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Stagione Sinfonica 2017/2018 2 Concerto pomeridiano in abbonamento Orchestra Arteviva di Milano Coro Theophilus di Milano Alessandra Giudici soprano Magdalena Aparta mezzosoprano Pasquale Tizzani tenore Daniele Caputo basso MATTEO BAXIU direttore 55ª anno dalla fondazione Domenica 5 novembre 2017 ore 17 Teatro Sociale, Sondrio

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Stagione Sinfonica2017/2018

2 Concerto pomeridiano in abbonamento

Orchestra Artevivadi Milano

Coro Theophilusdi MilanoAlessandra Giudicisoprano

Magdalena Apartamezzosoprano

Pasquale Tizzanitenore

Daniele Caputobasso

MATTEO BAXIUdirettore

55ª anno dalla fondazione

Domenica

5 novembre 2017ore 17

Teatro Sociale, Sondrio

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La 55ª stagione 2017-2018 è realizzata in collaborazione con:

ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI Orchestra in residenza

ASSOCIAZIONE AMICI DEL TEATRO SOCIALE DI SONDRIO

con il sostegno di:PROVINCIA DI SONDRIOCOMuNE DI SONDRIOCOMuNE DI SONDALO

con il contributo diB.I.M. BACINO IMBRIfERO MONTANO DELL’ADDAfONDAZIONE PRO VALTELLINA ONLuSfONDAZIONE CREDITO VALTELLINESE

ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MuSICA, SONDALOVia Vanoni, 32 - 23035 Sondalo (SO)Tel. 348 3256939 - fax 0342 [email protected]. fisc.: 83002220149 - P. IVA 00553720145

AMICI DELLA MuSICA SONDALO

Periodico di cultura musicale e spettacolo

Direttore Responsabile: IRENE TuCCI

Editore:AMICI DELLA

MuSICA, SondaloAutorizzazione Tribuna-

le di Sondrio nr. 214Registro Stampa del

2.10.1990

Stampa: Lito Polaris - Sondrio

AssociazioneAMICI DELLA MuSICA,

SONDALOConsiglio direttivo

(NOMINA ASSEMBLEARE)

Sergio Dagassopresidente

Edoardo Trinca Colonel, vicepresidente

Roberto Spagnolisegretario

Carlo Bonazzi, franca Della Patrona,

flavia Gobbi frattini, Anna-lisa Graneroli, Marco Leone,

Massimo Brambilla, Lucio Schiantarelli,

Carlo Varenna,consiglieri

(NOMINA CONSIGLIARE)

Lorenzo Passerinidirettore musicale

Gianna Manoni settore danza

Alfonso Albertiautore dei testi di sala

Collaboratori:Ivan Mambrettiufficio stampa

Bianca Bianchi e Alba Pasquinoli

biglietteriaErminia Peiti

soci Jacques Guilbaud

palcoscenicoDaniela Maffi e Ilia Tomè,

sala teatro e foyer - Bruno Pozzi

servizi tecnici

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Programma

Wolfgang Amadeus Mozart(1756-1791)

Ave verum corpus, mottetto in re maggiore per coro, archi ed organo (K. 618)

Ave verum Corpusnatum de Maria Virgine,vere passum, immolatumin cruce pro homine.

Cujus latus perforatumunda fluxit et sanguine,esto nobis praegustatumin mortis examine.

Ave, o vero corpo,nato da Maria Vergine,che veramente patì e fu immolatosulla croce per l’uomo,

dal cui fianco squarciatosgorgarono acqua e sangue:fa’ che noi possiamo gustartinella prova suprema della morte.

Requiem in re minore per soli, coro ed orchestra (K. 626)

REQuIEM AETERNAM (Coro e Soprano)

Requiem aeternam dona eis. Domine,et lux perpetua luceat eis.Te decet hymnus, Deus, in Sion,et tibi reddetur votum in JerusalemExaudi orationem meam;ad te omnis caro veniet.Requiem aeternam dona eis, Domine,et lux perpetua luceat eis.

L’eterno riposo dona loro, o Signore,e splenda ad essi la luce perpetua.A te si addice la lode. Signore, in Sion,e a te sia sciolto il voto in Gerusalemme.Ascolta la mia preghiera,a te ritorna ogni anima mortale.L’eterno riposo dona loro, o Signore,e splenda ad essi la luce perpetua.

KYRIE (Coro)

Kyrie eleison; Christe eleison;Kyrie eleison; Christe eleison;Kyrie eleison; Christe eleison;

Signore, pietà,Cristo, pietà,Signore, pietà.

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DIES IRAE (Coro)

Dies irae, dies illa,Solvet saeclum in favilla,Teste David cum Sibylla.

Quantus tremor est futurus,Quando Judex est venturus,Cuncta stricte discussurus!

Giorno d’ira, quel giornodistruggerà il mondo in faville,com’è attestato da Davide e dalla Sibilla.

Quanto grande sarà il terrorequando verrà il giudicea valutare ogni cosa severamente.

TuBA MIRuM (Soli)

Tuba mirum spargens sonum,Per sepulchra regionum,Coget omnes ante thronum.

Mors stupebit et naturaCum resurget creatura,ludicanti responsura.

Liber scriptus profereturin quo totum continetur,Unde mundus judicetur.

Judex ergo cum sedebitQuidquid latet apparebit.Nil inultum remanebit.

Quid sum miser tunc dicturus?Quem patronum rogaturus,Cum vix justus sit securus?

una tromba, con un suono mai prima uditotra i sepolcri delle nazionitutti sospingerà davanti al trono.

Stupefatte saranno Morte e Naturaquando ogni creatura risorgeràper rispondere a colui che giudica.

Sarà portato un libro scrittoin cui tutto è annotatoper giudicare il mondo.

Quando il giudice si sarà assisotutto ciò che era nascosto appariràe nulla resterà impunito.

Che dirò allora io, misero?a quale avvocato mi appelleròse a mala pena il giusto è sicuro ?

REX TREMENDAE (Coro)

Rex tremendae majestatis.Qui salvandos salvas gratis.Salva me, fons pietatis.

Re di tremenda maestàche salvi per la tua grazia,salvami, o fonte di misericordia.

RECORDARE (Soli)

Recordare, Jesu pie,quod sum causa tuae viae.Ne me perdas illa die.

Ricordati, o pio Gesùche io sono la cagione del tuo cammino:fa’ ch’io non mi perda quel giorno.

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Quaerens me sedisti lassus,Redemisti crucem passus:Tantus labor non sit cassus.

Juste judex ultionis,Donum fac remissionisAnte diem rationis.

Ingemisco tamquam reus.Culpa rubet vultus meus:Supplicanti parce, Deus.

Qui Mariam absolvisti,Et latronem exaudisti,Mihi quoque spem dedisti.

Preces meae non sunt dignae,Sed tu, bonus, fac benigneNe perenni cremer igne.

Cercandomi, ti sedesti stancoe mi redimesti, soffrendo sulla croce:tanto dolore non sia vano!

Giusto giudice vendicatore,concedimi la grazia della remissioneprima del giorno della sentenza.

In quanto reo mi lamento,il mio volto arrossisce per la colpa:risparmia chi ti supplica, o Dio.

Tu assolvesti Mariaed esaudisti il ladrone;anche a me hai dato speranza.

Le mie preghiere non sono degne,ma tu, clemente, fa benignamentech’io non arda in eterno nel fuoco.

Inter oves locum praesta,Et ab haedis me sequestra,Statuens in parte dextra.

Offrimi un posto tra le pecorellee separami dai caproniponendomi alla tua destra.

CONfuTATIS (Coro)

Confutatis maledictis,Flammis acribus addictis,Voca me cum benedictis.

Oro supplex et acclinis,Cor contritum quasi cinis,Gere curam mei finis.

Confutati i maledettie condannati alle fiamme ardenti,chiamami tra i benedetti.

Ti prego, supplicando e prostrandomi,il cuore ridotto quasi in cenere,prenditi cura della mia fine.

LACRIMOSA (Coro)

Lacrimosa dies illa,Qua resurget ex favilla,Judicandus homo reus.

Huic ergo parce, Deus:Pie Jesu, Domine,Dona eis requiem. Amen.

Giorno di pianto quelloin cui risorgerà tra le favilleil colpevole, per essere giudicato.

Abbi pietà di costui, o Dio.Pio Gesù, Signore,dona loro l’eterno riposo. Così sia.

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DOMINE JESu CHRISTE (Coro)

Domine, Jesu Christe, Rex gloriae, libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni, et de profundo lacu. Libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas Tartarus, ne cadant in obscurum: sed signifer sanctus Michael repraesentet eas in lucem sanctam, quam olim Abrahae promisisti et semini eius.

0 Signore Gesù Cristo, Re di Gloria, libera le anime di tutti i fedeli defunti dalle pene dell’inferno e dal profondo abisso: liberale dalle fauci del leone affinchè non le inghiotta il Tartaro e non cadano nell’oscurità: ma il vessillifero San Michele le riporti alla santa luce che un giorno promettesti ad Abramo e alla sua discendenza.

HOSTIAS (Coro)

Hostias et preces tibi. Domine, laudis offerimus: tu suscipe pro animabus illis, quarum hodie memoriam facimus; fac eas, Domine, de morte transire ad vitam, quam olim Abrahae promisisti et semini eius.

Sacrifici e preghiere in tua lode ti offriamo, o Signore: tu accettali per quelle anime che oggi ricordiamo: fa’ che possano passare dalla morte alla vita eterna.

SANCTuS (Coro)

Sanctus, sanctus, sanctus, Dominus Deus Sabaoth.Pieni sunt caeli et terra gloria tua.Hosanna in excelsis.

Santo Santo Santo il Signore Dio degli esercitiI cieli e la terra sono pieni della tua gloriaOsanna nell’alto dei cieli

BENEDICTuS (Soli)

Benedictus qui venit in nomine Domini. Benedetto colui che viene nel nome del Signore

HOSANNA (Coro)

Hosanna in excelsis. Osanna nell’alto dei deli

AGNuS DEI (Coro)

Agnus Dei qui tollis peccata mundi,dona eis requiem.Agnus Dei qui tollis peccata mundi,dona eis requiem.Agnus Dei qui tollis peccata mundi,dona eis requiem sempiternam.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,dona loro il riposo.Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,dona loro il riposo.Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,dona loro l’eterno riposo.

LuX AETERNA (Soprano e Coro)

Lux aeterna luceat eis, Domine, cum sanctis tuis in aeternum quia pius es. Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis, cum sanctis tuis in aeternum, quia pius es.

La luce eterna splenda ad essi, o Signore, con i tuoi santi in eterno poiché tu sei misericordioso. L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua con i tuoi santi in eterno poiché tu sei misericordioso.

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L’opus ultimum di un compositore ha un fascino particolare; un fascino di cui poi magari si abusa, facendolo entrare in meccanismi pubblicitari, ma che è impossibile negare.

L’aura speciale dell’ultima opera sussiste anche nel caso di brani regolarmente completati: basti pensare alle Geistervariationen (Variazioni sul tema degli spiriti) di Schumann, ultimate pochi giorni prima di entrare in manicomio, o a quel tema in la bemolle che a lungo fu considerato l’ultima pagina musicale di Wagner e che, complice Luchino Visconti nel suo film Ludwig, si rivestì di un fascino tutto particolare. È chiaro però che nel caso di opere lasciate incompiute la suggestione aumenta, perché al fascino dell’ultima opera si aggiunge quello del non finito. Limitandoci a pochi esempi: l’Arte della fuga di Bach, la Decima sinfonia di Mahler, la Lulu di Berg e, appunto, il Requiem di Mozart. (Lasciamo fuori dall’elenco, nonostante il titolo, l’Incompiuta di Schubert, che come altri non finiti schubertiani è ben lungi dall’essere un’opera ultima: diritto di compositore, d’altronde, quello di non finire un’opera, anche se ce ne sarebbe tutto il tempo).

A pochi mesi dall’anno debussiano (nel 2018 ricorrerà il centenario della morte) ricordiamo invece il caso del compositore francese. Dei caratteri distintivi del perfetto testamento spirituale, parecchi li troviamo in Debussy nel suo ultimo dramma incompiuto, La caduta di casa Usher, su soggetto di Poe: il non finito, appunto, e il fatto che Debussy lavorò agli abbozzi fin quasi all’ultimo, ma anche il carattere arcano dell’opera e il parallelismo fra la malattia del protagonista Roderick usher e quella del compositore. Mentre invece l’ultima composizione completata da Debussy, la Sonata per violino e pianoforte, si candida a opus ultimum con armi totalmente diverse, mascherandosi dietro a una facciata tutta briosa. Tanto che l’autore dopo aver completato la sua ultima creatura sentì di dover mettere in guardia l’ascoltatore: «Per una contraddizione del tutto umana, [questa Sonata] è piena di gioioso tumulto. In futuro, diffidate dunque delle opere che sembrano librarsi al settimo cielo, potrebbero essere cresciute nelle tenebre malsane di un cervello distrutto».

Ma torniamo a Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791) e al suo Requiem K 626 (1791).

In molti fra i lettori avranno in mente una certa scena cinematografica. Mozart è al tavolo da lavoro. Ogni tanto tossisce. Ha davanti a sé una bottiglia dalla quale, senza nemmeno staccare gli occhi dal foglio (e questo ci dice che il gesto è già stato compiuto innumerevoli volte), versa vino in un bicchiere.

Nel frattempo uno sconosciuto vestito interamente di nero, ampio mantello, copricapo e maschera che coprono interamente testa e

Opus ultimum

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volto, attraversa uno stretto vicolo. Nuova inquadratura su Mozart, che beve il bicchiere di vino in un solo sorso. Di nuovo lo sconosciuto, che si avvicina a casa Mozart. Rapidi colpi alla porta. Mozart apre. E vede il visitatore, di cui ora anche noi vediamo per la prima volta in primo piano la maschera: è una maschera intera, che lascia scoperti solo gli occhi, ed è dolente come l’immagine classica della Tragedia.

«Herr Mozart?»

(segno di assenso di Mozart, incapace di proferire parola)

«Sono venuto per commissionarle un lavoro»

«Che lavoro?»

«una messa per un morto»

«un morto? Chi è morto?»

«un uomo che ha meritato una messa da requiem e non ne ha mai avuta una»

«Chi siete voi?»

«Sono solo un messaggero. Accettate? Sarete ben pagato» (porge un sacchetto tintinnante e poi, dopo l’esitazione di Mozart, ripete:) «Accettate?»

(Mozart prende il sacchetto e lo fruga freneticamente, scoprendo il ricco contenuto)

«Lavorate velocemente. E assicuratevi di non dire a nessuno cosa fate. Ci rivedremo presto»

Lo sconosciuto si volta e la maschera intera frontale, quella della Tragedia, lascia il posto a una seconda maschera posta sulla nuca, che invece ha le labbra immobilizzate in un sorriso, come la classica immagine della Commedia. Lo sconosciuto scende le scale, mentre dietro di lui sul muro si proietta una grande ombra, che essa pure comincia a scendere.

Ecco: ci sono buoni motivi per sospettare che questa bellissima scena, tratta dal celeberrimo e pluripremiato film Amadeus di Miloš forman, non si sia mai verificata nella realtà, nemmeno in maniera approssimata. La versione che della morte di Mozart si dà nel film risale a un dramma di Puškin, Mozart e Salieri, in cui l’autore immagina un Salieri dominato da due opposti sentimenti: ammirazione e invidia per il genio di Mozart.

Per questo motivo Salieri ordirebbe – senza poi riuscire a realizzarlo del tutto – il diabolico piano di commissionare anonimamente un requiem a Mozart, provocarne la morte e poi spacciarlo per proprio.

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Il requiem, che Salieri non dubita sarebbe il capolavoro di Mozart, verrebbe poi eseguito proprio ai funerali di quest’ultimo e a nome Salieri, decretando perciò il trionfo dell’italiano. Tutti ne resterebbero beffati: gli ascoltatori, ovviamente, ma persino Dio stesso, che vedrebbe profanata l’opera di colui a cui (ingiustamente, a giudizio di Salieri) aveva voluto donare tanto genio. Il piano però non riesce: Mozart muore prima di poter completare l’opera ed è come se, lo diciamo rubando le parole a Salieri, Dio avesse preferito distruggere «il suo beniamino, piuttosto che lasciare che la mediocrità offuscasse una particella della sua gloria».

Questa la finzione di Puškin, poi ripresa dal drammaturgo inglese Peter Shaffer e infine dal film. Quel che sappiamo della realtà, invece, è che il committente del Requiem non era per nulla sconosciuto a Mozart (come non solo la finzione di Puškin, ma anche la versione tramandata dalla vedova Mozart vorrebbe); ci sono buoni motivi per pensare, anzi, che Mozart il suo committente lo avesse anche incontrato di persona più volte. La persona in questione, certo conte franz von Walsegg zu Stuppach, ventotto anni, musicista dilettante, era fra le altre cose proprietario di un palazzo viennese dove abitava Michael Puchberg, uno dei principali creditori di Mozart. E ci sono motivi per pensare che il conte avesse diretto la prima esecuzione delle Ultime sette parole di Cristo sulla croce di Haydn, esecuzione a cui è probabile Mozart fosse presente.

Bene, il conte con Walsegg commissionò un requiem in memoria della moglie, morta ventenne. fin qui nulla di strano. Ma ciò che per molto tempo, nell’arruffata storia di misteri e leggende nata intorno al Requiem, fu tenuto nascosto, è che il conte inserì una clausola del tutto anomala nel contratto: Mozart avrebbe scritto il requiem, avrebbe intascato la commissione, e a quel punto il conte avrebbe avuto il diritto di spacciare il brano per suo. C’è motivo di credere che il turbamento di Mozart, testimoniato all’epoca del Requiem, derivasse da questa circostanza, e non da una presunta fobia legata alla tematica funebre della commissione (e alla versione del «messaggero in grigio» ben presto circolata).

Il conte von Walsegg ce l’aveva già da prima, l’abitudine ad appropriarsi dell’opera dell’ingegno altrui. Musicisti che suonarono per lui riferirono quello che accadeva nella sua sala da musica: musiche da lui ricopiate senza indicazione di autore, che venivano poste sui leggii con l’implicito suggerimento che probabilmente era stato il signore di casa, a comporle. «Non vedemmo mai una partitura originale. Suonavamo i quartetti cercando di indovinare l’autore».

Morto Mozart (per cause naturali, precisiamo, anche se non

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definibili nei dettagli), ebbe inizio l’intreccio di finzioni romanzesche. una cosa si può dire, senza troppi timori: fin dall’inizio l’aura di capolavoro tormentato che ruota intorno al Requiem fu ardentemente e “operativamente” auspicata da Constanze Mozart, vedova del compositore. Sempre senza troppi timori si può aggiungere che considerazioni di ordine commerciale non furono di certo estranee alla sua linea d’azione in merito alle questioni connesse: il completamento della partitura, la sua attribuzione, la sua vendita e divulgazione, le notizie da render note, tacere oppure “adattare” nelle prime biografie. Non è qui il luogo per seguire più nel dettaglio queste vicende intricatissime, su cui solo nel Novecento si è fatta parzialmente luce. Piuttosto, spendiamo un’ultima parola sulla musica.

Lo spettro dei pareri va dalla voce di chi considera il Requiem un capolavoro che si staglia solitario persino al di sopra del resto della produzione mozartiana, fino a quella di coloro che non amano l’opera e addirittura pensano che la prospettiva di cederne la paternità abbia indotto Mozart a porre un freno alla compiutezza della propria ispirazione.

Grosso modo oggi si considerano autenticamente compiuti dal compositore l’Introitus, il Kyrie, e parte del Dies Irae, mentre la parte restante della versione comunemente eseguita sarebbe stata composta dall’allievo franz Xaver Süssmayr (il condizionale è d’obbligo: periodicamente nuove scoperte d’archivio tendono a spostare un po’ in qua oppure in là la linea di demarcazione fra finito – o quanto meno abbozzato – e non finito).

La necessità di dare sostanza musicale a un’incompiuta (ma invece Constanze attribuisce il fatto a precise disposizioni di Mozart) indussero Süssmayr a riutilizzare la musica che apre il Requiem nel pezzo conclusivo: la Communio riprende Introitus e Kyrie. La linea spezzata (con un po’ di pathos si potrebbe dire: spezzata dalla morte dell’autore) si chiude infine in un cerchio.

È probabilmente impossibile ascoltare questa ultima composizione mozartiana con animo davvero vergine, sciogliendo la musica dall’aura che la circonda tutta; romanzo e realtà sonora si intrecciano in maniera inestricabile.

Certo è che l’ascolto del Requiem (che in questo programma verrà preceduto dal breve e bellissimo Ave Verum Corpus K 618, sempre del 1791) non lascia indifferenti; e tutto sommato piace pensare che in questa emozione le note di Mozart, e non tutta la costellazione che ruota loro intorno, abbiano il peso determinante.

Alfonso Alberti

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Orchestra da camera Arteviva Coro Theophilus di Milano

fondata nel 2003, l’organico completo è formato da circa 40 musicisti professionisti che provengono dalle più importanti orchestre italiane (Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, I Solisti Veneti, Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Orchestra filarmonica della Scala ed altre). L’Orchestra tiene stabilmente una propria Stagione Musicale con pro-grammi eterogenei ed articolati che abbracciano un ampio arco tempo-rale, dal periodo barocco fino a composizioni di autori contemporanei. Dall’anno 2009 le Stagioni Musicali dell’Orchestra hanno la propria sede stabile nella Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano. E’ altresì una tradizione consolidata che l’Orchestra inauguri e termini le proprie Sta-gioni concertistiche nella bellissima cornice della chiesa duecentesca di San francesco d’Assisi a Brescia. Tutti i concerti hanno sempre ottenuto ottimi riscontri sia per la qualità dei programmi presentati sia per la cura del lavoro musicale svolto sotto la guida del direttore stabile Matteo Baxiu.

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Matteo Baxiu, direttore

Direttore di coro e d’orchestra, ha iniziato gli studi musicali a Brescia nel 1986 ed ha proseguito la sua formazione studiando al Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra di Milano, all’Accademia Musicale Pescarese e all’Accademia Internazionale della Musica di Milano.Ha frequentato il “Corso internazionale di direzione di coro e d’orche-stra” dell’Estate Musicale frentana di Lanciano, ed in quella occasione ha avuto modo di lavorare con Piero Bellugi. Ha studiato composizione con Arturo Sacchetti. Possiede inoltre una solida formazione umanistica avendo conseguito la laurea in Lettere Classiche presso l’università Statale di Milano. Nel 1995 ha fondato il Coro Polifonico Theophilus e da allora si è dedicato attivamente alla direzione di coro sviluppando un’ottima esperienza e sensibilità per la musica corale. Ha diretto i grandi capolavori sacri del periodo barocco e classico tra cui la “Johannes-Passion” di Bach, la “Grande Messa” KV 427 e il Requiem di Mozart, la “Nelsonmesse”, la “Theresienmesse”, l’”Harmoniemesse” e “Le sette ultime parole” di Haydn, le Messe D167 e D950 di Schubert. In campo sinfonico, ha eseguito musiche di Brahms (“Ein Deutsches Requiem”), Grieg, Mahler, Prokofiev, Britten e Stravinskij. Accanto ai grandi classici ha proposto esecuzioni di autori del Novecento e musi-che meno note al grande pubblico, in particolare di compositori inglesi (Holst, Warlock, Gerard finzi e Vaughan Williams). La sua esecuzione del Requiem di Mozart, registrata presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano, è stata pubblicata dalla casa discografica Kicco Classic.

Alessandra Giudici, sopranoInizia giovanissima gli studi musicali entrando a far parte del “Coro di voci bianche” del Teatro alla Scala di Milano, diretto da Gerhard Sch-midt Gaden ed in seguito da Nicola Conci, all’interno del quale viene prescelta per svolgere il ruolo di solista sia in opere che in concerti. Sempre come voce bianca solista, ha partecipato all’opera El retablo

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de Maese Pedro di De falla, all’interno del festival Opera Barga, diretta da Sandro Gorli.Si diploma in oboe presso il Conservatorio “G.Verdi” di Milano e, parallelamente allo studio del canto, svolge un’intensa attività corale e strumentale (sia orchestrale che cameristica), collaborando tra gli altri con Niksa Bareza, Marco Berrini, Giampaolo Bisanti, filippo Maria Bressan, Bruno Casoni, Alfonso Caiani, Massimiliano Caldi, Bruno Ca-nino, Carlo De Martini, Enrique Mazzola, Giuseppe Garbarino, Gianluigi Gelmetti, Dimitrij Kitajenko, Antonello Manacorda, Ennio Morricone, Stefano Ranzani, Corrado Rovaris, Roberto Rizzi Brignoli, Aldo Sisillo e Emmanuel Villaume.Ha studiato all’Accademia per Artisti del coro del Teatro alla Scala e al Conservatorio Verdi di Milano, diplomandosi in canto sotto la guida di Rosina Crosatti e in Musica Vocale da Camera a indirizzo barocco, sotto la guida di Daniela uccello. Ha preso inoltre parte a masterclass con Luciana Serra e Rita Orlandi Malaspina, ed è stata docente di oboe presso l’Orchestra di fiati della Valtellina.Nel 2002 debutta come solista nell’opera Agenzia matrimoniale di Roberto Hazon, e successivamente è Carlotta in Poche ma buone di ferdinando Paër. Ha fatto parte del Coro Camerata Ruben Jais, spe-cializzato in musica del Novecento, e dei cori Ars Cantica Choir e Arion Choir, spaziando dal repertorio medievale a quello contemporaneo. Ha collaborato con I Madrigalisti Ambrosiani. Collabora inoltre con il Coro del Gran Teatro La fenice di Venezia e con il Coro del Teatro alla Scala di Milano. Si è perfezionata con Sergio Bertocchi e Mirella freni, ed è seguita da Marinella Pennicchi anche per il canto barocco.

Magdalena Aparta, mezzosopranoNata a Lodz (Polonia), ha compiuto gli studi musicali nella sua città, diplomandosi in violoncello e canto. Ha inoltre conseguito presso il Conservatorio di Milano i diplomi di Canto lirico e Musica vocale da camera nonché la laurea di secondo livello in Canto. Sempre a Milano ha frequentato il corso post-diploma biennale con specializzazione in musica antica.E’ attiva sia nel repertorio lirico che in quello sacro e da camera. Nu-merosi i ruoli solistici teatrali da lei interpretati in opere quali Le nozze di Figaro, L’oca del Cairo di Mozart, Il Parnaso confuso di Gluck, Il matrimonio segreto di Cimarosa, oltre a opere di Verdi, Mascagni, Puccini. Ha cantato come solista numerosi capolavori del repertorio sacro; dal 1998 è docente presso la Scuola Civica di Musica di Sesto San Giovanni. Si esibisce regolarmente per le più importanti società concertistiche italiane ed estere (New York, Parigi, Lugano, Varsavia,

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Roma, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Cagliari, Pisa, Torino, Napoli) al fianco di importanti musicisti. Ha registrato un ciclo di DVD con musica antica per l’università di Tokio, ha inciso le romanze di Turibio Baruzzi, per l’etichetta Sheva e Moniuszko per Agorà.

Pasquale Tizzani, tenoreNato a Napoli  , siè diplomato presso il Conservatorio della sua città perfezionandosi successivamente con Arrigo Pola, Sesto Bruscantini, Gianni Raimondi, Veriano Luchetti e Nunzio Todisco. È stato finalista del Concorso Lirico Internazionale”Luciano Pavarotti Opera Company of Philadelphia”. Ha effettuato diverse pubblicazioni di CD e DVD per la N.O.N. e J.S.B. Nel 1993 ha fondato l’associazione musicale Piero Monaci “Nuova Orchestra Napoletana”, oggi “Orche-stra Atinate”, di cui è direttore stabile e con essa ha indetto nel 1997, il Concorso per giovani cantanti lirici sul ‘700 italiano “Samuele Pagano”, che prevede il debutto dell’opera in concorso, da parte dei vincitori. Nel 2008 ha fondato il 1° Concorso Lirico Internazionale: “Atena Opera festival”.  Svolge una intensa attività artistica sia nel genere sacro che profano. Dal 2014, contemporaneamente all’attività concertistica, è stato nominato dal Conservatorio di Avellino referente didattico per le relazioni con la Cina, dove svolge intensa attività di docente di canto e tenendo numerosi master.

Daniele Caputo, baritonoNato ad Osimo, durante l’adolescenza la passione per la musica lo spin-ge a iniziare gli studi di chitarra elettrica jazz sotto la guida di Augusto Mancinelli. Nel 2011 inizia gli studi di canto da solista con Armando Ario-stini, dedicandosi particolarmente al repertorio mozartiano e rossiniano. Si è esibito con il Coro de LAVERDI in diverse produzioni al Teatro alla Scala. Nel 2012 partecipa al concerto presso “Casa Verdi” in occasione del 199° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi. Nell’aprile 2016 debutta il ruolo di Jesus nella Passione secondo Giovanni di Bach sot-to la direzione di Ruben Jais nei concerti presso Auditorium Laverdi e Duomo di Milano.

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IngressiSOCI: ingresso con abbonamento alla 55ª Stagione 2017-2018 NON SOCI: biglietto posto numerato - PLATEA € 25 (ridotto fino a 25 anni: € 15)1ª GALLERIA € 20 (ridotto € 12) - 2ª GALLERIA € 15 (ridotto € 9)in vendita presso: u.R.P. ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Sondrio (tel. 0342 801312) - Bi-glietteria del Teatro Sociale, a partire dalle ore 19 del giorno del concerto, secondo disponibilità - Vendita online (non sono acquistabili online i biglietti con riduzioni) sul sito del Teatro www.teatrosocialesondrio.it, o su www.vivaticket.it, oppure nei seguenti Punti vendita Vivaticket in provincia: SONDRIO, La Pianola - MORBEGNO, VanRadio - TIRANO, Libreria Il Mosaico.

Progetto “-25” Grazie al contributo stanziato da fondazione Pro Valtellina onlus e da Associazione Alpi in scena, agli studenti delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, agli universitari e agli allievi delle Scuole di Musica della Provincia di Sondrio, di età non superiore a 25 anni, sono riservati ingressi di particolare favore per tutti i concerti in abbonamento della Stagione: Studenti: 5 euro; accompagnatore adulto di studente minorenne: 10 euro. E’ richiesta la prenotazione entro i 10 giorni che precedono la manifesta-zione presso la Civica Scuola di Musica, Danza e Teatro di Sondrio (tel.03422-13136).

Servizio bus navetta gratuito per i soci

PARCHEGGIO AUTO Parcheggio interrato P.za Garibaldi, aperto 24 ore, dopo le ore 19: € 0,50/ora (entrata da Via Alessi)

POSCHIAVO stazione 15,30Li Curt, stazione 15,35Le Prese 15,40Brusio (La Pergola) 15,48Campascio 15,50Campocologno, stazione 15,55Madonna di Tirano - V.le Elvezia 16,00SONDRIO, Teatro - Via Alessi 16,30 PIANTEDO (Ristop) 15,40DELEBIO - (Rist.Stelvio) 15,45Cosio (Galbusera) 15,50Regoledo, farmacia rotonda 15,53MORBEGNO, stazione 16,00Talamona, Nuovo Pignone 16,04Ardenno, bivio 16,08San Pietro, bivio 16,13Castione And. - bivio centro 16,20Sondrio - rotonda via Milano 16,25SONDRIO - Teatro Via Alessi 16,30

SEMOGO 14,45Isolaccia 14,52Piandelvino/fiordalpe 14,55Premadio,bivio 15,00BORMIO Perego 15,10Santa Lucia, ponte 15,14Cepina 15,17SONDALO, Viale Libertà 19,30Grosio 15,37Grosotto 15,40Mazzo/Tovo/Lovero 15,45Sernio 15,48TIRANO - P.za Marinoni 15,55Madonna di Tirano / via Elvezia 16,00Villa di Tirano staz. f.S. 16,05Bianzone staz f.S. 16,08Tresenda staz. f.S 16,11S. Giacomo staz. f.S. 16,15Chiuro staz. f.S. 16,18Ponte staz. f.S. 16,20Tresivio/Piateda staz.f.S. 16,23Montagna piano - loc.Trippi 16,25SONDRIO - Teatro Via Alessi 16,30

N. 2 - 2017Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, DCB Sondrio

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SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO “AMICI DELLA MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014

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Associazione Amici del Teatro Sociale di Sondrio