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La nascita degli Stati Uniti d’America

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La nascita degli Stati Uniti d’America

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Le colonie inglesi del Nord AmericaIl primo insediamento inglese risale al 1607 quando un gruppo di coloni si stabilì in un territorio che venne chiamato Virginia con uno scopo principalmente economico. Fu soprattutto il problema religioso, nella prima metà del 600, a provocare l’immigrazione di coloni puritani e calvinisti che non volevano piegarsi alla chiesa di Stato. Nel 1620 e del luogo la più celebre spedizione inglese verso l’America che gli dei protagonisti i cosiddetti padri Pellegrini: un centinaio di casi di un istinto decisi a separarsi dalla Chiesa inglese che sbarcarono sulla costa del Massachusetts. Nel 1930 arrivarono numerosi altri pellegrini che fondarono le città di Boston e Salem.

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Nacque così la nuova Inghilterra con quattro colonie: Massachusetts, New Hampshire, Connecticut, Rodhe Island. A sud si estendeva un territorio controllato dagli olandesi e la città più importante era nuova Amsterdam che divenne inglese nel 1664 con il nome di New York. Si fondarono quattro nuove colonie: New York, New Jersey, Delaware, Pennsylvania con capitale Philadelphia fondata dai quaccheri. A sud si formarono il Maryland, il North e South Carolina e la Georgia.I coloni inglesi entrano subito in contatto con gli indigeni e instaurarono inutile aumento un rapporto di precaria simbiosi: ognuno dei due gruppi aveva trovato presso l’altro degli utilissimi, e quindi aveva interesse a mantenere con lui relazioni amichevoli e pacifiche il tipo commerciale Gli indiani praticavano l’agricoltura e producevano il mais che serviva ai coloni per poter sopravvivere visto i saltuari contatti con la madre patria.

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In poco tempo però l’equilibrio delle relazioni stettero profondamente a danno degli indiani: essi furono decimati dalle epidemie causate dalle malattie portate dagli europei, i coloni che non avevano più bisogno di rifornimenti alimentari provenienti dai campi indiani, cominciarono a vendere i loro lana, rum, attrezzi in ferro e armi da fuoco. Gli indiani procuravano pellicce ai coloni e ciò provocò un notevole aumento della conflittualità fra le varie tribù. L’incremento demografico europeo e i nuovi arrivi coloni causarono la ricerca di nuove terre per garantire la sufficienza alimentare delle coloni: la precaria simbiosi si trasformò in guerre di conquista. Nel corso di tali conflitti i puritani si distinsero per la loro ferocia contro gli indiani accusati di essere adoratori del diavolo, barbari, selvaggi.

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La mentalità puritanaI puritani della nuova Inghilterra erano convinti di essere il nuovo popolo di Dio scelto dal Signore è chiamato conquistare in America una terra promessa analoga a quella della Palestina. Questa concezione era diretta conseguenza della dottrina che di vista della predestinazione. Tagli predestinati era possibile costruire un popolo di santi capace di essere per tutto il mondo un modello di vera perfezione. In tale concezione l’uomo non aveva un ruolo autonomo poiché, secondo il calvinismo sapeva compiere solo il male. Se l’uomo compiva la volontà divina, ciò si ficcava che la forza di Dio agiva in lui, aiutandolo ad osservare la legge santa. Le autorità politiche religiose di fatto in Massachusetts uno stile di vita severo rigoroso.

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Chiunque non rispettava le regole imposte dalla comunità veniva rimproverato, bandito, anche condannato a morte. Individuo e ha sottoposto formidabile processo di condizionamento e non poteva esprimere alcuna forma di dissenso, morale, religioso, teologico, poiché così avrebbe rivelato la sua natura di peccatore corrotto, non rigenerato dalla grazia divina. In campo economico questo modello significò un rigido controllo sull’iniziativa individuale, nella convinzione che l’egoismo e la cupidigia di ricchezza privata e personale fossero un segnale dell’assenza della grazia divina.

Vedi la caccia alle streghe di Salem.

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Sviluppo demografico ed economicoLe colonie e non molto diverse le uve dalle altre sia per il clima che per le risorse del territorio. Alcune erano più fortunate e i nessi si poteva coltivare il tabacco, primo fra tutti beni che le colonie inviavano verso la madrepatria in altre si produceva pesce, legname, catrame, resina, canapa; notevole sviluppo ebbe anche l’industria cantieristica. Nel 700 la maggior parte della popolazione viveva di agricoltura poiché era molto facile acquistare terra sufficiente per diventare piccoli proprietari. Al Nord vi erano aziende agricole di piccola e media grandezza, mentre il sud si diffuse il modello della grande piantagione con il problema della manodopera. Le colonie attrassero molti emigranti e aumentarono vertiginosamente la propria popolazione.

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Solo una parte i nuovi arrivati proveniva dall’Inghilterra, mentre vi erano molti tedeschi, e irlandesi protestanti. Non tutti arrivavano in Inghilterra dotati di risorse economiche sufficienti, e molti non avevano neppure i soldi per pagarsi il viaggio: questi giunti in America dovevano riscattare le spese del loro trasporto e quindi venivano reclutati come manodopera con il modello della servitù a contratto. Se però il fenomeno dei servi bianchi a contratto che dovevano svolgere un lavoro obbligato per potersi poi inserire nel tessuto sociale.

La condizione dei contadini liberi e dei lavoratori urbani appare decisamente migliore di quelle che incontriamo nell’Inghilterra del medesimo periodo. In America comparvero però forme di sfruttamento del lavoro ormai in scomparse in Europa occidentale.

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Gli schiavi neriGli schiavi arrivavano in America portato dei mercati europei che li acquistavano dai sovrani neri dei grandi regni dell’Africa costiera, i quali catturavano nelle regioni interne. Questi schiavi, contratti in cambio di armi da fuoco, rum e altri oggetti, spesso tentato il suicidio al momento dell’imbarco oppure morirono a causa delle epidemie che scoppiavano sulle navi – vaiolo -.

L’importazione di schiavi neri apparve ai proprietari delle grandi piantagioni, tabacco e riso, molto redditizia. Lo schiavo nero infatti poteva essere sfruttato con maggiore profitto, per tempi più lunghi e con minori difficoltà dei serbi bianchi. Per tale motivo aumentò costantemente la popolazione nera nelle colonie inglesi del Nord America.

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Nelle colonie del Nord ha tuttavia la schiavitù non riuscii ad imporsi sia perché il clima non permetteva l’economia di piantagione, sia per l’ostilità degli artigiani e dei contadini bianchi, che videro sempre nella mano d’opera servile un pericoloso concorrente. I territori del sud della, si appoggiavano sui trafficanti europei oppure del Nord America per ottenere la manodopera a loro necessaria.

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I rapporti economici con l’InghilterraIl rapporto con la madrepatria era decisamente ambiguo: i colori erano a pieno titolo sudditi del re, ma i provvedimenti presi dal parlamento provocarono forti tensioni con la madrepatria, causando infine la ribellione. Infatti le colonie potevano vendere solo all’Inghilterra le merci più pregiate e preziose, ad esempio zucchero, tabacco, pellame, legname e ferro; questi provvedimenti volevano proteggere l’economia inglese e garantire l’importazione di materie prime alla madrepatria con prezzi contenuti. Alcune leggi impedirono le colonie di formare un’industria tessile capace di far concorrenza a quella inglese. Le colonie erano una fonte di materie prime e un mercato capace di sostenere la produzione manifatturiera britannica.

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Dunque la bilancia commerciale delle colonie, nei rapporti con l’Inghilterra, che era decisamente il deficit. A partire dal 1733 (Molasses Act per i prodotti saccariferi) i provvedimenti del parlamento inglese convinsero i coloni che gli interessi loro e quelli della madrepatria erano decisamente conflittuali.

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La svolta del 1764-1765Nella prima metà del 700 nessuno dei coloni avrebbe mai pensato di potersi staccare dalla madrepatria, ma con la guerra dei sette anni, combattuta anche nelle colonie americane, furono coinvolti sia il coloni sia le tribù indiane. La guerra fu vinta dagli inglesi che conquistarono il Canada francese, provocò gravi difficoltà finanziarie alla madrepatria un forte debito di guerra; l’Inghilterra fu costretta anche ad aumentare notevolmente la presenza militare nei nuovi territori aumentando ancora le spese militari. Nella madrepatria si fece dunque strada l’idea che fosse necessaria una riorganizzazione amministrativa e fiscale dell’Impero.

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Il primo provvedimento fu del 1764 - Sugar act – con nuove tasse sui prodotti che le colonie dovevano importare dall’estero. Nel 1765 vi fu la nuova tassa – Stamp act – sui documenti legali e sui giornali questi due provvedimenti del parlamento furono accolti dei coloni come ingiusti e insopportabili, come veri e propri soprusi. Infatti fino ad allora le colonie avevano goduto di un’autonomia amministrativa pressoché totale e si sentivano legate solo alla re d’Inghilterra ma non al parlamento di Londra: per la prima volta il parlamento inglese si arrogava il diritto di fare leggi anche per i coloni d’America, ignorando il fatto che essi avevano propri organi legislativi e che solo questi coloni riconoscevano il diritto di imporre loro nuove tasse.

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Gli atti del parlamento inglese furono ritenuti una novità insopportabile, anticostituzionale, contrari alla tradizione e alla prassi giuridica delle colonie. Il parlamento abolì una tassa sui documenti sui giornali ma con una solenne dichiarazione di principio affermava di avere diritto di fare leggi per le colonie in qualunque caso e su qualunque cosa. Toni così accesi si spiegano con il fatto che il parlamento inglese dopo la rivoluzione gloriosa del 1688 considerava il comportamento delle colonie un attacco frontale al nuovo equilibrio politico emerso con la rivoluzione: essi rifiutavano di sottomettersi all’autorità del parlamento e dichiararono di sentirsi sottomessi solo al re verso il quale si sentivano impegnati da un vincolo di fedeltà di carattere ancora medievale.

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Infatti leggendo la dichiarazione di indipendenza del 1776 sembra che la rivolta avesse come avversario il sovrano, accusato di essere un tiranno, ma in realtà il vero obiettivo della dichiarazione è il parlamento di Londra che pretendeva per sé quella fedeltà che in passato le colonie prestavano al sovrano. Ora tale fedeltà era con la presenza nelle colonie di assemblee dotate di autonomia, ma non poteva essere garantita verso il parlamento inglese che pretendeva di legiferare per le colonie superando e annullando l’autonomia delle assemblee in esse presenti.

Dunque la nuova impostazione del problema costituzionale provocò la reazione dei coloni.

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Stamp act Congress: con questo documento del 19 ottobre 1765 i coloni rivendicavano il più tipico dei diritti validi in Inghilterra ciò e quello secondo il quale i cittadini inglesi non è lecito imporre tasse se non con il loro consenso dato personalmente o da loro rappresentanti. Il parlamento aveva violato tale diritto poiché in esso non vi erano rappresentanti delle colonie. La parola d’ordine era: no alla tassa senza la rappresentanza politica. Il parlamento inglese invece pensava il regno come un organismo centralizzato, diretto dall’assemblea di Londra, dotata di pieni poteri legislativi e quindi abilitata a dettar legge a tutte le regioni componenti il regno stesso. I coloni invece pensavano ad una struttura del regno dove il re forse posto al centro di un sistema di autonome nazioni con le proprie assemblee.

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La proclamazione dell’indipendenzaIl parlamento inglese cercò di imporre la propria sovranità attraverso una tassazione esterna, cioè con dazi sulle importazioni di prodotti dall’Inghilterra. Anche questo tipo di tassazione a partire dal 1770 fu considerata dai coloni ingiusta ed essi cominciarono a boicottare i beni provenienti dalla madrepatria. La città di Boston, in Massachusetts,divenne il centro della protesta coloniale vedi il famoso episodio delle 16 dicembre 1773 nel quale accadde che venne gettato in mare un intero carico di te. Le rivolte locali ormai puntavano all’indipendenza: nel 1774 sotterra Philadelphia il primo congresso continentale che elaborò la dichiarazione dei diritti delle colonie.

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All’inizio del 1775 il governo inglese inviò in America l’esercito e la flotta con lo scopo di schiacciare la rivolta dei coloni dichiarati ribelli. Le colonie diedero vita ad un congresso riunito a Philadelphia con delegati di tutte le colonie stesse e con il ruolo di governo provvisorio. Al generale Washington fu affidato il comando dell’esercito.

Il 4 luglio 1776 si proclamò ufficialmente l’indipendenza con un documento redatto da Thomas Jefferson che giustificò la ribellione utilizzando come argomento di base la teoria contrattualistica dello Stato formulata da Locke: di solo alcune verità evidenti come il fatto che tutti gli uomini, creati uguali da Dio, sono stati da lui dotati i diritti inalienabili come la vita, la libertà e la ricerca della felicità.

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Il compito del governo è garantire a tutti l’esercizio più di questi diritti e la rivolta è perfettamente legittima nei confronti di quei governi che si comportano il mondo tirannico. L’Inghilterra aveva compiuto una lunga serie di violazioni delle più elementari diritti dei coloni e dunque essere avevano considerato lo diritto dovere abbattere un tale tipo di governo. Durante la crisi il vero avversario dei coloni era stato il parlamento di Londra e non la corona, ma i rivoluzionari d’America si presentarono come veri difensori della libertà contro la tirannia e il dispotismo. Vi furono anche avversari della ribellione e dell’indipendenza e ciò fece si che indipendenza americana fosse anche una guerra civile al termine della quale molti lasciarono il nuovo Stato formato in America.

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La vittoria delle colonieLa guerra d’indipendenza durò quasi otto anni, dal 1775 al 1883. Inizialmente l’esercito inglese fece valere la propria superiorità tecnica e militare, ma il tempo e le difficoltà dovute alla lontananza dalla madrepatria lavoravano a favore dei coloni. Significativa la vittoria di Saratoga del 1777; anche la Francia che in guerra al fianco dei coloni, come anche Spagna e Olanda. Nel 1781 ci fu la vittoria decisiva di Yorktown che costrinse gli inglesi alla resa. La guerra fu lunga, dura ed estenuante, i soldati morivano in battaglia e l’aeroporto civile pativa la fame, l’inflazione e la miseria. In questa situazione mutarono intercalari ruoli sessuali e a molte donne spettò il compito di mandare avanti da sole le fattorie.

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La nascita del Stati Uniti d’AmericaAl conflitto parteciparono anche diverse tribù indiane schierate da entrambe le parti: nelle regioni interessate dall’intervento indiano la guerra su se stesso tono particolarmente violento coinvolgendo i civili, le donne e i bambini.

La pace venne stipulata a Parigi il 3 settembre 1783: le colonie inglesi e hanno formalmente ormai indipendenti, ma se ancora chiaro l’assetto politico del 13 nuovi stati avrebbero assunto in futuro. I legami che teneva uniti i vari elementi della neonata confederazione erano ancora estremamente fragili e sottili poiché il reale potere decisionale ed era nelle mani delle assemblee dei singoli stati, mentre il congresso poteva solo emanare raccomandazioni e indicazioni di principio.

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La confederazione assomigliava più a un trattato tra stati sovrani che cooperavano strettamente che ad un unico governo. Per superare queste difficoltà e confusioni si convocò a Philadelphia nel 1787 una convenzione con l’incarico di elaborare una nuova costituzione: la decisione più importanti dei deputati della convenzione fu di trasformare la neonata confederazione in una vera federazione di stati (Hamilton e Madison). La federazione infatti è un vero è proprio stato, guidato livello politico, economico e militare da una forte autorità centrale; in essa i singoli stati conoscevano ampia autonomia, ma il governo federale occupa un posto insostituibile e a lui spetta dirigere la politica estera, l’economia e la guerra.

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Altra preoccupazione dei deputati su quello di impedire la concentrazione dei poteri: il potere legislativo venne conferito ad un congresso, quello esecutivo ad un presidente; il primo venne articolato in un senato, ogni Stato vi avrebbe inviato due senatori, in una camera dei rappresentanti in cui la rappresentanza sarebbe stata proporzionale al numero degli abitanti degli stati. Il congresso poteva imporre tasse e dazi su tutto il territorio del paese. Fin dall’inizio lo scontro si sviluppò tra coloro che volevano potere centrale forte e quelli che esistevano sull’autonomia dei singoli stati. Il potere esecutivo e affidato non ad un governo ma al presidente eletto dal popolo, figura nettamente separato al congresso che nominava ministri e giudici della corte suprema. Egli aveva anche un parziale del più diritto rispetto alle leggi approvate dal Congresso

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Né sistema politico americano il potere giudiziario assunse anche il compito di custode della costituzione. Questa era considerata rigida, cioè non modificabile da leggi ordinarie. A ulteriore tutela dei diritti dei cittadini si oppose gradualmente il principe del cosiddetto diritto-dovere di da parte della corte suprema di valutare la costituzionalità di ogni legge approvata.

L’Inghilterra non possedeva una costruzione scritta, mentre in America si stese una costruzione scritta rigida in grado di proteggere il cittadino americano non l’abuso di potere compiuto dagli organi legislativi: al capriccio della maggioranza si sostituiva la supremazia del diritto costituzionale.

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Il problema della schiavitùAlla fine del 700 gli Stati Uniti erano lo stato più libero del mondo e quello in cui la democrazia era più vicino a trasformarsi in realtà effettiva. Eppure rimaneva il problema della schiavitù che la nuova struttura statale non aveva risolto. La costituzione aveva semplicemente approvato a situazione di fatto, lasciando ogni singolo Stato libero di decidere se adottare o meno la schiavitù, mentre al fine di determinare i contributi fiscali e il numero dei rappresentanti parlamentari inglesi dovevano essere contati in aggiunta totale di abitanti liberi, e solo nella misura di 3/5 del totale. Gli schiavi neri erano considerate persone solo per 3/5! Su questa base giuridica la schiavitù poté restare una caratteristica fondamentale della società americana.

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Brani da leggereLa dichiarazione di indipendenza, pagina 117

Libertà di bianchi, schiavitù dei neri, pag. 127

I costi umani della traversata oceanica, pag. 129

La costituzione come vero sovrano, pag. 130

La guerra per l’indipendenza, pag. 131

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Soldati continentali e moschetto utilizzato

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Cannone storico

artiglieri

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Boston, il rovesciamento dei carichi coloniali

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Tredici colonie indipendenti

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La lotta per l'indipendenza - 1775-1783

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Le colonie inglesi d'America - 1763

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Soldati della guerra d’indipendenza americana

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La resa di Lord_Cornwallis

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Dichiarazione d’indipendenza

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Washington

George Washington: Battle of Princeton

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