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2 – RELAZIONE TECNICA SUI MOVIMENTI TERRA INDICE 1. PREMESSA…………………………………………………………………………….. 3 2. I MOVIMENTI TERRA PREVISTI NEL PROGETTO…………………………..... 5 2.1 BILANCIO QUANTITATIVO …………………………………………………… 5 2.2 PERCORSO DEI MEZZI………………………………………………………… 10 3. VALORIZZAZIONE DEL MATERIALE LITOIDE……………………………… 12 3.1 REGIME CUI ASSOGGETTARE LE TERRE DA SCAVO………………….. 12 3.2. STIMA ECONOMICA………………………………………………………….. 15 4. IMPATTI SULLA MATRICE ARIA E MISURE DI MITIGAZIONE………….. 16 5. ALLEGATI…………………………………………………………………………… 25 5.1 Esempio di localizzazione siti di prelievo per il campionamento dei terreni……... 26 5.2 Esempio di kit analitico per la caratterizzazione dei terreni e valori limite D.lgs152/06 27 5.3 Cartografia storica…………………………………………………………………. 31 5.4 Grafici stagionali 2011 per gli inquinanti Pm10, CO e NO2……………………… 35

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2 – RELAZIONE TECNICA SUI MOVIMENTI TERRA

INDICE 1. PREMESSA…………………………………………………………………………….. 3 2. I MOVIMENTI TERRA PREVISTI NEL PROGETTO…………………… ……..... 5

2.1 BILANCIO QUANTITATIVO ………………………………………………… … 5 2.2 PERCORSO DEI MEZZI………………………………………………………… 10

3. VALORIZZAZIONE DEL MATERIALE LITOIDE…………………………… … 12 3.1 REGIME CUI ASSOGGETTARE LE TERRE DA SCAVO……………… ….. 12 3.2. STIMA ECONOMICA………………………………………………………….. 15

4. IMPATTI SULLA MATRICE ARIA E MISURE DI MITIGAZIONE… ……….. 16 5. ALLEGATI………………………………… ………………………………………… 25 5.1 Esempio di localizzazione siti di prelievo per il campionamento dei terreni……... 26 5.2 Esempio di kit analitico per la caratterizzazione dei terreni e valori limite D.lgs152/06 27 5.3 Cartografia storica…………………………………………………………………. 31

5.4 Grafici stagionali 2011 per gli inquinanti Pm10, CO e NO2……………………… 35

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1. PREMESSA La Regione Marche, con nota PEC n. 81953 pervenuta a questa Amministrazione in data

24/12/2014 ed a questo Servizio in data 2/01/2015, ha richiesto la trasmissione delle seguenti

integrazioni riguardanti i movimenti terra:

• Considerato il rilevante quantitativo di materiale da movimentare, si chiede una relazione

più dettagliata in merito al bilancio quantitativo ed economico relativo ai movimenti terra, con descrizione dei percorsi dei mezzi di trasporto da e per il sito d’intervento ed eventuali misure di mitigazione;

• In riferimento al materiale litoide da valorizzare e da reimpiegare nel sito per la ricostruzione delle arginature, è necessario che il proponente, così come richiesto dall’ARPAM competente con nota prot. n. 32859 del 7/10/2014, integri la documentazione con una dichiarazione di principio circa il regime cui assoggettare le terre da scavo. La scelta degli strumenti normativi potrà essere effettuata soltanto dopo l’esito della procedura di assoggettabilità. Al termine della procedura in oggetto il proponente potrà valutare se sottoporre il recupero delle terre secondo quanto prescritto dall’art. 41 bis della L. 98/2013 o verificare i presupposti di cui all’art. 184 bis del Dlgs 151/2006, previa caratterizzazione effettuata ai sensi del DM 161/2012.

• Analisi dell’impatto generato dalle attività di cantiere sulla matrice aria, per le emissioni si consiglia di riferirsi alle “Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti” redatto dalla Provincia di Firenze);

• Evidenziare in cartografia adeguata i recettori maggiormente interessati dal progetto. Le misure di mitigazione dovranno essere legate oltre che alle fasi di cantierizzazione e di esecuzioni dei lavori, anche alla vicinanza dei recettori.

Per quanto riguarda il bilancio quantitativo di materiale da movimentare ed il percorso dei mezzi di

trasporto, nel paragrafo 2 verranno riprese e dettagliate meglio le indicazioni contenute in tre

distinte relazioni (relazione generale, relazione geologica e studio preliminare ambientale) già

presentate all’avvio del procedimento di screening.

In merito al regime cui assoggettare le terre di scavo, viene descritta la metodologia e la normativa

relativa nel paragrafo 3.1. In relazione alla valorizzazione del materiale litoide, il bilancio

economico deriva da un procedimento di stima del materiale da valorizzare, come indicato nella

Delibera di approvazione del progetto definitivo, che si riporta con maggiore dettaglio al paragrafo

3.2. Gli ultimi due punti della richiesta di integrazione, di natura prettamente ambientale, verranno

affrontati specificatamente nel paragrafo 4, utilizzando la metodologia indicata nel contributo

ARPAM per valutare gli impatti sulla matrice aria e fornire indicazioni sulle relative misure di

mitigazione.

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2. I MOVIMENTI TERRA PREVISTI NEL PROGETTO 2.1 BILANCIO QUANTITATIVO Per chiarire il bilancio quantitativo relativo ai movimenti terra, si riporta di seguito un estratto del

paragrafo 6.4 dell’elaborato progettuale n. 2 “RELAZIONE GENERALE”, nel quale si descrivono

gli aspetti relativi alla gestione delle materie, sia derivanti dagli scavi previsti che dai materiali

necessari per la realizzazione delle opere in terra. In particolare vengono analizzati il bilancio delle

terre e la loro gestione con particolare riferimento a quanto previsto dall’art. 186 del D.Lgs

152/2006.

-------------------------------------------------

I movimenti terra per la conformazione morfologica del sito prevedono: • opere di scavo nell’area della cassa;

• regolarizzazione delle superfici e realizzazione delle arginature;

• disegno del drenaggio superficiale della vasca con individuazione delle linee preferenziali di

svuotamento;

• predisposizione delle vie di accesso per manutenzione alla cassa.

Il totale dei movimenti terra previsti è riassunto nella seguente Tabella 1 in cui sono riportati i

fabbisogni per le opere in terra suddivisi tra arginature, canali di scolo, viabilità e ricostituzione

strato di terreno vegetale nel fondo della cassa oltre alle necessità per le opere di raccordo e

completamento.

Inoltre, nelle Tabella 2 e Tabella 3 sottostanti sono riportati rispettivamente i materiali disponibili in

sito rispetto a quelli da reperire in cave esterne sulla base delle considerazioni contenute nella

RELAZIONE GEOLOGICA – GEOTECNICA.

Tabella 1: Fabbisogni per opere in terra

FABBISOGNI PER OPERE IN TERRA [mc]

TERRENO PER ARGINATURE (A4, A6, A7-6 CNR UNI

10006) [mc]

TERRENO PER FORMAZIONE

CANALI DI SCOLO [mc]

TERRENO PER VIABILITÀ CASSA

[mc]

SCOTICO TERRENO VEGETALE FONDO

CASSA [mc]

TERRENO PER OPERE DI

RACCORDO E COMPLETAMENTO

[mc]

156354.00 2152.86 1030.00 20089.97 1081.82

TOTALE 180708.65

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Tabella 2: Materiali disponibili in sito

MATERIALI DISPONIBILI IN SITO [mc]

MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI

[mc]

MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI

IDONEO PER ARGINATUR

E (A4, A6, A7-6

CNR UNI 10006) [mc]

MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI IDONEO

VIABILITÀ CASSA E

FORMAZIONE CANALI DI

SCOLO [mc]

MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI

IDONEO PER TERRENO

VEGETALE FONDO CASSA

[mc]

MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI

RIUTILIZZABILE PER OPERE

DI RACCORDO E COMPLETAM

ENTO [mc]

MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI

NON IDONEO DA CONFERIRE

IN DISCARICA

[mc]

MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI

NON IDONEO PER LE OPERE DI PROGETTO

[mc]

272678.01 20000.00 3182.86 20089.97 1081.82 1000.00 227323.36

Tabella 3: Materiali da reperire in cave esterne

MATERIALI DA REPERIRE DA CAVE ESTERNE [mc]

MATERIALE PER ARGINATURE (A4, A6, A7-6 CNR UNI 10006) [mc]

TOTALE 136354.54

Nella RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA e nella RELAZIONE GENERALE viene

stimato in circa 20089 mc il quantitativo di materiale di risulta da scavi necessario come terreno

vegetale per ricostituire il nuovo orizzonte vegetale nel fondo della cassa.

I dati di bilancio delle terre riportati nella RELAZIONE GENERALE in Tabella 4 vanno letti come

materiali disponibili in sito per la loro collocazione in termini di fabbisogno; invece nella

RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA oltre a chiarire il fabbisogno per ricostituire il terreno

fertile nel fondo della cassa viene riportato il quantitativo disponibile in sito. In altri termini il

quantitativo di materiale vegetale disponibile in sito è pari a circa 29404 mc, il fabbisogno di

materiale per ricostituire il terreno vegetale nel fondo della cassa è invece pari a circa 20089 mc: ne

consegue un esubero di materiale vegetale pari a 9315 mc che è contenuto all’interno del

quantitativo pari a 227323 mc “MATERIALE DI RISULTA DA SCAVI NON IDONEO PER LE

OPERE DI PROGETTO” sempre riportato nella Tabella 5 della RELAZIONE GENERALE.

Nelle seguenti Figura 1 e Figura 2 vengono riportate le classi di quota e la loro distribuzione relativa

sull’area d’intervento. Come è possibile osservare le quote di scavo più importanti sono ubicate in

prossimità dell’area in cui verrà realizzato lo scarico di fondo e nella parte centrale della vasca

mentre rimangono pressoché invariate in prossimità dell’opera di scarico di superficie.

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Il materiale di risulta che si originerà dalle operazioni di scavo, per quanto appurato durante i

sondaggi effettuati nell’ambito della RELAZIONE GEOLOGICA - GEOTECNICA, sarà costituito

da terra e inerti naturali che potranno essere rimpiegati nel rispetto della normativa vigente per

l’opera di progetto e/o per altre opere pubbliche e/o commercializzati nelle misure consentite dalla

vigente normativa.

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Figura 1: Rappresentazione delle classi di quote nello stato di fatto (per la sola area di intervento)

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Figura 2: Rappresentazione delle classi di quote nello stato di progetto (per la sola area di intervento)

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2.2 PERCORSO DEI MEZZI

Come già descritto nel bilancio quantitativo precedente e nel par. 6.7 dell’elaborato progettuale n. 6

“STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE”, parte del materiale sbancato è riutilizzabile in loco

per la realizzazione degli argini, per le trincee drenanti, la viabilità e la ricostruzione di uno strato

vegetale fertile nel fondo cassa, mentre gran parte del materiale sbancato ai fini della realizzazione

della cassa d’espansione, non utilizzato in loco e dunque in esubero, dovrà essere allontanato

dall’area d’intervento.

Questo materiale in esubero, essendo costituito in gran parte da materiale sabbioso e ghiaioso, così

come riportato nella RELAZIONE GEOLOGICA – GEOTECNICA, potrà essere trasportato in un

sito idoneo ove verrà stoccato e lavorato. Il sito autorizzato per effettuare le suddette attività più

vicino rispetto all’area d’intervento è il frantoio “Valle Foglia” che dista solo 5.5 km dall’area di

sbancamento.

Secondo analisi effettuate sui tempi di carico, andata, scarico e ritorno, si può ipotizzare che si

utilizzeranno 2 mezzi per l’escavazione e 5 camion per il trasporto. Considerato il quantitativo di

terreno non utilizzabile in loco, presumendo l’utilizzo di “camion da cava” che possono trasportare

circa 20 mc di materiale ciascuno, ne deriva un totale di circa 2 000 viaggi per ciascun camion.

Dato che il tragitto dalla zona di scavo a tale frantoio nel Comune di Montelabbate è percorribile in

circa 15 minuti, l’intera fase di carico-andata-scarico-ritorno in condizioni medie è stata stimata in

circa 60 minuti perciò, in 8 ore lavorative, ogni mezzo potrà compiere 8 viaggi e, considerando i 5

camion, si potranno eseguire 40 viaggi al giorno. Ne consegue che il periodo di escavazione, se

fosse eseguito senza interruzione, avrebbe una durata di almeno 57 settimane lavorative. Poiché

oltre all’escavazione si effettueranno nel contempo altre lavorazioni come per esempio la

realizzazione di argini, le opere in cemento armato, i drenaggi superficiali ecc. e quindi, pur

mantenendosi inalterato il numero di viaggi, questi saranno diluiti in un arco temporale molto più

lungo delle 57 settimane calcolate. Inoltre, il materiale necessario per realizzare le arginature potrà

essere prelevato da cantieri nelle aree limitrofe a quelle d’intervento e quindi potranno, in caso,

essere sfruttati direttamente i viaggi di ritorno dei camion.

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Osservando in Fig. 3 il percorso dei mezzi, si osserva che buona parte dei tracciati si svolge lungo

via ad elevato traffico, quali la SP. 30 o via delle Regioni (Montelabbatese) e la via Pantanelli in

zona artigianale; pertanto gli 80 viaggi al giorno (andata-ritorno) previsti avrebbero un impatto

limitato, costituendo una cifra inferiore all’1% del totale, sulla base di dati della Provincia di Pesaro

e Urbino (Dati 2007 a Montelabbate: 9170 mezzi - traffico merci più traffico auto - al giorno).

Figura 3: Percorso andata/ritorno rispetto al sito di stoccaggio dei materiali di scavo

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3. VALORIZZAZIONE DEL MATERIALE LITOIDE

3.1. REGIME CUI ASSOGGETTARE LE TERRE DA SCAVO

La realizzazione della cassa d’espansione comporta la produzione di un ingente materiale di risulta

dallo scavo. Per quanto riguarda la specifica destinazione di tale materiale, il progetto prevede che

parte del materiale scavato venga riutilizzato nel medesimo sito per la costruzione degli argini della

cassa (configurandosi come “materie prime utilizzate nell’ambito dello stesso sito di produzione”);

invece, la parte preponderante del terreno estratto è stato considerato d’interesse commerciale,

configurandosi come “sottoprodotto” , destinato ad un locale frantoio ed assoggettato al regime

proprio dei beni e dei prodotti ed alla relativa normativa.

Secondo la normativa vigente (D.Lgs 152/06) occorre dimostrare che il materiale da riutilizzare non

sia contaminato e che sia compatibile con il sito di destinazione. Qualora la produzione di terre da

scavo sia prevista nell’ambito di un progetto sottoposto a VIA, la sussistenza dei predetti requisiti

deve risultare da apposito progetto (Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo). Per dimostrare

che il materiale da scavo non sia contaminato si devono produrre analisi di laboratorio o altra

documentazione adeguata. Le modalità per la caratterizzazione dei terreni sono disciplinate dal D.

Lgs 152/06, al titolo V parte IV.

Nella fattispecie del progetto della cassa d’espansione in loc. Montecchio, che non è sottoposto a

VIA ma a verifica di VIA, la contingente situazione di difficoltà economica della Provincia di

Pesaro e Urbino ed i vincoli connessi al patto di stabilità non hanno consentito, in questa fase, di

condurre un campionamento con successiva analisi dei materiali estratti ai fini della loro

caratterizzazione (colonna A e B in Tab. n.1, allegato n.5 della parte IV del D.Lgs 152/06).

E’ comunque opinione di questo Servizio, supportata da preventive valutazioni dell’ARPAM, che

sia sufficiente, ai fini della procedura di verifica di VIA, la caratterizzazione del materiale riportata

nella relazione geologica. A supporto di tale valutazione, si consideri quanto segue:

• le attività previste non comportano la movimentazione di materiale a stretto contatto

con l’acqua;

• l’analisi diacronica della destinazione d’uso dell’area, come risulta dalle tavole

allegate alla relazione geologica (si veda l’allegato n. 4 “Carta divagazione corso

d’acqua” dell’elaborato n. 4 “RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA”), da

altre planimetrie riportate nell’allegato n. 5.3 “CARTOGRAFIA STORICA” ) e da

informazioni reperite in loco, ha messo in evidenza la prevalenza di attività a limitato

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impatto ambientale: infatti, l’area di scavo è stata destinata quasi sempre all’uso

agricolo, peraltro con attività di tipo estensivo, o all’incolto; l’attività estrattiva è

stata condotta soltanto su una porzione dell’area, poco o nulla interessata dall’attuale

escavazione, ed è terminata attorno agli anni ‘80; anche in passato (vedi planimetrie

quotate dell’area negli anni ’68 e ’80), parte dell’area è stata interessata soltanto

dall’estrazione dei materiali e non da attività di riporto con materiale proveniente

dall’esterno, attività, quest’ultima, che avrebbe potuto comportare maggiori rischi di

contaminazione della zona; inoltre, non risulta documentato alcun uso dell’area

d’intervento quale sito di produzione o di deposito di materiali inquinanti.

• Le suddette valutazioni sono supportate anche dai risultati delle due campagne

geognostiche effettuate, nel corso delle quali si è potuta constatare la presenza di

materiale inerte del tutto compatibile con fenomeni di deposito alluvionale.

In base a tali considerazioni, come da accordi con l’ARPAM che potrebbero essere oggetto

di una specifica prescrizione da parte dell’autorità competente in materia di VIA, si ritiene di poter

rimandare alla fase esecutiva lo svolgimento di dette analisi di caratterizzazione, rendendosi

comunque disponibili a fornirne i risultati agli Enti competenti prima dell’esecuzione dei lavori.

In quella fase sarà possibile valutare, come suggerito nel contributo ARPAM, “se sottoporre

il recupero delle terre secondo quanto prescritto dall’art. 41 bis della L. 98/2013 (con la

compilazione del relativo modulo) o verificare i presupposti di cui all’art. 184 bis del Dlgs

151/2006 (predisposizione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo), previa

caratterizzazione effettuata ai sensi del DM 161/2012”.

Di seguito viene comunque definito un programma di massima per la caratterizzazione del

materiale di scavo, la cui composizione risulta prevalentemente costituita da ghiaie e sabbia, in

relazione alla sua possibile valorizzazione.

I sedimenti interessati dagli scavi verranno campionati seguendo la procedura prevista dalla

normativa, che non risulta possibile precisare in questa fase, dipendendo dalla scelta del regime di

cui al contributo ARPAM, come descritto in premessa. A titolo esemplificativo, comunque, si

riporta nell’allegato 5.1 un’ipotetica collocazione dei punti di campionamento nell’area

d’intervento. In tale mappa, costruita considerando le indicazioni di letteratura per un areale di

scavo superiore a 10.000 metri quadrati, sono stati individuati 6 punti di campionamento ad una

distanza di circa 90-150 m l’uno dall’altro, concentrati in prevalenza nell’area limitrofa al fiume

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Foglia e nelle zone con maggiore profondità di scavo, in base alle classi di quota riportate nel

paragrafo 2.

Le campionature saranno documentate fotograficamente; i punti di prelievo saranno

georeferenziati e risulteranno rappresentativi della matrice alluvionale dei sedimenti depositati. In

particolare, poiché gli scavi sono >2 m, la profondità di campionamento sarà rappresentativa

almeno del primo metro e della zona di fondo scavo.

L’elenco delle sostanze da ricercare, in generale, viene definito in funzione delle attività

antropiche pregresse svolte sul sito, di situazioni di inquinamento diffuso o di possibili apporti

legati all’esecuzione dell’opera. Poiché l’area d’intervento, in base alle considerazioni

precedentemente illustrate, non risulta interessata da rilevanti contaminazioni pregresse né la

realizzazione della cassa sarà fonte di alcun tipo di inquinamento, il test analitico proposto potrebbe

essere quello standard indicato nell’Allegato 5.2 (Metalli pesanti, Idrocarburi Policiclici Aromatici

(IPA), Idrocarburi pesanti, BTEX) .

Una volta eseguite le analisi di laboratorio, si valuterà la concentrazione dei vari elementi in

funzione dei valori soglia degli inquinanti indicati nella tabella riportata nell’allegato 5.2. Qualora i

valori ottenuti risultino inferiori ai limiti previsti dalla colonna “A” della Tab. n.1, dell’allegato n.5

della parte IV del D.Lgs 152/06, il materiale inerte sarà considerato idoneo per la realizzazione di

conglomerati bituminosi, riempimenti di sottofondi, rilevati, ripascimenti, miglioramenti fondiari,

ecc.

Per poter riutilizzare il materiale inerte per le varie esigenze di mercato è comunque

necessaria una lavorazione meccanica dello stesso mediante operazioni di vagliatura, lavaggio e

frantumazione da eseguirsi in frantoio o eventualmente in cantiere, utilizzando tutte le misure

finalizzate all’abbattimento delle polveri di cui al paragrafo n. 4 e nello studio preliminare

ambientale. Tali lavorazioni costituiscono pratiche industriali normalmente indirizzate al

miglioramento delle caratteristiche merceologiche, allo scopo di renderne l’utilizzo maggiormente

produttivo e tecnicamente efficace. Tra le pratiche industriali comunemente effettuate e richiamate

nell’allegato 3 del D.M. 161 del 10-8-2012 risultano la selezione granulometrica, la riduzione

volumetrica mediante macinazione, la stabilizzazione a calce, la stesa al suolo per l’asciugatura, la

rimozione di materiali di elementi/materiali antropici (vetroresina, plastica, cementi). Tali attività

comunque non inficiano la caratteristica di sottoprodotto delle terre e rocce da scavo.

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3.2 STIMA ECONOMICA

Come risulta dal quadro economico, per sostenere i costi di questa opera pubblica che

superano quelli del finanziamento attribuito dalla Regione Marche, occorrerà prendere in

considerazione, in fase esecutiva, lo scomputo del materiale inerte risultante dalle attività di scavo.

Come indicato nella “Relazione geologica-geotecnica”, le caratteristiche del materiale

ricavato sono tali da consentirne lo scomputo per un valore di circa € 1.400.000,00 al lordo dei costi

di scavo (Direttiva della Regione Marche allegata al P.R.A.E. - “Direttiva per i casi in cui dalla

realizzazione di opere pubbliche vengano ottenuti materiali di risulta” pubblicata sul B.U.R. del

16/07/2002 e DGR n. 1300 del 9/11/2004 “Determinazione del valore commerciale del materiale di

cava ai fini dell’applicazione delle sanzioni amministrative”.

Il suddetto importo è stato ottenuto da una stima eseguita sulla base dei dati ottenuti dalle

indagini in sito e dalle prove di laboratorio (vedi “Relazione geologica-geotecnica”), considerando

un quantitativo di materiale inerte pari a circa 200.000= mc ed un valore unitario del suddetto

materiale pari a 7,1 €/mc, come determinato dalla DGR n. 1300 del 9/11/2004 per i materiali

ghiaiosi e sabbiosi, franco cantiere, scavati e accantonati in sito.

Al valore del materiale inerte stabilito dalla D.G.R. n.1300/2004 va sottratto il costo relativo

alla scavo, che verrà aggiornato in fase di progettazione esecutiva e determinato con precisione in

fase di aggiudicazione. In questa fase, si può però procedere ad una stima dei costi dello scavo: tale

valore, pari a 2,0 €/mc, è stato individuato tramite una indagine di mercato speditiva, sulla base dei

seguenti elementi: gli ingenti volumi trattati, la facile accessibilità dell’area e le caratteristiche

morfologiche della stessa (area pianeggiante, non urbanizzata e priva di elementi naturali e/o

antropici di ostacolo alle lavorazioni).

Ne risulta un costo per l’estrazione di tale materiale valorizzabile pari a circa € 400.000 (€. 2,00 x

200.000 mc). Per l’esecuzione di questi lavori pubblici, come previsti nel progetto, risulta pertanto

scomputabile la somma di circa €.1.000.000,00 (€.1.400.000-€.400.000).

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4. IMPATTI SULLA MATRICE ARIA E MISURE DI MITIGAZIO NE

Le presenti integrazioni, redatte da componenti del gruppo di lavoro esperti in materia

ambientale in collaborazione con altri funzionari1 provinciali, verranno sviluppate controdeducendo

alle osservazioni contenute nel contributo istruttorio dell’ARPAM (nel testo in grassetto) ed

integrando con quanto richiesto dalla stessa Agenzia.

1) Qualità dell’aria “ Nel progetto presentato non risulta presente alcu na analisi dell’impatto generato dalle

attività di cantiere sulla matrice aria…”

La rete di rilevamento della qualità dell’aria (RRQA) operativa nella Provincia di Pesaro

Urbino è costituita attualmente da 3 stazioni fisse (Pesaro, via Scalpellini; Urbino, Loc. Piansevero;

Fano, via Montegrappa) e da un laboratorio mobile. L’intervento di progetto si trova in un area

ubicata in Comune di Montelabbate al confine con quello di Sant’Angelo in Lizzola (PU), sulla

sponda destra prospiciente l’abitato di Montecchio (v. Foto) e non risulta monitorata da alcuna

stazione fissa né mobile. Come già indicato nel paragrafo 6.5 (Aria), a pag. 66 dello Studio

preliminare ambientale, non sono disponibili rilevamenti recenti nelle vicinanze.

1 Dott. Pasquale Cascone e Tommaso Lani, Servizio Ambiente – Provincia PU

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Gli unici dati disponibili sono quelli della centralina di monitoraggio della Provincia di

Pesaro e Urbino, in loc. di Morciola (distante circa 3 Km a monte dell’area d’intervento), che

risalgono al 2011 e sono stati già considerati nello Studio per le analisi degli inquinanti Pm10, CO

ed NO2 nonché per la velocità e direzione del vento. (v. i grafici stagionali per l’anno 2011 relativi

ai suddetti inquinanti, riportati nell’allegato 5.4). Pertanto non si ritiene che le suddette valutazioni

possano essere ulteriormente integrate, mancando qualsiasi ulteriore dato relativo ad aree limitrofe a

quella d’intervento più recente dei dati già riportati.

D’altra parte, si ritiene di dover escludere un’eventuale campagna di monitoraggio specifica

sia per i costi, che andrebbero a gravare su tempi e completezza dell’intervento, fondamentale per la

salvaguardia della pubblica incolumità, sia per l’utilità specifica di tale tipo di rilevamento, che

risulterebbe sovradimensionato rispetto agli impatti ipotizzati, data la temporaneità dei lavori e

l’incidenza degli stessi sull’area limitrofa già sottoposta a pressioni antropiche (abitato di

Montecchio, Strada provinciale 30 “Montelabbatese”, zona artigianale di via Pantanelli).

Peraltro, l’analisi effettuata nello studio, come riportato più avanti, evidenza l’assenza di

recettori sensibili di particolare interesse nell’area esposta all’azione del vento. Inoltre, per quanto

riguarda l’impatto dovuto al trasporto del materiale sabbioso e ghiaioso in esubero, si fa osservare

che il carico dei veicoli collegato all’intervento ha un’incidenza inferiore all’1% sul totale dei mezzi

circolanti, come indicato nel paragrafo precedente ed a pag 73 dello Studio preliminare ambientale.

2) Approfondimento cause di emissione in atmosfera

Nel progetto “si parla solamente delle principali c ause di emissioni […]. Tali cause non

vengono approfondite in seguito ne’ viene fornita u na stima, almeno di massima, di tali

emissioni”

Come già evidenziato nello Studio preliminare ambientale, si ritiene che la componente

“atmosfera” subirà soltanto modifiche temporanee correlate alle attività di cantiere ed

all’incremento del traffico veicolare (scarico dei mezzi e polveri).

Per quanto attiene alla fase di cantiere, si fa riferimento alle seguenti operazioni:

• Scotico e sbancamento

• Scavo di estrazione

• Carico sui mezzi

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• Trasporto sui mezzi

• Stoccaggio in cumuli all’interno del cantiere

• Formazione di argini

• Allontanamento del cantiere del materiale in esubero.

Per quanto riguarda il periodo dell’impatto, la principale attività, quella di escavazione, se

eseguita senza interruzione, avrebbe una durata di almeno 57 settimane lavorative. Occorre

evidenziare che oltre all’escavazione si effettueranno nel contempo altre lavorazioni come per

esempio la realizzazione di argini, le opere in cemento armato, i drenaggi superficiali ecc. e quindi,

pur mantenendosi inalterato il numero di viaggi dei mezzi impiegati, questi saranno diluiti in un

arco temporale molto più lungo delle 57 settimane calcolate.

Di seguito si riportano i dati a disposizione (per il dettaglio si veda le tabelle a pag. 31 della

Relazione generale) per la stima di massima delle emissioni legate all’esecuzione dei suddetti

lavori:

• Materiale di risulta da scavi, nel complesso: mc 272.000

• Materiale di risulta da scavi idoneo per il riutilizzo in loco: mc 44.000 mila mc (argini,

trincee drenanti, viabilità, ricostruzione di uno strato vegetale fertile nel fondo cassa)

• Materiale di risulta da commercializzare (sabbia e ghiaia): mc 227.000

• Materiale per arginature da reperire da cave esterne: mc 136.000

• N. mezzi: 2 per l’escavazione e n. 5 camion per il trasporto

• Peso medio mezzi da lavoro 30 t

• Durata giornaliera lavoro: 8 ore

• Distanza frantoio: Km 5,5

• N. viaggi giornalieri: 40

• Contenuto del silt nelle strade non asfaltate: 2 %

• Contenuto del silt nelle piste: 14 %

• Lunghezza media dei percorsi non asfaltati: Km 1,5 di cui:

• Lunghezza media dei percorsi su piste di cantiere: m 750

• Lunghezza media dei percorsi su strade non asfaltate: m 750

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Le emissioni in atmosfera verranno di seguito stimate per ciascuna attività individuata:

a) Scotico e sbancamento per asportazione terreno v egetale idoneo fondo cassa

Per quest’operazione verranno utilizzati 2 escavatori che producono emissioni di PTS con un

rateo di 5,7 Kg/Km. Il materiale di terreno vegetale movimentato, che verrà reimpiegato per la

ricomposizione morfologica, è pari a circa 20.000 mc. Considerando che queste operazioni sono

diluite nel tempo (57 settimane) ne risulta una movimentazione giornaliera di 70 mc, per una

stima delle emissioni di polveri pari a 21 g/h

b) Scavo per realizzazione del bacino di accumulo

Anche per questa operazione verranno utilizzati 2 escavatori che producono emissioni di PTS

con rateo di 5,7 Kg/Km. Il materiale di risulta dallo scavo movimentato è pari a 227.000 mc.

Considerando che queste operazioni sono diluite nel tempo (57 settimane) ne risulta una

movimentazione giornaliera di 800 mc, Per questo materiale si può prendere a riferimento il

fattore di emissione associato al SCC 3-05-027-60 Sand Handling, Transfer and Storage In

Industrial Sand and Gravel, pari a 3,9X10-4 Kg/t di PM10 (stimando che il particolato sia

costituito per il 60% da PM10). Ipotizzando un peso in volume del materiale pari a 2,00 t/mc e

trattando circa 100 mc/h si avrà un’emissione di polveri pari a circa 78 g/h.

c) Carico sui mezzi

L’attività di carico impegnerà tutta la giornata lavorativa di 8 ore con 40 viaggi giornalieri. Per

la valutazione delle emissioni si fa riferimento al SCC 3-05-025-06 Bulk Loading Construction

Sand and Gravel che riporta un valore di emissione pari a 1,2x10-3 Kg/t di materiale caricato.

Caricando circa 100 mc/h si avrà un’emissione di polveri pari a circa 240 g/h.

d) Trasporto con mezzi su percorso non asfaltato

I mezzi di trasporto percorreranno quasi totalmente tratti asfaltati, ad eccezione del tratto di via

Abbadia e dalle strade poderali, per uno sviluppo medio di m 1500 e per contenuto in “silt” 14%

Dall’applicazione della formula EFi (kg/km)=(s/12)aiX(W/3)bi

Ove

I=particolato (PTS,PM10, PM2.5)

S=contenuto in limo del suolo in percentuale in massa (%)

W=peso medio del veicolo in t

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ki, ai e bi=coefficienti che variano a seconda del tipo di articolato

si ottiene un fattore di emissione pari a 0,01 kg/km e considerato che in un’ora si effettuano

circa 5 viaggi, l’emissione oraria sarà pari a 0,02 Kg, ovvero 100 g/h.

e) Stoccaggio in cumuli all’interno del cantiere

In questo caso si stima l’erosione del vento sui cumuli di materiale superficiale accantonato.

Considerando un’altezza dei cumuli di almeno 2 m e del diametro di 5-6 m, si considera il

fattore di emissione per i cumuli definiti “alti” che riconduce ad un’emissione oraria < 1g/h e

dunque trascurabile nel contesto delle lavorazioni effettuate.

f) Formazione di argini

Il lavoro è analogo a quello di “scotico e sbancamento” previsto al punto 1. Il materiale di risulta

degli scavi idoneo per le arginature è pari a 20.000 mc, ai quali si aggiungono 136.000 mc da

reperire da siti esterni al cantiere, che non vengono computati in questo punto in quanto

verranno sfruttati i viaggi di ritorno dei camion di cui al punto g). Considerando che la

formazione di arginature e rilevati inizierà circa due settimane dall’avvio delle operazioni di

scavo e verrà svolta a settimane alterne con le attività di scavo, risulta un impegno di circa 27

settimane con una movimentazione giornaliera di 148 mc, per una stima delle emissioni di

polveri pari a 44 g/h.

g) Allontanamento del cantiere del materiale in esu bero

Il lavoro è analogo a quello previsto al punto d. Il materiale di risulta dallo scavo movimentato è

pari a 227.000 mc di sabbia e ghiaia; i mezzi utilizzato sono 5 camion del peso di circa 50 t a

pieno carico (capacità 20 mc). Considerando che queste operazioni sono diluite nel tempo (57

settimane) ne risulta una movimentazione giornaliera di 190 mc, per una stima delle emissioni

di polveri pari a 100 g/h.

La sommatoria delle emissioni di particolato (PTS, PM 10, PM 2.5) viene riassunta nella

seguente Tabella.

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SOMMATORIA EMISSIONI SENZA ABBATTIMENTO

Attività Emissioni in g/ora

a) Scotico e sbancamento 21

b) Scavo per realizzazione del bacino 78

c) Carico sui mezzi 240

d) Trasporto su percorso non asfaltato 100

e) Stoccaggio in cumuli 1

f) Formazione di argini 44

g) Allontanamento materiale in esubero 100

Si tenga presente che la sommatoria delle emissioni senza abbattimento riportata in tabella è

stata calcolata nelle condizioni peggiori, ossia simulando una realizzazione contemporanea di

tutte le operazioni per l’intero periodo considerato e senza alcuna mitigazione.

3) Recettori sensibili “ non viene fornita un’indicazione sul territorio dei recettori maggiormente

interessati dal progetto”.

Non sono stati riportati perché dall’analisi meteoclimatica condotta a pag. 66 dello Studio

preliminare ambientale, per gli inquinanti Pm 10, CO ed NO2, non risultano recettori sensibili di

particolare interesse nell’area esposta all’azione del vento. Quelli inquadrabili in un raggio di

200 m circa, sulla sponda opposta del fiume Foglia, sono in realtà non solo separati da elementi

morfologici (dislivelli, argini fluviali) ma anche protetti da elementi naturali (vegetazione

arborea ripariale) che fungono da barriera naturale. Si ritiene invece che le abitazione poste

lungo via Abbadia non siano da considerare recettori sensibili, in quanto esposte soltanto

all’incremento del traffico veicolare verso il frantoio Vallefoglia. Tuttavia, particolare

attenzione verrà prestata all’adozione delle misure di mitigazione, finalizzate a contenere la

produzione di polveri lungo parte del tracciato non asfaltato.

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Figura 4: Grafici inquinanti (Pm 10, CO ed NO2), in relazione alla direzione del vento

4) Misure di mitigazione

“ le misure di mitigazione legate alla fase di cantie rizzazione e di esecuzione dei

lavori […] risultano generiche e andrebbero rimodul ate in funzione della vicinanza

dei recettori e degli eventuali altri impatti che n on sono stati descritti”.

In relazione a quanto già esposto al punto precedente, si fa presente che le misure di mitigazione

riportate a pag 66 dello Studio, non essendoci recettori sensibili di particolare interesse nell’area

esposta all’azione del vento, dovrebbero essere considerate sufficienti alla mitigazione degli impatti

delle attività di cantiere e di trasporto. Inoltre, la vegetazione dell’area, che già funge da barriera

naturale e fornisce un contributo positivo nel bilancio del carbonio, sarà ulteriormente incrementata

al completamento dei lavori, con la ricolonizzazione degli argini ed il progetto di ripristino

ecologico già indicato in occasione del progetto preliminare.

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Occorre anche considerare le caratteristiche del terreno, appartenente alla classe tessiturale più

grossolana, che riducono la produzione di polveri legate al movimento terra ed al transito dei

camion.

Il transito stesso avverrà su strade battute, con percorso circolare, così da non provocare

discontinuità di movimento, ed a bassa velocità; i mezzi utilizzati dovranno essere a bassa

emissione. Per quanto riguarda il trasporto al di fuori dell’area di cantiere, si tenga presente che il

materiale sarà stoccato in sito idoneo localizzato nelle vicinanze dell'area, riducendo fortemente i

tragitti e di conseguenza l'inquinamento atmosferico; ugualmente, per il reperimento del materiale

necessario per le arginature potranno essere scelti siti limitrofi, cosi da sfruttare il viaggio di ritorno

dei camion.

Peraltro, il percorso dei mezzi si svolge lungo arterie già trafficate, date le numerose attività

dell’area di contorno (vedi Fig 2), e l’incidenza del traffico dovuto ai lavori di realizzazione della

cassa sul totale del traffico nell’area è da considerarsi di lievissima entità.

Vengono comunque di seguito valutate le emissioni calcolate al punto precedente a seguito

dell’abbattimento delle polveri, una delle principali misure di mitigazione degli impatti, soprattutto

sulle aree di cantiere e con ulteriori precauzioni (eventuale copertura teli e umidità ruote) da

adottarsi durante il trasporto in particolari situazioni di siccità.

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SOMMATORIA EMISSIONI CON ABBATTIMENTO

Attività Misure di

mitigazione

Emissioni

g/ora

a) Scotico e sbancamento Terreno umido 21

b) Scavo per realizzazione del bacino Terreno umido 78

c) Carico sui mezzi Terreno umido 240

d) Trasporto su percorso non asfaltato Bagnatura,

eventuale copertura

teli e umidità ruote

Riduzione della

velocità a 30km/h

10

e) Stoccaggio in cumuli Bagnatura 1

f) Formazione di argini Terreno umido 44

g) Allontanamento materiale in esubero Bagnatura,

eventuale copertura

teli e umidità ruote

Riduzione della

velocità a 30km/h

10

Tali precauzioni e l’adozione opportune misure di mitigazione consentono di escludere impatti

significativi dell’opera sulla componente atmosfera, mentre impatti circoscritti al periodo dei lavori

(polveri, aumento inquinanti) saranno transitori e di entità trascurabile.

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5. ALLEGATI

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5.1 Esempio di localizzazione siti di prelievo per il campionamento dei terreni

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27

5.2 Esempio di Kit analitico per la caratterizzazione dei terreni e valori limite D.Lgs 152/06

Parametro U. M. METALLI PESANTI - Arsenico mg/Kg s.s. Cadmio mg/Kg s.s. Cobalto mg/Kg s.s. Cromo totale mg/Kg s.s. Mercurio mg/Kg s.s. Nichel mg/Kg s.s. Piombo mg/Kg s.s. Rame mg/Kg s.s. Zinco mg/Kg s.s. Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) - Naftalene µg/Kg s.s. Acenaftilene µg/Kg s.s. Acenaftene µg/Kg s.s. Fluorene µg/Kg s.s. Fenantrene µg/Kg s.s. Antracene µg/Kg s.s. Fluorantene µg/Kg s.s. Pirene µg/Kg s.s. Benzo(a)antracene µg/Kg s.s. Crisene µg/Kg s.s. Benzo(b)fluorantene µg/Kg s.s. Benzo(k)fluorantene µg/Kg s.s. Benzo(a)pirene µg/Kg s.s. Indeno(1,2,3-cd)pirene µg/Kg s.s. Dibenzo(a,h)antracene µg/Kg s.s. Benzo(ghi)perilene µg/Kg s.s. Sommatoria idrocar.policiclici aromatici µg/Kg s.s. IDROCARBURI - Idrocarburi pesanti (C>12) mg/Kg s.s. Solventi aromatici (BTEX) -

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ALLEGATO 5 - Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee in relazione alla specifica destinazione d'uso dei siti

Tabella 1: Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo e nel sottosuolo riferiti alla specifica destinazione d'uso dei siti da bonificare

A B

Siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale

(mg kg-1 espressi come ss)

Siti ad uso Commerciale e Industriale

(mg kg-1 espressi come ss)

Composti inorganici

1 Antimonio 10 30

2 Arsenico 20 50

3 Berillio 2 10

4 Cadmio 2 15

5 Cobalto 20 250

6 Cromo totale 150 800

7 Cromo VI 2 15

8 Mercurio 1 5

9 Nichel 120 500

10 Piombo 100 1000

11 Rame 120 600

12 Selenio 3 15

13 Stagno 1 350

14 Tallio 1 10

15 Vanadio 90 250

16 Zinco 150 1500

17 Cianuri (liberi) 1 100

18 Fluoruri 100 2000

Aromatici

19 Benzene 0.1 2

20 Etilbenzene 0.5 50

21 Stirene 0.5 50

22 Toluene 0.5 50

23 Xilene 0.5 50

24 Sommatoria organici aromatici (da 20 a 23) 1 100

Aromatici policiclici(1)

25 Benzo(a)antracene 0.5 10

26 Benzo(a)pirene 0.1 10

27 Benzo(b)fluorantene 0.5 10

28 Benzo(k,)fluorantene 0.5 10

29 Benzo(g, h, i,)terilene 0.1 10

30 Crisene 5 50

31 Dibenzo(a,e)pirene 0.1 10

32 Dibenzo(a,l)pirene 0.1 10

33 Dibenzo(a,i)pirene 0.1 10

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34 Dibenzo(a,h)pirene. 0.1 10

35 Dibenzo(a,h)antracene 0.1 10

36 Indenopirene 0.1 5

37 Pirene 5 50

38 Sommatoria policiclici aromatici (da 25 a 34) 10 100

Alifatici clorurati cancerogeni (1)

39 Clorometano 0.1 5

40 Diclorometano 0.1 5

41 Triclorometano 0.1 5

42 Cloruro di Vinile 0.01 0.1

43 1,2-Dicloroetano 0.2 5

44 1,1 Dicloroetilene 0.1 1

45 Tricloroetilene 1 10

46 Tetracloroetilene (PCE) 0.5 20

Alifatici clorurati non cancerogeni (1)

47 1,1-Dicloroetano 0.5 30

48 1,2-Dicloroetilene 0.3 15

49 1,1,1-Tricloroetano 0.5 50

50 1,2-Dicloropropano 0.3 5

51 1,1,2-Tricloroetano 0.5 15

52 1,2,3-Tricloropropano 1 10

53 1,1,2,2-Tetracloroetano 0.5 10

Alifatici alogenati Cancerogeni (1)

54 Tribromometano(bromoformio) 0.5 10

55 1,2-Dibromoetano 0.01 0.1

56 Dibromoclorometano 0.5 10

57 Bromodiclorometano 0.5 10

Nitrobenzeni

58 Nitrobenzene 0.5 30

59 1,2-Dinitrobenzene 0.1 25

60 1,3-Dinitrobenzene 0.1 25

61 Cloronitrobenzeni 0.1 10

Clorobenzeni (1)

62 Monoclorobenzene 0.5 50

63 Diclorobenzeni non cancerogeni (1,2-diclorobenzene)

1 50

64 Diclorobenzeni cancerogeni (1,4 - diclorobenzene)

0.1 10

65 1,2,4 -triclorobenzene 1 50

66 1,2,4,5-tetracloro-benzene 1 25

67 Pentaclorobenzene 0.1 50

68 Esaclorobenzene 0.05 5

69 Fenoli non clorurati (1)

70 Metilfenolo(o-, m-, p-) 0.1 25

71 Fenolo 1 60

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Fenoli clorurati (1)

72 2-clorofenolo 0.5 25

73 2,4-diclorofenolo 0.5 50

74 2,4,6 - triclorofenolo 0.01 5

75 Pentaclorofenolo 0.01 5

Ammine Aromatiche (1)

76 Anilina 0.05 5

77 o-Anisidina 0.1 10

78 m,p-Anisidina 0.1 10

79 Difenilamina 0.1 10

80 p-Toluidina 0.1 5

81 Sommatoria Ammine Aromatiche (da 73 a 77) 0.5 25

Fitofarmaci

82 Alaclor 0.01 1

83 Aldrin 0.01 0.1

84 Atrazina 0.01 1

85 α-esacloroesano 0.01 0.1

86 β-esacloroesano 0.01 0.5

87 γ-esacloroesano (Lindano) 0.01 0.5

88 Clordano 0.01 0.1

89 DDD, DDT, DDE 0.01 0.1

90 Dieldrin 0.01 0.1

91 Endrin 0.01 2

Diossine e furani

92 Sommatoria PCDD, PCDF (conversione T.E.) 1x10-5 1x10-4

93 PCB 0.06 5

Idrocarburi

94 Idrocarburi Leggeri C inferiore o uguale a 12 10 250

95 Idrocarburi pesanti C superiore a 12 50 750

Altre sostanze

96 Amianto 1000 (*) 1000 (*)

97 Esteri dell'acido ftalico (ognuno) 10 60

(1) In Tabella sono selezionate, per ogni categoria chimica, alcune sostanze frequentemente rilevate nei siti contaminati. Per le sostanze non esplicitamente indicate in Tabella i valori di concentrazione limite accettabili sono ricavati adottando quelli indicati per la sostanza tossicologicamente più affine.

(*) Corrisponde al limite di rilevabilità della tecnica analitica (diffrattometria a raggi X oppure I.R.- Trasformata di Fourier)

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5.3 Cartografia storica

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1894

1948

In entrambe le cartografie, l’area non appare interessata da alcuna attività, ad eccezione probabilmente dell’attività agricola. Le linee corrispondono alla posizione dell’alveo: linea verde (1894); linea magenta (1948); linea blu (CTR 2000).

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1968

L’area non sembra ancora interessata da attività estrattive, sebbene risultino modeste escavazioni limitate all’area del lago

1968

Non appaiono infrastrutture viarie né altri elementi antropici, eccetto la viabilità di servizio all’attività agricola

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1980

Ad ovest del laghetto le quote non risultano modificate rispetto alla cartografia del 1968, a testimonianza dell’assenza di attività estrattiva nell’area di approfondimento della base dell’invaso

1980

L’attività estrattiva pare concentrarsi nell’area limitrofa al Fiume ad est del laghetto, ove non si prevedono movimenti terra in approfondimento, ad eccezione di quelli relativi alla formazione dell’argine e della viabilità interna.

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5.4. Grafici stagionali 2011 per gli inquinanti

Pm10, CO e No2

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Anno 2011 direzione e velocità del vento

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Anno 2011 PM10

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Anno 2011 CO

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Anno 2011 NO2