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CANNA DA ZUCCHERO (Saccharum officinarum L., fam. Graminaceae o Poaceae, tribù Andropogoneae) canna (fusto) BARBABIETOLA DA ZUCCHERO (Beta vulgaris L. var. saccharifera, fam. Chenopodiaceae) radice 2. SACCARIFERE: da zucchero (1.912.068.064 t) Appunti di Lezione 2015/2016 Fiorino P. Marone E., 20015/2016

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CANNA DA ZUCCHERO (Saccharum officinarum L., fam.

Graminaceae o Poaceae, tribù Andropogoneae) canna (fusto)

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO (Beta vulgaris L. var.

saccharifera, fam. Chenopodiaceae) radice

2. SACCARIFERE: da zucchero

(1.912.068.064 t)

Appunti di Lezione 2015/2016 Fiorino P. Marone E., 20015/2016

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CLASSE: Monocotyledones

ORDINE: Glumiflorae

FAMIGLIA: Graminaceae o

Poaceae

TRIBU’: Andropogoneae

GENERE E SPECIE: Saccharum

officinarum L.

CANNA DA ZUCCHERO

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PRODUZIONI DI CANNA DA ZUCCHERO (t) NEI PRINCIPALI PAESI PRODUTTORI

(FAOSTAT, 2009): 1.682.577.768 t

Brazil 46.74%

India 19.84%

China 8.09%

Thailand 4.65%

Pakistan 3.48%

Mexico 3.45%

Colombia 2.68% Australia

2.19%

Argentina 2.09%

United States of America

1.91%

Indonesia 1.84%

Philippines 1.60%

South Africa 1.43%

Appunti di Lezione 2015/2016

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PRODUZIONI DI CANNA DA ZUCCHERO (%)

NEI PRINCIPALI PAESI PRODUTTORI

Pakistan

3,5%

Brasile

47%

India

20%

Messico

3,4%

Tailandia

5%

Cina

8%

Colombia

2,7%

Australia

2,2%

Argentina

2%

USA

1,9%

Indonesia

1,8%

Filippine

1,6%

Sud Africa

1,4%

ZONA

DI ORIGINE

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26 Kenya 5.610.700

27 Bangladesh 5.232.650

28 Swaziland 5.000.000

29 Paraguay 4.800.000

30 Dominican Republic 4.716.170

31 Nicaragua 4.690.390

32 Mauritius 4.669.420

33 Costa Rica 4.100.000

34 Zimbabwe 3.100.000

35 Iran (Islamic Republic of) 3.034.940

36 Guyana 2.766.000

37 Madagascar 2.600.000

38 Malawi 2.500.000

39 Zambia 2.500.000

40 Mozambique 2.451.170

41 United Republic of Tanzania 2.370.000

42 Nepal 2.354.410

43 Uganda 2.350.000

44 Ethiopia 2.300.000

45 Fiji 2.089.000

46 Jamaica 1.968.000

47 Panama 1.913.850

48 Réunion 1.907.640

49 Côte d'Ivoire 1.630.000

50 Democratic Republic of the Congo 1.550.000

CANNA

DA ZUCCHERO

1 Brazil 671.395.000

2 India 285.029.000

3 China 116.251.272

4 Thailand 66.816.400

5 Pakistan 50.045.400

6 Mexico 49.492.700

7 Colombia 38.500.000

8 Australia 31.456.900

9 Argentina 29.950.000

10 United States of America 27.456.000

11 Indonesia 26.500.000

12 Philippines 22.932.800

13 South Africa 20.500.000

14 Guatemala 18.391.700

15 Egypt 17.000.000

16 Viet Nam 15.246.400

17 Cuba 14.900.000

18 Peru 10.100.100

19 Venezuela (Bolivarian Republic of) 9.500.000

20 Myanmar 8.500.000

21 Ecuador 8.473.140

22 Sudan 7.526.700

23 Bolivia (Plurinational State of) 7.437.700

24 Honduras 6.203.140

25 El Salvador 5.736.060 Appunti di Lezione 2015/2016

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78 Ghana 145.000

79 Burundi 132.769

80 Suriname 120.000

81 Saint Kitts and Nevis 110.000

82 Central African Republic 95.000

83 Afghanistan 70.000

84 Sierra Leone 70.000

85 Rwanda 63.000

86 Bahamas 57.500

87 Benin 40.920

88 Cape Verde 28.500

89 Saint Vincent and the Grenadines 22.000

90 Bhutan 13.300

91 Grenada 7.200

92 Iraq 6.276

93 Guinea-Bissau 6.000

94 Portugal 5.100

95 Dominica 4.800

96 French Guiana 4.000

97 French Polynesia 3.000

98 Oman 1.150

99 Spain 500

100 Djibouti 52

101 American Samoa 28

102 Wallis and Futuna Islands 20

103 Samoa 12

51 Japan 1.515.000

52 Cameroon 1.450.000

53 Nigeria 1.412.070

54 Haiti 1.110.000

55 Sri Lanka 919.530

56 Belize 917.728

57 Morocco 912.600

58 Senegal 836.000

59 Trinidad and Tobago 810.000

60 Guadeloupe 700.000

61 Malaysia 700.000

62 Congo 600.000

63 Burkina Faso 455.000

64 Lao People's Democratic Republic 433.500

65 Chad 390.000

66 Uruguay 387.309

67 Mali 377.000

68 Angola 360.000

69 Cambodia 350.000

70 Barbados 320.000

71 Papua New Guinea 320.000

72 Guinea 283.000

73 Liberia 265.000

74 Gabon 240.000

75 Somalia 215.000

76 Niger 211.864

77 Martinique 210.000

CANNA

DA ZUCCHERO

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La canna da zucchero attualmente coltivata è il risultato di

una serie di incroci.

La canna “nobile” originaria S. officinarum L., proveniente

dalla Melanesia, particolarmente ricca di succo zuccherino, è

stata infatti incrociata con la vecchia specie indocinese S.

sinense per ottenere una maggiore resistenza ai fattori

ambientali, e con le due specie selvatiche S. spontaneum L.

e S. robustum Brandis et Jeswiet ex Grassl) per migliorare la

resistenza alle avversità.

SACCARIFERE: canna da zucchero

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La canna da zucchero è una delle più efficienti specie

vegetali coltivate nell’utilizzazione delle risorse (acqua, luce,

CO2, elementi minerali nutritivi).

La sua coltivazione si estende da 31° di latitudine Sud a 35°

di latitudine Nord, occupando l’intera fascia

tropicale/equatoriale, nelle zone ad alta piovosità (1.500-

1.800 mm/anno).

Le esigenze idriche nei terreni in clima asciutto superano i

2.500 m3/anno.

La temperatura ottimale di crescita oscilla tra i 25 ed i 28 °C

(media), ed è sensibile alle basse temperature: la

temperatura “soglia” di 13 °C determina un arresto della

crescita, e temperature inferiori ai 5 °C determinano danni

alla parte aerea.

Ecofisiologia

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Nelle zone di produzione (tropicali/equatoriali) caratterizzate

da piogge periodiche, per esempio piogge “estive” o piogge

“invernali”, l’epoca di impianto deve essere determinata in

base al ciclo pluviale; ordinariamente l’impianto si effettua

all’inizio della stagione delle piogge, ed il primo raccolto, che

avviene dopo circa 9 mesi, si avvantaggia dei due, tre mesi

della stagione secca. Il successivo raccolto viene ottenuto dai

“ricacci” della parte basale delle canne tagliate, e le canne

arrivano a maturità commerciale dopo pochi mesi (5-6) per il

successivo taglio.

Ecofisiologia

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Nelle zone a pioggia continua (equatoriali), il numero di tagli

annui è determinato solo dalla quantità di crescita realizzata

dai singoli fusti a temperature elevate e costanti ed in

presenza di adeguata fertilizzazione, potendo arrivare ad 8

tagli in un’annata.

Ecofisiologia

Appunti di Lezione 2015/2016

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Nelle zone migliori, in relazione alle esigenze della specie, possono

essere effettuati due o più tagli per anno, ma le piantagioni, pur

essendo “perenni” debbono periodicamente essere rinnovate; infatti i

tagli successivi determinano l’insorgenza di molti nuovi germogli alla

base della pianta originaria, numerosi ma di piccole dimensioni e poveri

di zucchero nella canna, che è la parte commercialmente utilizzata per

l’estrazione del saccarosio, con scadimento della qualità del prodotto.

Questo determina la necessità di un rinnovo della piantagione che,

ordinariamente, avviene ogni 2 o pochi più anni.

L’adattabilità ai diversi tipi di terreni è buona, l’apparato radicale è

superficiale e può “arricchirsi” ospitando diversi tipi di micorrize e di

batteri azotofissatori.

Ecofisiologia

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E’ una specie che induce a “giorno corto”, per cui nelle

piantagioni effettuate nelle zone subtropicali a latitudini

relativamente alte (Nord Africa e fascia sud dell’Europa) i

germogli che entrano nell’inverno vengono indotti a fiorire e,

nella primavera successiva, alla ripresa della crescita

“spigano” rendendo inutilizzabile (canna povera di zucchero

avendo il seme utilizzato le riserve per accrescersi) il

potenziale raccolto. Per questo motivo, nelle fasce

subtropicali le piantagioni debbono essere rinnovate ogni

anno, e questo ha reso antieconomica la coltivazione,

facendo sì che la coltura sia di fatto abbandonata.

Ecofisiologia

Appunti di Lezione 2015/2016

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La moltiplicazione delle piante avviene per talea; per ottenere

una singola talea si utilizza un nodo della canna “madre”

(figura), effettuando due tagli rasi in prossimità del nodo.

La talea viene posta orizzontalmente sotto 2-3 cm di terreno,

con la gemma rivolta verso l’alto.

L’emissione di radici è pressoché immediata nella zona del

nodo, segue il germogliamento ed anche alla base del nuovo

germoglio vengono emesse numerose radici avventizie.

L’epoca di piantagione dipende dalla stagionalità ambientale:

nelle zone con il clima caratterizzato da piogge periodiche,

l’impianto si opera all’inizio della stagione delle piogge,

prelevando il materiale direttamente dalle piantagioni in atto,

ed utilizzando la parte basale ben “lignificata” delle canne.

E’ raccomandata una disinfezione del materiale di impianto.

Moltiplicazione ed impianto

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Le distanze di piantagione tra le file vanno da 1,0 ad 1,4 m, a

seconda delle tecniche che si intendono utilizzare per le

operazioni di diserbo e di raccolta, e del numero di tagli che

si vuole effettuare nel canneto.

Tradizionalmente, quando le operazioni nel canneto erano

tutte manuali, era necessario lasciare un passaggio per un

uomo tra le canne (circa 1,0 m); nel caso di gestioni

meccaniche, e più tagli, quindi con un rinfittimento della

vegetazione (determinato dall’emissione di più fusti dalla

base di un’unica pianta), è necessario allargare le distanze

tra le file per un più razionale uso della luce, e quindi un

adeguato grado zuccherino all’interno dei fusti.

Moltiplicazione ed impianto

Appunti di Lezione 2015/2016

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Sulla fila, le distanze vanno dai 20 ai 40 cm,

dipendendo dalla lunghezza dei singoli nodi che si

utilizzano.

L’efficienza del sistema è relativamente modesta,

poiché occorre circa 1 ettaro di canna per produrre

materiale di impianto per 6-7 ettari.

Le cure colturali sono modeste, e l’unica operazione

veramente importante è rappresentata dal diserbo,

che deve essere effettuato nei primi mesi di crescita

delle canne; quando queste sono cresciute, la loro

ombra è sufficiente per frenare o non permettere la

crescita delle infestanti.

Moltiplicazione ed impianto

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Le distanze di piantagione tra le file vanno da 1,0 ad 1,4 m, a seconda

delle tecniche che si intende utilizzare per le operazioni di diserbo e di

raccolta, e dal numero di tagli che si vuole effettuare nel canneto.

Sulla fila, le distanze vanno dai 20 ai 40 cm, dipendendo anche dalla

lunghezza dei singoli nodi che si utilizzano.

L’efficienza del sistema è relativamente modesta, poiché occorre circa 1

ettaro di canna per produrre materiale di impianto per 6-7 ettari.

Le cure colturali sono modeste, e l’unica operazione veramente

importante è rappresentata dal diserbo, che deve essere effettuato nei

primi mesi di crescita delle canne; quando queste sono cresciute

sufficientemente, la loro ombra è sufficiente per frenare o non

permettere la crescita delle infestanti.

Moltiplicazione ed impianto

Appunti di Lezione 2015/2016

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La raccolta è meccanica, ed è effettuata

con macchine simili alle mietitrebbie, che

provvedono anche ad un primo

sfogliamento delle canne, che vengono

immediatamente convogliate allo

stabilimento di separazione del succo.

Raccolta

Appunti di Lezione 2015/2016

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La linfa del fusto, che funge da elemento di riserva per la

pianta, contiene una alta percentuale di saccarosio (fino al

18-20%), che si accumula prima di essere traslocato o

nell’apparato radicale o verso il fiore ed il frutto nel caso che

la pianta fiorisca.

L’estrazione avviene direttamente per pressione dei segmenti

maturi di canna, che possono essere spremuti direttamente

con un sistema a rulli oppure sminuzzati e pressati con un

sistema analogo a quello delle presse utilizzate per

l’ottenimento di oli vegetali.

Uso del prodotto

Appunti di Lezione 2015/2016

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Il prodotto che esce è sufficientemente puro da poter essere

utilizzato direttamente, e subisce solo dei trattamenti di

filtrazione per eliminare le eventuali frazioni organiche in

sospensione, chiarificazione e cristallizzazione, secondo gli

stessi procedimenti che si utilizzano per la produzione dello

zucchero di barbabietola.

Localmente, il succo della canna può essere utilizzato come

bevanda energetica e gustosa, e viene ottenuto a livello

famigliare utilizzando canna “fresca”, cioè canne mature

raccolte da poco tempo e semplicemente pressate o

spremute.

Uso del prodotto

Appunti di Lezione 2015/2016

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Il succo di canna da zucchero è

largamente utilizzato per la produzione di

alcool etilico, e rappresenta, allo stato

attuale, la sorgente più adatta per

l’ottenimento di questo tipo di

“combustibile” rinnovabile.

Uso del prodotto

Appunti di Lezione 2015/2016

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I dati di produzione dei diversi Paesi vengono

espressi come materia fresca raccolta per anno, e

sono abbastanza disformi tra gli anni, per cui

possiamo solo stimare quelle che sono le produzioni

medie, prendendo per modello i dati del Brasile, che

rappresenta il primo produttore mondiale.

In Brasile la coltura copre quasi 10.000.000 ettari, la

resa media è vicina alle 70 t di materia fresca per

ettaro, e la produzione in sugar raw centrifugal è di

circa 3,5 t/ha.

Produzioni

Appunti di Lezione 2015/2016

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2. SACCARIFERE: barbabietola da zucchero

CLASSE: Dicotyledones

SOTTOCL.: Choripetalae,

Archiclamydeae

ORDINE: Centrospermae

FAMIGLIA: Chenopodiaceae

GENERE: Beta

SPECIE: vulgaris L.

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PRODUZIONI DI BARBABIETOLA DA ZUCCHERO (t) NEI PRINCIPALI PAESI PRODUTTORI

(FAOSTAT, 2009): 229.490.296 t

France 18%

United States of America

14%

Germany 13%

Russian Federation 13%

Turkey 9%

Poland 5%

Ukraine 5%

United Kingdom

4%

China 4%

Netherlands 3%

Belgium 3%

Egypt 3%

Spain 2% Belarus

2%

Japan 2%

Italy 2%

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PRODUZIONI DI BARBABIETOLA DA ZUCCHERO (%)

NEI PRINCIPALI PAESI PRODUTTORI

Federazione

russa

13%

Giappone

2%

USA

14%

ZONA

DI ORIGINE Francia

18%

Germania

13%

Turchia

9%

Polonia

5%

Ucraina

5%

Gran

Bretagna

4%

Olanda

3%

Belgio

3%

Egitto

3%

Spagna

2%

Bielorussia

2%

Italia

2%

Appunti di Lezione 2015/2016

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1 France 35.066.600

2 United States of America 26.779.200

3 Germany 25.919.000

4 Russian Federation 24.892.000

5 Turkey 17.274.700

6 Poland 10.849.200

7 Ukraine 10.067.500

8 United Kingdom 8.330.000

9 China 7.178.960

10 Netherlands 5.735.000

11 Belgium 5.186.180

12 Egypt 5.133.510

13 Spain 4.153.900

14 Belarus 3.972.990

15 Japan 3.649.000

16 Italy 3.307.700

17 Austria 3.083.140

18 Czech Republic 3.038.220

19 Morocco 2.925.700

20 Serbia 2.797.600

21 Sweden 2.405.800

22 Iran (Islamic Republic of) 2.041.280

23 Denmark 1.898.200

24 Switzerland 1.719.710

25 Croatia 1.217.040

26 Chile 1.042.420

27 Greece 1.000.000

28 Slovakia 898.807

29 Romania 816.814

30 Hungary 737.014

31 Syrian Arab Republic 732.706

32 Lithuania 682.000

33 Canada 657.700

34 Finland 559.000

35 Republic of Moldova 337.000

36 Turkmenistan 234.000

37 Azerbaijan 188.670

38 Kazakhstan 181.300

39 Portugal 137.000

40 Pakistan 93.010

41 Kyrgyzstan 54.000

42 Albania 40.000

43 Lebanon 37.000

44 Colombia 30.043

45 Venezuela (Bolivarian Republic of) 20.500

46 Iraq 18.000

47 Afghanistan 16.500

48 Armenia 10.000

49 The former Yugoslav Republic of Macedonia 4.800

50 Ecuador 3.900

51 Mali 3.800

BARBABIETOLA

DA ZUCCHERO

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La barbabietola è una specie spontanea del bacino del Mediterraneo, utilizzata

originariamente come specie da foglia, e che si è sviluppata con il progredire delle

tecniche agricole, acquisendo importanza crescente nell’alimentazione. Attualmente il

maggior uso della barbabietola è per la produzione di zucchero nelle zone temperate,

dove la canna da zucchero non riesce a crescere o produrre convenientemente.

Per la produzione di zucchero, foraggi, in orticoltura (da foglia=costa oppure da radice,

che può essere anche fortemente pigmentata di rosso ed utilizzata per l’estrazione di

coloranti) e per l’industria conserviera si coltivano varietà diverse.

Della specie Beta vulgaris vengono coltivate 4 varietà botaniche:

B. vulgaris var. saccharifera = B. da zucchero

B. vulgaris var. crassa (= rapa) = B. da foraggio o radice

B. vulgaris var. cruenta (= esculenta) = B. da insalata

B. vulgaris var. cycla = B. da coste

La barbabietola

Appunti di Lezione 2015/2016

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La barbabietola da zucchero è una pianta entrata in

coltivazione in tempi assai recenti (fine ‘700).

E’ specie che si adatta bene ai climi temperato-caldi e

temperati, con un modesto fabbisogno idrico (intorno a 500

mm/annui) che ne permette la coltivazione anche in zone

caratterizzate da prolungata siccità estiva a patto che si

possa provvedere ad un adeguato anticipo delle semine o

sostenere con irrigazioni di soccorso.

Ecofisiologia

Appunti di Lezione 2015/2016

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La barbabietola da zucchero è una pianta a ciclo classicamente

biennale che induce a giorno corto: nel primo anno sviluppa l’apparato

aereo (primavera-estate), che produce i fotosintati (saccarosio) che

successivamente vengono traslocati nell’apparato radicale, il quale

ingrossa ed accumula il prodotto di riserva (dall’estate).

L’epoca di semina può essere variabile e, in condizioni particolarmente

favorevoli per assenza di gelate invernali, può essere anticipata al

dicembre/gennaio, mentre ordinariamente avviene da febbraio a marzo.

Semine anticipate, ad esempio al mese di ottobre, potrebbero essere

controproducenti poiché foglie espanse durante il periodo invernale

indurrebbero immediatamente la spigatura e quindi la perdita del

prodotto.

Si semina a file distanti 40-50 cm. La germinazione è immediata, e una

semina anticipata, consentendo un più largo periodo per la produzione

dei carboidrati tende a favorire le rese finali.

Semina

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E’ una pianta rustica, le cui esigenze principali sono una

accurata lotta alle erbe infestanti ed una adeguata

concimazione, soprattutto in potassio, di cui la specie da

zucchero è particolarmente esigente.

Esiste un registro nazionale delle varietà commerciali della

barbabietola da zucchero, nel quale sono anche indicate le

caratteristiche salienti riguardo all’epoca di semina ottimale,

alle caratteristiche di crescita ed alle caratteristiche quanti

qualitative del prodotto radice.

Tecniche colturali

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La raccolta dovrebbe iniziare quando il prodotto tra peso e titolo mostra

aumenti di scarsa entità o è stazionario e il rapporto tra peso delle foglie e

peso della radice è inferiore ad 1,0.

In generale, il periodo di raccolta in Italia inizia tra la fine di luglio e la seconda

metà di agosto (secondo la latitudine), e si protrae fino al mese di settembre.

L’arco di raccolta utile è relativamente modesto (intorno a 2 mesi) e si

sovrappone a quello del pomodoro, che viene in genere lavorato negli stessi

stabilimenti.

La raccolta viene effettuata meccanicamente, con macchine che effettuano la

sfogliatura, l’estrazione della radice e la sua pulizia in un’unica operazione.

Poiché il materiale è deperibile, deve essere inviato il più rapidamente

possibile agli stabilimenti per l’estrazione.

La resa media (FAOSTAT, 2013) è di 56.4 t/ha (Chile: 104.5 t/ha; Francia:

85.4 t/ha; USA: 63.7 t/ha; Germania: 63.9 t/ha; Russia: 44.2 t/ha; Italia 53.0

t/ha)

Il tenore in zucchero (saccarosio) oscilla intorno al 16%.

Raccolta

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Il valore tecnologico della bietola è tanto maggiore quanto più alta è la

percentuale di saccarosio e più basso il contenuto degli altri componenti

del sugo, in particolare dei cosiddetti fattori melassigeni costituiti

prevalentemente dalle ceneri (Na e K) e dall’azoto nocivo (α-

aminoazotato). Tali fattori diminuiscono la resa di lavorazione

diminuendo la quota di zucchero cristallizzabile e aumentando quella di

melasso. La resa di lavorazione in media si aggira intorno all’80% e

dipende dalle caratteristiche varietali, dall’andamento stagionale, da età

e sanità della radice e dalle pratiche agronomiche (Baldoni e Giardini,

1981).

Caratteristiche qualitative del prodotto

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La trasformazione inizia con la trinciatura, che serve a sminuzzare la polpa in fettucce

di pochi mm di spessore.

Da queste fettucce lo zucchero viene estratto mediante il passaggio in acqua calda

con il risultato di avere la polpa esaurita che poi, essiccata, potrà essere utilizzata per

alimentazione del bestiame, e una soluzione di zucchero greggio.

Questo subisce una serie di trattamenti chimici che servono a far precipitare o a

adsorbire le impurità, attraverso “latte di calce”, che agisce direttamente sugli anioni

presenti, e determina l’adsorbimento di molecole organiche (pectine).

L’eccesso di calcio viene trasformato in carbonato di calcio (carbonatazione), e tramite

aggiunta di anidride solforosa si unisce un’azione riducente e si eliminano i cationi

Ca2+ e K+ che potrebbero ridurre la capacità di cristallizzazione del saccarosio.

Le fasi successive sono filtrazione, decolorazione su carbone attivo (animale), ed

evaporazione per aumentare la concentrazione di zucchero nella soluzione. La

cristallizzazione avviene in una fase finale per evaporazione sotto vuoto, ripetuta

iterativamente fino ad ottenere lo zucchero commerciale, mentre i residui (melassa)

possono essere utilizzati per la produzione di alcool etilico o come alimento

zootecnico.

Trasformazione industriale

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La bietola da orto (B. vulgaris

var. crassa = rapa), conosciuta

anche come “bietola rossa”, da

radice, è usata

nell’alimentazione umana sin

dall’epoca Romana.

Si distingue dalla bietola da

zucchero per l’intensa

pigmentazione delle radici e

delle costole delle foglie.

Bietola da orto (ortaggio da radice)

Figura da: Tesi, Orticoltura mediterranea sostenibile, Pàtron Editore, Bologna, 2010 Appunti di Lezione 2015/2016

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Per il mercato fresco le piante vengono

“sradicate”, la parte aerea limitata a 4-

5 foglie centrali, e la radice (la parte

edule), che ingrossa immediatamente

sotto il colletto fino a 6-10 cm di

diametro, è ripulita da eventuali sottili

radici laterali (sbarbettatura). In questo

modo la merce è deperibile; per una

migliore conservazione della radice,

occorre eliminare rapidamente tutta la

parte aerea tagliandola al disopra del

colletto, e la conservazione può essere

prolungata in frigo a 0 °C anche per

due mesi. Il prodotto è di norma

commercializzato fresco, o per la

preparazione di prodotti di V gamma.

Bietola da orto (ortaggio da radice)

Il ciclo biologico è simile a quello della

barbabietola da zucchero, ma poiché la

parte edule deve essere ancora

sufficientemente soffice, i cicli di

coltivazione sono ridotti a 3-4 mesi a

seconda della latitudine e delle varietà.

Figura da: Tesi, Orticoltura mediterranea sostenibile, Pàtron Editore, Bologna, 2010 Appunti di Lezione 2015/2016

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Le radici sono utilizzate per la preparazione di pigmenti

naturali; in particolare, la betacianina, di colore rosso

intenso, e la betaxantina, di colore giallo, rispettivamente da

cultivar a radice rossa o gialla, principi largamente usati

nell’industria alimentare.

Bietola da orto (ortaggio da radice)

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La bietola da costa (B. vulgaris var. cycla) è una pianta caratterizzata da un apparato

radicale profondo e ramificato fin dal colletto, foglie riunite a rosetta, con lembo

spatolato o lanceolato, liscio o bolloso, lungo 20-30 cm, con un picciolo carnoso ed

appiattito (costa) di colore bianco, verde rosato o rosso, lungo 15-20 cm.

Bietola da coste

E’ usata principalmente

come verdura da cuocere,

ma in misura minore dello

spinacio, disponibile tutto

l’anno, per il

confezionamento di prodotti

di IV e V gamma.

Figura da: Tesi, Orticoltura mediterranea sostenibile, Pàtron Editore, Bologna, 2010 Appunti di Lezione 2015/2016

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CATEGORIE E TIPO DI PRODOTTO

DELLE GAMME DI ORTAGGIO PRESENTI IN COMMERCIO

Categorie Tipo di prodotto Ortaggi

I gamma Fresco Tutti gli ortaggi presenti sul mercato dei prodotti freschi

II gamma Conservato (in scatola, sottolio e sottaceto, disidratato, sotto sale)

Pomodoro, pisello, carciofo, cappero, fagiolo, cipolline, lampascioni, peperoncini

III gamma Surgelato, ortaggio intero o frazionato

Bietola da foglie, cavolfiore, c. broccolo, c. di Bruxelles, carciofo, fagiolo, fagiolino, fragola, pisello, spinacio

IV gamma Fresco pronto per l’uso, prodotto frazionato o baby leaf

Ortaggi da insalata: cavoli, lattughe, indivie, cicorie e radicchi, spinacio, valeriana, ed anche carote e pomodori (mini)

V gamma Lessato, grigliato o cucinato, pronto per l’uso

Bietola da orto, fagiolo, patate, spinacio, melanzana, peperone, etc.

Figura modificata da: Tesi, Orticoltura mediterranea sostenibile, Pàtron Editore, Bologna, 2010 Appunti di Lezione 2015/2016

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PRODUZIONI DI SPINACI (t) NEI PRINCIPALI PAESI PRODUTTORI

(FAOSTAT, 2009)

China 92.76%

United States of America

1.95%

Japan 1.52%

Turkey 1.19%

Indonesia 0.81%

France 0.69% Republic of Korea

0.55%

Pakistan 0.53%

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1 China 17.550.148

2 United States of America 369.770

3 Japan 288.000

4 Turkey 225.343

5 Indonesia 153.000

6 France 130.580

7 Republic of Korea 104.000

8 Pakistan 100.125

9 Belgium 86.800

10 Iran (Islamic Republic of) 74.755

11 Egypt 70.000

12 Germany 60.807

13 Kenya 50.539

14 Spain 48.400

15 Bangladesh 42.898

16 Greece 32.448

17 Netherlands 32.000

18 Peru 19.618

19 Iraq 17.000

20 Switzerland 16.997

21 Portugal 16.500

22 Tunisia 14.129

23 Jamaica 12.938

24 Mexico 11.110

25 Albania 10.577

26 Austria 10.109

27 Australia 8.638

28 Italy 6.600

29 Colombia 5.300

30 Canada 5.081

31 Jordan 4.316

32 Occupied Palestinian Territory 3.822

33 Lebanon 3.262

34 Hungary 2.800

35 New Zealand 2.650

36 Venezuela (Bolivarian Republic of) 2.500

37 Czech Republic 2.127

38 Singapore 2.105

39 Slovakia 2.028

40 Cyprus 1.636

41 Romania 1.412

42 Congo 1.224

43 United Arab Emirates 1.094

44 Haiti 983

45 Kuwait 951

46 Finland 752

47 Brunei Darussalam 668

48 Qatar 550

49 Philippines 545

50 Bulgaria 433

51 Israel 418

52 Slovenia 364

53 Malta 315

54 The former Yugoslav Republic of Macedonia 117

55 Lithuania 63

SPINACI

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ECOFISIOLOGIA

Di origine orientale, dove attualmente è concentrata la quasi totalità

della produzione mondiale (Cina), lo spinacio (Famiglia:

Chenopodiaceae, genere: Spinacia, specie: oleracea L.) è entrato in

Europa intorno all’anno 1000 d.C.

Lo spinacio è una specie caratterizzata da uno zero termico di 5 °C,

una temperatura ottimale di crescita di 15-18 °C.

E’ resistente ad abbassamenti termici anche importanti (-10 °C), e

tollera suoli salini.

Lo spinacio (ortaggio da foglia)

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Lo spinacio (ortaggio da foglia)

SEMINA E RACCOLTA

E’ una coltura tipicamente autunno-

vernina, che nell’area mediterranea ha

come periodo ottimale di semina i mesi

di settembre e ottobre, e la possibilità di

semine più tardive per ottenere

produzioni più scalarmente distribuite

nella primavera successiva.

Nelle zone più fredde la semina è

posticipata all’inizio della primavera.

Per la produzione di spinaci per il

consumo diretto, l’impianto viene

effettuato con seminatrici di precisione,

con file distanti 25 cm mantenendo 10

cm di distanza sulla fila, per garantire la

formazione di un cespo “aperto”.

Figura da: Tesi, Orticoltura mediterranea sostenibile, Pàtron Editore, Bologna, 2010 Appunti di Lezione 2015/2016

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Lo spinacio (ortaggio da foglia)

SEMINA E RACCOLTA

La raccolta del prodotto di pieno campo avviene tra la fine dell’inverno e l’inizio dell’estate, e

ogni singola pianta viene ripulita e venduta per il mercato fresco, più giovane se per il consumo

senza bollitura, e ad uno stadio di maggior sviluppo quando deve essere cotta.

Per la produzione destinata all’industria è necessario modificare le condizioni di semina (10 cm

tra le file e pochi cm sulla fila), in modo da ottenere piante con foglie erette, adatte ad una

raccolta mediante falciatrice. La resa media è di 15-30 t/ha.

Figura da: Tesi, Orticoltura mediterranea sostenibile, Pàtron Editore, Bologna, 2010 Appunti di Lezione 2015/2016

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Lo spinacio (ortaggio da foglia)

TECNICHE COLTURALI

Per una buona produzione sono necessari una buona preparazione del suolo ed un accurato

diserbo.

Come tutti gli ortaggi si avvale di importanti concimazioni azotate.

USO DEL PRODOTTO

Lo spinacio può essere consumato crudo come insalata (foglie giovani), dopo bollitura, o come

prodotto di II, III, e V gamma.

Per il mercato fresco viene confezionato in cespi che vengono immediatamente lavati e

trasportati al magazzino di lavorazione, ove vengono puliti dalle foglie esterne ingiallite e riposti

in contenitori di plastica forata, per essere immessi in 1-2 giorni sul mercato.

In queste confezioni, se opportunamente conservati, gli spinaci possono resistere 2-4

settimane.

Il prodotto per l’industria deve essere portato nella stessa giornata di raccolta al centro di

lavorazione, dove viene lavato e selezionato nell’arco di 8-10 ore. E’ utilizzato principalmente

per la produzione di surgelati e appertizzati.

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