodella plastica, il controllo olfattivo,l’attenta ricerca del foro, la prudenzaforte di chi, pur rischiando un danno,non ha paura della paura. E semprestando bene attenti, nel rincularemalvolentieri sul filo della modernità,a non scambiare idrologia e ideologia.

SEGUE A PAGINA 17

IL CASO

GIANCARLO MOLA

ALLE PAGINE 6 e 7

Il terzo compagno assiderato

Dispersi in Abruzzosolo 2 sopravvivono

il Nord nel gelo

A Londra fermata una donna

Gelli indagatoper il caso Calvi

VIVIANO A PAGINA 21