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18-06-2018 Media Monitoring per Rassegna stampa del 18-06-2018

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18-06-2018

Media Monitoring per

Rassegna stampa del 18-06-2018

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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona 1 ................................................................................ Donare il sangue è un gesto nobile, i Carabinieri lo fanno! 1 ............................................... Asl: scomparsi alcuni fascicoli dei centri privati 2 .................................................................. L' ospedale di Ravello resta in piena emergenza 4 ................................................................. La terapia intensiva per i neonati è piena, i piccoli a rischio trasferimento dal Ruggi

5 ................................................................................................................................................ Malato di mente scappa dal Ruggi 7 ......................................................................................... Neonato ustionato al Ruggi: la Corbo verrà ascoltata il 10 luglio 8 .................................... Premiati i donatori di sangue 9 ..................................................................................................

Sanità Salerno e provincia 11 ............................................................................................................ Allarme meningite, pazienti «dirottati» 11 ...............................................................................

Sanità Campania 13 ............................................................................................................................. «Nuove malattie emergenti e vittime più giovani» 13 ........................................................... Cotrufo: «Chiudere i plessi per recuperare personale» 15 .................................................... Il San Giovanni è senza personale stop emergenza 17 .......................................................... La Fials: «Iervolino a Salerno, così si smantella il Rummo» 19 ............................................. Loreto Mare agente sventa l' evasione di un detenuto 21 .................................................... Maria Dolores, la Regione contro il medico «Allarmismo inutile, c' era posto al Pascale»

22 .............................................................................................................................................. Orari e assunzioni «lente» così sono spariti i medici 24 ........................................................ Sul litorale la fabbrica degli aborti clandestini 26 ..................................................................

Sanità nazionale 28 ............................................................................................................................. Boom di corsi online: le università fiutano il business dei «Mooc» 28 ................................ E per il cibo si sprecano 82 milioni 30 ....................................................................................... Il maxi-Ordine avvia le iscrizioni 32 ........................................................................................... Il rimborso dei fondi sanitari riduce la spesa agevolata 34 ................................................... La protesta delle ambulanze " Basta con il numero unico 112" 36 ...................................... Ospedali dimezzati per ferie 38 .................................................................................................. Possibile la deduzione oltre lo sconto al 19% 40 .................................................................... Sanità integrativa affare da 40 miliardi e la polizza conviene 42 ........................................

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17/06/2018 ilquotidianodisalerno.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

EAV: € 272Lettori: 300

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Donare il sangue è un gesto nobile, i Carabinieri lo fanno!

Giovedì 14 Giugno 2018, in occasionedella “Giornata mondiale del donatore disangue – anno 2018 “, svoltasi presso laSala Teatro dell’Azienda Ospedaliera diSalerno, è stata sottolineata la positivarisposta all’appello da parte dei militaridelle Forze Armate, tra cui i Carabinieri eCarabinieri Forestali, da tempo prontiall’allerta lanciata dal Dottore RiccardoColella Bisogno – Direttore del CentroTrasfusionale dell’Ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Seportiamo il ricordo all’emergenza neve del 2017, che colpì in modo particolare ipaesi dell’entroterra salernitano e potentino, ricordiamo pure che in tale funestacircostanza non pochi militari delle FF.AA. si presentarono, volontariamente, pressoil citato Centro donando il sangue, confermando lo straordinario senso di sensibilità,umanità, fratellanza e condivisione che gli appartenenti agli Organi dello Statonutrono verso il prossimo, senza distinzioni di sorta. Da quel dì, ecco l’appuntamentoperiodico che a breve si tramuterà in un protocollo d’intesa, a livello locale, per ladonazione di sangue, fra l’Azienda Ospedaliera Salernitana e i Carabinieri delComando Provinciale di Salerno. L’occasione è stata propizia per premiare i“Donatori Benemeriti”, fra cui taluni Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno,che dopo i due appelli dell’agosto 2017 e del gennaio 2018 hanno risposto innumero considerevole alla chiamata per le donazioni proveniente dal DottoreColella.

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18/06/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 6 EAV: € 1.290Lettori: 29.750

Asl: scomparsi alcuni fascicoli dei centri privati

I nostri lettori ricorderanno l' inchiestasull' Asl di Salerno del pm Silvio MarcoGuarriello sullo sforamento dei cosiddettitetti di spesa assegnati dall' Asl diSalerno ai centri privati convenzionaticol Ssn operanti sul territorio. Ora neigiorni scorsi è successo un episodio cheriguarderebbe questa indagine che lasciaqualche perplessità, e forse passata insecondo ordine per il trasferimento asorpresa del Dg Giordano, anche luiindagato in questa vicenda. La storia èmolto semplice: un armadietto sistematoin un corridoio della struttura di via Nizzasarebbe stato manomesso e sarebberoscomparsi alcuni fascicoli cheriguarderebbero proprio l' inchiesta dellaProcura. Tanto è vero che un dirigentedell' Asl ha provveduto a metterlo periscritto. Al momento non è dato sapereche tipo di documentazione sia statasottratta. Un episodio grave. Come ènoto l' inchiesta riguarda 39 indagati e secondo voci della Procura sarebbe aglisgoccioli. In pratica, secondo la prospettazione accusatoria del pubblico ministeroformulata lo scorso 14 febbraio, il budget assegnato dalla Regione Campania all' Asldi Salerno per l' acquisto dei servizi di riabilitazione, diagnostica ed altro, venivagestito dai responsabili di settore e dalla dirigenza sanitaria salernitana in modoillegale, favorendo alcune strutture in danno di altre, sforando il tetto massimoprevisto da una caterva di leggi e regolamenti nazionali e regionali per importi cheandavano dall' 1 al 40% oltre il dovuto, ricavandone in alcuni casi vantaggi personalie patrimoniali.Coinvolto dall' indagine risulta l' intero vertice attuale dell' Asl , daldirettore generale Antonio Giordano, al direttore amministrativo Antonella Tropianoa quello sanitario Maria Vittoria Montemurro, ma anche quello precedente: figurainfatti tra gli indagati pure Antonio Squillante, già manager Asl in quota centrodestrae Federico Pagano, poi defunto,Centrali le posizioni delle dirigenti tuttora in caricaAntonia Scaramuzza e Maria Anna Fiocco, rispettivamente responsabile del settoreSistema informativo e direttore del Servizio economico finanziario dell' Asl: questedue figure avrebbero avuto un ruolo particolare nel discorso complessivo della

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gestione dei soldi dei tetti di spesa per il quale la procura immagina di giocare unapartita a se stante. Il grosso l' abbiamo accennato ieri, prossimamente andremo unpo' più a fondo. C' è poi l' attuale manager del San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona, Giuseppe Longo, nella sua veste di ex commissario dell' Asl. raggiunto daun' informazione di garanzia per le ipotesi di concorso in abuso d' ufficio e falsomateriale ed ideologico com messo da pubblico ufficiale, così come AngelaAnnecchiarico in qualità di ex direttore sanitario Asl. A tutti viene anche contestatala violazione dell' art. 97 della Costituzione, secondo il quale il pubblico ufficialedeve garantire «il buon andamento e l' imparzialità della pubblica amministrazione».A proposito di incarichi: è di queste ore la voce che Angela Annecchiarico (comevisto indagata) e di cui si ricorda nell' espletamento del suo servizio la costruzione diun bagno personale nella sua stanza (spesa pare intorno ai 20mila euro) ambirebbealla nomina di direttore sanitario dell' ospedale Fucito di San Severino.

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18/06/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 5 EAV: € 811Lettori: 29.750

L' ospedale di Ravello resta in piena emergenza

IL FATTO / Reparti non funzionanti emancanza di personale La questione deiposti letto resta irrisolta nonostante lecontinue denunce Una questione quelladei posti letto che non si riesce arisolvere. A porre l' accento nei giorniscorsi sul caso dell' ospedale della Costad' Amalfi a Castiglione di Ravello è statoil dottor Mario Polichetti, della FialsMedici, che ancora una volta ha posto l'accento sui disagi dell' unico presidioospedaliero presente in costieraamalfitana. Con l' arrivo della stagioneestiva, come ogni anno, si rischiadavvero grosso, tra reparti nonfunzionanti, dipendenti che mancano(nonostante le poche assunzioni fatte neigiorni scorsi) e sopratutto un prontosoccorso difficile da raggiungere, maancora di più con la carenza dei postiletto, a cui ancora non si è trovatasoluzione, nonostante le "promesse". Eproprio sulla difficoltà di raggiungere dalla costiera il presidio ospedaliero di via SanLeonardo, c' è chi punto il dito o almeno spera di riuscire a trovare una soluzioneprima che sia troppo tardi. I collegamenti in costiera risultano difficili e la carenza diposti letto a Castiglione di Ravello non aiuta. L' unico modo per trasferire chi arrivain pronto soccorso e ha bisogno di essere ricoverato è quello su ruota (quindi con leambulanze preposte), ma in estate la viabilità è da bollino rosso. Il tutto è "condito"proprio dalla mancanza del reparto di diagnostica nel presidio ospedaliero a Ravello.Ma ancora nessuno è riuscito a trovare una soluzione adatta al problema. Altro"cruccio" è la sanità nel cilento che ad oggi pare essere in cattive acque. GiàPolichetti si era chiesto se era possibile almeno pensare ad un trasporto tramiteelicottero per chi doveva essere trasferito dai presidi ospedalieri al Ruggi. Manessuna risposta. Intanto l' estate avanza e con il flusso di turisti nelle due costiere,sarà difficile trovare una soluzione.

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18/06/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 5 EAV: € 1.271Lettori: 29.750

La terapia intensiva per i neonati è piena, i piccoli a rischiotrasferimento dal Ruggi

I DISAGI / All' ospedale di via SanLeonardo rimane il nodo dell'accorpamento dei reparti di oncologia edematologia I neonati prematuri chenasceranno saranno portati a Battipagliao a Nocera La terapia intensivaneonatale è al collasso. I neonatiprematuri che nasceranno in questigiorni al San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona, rischiano di essere trasferitialtrove. Toccherà dunque all' ospedale diBattipaglia o di Nocera ospitare i piccoli,unici due presidi ospedalieri che inprovincia di Salerno dopo il nosocomio divia San Leonardo posseggono il repartodi terapia intensiva neonatale. Unasituazione quella interna al Ruggi che èal collasso e che, nonostante le paroledel governatore della Regione Campaniae i suoi "proclami" pare non portare airisultati sperati. Dopo le vicende chehanno visto coinvolto il reparto dineonatologia, con il "rapimento" del neonato da parte della mamma, che avevasoltanto il permesso per l' allattamento e dopo il piccolo ustionato dalle puericultrici,il reparto sembra essere ancora una volta nell' occhio del ciclone. Ma con l' estate ecome già riportato su queste colonne, il pronto soccorso ancora una volta rischia diessere pieno e senza possibilità di posti letto per i malati, che hanno bisogno diessere ricoverati all' interno dei reparti. Nodo ancora da sciogliere al Ruggi rimanequello dell' accorpamento dei reparti di oncologia ed ematologia, con la conseguenteriduzione dei posti letto. Le richieste di un Tavolo da parte dei sindacati con ildirettore generale Giuseppe Longo, a quanto pare non hanno messo un punto fermosulla questione, ma anzi hanno creato altri dubbi in merito alla situazione. Duereparti così delicati non potrebbero essere accorpati, se non fosse che il reparto dioncologia è un reparto ad alto rischio, ma soprattutto che ha bisogno di posti letto asè e di una privacy "diversa" rispetto al reparto di ematologia che comunque è unreparto che dovrebbe essere isolato, dato lo stretto contatto con tutto ciò che

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riguarda il sangue. E ancora la questione della climatizzazione all' interno di repartie sale operatorie che ancora non è stata risolta, con i sindacati che già tempo faavevano lamentato l' assenza di un adeguato ricambio di aria soprattutto in queiluoghi in cui medici e infermieri sono a stretto contatto con le sostanze chimiche.Per quanto riguarda invece dall' altro lato i dipendenti che si occupano dimanutenzione, rimane incerto il loro futuro. Per adesso continua il loro affiancamento ai dipendenti della nuova ditta (esterna) che ha vinto l' appalto con il bandomesso in campo dalla Società regionale per la sanità (So.Re.Sa). Insomma, unospedale e tanti dubbi ancora da sciogliere. Ma adesso l' emergenza di spostasicuramente all' interno del reparto di terapia intensiva neonatale che rischia ilcollasso con i piccoli che saranno "costretti" ad andare altrove.

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18/06/2018 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 27 EAV: € 1.944Lettori: 133.364

Malato di mente scappa dal Ruggi

SALERNO Paziente psichico scappa dalRuggi. L' episodio si è verificato l' altrasera, quando l' uomo, che era in terapiapresso il pronto soccorso di via SanLeonardo, ha lasciato il nosocomioeludendo la sorveglianza.Immediatamente allertate le volantidella questura di Salerno, guidate dalcommissario Della Monica, che hachiesto supporto anche a una pattugliadell' Ivri, che ha rintracciato l' uomo invia Parmenide. Il paziente è stato poiriconsegnato ai sanitari del presidioospedaliero. © RIPRODUZIONERISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 5 EAV: € 870Lettori: 29.750

Neonato ustionato al Ruggi: la Corbo verrà ascoltata il 10luglio

IL CASO / La donna rimane sospesa, alsuo posto il dottor Alfano La responsabiledel reparto sarà davanti allacommissione disciplinare La dottoressaGraziella Corbo sarà ascoltata dallacommissione disciplinare il 10 luglio. Ladirezione strategica dell' Aziendaospedaliera universitaria San Giovanni diDio e Ruggi d' Aragona di Salerno avevadeciso di sospendere, in via temporanea,la dottoressa Graziella Corbo,responsabile facente funzioni del repartodi terapia intensiva neonatale in seguitoall' episodio di alcune settimane fa cheaveva riguardato un neonato rimastoustionato durante il bagnetto riportandoustioni sul 20% del corpo. Il piccolo,"vittima" di una distrazione da partedelle puericultrici, era stato trasferitosolo poche ore dopo l' episodio alnosocomio napoletano in quanto leustioni avevano preoccupato la stessaresponsabile del reparto. Fino alla decisione della commissione disciplinare la donnasarà sospesa dalle funzioni e al suo posto c' è già un pediatra, il dottor GerardoAlfano che però a fine anno andrà addirittura in pensione. Quello del reparto dineonatologia e di terapia intensiva neonatale è diventato un caso che ancora oggitiene banco, anche e so prattutto per la questione della sicurezza all' interno e all'esterno del reparto. Basti pensare all' episodio che ha visto il "rapimento" - durato12 ore - da parte della mamma di un neonato che poteva soltanto avvicinarsi al suopiccolo per l' allattamento quotidiano, dopo la richiesta di allontamento e diaffidamento altrove del neonato da parte del Tribunale dei minori. La commissionedisciplinare adesso oltre alla responsabile di reparto, sicuro dovrà ascoltare anche lepuericultrici presenti durante l' episodio, che dovranno raccontare precisamentedettagli del caso per capirne ovviamente responsabilità e cosa è andato storto nelmomento in cui il bimbo doveva effettuare il primo bagnetto. (brivi)

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18/06/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 9 EAV: € 2.051Lettori: 29.750

Premiati i donatori di sangueANIELLO PALUMBO

L' EVENTO / Nel convegno emersa lanecessità di un potenziamento dellastruttura con maggiore personalesoprattutto nei periodi critici A Salernoun aumento del 5%, molti sono dellaProvincia. Per tutti targhe ricordo "InItalia, nel 2017, le donazioni di sanguesono calate di almeno trentamila unitàsu 30 milioni di unità di sangue. ASalerno invece c' è stato un aumentodelle donazioni del 5% anche secomunque bisogna incrementare questapercentuale perché l' Ospedale Ruggi diSalerno, diventato polo at trattore pertante patologie, ha bisogno di far frontealle tante richieste di sangue,soprattutto nel periodo estivo". A fare ilpunto sullo stato delle donazioni disangue in Italia e soprattutto nellanostra città , è stato il dottor RosarioColella Bisogno, Direttore del Reparto diMedicina Trasfusionale dell' AziendaOspedaliera Universitaria Ruggi d' Aragona di Salerno che in occasione della"Giornata Mondiale del Donatore di Sangue" ha organizzato, insieme al Presidentedell' AVIS, Sezione di Salerno, il dottor Luigi Amoroso, un convegno scientifico e lapremiazione di oltre trenta donatori di sangue che regolarmente si recano presso ilCentro Trasfusionale di Salerno. "Vogliamo sensibilizzare i cittadini affinché possanodonare sangue" ha spiegato il dottor Colella che ha evidenziato come siano piùnumerosi i donatori provenienti dalla provincia di Salerno che quelli della città: "Sono solo il 5% dei donatori totali. E' necessario educare a donare sangue,cominciando dai bambini delle scuole, in modo da poter ringiovanire il parcodonatori, molti dei quali, per raggiunti limiti di età, non possono più donare". Ildottor Colella ha anche lanciato l' idea di sottoscrivere un protocollo d' intesa tra l'Azienda Ospedaliera e il Corpo dell' Arma dei Carabinieri per incrementare il numerodelle donazioni di sangue da parte dei militari. Il Presidente dell' AVIS, il dottor LuigiAmoroso, ha sottolineato l' importanza di donare il sangue:" Significa salvare la vitadelle persone. Purtroppo i donatori sono sempre pochi e questa giornata vuoleessere un incentivo a sensibilizzare le persone su questo problema che è un

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problema di tutti. Bisogna diffondere la cultura della donazione e tutelaremaggiormente i donatori, magari dando loro una maggiore presenza del ServizioSanitario che deve essere vicino ai donatori che sono al centro delle nostreattenzioni". Il dottor Cosimo Maiorino, Direttore Sanitario dell' Azienda Ospedaliera,stimolato dal dottor Colella, ha annunciato che a breve: " Grazie alle ultime iniziativeintraprese dal Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ci dovrebbeessere la possibilità, anche per il Centro di Medicina Trasfusionale, di avere unaumento di personale". Il dottor Maiorino ha anche ringraziato tutti donatori: " Aveteuno spirito nobile perché donare dà la vita". Il professor Carmine Selleri, Direttoredella Divisione di Ematologia, ha spiegato che bisogna diffondere sempre più ladonazione solidale:" Secondo il professor Giuseppe Pistolese, Primario Emerito delServizio Trasfusionale, c' è bisogno di essere vicini ai donatori: Il dottor ArturoGuerrazzi, responsabile dell' Associazione dei donatori VOSS, ha spiegato che civuole una maggiore informazione per incoraggiare a donare:" Dopo aver donato ci sisente meglio, si sta bene, perché qualcosa è cambiato in noi" e che donare sangue èutile anche al donatore:" A seguito della donazione il sangue si rinnova. Nei donatoridi sangue il rischio cardiocircolatorio è significativamente ridotto". .La dottoressaBianca Serio, della divisione di Ema tologa, ha parlato delle citopenie, delle patologieematologiche e dei trapianti di cellule staminali: " Che possono essere autologhi oallogenici". La dottoressa Grazia Maria Lombardi, Direttrice della Farmacia dell'Ospedale di Salerno, ha spiegato che il plasma è una materia strategica: Il dottorGiuseppe Coppola, Vice Primario del Centro Trasfusionale, ha parlato dellasostenibilità della donazione di sangue:" La domanda di donazioni di sangue èsempre più alta e quindi bisogna soddisfarla anche attraverso l' ottimizzazione dellatrasfusione". La dottoressa Maria Antonietta D' Ambrosio, medico del CentroTrasfusionale di Salerno, ha spiegato l' utilità del Registro dei donatori di MidolloOsseo che vede iscritti, in Italia, circa 400mila donatori:" Targhe e pergamene sonostate consegnate ai donatori, molti anche con più di 60 donazioni. Tanti irappresentanti delle Forze dell' Ordine: quelli del Corpo dei Carabinieri, con ilTenente Colonnello Massimo De Masi, con Paolo Benevento, Alfonso Carratù,Alessandro De Vico, Danilo Sorrentino, (Forestale) , Giuseppe Zammarelli e con ilLuogotenente, Carica Speciale, Giuseppe Salerno; della Guardia di Finanza, con ilTenente Giovanni Fullone, con Paolo Russo e con il Maresciallo Matteo Clemente;della Polizia di Stato, con il Commissario Luigi Vicinanza; dei Vigili del Fuoco, con ilVice Comandante, l' ingegner Raffaele Cimmino, e con Nunzio D' amato e GiuseppeDe Chiara; del Reggimento Cavalleggeri "Guide" di Salerno, con il MaggioreGianpietro D' Urso e con il Caporal Maggiore Capo Scelto Giovanni da oltre 40 anni,Mario e Vittorio Giorgi, padre e figlio donatori; Luigi Carrella, Mauro Citro, igiovanissimi donatori: Ludovica Colasanti e Ludovica Gaeta, i giovani scout StefanoD' Amato e Chiara Dell' Orto, Salvatore D' Ambrosio, Gennaro De Rosa, Paolo DiSomma, Antonietta Gnazzo, Federico Laudisio, Luigi Novella, Aniello Palumbo,Vincenzo Ronca, Luigi Rosolia, Maria Sabatino, Anna Santonicola, Carmelo Ventre,Benvenuto Vicinanza. padre felice, una bella persona, un Artista con l' inizialemaiuscola! Tonino Luppino.

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18/06/2018 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 27 EAV: € 9.033Lettori: 133.364

Allarme meningite, pazienti «dirottati»FRANCESCO FAENZA

`Ricoverato un diciassettenne diCaggiano profilassi e stop accessi alpronto soccorso EBOLI Francesco FaenzaSospetto caso di meningite a Eboli,domenica di paura al pronto soccorso.Nelle prime ore del pomeriggio alcunipazienti sono stati dirottati in altriospedali. La scelta precauzionale è stataeffettuata in attesa del responso dellaboratorio analisi. Un ragazzo di 17 anniè il paziente che ha tenuto medici einfermieri con il fiato sospeso. Giunto nelpomeriggio all' ospedale di via Vignola, l'adolescente è stato sottoposto a un'intensa cura farmacologica. Il giovane èarrivato a bordo di un' ambulanza di tipoA a causa delle sue precarie condizioni disalute. ASSISTENZA Il paziente,originario di Caggiano, era assistito daun medico rianimatore. Il ragazzoaccusava i sintomi della meningite: maldi testa, vomito e rigidità della nuca.Iniziata di mattina, la via crucis dell'attesa ieri sera ancora non aveva unresponso finale. Meningite virale o batterica? La seconda ipotesi è stata esclusa. Sulprimo tipo di meningite si attendono ancora i risultati delle analisi. Il 17enne ierimattina si è svegliato in condizioni precarie e ha avvisato la madre. Ingerito unanalgesico il ragazzo ha atteso invano gli effetti benefici dell' antidolorifico.Trascorsa un' ora, nulla è cambiato. Il quadro clinico, anzi, è peggiorato. La madredell' adolescente ha rotto gli indugi e ha accompagnato il figlio alla guardia medica. Isintomi intanto si erano aggravati. Vomito e mal di testa erano diventatiinsopportabili. Effettuata la visita con il medico di turno, scartata l' ipotesi di un'otite o di una banale cefalea, il paziente ha perso conoscenza. SOCCORSI A quelpunto è stata allertata la macchina dei soccorsi. Il 118 ha inviato a Caggiano un'ambulanza medicalizzata con un rianimatore a bordo. Vallo della Lucania o Eboli? Icoordinatori del servizio di emergenza hanno avuto il via libera dall' ospedale diEboli. Medici e parasanitari hanno somministrato le prime cure al 17enne Al MariaSantissima Addolorata erano stati avvisati sia i medici di turno al pronto soccorso,

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Liguori e De Vita, sia i rianimatori e gli infettivologi. Il paziente giunto in corsiaaveva ripreso conoscenza. I sanitari hanno continuato la cura farmacologica e poihanno proceduto con la rachicentesi. Attraverso la puntura lombare è statoprelevato il liquor sottoposto poi alle analisi di laboratorio. ANALISI Gli altri pazientiin attesa di una prestazione sono andati via. Il 118 ha invece dirottato all' ospedaledi Battipaglia tutte le ambulanze che operavano sul territorio ebolitano. «Alle 16abbiamo indossato delle mascherine e abbiamo assunto un farmaco in viaprecauzionale» hanno raccontato i dipendenti del pronto soccorso. La profilassi èpartita in anticipo, in via precauzionale. Dopo due ore l' allarme si è attenuato. Ilpaziente è stato trasferito dal pronto soccorso in malattie infettive. Intorno alle 19 l'ospedale di Eboli è tornato a uno scenario di normalità. Via le mascherine, discoverde per le ambulanze del 118. Non è però cessata la preoccupazione. Alle 20 èarrivato il primo responso dall' ala nord dell' ospedale: per i dipendenti dellaboratorio analisi la meningite non era batterica. Prima di escludere la meningitevirale, però, bisognava attendere il responso di altri esami. I medici sono ottimistisoprattutto per il paziente. Con la cura farmacologica somministrata le suecondizioni di salute sono migliorate di ora in ora. Ma non è ancora fuori pericolo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità Campania

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«Nuove malattie emergenti e vittime più giovani»

L' intervista Renato Natale RenatoNatale, 68 anni, medico, esponente diLibera, è sindaco a Casal di Principe epresidente dell' associazione dedicata aJerry Essan Masslo. «Un ragazzo africanoucciso da criminali e diventato il simbolodella presa di coscienza del problemaimmigrazione e della difesa dei diritti»,racconta il dottore che in quell' anno, nel1989, ha aperto con la onlus unambulatorio gratuito, in funzione martedìe giovedì nel centro Fernandes a CastelVolturno. In 30 anni come sono cambiatii bisogni di assistenza? «In principio sirivolgevano a noi giovani maschi, poidonne giovani. Adesso ci chiedono aiutoanche 40enni, 50enni e 60enni: exragazze afflitte da patologie diverse,come l' insufficienza renale e l'ipertensione, cresciute in questi territori.Tra le malattie emergenti, ci sono inoltrequelle psichiatriche diagnosticate alleseconde e addirittura terze generazioni oper l' abuso di alcol e droga. Il veroproblema oggi è garantire a tutte queste persone condizioni dignitose: curarsi perloro è decisamente più complicato. E la prostituzione resta un' emergenza che portal' Hiv e ulteriori malattie». Nota altre differenze? «Le vittime della tratta che incontrooggi sono più giovani, intimorite, anche minorenni, ma non lo ammettono». Da doveprovengono? «Quasi tutte dall' Africa sub-sahariana, in particolare da Nigeria eGhana, ma si stima siano 50 le etnie presenti a Castel Volturno, 10mila gliirregolari». Alcuni medici ospedalieri e gli operatori di Emergency segnalano abortiillegali praticati con farmaci acquistati anche su internet. «Le ragazze assumonoaddirittura 50 compresse di Cytotec, senza sospettare i gravi effetti collateralicausati da medicinali tanto potenti in alte dosi». Quali sono i rischi? «Innanzitutto leemorragie e le infezioni, si hanno forti dolori all' addome e allo stomaco, abortiritenuti e, successivamente, un aumento delle probabilità di infertilità. Tra leimmigrate, quest' ultimo problema è particolarmente sentito e può essere usatocome leva per convincerle a rivolgersi alle strutture pubbliche». Può bastare? «È

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decisivo rinsaldare il ponte creato già negli anni scorsi con i colleghi medici cheoperano nei consultori familiari e nei presidi delle Asl. Solo negli ospedali, è lecitoinfatti praticare l' interruzione volontaria di gravidanza in totale sicurezza e,peraltro, a costo zero». M.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità Campania

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Cotrufo: «Chiudere i plessi per recuperare personale»

Assistenza sanitaria a Napoli in gravidifficoltà per carenza di personale. Comese ne esce? «Le cause sono note e nonricadono sulla attuale amministrazioneche, anzi, sta cercando di colmare i vuotidopo anni di paralisi - dice MaurizioCotrufo, padre della cardiochirurgia inItalia e recente autore di un libro sullasanità malata ma per uscire dal pantanoci vorrebbe un atto di coraggiorimodulando il piano di riconversioni echiusure di ospedali, razionalizzando l'offerta e potenziando le aree sguarnite».Pochi medici, anestesisti introvabili, turniimpossibili da garantire nei prontosoccorso, reclutamenti al contagocce,attività chirurgica sospesa, alti costidegli straordinari: cosa si può fare? «Ilnodo da sciogliere è quello delleassunzioni. Sono ripartite dopo 10 anni eci vorrà tempo per coprire tutte lecaselle vuote. Del resto il programmaoriginale del riassetto ospedalierocampano, in particolare per l' areametropolitana di Napoli, prevedeva la chiusura di quattro ospedali (Ascalesi, SanGennaro, Incurabili e Loreto Mare) per trasferire tutto il personale all' Ospedale delMare e così creare una grossa ed efficiente realtà assistenziale completa per tutte lediscipline, puntello anche della sanità di Napoli sud ancora priva di un vero ospedaledi riferimento». Il nuovo Piano ospedaliero ha rimodulato quel vecchio progetto. Manon ci sono le risorse umane per sostenerlo. «Appunto, anche se le chiusure nondovessero essere quelle progettate c' è bisogno di un atto di coraggio e virare versoun assetto più stabile e sostenibile. Molte chiusure non sono state portate a termineper l' approccio demagogico delle opposizioni, per paura delle proteste in quartieripopolari, le rivolte dei comitati cittadini, i comizi di chi non sa nulla di sanità. Ma ilproblema esiste e si fa sentire anche nelle aree interne come a Benevento. La sanitàsenza medici non si può fare». Intanto il San Gennaro è stato riconvertito e il Cto èstato aperto. «Il primo solo in parte ma lasciando una serie di servizi e ambulatoriaperti sotto la pressione dei comitati di quartiere. Un ospedale che continua ad

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assorbire risorse e personale. Ma chiudere un solo ospedale non basta. Due prontosoccorso multi specialistici al Pellegrini e al San Giovanni Bosco che non hanemmeno il triage, con l' aggiunta del Loreto Mare che ha trasferito qualcosa macontinua a restare aperto è ovvio che crei problemi. Per giunta io avrei visto piùrazionale un' emergenza al Cto solo ortopedica e la riapertura del pronto soccorsocardiologico e pneumologico direttamente nel Monaldi evitando i trasferimenti checomunque in molti casi si devono fare per forza. Mentre a ovest il San paoloandrebbe ripopolato e potenziato nelle attività di emergenza ed elezione. Creandocosì un polo a Napoli est, uno al centro (Loreto o San Giovanni Bosco), uno alCardarelli con l' aggiunta di Cto e Monaldi. Il resto andrebbe chiuso recuperandotutto il personale. Col sostegno delle due università sarebbe più che sufficiente». Cisono i margini politici per realizzare tutto questo? «Ci vuole coraggio, ma solo lagrinta dell' attuale amministrazione può riuscire a ribaltare il tavolo a portare tuttoquesto a termine in una sola estate». e.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 24 EAV: € 10.092Lettori: 133.364

Il San Giovanni è senza personale stop emergenzaETTORE MAUTONE

IL CASO Ettore Mautone Graveemergenza, legata alla carenza dipersonale medico: i nodi del prontosoccorso del San Giovanni Bosco,sguarnito di camici bianchi per garantireil presidio sulle 24 ore, giungono alpettine. Da domani vi sarà l'impossibilità dell' area medica delreparto emergenza e accettazione agarantire i turni sulle 24 ore. La stessadifficoltà riguarda anche il prontosoccorso chirurgico che, a partire daluglio e fino a settembre, profila lastessa situazione. «Considerata l'indisponibilità dei colleghi in serviziopresso altre strutture dell' azienda asvolgere orario in servizio in convenzionepresso questo ospedale e l'indisponibilità dei medici neoassunti adafferire a questa struttura, chiediamo lachiusura ad horas del pronto soccorso oin alternativa l' impiego delle risorsemediche assegnate al pronto soccorsodell' Ospedale del mare attualmente nonattivo». Sono queste le due e crude conclusioni del verbale di una infuocata riunionesindacale con la direzione sanitaria alla presenza di tutti i primari. Il presidio dellaDoganella è dunque letteralmente in ginocchio a causa di una precariaorganizzazione ma soprattutto di un' acuta penuria di camici bianchi. Carenzaprecipitata con l' arrivo delle ferie estive e la richiesta contrattuale dei riposi dialmeno 15 giorni. LE VIA D' USCITA La situazione è già da alcuni giorni all' attenzionedella direzione strategica che è alla ricerca di una via di uscita. Nel frattempo leorganizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro immediato con il manager e glialtri direttori aziendali. Il direttore sanitario di presidio Michele Ferrara (a scavalcoanche agli Incurabili) presente alla riunione, è intanto a lavoro anch' egli per trovarela disponibilità di risorse umane da impiegare nel pronto soccorso e da utilizzarenell' ambito delle unità operative dell' area medica. Un settore che segna la primascadenza, già da domani, quando non vi sarà la garanzia dei turni su 24 ore richiestiin un pronto soccorso plurispecialistico. Ma nessuno si fa illusioni: la gravissima

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carenza di dirigenti medici è nero su bianco nel verbale del vertice sindacale ma giàda un anno all' attenzione del precedente direttore sanitario Luigi De Paola (oggi inaspettativa senza stipendio e alle soglie della pensione). Quest' ultimo già a lugliodello scorso anno lanciò l' allarme sulla impossibilità a tenere in piedi il prontosoccorso senza l' arrivo di rinforzi. «Le organizzazioni sindacali, insieme ai direttori eprimari dell' area medica si legge nel verbale della riunione diffidano la direzionesanitaria a trovare soluzioni interne (ossia che gravino sul personale dell' ospedaledella Doganella ndr) tenuto conto delle gravi difficoltà già presenti». I NODI Sultappeto i nodi da sciogliere molteplici e intricati: dalle dimissioni di una dottoressa atempo determinato vincitrice di concorso in un' altra azienda, alle ben 5 unitàmediche dipendenti del 118 che coprivano, a completamento del proprio orario diservizio, circa 100 ore al mese in pronto soccorso e ora sottratte al San GiovanniBosco. «Nel periodo estivo avverte il primario del pronto soccorso dopo un anno dilavoro in condizioni di estremo disagio e sacrificio con disponibilità a turni assurdi,con ore in sovrannumero rispetto a quelle previste dal contratto e non ancorapagate, i colleghi hanno bisogno di ferie». Ad aggravare la situazione il fatto che imedici che prestano servizio in pronto soccorso al San Giovanni Bosco dipendono inlarga parte dal servizio 118 e quindi chiedono le ferie al loro responsabile in Asl chenon conosce le necessità del presidio della Doganella. Nonostante l' autorizzazionedi straordinario e ore extra di lavoro per colmare i turni, solo il responsabile delpronto soccorso e una dottoresasa a tempo determinato (che ha dato disponibilitàper un turno di 12 ore) si sono fatti avanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

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La Fials: «Iervolino a Salerno, così si smantella il Rummo»

LA SANITÀ LA SANITÀ All' indomani dellanotizia della nomina a commissariostraordinario dell' Asl di Salerno, deldirettore sanitario dell' ospedale«Rummo» Mario Iervolino, il segretarioprovinciale della Fials, Mario Ciarlo,commenta, attraverso una nota, lanuova carica del manager e le ricadutesull' azienda ospedaliera. Nelcongratularsi con Iervolino per ilprestigioso e complesso nuovo incaricoche gli è stato assegnato, l'organizzazione sindacale stigmatizza ladecisione del governatore, Vincenzo DeLuca, che, ritiene, continui nell' opera dismantellamento della maggiore strutturasanitaria sannita, spostando in altra sedeun direttore che, oltre ad avere tutti ititoli per ricoprire tale incarico, possiededi certo l' indubbia e incontestatacompetenza per farlo. L' INTERROGATIVOTuttavia, il sindacato si chiede perché,proprio il giorno prima di andar via, ildirettore sanitario abbia convocato per l'insediamento il Consiglio dei Sanitari, del quale subito dopo non sarà più membro.«Intanto commenta Ciarlo l' atto aziendale è già stato deliberato il 30 marzo 2018 enon revocato, nonostante il direttore generale fosse stato inadempiente nellacostituzione del Consiglio dei Sanitari per più di un anno e mezzo. Pertanto,pensiamo che la convocazione sia solo un pretesto del direttore Iervolino persalutare i sanitari convocati. Quindi, l' atto aziendale, attualmente al vaglio dellaRegione, non prevede il Consiglio dei Sanitari e quindi non riusciamo a capire comepossa essere oggetto del vaglio del Consiglio, che in esso non compare». ILSINDACATO La Fials, dunque, chiede risposte e ha annunciato che, nella prossimariunione sindacale, il primo punto all' ordine del giorno riguarderà proprio ilregolamento e le modalità di funzionamento del Consiglio dei Sanitari. Ciarlo inoltrestigmatizza la contestuale convocazione dei direttori di struttura complessa odirettori di dipartimento, privi di delibera di nomina, privi di contratto, mai eletti enon eleggibili, alcuni dei quali percepiscono un' indennità di direzione di

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dipartimento da oltre 10 anni. «A tutto questo conclude Ciarlo bisogna aggiungereche, almeno per quanto annunciato dal sindaco Mastella, l' atto aziendale numero212/2018, è stato impugnato davanti al Tar Campania, proprio a causa dell' assenzadel parere preventivo della Conferenza dei sindaci e del Consiglio dei sanitari. Aevidenziare la mancanza del Consiglio dei Sanitari era stato il sindacato Fials che il 6aprile aveva proposto ricorso contro il provvedimento, chiedendo al direttoregenerale, Renato Pizzuti, l' annullamento della delibera numero 212 del 30 marzo2018, in quanto illegittima e priva di ogni pregio giuridico. Nel documento, inviatotra gli altri, ai vertici regionali, al presidente della Conferenza dei Sindaci, al sindacodi Sant' Agata de' Goti e ai deputati e senatori neo eletti, Mario Ciarlo, segretariodella Fiasl, tra le altre contestazioni, aveva inserito proprio l' assenza del Consigliodei Sanitari, mai costituito e che invece avrebbe dovuto essere ascoltato prima dellapresentazione dell' atto aziendale. lu.de.ci. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità Campania

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Loreto Mare agente sventa l' evasione di un detenuto

Il caso Movimentato inseguimento all'interno dell' ospedale Loreto Mare, doveun detenuto, che doveva sottoporsi auna visita, si è improvvisamentedivincolato da ogni controllo ed hainiziato a fuggire, inseguito da un agentepenitenziario. A un certo punto ildetenuto ha scavalcato anche unterrazzamento al primo piano delnosocomio, sempre inseguito dall'agente, che è caduto nel cortile internorimanendo ferito: è rimasto incastrato inun' intercapedine e per recuperarlo èstato necessario l' intervento dei vigilidel fuoco. Ma la sua azione ha rallentatoil detenuto che è stato subito dopobloccato da altri agenti penitenziari. « L'assistente capo della poliziapenitenziaria, Eugenio Abbagnano, inservizio presso la casa circondarialePoggioreale di Napoli, ha impedito congrande coraggio e senso del dovere l'evasione di un detenuto dal centro ospedaliero del Loreto Mare, dove era ricoveratoda due giorni. Lo ha fatto mettendo a rischio la propria incolumità e ora è a sua voltain ospedale per le lesioni riportate. A lui va il mio personale ringraziamento e imigliori auguri per una pronta guarigione. Il sistema carcerario non ha bisogno dieroi, ma va migliorato con interventi che aumentino i livelli di sicurezza: negliistituti, nei servizi di traduzione e in quelli di piantonamento presso le struttureospedaliere», commenta il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità Campania

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Maria Dolores, la Regione contro il medico «Allarmismoinutile, c' era posto al Pascale»

Maria Chiara Aulisio

La storia di Maria Dolores Peduto, 55anni, napoletana, che con un post suFacebook aveva messo in rete il suodramma, fa discutere. Agli amici delsocial la donna aveva parlato della suamalattia: «Ho scoperto di avere untumore al seno - scriveva - aiutatemi, hobisogno di voi». E poi il racconto delleprime fasi di una vicenda che - perfortuna - si sarebbe conclusa nel miglioredei modi. In sintesi: la donna, dopo averappreso la notizia della malattia, si erarivolta al suo medico di fiducia, unchirurgo senologo in servizio all'ospedale Incurabili, che però le avevacomunicato che non avrebbe potutooperarla: mancavano gli anestesisti e,con gli interventi che andavano a rilento,la lista d' attesa sarebbe stata troppolunga: per l' avanzare del carcinomainnanzitutto, e poi anche perché lospecialista, di lì a poche settimane,sarebbe andato in pensione. Immediatal' alternativa: l' ospedale Pascale alquale la donna si è rivolta e che, come è normale che sia, l' ha subito presa incarico. Fin qui tutto regolare. Lo è molto meno, invece, se un ospedale si trovicostretto a rallentare l' attività chirurgica perché non dispone di anestesisti. IL CASOInterviene la Direzione salute della Regione che, prima di entrare nel merito, vantaun primato: «La Campania rappresenta un' eccellenza nazionale nella cura deimalati oncologici». Poi, la storia di Maria Dolores «alla quale - prosegue la Direzione- va il massimo rispetto, e che è stata già inserita nella lista chirurgica del Pascale,dove, senza alcuna agevolazione, potrà essere seguita al meglio secondo il percorsopredefinito». Aggiungendo pure che «la presa in carico sarebbe potuta avvenire,come per ogni cittadino, anche prima della sua denuncia. E che sarebbe bastato ildoveroso consiglio del suo medico curante, che irresponsabilmente ha creato unallarme ingiustificato». L' INDAGINE Sulla storia della Peduto, e speriamo anche sulla

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mancanza di anestesisti, è stata disposta un' indagine interna per verificare lesingole responsabilità ed, eventualmente, «assumere conseguenti sanzionidisciplinari». «La signora - si legge ancora - avrebbe potuto rivolgersi a una qualsiasitra le strutture ospedaliere in grado di affrontare questo tipo di interventi. Apparepertanto del tutto ingiustificato segnalare la carenza di anestesisti all' ospedaleIncurabili rispetto all' assistenza che viene sempre e comunque assicurata aipazienti». L' ALLARME Parla invece di «vicende inaccettabili» il consigliere regionaledei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità. «Lamancanza di anestesisti, da me denunciata una settimana fa, denota una gravissimacarenza organizzativa. Mi chiedo tuttavia come sia stato possibile che nessuno abbialanciato l' allarme prima. Se Maria Dolores è stata trasferita al Pascale quanto dovràaspettare chi invece ha bisogno di un intervento alla colecisti?». Infine, FerdinandoRiccardi, responsabile Day Hospital oncologico del Cardarelli: «La Regione Campania- scrive - ha individuato quattro patologie tumorali, tra queste la mammella, per lequali occorre fare ricorso a strutture ospedaliere oncologiche. In Campania sono ottoquelle che hanno numeri e esperienza per trattare il tumore del seno, di queste,quattro sono a Napoli e non c' è l' ospedale Incurabili». E poi aggiunge: «Si dovrebbesapere che il 40% delle donne campane si sottopone a interventi alla mammella instrutture dove si operano non più di 10 pazienti all' anno e dove mancano i requisitidi professionalità. Dunque, grazie alla carenza di anestesisti, Maria ha evitato l'intervento agli Incurabili e sarà presa in carico da una struttura accreditata: questaè la notizia». Senza nulla togliere a quella che agli Incurabili mancano gli anestesisti.Che pure è una notizia. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità Campania

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Orari e assunzioni «lente» così sono spariti i mediciETTORE MAUTONE

IL FOCUS Ettore Mautone Mancano imedici per tenere aperte le corsie eassicurare l' assistenza negli ospedalidotati di pronto soccorso: è questa lasituazione di fragilità che caratterizza l'attuale snodo del governo della Salute inCampania. L' insostenibilità ha originenei limiti agli orari di lavoro imposti dallanormativa europea (legge 161 del 2014,entrata in vigore in Italia nel 2016) edalle impreviste procedure (lunghe ecomplesse) intraprese per ilreclutamento del personale. Così in moltiospedali mancano i camici bianchi perassicurare al meglio i turni. A Napoli lecorsie sono a corto di uomini e mezzi. Iproblemi maggiori sono per i quattropresidi dotati di pronto soccorso (SanPaolo, Loreto Mare, Pellegrini e SanGiovanni Bosco) cui si aggiunge il Ctodove mancano soprattutto ortopedici einfermieri. LE DIFFICOLTÀ Al SanGiovanni Bosco mancano sette unità inpronto soccorso e da 4 a 6 in chirurgiagenerale. In medicina lavorano 5 unità in meno di quelle richieste, 2 gli specialisti inortopedia necessari e un altro in chirurgia vascolare per garantire turni di 24 ore.Situazione molto difficile anche all' ospedale San Paolo: qui la penuria di anestesisti(ne servono almeno 4) è quella più sentita. In Chirurgia anche il primario è chiamatoa fare i turni e mancano 4 unità da incrociare con la disponibilità degli anestesistichiamati a lavorare anche in autoconvenzionamento per smaltire qualche interventoin lista. La gastroenterologia lavora solo di mattina e per 4 giorni a settimana. Lametà degli ambulatori ha chiuso i battenti e in medicina d' urgenza servono almeno3 o 4 rinforzi e l' arrivo della Cardiologia dall' Ascalesi richiederà almeno una fase dirodaggio. IN CENTRO Al Pellegrini le carenze in pronto soccorso ammontano a 5unità, in chirurgia ci vorrebbero almeno 2 specialisti in più, altrettanti per lachirurgia vascolare. Gli anestesisti che mancano sono 4 e 3 i nefrologi necessari.Infine c' è il Loreto mare: la Radiologia dovrebbe ottenere rinforzi dall' Ascalesi dove6 specialisti sono stati convinti a restare in Asl. In Ginecologia servirebbero 3

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specialisti da arruolare anche in vista di un polo materno-infantile che però nessunosa quando e come sarà realizzato. Almeno 6 o 7 le defezioni in Medicina di urgenzasenza contare la scarsità di anestesisti e neonatologi (almeno 2 o 3). LE CHIRURGIENelle chirurgie dei presidi ospedalieri inseriti nella rete dell' urgenza i problemimaggiori derivano dall' utilizzo improprio dei chirurghi in funzione di medico diPronto Soccorso. Tale attività dovrebbe essere svolta dal Medico unico dell'emergenza (che appartiene all' area medica e non a quella chirurgica) ma di cui c' èpenuria e che non sono facili da trovare anche per assunzioni stabili. Pertanto ichirurghi sono impiegati nei Pronto soccorso e distolti dalle specifiche attività di salaoperatoria e le liste di attesa si allungano. Critica è la situazione del concorso permedicina e chirurgia di accettazione e di urgenza per 59 posti. Su 188 ammessi allaprova scritta solo 55 sono risultati idonei di cui alcuni già in servizio nella Asl concontratti a tempo. Altri hanno superato la prova scritta e la prova pratica ma sonostati poi bocciati. LA LEGGE Con la Legge 161 del 2014, entrata in funzione in Italianel 2016, sono spariti gli orari di lavoro prolungati inserendo 11 ore di riposo tra unagiornata lavorativa e l' altra, con almeno 24 ore di riposo ininterrotte ogni 7 giorniportando il limite massimo a 48 ore di lavoro settimanali, straordinari compresi. Cosìè emerso il problema della carenza di personale. Alle insufficienti assunzioni inalcune aree e discipline (anestesisti, chirurghi, pronto soccorso e infermieri) ècorrisposto l' allungamento delle liste di attesa per le attività chirurgiche e la crisidei turni. LE SOLUZIONI Le soluzioni ipotizzate sono i trasferimenti temporanei dastrutture non impegnate nel pronto soccorso (dove però ci sono già le ferieprogrammate), orari aggiuntivi in autoconvenzionamento (come già disposto dallaAsl Napoli 1 per gli anestesisti), accorpamenti di reparti nel periodo estivo con lariduzione di posti letto e la sospensione delle attività non urgenti. Bisognerebbechiudere qualche ospedale, velocizzando i traslochi e concentrando tutte le risorseumane nei principali poli assistenziali e di pronto soccorso. Una possibilità, di cui piùvolte si è parlato in Regione, è che l' Ospedale del Mare sia sottratto dalle affannosecure della Asl Napoli 1 e passi sotto la regia del Cardarelli che potrebbe inbrevissimo tempo trasferire il know-how del pronto soccorso e anche qualche unitàdi personale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

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Sul litorale la fabbrica degli aborti clandestiniMaria Pirro

inviato CASTEL VOLTURNO Il killer sichiama indifferenza ed è sfuggente, mail corpo di reato anche oggi resta sustrada: lacerato, truccato e solo tra leauto. Spunta dietro una rete, si muovelentamente, c' è il cartello vendesi, lacamera d' hotel a 20 euro, il resto diniente. Si incrociano storie terribili inquesto luogo dove scempio e degradodiventano film come in Dogman, l' ultimodi Matteo Garrone. La realtà va oltre l'immaginazione. Una volta, al suo arrivosulla Domitiana, una ragazza al settimomese di gravidanza è stata costretta adassumere 50 (cinquanta) compresse diCytotec, un farmaco gastroprotettoreusato per abortire. «Il giorno dopoBlessing era già in strada e, tre mesi piùtardi, continuava ad avere perditeematiche e dolore. Una nostramediatrice culturale con un volontario l'ha accompagnata in ospedale ad Aversa.E, durante il ricovero, la 25ennenigeriana ha riferito di non sapere dovesia stato buttato il bambino». Si dice che i bimbi mai nati o uccisi dopo il parto incasa siano sepolti ai lati del guard-rail, tra la polvere e la pineta, ma Sergio Serraino,responsabile dell' ambulatorio di Emergency a Castel Volturno, non ne ha conferma.Di certo, le prostitute trovano posto di giorno e di notte per ripagare alle madame ildebito del viaggio, indossano vestiti sgargianti come fiori equatoriali e i prezzi daloro richiesti variano in base al colore della pelle. Bulgare, polacche, ucraine eromene accettano dai 30 ai 50 euro, le africane 15 o 10 euro. La spesa aumenta inuna delle centinaia connection house, all' apparenza appartamenti come altri, «senon fosse per le credenze traboccanti di alcolici. Si tratta di sale e stanze privatefrequentate da stranieri e italiani», spiega Alessandro Buffardi, referente di Liberache, nella Casa di Alice, un bene sottratto ai clan, è tra i promotori di progetti controla tratta e finalizzati ad aiutare giovani in difficoltà. Quattro lavorano in sartoria conil marchio Made in Castel Volturno. I DATI Tra insegne cadenti e rifiuti fumanti, lungola costa, c' è la concentrazione maggiore di donne in emergenza permanente: dal

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2013 oltre 4000 accolte da Emergency. «Rappresentano il 55 per cento degliaccessi, un caso unico dato che in Italia sbarcano quasi tutti uomini», dice DinoRusso, mediatore culturale alle prese con 50 sos quotidiani e un calvario anche perun esame del sangue. «Occorre prendere un bus, se va bene, e camminare per 20minuti: in zona i centri convenzionati non accettano le prescrizioni speciali»,riepiloga Russo a una paziente avvolta nel velo e in una maglia argentata. Nella salad' attesa, tra gli articoli della Costituzione sui muri azzurri, si contano fino a 150nuovi ingressi ogni mese e 126 fascicoli per l' interruzione di gravidanza negli ultimi12, tra cui le prove di fertilità imposte alle nigeriane. «Mentre le prostitute spessonon tornano dopo il primo contatto e vengono indotte a risolvere con il fai-da-te»,avvisa Serraino. Il business vale oltre un miliardo in Italia (dati Transcrime) e, pur dinon fermarsi, segnala il report della onlus, le ragazze usano le spugne nel periodomestruale. «Ci sono, poi, le immigrate che scoprono di essere sieropositive quandorestano incinte», aggiunge Russo. Un problema è la prevenzione, che avviene anchein camper, consegnando direttamente i preservativi. LE IRREGOLARI Così l'associazione ha incontrato Anthonia, seduta su un bidone, il riso da mangiare con lemani consegnato in una busta, tra mosche e giornali. E Queen, 20 anni appena,spinta ad abortire illegalmente con otto compresse di Cytotec sciolte nella Guinness,e ricoverata d' urgenza. «Ne ho visitate diverse per l' abuso di medicine ma non c' èuna statistica», precisa Roberto La Manda, primario di gastroenterologia a Pozzuoli.In partenza dalla Libia, le più giovani fanno persino un' iniezione che vale comeprevenzione per diversi mesi e si stima che l' 80 per cento delle nigeriane cheapprodano in Italia sia già inserito nelle rotte ferree della tratta, spesso sonominorenni, sempre più giovani. «S' imbarcano pur sapendo che subiranno violenze».La voce di Maria Perri si incrina: il medico le ha assiste sulle coste siciliane fino allitorale campano. Corpi di reato a due passi da casa. Qui è Castel Volturno, Italia.Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 4 EAV: € 35.215Lettori: 281.841

Boom di corsi online: le università fiutano il business dei«Mooc»

Eugenio Bruno

I rettori pronti a presentare un pianonazionale digitale. Proposta difinanziamento da 1,5 miliardi tra fondiitaliani ed europei: per partire bastano100 milioni In Italia un piano digitale nonsi nega a nessuno. E infatti ce l' hanno laPa, la sanità, l' industria, la scuola. Eallora perché non estenderlo all'università? È il ragionamento che haspinto i rettori italiani a farne la loroprossima "linea del Piave". Con unaproposta di finanziamento da 1,5 miliardiin 5 anni, tra fondi italiani ed europei,che a breve sarà recapitata alneoministro Marco Bussetti. Ma perpartire, spiega il segretario generaledella Crui Alberto De Toni, «bastano 100milioni». Uno dei capisaldi del pianonazionale università digitale - che saràpresentato a Udine il 27 e 28 giugnodurante i Magnifici incontri 2018 - sarà ilriposizionamento degli atenei italiani nel grande business dei Mooc. Un acronimo(Massive open online course) che racchiude in sé la propria ragione sociale: corsi distudi disponibili in rete, e che della rete sfruttano le infinite possibilità tecnologichee culturali, per un gran numero di fruitori. Non per forza laureati che voglionoaggiungere crediti formativi. Ma anche aspiranti matricole desiderose diorientamento o lavoratori bisognosi di aggiornamento professionale. In genere gratisvisto che l' unico contributo richiesto riguarda la certificazione formale dellecompetenze acquisite. In vista di quell' appuntamento, il gruppo di ricerca HERe(Higher Education Reasearch) della Crui ha preparato un documento su un segmentodell' offerta formativa mondiale che in sei anni ha raggiunto 80 milioni di utenti nelmondo. Con oltre 800 atenei in campo e 9.400 corsi a disposizione. La parte delleone l' hanno fatta finora i grandi provider statunitensi come "Coursera", "edX" e"Udacity"(53 milioni di fruitori in tre). A cui negli ultimi anni si sono aggiuntioperatori europei ("OpenupEnd") e nazionali: dalle 17 università consorziate inEduOpen a "Federica" della Federico II di Napoli o a "Polimi Open Knowledge".

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Proprio il "papà" di Federica, il politologo Mauro Calise, presenterà a Udine il positionpaper della Conferenza dei rettori sulle opportunità offerte dai Mooc. In teoriasconfinate. Anche se una stima aggiornata sugli utenti italiani al momento nonesiste. Nel 2015 ne erano stati censiti 127mila, a cui andavano aggiunti quelli diEduOpen e gli iscritti ai provider internazionali. A spanne 500mila persone. Unnumero destinato, a suo giudizio, a crescere in maniera esponenziale se siconsiderano due fattori. Il primo è l' allergia dei nostri lavoratori alla formazionecontinua (e infatti siamo al quindicesimo posto nell' Ue, ndr). E il long life learning èil bacino più ricco in cui i corsi a distanza possono pescare. Il secondo sono i giovanilaureati che mancano. A loro e a tutti quelli che abbandonano dopo il primo anno sirivolge l' offerta "freemium" (gratuita e di qualità) di "Federica" che in autunnolancerà quattro corsi di laurea per l' 80% online: Economia aziendale, Ingegneriainformatica, Ingegneria meccanica e Scienze del turismo. A queste praterie Calise,che alla Federico II insegna Scienza politica, aggiunge l' internazionalizzazione. «Perportare a Napoli quattro studenti cinesi -racconta al Sole 24 Ore - devo fare 28incontri bilaterali con università straniere che esplodono. Vengono da noi, investononello studio dell' italiano e poi magari scoprono che non ce la fanno. Se gli offro unalaurea freemium in ingegneria insieme a un corso di italiano all' Orientale è chiaroche mi si apre un' altra prateria». A patto di puntare sulla qualità e buttare più di unocchio al mondo del lavoro che cambia. «Pensiamo agli e-learner 4.0 - concludeCalise. Come possiamo pensare di lasciarli a Linkedin e Microsoft?». Un interrogativoche sta al mondo accademico (e al governo) raccogliere. © RIPRODUZIONERISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 11 EAV: € 18.299Lettori: 97.132

E per il cibo si sprecano 82 milioni

Il paradosso: il 30% degli alimenti finiscein pattumiera Il prezzo giornaliero persfamare i pazienti dovrebbe essere 11euro. Ma quasi tutte le Regioni sforanoMASSIMO SANVITO Sarà per la diversapreparazione dei pasti, per il modo in cuivengono serviti, per i vassoipersonalizzati o meno. Ma sta di fattoche solo cinque regioni in tutta Italia nonsperperano denaro per garantirecolazione, pranzo e cena ai pazientiricoverati in ospedale. Secondo unostudio dell' Anac ("Efficienza dei contrattipubblici e sviluppo di indicatori di rischiocorruttivo»), ogni anno sono circa 750 imilioni di euro spesi dalle strutturesanitarie per il servizio di ristorazione. Dicui oltre 80 potrebbero essererisparmiati. La bussola da tener presentesono gli 11,74 euro fissati per legge nel2011 dall' associazione presieduta daRaffaele Cantone in un' ottica dispending review: il prezzo mediogiornaliero (a persona) che nessun ospedale dovrebbe superare per sfamare i propripazienti. IL COSTO MEDIO Si va infatti da un massimo di 13,71 euro per i pasti chevengono cucinati all' esterno della struttura, refrigerati e serviti in vassoipersonalizzati, a un minimo di 9,80 euro per i piatti preparati nelle mense d'ospedale. Come detto, tre quarti delle regioni italiane spendono più di quantostabilito dall' Anac. Per una cifra media nazionale di 12,70 euro: praticamente uneuro in più a persona ogni giorno. In cima alla classifica delle regioni più sprecone laPuglia, dove per colazione, pranzo e cena gli ospedali sborsano 13,96 euro apaziente (+18,9% rispetto ai canoni fissati dall' Anticorruzione). Sul podio anche laprovincia autonoma di Trento (13,64 euro) e la Campania (13,43). Mentre a fare dacontraltare ci sono le virtuose Marche, dove il menù giornaliero per i ricoverati siferma a 10,74 euro (-8,5%). Seguite da Umbria (11,42), Calabria (11,52), Valle d'Aosta (11,57) e Abruzzo (11,63). Gli sprechi complessivi, da nord a sud, si attestanosugli 82 milioni di euro. Soldi che, pur senza incidere sulla qualità del servizio diristorazione, potrebbero rimanere nelle casse degli enti pubblici. La Campania, a

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fronte di una spesa vicina agli 85 milioni di euro annui potrebbe risparmiarne 13,5 sesi attenesse ai prezzi fissati dall' Anac. Stesso discorso per la Lombardia, chepotrebbe conservare 11 milioni adeguando alle cifre di riferimento i prezzi più alti elasciando invariati quelli più bassi. E per il Piemonte e il Veneto, che adattando letariffe dei menù metterebbero da parte 9 milioni (euro più, euro meno) all' anno. Laregione che risparmierebbe meno in questo senso è la piccola Valle d' Aosta: solo 14mila euro a fronte degli appena quasi 3 milioni spesi per dare da mangiare ai malati.In base alla legge del 2011, però, per quanto riguarda i prezzi di riferimento, «se un'azienda ospedaliera paga più del 20% a un fornitore può ricontrattare la cifra senzache questo possa opporsi», spiegano dall' Anticorruzione. Ecco come sirisparmierebbero 82 milioni di euro. Che ci siano dietro appalti poco limpidi,prorogati e riassegnati sempre ai soliti noti? Nel 2015, solo per fare un esempio, inCampania ben sette volte le proroghe e i rinnovi hanno superato di oltre un anno ladurata iniziale del contratto. In un caso, con un picco di 145 mesi di estensionecontrattuale: la bellezza di 12 anni! Oltre agli sprechi legati alle tariffe, però, nonbisogna dimenticare anche quelli relativi ai piatti preparati e poi non consumati daipazienti. Stando ai dati della Direzione generale per l' igiene e la sicurezza deglialimenti e della nutrizione (Ministero della Salute), ogni anno sono 269 milioni i pastiserviti negli ospedali. Spesso, però, capita che per urgenze, emergenze ecambiamenti improvvisi delle condizioni dei ricoverati, il cibo possa finire dritto inpattumiera. NELLA SPAZZATURA Nel 2015, con uno studio unico in Italia e in Europa,la Rete delle Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica del Piemonte ha setacciato 13ospedali della regione. Scoprendo che oltre il 30% degli alimenti veniva buttato, peruno spreco di 2,6 milioni all' anno. Denaro gettato al vento, ma anche un deficitnutrizionale di calorie e proteine per i pazienti. In testa alla classifica dei cibi piùscartati c' erano il pane e i contorni, tra i rifiuti per oltre la metà dei casi. Mentre neiprimi e nei secondi gli sprechi si fermavano al 42%. E i dessert? I preferiti dai malati:"solo" il 36% di questi, infatti, finiva nella spazzatura. riproduzione riservata.

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18/06/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 11 EAV: € 39.819Lettori: 281.841

Il maxi-Ordine avvia le iscrizioniRosanna Magnano

Sanità. A partire dal 1° luglio si potrannopresentare le domande in modalitàesclusivamente telematicaSarannovagliate prima dalle associazioni dicategoria e poi dai consigli direttiviterrtitoriali dei 19 Albi Professionisanitarie verso una nuova vitaordinistica. Dal primo luglio circa250mila professionisti - dai fisioterapistiai tecnici di laboratorio, dai logopedistiagli ortottisti - dovranno avviare laprocedura d' iscrizione ai 17 Albi istituiticon il decreto 13 marzo 2018 e confluitinel nuovo maxi-Ordine dei tecnicisanitari di radiologia medica e delleprofessioni sanitarie tecniche, dellariabilitazione e della prevenzione(Federazione nazionale Ordini Tsr-Pstrp).L' ingresso nel nuovo Ordine riguardaanche altre due professioni, tecnici diradiologia e assistenti sanitari, che giàavevano un proprio Albo. L' iscrizione avverrà attraverso il portale www.tsrm.org esarà interamente dematerializzata. A gestirla saranno i 61 Ordini territoriali deitecnici sanitari di radiologia medica, coadiuvati dai rappresentanti delle associazionidelle altre categorie (Ramr). Il primo passo per il professionista sarà la registrazioneal portale, con l' inserimento dei dati anagrafici, del titolo formativo e l' indicazionedell' Albo cui intende iscriversi. Il modulo di autocertificazione così compilato andràstampato, firmato, scansionato e caricato sul portale insieme al documento diidentità. A questo punto i Ramr avranno 60 giorni per valutare la domanda: in casodi assenso la pratica sarà inviata al consiglio direttivo dell' Ordine territoriale diriferimento, che potrà fare ulteriori verifiche. Contestualmente, una volta ricevuto unalert sul buon esito della valutazione da parte delle associazioni, il professionistastamperà il modulo di autocertificazione verificato, apporrà la marca da bollo da 16euro ed effettuerà i pagamenti: tassa di concessione governativa (168 euro) e tassadi iscrizione annua (da 80 a 120 euro). Le ricevute andranno caricate sul portaleinsieme alla foto per il tesserino. Dal momento del perfezionamento della domanda ilconsiglio direttivo dell' Ordine avrà tre mesi per esprimersi. Non ci saranno maglielarghe sulla validazione dei titoli di formazione: il professionista dovrà indicare il

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proprio sul portale (ci sarà un elenco a tendina pre-selezionato) o flaggare la voce"altro titolo abilitante", cui allegherà la scansione del titolo autocertificato e iriferimenti normativi, giurisdizionali o amministrativi che ritiene lo rendano abilitante(per esempio una sentenza ad hoc che attesti l' equivalenza del titolo posseduto aquelli indicati). Su questo punto si giocherà la partita più delicata, perché gli "altrititoli" saranno valutati con maggiore attenzione. «Come abbiamo chiarito da subito -spiega Alessandro Beux, presidente della Federazione - le maglie dell' Ordinesaranno strettissime». Un certo numero di contenziosi è stato già messo in conto:«Ci stiamo preparando - conclude Beux- ad affrontarli, supportati dal lavoroistruttorio che è stato fatto dai legali e confortati dalle chiare ed efficaci prese diposizione assunte negli ultimi anni , anche nei tribunali, dal ministero della Salute».Non un semplice adempimento burocratico, ma una svolta che consentirà tra l' altrodi censire per la prima volta i professionisti abilitati a operare nel Sistema sanitario esul mercato della libera attività. «Ci aspettiamo una grande adesione - sottolineaAntonio Bortone, presidente Coordinamento nazionale associazioni professionisanitarie (Conaps) - a riprova che la popolazione professionale è sensibile. Come inpassato lo è stata, per combattere l' abusivismo, sull' adesione alle associazionimaggiormente rappresentative». I tempi dell' iter sono normati, ma ai fini legali eassicurativi farà fede la data della pre-iscrizione da parte del professionista. L'obbligo scatterà "senza se e senza ma" dal primo luglio. Tuttavia per il personaledipendente una circolare del ministero della Salute indirizzata agli assessorati hachiesto «di informare le strutture sanitarie pubbliche e private del periodotransitorio» - che scadrà a settembre 2019 - per l' implementazione degli Albiprofessionali. La circolare chiede «di dare indicazioni alle strutture sanitariemedesime, affinché siano ammesse con riserva le persone abilitate all' esercizio diuna delle sopra citate 17 professioni sanitarie, qualora risultassero ancora non inpossesso della certificazione attestante l' iscrizione all' albo professionale qualerequisito indispensabile ai fini dell' assunzione o della partecipazione ai concorsipubblici. Tale requisito dovrà essere richiesto dalle strutture e, pertanto, esibito dall'interessato al termine del perfezionamento della relativa iscrizione all' Albo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 2 EAV: € 45.689Lettori: 281.841

Il rimborso dei fondi sanitari riduce la spesa agevolataMarcello Tarabusi

Le regole. Se il ristoro è parziale si puòdetrarre o dedurre la quota rimasta acarico.Il bonus copre anche i costisostenuti in altri Paesi, purché idocumenti siano tradotti Le detrazioni ele deduzioni delle spese sanitariespettano solo per gli onerieffettivamente rimasti a carico delcontribuente: nell' ipotesi di rimborso,dunque, l' agevolazione fiscale "salta".Gli effetti del rimborso Se la spesa perfarmaci o prestazioni mediche vienerifusa nell' anno in cui è sostenuta, ilcontribuente non potrà indicarla indichiarazione, o potrà indicarla solo perla parte non rimborsata. Se il rimborsoavviene invece in anni successivi, ladetrazione o deduzione resta valida; mala rifusione è soggetta a tassazioneseparata nell' anno in cui viene erogata.È un aspetto a cui prestare particolareattenzione, perché questo meccanismopuò essere penalizzante se l' aliquota media di tassazione del rimborso è superioreal beneficio goduto. Per fare un esempio concreto: su un spesa pari a 100 euro, ladetrazione corrisponde a 19 euro, ma la tassazione separata del rimborso sconta,come minimo, l' aliquota Irpef del 23 per cento. Il ristoro parziale Nel caso in cui ilrimborso sia parziale, si può detrarre o dedurre la parte di spesa non rimborsata(circolare 122/E/1999 e risoluzione 35/E/2007). La circostanza più comune - semprepiù frequente man mano che il welfare statale viene rimpiazzato da sistemi privati -è quella del rimborso tramite assicurazioni e fondi sanitari. Tuttavia, non si perde ilbeneficio (o non viene tassato il rimborso in anni successivi), se le spese sono rifuseper effetto di contributi o premi di assicurazione: versati dal contribuente, maindetraibili e indeducibili (si pensi a una polizza per viaggi turistici); versati da altri(per esempio il datore di lavoro), se hanno concorso a formare il reddito di lavorodipendente o assimilato (risoluzione 35/E/2007). La possibilità di detrazione odeduzione dei premi assicurativi "rileva" anche se non è stata sfruttata in concreto(circolare 54/E/2002). Significa che, qualora un premio assicurativo sia detraibile, ilrimborso di una spesa sanitaria da parte della compagnia cancellerà comunque l'

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onere, anche se il contribuente per errore non aveva detratto il premio stesso. Per icontributi versati ai fondi sanitari integrativi, quando si supera il limite dideducibilità dei premi (3.615,20 euro), l' agevolazione fiscale si calcola inproporzione alla parte di contributi non dedotti. Tra gli altri casi di rimborso, il piùfrequente è il risarcimento di danni alla persona da parte del danneggiante (adesempio, per responsabilità sanitaria o sinistro stradale) o da altri per suo conto(come l' assicurazione Rca o la polizza professionale). Un altro caso tipico è poirappresentato dai benefit aziendali. Il fondo per dirigenti Si considerano rimaste acarico del contribuente (e quindi agevolabili) anche le spese mediche pagate dalFasi (Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i dirigenti) direttamente allastruttura sanitaria, o in nome e per conto di dirigenti in pensione che nonbeneficiano della deduzione dei contributi versati al Fondo stesso. Le spese medicherimborsate dal Fasi, e pagate da un familiare non fiscalmente a carico del dirigentein pensione, sono detraibili per il familiare che le ha sostenute (risoluzioni 78/E/2004e 167/E/2005, e circolare 21/E/2010). Le spese all' estero Le spese sanitarie pagateall' estero fruiscono dei medesimi benefici, se rientrano nelle tipologie (detraibili odeducibili) previste per i costi sostenuti in Italia; e purché si disponga didocumentazione - debitamente quietanzata - che contenga le stesse indicazioniprescritte per i documenti di spesa italiani (circolare 34/E/2008). Quando ladocumentazione è in lingua originale, va corredata da una traduzione, che puòessere eseguita e sottoscritta dal contribuente (fai-da-te) per inglese, francese,tedesco e spagnolo; per le altre lingue, invece, occorre la traduzione giurata. Sonocomunque esentati da traduzione i residenti in Valle d' Aosta per il francese, glialtoatesini per il tedesco (e, dovrebbe ritenersi, il ladino). Mentre le minoranzeslovene del Friuli Venezia Giulia possono tradurre dallo sloveno senza asseverazione.Restano tuttavia fuori dal bonus le spese di viaggio e soggiorno all' estero, ancheper le trasferte a scopo di cura (circolare 122/E/99), salvo i costi di ricovero, comeper quelli sostenuti in Italia: si detrae, oltre alle spese mediche, la retta di degenzaper il solo contribuente (non per gli accompagnatori) ed esclusi i comfort extra (Tv incamera, eccetera). I profili sanitari Le norme estere prevedono talvolta profiliprofessionali sanitari differenti, non contemplati in Italia, oppure hanno regolediverse sulla vendita di medicinali e dispositivi medici (ciò può avvenire soprattuttonei paesi extra Ue dove non valgono le direttive comunitarie). Come comportarsi?Per la qualificazione sanitaria della spesa si dovrebbe far riferimento alle norme delPaese in cui vengono prestate le cure o sono acquistati i prodotti, salvo che si trattidi prestazioni, medicinali o dispositivi che in Italia sono illeciti. Una cosa è certa:sono sempre esclusi gli acquisti di farmaci online da siti esteri, perché la leggeammette solo siti italiani certificati dal ministero della Salute. © RIPRODUZIONERISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 24 EAV: € 71.713Lettori: 704.603

La protesta delle ambulanze " Basta con il numero unico112"

VALENTINA RUGGIU

Le emergenze Il direttore del 118:"Torniamo indietro, per noi 40 secondivogliono dire vita o morte" roma Tempidi risposta troppo lunghi, chiamaterimaste in attesa e scambi diinformazioni sbagliate: da quando ilNumero unico europeo per le emergenze- Nue 112 - è stato introdotto in alcuneRegioni, la preoccupazione di chi operanel mondo del soccorso cresce con ilmoltiplicarsi degli incidenti. Ma questisono solo alcuni tra i problemi denunciatie che, nei casi più gravi, hanno portatoall' irreparabile. Ora a chiedere che «tutto torni come prima » è il direttorenazionale del 118 Mario Balzanelli: «Il118 deve avere vita propria. Per noi unritardo anche inferiore a 40 secondi puòfare la differenza tra la vita e la morte».Un nuovo appello, dopo quello per imedici e gli infermieri sulle ambulanze,che rivolge alla neoministra della SaluteGiulia Grillo. Ma non è il solo. Dal Lazio al Friuli Venezia Giulia, tra gli addetti ai lavoricomincia a montare la protesta. Di recente i sindacati dei Vigili del Fuoco ( Conapo),della Polizia ( Sap e Siap) e degli infermieri ( Nursind) si sono riuniti a Roma e sonoscesi sul piede di guerra: «Così non si può più andare avanti, stanno ammazzando lagente » . Stando agli episodi raccontati dagli operatori sembra che da quando c' è ilNue non si riesca più ad arrivare in tempo: i vigili del fuoco giungono quando la casaè bruciata, l' ambulanza sbaglia strada o arriva a cuore fermo, la polizia quando illadro è scappato. «In soli 8 mesi di applicazione del Nue a Roma - dice MarcoPiergallini, funzionario del Comando dei Vigili del fuoco di Roma e sindacalistaConapo - ci sono stati otto morti per incendio in appartamento. Cifra che nonabbiamo mai raggiunto quando gestivamo noi le chiamate, nemmeno in 10 anni». Ilproblema principale è quello dell' allungamento della catena dell' aiuto, con l'introduzione della doppia risposta. Un modo sì per gestire le emergenze in modo piùordinato ed efficiente, ma che talvolta introduce ritardi che nel caso dell' arrivo di

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ambulanze rischia di essere fatale. Non convince nemmeno il correttivo introdottodal ministero dell' Interno di mantenere per legge i tempi dell' intervista con il 112entro i 40 secondi. «Le variabili che incidono sul cronometro possono essere tante -spiega Stefano Agostinis, dirigente sindacale Nursind Torino - incomprensioni,emotività, rumori » . Altro motivo d' ansia è il temuto " effetto imbuto": quandoarrivano troppe chiamate insieme e l' utente è costretto a rimanere in attesa.«Situazione che si verifica in casi neppure troppo eccezionali - sottolinea Piergallini -basta un allagamento o un incendio più importante » . E a rinforzare l' idea che ilNue sia stato progettato più come un call center che non come una centraleoperativa che coordina, dicono i sindacati, è il fatto che, se in un intervento sononecessari distinti operatori ( 115 e 118 ad esempio), il Nue può fare solo unachiamata: allerta la centrale che ritiene più opportuna e lascia a questa l' onere dichiamare l' altra. « I problemi erano già evidenti - dice Stabile - . Lo dimostra il casodi Eleonora Cantamessa, la ginecologa investita nel 2013 vicino a Bergamo mentresoccorreva un ragazzo indiano. Basta ascoltare la chiamata al Nue: oltre un minutodi silenzio nel passaggio della linea ai Carabinieri». «Perché continuare su questastrada? » , ci si domanda. « Ce lo ha chiesto l' Europa » è la risposta frequente, macome ricorda Balzanelli « l' Ue non ci ha obbligati a sopprimere i vecchi numeri » . «Nella direttiva con cui l' Unione obbliga i paesi ad adottare il Nue - continua - silegge la parola " parallelamente". Si sarebbe potuto introdurre il 112 affiancandoloagli altri, come è stato fatto in altri paesi, senza rivoluzionare un sistema di soccorsogià collaudato » . E non solo, l' Ue ha anche lasciato libertà di scegliere tra almenouna decina di modelli. «Ma noi abbiamo scelto quello più costoso e meno efficiente », dicono i sindacati. Per loro l' opzione più valida è una centrale in cui i soccorritoridei diversi enti sono riuniti in un' unica stanza per coordinare le azioni, mentre perBalzanelli la soluzione è ancora più semplice: «Indirizzare il Nue ai Carabinieri,rinforzando l' Arma, e riportare tutto come prima». «Per farlo - specifica - c' èbisogno anche di una riforma nazionale del 118: riaprire le centrali chiuse epotenziarle. Noi non siamo un call center, siamo centri direzionali ». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità nazionale

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Ospedali dimezzati per ferieCLAUDIA OSMETTI

Organici decimati: la mappa del disagioPure medici e infermieri vanno invacanza. Dopotutto è un loro diritto, allastregua di qualsiasi lavoratore. Ilproblema è che da adesso fino ad agostonoi cittadini rischiamo di ritrovarci congli ospedali dimezzati. Reparti accorpati,padiglioni deserti, sale operatorie vuote.Anzi, proprio dismesse: con sopra magariun bel cartello che recita "chiuso perferie". Chiariamo subito: le urgenzehanno sempre la priorità e i prontosoccorso dello Stivale restano apertiventiquattro ore al giorno. Sono gliinterventi di routine e i posti letto a finirenel tritacarne estivo dei policlinici incongedo. Per esempio: a Padova lasforbiciata sui pazienti riguarda 150pazienti e l' intera area di pediatria ècostretta a fare fagotto. Che nonsignifica abbassare le serrande fino asettembre bensì traslocare in altrestanze della struttura. Di fatto, però,riducendo le attività. Già nei giorni scorsi, alcuni pazienti sono stati mandatiletteralmente in terrazza. «Non chiudiamo nulla», fa sapere il direttore generale dell'azienda, Luciano Flor, con il tono leggermente infastidito di chi, oramai da giorni, haa che fare con sindacati e associazioni di categoria. Nelle sue corsie, infatti, per iprossimi due mesi mancheranno all' appello circa trecento persone al giorno e leripercussioni sull' organizzazione collettiva sono di dominio pubblico. «Ci sarà inveceuna contrazione delle funzioni», continua, «manterremo inalterate le attivitàprincipali, come la rianimazione e l' unità trapianti, ma altri servizi programmati liaccorperemo: ciò che normalmente facciamo su quattro piani, quest' estate lofaremo su tre». E conclude: «Il diritto alle ferie dei dipendenti è previsto dalla legge,siamo certi di poterle garantire il servizio». ORARIO D' UFFICIO A Imola i nosocomitagliano quattordici brande in medicina generale, quattro in pediatria e, con qualchesalto mortale del personale, mantengono attiva una sala endoscopica per nonchiudere completamente il polo di gastroenterologia che diventa però quasi part-time: praticamente fa orari da ufficio. Cala la mannaia sul giro visite anche a Udine,

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dove tra paramedici e camici bianchi vanno al mare in 5.500: nella città friulana laconta dei posti letto si riduce di una sessantina di unità e si annoverano anche lasospensione del day surgery e una riduzione dell' attività ambulatoriale. Al Gaslini diGenova sono già state rinviate all' autunno circa cinquanta operazioni e per cercaredi arrivare a Ferragosto senza troppi intoppi i vertici dell' ospedale hanno deciso diassumere a tempo determinato cinque infermieri interinali. Ma non sono solo ibisturi del Nord a optare per la tintarella. All' ombra del Vesuvio, da qualche giorno,la situazione è incandescente: l' Asl Napoli 1 ha deciso di chiudere gli ambulatori egli sportelli per concentrare il personale nei pronto soccorso, al Cto si pensaaddirittura di chiudere l' urgenza di notte. A Bari stesso copione: addio(momentaneo) a 300 posti e reparti accorpati fino alla riapertura delle scuole.«Faremo il possibile», dice il direttore della Asl cittadina, Vito Montanaro, «ma sedovessimo riscontrare carenze sul numero di persone a disposizione saremocostretti a fare dei tagli». A Caltanissetta sono le sigle sindacali che lanciano l'allarme: «Mancano lavoratori in quasi tutti i reparti, mancano i medici, gli ausiliari, itecnici», si sfogano. E di polemiche ne sono scoppiate anche in Abruzzo, a Torino e aFirenze. I DIRITTI DEI PAZIENTI «Va bene tutto, ma i diritti dei pazienti non vannomai in ferie», sbotta il coordinatore nazionale del Tribunale dei malati (Tdm), ToninoAceti: «Il problema è annoso, ogni giugno si presenta puntuale: quest' anno tuttaviaè acuito da diverse problematiche». E cioè: «La Corte dei Conti ha bollato unariduzione sui finanziamenti pubblici nel settore salute per il triennio 2015-18 di circaundici miliardi. In tre anni i medici ospedalieri si sono ridotti di 9mila unità, neservirebbero almeno 5mila per mettersi in pari con la giusta turnazione lavorativa ese si guarda agli infermieri i numeri sono anche più spaventosi». Sì, perché tra iparamedici si parla di quasi 60mila posti vacanti. «Questo», continua Aceti, «portaripercussioni sui servizi: si allungano i tempi d' attesa, gli interventi devono essereriprogrammati, e col personale ridotto cala l' attenzione alla persona». Così se inquesto periodo il centralino del Tdm non fa che squillare raccogliendo segnalazioni elamentele, dall' altra parte smorzano i toni. «Le ferie sono un diritto anche deiprofessionisti della salute», raccontano dalla Asst Sette Laghi di Varese e dintorni.«La città si svuota quindi conviene far lavorare più infermieri e specialisti nelle zonedi montagna, cioè in quelle turistiche». E infatti nella città lombarda sono statimandati in vacanza almeno 65 letti tra i reparti di pneumologia, geriatria ecardiologia. «Le rimodulazioni avvengono ogni anno», spiega il direttore medico dell'ospedale in questione, Andrea Larghi, «possiamo assicurare che le attività di terapiaintensiva, di pronto soccorso non subiranno alcuna modifica». riproduzione riservata.

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18/06/2018

Argomento: Sanità nazionale

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Possibile la deduzione oltre lo sconto al 19%Dario Aquaro

Le alternative. Ampio set di agevolazionidai farmaci alle cure.Incentivati anche ipremi delle polizze per familiari a caricoFarmaci, visite specialistiche, assistenzapersonale, protesi, dispositivi medici,polizze assicurative, sussidi tecnici. Lospettro delle spese sanitarie agevolatedal Fisco è ampio; e non a caso l' annoscorso oltre 18 milioni di contribuentihanno beneficiato delle detrazioni d'imposta. Detrazioni che non sono l' unicotipo di "sconto": i bonus fiscali, aseconda dei casi, si presentano anche informa di deduzioni dal redditoimponibile. Detrazioni e deduzioni La"sconto" d' imposta è pari al 19% delcosto sostenuto. E vale in primis per lespese sanitarie, pagate anche per ifamiliari a carico: spese medichegeneriche e di assistenza specifica,chirurgiche, per prestazionispecialistiche, analisi, dispositivi medici,medicinali, protesi, ticket (nel Ssn). Il 19% si calcola sulle spese annue, sottraendo lafranchigia di 129,11 euro. L' intera deduzione dal reddito (con un risparmio chedipende, quindi, dall' aliquota Irpef) è concessa invece per le spese medichegeneriche e di assistenza specifica, nei casi di grave e permanente invalidità omenomazione, sostenute dai portatori di handicap. I costi sono deducibili pure sepagati nell' interesse di familiari che non sono a carico. Altri bonus per i disabiliAncora a favore dei disabili, è riconosciuta la detrazione del 19% per altre spesesanitarie e per l' acquisto dei mezzi di ausilio. Sulle prime (spese per analisi,prestazioni chirurgiche e specialistiche) vale la franchigia di 129,11 euro. Che invecenon si applica ai costi dei mezzi di accompagnamento, deambulazione, locomozionee sollevamento dei disabili, nonché a quelli dei sussidi tecnici e informatici per l'autosufficienza e l' integrazione (computer, telefono, eccetera). Sono agevolatianche i servizi di interpretariato per i sordi. Veicoli e non autosufficienza Sempre al19% sono detraibili i costi dell' acquisto di motoveicoli e autoveicoli (anche nonadattati) per il trasporto di non vedenti, sordi, persone con handicap psichico omentale, per cui è stata riconosciuta l' indennità di accompagnamento, invalidi con

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grave limitazione della capacità di deambulazione e persone con pluriamputazioni.In questo caso, il bonus si può ripartire in quattro quote annuali, si calcola su unmassimo di 18.075,99 euro e spetta una sola volta in un quadriennio (salvocancellazione dal Pra). C' è poi la detrazione (al 19%) per l' acquisto del cane guida,utilizzabile dai ciechi (o dai familiari cui sono a carico) una sola volta in quattro anni(salvo perdita dell' animale), in unica soluzione o in quattro quote annuali. Per ilmantenimento del cane, il bonus è invece forfettario: 516,46 euro. Altro scontofiscale (al 19% e valido anche per familiari non a carico) riguarda le spese peraddetti all' assistenza personale nei casi certificati di non autosufficienza (con limitedi 2.100 euro a contribuente, se il reddito non supera 40mila euro) e relative apatologie esenti dalla spesa sanitaria pubblica (per la parte che non trova capienzanell' imposta del familiare; con franchigia di 129,11 euro e spesa massima di6.197,48 euro). Assicurazioni e integrativi Sono infine detraibili, anche se perfamiliari a carico, i premi delle polizze assicurative: con alcune differenze a secondache i contratti siano stipulati o rinnovati fino al 31 dicembre 2000 oppure a partiredal 1° gennaio 2001. E con diversi importi massimi agevolati: 530 euro per le polizzesulla vita e contro gli infortuni; 1.291,14 euro per quelle contro il rischio di nonautosufficienza. Mentre sono deducibili dal reddito Irpef (fino a 3.615,20 euro) icontributi versati ai fondi integrativi del Sistema sanitario nazionale. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/06/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 45 EAV: € 2.007Lettori: 29.750

Sanità integrativa affare da 40 miliardi e la polizza convieneRAFFAELE RICCIARDI

Milano Alla fine di quest' anno gli italianiavranno speso 40 miliardi per la sanitàprivata. Tra farmaci, visite specialistiche,dentista, analisi e protesi, 150milioni diprestazioni sanitarie saranno pagate «ditasca propria» dai nostri concittadini.Numeri, quelli da poco rilasciati dalrapporto di Censis e Rbm-AssicurazioneSalute, che dicono quanto stiaaumentando (+9,6% di spesa tra 2013 e2017) la quota di tutela della salute cheappoggia direttamente sulle finanzedelle famiglie. Con un Sistema sanitarionazionale che ogni anno fatica adifendere i livelli di spesa necessari amantenere i servizi adeguati - oscillandotra i 110 e i 115 miliardi d' impegnopubblico - e le urgenze date dall'invecchiamento della popolazione, a chici si affida per salvaguardare il propriobenessere? La domanda intercetta laquestione dell' equità. Basta vedere lospacchettamento regionale delle spese in sanità privata per capire che si tratta diacquisti molto più correlati al reddito disponibile (Valle d' Aosta, Provincia autonomadi Bolzano e Lombardia sono al top) che non alla qualità dell' offerta pubblica.Significa che non si spende fuori dal Ssn laddove ci sono le maggiori carenze diquest' ultimo, ma ddove i redditi lo permettono. Con l' effetto, dice il Censis, che per7 famiglie a basso reddito su 10 la spesa sanitaria privata «incide pesantemente »sulle risorse del nucleo. Organizzazioni sindacali e datoriali stanno provando a daredelle risposte valide, rivolgendosi al mondo assicurativo. Che ancora però intercettasolo una piccola parte del mercato sanitario privato, se si considera che la raccoltapremi del comparto salute è stata - secondo le ultime stime dell' Ivass - di 5,35miliardi di euro nel 2016, di cui 3 miliardi nel ramo infortuni e 2,35 circa nel ramomalattia. «La sanità integrativa è una seconda gamba, un supporto e non unconcorrente del Sistama sanitario nazionale », spiega Fiammetta Fabris,amministratrice delegata di UniSalute, prima assicurazione sanitaria in Italia con 7milioni di clienti (parte del gruppo Unipol). «Se in un primo momento se ne parlavasolo in termini di benefit per manager o dirigenti, ora le parti sociali hanno iniziato a

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inserirla regolarmente nella contrattazione nazionale ». Anche nel pubblico, con l'ultima tornata di rinnovi, si è fatto strada questo principio. «Oltre che essere unagratificazione importante, in un momento in cui gli aumenti retributivi diretti sonodifficili, è un elemento che fidelizza i dipendenti». La leva fiscale è premiante: leaziende possono detrarre fino a 3.615 euro per lavoratore coperto dagli accordi.«Grazie alla massa critica dei lavoratori coinvolti e alla rete di strutture sanitarieconvenzionate, il costo annuale riesce ad esser contenuto in 150-200 euro apersona, per una protezione tipo». Diverso il discorso quando si parla di attivazioneindividuale, «un mondo che non è ancora decollato», ammette Fabris. Anche per unaquestione di costi: venendo meno i 'grandi numeri' su cui scaricare i sinistri, per unacopertura individuale «si arrivano a spendere intorno ai 1.500 euro», senza contareche manca il vantaggio fiscale (limitato alle sole mutue). Ma cosa si chiede diproteggere, quando si integra la propria copertura sanitaria? «Odontoiatria especialistica rappresentano il grosso delle prestazioni intermediate dalle compagnia,ma non mancano nuove tendenze », ragiona la manager. La stessa Ivass - l' Autoritàche vigila sul comparto -ha preso atto, in un recente report sui prodotti assicurativi,di come cambino i trend. A partire da quello della preventive insurance che fa levasulla tutela degli eventi connessi alla salute, incentrandosi sulla prevenzione, l'assistenza e l' interazione diretta. L' Autorità spiega come il bisogno di colmare i gapdi cure sanitarie del Ssn stia portando a sviluppare prodotti ad hoc, sia individualiche di gruppo. Esempio ne è lo sbarco di una gamma di prodotti contro il "rischio datumori" sia per adulti da 20 a 75 anni che per i giovani fino a 20 anni; ma nonmancano casi per patologie cardiovascolari, come ictus e ipertensione. Con unmeccanismo premiale: la compagnia contribuisce alle spese per i controlli sanitari,offrendo uno sconto sul premio purché si effettuino programmi di prevenzione concostanza. «Stiamo ampliando la nostra offerta con la tutela della maternità (percorsiper donne in gravidanza) », conferma Fabris, «insieme alle prestazioni che hannoper oggetto il monitoraggio della cronicità (tenere il diabete sotto controllo,verificare l' iper tensione). Siamo in una fase nuova: portare la prevenzione inazienda, facciamo screening direttamente in ufficio. Si abbassa il tasso di malattia, eanche dei permessi necessari a seguire percorsi esterni». Se da una parte si stannoampliando le coperture ai familiari dei dipendenti, d' altra parte resta sul tavolo ungrosso problema legato alla natura del mercato del lavoro italiano: la presenza dellecoperture sanitarie nella contrattazione collettiva lascia indietro tutti coloro che nonci rientrano, dai nuovi precari ai professionisti. «Le parti sociali sono attente aquesto tema», dice Fabris, «è una delle questioni sulle quali misurarsi e dasuperare». © RIPRODUZIONE RISERVATA