2 Origine delle varie località del Rabbi papalino vl/dovnload/loc2.pdf · all’unità d’Italia...

1
2 Origine delle varie località del Rabbi papalino Cartina del 1400 Secondo gli storici, le valli del Rabbi e del Montone hanno tracce di vita antichissime, un esempio su tutti è dato dal villaggio di Monte Poggiolo, uno dei più antichi d’Europa, e i reperti dell’età del bronzo (2000 a.c.) di Vecchiazzano e Fiumana, scoperti dal Santarelli nell ’800. Non mancano, inoltre, tracce Villanoviane e Umbre, e i ritrovamenti di vestigia dei Galli Della storia preromana e romana non vi sono documenti ma solo sporadici reperti, avendone terremoti e smottamenti disperso la maggior parte. Quando i Romani occuparono le terre degli Umbri la strada delle Cento Forche era il confine con i Galli. Dopo la conquista romana, la storia si riduce ad un notevole sviluppo agricolo, cui seguirono i caotici secoli delle invasioni barbariche e guerre bizantine, con il conseguente abbandono dei campi per le città dove le mura davano una parvenza di sicurezza. A parte i vari signorotti che riuscirono a resistere, fu grazie ai monaci con la regola del’”ora et labora”, e anche con l’uso della forza se necessario, che la vita riprese diventando i monasteri e le chiese un punto di riferimento per la popolazione. E' da questo periodo che incominciano le notizie, rimasti specialmente negli archivi religiosi riguardanti vendite, affitti o litigi legali anche fra abati e vescovi. La valle fu sempre divisa in due zone con il “Vicariato delle Fiumane”, che gravitava a Galeata, e la parte bassa con Forlì e la diocesi di Forlimpopoli – Bertinoro, in seguito divisa fra toscana e papato. Fino all’unità d’Italia il confine di stato passava lungo il rio Cantina oltre Tontola.. La valle del Rabbi, è stretta con poca terra coltivabile, questo la rende poco abitata con la conseguente scarsa importanza economica e politica, il potere religioso era diviso fra le abbazie in particolare S. Ellero, poi Vicariato delle Fiumane (delle valli Ronco, Rabbi Montone), appoggiata dal papato romano, contrapposta alla diocesi di Forlimpopoli poi Bertinoro e in parte quella di Forlì, dipendenti dall’esarcato di Ravenna; in questo dualismo economico politico, si sono inseriti vari signorotti tra cui i Calboli, Firenze e i ghibellini forlivesi con interessi esterni alla valle S. Martino in strada, si suppone che vi fu edificata una chiesa al santo francese di Tours (317-397) alla venuta dei Franchi nel VIII secolo, si aggiunse il nome “ in strada “ essendo sulla “ strada petrosa Longobardorum” che collegava la Via Emilia, S. Martino, Meldola, valle del Ronco, Carnaio, Verghereto valle del Tevere, Roma. Il primo documento conosciuto è datato 962 Collina, secondo le cronache Forlivesi del 1400 nel 900 vi era un castello di proprietà degli Orgogliosi, ora scomparso, S. Lorenzo in Noceto. Il primo scritto è del 997 e parla di una pieve già in loco, nel 1371 “ villa Sancti Larenstii “ contava 20 focolai l’aggiunta di Noceto si suppone per la presenza di un bosco di noci. Nel 1678 si sono trovate asce e pugnali di bronzo e in seguito una lapide romana Fiumana in antico per fiumana s’intendeva una valle con il fiume, penso che da lì derivi il nome. Come già accennato, il Santarelli aveva scoperto fondi di capanne preistoriche e nel 1960 si è trovata una villa romana, Dal 900 con Ugone fu per vario tempo dei “da Sasso conti di Fiumana, Rocca d’Elmici e Particeto”, nel 1045 era presente un convento benedettino. Nel medio evo si trovò suo malgrado fra le lotte dei guelfi e il Vicariato delle Fiumane e i ghibellini forlivesi nel 1371 contava 35 focolai. Nel 1890 aveva 136 abitanti più 896 nei dintorni. Il comune, gli fu tolto aggregandola al comune di Predappio, nel 1925 La Pandolfa, villa estiva degli Albicini costruita nel ‘600 sembra che il nome derivi da Pandolfo Malatesta che lì si acquartierò per conquistare il castello di Fiumana nel 1424 il nome rimase alla località e adottato dagli Albicini Chiesa di S. Agostino le origine sono incerte secondo Zaghini è probabile che fosse una chiesa privata di un ricco possidente ceduta poi monastero di S. Maria in porto di Ravenna, i primi documenti sono del 1177, era della diocesi di Forlì e dipendeva dal monastero di S. Lorenzo in Noceto. Fino a pochi anni fa' era parrocchia con parroco ora è aperta solo in varie occasioni e dipende dalla parrocchia di Fiumana Trivella ci sono due versioni per l’origine del nome, “tre vie” Premilcuore, Rocca D’Elmici, S. Lucia, un’altra per il trivellamento del terreno per l’estrazione dello zolfo nell800 Rocca d’Elmici antica fortezza che domina e controlla la strettoia della valle, la prima documentazione è nelle cronache forlivesi, afferma che nel 900 “Rocca d’Emps” apparteneva ai Calboli. Nel 1237 fu incendiato dai fiorentini, incominciò quindi un lungo periodo di guerre nel quale la rocca fu coinvolta fino al 1500, che con la definitiva presa di potere dello stato pontificio sulla Romagna, la rese militarmente inutile. L’abbandono, terremoti e smottamenti l’hanno ridotta a cumuli di sassi S. Lucia in Bussano è una parrocchia di collina, la chiesa era originariamente nell’odierna zona industriale di Predappio podere Bussanino, la piena del Rabbi la distrusse fu quindi ricostruita più in alto e spostata più al centro della sua parrocchia, era intitolata a S. Maria in Bussano come appare in una corposa donazione, che riporterò ancora, del 1084, è stato riportato anche “in Bossano” probabile derivazione da alberi di bosso Dovia, (ora inserita in Predappio bassa) deriva da “due vie”, fondovalle e Predappio (alta) come mi hanno fatto notare, la strada per Meldola è “recente”, a parte i vari sentieri, i contatti politici e commerciali erano o con Forlì o con Galeata allora sede religiosa e politica con un antico e famoso mercato, come via si usava le Cento Forche. Le merci in transito erano sopratutto bestiame per la pianura, da come risulta dalle gabelle del 1383, fra i vari prodotti importati vi erano le arance. La vecchia località era prima del fiumicello di Predappio alta e denominata “Pescaccia”. Alla fine del ’800 Dovia contava 713 abitanti di cui 186 nel borgo. Le famiglie numerose sono d’epoca recente, il censimento del 1863 dà la parrocchia di S. Cassiano (sotto il papato vigevano le divisioni per parrocchia) 73 case, 74 famiglie, 430 abitanti, ossia 6 persone a famiglia. Da tener presente che nel ’800 su 100 bambini nati dopo 5 anni ne rimanevano in media 60, con la vita media a 26 anni e quella probabile 32-33 Rocca delle Caminate, la presenza di una sola M fa supporre che derivi dai caminamenti sulle mura che circondano la torre, rocca che non ha influito alla vita del Rabbi, tutte gli attacchi subiti riguardavano indirettamente Forlì, del castello si parla fin dal 1000 con i conti delle Caminate Predappio bassa, a seguito del grosso smottamento del 1923 che colpì Predappio (alta), si provvide, nel 1925, alla creazione di un nuovo paese in località Dovia, costruito con la mentalità del ventennio, come altre località in Italia, con quella spettacolarità e praticità che a tuttora è riportata nei testi universitari, la maggioranza sono case popolari, vi si realizzò pure un edificio sanitario con farmacia, ambulatori, laboratori e abitazione per medico, levatrice ecc., una casa del Fascio con sale convegni, lettura, bar, ballo ecc., edifici per carabinieri, posta, scuole e banca, e con la Caproni e i suoi 600 operai che divennero 1400 crearono lavoro gonfiando i residenti Predappio Alta antico borgo. Secondo alcuni qui prese dimora il console C. Appius, sconfitto dai Galli nel 204 A.C. a Castrum Mutillium (ipotizzato come Meldola), dopo la definitiva conquista romana vi si insediò usufruendo della concessione delle terre ai reduci, diventando così Preta Appius. La prima documentazione appartiene a Leone Corbelli che nel 1400, parlando di Forlì, affermava che i Calboli all’inizio del X secolo si ritirarono nei loro possedimenti, tra cui Pred’Appio. Nel 1084 è nominata S. Maria del Cassero Nuovo che don Mambrini la ipotizza a Predappio. Del castello si parla specificatamente in un testamento del 1243, questo non esclude fortificazioni precedenti. Nel 1371 contava 20 focolai, nel 1890 503 abitanti più 2110 sparse (è esclusa Dovia) Sopra il paese vi espongono il presepio nelle antiche zolfatare molto attive nel 1800 S. Cassiano in Pennino Le prime notizie della chiesa sono del 1001, ma la tradizione la vuole edificata da Galla Placidia nel V secolo, come i due sarcofagi posti ai lati del viale del cimitero attiguo e altri ritrovamenti romani parlano magari di un tempio pagano precedente. Vi era anche un villaggio con lo stesso nome dall’altra sponda del fiume (ora Massera) con 20 focolai nel 1371 S. Savino in una bolla papale del 1124 si parla della cappella (non chiesa) di S. Savino Porcentico don Mambrini dà alcune versioni del nome, in vari documenti è riportato come Porciantico (da porci) o in latino, che tradotto, come in una cartina del 1704, è denominato Portico Antico Tontola, si parla in epoca antichissima di un mercato, che com’era in uso fino al medioevo, usava la propria unità di misura l' Otantula, estinto il mercato il nome passò alla parrocchia poi al paese. Il primo documento di S. Pietro in Otantula è del 1084 S. Marina in Particeto nel 900 risultava un Ugone da Sasso conte di Fiumana, Rocca d’Elmici e Particeto, fu una rocca militarmente molto attiva. L’Anglico nel 1371 lo descrive come una rocca con torre fortissima con 12 focolai di proprietà di Francesco di Dovadola NB. Si ritiene che un focolaio, nel censimento dell’Anglico del 1371, corrisponda a 5-6 persone, Alcuni suppongono che alcune fonti dal quale ho attinto le presenti informazioni non siano del tutto attendibili, questo è anche possibile. Allego le principali fonti Cronache Forlivesi Di Leone Cobelli 1400 La Romagna dell’ing. Rosetti 1894 Galeata di don Mambrini 1932 Sulle sponde del Rabbi di don Zaghini 2009 Valpiani Pietro Orologiaio e orefice a Predappio Via Mazzini 8 (strada Rocca delle Caminate) Tel. 0543.27195 Chiuso giovedì e domenica

Transcript of 2 Origine delle varie località del Rabbi papalino vl/dovnload/loc2.pdf · all’unità d’Italia...

2

Origine delle varie località

del Rabbi papalino

Cartina del 1400

Secondo gli storici, le valli del Rabbi e del Montone hanno tracce di vita antichissime, un esempio su tutti è dato dal villaggio di Monte Poggiolo, uno dei più antichi d’Europa, e i reperti dell’età del bronzo (2000 a.c.) di Vecchiazzano e Fiumana, scoperti dal Santarelli nell ’800.Non mancano, inoltre, tracce Villanoviane e Umbre, e

i ritrovamenti di vestigia dei Galli Della storia preromana e romana non vi sono

documenti ma solo sporadici reperti, avendone terremoti e smottamenti disperso la maggior parte. Quando i Romani occuparono le terre degli Umbri la

strada delle Cento Forche era il confine con i Galli. Dopo la conquista romana, la storia si riduce ad un notevole sviluppo agricolo, cui seguirono i caotici secoli delle invasioni barbariche e guerre bizantine, con il conseguente abbandono dei campi per le città dove le mura davano una parvenza di sicurezza.A parte i vari signorotti che riuscirono a resistere, fu

grazie ai monaci con la regola del’”ora et labora”, e anche con l’uso della forza se necessario, che la vita riprese diventando i monasteri e le chiese un punto di riferimento per la popolazione. E' da questo periodo che incominciano le notizie,

rimasti specialmente negli archivi religiosi riguardanti vendite, affitti o litigi legali anche fra abati e vescovi.La valle fu sempre divisa in due zone con il

“Vicariato delle Fiumane”, che gravitava a Galeata, e la parte bassa con Forlì e la diocesi di Forlimpopoli – Bertinoro, in seguito divisa fra toscana e papato. Fino all’unità d’Italia il confine di stato passava lungo il rio

Cantina oltre Tontola..La valle del Rabbi, è stretta con poca terra coltivabile,

questo la rende poco abitata con la conseguente scarsa importanza economica e politica, il potere religioso era diviso fra le abbazie in particolare S. Ellero, poi Vicariato delle Fiumane (delle valli Ronco, Rabbi Montone), appoggiata dal papato romano, contrapposta alla diocesi di Forlimpopoli poi Bertinoro e in parte quella di Forlì, dipendenti dall’esarcato di Ravenna; in questo dualismo economico politico, si sono inseriti vari signorotti tra cui i Calboli, Firenze e i ghibellini forlivesi con interessi esterni alla valle

S. Martino in strada, si suppone che vi fu edificata una chiesa al santo francese di Tours (317-397) alla venuta dei Franchi nel VIII secolo, si aggiunse il nome “ in strada “ essendo sulla “ strada petrosa Longobardorum” che collegava la Via Emilia, S. Martino, Meldola, valle del Ronco, Carnaio, Vergheretovalle del Tevere, Roma. Il primo documento conosciuto è datato 962

Collina, secondo le cronache Forlivesi del 1400 nel 900 vi era un castello di proprietà degli Orgogliosi, ora scomparso,

S. Lorenzo in Noceto. Il primo scritto è del 997 e parla di una pieve già in loco, nel 1371 “ villa Sancti Larenstii “ contava 20 focolai l’aggiunta di Noceto si suppone per la presenza di un bosco di noci. Nel 1678 si sono trovate asce e pugnali di bronzo e in seguito unalapide romana

Fiumana in antico per fiumana s’intendeva una valle con il fiume, penso che da lì derivi il nome. Come già accennato, il Santarelli aveva scoperto fondi di capanne preistoriche e nel 1960 si è trovata una villa romana, Dal 900 con Ugone fu per vario tempo dei “da Sasso conti di Fiumana, Rocca d’Elmici e Particeto”, nel 1045era presente un convento benedettino.Nel medio evo si trovò suo malgrado fra le lotte dei

guelfi e il Vicariato delle Fiumane e i ghibellini forlivesi nel 1371 contava 35 focolai. Nel 1890 aveva 136 abitanti più 896 nei dintorni. Il comune, gli fu tolto

aggregandola al comune di Predappio, nel 1925

La Pandolfa, villa estiva degli Albicini costruita nel ‘600 sembra che il nome derivi da Pandolfo Malatesta che

lì si acquartierò per conquistare il castello di Fiumana nel

1424 il nome rimase alla località e adottato dagli Albicini

Chiesa di S. Agostino le origine sono incerte secondoZaghini è probabile che fosse una chiesa privata di un ricco possidente ceduta poi monastero di S. Maria in porto di Ravenna, i primi documenti sono del 1177, era della diocesi di Forlì e dipendeva dal monastero di S. Lorenzo in Noceto. Fino a pochi anni fa' era parrocchia con parroco ora è aperta solo in varie occasioni e dipende dalla parrocchia di Fiumana

Trivella ci sono due versioni per l’origine del nome, “tre vie” Premilcuore, Rocca D’Elmici, S. Lucia, un’altra per il trivellamento del terreno per l’estrazione dello zolfo nell800

Rocca d’Elmici antica fortezza che domina e controlla la strettoia della valle, la prima documentazione è nelle cronache forlivesi, afferma che nel 900 “Rocca d’Emps” apparteneva ai Calboli. Nel 1237 fu incendiato dai fiorentini, incominciò quindi un lungo periodo di guerre nel quale la rocca fu coinvolta fino al 1500, che con la definitiva presa di potere dello

stato pontificio sulla Romagna, la rese militarmente inutile. L’abbandono, terremoti e smottamenti l’hanno ridotta a cumuli di sassi

S. Lucia in Bussano è una parrocchia di collina, la chiesa era originariamente nell’odierna zona industriale di Predappio podere Bussanino, la piena del Rabbi la distrusse fu quindi ricostruita più in alto e spostata più al centro della sua parrocchia, era intitolata a S. Maria in Bussano come appare in una corposa donazione, che riporterò ancora, del 1084, è stato riportato anche “in Bossano” probabile derivazione da alberi di bosso

Dovia, (ora inserita in Predappio bassa) deriva da “due vie”, fondovalle e Predappio (alta) come mi hannofatto notare, la strada per Meldola è “recente”, a parte i vari sentieri, i contatti politici e commerciali erano o con Forlì o con Galeata allora sede religiosa e politica con un antico e famoso mercato, come via si usava le Cento Forche. Le merci in transito erano sopratutto bestiame per la

pianura, da come risulta dalle gabelle del 1383, fra i vari prodotti importati vi erano le arance. La vecchia località era prima del fiumicello di

Predappio alta e denominata “Pescaccia”. Alla fine del ’800 Dovia contava 713 abitanti di cui 186 nel borgo. Le famiglie numerose sono d’epoca recente, il censimento del 1863 dà la parrocchia di S. Cassiano (sotto il papato vigevano le divisioni per parrocchia) 73 case, 74 famiglie, 430 abitanti, ossia 6 persone a famiglia. Da tener presente che nel ’800 su 100 bambininati dopo 5 anni ne rimanevano in media 60, con la vita media a 26 anni e quella probabile 32-33

Rocca delle Caminate, la presenza di una sola M fa supporre che derivi dai caminamenti sulle mura che circondano la torre, rocca che non ha influito alla vita del Rabbi, tutte gli attacchi subiti riguardavano indirettamente Forlì, del castello si parla fin dal 1000 con i conti delle Caminate

Predappio bassa, a seguito del grosso smottamento

del 1923 che colpì Predappio (alta), si provvide, nel 1925, alla creazione di un nuovo paese in località Dovia, costruito con la mentalità del ventennio, come altre località in Italia, con quella spettacolarità e praticità che a tuttora è riportata nei testi universitari, la maggioranza sono case popolari, vi si realizzò pure un edificio sanitario con farmacia, ambulatori, laboratori e abitazione per medico, levatrice ecc., una casa del Fascio con sale convegni, lettura, bar, ballo ecc., edifici per carabinieri, posta, scuole e banca, e con la Caproni ei suoi 600 operai che divennero 1400 crearono lavoro gonfiando i residenti

Predappio Alta antico borgo. Secondo alcuni qui prese dimora il console C. Appius, sconfitto dai Galli nel 204 A.C. a Castrum Mutillium (ipotizzato come Meldola), dopo la definitiva conquista romana vi si insediò usufruendo della concessione delle terre ai reduci, diventando così Preta Appius. La prima documentazione appartiene a Leone

Corbelli che nel 1400, parlando di Forlì, affermava che i Calboli all’inizio del X secolo si ritirarono nei loro

possedimenti, tra cui Pred’Appio. Nel 1084 è nominata S. Maria del Cassero Nuovo che don Mambrini la ipotizza a Predappio. Del castello si parla specificatamente in un testamento del 1243, questo non esclude fortificazioni precedenti. Nel 1371 contava 20 focolai, nel 1890 503 abitanti

più 2110 sparse (è esclusa Dovia)Sopra il paese vi espongono il presepio nelle antiche

zolfatare molto attive nel 1800

S. Cassiano in Pennino Le prime notizie della chiesasono del 1001, ma la tradizione la vuole edificata da Galla Placidia nel V secolo, come i due sarcofagi posti ai lati del viale del cimitero attiguo e altri ritrovamenti romani parlano magari di un tempio pagano precedente.Vi era anche un villaggio con lo stesso nome dall’altra sponda del fiume (ora Massera) con 20 focolai nel 1371

S. Savino in una bolla papale del 1124 si parla della cappella (non chiesa) di S. Savino

Porcentico don Mambrini dà alcune versioni del nome, in vari documenti è riportato come Porciantico (da porci) o in latino, che tradotto, come in una cartina del 1704, è denominato Portico Antico

Tontola, si parla in epoca antichissima di un mercato, che com’era in uso fino al medioevo, usava la propria

unità di misura l' Otantula, estinto il mercato il nome passò alla parrocchia poi al paese. Il primo documento di S. Pietro in Otantula è del 1084

S. Marina in Particeto nel 900 risultava un Ugone da Sasso conte di Fiumana, Rocca d’Elmici e Particeto, fu una rocca militarmente molto attiva. L’Anglico nel 1371 lo descrive come una rocca con torre fortissima con 12 focolai di proprietà di Francesco di Dovadola

NB. Si ritiene che un focolaio, nel censimento dell’Anglico del 1371, corrisponda a 5-6 persone, Alcuni suppongono che alcune fonti dal quale ho

attinto le presenti informazioni non siano del tutto attendibili, questo è anche possibile. Allego le principali fontiCronache Forlivesi Di Leone Cobelli 1400La Romagna dell’ing. Rosetti 1894Galeata di don Mambrini 1932Sulle sponde del Rabbi di don Zaghini 2009

Valpiani PietroOrologiaio e orefice a Predappio

Via Mazzini 8 (strada Rocca delle Caminate)

Tel. 0543.27195 Chiuso giovedì e domenica