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POR MOLISE V ALUTAZIONE EX ANTE AMBIENTALE 2. Acqua - 38 - 2 ACQUA 2.1 ANALISI DELLA SITUAZIONE AMBIENTALE 2.1.1 Aspetti qualitativi della risorsa idrica Emissioni e scarichi nei corpi idrici Per quanto riguarda questa tematica le informazioni che seguono non sono in grado di fornire una descrizione dell’intero contesto regionale, in quanto attinte dalla Relazione sullo Stato dell’Ambiente della sola Provincia di Campobasso. Il programma ambiente della provincia di Campobasso ha compreso il catasto degli scarichi pubblici e privati nei corpi d’acqua superficiali ex art. 5 lettera a) della Legge 319/76 e s.m., con l’obiettivo di localizzare tutti gli scarichi, individuare i corpi d’acqua ricettori e determinare i probabili agenti inquinanti. Le notizie rilevate, conformemente a quanto indicato nell’Allegato I Cap. III della Delibera del Comitato Interministeriale per la tutela delle acque del 4 febbraio 1977, hanno riguardato: - titolare dello scarico; - tipo di insediamento; - tipologia del corso d’acqua ricettore; - tratto o sponda interessati dallo scarico; - localizzazione del punto di scarico; - l’entità dei prelievi continui e periodici; - i volumi annui degli scarichi; - l’esistenza di impianti di depurazione; Nel corso dell’anno 1998, sono stati censiti 145 scarichi, suddivisi principalmente tra i bacini idrografici del Fiume Trigno (46), dei torrenti Tecchio e Sinarca (46) e in parte del fiume Biferno (44) e del Vallone Madonna Grande (9). Non sono stati rilevati gli scarichi sul torrente Saccione. I Comuni maggiormente interessati (Figura 2.1) da tale censimento sono risultati quelli di Termoli (43), Montenero di Bisaccia (32) e Campomarino (11); la maggioranza degli scarichi risulta quindi localizzata lungo la costa.

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2 ACQUA 2.1 ANALISI DELLA SITUAZIONE AMBIENTALE

2.1.1 Aspetti qualitativi della risorsa idrica

Emissioni e scarichi nei corpi idrici

Per quanto riguarda questa tematica le informazioni che seguono non sono

in grado di fornire una descrizione dell’intero contesto regionale, in quanto attinte dalla Relazione sullo Stato dell’Ambiente della sola Provincia di Campobasso.

Il programma ambiente della provincia di Campobasso ha compreso il catasto degli scarichi pubblici e privati nei corpi d’acqua superficiali ex art. 5 lettera a) della Legge 319/76 e s.m., con l’obiettivo di localizzare tutti gli scarichi, individuare i corpi d’acqua ricettori e determinare i probabili agenti inquinanti.

Le notizie rilevate, conformemente a quanto indicato nell’Allegato I Cap. III della Delibera del Comitato Interministeriale per la tutela delle acque del 4 febbraio 1977, hanno riguardato: - titolare dello scarico; - tipo di insediamento; - tipologia del corso d’acqua ricettore; - tratto o sponda interessati dallo scarico; - localizzazione del punto di scarico; - l’entità dei prelievi continui e periodici; - i volumi annui degli scarichi; - l’esistenza di impianti di depurazione;

Nel corso dell’anno 1998, sono stati censiti 145 scarichi, suddivisi

principalmente tra i bacini idrografici del Fiume Trigno (46), dei torrenti Tecchio e Sinarca (46) e in parte del fiume Biferno (44) e del Vallone Madonna Grande (9). Non sono stati rilevati gli scarichi sul torrente Saccione.

I Comuni maggiormente interessati (Figura 2.1) da tale censimento sono risultati quelli di Termoli (43), Montenero di Bisaccia (32) e Campomarino (11); la maggioranza degli scarichi risulta quindi localizzata lungo la costa.

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Relativamente alla tipologia degli insediamenti, su 145 scarichi accertati, 119 provengono da insediamenti civili (di cui 58 da abitazioni e 23 da depuratori comunali, 14 da case coloniche (Figura 2.2), mentre i restanti 26 (Figura 2.3) hanno origine da insediamenti produttivi (per una buona metà si tratta di impianti di produzione inerti o simili). Figura 2.1 Numero di scarichi censiti per Comune, 2002

43

1

4

1

7

2

32

2

5

5

6

4

1

4

6

7

1

1

1

11

1

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

Termoli

S. Giacomo Sch

Petacciato

Montenero

Montefalcone

Mafalda

Lucito

Guglionesi

Civitacampomarano

Castelbottaccio

Acquaviva Coll

Fonte: Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Campobasso, 2002

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Figura 2.2 Ripartizione degli scarichi civili censiti

Abitazioni49%

Case coloniche 12%

Insediamenti Turistici 7%

Insediamenti agricoli4%

Insediamenti alberghieri

3%Altri6%

Depuratori comunali19%

Fonte: Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Campobasso, 2002

Figura 2.3 Ripartizione degli scarichi industriali censiti

Abbigliamento8%

Produzione inerti e simili53%

Altri19%

Ittica 8%

Lavorazione marmi12%

Fonte: Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Campobasso, 2002

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Qualità delle acque interne superficiali

La descrizione della qualità dei corpi idrici superficiali della regione Molise

viene qui presentata suddivisa in due sezioni relative, rispettivamente ai Fiumi principali (quelli, cioè, di primo ordine rispetto ai bacini idrografici di appartenenza) ed ai Laghi (nella fattispecie, tutti di tipo artificiale).

FIUMI

I principali corsi d’acqua della Regione sono: - per la Provincia di Campobasso: i fiumi Biferno, Trigno e Fortore ed alcuni

torrenti tra cui il Callora, il Quirino, il Tammaro, il Sinarca, il Saccione ed il Tappino;

- per la Provincia di Isernia: i fiumi Volturno, Trigno (che riceve notevoli contributi idrici dal torrente Verrino) e Sangro. Il bacino del fiume Biferno (di cui il torrente Rio è l’affluente principale) interessa solo marginalmente il territorio provinciale. I bacini idrografici principali sono tre: “Biferno e Minori” interamente

compreso nel territorio regionale, “Saccione e Fortore” e “Trigno”, quest’ultimi in comune, rispettivamente, con la Puglia e con l’Abruzzo. Inoltre, ricadono in territorio molisano anche piccole porzioni del bacino del Volturno e di quello del Sangro. Per la quantificazione dello stato di qualità sono stati utilizzati sia indici di natura chimica e microbiologica (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori - LIM) che indici sintetici relativi allo stato ambientale ed ecologico dei corpi idrici (Indice Biotico Esteso, Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua, Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua, Throphic State Index). Poiché per legge il periodo di riferimento deve essere di 24 mesi, è stato considerato il periodo 1998- 1999.

Relativamente ai livelli di contaminazione chimica e microbiologica delle

acque superficiali è possibile osservare in tabella 2.4 il risultato della valutazione complessiva dei parametri effettuata per la determinazione del LIM1. I valori specifici assunti da ciascun parametro vengono, invece, presentati in Appendice

1 Il LIM si calcola attribuendo dei punteggi ai valori del 75° percentile di alcuni parametri chimici e microbiologici

nell’arco dei due anni di riferimento. I parametri considerati sono: Azoto (nitrico, nitroso ed ammoniacale), percentuale di saturazione dell’ossigeno, BOD5, COD, concentrazione media della carica batterica (rappresentata da Coliformi fecali in sostituzione di Escherichia coli in quanto quest’ultimo non era disponibile per il biennio di riferimento e i dettami delle letteratura considerano il primo parametro sovrapponibile a quello richiesto).

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Statistica (tabelle 2.1, 2.2, 2.3 e 2.4). In generale il livello regionale di qualità delle acque in relazione al carico di

inquinanti può essere definito accettabile. Si riscontra una maggiore frequenza della contaminazione microbiologica rispetto alla contaminazione chimica, tanto che quest’ultima può essere ritenuta percentualmente bassa.

Il quadro microbiologico di non conformità, collegato quasi sempre ai coliformi totali, streptococchi totali e fecali, si trova nella provincia di Isernia perché, invero, in quest’ultima è più diffusa la presenza di piccole reti locali, gestite dalle Amministrazioni Comunali, per le quali le carenze strutturali sono più marcate. Più volte è stata riscontrata la presenza di Pseudomonas aeruginosa, raramente quella di batteriofagi, mai quella di salmonella.

La contaminazione chimica riguarda invece, più spesso, la presenza di composti dell’azoto, quali l’azoto nitroso e nitrico. Piuttosto insolita è, invece, la presenza “fuori tabella” di metalli (in qualche caso ferro e manganese); si è esclusa, fino ad ora quella di residui di pesticidi tra i principi attivi comunemente ricercati.

Per quanto riguarda lo stato ecologico ed ambientale dei corpi idrici, i dati

disponibili consentono, oltre la quantificazione dello stato di qualità dei corpi idrici significativi (designati in base alle specifiche del D.Lvo 152/99), anche il collegamento dei risultati con gli eventuali fattori di pressione. I risultati delle elaborazioni sono riportati in tabella 2.4. Inoltre si riporta la “Carta della Qualità delle Acque Superficiali del Molise” (Figura 2.5) dove sono stati riportati, oltre ai codici delle stazioni di campionamento, anche gli impianti di depurazione che gravitano sui corsi d’acqua considerati. I dati relativi ai fattori di pressione, in particolare alla quantità di carico inquinante sversato nei fiumi, sono disponibili nell’Appendice Statistica (schede di “Analisi del Territorio”: tabelle 2.5, 2.6, 2.7 e 2.8) dove, per ogni bacino idrografico, vengono specificati il n° totale di impianti di depurazione, distinti in funzionanti e non funzionanti, il n° di abitanti incidenti, distinti in depurati e non depurati, il n° dei caseifici, degli allevamenti zootecnici e delle eventuali industrie presenti in prossimità dei corpi idrici.

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Tabella 2.4 Classificazione Stato Ecologico Corpi Idrici Significativi – Stagione di campionamento 1998-1999

Cod. Corpo idrico Comune Provincia L.I.M.

I.B.E. Indice Biotico Esteso

S.E.C.A. Stato

Ecologico

S.A.C.A. Stato

Ambientale

01 Boiano Campobasso 2 9,5 2^ classe 2^ classe 02 Colle d'Anchise Campobasso 2 9,0 2^ classe 2^ classe 03 Castropignano Campobasso 3 7,7 3^ classe 3^ classe 04 Limosano Campobasso 3 05 Morrone del Sannio Campobasso 3 6,0 3^ classe 3^ classe 06 Larino Campobasso 2 8,0 2^ classe 2^ classe 07 Guglionesi Campobasso 2 38

Fiume Biferno

Termoli Campobasso 3 4,6 4^ classe 4^ classe 42 Rotello Campobasso 3

09

Torrente

Saccione

Campomarino Campobasso 3

13 Vastogirardi Isernia 2 2^ classe 2^ classe 14 Pescolanciano Isernia 2 2^ classe 2^ classe

15 Civitanova del Sannio

Isernia 2 10,5 2^ classe 2^ classe

44 Salcito Campobasso 2 11,0 2^ classe 2^ classe 16 Trivento Campobasso 2 9,0 3^ classe 3^ classe 17 Mafalda Campobasso 2 9,0 2^ classe 2^ classe

18

Fiume Trigno

Montenero di Bisaccia Campobasso 3 7,4 3^ classe 3^ classe

20 Agnone Isernia 4 8,0 4^ classe 4^ classe

21

Torrente

Verrino Civitanova del

Sannio Isernia 2 8,0 2^ classe 2^ classe

41 Fiume Fortore

Gambatesa Campobasso 3

22 Cerro a Volturno Isernia 2 23 Colli a Volturno Isernia 2 24 Monteroduni Isernia 2 9,0 2^ classe 2^ classe 25 Venafro Isernia 2 34

Fiume Volturn

o

Sesto Campano Isernia 2 Fonte: “Il monitoraggio delle acque superficiali della regione Molise” - ARPA Molise.

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Figura 2.5 - Carta della Qualità dei Corpi Idrici Superficiali della Regione Molise

Classi di qualità

GiudizioCol. di

rif.Classe I ELEVATOClasse II BUONOClasse III SUFFICIENTEClasse IV SCADENTEClasse V PESSIMO

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In tabella 2.4 sono riportati i dati relativi al Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (L.I.M) che, ove possibile, sono stati incrociati con quelli dell’Indice Biotico Esteso (I.B.E.), ottenendo le classi di qualità relative a ciascuna stazione di campionamento, il che consente di valutarne lo stato ecologico (S.E.C.A.)1.

Lo stato di qualità ambientale (S.A.C.A.) in realtà, pur essendo stato inserito in tabella, non è stato specificatamente calcolato in quanto si è in attesa della definizione, da parte del Ministero dell’Ambiente, dei valori “soglia” degli inquinanti chimici (metalli e pesticidi) individuati dalla tabella 1 del D.L.vo 152/’99. Tuttavia, poiché i dati storici di 10 anni di monitoraggio non fanno rilevare valori significativi di tali parametri ed anche tenendo conto della tipologia delle attività agricole ed industriali presenti sul territorio, si può ragionevolmente ipotizzare che la concentrazione di tali sostanze sia bassa e tale da confermare lo stato ecologico riscontrato. Pertanto, l’obiettivo di qualità “buono” si può prevedere raggiunto laddove lo stato ecologico ravvisi una prima e/o seconda classe.

Per il bacino del Biferno (8 stazioni di campionamento), il tratto individuato

dalle sorgenti fino alla stazione di Colle d’Anchise (codici 01 e 02) e la stazione di Larino (codice 06), a valle dell’invaso del Liscione, ricadono in una seconda classe, mentre le stazioni di Castropignano e Morrone del Sannio (codici 03 e 05) in una terza classe. La stazione di Termoli (codice 38) è stata valutata “scadente” perché ricadente in una quarta classe. Dall’analisi del territorio (tabella 2.5, Appendice Statistica) si evince che il peggioramento rilevato a partire dalla stazione di Castropignano (cod. 03) è attribuibile probabilmente all’impatto degli abitanti non depurati che vi gravitano.

A valle dell'invaso artificiale del Liscione (stazione di Guglionesi, cod. 07) si riscontra un miglioramento della situazione, con un ritorno alla seconda classe; risulta evidente l'"effetto trappola" esplicato dal lago, che funge da bacino di sedimentazione e da serbatoio di nutrienti necessari alla produzione algale, riscontrata periodicamente ed in particolari periodi dell’anno.

1 La classificazione dello Stato Ecologico (SECA) viene effettuata incrociando il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori

(LIM) con il risultato dell’Indice Biotico Esteso (IBE), attribuendo alla sezione di asta fluviale in esame il risultato peggiore tra quelli derivanti dalle valutazioni relative ad IBE e Macrodescrittori.

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Sul Trigno (7 stazioni di campionamento) il tratto individuato dalle sorgenti

alla stazione di Salcito (codici 13, 14, 15, 44) e la stazione di Mafalda (codice 17) ricade in una seconda classe, mentre per le stazioni di Trivento (cod. 16) e di Montenero di Bisaccia (cod. 18) si riscontra una terza classe. E’ importante porre l’attenzione sui punti 44 (stazione di Salcito) e 16 (stazione di Trivento); nella prima stazione (cod. 44), malgrado la notevole pressione antropica veicolata dal torrente Verrino, la qualità risulta migliore rispetto alla stazione successiva (cod. 16). Va sottolineato che tale torrente, pur partendo con una quarta classe, grazie ad un notevole potere autodepurativo favorito dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio, riesce a recuperare in un breve tratto una seconda classe prima dell’immissione nel Trigno, per cui non ne turba la qualità. Nelle stazioni successive si riscontra un’alternanza di situazioni dovuta non solo ai carichi antropici, ma anche ad un improprio utilizzo del territorio (deviazioni ed emungimenti di acqua, eccessivo sfruttamento di materiale in alveo, etc.).

Sul Volturno (5 stazioni di campionamento), per la stazione di Monteroduni

(cod. 24), si rileva una buona qualità; tale “status” può essere attribuito a tutto il corso del fiume, in quanto i dati storici disponibili confermano dal punto di vista chimico, microbiologico e biologico un buono stato delle acque La stessa tipologia fluviale consente di esprimere tale giudizio, in quanto il fiume si presenta con temperatura e portata pressoché costanti ed acque limpide.

Relativamente all’obiettivo di qualità “buono” la normativa vigente

impone, per i corpi idrici ritenuti significativi, il raggiungimento dello stato di qualità ambientale “sufficiente” entro il 2008 e “buono” entro il 2016, così come definiti nell’Allegato I alla 152. Dai risultati ottenuti, ciò si verifica: - per il fiume Biferno nel tratto individuato dalle sorgenti fino alla stazione di

Colle d'Anchise (cod. 01 e 02) e nella stazioni di Larino e Guglionesi a valle del Liscione (cod. 06 e cod.07);

- per il fiume Trigno nel tratto individuato dalle sorgenti fino alla stazione di Salcito (codd. 13 , 14, 15 e 44) e nella stazione di Mafalda (cod. 17);

- per il fiume Volturno, nella stazione di Monteroduni (cod. 24).

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E’ risultato "sufficiente" perché di terza classe, lo stato delle seguenti

sezioni: - per il fiume Biferno le stazioni di Castropignano (cod. 03) e Morrone del

Sannio (cod. 05); - per il fiume Trigno le stazioni di Trivento (cod. 16) e Montenero di Bisaccia

(cod. 18). La stazione di Termoli sul Biferno è stata valutata "scadente" perché

ricadente in quarta classe. Una visione di insieme dello Stato Ecologico dei Corpi Idrici del Molise è

data dalla Figura 2.6. Tenendo conto della parzialità dei dati (dal momento che non è stato possibile calcolare il S.E.C.A. in tutte le stazioni) il grafico 2.6 permette di sottolineare alcuni aspetti significativi. Nessun tratto fluviale regionale ricade nella classe di stato ecologico “pessimo” e solo in due stazioni si registrano valori di qualità “scadente”. La maggior parte delle stazioni (10 su un totale di 16) ricadono nella classe di “buona” qualità e 4 in quella di qualità “sufficiente”. In altre parole, su un totale di 16 stazioni ben 14 (pari all’87 % del

totale) hanno una qualità ecologica piuttosto buona. In sostanza, considerando che le classi più popolate (“buona” e “sufficiente”) si collocano in posizione medio-alta nella scala di qualità definita dal D.Lvo 152/99 (vedi legenda), è possibile affermare che la qualità ecologica dei principali corpi idrici molisani è medio-elevata, comunque soddisfacente. Figura 2.6 Classi di Qualità (stato ecologico) dei Corpi Idrici Significativi del

Molise, anni 1998-1999

Fonte: elaborazione su dati ARPA Molise

0

1

2

3

4

5

6

F i u m e B i f e r n o F i u m e T r i g n o T o r r e n t eV e r r i n o

F i u m e V o l t u r n o

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tazi

oni

e l e v a t o b u o n o s u f f i c i e n t e s c a d e n t e p e s s i m o

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Tale condizione, in considerazione degli scarsi apporti inquinanti, sia di origine industriale sia di tipo civile, non è ottimale e comunque suscettibile di ampi miglioramenti. L’abbattimento degli inquinanti, considerato che l’impiantistica civile e, in parte, quella industriale non é soddisfacente né adeguata al recupero della qualità delle acque, deve essere ricondotto, per la maggior parte, alla capacità autodepurativa dei corsi d’acqua. Questa capacità risulta peraltro limitata dai regimi idrici ridotti di tipo torrentizio che caratterizzano i corsi d’acqua molisani; regimi idrici che non sempre riescono a garantire un'adeguata diluizione e depurazione dei carichi che vengono sversati.

A questo proposito va ricordato che gli ecosistemi fluviali, soprattutto quelli antropizzati, sono il risultato di delicati equilibri determinati da molti fattori. Tali equilibri diventano maggiormente precari quanto più ci si trova di fronte a corsi d'acqua di modesta portata come sono quelli del Molise; in questo caso una qualsiasi fluttuazione può determinare un impatto ambientale notevole.

Un tipo diverso di classificazione delle acque superficiali è quello che

scaturisce dall’applicazione del D.Lvo 130/92 recante “norme sulla qualità delle acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci”. In base a questo Decreto è possibile classificare le acque interne sulla base di specifiche caratteristiche chimico-fisiche (Appendice Statistica, tabelle 2.1, 2.2, 2.3 e 2.4) definite nell’all. I della norma. La Regione Molise, con propria legge regionale n° 7 del 30/07/1998, ha emanato nuove norme per la protezione e l’incremento della fauna ittica e per l’esercizio della pesca. In particolare gli artt. 24 e 26 definiscono tre categorie di qualità (“A” ”B” e ”C”) in funzione della capacità ittiogenica e della presenza di talune specie ittiche. Dalla lettura integrata di queste due disposizioni normative, l’ARPA Molise ha avviato un programma di monitoraggio e controllo delle acque interne in cui, sulla base delle caratteristiche chimico-fisiche, biologiche ed ittiogeniche, viene valutata l’idonietà dei corpi idrici alla vita ed alla riproduzione dei pesci (tabella 2.7). Inoltre, i risultati di quest’attività di monitoraggio vengono utilizzati per la realizzazione della Carta Ittica Regionale. Dall’analisi dei dati relativi all’anno 1998 si può desumere quanto segue:

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Tabella 2.7 Classificazione delle acque interne idonee alla vita dei pesci. anno 1999.

Fiume Tratto di fiume Classificazione acque

(D.Lvo. 130/92)

Classificazione acque

(L.R. n..7

30/07/1998)

Biferno tratto compreso dalle sorgenti

al bivio di Lupara-Morrone ciprinicole

A - B

Trigno tratto compreso dalla

confluenza del F. Treste fino

alla foce

salmonicole A

Trigno tratto molisano fino alla confluenza del F. Treste

salmonicole A

Verrino tratto compreso dalla sorgente

alla confluenza con il F.

Trigno

ciprinicole A

Volturno tratto compreso dalle sorgenti

fino al Ponte del Re salmonicole

A

Fonte: ARPA Molise

Anche in base a questo tipo di classificazione, dunque, le acque interne del

Molise mostrano un livello di qualità più che soddisfacente.

LAGHI Il territorio regionale è caratterizzato dalla presenza di tre grandi bacini

artificiali di cui due interamente regionali (Liscione e Castel S.Vincenzo) ed uno (Occhito) ricadente anche nella Regione Puglia. Sono in fase di ultimazione altri due invasi artificiali: la Diga di Chiauci (IS) e quella di Arcichiaro (Comune di Guardiaregia - CB), le cui acque si prevede verranno utilizzate prevalentemente per scopi irrigui ed eventualmente per la produzione di energia elettrica. Attualmente, le acque dell’invaso di Castel S. Vincenzo sono utilizzate per la produzione di energia, mentre quelle dell’invaso di Occhito unicamente per scopi irrigui.

Particolare importanza riveste il bacino del Liscione, sorto con uno sbarramento costruito sul fiume Biferno, che è il suo principale immissario. Le acque del suddetto invaso sono utilizzate per scopi potabili, irrigui e per produzione di energia elettrica. Proprio perché destinate in gran parte all’uso umano, grazie all’utilizzo di idonei sistemi di potabilizzazione, le acque del

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Liscione sono sottoposte a monitoraggi molto frequenti e a studi mirati alla conoscenza delle caratteristiche chimico-fisiche e batteriologiche di fenomeni legati all’eutrofizzazione. L’interesse della Regione è precipuo nei confronti del controllo e della prevenzione della qualità delle suddette acque, servendo, esse, l’intera popolazione dei comuni costieri e di quelli ricadenti sul bacino, dove è particolarmente sentita la carenza idrica.

Il monitoraggio della qualità delle acque dell’invaso e, più in generale, dell’efficienza funzionale dei suoi ecosistemi caratteristici, può dichiarasi in discrete condizioni grazie allo storico interesse dell’ex PMIP in materia di qualità ambientale e sanitaria dei corpi idrici superficiali. In particolare, i dati sull’invaso artificiale “Liscione” si riferiscono all’attività di monitoraggio chimico-fisico avviato, ai sensi del D.Lvo 152/99, già dal 1999. Sono stati ricercati tutti i parametri di base (tranne alcalinità e N totale) i metalli pesanti (in alcune occasioni e comunque mai Hg e Zn) tra i parametri addizionali e, tra i parametri individuati dalla tab. 1/A dell’all. 2 del D.Lvo. 152/99 (corpi a specifica destinazione) solidi sospesi, cloro, ferro disciolto, manganese, solfati cloruri tensioattivi, fenoli idrocarburi, COD, BOD5, Coli totali e fecali, Streptococchi fecali e Salmonella.

I dati relativi alla classificazione delle acque dell’invaso, riferiti all’anno 1999, sono raccolti in tabella 2.8. Come si vede, ai sensi del D.Lg.vo 152/99 l’invaso del Liscione si colloca in una classe di stato ecologico (S.E.L.) pari a 5 cui corrisponde uno stato ambientale (S.A.L.) pessimo.

Tabella 2.8 - Classificazione dell’invaso del Liscione (D.Lg.vp. 152/99). Anno 1999

Classe di Stato Ecologico

Stato Presenza di Indici di Carlson

Tras

pare

nza

O2

ipo

Chl

a

P to

t

SEL

SAL

Ano

ssia

Car

ichi

inte

rni

TSI

tras

p

TSI

Chl

a

TSI

P to

t

TSI

med

io

5 4 5 4 5 pessimo no dubbi 54.6 52.6 48.6 51.9

Fonte: ARPA Molise

Il valore dell’Indice di Stato Trofico medio (T.S.I.) pari a 51.9 colloca l’invaso

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del Liscione tra i laghi mediamente eutrofici, caratterizzati da ipolimnio anossisco e da problemi causati dall’eccessiva crescita delle macrofite, inadatti ai salmonidi ma che mantengono tutti gli usi estetici e ricreativi, anche se questi possono risultare “minacciati”.

Al di là delle informazioni di natura prettamente scientifica riportate sopra, al fine di inquadrare la situazione del lago, è importante soffermarsi su alcune questioni: - le acque del lago pur non mostrando un elevato evidente carico di nutrienti,

tuttavia manifestano con frequenza eventi e condizioni tipiche di situazioni chiaramente eutrofiche;

- la condizione di eutrofia può portare al peggioramento della qualità dell’acqua destinata al consumo umano; occorre d’altra parte evitare che il trattamento di potabilizzazione introduca ulteriori rischi legati alla perclorazione e all’uso eccessivo di flocculanti che potrebbe rendersi necessario soprattutto per la rimozione di certe tipologie algali (Cianoficee) la cui presenza è stata riscontrata nel lago;

- quando si procede alla valutazione ecologica ed ambientale, ai sensi del D.Lvo. 152/99, all’invaso deve assegnarsi una classe 5, corrispondente alla peggiore;

- per quanto stabilito dal citato Decreto, il lago del Liscione ed i corsi d’acqua ad esso afferenti per un tratto di 10 km dalla linea di costa sono da riconoscere come aree sensibili, le quali necessitano per legge delle determinazione dello stato ecologico tramite valutazione dello stato trofico; per esse si richiedono misure di prevenzione dall’inquinamento e misure di risanamento.

Alla luce delle considerazioni fatte è opportuno che la Regione, gli Enti

gestori e quelli di controllo affrontino il problema in modo sinergico al fine di tutelare lo stato di salute dell’invaso. Si ricorda in proposito che il torrente Rivolo che raccoglie gli scarichi di una significativa zona del centro urbano di Campobasso ha caratteristiche scadenti di qualità e che il Comune di Boiano, secondo, in ordine di importanza tra quelli del bacino del Biferno, non tratta le acque fognarie neppure ai minimi livelli.

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Acque interne profonde

La pressoché totale carenza di sistemi regionali di controllo e di monitoraggio delle acque di falda, ha comportato l’impossibilità di suffragare con dati analitici la conoscenza dello stato quali-quantitativo della risorsa idrica sotterranea. Inoltre, questa condizione rende impossibile verificare a tutt’oggi la conformità della regione ai principali obblighi di legge imposti dall’Unione Europea (non ultimo l’attuazione della Direttiva Nitrati).

Ai fini del monitoraggio dei Fondi Strutturali, va comunque segnalato che l’ARPA Molise, a completamento dell’azione complessiva di presidio della risorsa idrica che l’Agenzia porta avanti con successo ormai da molti anni, ha di recente strutturato e presentato un progetto di monitoraggio e studio dei corpi idrici sotterranei. Pertanto, anche se in sede di Valutazione Ex Ante non è stato possibile quantificare lo stato iniziale delle acque profonde, i risultati di questa attività potranno essere utilizzati per seguire l’andamento degli aspetti sia qualitativi che quantitativi della risorsa.

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Acque marino-costiere

L’ambiente marino-costiero del Molise ha caratteristiche assai diverse dal

resto della regione; si tratta infatti di una zona in cui la dotazione infrastrutturale è storicamente superiore al resto della regione e non difforme da quella tipica della zona Adriatica. Le coste molisane hanno un’estensione molto limitata, circa 36 km, e su di esse l’intervento umano ha da sempre indotto modificazioni all’ambiente piuttosto profonde. L’agricoltura è stata fortemente incentivata da operazioni di bonifica ed il nucleo industriale rappresenta la realtà più importante per lo sviluppo regionale. Queste zone, inoltre, sono state oggetto di una forte crescita demografica e di un certo confuso sviluppo turistico estivo con conseguente incremento edilizio, guidato da indicazioni urbanistiche non sempre chiare.

Per la descrizione dello stato delle acque marino-costiere sono stati scelti

quattro indicatori: Indice Trofico (T.R.I.X.), Balneabilità ed Acque idonee alla vita dei molluschi.

L’indice trofico TRIX2, attualmente l’unico indice definito per lo stato di

qualità delle acque marino -costiere, è stato popolato con dati relativi all’attività di controllo svolta dall’ARPA negli anni 1998-1999 (tabella 2.9). Ove possibile, i risultati dell’Agenzia sono stati confrontati con i dati del Servizio Difersa Mare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Si.Di.Mar) relativi agli anni 1996-1999, elaborati dall’ICRAM e pubblicati nel volume “Qualità degli ambienti marini costieri italiani”.

2 L’indice TRIX viene calcolato attraverso un algoritmo che considera nutrienti e biomassa fitoplanctonica attraverso

una combinazione di 4 variabili (Ossigeno Disciolto D%O, Clorofilla "a", Fosforo totale e Azoto inorganico disciolto -ammoniacale, nitrico e nitroso-). Esso stabilisce, in una scala da 0 a 10, il grado di trofia ed il livello di produttività delle acque marino costiere.

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Tabella 2.9 Stato di trofia dell’area costiera molisana, 1998-1999

Stazione di prelievo

TRIX a 500m

dalla foce Stato di qualità

TRIX a 3000m

dalla foce Stato di qualità

Biferno 5,33 Mediocre 4,62 buono Trigno 4,79 Buono 4,72 buono

Valori di riferimento

(D. L.vo 152/99)

2-4 elevato 4-5 buono 5-6 mediocre 6-8 scadente

Fonte: ARPA Molise

I dati riportati in tabella 2.9 mostrano che le acque prospicienti la costa

molisana sono caratterizzate da livelli di trofia che possono essere definiti “medi”, con un innalzamento dei valori contestuale all’avvicinamento alla costa, soprattutto in corrispondenza del Fiume Biferno. Ciò è in accordo con lo stato ecologico “scadente” riscontrato nel tratto finale del fiume (cfr. precedente tabella 2.4) ed è attribuibile alla non totale efficienza dei depuratori ed al conseguente aumento del numero degli abitanti non depurati. Comunque, mediando i dati su un intervallo di tempo più ampio (elaborazioni Si.Di.Mar, anni 1996-1999) si nota una leggera flessione di tutti i valori, più marcata nel caso del Biferno, per cui è possibile affermare che le acque marino-costiere del Molise si trovano in uno stato di “buona” qualità, tipico di acque moderatamente produttive (media TRIX = 4,45+/-0,85).

Inoltre, lo stato trofico del Molise risulta in linea con quello delle altre regioni che affacciano sul Mare Adriatico il quale, com’è noto, a causa della sua moderata profondità ha un potere di diluizione molto limitato. Infatti, le regioni del Mar Tirreno presentano una stato trofico migliore (tabella 2.10).

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Tabella 2.10 Valori medi (e deviazione standard) dell’indice TRIX per regione e stato

trofico, così come definito dal D.Lgs. 152/99, delle acque marine costiere nel

periodo 1996 - 1999

Regione n° transetti

Media TRIX (± dev. std) Stato trofico

Liguria 13 4.31 (± 0.71) stato buono, tipico di acque moderatamente produttive

Toscana 23 4.03 (± 0.91) al limite tra stato elevato, tipico di acque scarsamente produttive e lo stato buono, tipico di acque moderatamente produttive

Lazio 29 5.16 (n.d.) Stato mediocre, tipico di acque molto produttive

Campania 21 3.82 (± 0.99) Stato elevato, tipico di acque scarsamente produttive

Calabria 10 3.37 (± 1.03) Stato elevato, tipico di acque scarsamente produttive

Basilicata 8 56 (± 0.80) Stato elevato, tipico di acque scarsamente produttive

Puglia 32 3.36 (± 0.84) Stato elevato, tipico di acque scarsamente produttive

Molise 2 4.45 (± 0.85) stato buono, tipico di acque moderatamente produttive

Abruzzo 12 4.66 (± 0.92) stato buono, tipico di acque moderatamente produttive

Marche 14 4.84 (± 0.95) stato buono, tipico di acque moderatamente produttive

Emilia Romagna 7 5.44 (±0.94)

Stato mediocre, tipico di acque molto produttive

Friuli Venezia Giulia

5 4.46 (± 0.77) stato buono, tipico di acque moderatamente produttive

Veneto 16 4.93 (± 0.85) al limite tra lo stato buono, tipico di acque moderatamente produttive e lo stato mediocre, tipico di acque molto produttive

Sardegna 33 2.68 (± 0.78) Stato elevato, tipico di acque scarsamente produttive e

Sicilia 0 non viene effettuato il monitoraggio Fonte: ICRAM - Servizio Difesa Mare del Ministero dell’Ambiente

Relativamente alla balneabilità, le tabelle 2.11 e 2.12, strutturate sulla base di

dati relativi ad analisi chimiche e batteriologice effettuate nel 1999, consentono di affermare che nonostante la concentrazione di alcuni fattori di pressione, la qualità delle acque marine molisane può essere considerata più che accettabile rispetto alla media nazionale.

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Tabella 2.11 Balneabilità delle acque marino-costiere del Molise. Anni 1998-1999

Elaborazione su dati:Ministero della Sanità.

Tabella 2.12 Non balneabilità delle acque marino-costiere del Molise. Anno 1999

Per inquinamento

Per motivi

indipendenti dall’inquinamento

Per presenza di Parchi marini

Perm

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Acc

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Tota

le

Molise 0,3 - 0,7 0,2 0,9 - - - Italia 720,2 149,9 270,7 145,1 415,8 22,4 1.082,3 2.390,6

Fonte: ISTAT- Annuario 2000

Come si vede, su un’estensione totale di circa 35 km, la costa molisana è

quasi interamente balenabile con un piccolo tratto di appena 1,2 km non balenabile, di cui solo 0,7 km per inquinamento permanente e la restante parte (0,3 km) per motivi indipendenti dall’inquinamento. Le zone inquinate sono quelle in corrispondenza del porto di Termoli e delle foci dei fiumi Trigno e Biferno, collettori di scarichi di natura civile, agricola ed industriale. In percentuale, tale valore (3,4 %) risulta essere tra i più bassi delle regioni italiane .

Lo scadimento dei valori in prossimità delle foci dei fiumi è confermato anche da alcune analisi effettuate da Goletta Verde che hanno registrato valori dieci volte superiori ai limiti di legge con un’alta incidenza di batteri indicatori di contaminazione fognaria. In ogni caso, i risultati emersi da queste analisi “spot”, sia pure interessanti in quanto evidenziano il pericolo costituito dal riversarsi dell’inquinamento dalla terra verso il mare, non possono avere il valore dei dati sperimentali di campo periodicamente registrati ed aggiornati, ma rappresentano

Cos

ta

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(km

)

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luni

pa

ram

etri

Molise 34,2 99,4 1,2 3,4 35,4 - -

Italia 4.984,70 2.390,60 7.375,

30 1.614,80 341,60

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un’istantanea del momento in cui vengono effettuati. Per quanto concerne le acque idonee alla molluschicoltura, la Regione, ai

sensi del Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. 131, ha provveduto a classificare le zone marine (12 in tutto) che richiedono protezione o azioni di miglioramento per consentire la vita e lo sviluppo dei molluschi e per contribuire alla buona qualità dei prodotti della molluschicoltura destinati al consumo umano. Delle 12 aree individuate, tutte marine, 8 sono risultate idonee alla molluschicoltura (conformi), 4 da migliorare (non conformi) e 1 non è stata classificata. Le zone da migliorare sono risultate non conformi rispetto ai parametri coliformi fecali nei molluschi e solidi sospesi (all. I del D.Lvo 131/92). Le zone risultate contaminate sono: foce del F. Biferno, foce Rio Sei Voci, foce Rio Vivo, Stabilimento Conchiglia Azzurra, foce Torrente Mergolo.

Infine, va citata un’interessante convenzione stipulata dalla Regione Molise

con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio nell’ambito della quale sarà attuato un programma di monitoraggio sulle acque costiere ai fini della conoscenza dello stato degli ecosistemi marini e dei meccanismi dei processi di eutrofizzazione e il monitoraggio dei molluschi bivalvi. Un primo esame dei dati ha confermato la qualità delle acque marine prospicienti la costa molisana che, collegata ai processi di eutrofizzazione, si colloca in un ambito di oligotrofia, confermato dalla valutazione dei dati del fosforo e dagli andamenti della presenza di clorofilla “a”.

In conclusione, la fascia costiera è la porzione di territorio regionale dove si riscontra la maggiore pressione antropica, dovuta a diversi fattori: - maggiore produzione agricola, per la presenza di territori subpianeggianti

quasi del tutto serviti da impianti irrigui grazie alle risorse idriche del lago di Guardialfiera e, in prospettiva, di quello di Chiauci;

- presenza di una non trascurabile attività della pesca; - porto di Termoli e le principali vie costiere di comunicazioni, (cui si

aggiungerà il costruendo Interporto) che interessano la mobilità ed il commercio e rappresentano riferimenti essenziali della rete di trasporto regionale;

- attività produttive, con particolare riferimento a quelle della zona industriale della Valle del Biferno;

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- maggiore densità di popolazione, sia residente, legata ai fattori precedenti, che temporanea, legata al turismo, che determina conflitti tra i possibili usi del territorio (destinazioni a basso impatto vengono spesso sostituite da altre a carattere intensivo che risultano più remunerative).

La quantificazione di una delle criticità testé evidenziate fa capo ad una

ricerca condotta dal WWF e riferita all’anno 1996 in cui si evince che la fascia costiera molisana presenta un alto tasso di edificazione (96 per cento) superiore a quello medio che caratterizza sia Mezzogiorno (74 per cento) sia l’intero territorio nazionale (71 per cento). Tabella 2.13 Relazione fra pressione turistica, chilometri di costa balneabile e non e

distribuzione % delle aree edificate e libere

Fonte: elaborazione su dati ISTAT e WWF

Regione Pressione Turistica

(1998)

Costa totale (km)

(1998)

Costa balneabile

(km) (1998)

Edificato (intensivo+este

nsivo) (%)

(1996)

Costa libera (%)

(1996)

Campania 6.970 461 346 93 7

Basilicata 585 59 53 55 55 Calabria 1.893 710 597 83 17

Puglia 3.556 830 669 86 14 Molise 324 34 33 96 4 Sicilia 5.703 1.425 823 82 18

Sardegna 2.359 1.639 922 27 73 Mezzogiorno 21.390 5159 3.442 - -

Italia 98.482 - - 71 29 Molise

/Mezzogiorno 1,5 0,7 1,0 - -

Molise/Italia 0,3 - - - -

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Gli impianti di depurazione

La stima dei carichi è stata effettuata, sulla base dello studio “Completamento

del sistema delle infrastrutture di depurazione” elaborato dalla RTP – Capogruppo Heurein – Ingegneria e Territorio su incarico della Regione Molise, utilizzando le aggregazioni amministrative delle Comunità montane e dividendo il fabbisogno depurativo di tali Comunità da quello dei Comuni di pianura. Emerge un fabbisogno depurativo a livello regionale pari a circa 730.000 Abitanti Equivalenti (AE), di cui la metà imputabi le ad attività industriali e circa un 30% ai Comuni di pianura. Incrociando tali stime con dati desunti da ricognizioni sugli impianti esistenti o in via di realizzazione si perviene alle seguente considerazioni: - per quanto riguarda la depurazione civile si stima un deficit dell’offerta

depurativa di circa 33.000 AE, con una maggiore necessità di interventi nel territorio della provincia di Isernia;

- per la depurazione industriale, sono stati censiti 16 impianti (13 in provincia di Campobasso e 3 ad Isernia) di cui solo 7 funzionanti. La potenzialità complessiva ammonta a circa 320.000 AE ma al momento ne vengono trattati circa il 40% in meno. Ciò è in parte dovuto ad una quota parte dei reflui industriali che vengono depurati da strutture a destinazione d’uso mista, in parte al fatto che la distribuzione territoriale delle industrie spesso conduce queste ultime a dotarsi di sistemi autonomi di depurazione.

Nella Provincia di Campobasso sono stati censiti 136 impianti. L’elenco

impiantistico è riportato in Appendice (cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.9). Di essi 12 trattano solo reflui industriali, 1 di proprietà privata, 4 non analizzabili, 4 non in funzione e 115 che trattano acque reflue urbane in cui trovano recapito anche scarichi di attività produtti ve connesse al tessuto urbano (cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.10).

Dei 115 in funzione, 81 hanno dimensione < 2000 AE, 26 tra 2000 e 10000 e 8 superiore a 10000 AE. I 115 depuratori urbani servono un totale di 305.338 AE (cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.11).

Il rapporto fra potenzialità impiantistica ed abitanti serviti e all’incirca 1,35 evidenziando una contenuta esuberanza ed una riserva operativa necessaria.

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Gli impianti di taglia maggiore (superiori a 5000 AE) sono concentrati lungo la costa ad eccezione dei 2 impianti che servono le reti fognarie del capoluogo regionale, dell’impianto di Riccia e di quello di Boiano, con la conseguente concentrazione degli scarichi in un’area tutto sommato circoscritta (se paragonata alla superficie regionale).

Proliferano impianti di piccola dimensione, aspetto che non favorisce certo il raggiungimento di economie di scala; basta pensare al fatto che i consumi energetici specifici, cioè i Kwh consumati per AE servito all’anno, a parità di processo passano da 46 a 91 (cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.12) a seconda che l’impianto abbia dimensione 2.000<AE<10.000 oppure <2.000 AE. L’abbondanza di impianti di piccola dimensione è in parte dovuta all’orografia del territorio (che non favorisce schemi di collettamento estesi) ed in parte alla esigua dimensione di molti centri abitati, peraltro piuttosto distanti l’uno dall’altro.

La maggior parte dei depuratori è a fanghi attivi (98 su 115 ovvero l’85% circa), anche laddove la dimensione degli impianti è assai ridotta, con conseguenti ripercussioni sull’affidabilità dei processi e sui consumi energetici. 5 dei 115 impianti urbani (circa il 4%) sono a biodischi e 12 a letti percolatori (11%) Per dettagli cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.13.

Per quanto riguarda lo stato di conservazione complessivo delle opere e la loro adeguatezza rispetto alle norme di sicurezza sono state segnalate esigenze di manutenzione straordinaria o ricostruzioni in 36 impianti ed in 46 sono state ravvisate non conformità alle citate no rme. Per dettagli cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.14.

Riguardo all’efficienza depurativa con riferimento ai parametri più significativi si ottiene un quadro soddisfacente, indicativo della cura con cui vengono in genere condotti gli impianti; per i dettagli cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.15

Nella Provincia di Isernia sono stati censiti 75 impianti. L’elenco

impiantistico è riportato in Appendice (cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.16). Di essi 3 trattano solo reflui industriali, 4 non analizzabili perché non in funzione e 68 che trattano acque reflue urbane in cui trovano recapito anche scarichi di attività produttive connesse al tessuto urbano (cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.17).

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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Dei 68 in funzione, 60 hanno dimensione < 2000 AE, 6 tra 2000 e 10000 e 2 superiore a 10000 AE. I depuratori urbani (68) servono un totale di 86.489 AE (cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.18).

Il rapporto fra potenzialità impiantistica ed abitanti serviti e all’incirca 1,22 evidenziando una contenuta esuberanza ed una riserva operativa necessaria.

Gli impianti di taglia maggiore, superiori a 5000 AE, sono localizzati ad Isernia, Venafro, Carpinone e Capracotta.

Anche nel caso della provincia di Isernia, quindi, vi sono numerosissimi impianti di piccola dimensione, aspetto che non favorisce certo il raggiungimento di economie di scala; i consumi energetici specifici, cioè i Kwh consumati per AE servito all’anno, a parità di processo passano da 39 a 61 (cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.19) a seconda che l’impianto abbia dimensione 2.000<AE<10.000 oppure <2.000 AE. L’abbondanza di impianti di piccola dimensione è in parte dovuta all’orografia del territorio (che non favorisce schemi di collettamento estesi) ed in parte alla esigua dimensione di molti centri abitati, peraltro piuttosto distanti l’uno dall’altro.

La maggior parte dei depuratori (64 su 68, ovvero il 94%) è a fanghi attivi, anche laddove la dimensione degli impianti è assai ridotta, con conseguenti ripercussioni sull’affidabilità dei processi e sui consumi energetici; i rimanenti 4 impianti (6%) funzionano con letti percolatori. (Per dettagli cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.20).

Per quanto riguarda lo stato di conservazione complessivo delle opere e la loro adeguatezza rispetto alle norme di sicurezza sono state segnalate esigenze di manutenzione straordinaria o ricostruzioni in 22 impianti ed in 43 sono state ravvisate non conformità alle citate norme (tra questi tutti gli impianti di taglia maggiore). In proposito cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.21.

Riguardo all’efficienza depurativa, con riferimento ai parametri più significativi si ottiene un quadro soddisfacente, indicativo della cura con cui vengono in genere condotti gli impianti (cfr. Appendice Statistica, Tabella 2.22.

Il quadro che emerge dai Piani Stralcio provinciali relativamente al settore

fognario-depurativo non sempre risulta nitidamente delineato, soprattutto con riferimento alla mancanza di un raffronto fra programmi proposti e programmi attuati o in corso di attuazione.

In generale, comunque, le province hanno individuato priorità di intervento

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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secondo i due criteri seguenti: - esigenza di adeguamento delle infrastrutture fognario-depurative alle

vigenti disposizioni di legge - necessità di intraprendere azioni di miglioramento.

Vista la considerevole entità del fabbisogno finanziario necessario per colmare le necessità di cui sopra, appare ragionevole dare priorità alle azioni che si sarebbero dovute intraprendere entro la fine del ’98 per le aree sensibili di Boiano e Campobasso, ed entro il 2000 per le aree normali (Campomarino, Termoli, Isernia).

Tuttavia va fatta una considerazione di natura ambientale limitatamente a quei comuni che per esiguità del numero di abitanti non sono sottoposti ad obblighi temporali di adeguamento e quindi esulano dalle priorità stabilite. La realtà regionale è costituita per la gran parte da piccoli comuni e frazioni che in molti casi presentano gravi problemi per l’obsolescenza della rete fognaria e per l’incompletezza del sistema depurativo. Tale considerazione, inoltre, emerge chiaramente da entrambi i Piani stralcio. Sarebbe auspicabile che nel quadro programmatico generale non venissero a mancare sforzi mirati ad evitare che i problemi descritti diano origine per effetto cumulativo a ricadute ambientali di ben altra scala. 2.1.2 Aspetti quantitativi e gestionali legati all’utilizzo della risorsa idrica

Per quanto attiene agli aspetti quantitativi e gestionali della risorsa idrica, lo “Studio per l’aggiornamento del piano di utilizzazione delle risorse idriche per lo sviluppo della regione”, realizzato da un gruppo di lavoro interno alla struttura ed approvato con delibera di Giunta n.511 il 9 aprile 2002, risulta essere la fonte di informazione più completa ed affidabile.

Fabbisogni

La valutazione dei fabbisogni (e quindi del bilancio idrico) è stata effettuata

con riferimento al trentennio futuro, avvalendosi di serie storiche di dati aggiornate al 1999 e 2000.

Relativamente ai fabbisogni per usi civili è opportuno specificare che in

tale tipologia di fabbisogni sono considerati quelli per:

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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- usi domestici o residenziali, comprendenti gli usi privati nelle abitazioni; - usi non domestici, comprendenti gli usi potabili industriali non di processo,

artigianali, commerciali e quelli relativi ad altre attività economiche; - usi pubblici, riferiti alla popolazione in senso collettivo;

Sulla base degli standard idrici e della popolazione prevista, sono stati calcolati i fabbisogni idrici su base comunale e quelli complessivi, nella ipotesi fondamentale che, attraverso un complessivo programma di interventi strutturali per le reti di distribuzione comunali, si raggiunga un livello di perdite del 20% degli standard fissati; una percentuale di perdita superiore al predetto valore deve essere considerata come un “fabbisogno aggiuntivo” e non già una limitazione delle assegnazioni pro-capite.

Sulla base degli standard e della popolazione al 1999 sono stati calcolati su base comunale i fabbisogni idrici del settore civile. Il dato aggregato a livello regionale mostra un fabbisogno per usi civili al 1999 di 109.072 m3/g.

La stima al 2016 e 2036 dei fabbisogni idrici per usi vari è sintetizzata nel

seguente prospetto:

Anno 2016 Anno 2036 Verifica 37.969.661 m3/anno 37.969.661 m3/anno

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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Sempre in riferimento agli usi civili si ritiene opportuno fornire informazioni di maggior dettaglio sul servizio di fornitura idrica per usi idropotabili.

Esso è in buona parte affidato all’ERIM, che, come si evince dal prospetto sotto riportato alimenta un gran numero di Comuni; 54 di essi (su 136) sono serviti da acquedotti gestiti esclusivamente dall’ERIM:

Provincia di

Campobasso Provincia di

Isernia Totale

Comuni alimentati solo da acquedotti locali 1 10 11 Comuni alimentati solo da acquedotti extra regionali

/ 1 1

Comuni alimentati da acquedotti gestiti dall’ERIM

83 41 124

84 52 136 Comuni alimentati solo da acquedotti gestiti dall’ERIM

43 11 54

Comuni con integrazioni da acquedotti locali 37 26 63 Comuni con integrazioni da acquedotti locali e da altri fornitori

/ 4 4

Comuni con integrazioni solo da altri fornitori 3 / 3 83 41 124

L’ERIM alimenta anche diciotto comuni campani e otto pugliesi

dall’Acquedotto Molisano Destro e due comuni campani dall’Acquedotto Campate Forme.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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Per i singoli acquedotti gestiti dall’ERIM, sono stati riportati la schematizzazione ed i consumi registrati nell’ultimo triennio per i comuni serviti; nel prospetto seguente sono aggregate le forniture effettuate dall’ERIM per le varie tipologie di utenze riportando, per completezza di informazione, anche quelle registrate per l’Acquedotto Campano e per il Nucleo Industriale di Termoli.

Fornitura ERIM m3/anno 1998 1999 2000 Comuni Molisani 40.550.856 41.251.863 42.102.02

0 Comuni Campani 2.833.126 2.925.519 2.607.324 Comuni Pugliesi 911.215 957.486 874.233 Comunità Montane 147.274 146.539 242.017 Privati 326.806 370.872 609.935

TOTALE 44.749.277 45.652.279 46.435.529

Acquedotto Campano 67.016.000 67.104.000 53.095.000

Nucleo Industr.Termoli 9.908.956 9.809.743 9.572.866

Undici comuni sono serviti esclusivamente da acquedotti locali con risorse

idriche prelevate sul territorio molisano, ed uno viene servito da un acquedotto extraregionale; 67 comuni, dei 124 serviti dall’ERIM, soddisfano i fabbisogni con integrazioni più o meno consistenti fornite da acquedotti locali gestiti dagli enti

stessi. Per questa tipologia di acquedotti, però, non si dispone di reali misurazioni

nella maggior parte dei casi e pertanto, sulla base dei dati stimati da alcuni comuni, possiamo valutare in 7.000.000 m3/anno il quantitativo complessivo utilizzato per la loro alimentazione.

Altre forniture, effettuate per uso civile dai Nuclei Industriali ai comuni, sono state quantificate per il 2000 come segue:

Comuni Fornitori Quantitativo (m3/anno)

Termoli N.I. Termoli 1.616.980 Montenero di Bisaccia N.I. Vasto 199.027 Montaquila N.I. Isernia -Venafro 1.200 Pozzilli N.I. Isernia- Venafro 73.500

Nella valutazione dei fabbisogni per usi turistici sono state esaminate le

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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dinamiche di settore registrate nel corso degli ultimi anni. Esse indicano un significativo processo di sviluppo turistico; sulla base dei

dati forniti dagli E.P.T. di Campobasso e Isernia, è stato registrato nell’ultimo quinquennio un aumento del 37% circa di presenze nella regione, con un incremento leggermente superiore, in termini percentuali, per la provincia di Campobasso (38% circa) rispetto alla provincia di Isernia (32% circa).

Applicando gli adeguati standard idrici, sono stati calcolati, su base comunale, i fabbisogni medi e massimi giornalieri nel mese di massima presenza. Aggregando poi i dati su base regionale ed applicando adeguati coefficienti di stagionalità, sono stati determinati i fabbisogni annui:

Verifica (m3/anno) Fabbisogni

idropotabili

massimi 2016 2036

Turistici 2.988.451 3.078.344

Relativamente ai fabbisogni per usi zootecnici, formulate le dovute ipotesi

previsionali riportate nel prospetto sottostante:

Numero di capi Categoria di bestiame

2000 (*) 2016 2036

Bovini e bufalini 53.607 53.607 58.968

Ovicaprini 109.542 109.542 120.496

Suini 38.596 38.596 42.456

Avicoli 5.248.600 5.773.460 6.298.320

(*) dati rilevati dalle ASL

Tenuto conto degli standard idrici fissati è stato calcolato il fabbisogno idrico per uso zootecnico su base comunale e per le diverse categorie di bestiame; aggregando i dati, è stato poi determinato il fabbisogno complessivo:

Verifica (m3/anno) Fabbisogni

idropotabili

massimi 2016 2036

Zootecnici 5.843.105 6.405.371

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 67 -

Allo scopo di delineare, sulla base delle effettive caratteristiche dimensionali, delle possibili tipologie produttive e dei reali consumi idrici registrati, un quadro congruente della distribuzione territoriale e dei relativi fabbisogni per usi industriali, sono stati richiesti dati ai Comuni interessati ed ai

Consorzi per i nuclei di sviluppo industriale. Sulla base dei dati forniti è stata elaborata la seguente tabella riassuntiva:

Situazione attuale

N° Superficie netta destinata a

lotti industriali (Ha)

Superficie occupata da

aziende (Ha)

Nuclei Industriali 3 1.015 428

Aree P.I.P. 45 587 231

TOTALE 48 1.602 659

Da un’analisi di maggiore dettaglio per le aree P.I.P. si rileva che nelle aree di dimensioni minori sono inserite soprattutto attività artigianali e commerciali, con modestissime idroesigenze, mentre in alcune aree, di maggiori dimensioni, sono presenti attività agroalimentari con significativi consumi o sono in corso programmi coordinati di iniziative imprenditoriali (patto territoriale, contratto d’area etc.).

Dopo aver analizzato le caratteristiche generali del settore industriale molisano, sono stati determinati gli standard idrici per i nuclei industriali e per le aree P.I.P.

Sulla base delle superfici destinate a lotti industriali e degli standard in

precedenza fissati, sono stati calcolati i fabbisogni idrici annui, applicando coefficienti di saturazione diversi per gli orizzonti temporali scelti.

2016 2036

24.876.575 m3/anno 34.813.780 m3/anno

Nell’ambito dello “Studio sull’uso irriguo della risorsa idrica, sulle

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 68 -

produzioni agricole irrigate e sulla loro redditività” per le Regioni Obiettivo 1, l’INEA ha individuato per la Regione Molise, ulteriori aree suscettibili di irrigazione ed ha valutato i relativi fabbisogni idrici unitari e complessivi per usi irrigui. Il rapporto ha definito la distribuzione delle aree ancora attrezzabili

secondo fasce altimetriche, limitando fino a m. 300 s.l.m. l’individuazione delle superfici per la zona del basso Molise.

Ipotizzata la distribuzione colturale delle aree attrezzabili ed applicati i fabbisogni medi unitari per le singole tipologie, sono stai calcolati i fabbisogni idrici lordi complessivi per le aree aggiuntive; nel successivo prospetto, sono riportati i fabbisogni per le aree attrezzate e quelli per le aree potenzialmente attrezzabili secondo le fasce altimetriche individuate per la zona del basso Molise.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 69 -

Fabbisogni irrigui (Mm3)

Superficie Superficie attrezzabile

ad oggi

attrezzata

200 m

s.m.

250 m

s.m.

300 m

s.m.

Destra Trigno 44,76 35,56 48,58 56,03

Integrale larinese 16,24 36,64 51,56 56,54

Consorzi

di

Bonifica Piana di Venafro 14,77 0,39 0,39 0,39

Matese di Boiano 1,06 1,06 1,06 Aree

irrigue

minori

Centro Pentria 0,83 0,83 0,83

Basso Molise 4,38 5,55 6,29

area Boiano-

Sepino

6,76 6,76 6,76 Altro

Extracon

sortile area Isernia

8,23

1,77 1,77 1,77

Totale regionale 84,00 87,39 116,50 129,67

Aggregando le precedenti stime, si possono riportare di seguito i fabbisogni

complessivi per usi irrigui, ricordando che la limitazione di quota è stata applicata soltanto per le aree ancora attrezzabili del basso Molise.

Fabbisogni per usi irrigui

Aree attrezzate ed attrezzabili fino a quota 300 m s.m. 213,67 Mm3

Aree attrezzate ed attrezzabili fino a quota 250 m s.m. 200,50 Mm3

Aree attrezzate ed attrezzabili fino a quota 200 m s.m. 171,39 Mm3

Disponibilità

Le disponibilità idriche sono state verificate considerando le sorgenti e gli invasi.

Per le sorgenti che alimentano gli acquedotti principali, l’ERIM dispone di

reali misurazioni dei prelievi effettuati; i dati disponibili sono stati elaborati aggregando le informazioni, soprattutto per il gruppo delle sorgenti del Biferno,

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 70 -

e pervenendo ai prelievi medi annui effettuati nell’ultimo triennio (vd. tabella forniture ERIM riportata nel precedente paragrafo “Fabbisogni”).

Per le altre sorgenti, attualmente utilizzate dall’ERIM per l’alimentazione dei restanti acquedotti, si è proceduto ad una valutazione del prelievo medio annuo nell’ultimo triennio sulla base dei volumi complessivi erogati e delle perdite ipotizzate nella misura del 10%.

Per le sorgenti locali, utilizzate dai comuni per l’alimentazione degli

acquedotti locali, si è proceduto ad una preliminare ricognizione per individuare, per ogni ente, le risorse locali attualmente captate o interessate da lavori in corso di realizzazione.

Da informazioni, più o meno precise raccolte presso vari Enti, è stato rilevato che: - 78 comuni, di cui 38 in provincia di Campobasso e 40 in provincia di Isernia,

utilizzano risorse locali captate da circa 160 sorgenti o pozzi; - soltanto per 11 comuni, le risorse soddisfano in forma esclusiva i fabbisogni

locali, mentre, per gli altri 67, integrano, in maniera più o meno consistente, le forniture assicurate dall’ERIM. A causa di lacune di carattere conoscitivo sottolineate nel successivo

paragrafo, non si possono riportare o valutare, come per le sorgenti utilizzate dall’ERIM, i valori delle disponibilità idriche utilizzate.

La verifica della effettiva disponibilità delle risorse idriche provenienti da

invasi è stata effettuata sulla base delle risorse relative ai soli invasi realizzati

(Ponte Liscione ed Occhito) o in fase di realizzazione (Arcichiaro e Chiauci), di cui si riportano le principali caratteristiche.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 71 -

Le principali caratteristiche dell’invaso di Ponte Liscione sul fiume Biferno

sono: - bacino sotteso 1043 Km2

- quota massima di invaso 129,00 m s.m.

- quota massima di regolazione 125,50 m s.m.

- volume totale 173 Mm3

- volume utile 137 Mm3

- volume di laminazione 25 Mm3

- volume acque morte 11 Mm3

- ente gestore ERIM

L’evoluzione nel tempo dei volumi affluiti, può essere analizzata sulla base

del seguente prospetto, nel quale vengono aggregati, per i singoli periodi, i valori massimi, medi, minimi e quelli verificatisi con frequenza dell’80% e del 90%.

PERIODI Valore max

Mm3

Valore medio

Mm3

Valore minimo

Mm3

Valore con

freq.80% Mm3

Valore con

freq.90% Mm3

1977/2001 568,7 282,0 114,6 192,7 164.7

1982/2001 444,7 246,3 114,6 185,0 164,7

1987/2001 309,8 221,4 114,6 185,0 148,6

1992/2001 309,8 215,7 114,6 164.7 148,6

1997/2001 254,4 191,4 114,6 -------- --------

Sulla base di articolate elaborazioni, si può individuare in 185 Mm3 il valore del volume di afflusso che si verifica con un livello di rischio accettabile (frequenza 80%), non sottovalutando, però, che l’evento critico, verificatosi peraltro nell’ultimo anno, ha registrato un deficit di circa il 40% rispetto al predetto valore.

Tale ultima valutazione imporrebbe di assumere, in maniera più cautelativa, il valore di 145 Mm3, determinato come afflusso che, nel periodo considerato (1987/2001), risulta disponibile con frequenza pari al 90% e con uno scarto massimo del 20% rispetto al valore critico.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 72 -

Relativamente all’invaso di Occhito sul fiume Fortore, le principali

caratteristiche sono:

- bacino sotteso 1012 Km2

- quota massima di invaso 198,00 m s.m.

- quota massima di regolazione 195,00 m s.m.

- volume totale 333,00 Mm3

- volume utile 250,80 Mm3

- volume di laminazione 42,20 Mm3

- volume acque morte 40,00 Mm3

- ente gestore Consorzio per la Bonifica della

Capitanata

Nel recente studio elaborato dall’INEA, anche per il territorio pugliese, viene indicato in 160 Mm3 il valore medio dell’ultimo decennio, mentre dall’elaborazione effettuata dall’ente gestore, sui dati del periodo 1988/2000, si ricava un valore medio affluito di 133 Mm3, con un massimo di 213 Mm3 nel 1997 ed un minimo intorno ai 70 Mm3 registrato negli anni 1988, 1989, 1990 e 2000.

A fronte di una costante diminuzione degli afflussi, come ampiamente illustrato anche per l’invaso di Ponte Liscione, si è registrata una utilizzazione, certificata dall’ente gestore, di circa 200 Mm3 per ciascun anno nel periodo 1997-1999; inoltre le attuali utilizzazioni esistenti ed asservite dall’invaso, come indicato dal Consorzio, richiederebbero una disponibilità complessiva di 307 Mm3, di cui 225 Mm3 per irrigazione, 62 Mm3 per usi potabili e 20 Mm3 per usi industriali.

In questo bilancio preoccupante, utilizzazioni-disponibilità, si inserisce l’intesa raggiunta tra la Regione Molise e la Regione Puglia (che approfondiremo nello specifico capitolo) per riservare un quantitativo di 20 Mm3, delle acque invasate ad Occhito, ai fabbisogni dell’area molisana.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 73 -

Le principali caratteristiche dell’invaso di Arcichiaro sul torrente Quirino

(Biferno) sono:

- bacino sotteso 21,75 Km2

- quota massima di invaso 853,80 m s.m.

- quota massima di regolazione 852,00 m s.m.

- volume totale 13,70 Mm3

- volume utile 11,50 Mm3

- volume di laminazione 1,00 Mm3

- volume acque morte 1,20 Mm3

- ente gestore ERIM

Sono stati ultimati, di recente, i lavori principali e sono stati autorizzati gli invasi sperimentali; per la effettiva utilizzazione delle acque accumulate dovrà concludersi tale fase sperimentale, sulla cui durata non è possibile formulare alcuna realistica previsione, e soprattutto dovranno essere progettate, finanziate e realizzate le relative opere di utilizzazione.

Relativamente all’invaso di Chiauci sul fiume Trigno, le principali

caratteristiche sono:

- bacino sotteso 115,00 Km2

- quota massima di invaso 758,60 m s.m.

- quota massima di regolazione 756,80 m s.m.

- volume totale 14,20 Mm3

- volume utile 11,05 Mm3

- volume di laminazione 2,50 Mm3

- volume acque morte 0,65 Mm3

- ente gestore Consorzio di Bonifica

Sud di Vasto

La realizzazione dell’opera ha registrato numerose difficoltà sotto l’aspetto

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 74 -

tecnico-amministrativo e finanziario, tant’è che, per la effettiva utilizzazione delle acque invasate, possono ipotizzarsi realisticamente tempi ancora lunghi.

In ordine alla disponibilità per il territorio molisano, si deve far riferimento all’intesa raggiunta con la Regione Abruzzo; in tale accordo è prevista la ripartizione al 50% tra le due regioni dei volumi invasati, da prelevare a valle dalla traversa in località San Giovanni dei Lipioni.

Soltanto dopo il completamento di un articolato e complesso programma di ulteriori infrastrutture di accumulo ed adduzione, risulterebbe possibile utilizzare, per il territorio molisano, la complessiva disponibilità anche direttamente dall’invaso di Chiauci.

Il bilancio fabbisogni disponibilità

Sulla base dei dati in precedenza riportati, si può procedere ad un confronto tra i fabbisogni idropotabili stimati e le attuali forniture misurate o stimate (bilancio idropotabile).

Fabbisogni idropotabili (m3/anno) Forniture nel 2000 (m3/anno)

2016 2036 ERIM Acq. locali Altri fornitori TOTALE 46.801.217 47.453.377 42.102.000 7.000.000 1.890.707 50.992.727

Da un semplice confronto possiamo dedurre che le attuali risorse fornite risulterebbero sufficienti per soddisfare i futuri fabbisogni idropotabili stimati; questo nella ipotesi che, con un mirato programma sulle reti comunali di distribuzione, si riducano le attuali perdite (valutate mediamente intorno al 45%, con punte del 70%-80%) cercando di raggiungere l’obiettivo fissato del 20%.

Si procede, ora, alla verifica del bilancio relativo alle utilizzazioni per usi

irrigui ed industriali, ripartendo il territorio in tre macroaree, individuate con

riferimento alla localizzazione dei Nuclei Industriali ed alla ipotizzata distribuzione delle superfici adatte alla irrigazione effettuata dall’INEA.

Per la prima macroarea, relativa soprattutto alla zona del basso Molise, appare opportuno far riferimento alle potenziali disponibilità del complessivo sistema costituto dagli invasi di Chiauci, Ponte Liscione e Occhito.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 75 -

Invasi Risorse

potenzialmente disponibili (Mm3)

Note

Chiauci

5,5 disponibilità del 50% per il Molise al termine della seconda fase dell’attuale accordo interregionale con l’Abruzzo

185,0 disponibilità valutata con frequenza dell’80% Ponte Liscione

145,0 disponibilità valutata con frequenza del 90%

Occhito

5,0 disponibilità per il Molise nella prima fase dell’attuale accordo interregionale con la Puglia

Aggregando i valori secondo le due ipotesi formulate per le disponibilità potenziali dell’invaso del Liscione, si ottengono i valori riportati nel prospetto sottostante:

Ipotesi Risorse

potenzialmente disponibili (Mm3)

Condizioni

prima 195,5 disponibilità con frequenza dell’80% per Ponte

Liscione e rispetto degli attuali accordi per gli altri due invasi

seconda 155,5 disponibilità con frequenza del 90% per Ponte

Liscione e rispetto degli attuali accordi per gli altri due invasi

Tali valori potrebbero essere aumentati di ulteriori 5,5 Mm3 nella ipotesi massima che, con il nuovo accordo con la Regione Abruzzo, si possa destinare l’intera disponibilità di Chiauci al territorio molisano e/o di ulteriori 15,0 Mm3 nella ipotesi che si possa garantire dall’invaso di Occhito la complessiva riserva inizialmente concordata.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 76 -

Dopo aver esaminato le disponibilità, si riportano nel successivo prospetto i fabbisogni stimati per i diversi usi:

Usi Fabbisogni

stimati al 2036 (Mm3)

Note Invaso di riferimento

Rilascio in

alveo

31,6 il valore annuo è stato calcolato sulla base dell’attuale rilascio minimo di 1000 l/s

Ponte Liscione

Potabi

li *2,0 alimentazione dell’ Acquedotto Basso

Molise Ponte Liscione

Irrigui 138,0 aree del basso Molise, consortili ed extraconsortili, poste a quota inferiore ai 200 m s.m.

Ponte Liscione, Chiauci, Occhito

22,8 N.I. di Termoli

1,2 Porto-interporto

0,6 P.I.P di Larino

Ponte Liscione Indust

riali

0,8 riserva per le aree P.I.P di Trivento, di Montefalcone nel Sannio, di Mafalda e di Montenero di Bisaccia

Chiauci

**197,0

*fino alla realizzazione dell’Acquedotto Molisano Centrale, devono essere riservati ulteriori

9,0 Mm3;

**il fabbisogno complessivo diventerebbe 226,0 Mm3 e 239,0 Mm3, considerando i

fabbisogni irrigui per le aree del basso Molise poste rispettivamente fino a quota 250 m s.m. e 300

m s.m.

E’ da evidenziare, altresì, che dovrebbe essere considerato anche il

fabbisogno, stimabile in 2,5 Mm3, per gli usi irrigui dell’area del medio Trigno; tale area, pur se in parte già attrezzata, non è stata considerata dall’INEA per l’impostazione su larga scala utilizzata nel rapporto elaborato.

Effettuando una prima valutazione sul bilancio, si può rilevare che, anche nella ipotesi più favorevole, le risorse potenzialmente disponibili dai tre invasi risultano insufficienti per soddisfare i fabbisogni complessivi, pur limitando quelli per usi irrigui alle sole aree poste fino a quota 200 m s.m.

Per la seconda macroarea, si devono considerare le disponibilità idriche

dell’invaso di Arcichiaro, quelle destinabili ad usi produttivi dalle sorgenti del Biferno e quelle sotterranee sia della piana di Boiano che della piana del

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 77 -

Tammaro. In relazione alle risorse sotterranee, è stata individuata la potenziale

disponibilità idrica delle piane interne con una prima valutazione, per la sola area di affioramento della conoide di Campochiaro, di un quantitativo di 8 Mm3/anno.

Per quanto riguarda i fabbisogni, si devono considerare sia quelli relativi al Nucleo Industriale Campobasso-Boiano ed allo stabilimento agroalimentare ex SAM, che quelli per l’irrigazione delle aree minori della zona Boiano-Sepino, individuate nell’elaborato redatto dall’INEA.

Il fabbisogno per il Nucleo Industriale viene attualmente soddisfatto da risorse sotterranee emunte da tre pozzi con una potenzialità di 10 l/s cadauno (circa 1 Mm3/anno complessivo), che potrebbe essere triplicata, dopo i risultati delle prove di emungimento in corso di esecuzione, e coprire quasi integralmente il fabbisogno stimato al 2036 in 3,7 Mm3/anno; a riguardo, però, sono stati già evidenziati gli effetti che il maggior costo dell’acqua determina, anche in termini di competitività, per gli insediamenti produttivi da localizzare nell’area industriale.

Lo stabilimento agroalimentare ex SAM ha a disposizione, da una vecchia derivazione realizzata direttamente dalle sorgenti del Biferno, un quantitativo stimato intorno ai 90 l/s e riceve modeste integrazioni dall’ERIM; tali disponibilità risultano, sulla base delle attuali valutazioni, sufficienti per soddisfare i fabbisogni anche futuri dell’azienda.

Dalle stesse sorgenti del Biferno, risulta attiva una utilizzazione intorno ai 30 l/s, nella stagione irrigua, per una modesta area nel territorio di San Polo Matese.

Dal precedente quadro generale dei fabbisogni e delle disponibilità, si possono ipotizzare, al momento, le seguenti utilizzazioni delle risorse che saranno disponibili dall’invaso di Arcichiaro: - sfruttamento per la produzione di energia idroelettrica; - alimentazione a gravità del Nucleo Industriale per soddisfare, anche in

parte, i fabbisogni stimati, per ridurre i costi energetici sostenuti per la utilizzazione delle risorse sotterranee;

- rilascio in alveo per garantire un maggior afflusso al Biferno, a poca distanza dalle sorgenti. Considerato che una eventuale riserva per usi irrigui non sembra

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 78 -

compatibile con il regime degli afflussi attualmente ipotizzato per l’invaso di Arcichiaro, un completo ed articolato studio preliminare consentirà di conciliare le esigenze ambientali e quelle più strettamente produttive.

Quanto alle sorgenti del Biferno, è stata indicata una riserva per usi produttivi pari a 250 l/s; allo stato attuale, risulta impegnato un quantitativo massimo valutabile intorno ai 120 l/s. Pertanto, potrebbero essere compatibili ulteriori modeste utilizzazioni per usi produttivi, con l’auspicio, però, che le varie utilizzazioni siano coordinate, sotto l’aspetto gestionale, dall’ERIM per garantire un adeguato rilascio in alveo e gli usi prioritari civili.

Per la terza macroarea, si devono considerare le disponibilità superficiali e sotterranee del bacino del fiume Volturno; il relativo livello di utilizzazione delle risorse idriche risulta elevato, con la presenza di numerose concessioni per la produzione di energia idroelettrica e di prelievi per gli usi potabili campani, effettuati sia mediante consistenti emungimenti (presumibili 2500 l/s da un campo pozzi realizzato nella zona tra Venafro e Sesto Campano), sia mediante le opere di derivazione, in avanzata fase di realizzazione, dalle sorgenti del San Bartolomeo (fino ad un massimo di 900 l/s dopo aver soddisfatto le esigenze molisane valutate in 500 l/s per gli usi potabili ed industriali e per il rilascio in alveo).

Per gli utilizzi irrigui e industriali molisani, si possono considerare le seguenti disponibilità: - il quantitativo di 1.870 l/s dal fiume Volturno, in località Macchie del

comune di Colli al Volturno, concesso per gli usi irrigui del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro e per la produzione di energia idroelettrica, finalizzata alla riduzione dei costi di sollevamento sostenuti dallo stesso Consorzio;

- i quattro pozzi, della potenzialità di 100 l/s cadauno, realizzati dal Nucleo Industriale di Isernia - Venafro;

- il quantitativo di 100 l/s riservato agli usi industriali della zona di Venafro dall’accordo interregionale per la utilizzazione delle risorse derivabili dalle sorgenti del San Bartolomeo;

- i diversi prelievi effettuati da sorgenti locali e dagli affluenti del Volturno, per un quantitativo complessivo stimabile intorno ai 700 l/s, per gli usi irrigui delle aree minori.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 79 -

Per quanto riguarda i fabbisogni stimati, devono essere esaminati, quelli relativi al Nucleo Industriale di Isernia-Venafro ed al P.I.P di Carpinone, nonché quelli irrigui relativi al Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro ed alle aree minori della zona Centro-Pentria, individuate dall’INEA.

Il fabbisogno per il Nucleo Industriale di Isernia-Venafro viene attualmente soddisfatto da risorse sotterranee emunte da quattro pozzi con una potenzialità di 100 l/s cadauno, e quindi sufficiente per garantire anche i fabbisogni stimati al 2036 in 5,5 Mm3/anno; nel ricordare che tali risorse sono utilizzate anche per modeste integrazioni delle forniture ad alcuni comuni della zona, è opportuno ribadire che, come evidenziato per il Nucleo Industriale di Campobasso-Boiano, i maggiori oneri energetici per l’emungimento delle risorse sotterranee incidono in maniera sensibile sulla competitività, soprattutto per quelle aziende che utilizzano, per il ciclo primario, consistenti quantitativi di acqua.

L’attuale fabbisogno del P.I.P di Carpinone viene, con difficoltà, soddisfatto dalle forniture assicurate direttamente dall’acquedotto comunale, forniture che non potrebbero far fronte al fabbisogno di 0,5 Mm3/anno, stimato al 2036 per la tipologia degli insediamenti produttivi già oggi indirizzata verso una prevalenza del settore lattiero-caseario; sarà necessario, quindi, riservare, sulla base di uno specifico ed articolato studio, le risorse superficiali del fiume Carpino (con una portata minima stimata in 230 l/s nello studio Aquater-Lotti) e quelle da sorgenti locali, da utilizzare anche mediante modeste opere di accumulo.

Il fabbisogno del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro, stimato dall’INEA in 15,2 Mm3/anno, può essere abbondantemente soddisfatto dalle risorse prelevabili sulla base della attuale concessione di 1870 l/s, tanto che è possibile ipotizzare la utilizzazione del surplus per far fronte ad eventuali domande di punta per gli usi potabili molisani e/o per soddisfare i fabbisogni irrigui ed industriali della zona, con particolare riguardo alla eventuale alimentazione, anche soltanto per alcuni periodi dell’anno, del Nucleo Industriale di Isernia-Venafro, sì da riequilibrare i notevoli costi energetici sostenuti nell’emungimento delle risorse sotterranee.

I fabbisogni per gli usi irrigui delle aree minori, stimati dall’INEA in complessivi 2,6 Mm3/anno ed oggetto di una successiva definizione puntuale, risultano compatibili con le disponibilità superficiali e/o da sorgenti locali, già in parte attualmente utilizzate.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 80 -

Sub-

tem

atic

a

Definizione indicatore Tipo

Unità di

mis. Valori

Fiume Biferno Trigno Verrino Vol

Codici identificativi delle stazioni di campionamento

01

02

03

05

06

38

13

14

15

44

16

17

18

20

21

24

L.I.M. Livello di Inquinamento da

Macrodescrittori S n° 2 2 3 3 2 3 2 2 2 2 2 2 3 4 2 2

I.B.E. Indice Biotico Esteso S n° 9,

5 9,

0 7,

7 6,

0 8,

0 4,

6 / / 10,5

11

,0

9,0

9,0

7,4

8,0

8,0

9,0

S.E.C.A. Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua S classe 2 2 3 3 2 4 2 2 2 2 3 2 3 4 2 2

S.A.C.A. Stato Ambientaledei Corsi

d’Acqua S classe 2 2 3 3 2 4 2 2 2 2 3 2 3 4 2 2

buono: 3 buono: 5 b.: 1 b: 1

sufficiente: 2 sufficiente: 2 sc.: 0 s: 0 Numero di stazioni di

monitoraggio suddivise per classi di qualità

S n°

scadente: 1 scadente: 0 su.:1 s:0

Biferno ciprinicole Trigno salmonicole Verrino ciprinicole

Acque idonee alla vita dei pesci S classe

Volturno salmonicole S.E.L.

Stato Ecologico dei Liscione S n° 5

S.A.L. Stato Ambientale dei Liscione

S classe pessimo

QU

ALI

TA’ A

CQ

UE

INTE

RN

E SU

PER

FIC

IALI

T.S.I. Indice di Stat Trofico

S n° 51,9

a 500m dalla foce: 5,33 mediocre Biferno a 3000m dalla foce: 4,62 buono a 500m dalla foce: 4,79 buono

T.R.I.X. Indice di Stato Trofico S classe

Trigno a 3000m dalla foce: 4,72 buono

Balneabilità delle acque marino-costiere S km 34,2

Balneabilità costa/totale di costa controllata S % 99,4

Non balneabilità costa S km 1,2

QU

ALI

TA’ A

CQ

UE

MA

RIN

O-C

OST

IER

E

Non balneabilità costa per inquinamento S km 0,7

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 81 -

n° 8 aree conformi Acque idonee alla vita dei

molluschi S

n° 4 aree non conformi

Pressione da infrastrutture turistiche P

%

edifi-cato

96

Sub-tematica Definizione indicatore Tipo Unità di misura Valori Misura o

azione correlata

Fabbisogno depurativo regionale

P AE 730.000

Potenzialità complessiva del sistema di

depurazione industriale

R AE 320.000

Deficit depurativo del settore civile

P AE 33.000

AE serviti dai depuratori urbani a CB

R AE 305.338

AE serviti dai depuratori urbani a IS

R AE 86489

Impianti di depurazione censiti a CB

S n. 136

Impianti di depurazione industriale a CB

S n. 12

Impianti di depurazione censiti a IS

S n. 75

Impianti di depurazione industriale a IS

S n. 4

Impianti di depurazione non in funzione a CB

S % 4/136

Impianti di depurazione non in funzione a IS

S % 4/75

Depuratori urbani > 10000 AE a CB

S n. 8

Depuratori urbani > 10000 AE a IS

S n. 2

Tipologia impiantistica dominante a CB: fanghi

attivi

S

%

98/115

IMPI

AN

TI D

I DEP

UR

AZ

ION

E

Tipologia Impiantistica dominante a IS: fanghi

attivi

S

%

64/68

1.1 – 1.2 – 1.3 – 1.5 – 2.2 – 4.1 -

4.5 – 4.6

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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m3/g 109.072

(dato al 1999) Fabbisogno idrico per usi civili

P

m3/anno 37.969.661

(stima al 2016)

Fabbisogno idrico per usi turistici P m3/anno

2.988.451

(stima al 2016)

Fabbisogno idrico per usi zootecnici P

m3/anno 5.843.105

(stima al 2016)

Fabbisogno idrico per usi industriali P

m3/anno 37.969.661

(stima al 2016)

Fabbisogno idrico per usi irrigui P

Mm3/anno 213,67

(stima al 2016)

Fabbisogni idropotabili P

m3/anno 46.801.217

(stima al 2016)

Forniture a scopo idropotabile P

m3/anno 50.992.727

(dato al 2000)

USI

IDR

ICI

Perdite sulle reti comunali di

distribuzione

P % 45% con punte del

70/80%

1.1 – 1.2 – 1.3 – 1.5 – 2.2 – 4.1 - 4.5 – 4.6

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

- 83 -

2.2 STATO DELLE CONOSCENZE E ADEGUATEZZA DEI SISTEMI DI MONITORAGGIO

Il controllo della qualità delle acque interne del Molise è affidato quasi interamente all’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale (ARPA Molise) ex Presidio Multizonale di Igiene e Prevenzione (PMIP) che fin dagli anni ‘90 effettua un’intensa attività di campionamento ed analisi sia sui corpi idrici interni che sulle acque marino-costiere, sempre in vista del raggiungimento di obiettivi di qualità. Dal 1999 le determinazioni analitiche sono state chiaramente ricalibrate ai sensi del Decreto Legislativo n. 152/99 ed il complesso delle attività di monitoraggio è stato inquadrato in una nuova ottica di tutela integrata del territorio, in cui la conoscenza dello stato di qualità delle acque è finalizzata all’implementazione di concrete azioni di tutela della risorsa e di mantenimento della capacità autodepurativa dei corpi idrici. In tal senso, i programmi di analisi e di ricerca che l’ARPA Molise realizza da molti anni hanno l’obiettivo specifico di collegare lo stato di qualità delle acque con le pressioni antropiche legate alle aree urbane, industrializzate ed agricole, nonché alla non totale efficienza del sistema depurativo.

In considerazione dei programmi di monitoraggio che l’ARPA porta avanti in collaborazione con vari attori a scala nazionale (ANPA, ICRAM, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Ministero della Sanità, etc.) è possibile affermare che a tutt’oggi gli aspetti qualitativi delle acque del Molise risultano tenuti sotto stretto controllo e monitorati in modo abbastanza soddisfacente.

I dati e le informazioni relativi alla qualità delle acque interne superficiali fanno capo ad uno degli studi più interessanti che l’ex PMIP (ora ARPA Molise) ha condotto negli anni passati sulla qualità dei corpi idrici superficiali. Pur se avviato in tempi precedenti all’emanazione del D.Lvo 152/99, detto studio è caratterizzato da un’impostazione metodologica fortemente innovativa (per gli anni in cui è stato avviato) ed è indirizzato verso la tutela integrata della risorsa, così da risultare pienamente rispondente ai protocolli di monitoraggio poi prescritti dallo stesso Decreto. Rispetto alla precedente versione della Valutazione Ex-ante Ambientale, in cui pure furono inseriti alcuni dati di questo studio, è stato ora possibile inserire una serie di informazioni aggiuntive derivanti dal progredire dell’attività di monitoraggio dell’ARPA Molise. Inoltre,

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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sulla scorta dei nuovi dati acquisiti, è stato possibile effettuare anche nuove elaborazioni, in grado di popolare alcuni indicatori aggregati che si è scelto di inserire in quanto particolarmente significativi rispetto alle misure del POR Molise 2000-2006 ed alle criticità ambientali.

Nonostante il monitoraggio delle acque interne superficiali sia piuttosto

soddisfacente, è opportuno, come già sottolineato nella sezione acque interne superficiali, che vengano intensificate le azioni di controllo dell’invaso del Liscione; non è stato ancora stabilito, infatti, se sia possibile individuare con precisione una causa, o più cause, che rendano conto del frequente manifestarsi delle fioriture algali.

Restano fuori dal discorso monitoraggio le “Acque Interne Profonde”,

riguardo le quali si è riscontrata una totale carenza di dati e di informazioni, a meno di qualche studio spot, nel tempo e nello spazio, dell’Università. In risposta a tale grave mancanza (che ha comportato spesso l’impossibilità di suffragare con dati analitici la conoscenza dello stato quali-quantitativo della risorsa sotterranea e la rispondenza della Regione ai principali obblighi di legge imposti dall’Unione Europea), ed anche in attuazione della “direttiva nitrati”, l’Arpa Molise ha di recente strutturato e presentato un progetto di monitoraggio delle acque sotterranee in cui l’Agenzia si propone di focalizzare l’attenzione sul rischio di inquinamento da nitrati legato, in Molise, all’attività agricola ed alla litologia particolarmente eterogenea che caratterizza il territorio molisano.

Relativamente agli scarichi, la questione delle emissioni di diversa natura (e

degli scarichi in senso lato) nei corpi idrici superficiali molisani appare, a tutt’oggi, piuttosto problematica. Da un lato, infatti, essa lamenta, se non carenza di informazioni e dati analitici, la mancata sistematizzazione ed organizzazione degli stessi in modo che possano essere letti in modo integrato, dall’altro il ritardo nell’applicazione di certi strumenti di gestione direttamente discendenti dalla normativa di settore di livello sia nazionale che regionale. La disponibilità di dati in materia è assicurata dal Catasto degli scarichi, redatto ai sensi della L. n. 319/76 ora abrogata, dalla conoscenza diretta delle Province quali organi preposti alla disciplina e al controllo degli scarichi, dalle relazioni di accertamento e dai monitoraggi effettuati dall’Arpa Molise, dagli studi condotti

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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dall’Università del Molise, dalla banca dati sullo stato di attuazione dei progetti di depuratori urbani fornita dal Settore Schemi Idrici della Regione Molise.

In riferimento proprio agli impianti di depurazione, risulta abbastanza

chiaro il quadro della situazione regionale. Le informazioni sono disponibili presso diverse strutture (Assessorato all’Ambiente – Settore Ecologia ed Igiene Ambientale, LL.PP – Settore Schemi Idrici, Arpa Molise, Province) e pur se non sempre concordanti, esse riescono tuttavia a delineare un quadro complessivamente esaustivo. Un notevole contributo, soprattutto con riferimento al censimento delle strutture esistenti (numero, tipologia, anzianità, stato), è stato recentemente fornito dallo studio per il “Completamento del sistema delle infrastrutture di depurazione” realizzato per la Regione Molise dalla società R.T.P. – Capogruppo Heurein – Ingegneria e Territorio.

Per quanto concerne lo stato delle conoscenze degli aspetti quantitativi della

risorsa idrica, esiste una carenza informativa di base circa il sistema afflussi-deflussi che comporta l’impossibilità di valutare correttamente le disponibilità idriche. Per sanare tale lacuna conoscitiva occorrerebbe innanzitutto possedere serie storiche per elaborare dati di pioggia affidabili; tuttavia la attuale mancanza di una sufficiente e coordinata rete di stazioni idrometriche (con serie temporali significative anche per l’ultimo ventennio) e di un sistema di monitoraggio delle sorgenti (in grado di misurare l’effettiva disponibilità e non, come nel caso dell’ERIM, soltanto le portate prelevate), non consentono di pervenire ad alcuna elaborazione significativa. Di conseguenza l’analisi del reale legame afflussi-deflussi può solo scaturire dalla costruzione di modelli teorici per la cui calibrazione sarebbe comunque necessario utilizzare dati relativi a bacini e territori limitrofi. A complicare il processo di valutazione delle disponibilità idriche si aggiunge il fatto che le conoscenze idrogeologiche relative al territorio molisano risultano molto incomplete e soprattutto disomogenee, con diversi livelli di approfondimento e con interpretazioni in taluni casi discordanti; molti studi sono stati finalizzati all’approfondimento delle conoscenze di singole zone, oggetto di utilizzi o di potenziali prelievi, ma non sviluppano le problematiche più generali per definire le caratteristiche geometriche ed idrogeologiche delle singole strutture.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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Il fatto di non possedere dati affidabili circa le disponibilità è in parte aggravato dalla mancanza di un catasto completo delle utilizzazioni in atto, molte delle quali ereditate dalla Cassa per il Mezzogiorno (in tale contesto vari Enti risultano i depositari delle informazioni in materia). Ciò riguarda soprattutto lo sfruttamento delle sorgenti locali. Infatti, non disponendo di reali ed aggiornate misurazioni su ciascuna di esse, e nella impossibilità, per la maggior parte dei casi, di collegare direttamente i prelievi con le erogazioni effettuate agli utenti, non si possono riportare o valutare, come per le sorgenti utilizzate dall’ERIM, i valori delle disponibilità idriche utilizzate. Si pone, pertanto, la necessità di procedere ad un aggiornamento del catasto delle concessioni, anche per regolarizzare sia amministrativamente che fiscalmente le derivazioni in atto, e, nel contempo, programmare una campagna di approfondimento sul territorio che possa consentire una valutazione quali-quantitativa dei volumi disponibili e di quelli prelevati.

Lo stato delle conoscenze risulta carente anche per quello che riguarda il

minimo deflusso vitale dei fiumi. Questo fatto, collegato a quanto detto circa la non conoscenza dei prelievi e delle derivazioni puntuali, deve spingere le strutture competenti ad avviare, in modo integrato e con relativa urgenza, campagne conoscitive in tal senso.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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2.3 STATO DI RECEPIMENTO ED ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA COMUNITARIA AMBIENTALE

Due sono i cardini legislativi attorno a cui ruota la gestione del patrimonio idrico di una regione: la legge 152 del 1999 per gli aspetti di qualità e la legge Galli per la pianificazione del ciclo idrico integrato.

L’entrata in vigore del D.Lgs. 152/99 ha introdotto una nuova politica di

gestione della risorsa idrica mirante essenzialmente: 1. ad una tutela delle acque che sappia integrare gli aspetti qualitativi con

quelli quantitativi; 2. alla prevenzione ed al risanamento tramite il raggiungimento di obiettivi di

qualità per i corpi idrici; 3. alla disciplina degli scarichi; 4. alla diversificazione delle azioni preventive in base alle criticità presenti sul

territorio (aree sensibili, zone vulnerabili, etc..) Il decreto impone il raggiungimento di taluni degli obiettivi sopra elencati

entro tempi stabiliti; ciò ha comportato che le Regioni, per quanto di loro competenza, si attivassero in tal senso.

La Regione Molise, con deliberazione della Giunta n. 894 del 10.07.2000, ha

approvato la Direttiva Regionale che recepisce il Decreto Legislativo 11 maggio 1999 n. 152, e contenente i primi indirizzi per gli adempimenti di più immediata attuazione e per assicurare l'esercizio delle competenze anche in attuazione della legge regionale n. 34 del 29 settembre 1999. La finalità della Direttiva è quella di delineare un primo orientamento interpretativo della nuova normativa dettata dal Decreto Legislativo 11 maggio 1999 n. 152, in attesa della predisposizione ed approvazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque, che dovrà individuare gli interventi e le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico.

In sostituzione ed integrazione della vecchia Direttiva approvata con deliberazione della G. R. n. 4860 del 2 dicembre 1996, la nuova Direttiva stabilisce la disciplina degli scarichi costituiti da acque reflue domestiche ed acque reflue assimilate alle acque reflue domestiche. Essa inoltre conferma i criteri per l’utilizzazione agronomica dei liquami derivanti dagli allevamenti di

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bestiame già delineati dalla direttiva regionale approvata con deliberazione della G.R. n. 1104 del 24 maggio 1993 ( pubblicata sull’estratto del B.U.R.M. n. 15 del 1 luglio 1993 ), in quanto compatibili con le disposizioni della 152. Tutto ciò in attesa dell’emanazione del decreto interministeriale previsto dal comma 2 dell’art. 38 del decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152, che dovrà stabilire i criteri per il controllo e le norme tecniche per l’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamenti.

Le disposizioni della Direttiva sono recepite ed integrate dai Piani Stralcio degli interventi urgenti delle Province di Campobasso e Isernia.

La Regione Molise, dopo cinque anni dall’entrata in vigore della Legge

Galli, ha provveduto ad ottemperare a quanto ivi previsto mediante due leggi regionali, la n. 5 del 3.02.1999, intitolata “Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36. Disposizioni in materia di risorse idriche", e la n. 37 del 1.12.1999, intitolata “Istituzione dell’Azienda Speciale regionale denominata: “MOLISE ACQUE”.

La suddetta disciplina regionale, che ha sostanzialmente recepito le relative disposizioni nazionali, risulta, tuttavia, per la maggior parte ancora inattuata.

L’art. 1 della legge regionale n. 5, dopo aver elencato le finalità della stessa,

al 4 comma dispone che, con successiva legge regionale, la Regione provveda a trasformare l’Ente Risorse Idriche Molise (E.R.I.M.) in azienda speciale, affidando a tale nuovo soggetto la gestione dei soli servizi idrici di captazione e grande adduzione di rilevanza regionale e interregionale. La legge inoltre dispone che la Molise Acque (ex E.r.i.m.) subentri anche nella gestione del regime transitorio, previsto dall’art. 13 della l. r. n. 5/1999, ovvero laddove il servizio idrico non sia stato ancora affidato al soggetto gestore da parte dell’A.T.O. costituita. Ad oggi, tuttavia, la trasformazione dell’E.R.I.M. in Molise Acque non è stata ancora completata; pertanto, pur essendo in atto nella Regione Molise il regime transitorio sopra descritto, in realtà la gestione del servizio idrico rimane tuttora affidata all’E.R.I.M.

Tornando alla L.R. 5/99, si può affermare che l’attuazione della legge Galli al suo interno, inizia propriamente con l’art. 2, ove, in ottemperanza al disposto dell’art. 8 della L. n. 36/1994, si individua l’Ambito Territoriale Ottimale (A.T.O.). La scelta operata dalla Regione Molise è stata quella di individuare un

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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solo A.T.O., coincidente con l’intero territorio regionale. La “nascita” dell’A.T.O., avviene ad opera dei Comuni e delle Province, i

quali costituiscono, ai fini dell’esercizio in forma associata delle funzioni inerenti il servizio idrico, l’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale, o mediante la stipula di una convenzione tra gli enti locali interessati o mediante la costituzione di un consorzio tra gli stessi. L’Autorità d’Ambito, ai sensi dell’art. 5, svolge funzioni esclusivamente di organizzazione, programmazione e controllo, rimanendo esclusa invece ogni attività inerente la gestione del servizio (comma 1).

In Molise l’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale è stata costituita attraverso l’esercizio dei poteri sostitutivi della Regione, ed è stata stipulata la relativa convenzione tra i Comuni e le Province. Il passo successivo che l’Autorità d’Ambito deve compiere, quindi, è quello della individuazione della forma di gestione del servizio e, in seguito, l’affidamento al soggetto gestore secondo tale modalità.

Attualmente infatti, la maggior parte dei 136 Comuni presenti nella Regione, continua ancora a gestire in economia il servizio idrico.

Solo in alcuni casi vi è stato un affidamento tramite gara in concessione a terzi per un periodo annuale o biennale.

In ogni caso, laddove si riconoscano già presenti sul territorio alcune gestioni che rispondano ai criteri di efficienza, efficacia e economicità e che, come tali, siano ritenute da salvaguardare, ai sensi dell’art. 8 della legge regionale n. 5/99, l’Autorità d’Ambito potrà affidare anche a più soggetti la gestione del servizio; ciò tuttavia non dovrà portare ad una frammentazione dello stesso, in quanto tale opzione sarebbe sicuramente incompatibile con la scelta del gestore unico operata dalla norma nazionale.

E’ in corso di definizione un Accordo di Programma Quadro sulla tutela delle acque e la gestione della risorsa idrica fra la Regione Molise, il Ministero dell’Ambiente, dell’Economia e delle Finanze, il Ministero delle Infrastrutture e quello delle Politiche Agricole e Forestali. Esso costituirà lo strumento attuativo degli obiettivi prioritari e dei relativi piani di intervento di settore individuati congiuntamente dal Governo e dalla Giunta della Regione Molise nell’Ambito dell’Intesa Istituzionale di Programma stipulata fra le due parti in data 16 febbraio 2000. L’Accordo riguarderà i corpi idrici superficiali e sotterranei e la gestione della risorsa idrica, incentivando così una strategia d’azione integrata fra tutela della qualità e della quantità.

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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2.4 TABELLA DI SINTESI DELLA SITUAZIONE DI RIFERIMENTO La seguente tabella contiene un giudizio sintetico della componente

ambientale acqua sottolineandone criticità ed opportunità. La tabella comprende criticità ed opportunità che non si riferiscono soltanto alla parte di ASA ma anche all’adeguatezza dei sistemi di monitoraggio e allo stato di recepimento della normativa.

CRITICITÀ OPPORTUNITÀ

Presenza di non conformità di natura microbiologica soprattutto in provincia di

Isernia dove la gestione del servizio idrico

viene effettuata di norma tramite piccole reti

locali gestite dalle Amministrazioni

Comunali

Livello regionale di qualità dei fiumi soddisfacente, anche per quanto concerne

l’idoneità alla vita dei pesci.

Bacino del Biferno: peggioramento della qualità delle acque nei pressi di

Castropignano, Morrone del Sannio e

Termoli

La tutela dell’invaso del Liscione contribuisce ad un approvvigionamento

idropotabile sicuro, a salvaguardare le specie

faunistiche proprie del lago,

all’incentivazione delle attività turistico-

ricreative.

Bacino del Trigno: peggioramento della qualità delle acque nei pressi di Trivento e

Montenero di Bisaccia

Buona disponibilità di risorsa idrica

Il regime idrico dei fiumi, prevalentemente

torrentizio, non sempre è in grado di

garantire l’effetto autodepurativo

Stipula dell’Accordo di programma Quadro

sulle acque fra la Regione Molise, il

Ministero dell’Ambiente, quello dell’Economia e delle Finanze, il Ministero

delle Infrastrutture e quello delle Politiche

Agricole e Forestali.

Non si conosce il minimo deflusso vitale dei

fiumi

L’avvio operativo dell’Arpa Molise

consentirà di sanare molte delle criticità

presenti

Manifesti fenomeni di eutrofizzazione

dell’invaso del Liscione e alla foce dei fiumi

Biferno e Trigno

Non balneabilità di circa 1 km di costa nei

pressi del porto di Termoli e delle foci dei

fiumi Trigno e Biferno (contaminazione

POR MOLISE V ALUTAZIONE EX –ANTE AMBIENTALE 2. Acqua

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fognaria)

Esistenza di tratti di costa non conformi per

quanto concerne la molluschicoltura

Deficit dell’offerta depurativa nel settore

civile

40%della potenzialità degli impianti industriali non sfruttata

Presenza di moltissimi impianti di

depurazione di piccola dimensione che non

consentono di raggiungere economie di

scala (vd. consumi energetici)

Necessità di adeguamento rispetto alle

norme di sicurezza degli impianti di

depurazione.

Necessità di adeguare le infrastrutture fognario-depurative alle vigenti disposizioni

di legge.

Esigenza di ammodernamento e

completamento delle reti idriche regionali

Notevoli sprechi di risorsa idrica; elevata

percentuale delle perdite.

Esigenza di sostituire le vecchie condotte in

cemento amianto

Mancanza del Piano d’Ambito

Frammentazione del quadro delle

conoscenze e mancanza di un approccio integrato alla ricerca di soluzioni fra i vari

Enti

Mancanza della rete delle stazioni

idrometriche

Assenza della rete di monitoraggio delle

acque profonde

Mancanza di un sistema di monitoraggio

delle sorgenti e scarsa conoscenza delle

strutture idrogeologiche della regione (ciò non consente la valutazione delle

disponibilità idriche)