1998. Vincenzo Cicero, Il Platone Di Hegel (Premessa)

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Il Platone di Hegel Fondamenti e Struttura delle “Lezioni su Platone”

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Premessa al volume edito nel 1998 per Vita & Pensiero

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Il Platonedi Hegel

Fondamenti e Strutturadelle “Lezioni su Platone”

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Premessa

Quando l’oggetto di un’indagine filosofica è l’interpretazione cheun pensatore ha elaborato intorno a un suo predecessore o a un suocontemporaneo – quando dunque l’indagine ha la struttura formaledell’interpretazione di un’interpretazione1 –, tutte le sue possibilimo dalità di svolgimento devono essere caratterizzate a mio avvisodalla scansione graduale di almeno tre momenti es senziali.In un primo momento è necessario comprendere l’atto dell’inter-

pretans entro la fisionomia generale del suo pensiero, cioè bisognacogliere non semplicemente il senso immediato e il grado di coeren-za interna delle sue affermazioni esplicite sull’interpreta tum, ma so -prattutto ancorare questo senso e grado al nucleo speculativo origi-nario dal quale essi scaturiscono. In breve, si tratta di ricostruire ilco smo ermeneutico cui appartiene l’interpretans e che fa da sfondoalla particolare configurazione interpretativa in esame.Il secondo momento (che non dev’essere necessariamente “se con -

do” anche sul piano cronologico) è costituito dalla presa in considera -zione del l’interpretatum, e anche in questo caso l’indagine, ben lungidal doversi limitare ai singoli aspetti trattati già dall’interpretans, vapiuttosto orientata in modo prioritario sul nucleo speculativo.Poiché il compito comune ai due momenti, con riguardo al pro -

filo specifico dell’atto interpretativo indagato, consiste nell’individua -zione ed esplicitazione del plesso speculativo fondamentale di cia-scuna filosofia coinvolta in tale atto, li si può definire co me momentiermeneutico- e s e g e t i c i – secondo l’accezione di ejxhvghsi" per cuiquesta è un’interrogazione a fini parafrastici di uno o più testi filoso-fici, ma non una messa in discussione critica dei principi fondamen-tali che lo o li ispirano.

1 E, ancora più precisamente, nella misura in cui il pensiero filosofico come taleè in modo fondamentale interpretazione di sé e – attraverso sé – del mondo, un’in-dagine di questo tipo si presenta come “interpretazione al cubo”.

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Una volta compiuti i due percorsi esegetici preliminari, il terzomomento è infine quello in cui solo può avviarsi un’autentica va -lutazione filosofica dell’atto dell’interpretans. Qui entra necessaria -mente in gioco l’intreccio nucleare di posizioni speculative al qua lefa capo lo stesso conduttore dell’indagine, e i giudizi conclusivi sul-l’interpretazione particolare in questione sono allora il frutto di unconfronto che si è svolto a partire dai “principi primi” delle fi lo sofiechiamate in causa, compresa quella dell’interpretatum. Que sto mo -men to può essere chiamato ermeneutico- s p e c u l a t i v o , poiché sisvolge interamente nell’ambito della speculatio, del pensiero auto-pensantesi.Nessuna indagine filosofica del tipo interpretazione-di-interpre-

tazione può dirsi completa – completa de iure, non de facto – senza ilpercorrimento di tutti e tre i momenti suddetti2.

Ora, il tema del presente lavoro è “il Platone di He gel”, e l’ogget-to dell’esame è costituito esattamente dal documento più esplicito ecompiuto in cui si è espressa l’interpretazione he gelia na della filoso-fia platonica: le pagine su Platone delle Le zio ni sulla sto ria della Fi lo -sofia, per la prima volta raccolte e pubblicate po stu me nel 1833 daKarl Ludwig Michelet, allievo di He gel.In questo senso, la mia ricerca si muove consapevolmente solo

entro il primo dei tre momenti sopra delineati, e perciò va intesa co -me interpretazione esegetica, incompleta de iure philoso phico. In es -sa non si trova infatti una discussione sulla struttura speculativafon damentale della filosofia platonica, né, di conseguenza, si passamai a una valutazione filosofica dell’interpretazione hegeliana, a ungiu di zio sulla sua fondatezza e sulle sue eventuali effrazioni erme-neutiche.Nel mio scritto mi sono prefissato soltanto lo scopo di delineare i

pilastri portanti del sistema di Hegel e quei tratti sistematici che so -no funzionali alla “parafrasi”, per così dire, strutturale-ar go men ta ti -va delle sue Vorlesungen über Plato. Nelle pagine che seguono non

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2 Questa cogenza ermeneutica è venuta per la prima volta alla luce con Hegel –che nella mia indagine costituisce tra l’altro l’interpretans –, cioè con colui che èstato il primo pensatore a interpretare speculativamente e sistematicamente la storiadella filosofia, quindi il rapporto tra il proprio filosofare e il filosofare dei pensatoriprecedenti.

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sostengo a rigore nessuna tesi 3, e la loro conclusione coincide con lapresentazione del bilancio finale, racconciato in termini hegeliani, diqueste Lezioni.Nonostante la modestia dell’obiettivo, però, il mio lavoro ha una

certa originalità che si può riassumere così: Nelle Vorlesungen überPlato Hegel esibisce la propria interpretazione ma t u r a del la filoso-fia di Platone, e lo fa in un modo così completo che tutte le citazionie discussioni di filosofemi platonici sparse negli altri suoi scritti nonvi aggiungono nulla, né dal punto di vista sostanziale né da quellodei dettagli 4; ma di questo importante documento, che n o n è statopubblicato da Hegel, esistono oggi tre edizioni abbastanza diversetra loro5, e in nessuna di esse emerge in modo trasparente una strut-tura argomentativa fondamentale che renda conto anche nei partico-lari dell’ i n t e r a interpretazione hegeliana di Platone: ora, il miosforzo è stato quello di rinvenire appunto tale struttura, e con ciòcredo di aver colmato una la cuna nel campo degli studi sul “Platonedi Hegel”.

Uno sguardo generale sugli studi più autorevoli intorno a questotema mostra infatti non soltanto che nessun interprete hegelia no haattraversato compiutamente i tre momenti suindicati, ma pu re che ipassi esegetici sono stati compiuti solo in modo parziale.Franco Chiereghin si è più di ogni altro avvicinato a un’ermeneu-

si esauriente con una serie di lavori, risalenti agli anni sessanta, dacui al di là delle risultanze critiche emerge una chiara consapevolez-za sul compito dell’interprete di testi filosofici: Storicità e originarietànell’idea platonica (1963), L’unità del sapere in Hegel (1963) e Hegele la metafisica classica (1966) – sulla cui linea interpretativa si poneinoltre anche Giuseppe Duso con il suo Hegel in terprete di Platone

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3 A meno che non si vogliano considerare “tesi” le prese di posizione che assu-mo qua e là nelle note rispetto a singole esegesi di altri studiosi; in ogni caso, la miaricerca non mira a dimostrare nessuna tesi principale. Si pensi per contro a Jean-Louis Vieillard-Baron, che ha marcato l’esordio del suo Platon et l’idéalisme alle-mand (Paris 1979) con la frase (p. 9): «Ceci n’est pas un livre, mais une thèse» – perl’esattezza, la tesi è che nella Germania tra il 1770 e il 1830 il platonismo spiritualeavrebbe si gnificativamente impregnato di sé tanto il razionalismo dell’Aufklärungquanto l’Ide a lismo.

4 C’è soltanto un’eccezione poco significativa; v. infra, p. 270 n. 5.5 Sulla questione delle edizioni v. infra, p. 95 n. 2.

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(1969). Nell’opera del 1966 Chiereghin ha pur troppo voluto limitarela sua indagine all’influenza del pensiero platonico «sul momentogenetico e sullo sviluppo sistematico della dialettica di Hegel» (p. 7),e nella stessa direzione si muove anche il suo più recente articolo IlPar menide di Platone alle origini del la dialettica hegeliana (1995).Date le sue interessanti intuizioni, come per esempio quella re la -

tiva all’importanza decisiva della formula dell’analogia del Ti meo perla genesi del sistema hegeliano (v. infra, pp. 21 ss.), è un peccato cheChiereghin non si sia cimentato in un’analisi sistematica delle Vorle -sun gen über Plato.La prima vera e propria monografia sul “Platone di Hegel”, in

cui le Vorlesungen vengono erette a tema esplicito, può essere con -siderato il saggio Noterelle marginali alle hegeliane lezioni sulla storiadella filosofia di Margherita Isnardi Parente, pubblicato in tre punta-te su «La Cultura» tra il 1971 e il 1974. Il lavoro è prezioso soprat-tutto dal punto di vista storiografico, perché cala al cu ni tratti dell’in-terpretazione hegeliana di Platone nel contesto degli studi platoniciin Germania tra la fine del ’700 e la prima me tà dell’800; l’andamen-to generale delle discussioni ha però ca rat tere rapsodico, sicuramen-te per una scelta precisa che l’autrice ha voluto indicare anche nel ti -tolo del saggio.L’opera più organica e completa dal punto di vista storiografico è

comunque senz’altro quella di Jean-Louis Vieillard-Baron, Pla ton etl’idéalisme allemand (1770-1830), pubblicata nel 1979. È qui in azio-ne, a detta dello stesso autore, «l’érudition la plus minutieu se» (p. 9),al fine di sprigionare il travaglio vissuto dallo spirito te desco, sotto ilsegno di Platone, nella grande stagione dell’Ide ali smo. Tutta la pri -ma parte dell’opera (pp. 27-223) è dedicata alla re cezione della filo-sofia platonica in Germania da Leibniz fino a He gel, e nel suo gene-re costituisce a tutt’oggi la più esaustiva ri co gnizione storica6. La se -con da parte tratta il vero oggetto del sag gio, cioè la «interprétationet assimilation de Platon dans le sy stème de Hegel», e in effetti sonoqueste le pagine in cui è stata fi nora condotta l’analisi più sistematicadelle Vorlesungen über Plato di Hegel. Un limite dell’opera di Vieil -lard-Baron, registrato già dal l’altro studioso hegeliano francese Pierre

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6 Vieillard-Baron ha fatto confluire in queste pagine i risultati di una serie diricerche pubblicate negli anni 1973-79 su varie riviste; cfr. la parte bibliografica delsuo Pla ton, pp. 398 s.

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Garniron7, consiste pe rò nell’aver enfatizzato troppo l’importanzadei due quaderni di ap pun ti di K.G. von Griesheim, redatti duranteil corso del 1825-18268, a scapito delle edizioni Michelet, le quali in -ve ce conservano un loro primato ermeneutico in quanto contengonoan che i bra ni dell’originario taccuino manoscritto di Hegel – oggi per -duto – che costui utilizzava come base nei suoi corsi di storia dellafi lo so fia: il risultato è che, di fronte a una coerenza senz’altro mag -giore offerta dagli appunti completi relativi a u n s o l o corso, la ba -se testuale per l’analisi dell’interpretazione hegeliana si riduce peròconsiderevolmente e vanno perduti alcuni passi-chiave decisivi 9.Un tentativo di svolgere in parallelo i due momenti ermeneutico-

esegetici è stato compiuto da Klaus Düsing soprattutto in due ar -ticoli apparsi sulle Hegel-Studien: Ontologie und Dialektik bei Pla tound Hegel (1980), e Politische Ethik bei Plato und Hegel (1984). Lastruttura di base di questi saggi è identica, in quanto in entrambi laprima parte si occupa del problema di volta in volta specifico consi-derato nei testi di Platone, mentre la seconda tende a mostrare comel’assimilazione e interpretazione hegeliana dei fi losofemi platonicisia avvenuta nel corso di un’evoluzione graduale. Ma l’interesse diDüsing, da cui ci si aspetta a questo punto an che una trattazione sul -la Naturphilosophie bei Plato und Hegel, è appunto concentrato suquella evoluzione, non sulle Vorlesungen über Plato come tali 10.

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7 Cfr. P. Garniron, Rezension zu: J.-L. Vieillard-Baron, Platon et l’idéalisme alle-mand, p. 270. Traduttore francese delle lezioni di Hegel sulla storia della filosofia(Le çons sur l’histoire de la philosophie, 5 voll., Paris 1971-1975), Garniron è inoltre,insieme a Walter Jaeschke, il curatore dell’ultima edizione delle Vorlesungen über dieGe schich te der Philosophie apparsa tra il 1986 e il 1996.

8 Lo stesso Vieillard-Baron ha eseguito la traduzione della sezione relativa aPlato ne contenuta nel primo di questi quaderni (pp. 297-351), pubblicandola involume con testo a fronte nel 1976 (v. infra, p. 95 n. 2).

9 Valga per tutti il brano citato infra, pp. 231-3, sulla differenza tra l’Essenzadivina e l’Essenza dell’universo che secondo Hegel in Platone rimarrebbe inconcilia-ta. – Lo stesso limite ermeneutico segnalato per Vieillard-Baron vale anche per l’edi-zione Garniron-Jaeschke, che, per quanto riguarda le lezioni su Platone, si basa sol-tanto su quaderni di appunti relativi sempre al corso di storia della filosofia tenutoda He gel a Berlino nel semestre invernale 1825-1826.

10 Lungo la medesima scia del confronto tra Platone e Hegel si è collocato di re -cente anche G.K. Browning con la monografia Plato and Hegel: Two Modes of Philo -so phizing About Politics (1991). Inoltre, a differenza di Düsing, Browning ha accen-nato all’interpretazione hegeliana della “filosofia della natura” di Platone nel brevearticolo Transitions to and from Nature in Hegel and Plato (1992).

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Il mio lavoro si divide in due parti per la semplice ragione che, neldelineare i fondamenti speculativi del sistema di Hegel, ci si im batteinevitabilmente nel ruolo decisivo che un paio di importanti filosofe-mi platonici svolgono nel momento in cui tali fondamenti giungonoa maturazione: la griglia sistematica con cui lo Hegel ma turo nelleVor lesungen über Plato giudica la filosofia platonica è de bi trice dellapropria genesi soprattutto a quest’ultima.

Questa fatica non può e non vuole essere dedicata ad altri se nonal professore Giovanni Reale.

Rometta Marea, settembre 1998 E.C.

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Avvertenza

Il documento hegeliano su cui si basa prevalentemente il mio la -voro sono le Vorlesungen über Plato contenute nelle pp. 169-297 delXIV volume della 1ª edizione postuma delle opere complete di He -gel (G.W.F. Hegel, Werke. Vollständige Ausgabe durch einen Vereinvon Freunden des Verewigten, 18 Bde., Berlin 1832-45). I tre volumidelle Vorlesungen über die Geschichte der Phi losophie (XIII-XV deiWerke) apparvero nel 1833 a cura di Karl Ludwig Michelet, il qualenel 1840 ne pubblicò una seconda edizione molto rinnovata, in cuila sezione su Platone, in particolare, risultava considerevolmente mo - dificata e ristrutturata.L’unica traduzione italiana di questi tre volumi di Vorlesungen,

che risale al 1930 ed è stata condotta da Ernesto Codignola e daGio vanni Sanna, si basa appunto sulla seconda edizione Michelet. Èanche per questo che il mio testo e soprattutto le note abbondano dicitazioni tratte dalla prima edizione, e che tutti i brani hegeliani cita-ti sono sempre restituiti nell’originale tedesco corredato puntual-mente da una mia traduzione, nella quale ho seguito i criteri da megià impiegati nelle versioni delle opere hegeliane pubblicate in que-sti anni nella collana “Testi a Fronte” della Rusconi; e ciò vale nonsoltanto per le lezioni su Platone e Aristotele (citate nelle tra duzionida me curate per la medesima collana: G.W.F. Hegel, Pla tone, Mila -no 1998, e Id., Aristotele, Milano 1999), ma anche per le rimanenti.I luoghi platonici sono riportati secondo il testo stabilito dallo

Ste pha nus (Hen ri Estienne), su cui si basavano le due edizioni del-l’opera completa di Platone uti lizzate da Hegel:1) Platonis Opera quae extant omnia. Ex nova Ioannis Ser ra ni in -

terpretatione,... Henr. Ste phani de quorundam locorum interpretationeiu dicium, et multorum contextus Graeci emendatio, 3 voll. in folio,Genève 1578;2) Platonis philosophi quae extant graece ad editionem Henrici

Stephani accurate expressa, 12 voll., Biponti 1781-1786.

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Le note al testo, data la loro mole, sono collocate di volta in voltaalla fine del capitolo dove ricorrono i brani cui si riferiscono. Le ci -fre tra parentesi, po ste subito dopo i numeri di pagina del luogo ci -tato, indicano sempre le pagine corrispondenti della traduzione ita-liana dell’opera in questione – hegeliana o no che sia –; l’indicazioneè però soltanto orientativa, perché ho sistematicamente modificatotut te le traduzioni italiane esistenti, adeguandole alle mie scelte ter-minologiche.Le sigle e le abbreviazioni delle opere hegeliane sono elencate e

integrate alle pp. 287-290. Per i riferimenti bibliografici completi dimolte altre opere citate nelle note v. pp. 297-301.I capp. I-IV, compresa l’Appendice sul sistema storico-speculati-

vo di Hegel, sono già apparsi in forma molto rimaneggiata nella miaIntroduzione all’edizione italiana delle lezioni hegeliane su Platone.

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Sommario

PARTE I.

Radici platoniche nel principio sistematico di Hegel

I. L’Assoluto come Identità speculativa e Autodifferenzia-zione triadicamente strutturata 15

II. L’Identità speculativa nell’inizio fenomenologico-scettico del la Scienza 49

III. La presenza di Platone nella riflessione etico-politica del-lo Hegel di Jena 67

PARTE II.

L’interpretazione hegeliana della filosofia di Pla tone

IV. Ruolo e carattere della filosofia platonica secondo Hegel 75

V. Forma dialogica, mito filosofico e questione dell’“esote-rica” di Platone 115

VI. I tratti peculiari della filosofia platonica 147

VII. La dialettica speculativa di Platone 187

VIII. La filosofia della Natura nel Timeo 227

IX. Eticità e Soggettività nella Repubblica 257