2003-10-25 Ramadan

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  • 8/3/2019 2003-10-25 Ramadan

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    LA REPUBBLICA 39SABATO 25OTTOBRE 2003

    DIARIOdi

    omani per ilmondo islamicocomincer ilRamadan, chein arabo

    significa nono mese delcalendario lunare musulmanoe ricorda la discesa del Coranodal cielo. Per circa un mese ifedeli osserveranno dallalbaal tramonto lastinenza dalcibo. Nel reportage di

    copertina uno scrittore guardae racconta con occhiooccidentale quello che accadein una delle grandi metropolidel mondo islamico. Ma ilracconto anche loccasione

    per allargare lo sguardo allealtre religioni monoteiste: alloro modo di rapportarsi,attraverso precetti e divieti, alcibo e al digiuno.

    D

    NELLE religioni monoteiste ildigiuno una virt, anzi les-senza della virt, se vero

    che la virt consiste nella pratica dellastinenza dal-la soddisfazione immediata dei bisogni e dei desideri.Questa pratica, che dilaziona la soddisfazione di un bi-sogno primario, ritualmente reiterata, crea le condizionidel governo di s. Oggi il digiuno non pi una virt, per-ch in Occidente stato desacralizzato e ridotto a die-ta, che non serve a governare se stessi, ma a soddisfarequellideale dellio che vuole corpi alla moda, il cui de-calogo non meno vincolante di quelli che un tempo era-no i comandamenti di Dio. La moda, infatti, innesca pra-tiche ossessive e compulsive ignote ai mistici che puredigiunavano, ma solo per nuotare in un mare di sensua-lit, dove la carne parlava il suo linguaggio abituale, malo indirizzava a Dio. Fuori dai paesi sviluppati, il digiunonon una virt perch una necessit. Se noi dovessi-mo scoprire il nesso tra la nostra opulenza e il digiunocoatto di chi non mangia perch non ha da mangiare equindi muore, allora saremmo investiti da quellache Jaspers, dopo lesperienza nazista, chiamavala colpa metafisica che non questa o quella col-

    pa, ma la colpa di essere noi ancora vivi.

    UMBERTO GALIMBERTI

    DIGIUNO.

    (segue dalla prima pagina)

    Fischi. Slogan islamici. Rama-dan prezioso, Allah lo dipi. Ramadan comincia do-

    mani. LIraq occupato, la Siria mi-nacciata, la Palestina accerchiata,lEgitto in crisi economica. la fe-sta del loro scontento, ma tutti fin-gono gioia. Cambianole latitudini e le reli-gioni, resta leffettodella trasformazionedelle ricorrenze in oc-casioni di forzata alle-gria, due manciate dicerone sulla disperazione, linter-ruttore del consumismo che vienepremuto e, se non ci sono soldi,provoca corti circuiti. Visto e vissu-to da un occidentale laico in tra-sferta, Ramadan un fuso orario,uno stressato Natale lungo un me-se, una circostanza densa di signi-ficati sinceri e altrettanta propa-ganda. Per decifrare gli uni e laltrabisogna raccontarne una comune

    giornata.Poich il tempo assume una per-fetta circolarit linizio e la finecoincidono, lultimo momentopu essere considera-to il primo. Accadenella fase precedentelalba, in cui vieneconsumato il pastoprima della luce, cheporta con s lobbligodel digiuno. Le fami-glie si ritrovano, rac-colte e unite, quasiuna litografia. I mariti tornano a ca-sa dai caff aperti tutta la notte, i fi-gli vengono tirati con premura gidal letto. E le donne? Le donne han-no vegliato in cucina, davanti ai for-nelli, preparando i cibi speciali diuna festa che non mai loro. Ra-madan per loro vuole dire lavoronotturno, colazioni extra, capaci difrenare la fame durante il giorno,tavole da imbandire nelle ore pic-

    cole, piatti da lavare allaurora,stanze da ripulire allalba, spesaspeciale da fare al mattino per il pa-sto del tardo pomeriggio, al tra-monto, a cui parteciperanno anchegli invitati, per cui ci sar molto darigovernare la sera, per poi cucina-re, la notte, e servire in tavola, pri-ma che torni la luce e il cerchio deltempo si chiuda, come una portache le lascia sempre fuori, nella f e-sta ancora pi stanche.

    Con la luce del giorno la vita ri-prende, ma con lentezza esaspera-ta. I negozi hanno aperture ritarda-te, gli uffici e le scuole orario r idot-to. Ci si trova davanti a impiegati ecommessi con espressioni pi sva-gate del solito e, con il passar delleore, sempre pi nervosi. Non ba-stasse la fame, a popoli di fumatorisi aggiunge il divieto del tabacco. Ilrisultato una tensione crescente,

    una febbre che sale nelle citt: au-menta il numero degli incidenti,quello delle liti per futili motivi. Siassiste a risse scatenate dal nulla.O dormo o mi arrabbio mi hadetto un pur religioso commer-ciante E allora quando sento li-ra che bolle, chiudo bottega, mi

    sdraio su un meterasso nel retro easpetto lora del pasto. unattesa lunga, uno stress che

    vibra e ha i suoi studiosi. Muham-mad Shalan, psi-chiatra alluniver-sit di Al Ahzar neparagona gli effettiallassunzione diLsd: Si alterano glistati di coscienza e lepercezioni, ci si sen-te assonnati e confu-si. Teoricamente il

    fedele dovrebbe acquistare unmaggior controllo di s, in realt loperde. un mese sospeso, in cuitutto si pospone, per non farlo ma-lamente. Sono giornate fuori daltempo e dalla regola.

    La regola, quella, ha un grado dirigidit variabile. Al Cairo ci sonoristoranti aperti anche durante ilgiorno e, purch non in pubblico,uno straniero pu bere o fumare. In

    Arabia Saudita un rischio pagabi-le con larresto e successive puni-zioni corporali. Noi infedeli attra-

    versiamo questa stagione comeuna bizzarria, utile per a dimo-strare che la scansione della vita una convenzione a cui dovremmopoter scegliere se sottometterci ono. Cerchiamo, dietro i segni este-riori della gioia, il riflesso interioree quasi mai lo troviamo. Vediamo

    accendersi nei terrazzi e negli an-droni le lampade colorate della fe-sta, ci passiamo accanto e notiamola targhetta: made inChina. Neppure la lo-ro tradizione, sonoriusciti a vendersi traloro. I cinesi sono ar-rivati, hanno presonota, aggiunto lucinerotanti ai manufattisenza vita degli arabi,abbassato i prezzi econquistato il mercato. Una voltaho sollevato lorlo di un tappetinoda preghiera verde in una mo-schea-garage in un villaggio di-sperso al confine con il Sudan e ce-ra scritto made in China, perfino l.Non riescono a vendere, ma nep-pure a comprare. I prezzi salgono,la valuta locale scende, le misureantispeculazione decise dal gover-no restano sulla carta: riso e farinapi 50%, frutta secca alle stelle.

    Gratifiche festive nello stipendio:non previste. Lanno scorso un uo-mo non pot permettersi di com-

    prare i dolcetti che aveva promessoalla moglie e lei gli bruci la cas a.

    Tutti corrono per tornarci, a ca-sa, quando il tramonto si avvicina.Mai prendere un taxi a quellora: hatroppa fretta di scaricarti, vivo omorto. Nelle strade, sotto i cavalca-via, lungo i fiumi, vengono appa-recchiati i tavoli della carit. Di

    tutti i momenti dellafesta, il pi sincero.Sono tavolate lun-ghissime e semplici:assi, cavalletti, pan-che, collane di piatti elucine appese sopra.

    Chiunque pu sedersi e mangiaresenza pagare. Chi non ha famiglian soldi si sente parte di qualcosa.A Natale aumentano i suicidi, du-rante il Ramadan diminuiscono ireati. Vanno ai tavoli della caritanche persone che potrebbero sta-re altrove, anche non religiosi che,tuttavia, digiunano. Dicono: Lofacciamo per capire, un mese al-lanno, che cosa significhi essere

    poveri. Ma una motivazione co-s diffusa da essere sospetta e lasciacomunque il dubbio: poi negli altri

    undici mesi ci si pugirare dallaltra par-te?

    Gli occhi di chi ce-na in casa sono girativerso il televisore. ,anche quella, unatradizione: gli sce-neggiati del Rama-dan, da guardare tut-

    ti insieme, seduti a tavola. Terribilie convenzionali. Santi e fanti, comenella trita fiction italiana. Lannoscorso andavano in onda, tra deci-ne di altri, la vita romanzata dellosceicco buono, MuhammadMetwalli Sharawi e la saga del Ca-valiere senza cavallo che combat-teva, trionfando, contro i sionisti.La pseudo rivincita nellimmagi-nazione, nel battesimo dei datterial mercato, nella favola sullo scher-

    mo che dura un mese e va a finire di-versamente dalla realt. Ma, qual-che volta, anche dal mondo dellafantasia viene un richiamo al pre-sente. Hanno tenuto al Cairo, allavigilia della festa, la seconda confe-renza sul romanzo arabo. Alla finehanno premiato il migliore, azzec-candolo: Sonallah Ibrahim. Lui,che non si era mai fatto vedere, sa-lito sul palco, ha salutato il ministrodella Cultura, ricevuto la busta con100mila lire egiziane (lo stipendiomedio non arriva a 1.000), preso ilmicrofono, detto: Non ho nienteda festeggiare, non avete niente dafesteggiare voi, n tutto il mondoarabo. Siamo sottomessi, non ab-biamo voce, n dignit. Non abbia-mo libert. Poi ha posato la bustasul tavolo, ha spento il microfono,se n andato tra un brivido di ap-plausi. E buon Ramadan a tutti.

    IL MESE di Ramadan il nono del calendarioislamico, sacro per ilfatto che il mese in cuifu rivelato il Corano. Ildigiuno, durante il sa-cro mese di Ramadan,

    atto basilare di culto, obb ligatorioper tutti i musulmani. Il digiuno duradalle prime luci dell'alba fino al tra-monto; in genere va fatto precedereda un pasto leggero poco prima del-l'aurora.

    ISLAM

    LA SOLENNIT ebrai-ca del Kippur si celebrail 10 del mese di Tishri(a cavallo tra settem-bre e ottobre), perchiedere perdono deipeccati contro Dio. Per

    venticinque ore ci si astiene comple-tamente dal mangiare, dal bere e daqualsiasi lavoro o divertimento e ci sidedica solo al raccoglimento e allapreghiera.

    EBRAISMO

    IL DIGIUNO, nella reli-gione cattolica un mo-mento di penitenza chepu essere scelto ab-bastanza liberamentedal singolo fedele, sal-vo per il Mercoled delle

    Ceneri, giorno dinizio della Quaresi-ma, e il Venerd Santo, in cui sono con-sigliati il digiuno e lastinenza dallecarni, cos come nel periodo dellAv-vento.

    CRISTIANESIMO

    Durer circa unmese e la vita di

    milioni di personesi modificher

    Da domani nelmondo musulmano

    comincerlastinenza

    LE RELIGIONI E LASTENSIONE DAL CIBO

    Dallalba al tramonto inizia il rito del RamadanDIGIUNOGABRIELE ROMAGNOLI

    DIGIUNO

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    40 LA REPUBBLICA SABATO 25 OTTOBRE 2003D I A R I O

    IL BIBLISTA GIANFRANCO RAVASI SUL DIGIUNO CRISTIANO

    COMINCIO GESU

    NEL DESERTOSILVIA GIACOMONI

    Del digiuno cristianoparliamo con Gian-franco Ravasi, il bibli-

    sta. Premette che il digiunoesiste in tutte le culture; e tut-te lo intrecciano ai riti religio-si. Restringendoci alla nostratradizione, dallAntico Testa-mento sappiamo per certoche il digiuno nasce comeespressione liturgica, e piprecisamente come una va-riante del sacrificio.

    Il sacrificio cruento. Si uc-cide un animale per esem-pio, un capro e, bruciando-lo, lo si offre a Dio. Anche il di-giuno ha un aspetto sacrifica-le, di offerta: implicita nonnellincenerimento ma nellarinuncia a un cibo. Per questoanche nel Cristianesimo il di-giuno legato alla scansionedel tempo liturgico. Tutti i cri-stiani digiunano nel tempoche precede la Pasqua: duran-te la Quaresima. Gli ortodossihanno mantenuto diverseQuaresime e digiunano anchenel tempo che precede lA-scensione, lAvvento e la festadei santi Pietro e Paolo.

    NellAntico Testamento canche il superamento del pri-mato del sacrificio animale suquello esistenziale, c lideache il digiuno conta pi del sa-crificio fatto nel Tempio. Que-sto aspetto sar esaltato daGes di Nazaret: perch la ri-nuncia a qualcosa di proprioha un valore ulteriore, un va-lore simbolico: rappresenta larinuncia al male.

    Ravasi cita a memoria dal li-bro del profeta Isaia: Questo il digiuno che il Signore vuo-le: sciogliere le catene inique,i legami dal giogo, rimandaregli oppressi, dividere il panecon laffamato, introdurre incasa i senza tetto, vestire chivedi nudo, non distogliere gliocchi da quelli della tua car-ne.

    In una prospettiva cristia-na, dunque, chi digiuna non lofa per dieta, non lo fa per ma-sochismo (come a volte suc-ceder nella storia) ma per do-nazione al prossimo. Questovale anche per i musulmani:ci cui rinunciano durante ilRamadan lo offrono ai poveri.

    Il digiuno un atto di carit,di amore, di apertura allaltro.Per bocca del profeta Osea, ilDio di Israele dice: Miseri-cordia io voglio, non sacrifi-

    ci.Oggi potremmo dire che ildigiuno collega fede e vita, ri-to e esistenza, preghiera e giu-stizia. E la nostra cultura a im-porci luso della congiunzio-ne tra termini che sembranodivaricati; il pensiero simboli-co poteva unificarli e potevadire che tu, quando digiuni,sei carit, sei amore.

    Il digiuno compiuto per de-stinare unofferta al prossimo sicuramente una cosa buo-na. Ma c un altro e pi altoaspetto nel digiuno: il fattoche, digiunando, tu ti educhi aessere sempre caritatevole.

    Questo carattere del digiu-no, riconosciuto come cen-trale dai cristiani, li ha portatia superarne la condizione ri-tuale, a raccomandarlo anche

    fuori dai tempi liturgici. E co-me se si dicesse: tu dovrestisempre digiunare per poteressere sempre un segno diamore.

    Questa dimensione oriz-zontale del digiuno ci viene

    direttamentedalla Bibbia,ma i Padri deldeserto nehanno indivi-duata ancheuna verticale.Ravasi cita am e m o r i aabb Eulogio:Esercitati arestringere iltuo ventre.Come un otredisteso diven-ta pi sottile,cos il ventrese riceve mol-to cibo. Ma sene riceve pocosi riduce, esigepoco, lasciaspazio allani-ma. Insom-ma il ventregonfio schiac-cia lanima.Ed chiaroche per Eulo-gio il cibo simbolo dellecose, del pos-sesso che tie-ne lontani daDio. La sotto-lineatura an-

    ti-idolatrica, e vale anche per

    loggi.Ravasi ricorda una sera, a

    Firenze, che passeggiava conMario Luzi. Nelle case comin-ciavano ad accendersi le luci eil poeta disse: Ora in ognistanza si accende il riquadroazzurrino, e gli stanno tuttidavanti con le mani alzate: insegno di resa o di adorazio-ne?.

    Digiunare significa, moltosemplicemente, fare a menodi qualcosa. Il digiuno cristia-no non nega la bont del cibo.Ges era accusato di essereun mangione e un beone, ciha lasciato la sua presenza nelpane e nel vino. Ma una cosa lamore per il cibo, e unaltra la moderna parabola raccon-tata da Marco Ferreri nel suofilm sulla grande abbuffata:con la degenerazione dellapersona che ingurgita fino ascoppiare.

    Il paradosso del digiuno cri-stiano sta in questo: che neiVangeli Ges nega il valore deldigiuno, e che la tradizione lopratica rifacendosi a lui. Il pa-radosso si pu sciogliere rileg-gendo i testi, notando che Ge-s non contrario al digiunoin s, ma al modo in cui moltilo praticano, si preoccupa cheil digiuno stesso sia un idolo.

    Essendo uno che ama man-giare, Ges presenta lanimadel digiuno con la donazionedi s, con lamore per il prossi-mo, con la lotta contro lidola-tria in tutte le sue forme. Il chenon ha impedito al digiuno,nella storia del cristianesimo,di essere anche espressione di

    un masochismo spiritualeche ne negava la verit.

    PANE E VINOUn sacerdotecattolicocelebra lamessa

    ,,

    IL RITO

    Un atto del genereancora oggi collegafede e vita, ritualit edesistenza, preghiera egiustizia. Con esso ci sieduca alla carit

    IL CORANO

    Mese di ramadan!Chiunque fra voi presente al termine dellaluna nuova, digiuni. Ilmalato e il viaggiatoresuppliranno con ugualnumero di giornitralasciati. Il Dioauspica per voi felicit enon tristezza

    Mondadori(ult.ed 1984)

    IL VANGELO

    Ges non mangi nullain quei giorni, maquando furono terminatiebbe fame. Allora ildiavolo gli disse: Se tusei Figlio di Dio, di aquesta pietra che diventipane. Ges gli rispose:Sta scritto: Non di solopane vivr luomo.

    SecondoLuca

    I PUNTI IN COMUNE TRA LASCESI MISTICA E IL RIFIUTO NEVROTICO DEL CIBO

    SANTE ANORESSICHE

    NEL MEDIOEVO E OGGI

    L

    a noncuranza del moderno Occidenteper i valori religiosi della tradizione

    eclissa il significato spirituale del cibo.Con la sola eventuale eccezione delle prati-che dellOrtodossia Giudaica, gli europei e iloro discendenti nordamericani consideranoil cibo nientaltro che cibo. In America le pan-che delle chieste pentecostali straboccano dipersone obese, e le rinunce quaresimali deicattolici osservanti solitamente si limitano apoco pi del rifiuto di unoccasionale cara-mella. Al contrario, i popoli islamici attendo-no con impazienza le ricompense spirituali elaccresciuto spirito comunitario che deriva-no loro da un digiuno rigoroso e protratto.

    La sensazione di potere che si acquisiscecol digiuno il dominio sulle necessit cor-porali, la trascendenza verso pi profondistati di comunicazione mistica un tempoera il pilastro della religiosit cristiana, pro-prio come oggi lo del mondo islamico. Il pre-supposto cristiano del digiuno deliberato ,ovviamente, la tentazione patita da Ges per

    quaranta giorni nel deserto, ma a partire dalXIII secolo questa forma di mortificazione

    personale diventata pratica esclusiva delledonne. Il potere, materiale e spirituale, con-quistato da Santa Caterina da Siena esem-plare. Quando il suo primo confessore vennea sapere del suo digiuno estremo, impose al-la giovane adolescente di alimentarsi almenouna volta al giorno. Lei lo fece, per mera ob-bedienza, ma ci nonostante divenne sem-pre pi debole, costantemente spossata epredisposta alle malattie, quasi al punto damorirne. Di fronte a ci Padre Tommaso lau-torizz a fare di testa sua, invitandola a segui-re i precetti del Santo Spirito in qualsivogliamodo essi nutrissero il suo corpo e il suo spi-rito. Allet di trentatr anni, seguendo Cristonella sua fine terrena, Santa Caterina aggiun-se al suo digiuno estremo anche lastensionevolontaria dallassumere acqua per circa unmese. Quella disidratazione auto-impostaebbe i suoi effetti ed ella mor poco dopo, nonsenza patire enormemente per i demoni che

    RUDOLPH M. BELL

    I LIBRI

    P.BRANCA

    Vocidellislammoderno.Il pensieroarabo-musulmanofrarinnovamentoe tradizione,Marietti 1991

    GIORGIO

    VERCELLIN

    Le istituzionidel mondomusulmanoEinaudi, 2002ultima ed.

    MAURIZIO

    MUSOLINO

    Guida allareligioneislamica,Datanews1999

    RUDOLPH M.

    BELL

    La santaanoressia.Digiuno emisticismodal Medioevoa oggi,Laterza 1987

    ADELE

    SCARNERA

    Il digiunocristiano dalleorigini al IVsecolo,EdizioniLiturgiche1990

    CAROLINE

    WALKER

    BYNUM

    Sacroconviviosacrodigiuno. Ilsignificatoreligioso delcibo per ledonne nelMedioevo(1987),Feltrinelli2001

    O. RAIMBAULTC. ELIACHEFF

    Le indomabili.Figure dellanoressia:Simon Weil,limperatriceSissi,Caterina daSiena, ed.Leonardo1988

    MOSE NEL DESERTO

    Mos rimane sul monte Sinai per quaranta

    giorni e quaranta notti. Non mangia pane,n beve acqua e scrive sopra le Tavole leparole del patto, le Dieci Parole

    GESU NEL DESERTO

    Ges si prepara alla vita pubblica con un

    digiuno di 40 giorni . Nel deserto Ges nonmangia nulla (Luca 4,2) e messo di fronteal Padre suo e alla Tentazione

    MAOMETTO

    Mercante e guerriero, al ritorno da ogni

    viaggio si ritira a meditare e a digiunare.Durante un digiuno, lArcangelo Gabriele glirivela il suo destino profetico

    LE TAPPE

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    LA REPUBBLICA 41SABATO 25 OTTOBRE 2003 D I A R I O

    UNA PRATICA CHE NON SI ESAURISCE COL GIORNO DEL KIPPUR

    PER GLI EBREISIGNIFICA UNIT

    DAVID BIDUSSA

    Nel calendario civicoebraico la pratica del di-giuno ha una funzione

    identitaria e non di convinzio-ne; presenta un carattere pre-valentemente civile e non teo-logico; si esplica attraverso unamodalit collettiva e non indi-viduale.

    Isaac Deutscher, nellunicotesto in cui racconta e descrivela propria infanzia e la propriaadolescenza di ebreo ortodos-so, (Lebreo non ebreo, Mon-dadori 1969) ricorda come unodei suoi maestri di riferimento,ormai totalmente miscredente,lo avesse invitato il giorno diKippur al cimitero, a mangiareun panino, imbottito di burro eprosciutto, mentre il resto dellacomunit si trovava nella sina-goga a osservare il digiuno diespiazione.

    In questa scena ciascun par-ticolare rappresenta la rotturadelle regole.

    Durante Kippur, infatti, nonsi pu andare al cimitero, non sipu mangiare, nella alimenta-zione ebraica il prosciutto proibito ed vietata la commi-stione di prodotti di latte con

    prodotti di carne.Deutscher allora ungiovane ortodosso

    grande speranza e or-goglio della sua co-munit come intel-lettuale e talmudi-sta - accetta la sfi-da, pensando cheavvertir un segno,che il mondo intor-

    no a lui croller, chelira divina si manife-

    ster in una certa forma. Ma,scrive Deutscher, non accaddeniente e allora io mi sentii solo.Liberato e svincolato, ma solo.

    Non detto che questa scenasia avvenuta per davvero, maessa racchiude tutto lo scenarioculturale e inti-mo del vivereebraico collet-tivo. Pi preci-samente inquesta paginade Lebreonon ebreoforse risiedetutto il caratte-re complessivoe articolato diche cosa sia undigiuno in am-bito ebraico.

    Un digiuno quel momentoin cui si produ-ce unit di ungruppo. Daquesto puntodi vista il valoredel digiuno piche risiederenella sua fina-lit di convin-zione, sta nellasua ritualit. Equesta non haun valore tec-nico, non ri-guarda comefare ci che vafatto, ma haun valore se-mantico, ovve-ro il fare come indicatore e ri-

    velatore di chi si .Diversamente: il rito non

    solo una prassi. Cos come imembri di un clan si riunisconoperiodicamente non per un fi-ne istituzionale, ma per uno co-stituzionale, cio per riafferma-re la loro identit, cos fare fe stao radunarsi assumendo le me-desime pratiche, consumareinsieme cibo o astenersi insie-me dal cibo, non apparterrebbealla sfera della religione, ma aquella della sociologia del grup-po. A lungo andare i gesti comu-ni definiscono lappartenenzae questa definisce lidentit.

    In questo senso il digiuno inambito ebraico come la me-moria: si definisce non per unfatto - perch avviene qualcosa-, ma per un atto ovvero per-ch si fa qualcosa.

    Ma questo atto riconoscibi-le dentro uno scadenziario che essenzialmente definito in-torno a eventi pubblici.

    Il digiuno nel calendarioebraico, eccetto il caso di Kip-pur, non ha un fondamentoteologico, ha invece un fonda-mento civile. Ovvero: riguardaeventi, episodi della storia enon tappe di un processo diconvinzione o di adesione a unaconvinzione.

    Si digiuna per ricordare la ca-duta di Gerusalemme; si digiu-na la vigilia della Pasqua ebrai-ca perch la propria libert haavuto un prezzo nella vita deiprimogeniti egiziani; si digiunail giorno della deportazione daGerusalemme ad opera dei ba-bilonesi, si digiuna il giorno pri-ma della festa di Purim. Al cen-

    tro di tutti questi atti non stauna mortificazione del corpo,ma la scelta di segnare mate-rialmente col corpo un mo-mento riflessivo. Ovvero di por-re dei segnalibri che idealmen-te richiamino il senso della pro-pria storia, del proprio essercinella storia e non malgrado lastoria.

    Si digiuna per ricordare que-gli eventi e il digiuno il segnodella loro storicit..

    Ma proprio perch momentoin cui ci che prevale la storiacollettiva, le tappe o gli eventiproblematici in una parola lesvolte della propria storia chehanno segnato nel tempo lapropria identit e costituito lestazioni di posta della propriamemoria sociale, il digiuno nonpu essere un atto di solitudinein cui prevale listanza del pri-vato.

    Nel digiuno ebraico si man-gia insieme prima del digiuno,si trascorre insieme il tempo deldigiuno e, soprattutto, si con-suma insieme il pasto dopo ildigiuno. Letteralmente, comesi dice in ebraico: si rompe in-sieme il digiuno.

    Digiunare infatti include nonsolo un atto condiviso, ma an-che tempo comunitario e, infi-ne, un luogo di socializzazione.Il digiuno costituisce unocca-sione in cui si produce control-lo comunitario, in cui si radunala famiglia allargata e da cui sot-trarsi implica fuoriuscire, nonesserci, andare via. In altre pa-role il digiuno costituisce il se-gno pi profondo dellapparte-nenza. Astenervisi, in una paro-la, implica dimettersi dalla pro-pria identit.

    GERUSALEMMEUn ebreo

    ortodosso

    davanti al

    Muro del

    Pianto

    ,,

    LA STORIA

    Si digiuna perricordare la caduta diGerusalemme, allavigilia della Pasquaebraica, per il giornodella deportazione

    LA BIBBIA

    Per attaccar lite e contesa,voi digiunate, e per colpirecol pugno il povero; voinon digiunate oggi per farsentire la vostra vocenellalto. E forse questo ildigiuno che Io possaapprezzare, il giorno dellamortificazione che Iopossa gradire?

    Libro di

    Isaia

    I VANGELI APOCRIFI

    Gioacchino disse tra s:Non discender di quin per mangiare n per

    bere fino a quando nonmi visiti il Signore Diomio: mio cibo sar lamia preghiera, mia

    bevanda le mie lacrime.E si ricord del patriarcaAbramo

    Da Linfanzia del

    salvatore

    la tormentavano, sostenendo che ella avessecommesso suicido per eccesso di orgoglio.

    Santa Caterina fu una delle prime donne adostentare ci che io ho denominato santaanoressia, per ricordarci che le manifesta-zioni di digiuno estremo possono essere mol-to pi complesse di quanto le descrizione cli-niche dellanoressia nevrotica implichino. Inrealt, il digiuno stesso vittima della secola -rizzazione e dello smodato ricorso alle curemediche, specialmente in Occidente. Lap-proccio scientifico tenta di confutare il signi-ficato spirituale di privazione dal cibo dia-gnosticando uno stato di malattia laddove dalpunto di vista religiosa il presunto paziente

    sta invece vivendo una liberazione persona-le, ununione mistica col sovrannaturale. Co-

    me giudicherebbero i medici contemporaneiuna Teresa di Avila dei nostri giorni, che sispinse un ramo dulivo nellesofago per in-dursi il vomito prima di ricevere la comunio-ne? Le cinque autobiografie di Veronica Giu-liani, nelle quali ella racconta come leccasseil pavimento e mangiasse i ragni e i ve rmi, co-stituiscono un caso clinico o simili gesti di au-to-mortificazione sono piuttosto da conside-rarsi esempi di trionfo della mente sul corpo?Il rifiuto di Gemma Galgani di sottostare al-lordine del suo confessore che le imponevadi nutrirsi, deve essere considerato un tenta-tivo di liberarsi di lui e delle sue puerili ve lleitdi intromettersi nella sua relazione amorosacon Ges?

    Se ascoltiamo con attenzione, lesortazio-ne delle sante medievali a raggiungere lesta-si mistica riecheggia nei secoli fino ai nostrigiorni.

    Traduzione di Anna Bissanti

    I LIBRI

    AL-BUKHARI

    Detti e fatti delprofetadellIslam, (acura diV.Vacca, S.Noja e M.Vallaro) Utet2003

    ALESSANDRO

    NANGERONI

    Dizionario delcorano, Xeniaedizioni 2001

    HILDE BRUCH

    Anoressia.Casi clinici,RaffaelloCortinaeditore1989 eLa gabbiadoro.Lenigmadellanoressiamentale,Feltrinelli1983

    RICHARD A.

    GORDON

    Anoressia ebulimia.Anatomia diunepidemiasociale,RaffaelloCortina

    Editore1991

    RAFFAELLO

    UBOLDI

    Caterina daSiena. Lagrande santa,Camunia1995

    INES

    TESTONI

    Il diocannibaleUtet2001

    MARA

    SELVINI

    PALAZZOLI

    Lanoressiamentale(1963),Feltrinelli

    1991

    M. MAC

    SWEEN

    Corpianoressici,Feltrinelli 1999

    PIERETTE

    LAVANCHY

    Il corpo infame,Rizzoli1994

    SANTA CATERINA DA SIENA

    Pratica abitualmente il digiuno come

    purificazione del corpo e mezzo di unione aDio. La sua volont ascetica la spinge a nonmangiare e non dormire per giorni

    GANDHI

    Con il Mahatma il digiuno diventa politico.

    Digiunare disobbedienza civile persostenere la lotta non violenta perlindipendenza dellIndia.

    IL PAPA

    Una giornata di preghiera e di digiuno per la

    pace, il 5 marzo scorso. Il digiuno lapenitenza per lodio e la violenza cheinquinano i rapporti umani

    Santa Teresa DAvila

    ,,

    MISTICISMO

    Le grandi mistiche, come Caterinada Siena, attraverso il digiunoacquisivano potere spirituale, oggifinirebbero in una clinica

    I CONTRIBUTIMonsignor Gianfranco Ravasi,insigne biblista, prefetto della

    Biblioteca-Pinacotecadi Milano. David Bidussa

    storico e studiosodella cultura ebraica.

    Rudolph M. Bell, storico,

    autore de La santa anoressia

  • 8/3/2019 2003-10-25 Ramadan

    4/4

    ALVOHXEBbahaajA9 770390 107009

    31025

    CRDFDODGDJSEDE: 00185 ROMA, Piazza Indipendenza 11/b, tel. 06/49821, Fax06/49822923. Spedizione abbonamento postale, articolo 2, comma 20/b,legge 662/96 - Roma.

    PREZZI DI VENDITA ALLESTERO: Austria 1,85; Belgio1,85; Canada $ 1;Danimarca Kr. 15; Egitto Pt. 700; Finlandia2,00; Francia 1,85; Germania 1,85; Grecia 1,60; Irlanda2,00; Lussemburgo 1,85; Malta Cents 50;Monaco P.1,85; Norvegia Kr. 16; Olanda 1,85; Portogallo 1,20 (Isole

    1,40); Regno Unito Lst. 1,30; Rep. Ceca Kc 56; Slovenia Sit. 280; Spagna 1,20 (Canarie1,40); Svezia Kr. 15; Svizzera Fr. 2,80; Svizzera Tic. Fr. 2,5(con il Venerd Fr. 2,80); Ungheria Ft. 300; U.S.A $ 1. Concessionariadi pubblicit: A. MANZONI & C. Milano - via Nervesa 21, tel. 02/574941

    Fondatore Eugenio Scalfari Direttore Ezio Mauro

    Anno 28 - Numero 252 1,20 in Italia (con il 3 cd Larte della bossa nova8,10) sabato 25 ottobre 2003

    IINTERNETwww.repubblica.it A B

    Mobilitati centinaia di agenti. Il ministro: potrebbero avere ucciso anche Biagi. Linchiesta partita dal materiale sequestrato a Nadia Lioce

    Catturati i killer di DAntonaSette fermati, decine di perquisizioni. Pisanu: un duro colpo alle nuove Br

    Cinzia Banelli dopo il fermo DA PAGINA 2 A PAGINA 9

    LA MALAPIANTAHA PI RADICI

    GIUSEPPE DAVANZO

    IL POLIZIOTTO, vecchia vol-pe, non si entusiasma. sod-disfatto, ed giusto che lo sia.

    Loperazione nella notte, i settefermati, il lavoro certosino din-dagine, fonti di prova di buo-na tenuta processuale gli fannotirare un sospiro di sollievo per-ch ne convinto un nu-cleo, forse il nucleo centrale,delle Brigate Rosse per il parti-to comunista combattente ora inoffensivo. I fatti gli dannoragione e sono in numero suffi-ciente per mostrarsi soddisfattodel lavoro investigativo. Tra lasoddisfazione e lentusiasmoche vede in giro, dice il poliziot-to, c una differenza non tra-scurabile. E allora la vecchia vol-pe scarica la domanda che do-vrebbe invitare tutti, anche isuoi, a una maggiore prudenza,a un entusiasmo pi sorveglia-to. La domanda : dov la pisto-la che ha ucciso Massimo DAn-tona e Marco Biagi?

    Nella notte tra gioved e ve-nerd, e per tutta la giornata diieri, ci sono state decine e deci-ne di perquisizioni e quasi quat-trocento uomini al lavoro. La pi-stola non saltata fuori. Non un buon segno. Certo, pu esse-re nascosta da qualche partesotto un metro di terra, ma puessere anche nelle mani o nelladisponibilit di altri brigatisti,altri irregolari non sfioratidallinchiesta. questo ora iltormento di chi indaga: quantialtri combattenti delle BrigateRosse sono in circolazione? Im-porta poco al poliziotto che sia-no pochi e male in arnese e al-quanto scompaginati. Preferi-sce i fatti e il fatto che lo rende-

    rebbe davvero entusiasta rac-chiuso nella convinzione che ibrigatisti, tutti i brigatisti, sianoresi incapaci di muoversi, agire,colpire ancora. Magari conquella stessa arma che ha uccisoi professori DAntona e Biagi.Non ci vuole poi molto a colpireun uomo indifeso, si pu essereanche in pochi e male organiz-zati per farlo.

    Questa convinzione, il poli-ziotto, ancora non se la sente dicomunicarla.

    SEGUE A PAGINA 17

    Aveva cinque anni

    ai tempi di MoroGIORGIO BOCCA

    ISETTE presunti brigatistifermati per gli attentati aiprofessori di diritto del lavo-

    ro DAntona e Biagi avevano lostesso obiettivo di quelli che se-questrarono e assassinaronoMoro nel 78: la costruzione delpartito comunista combatten-te, quanto a dire del partito ri-voluzionario. scritto nellattodaccusa: volevano come Mo-retti, come Bonisoli, come Mo-rucci, passare dal terrorismoagitatorio e propagandistico al-la fase prerivoluzionaria. Dallamorte di Aldo Moro che vide ilfallimento di quel progetto so-no passati 25 anni, pi di quan-to siano durati regimi come il fa-scista e il nazista che parveroeterni (i fermati Proietti e Costaerano bambini di 5 e 8 anni) main condizioni mutate al puntoda sembrare imparagonabili.

    SEGUE A PAGINA 17

    IL CASOLa ricostruzione dellinchiesta

    In due palmarila chiave per arrivare

    al gruppo brigatistaCLAUDIA FUSANI A PAGINA 4

    I cinque mesi prima dellagguato

    Decine di telefonatecos il professorefin in trappola

    CARLO BONINI A PAGINA 7

    La vedova del giuslavorista

    La coincidenzasimbolica

    con lo scioperoBARBARA JERKOV A PAGINA 9

    DIARIO

    Manifestazioni in cento citt, guerra di cifre con Confindustria. Maroni: torniamo a dialogare. Allarme di Ciampi per il deficit

    I sindacati: si sono fermati in dieci milioniUnite Cgil Cisl e Uil contro pensioni e Finanziaria.Continueremo la protesta

    Ma il presidente Peravuole approfondire ancora

    Mandato UeFini a Bossi: un impegnocon lEuropa

    GIOVANNA CASADIO

    A PAGINA 14Una delle manifestazioni per lo sciopero generale ALLE PAGINE 10, 11, 12 e 13

    MA NON BASTA DIRE NOGIULIO ANSELMI

    LO SCIOPERO generale si svolto, col consuetospiegamento di bandiere e cortei. E con grandepartecipazione di folla 200mila a Milano,

    150mila a Roma, 70mila a Bologna, Torino e Genova,secondo le organizzazioni sindacali anche se nonmanca la consueta guerra sulle cifre. Siano stati 10 mi-lioni quelli che si sono astenuti dal lavoro e un milionee mezzo coloro che sono scesi in piazza, come diconoi sindacati, o siano stati un po meno, la massiccia par-tecipazione ha fornito tre riprove. 1) Lo Stato sociale,di cui in Italia le pensioni rappresentano gran parte,non si pu riformare solo dallalto, magari usando ilfondatissimo argomento dei conti pubblici disastrati.

    SEGUE A PAGINA 29

    Comincia il Ramadan: dallalba al tramonto il rito musulmano dellastensione dal cibo

    Il digiuno nel nome di DioGABRIELE ROMAGNOLIC

    OME fosse un momento cru-ciale, la rivalsa che arriva al-lappuntamento con la sto-

    ria, il rasdel mercato dei datteri alCairo annuncia che questanno aifrutti migliori stato assegnato ilnome di, pausa, Chirac! Ovazione.

    Alla seconda scelta: Arafat. Ap-plausi. A quelli striminziti, la polpauna goccia, il prezzo un ventesimo,per il terzo anno consecutivo toccaesser chiamati Bush o Sharon.

    SEGUE A PAGINA 35BELL, BIDUSSA

    GALIMBERTI e GIACOMONIALLE PAGINE 35, 36 e 37

    Bari, presi i veri colpevoli

    In prigionedal 92erano

    innocentiGABRIELLA DE MATTEIS

    A PAGINA 24

    CON REPUBBLICA

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    Lancette indietro di 60 minuti

    Stanotte tornalora solare