16° FESTIVAL DEL FILM PER RAGAZZI - GIARDINI NAXOS 2011

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16° festival del film per ragazzi Arena Don Bosco e Lido di Naxos GIARDINI NAXOS 18 luglio - 7 agosto 2011 Regione Siciliana Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo PROVINCIA REGIONALE DI MESSINA nel 150° anniversario dell’Unita’ d’Italia Sicilia 2007/2013 CENTRO STUDI CINEMATOGRAFICI UNIONE EUROPEA

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16° FESTIVAL DEL FILM PER RAGAZZI - GIARDINI NAXOS 2011

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16° festival del film per

ragazzi

Arena Don Bosco e Lido di Naxos GIARDINI NAXOS18 luglio - 7 agosto 2011

Regione SicilianaAssessorato Turismo, Sport e SpettacoloDipartimento Turismo, Sport e Spettacolo

PROVINCIAREGIONALE DIMESSINA

nel 150° anniversario

dell’Unita’d’Italia

Sicilia 2007/2013

CENTROSTUDICINEMATOGRAFICI

UNIONE EUROPEA

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Lungomare Schisò 1, 98035 Giardini Naxos Telefono: +39 0942 51438 http://www.lidodi naxos.it

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Appare a prima vista che questo non è ilcatalogo di uno dei tanti Festival (o Manifestazioni

simili) che si realizzano ogni anno in Italia e all’estero.Sarebbe più giusto chiamarlo Guida per assistere ai film inprogramma informati, pronti all’attenzione e alla riflessionesui temi che ogni opera propone.In proposito vi sarete accorti che i film non sono stati messiin calendario a caso, per far trascorrere a bambini e adultipiacevoli serate. Ognuno è stato scelto e inserito in unpercorso formativo specifico impegnato e armonico.Ci auguriamo quindi che la scelta di venire a vedere un film(magari tutti!) non sia motivata solo dal desiderio didivertirsi, ma anche dalla consapevolezza di prendere partea un progetto ricco di interesse culturale.In sintonia con quanto precisato le schede che abbiamopreparato sui film non si limitano a raccontare brevementela vicenda che vedrete sullo schermo. Danno informazioni,evidenziano i temi che ogni regista affronta, stimolano allariflessione personale e al confronto delle idee. Potete trovareun aiuto per ripensare e discutere su quanto visto anchenegli Spunti di riflessione inseriti a conclusione di ognischeda.

MARIOLINA GAMBA

Un catalogo diverso

Premio NaxosCavalluccio MarinoGIARDINI NAXOS

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In collaborazionecon

Naxosleggea cura

dell!Associazione

Le Officine di Hermes

per ilFestival del Film

per Ragazzi

Festival del Film per RagazziVia Pietragoliti, 7

98035 – Giardini NaxosTel: 0942 52562 Fax: 0942 56092

Organizzazione e coordinamentomons. Salvatore Cingari

Ignazio Vasta

Segreteria e realizzazione sito internet

Eros EmmiMilena Crupi

www.naxosfilmfest.altervista.org

Catalogo a cura di Mariolina Gamba

SchedeFilippo Bascialli, Massimo Causo, Carla Delmiglio, Valeria De Rubeis, Anna Fellegara, Giuseppe Gariazzo, Alessandro Leone, Minua Manca, Giancarlo Zappoli, Laura Zardi

Progetto grafico e impaginazionejessica benucciwww.gramma.it

Con il contributo di

MMiinnii ss tt ee rroo ppeerrii BBeennii

ee ll ee AAtt tt ii vv ii tt""CCuull ttuurraa ll ii

Direzione Generale per il Cinema

UUnniioonnee EEuurrooppeeaaPPOO FFEESSRR SSiicciilliiaa

22000077//22001133

ProvinciaRegionale di

Messina

Finito di stampare giugno 2011SSttaammppaa ee ccoonnffeezziioonnee

Tipostampa per conto di Joelle srl, Citt" di Castello #PG$

Via Zumbo s.n., Giardini Naxos (Messina) - Tel 0942 51094 Fax 0942 52649e - m a i l : i n f o v i v a t r a v e l @ g m a i l . c o m

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GIARDINI NAXOS | Arena don Bosco ore 20.30

Cattivissimo me di Chris Renaud, Pierre Coffin, Usa 2010

Winnie The PoohNuove avventure nel Bosco dei 100 Acri di StephenAnderson, Don Hall, Usa 2011

NanèIl sogno diventa realtà di Samir Karnik, India 2007

Le avventure di Sammy di Ben Stassen, Belgio 2010

RapunzelL’intreccio della torre di Byron Howard, Nathan Greno, Usa 2010

Tutti per uno di Romain Goupil, Francia 2010

Megamind di Tom McGrath, Usa 2010

Thor di Kenneth Branagh, Usa 2011

Vento di Primavera di Roselyne Bosch, Francia/Germania/Ungheria 2010

Rango di Gore Verbinski, Usa 2011

GIARDINI NAXOS | Lido di Naxos ore 20.30

Il ragazzo con la bicicletta di Jean-Pierre e LucDardenne, Belgio/Francia/Italia 2011

In un mondo migliore di Susanne Bier,Danimarca/Svezia 2010

Mr. Beaver di Jodie Foster, Usa 2011

I baci mai dati di Roberta Torre, Italia 2009

Programma delle proiezioni

23 luglio

24 luglio

25 luglio

26 luglio

27 luglio

Teen|Adult

Teen-Agers/Adulti

Kids

Teen-agers

inaugurazione

serata degli Ospiti Premiazione

18 luglio

19 luglio

20 luglio

21 luglio

22 luglio

28 luglio

29 luglio

30 luglio

31 luglio

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Il Festival del Film per Ragazzi di Giardini Naxos costituisce,nel panorama siciliano, un unicum tra i tanti festivalcinematografici della nostra isola. La sua unicità è determinatadal fatto di aver scommesso su un segmento ben preciso diutenza e produzione, quello del cinema per i ragazzi e possiamodire che è stata decisamente una scommessa vinta. Lotestimoniano la continuità conferita all’evento, la capacità disedimentare sul territorio e costituire un appuntamento ormaiimprescindibile, la capacità di divenire un elemento di grandeattrattiva turistica, atto a coinvolgere non solo il pubblico localedei piccoli, dei giovani e degli appassionati, ma anche acatalizzare l’attenzione del grande pubblico dei turisti.Il cinema è una delle risorse culturali, turistiche ed economichedella nostra isola, da sempre location di prestigiosi setcinematografici, da sempre luogo reale e immaginifico ispiratoredi registi, cineasti, produttori.Il cinema è spettacolo ed è anche opportunità di formazione.Un Festival come questo di Giardini Naxos testimonia che ilbinomio esiste ed è vincente, perché educare all’immaginecinematografica, formare il pubblico dei giovanissimi al gusto e allaqualità del prodotto cinema costituisce uno dei servizi piùimportanti che lo spettacolo può e deve fare, senza per questoperdere di vista la sua mission più squisitamente estetico-ricreativa.L’Assessorato regionale al Turismo, inserendo il Festival del Filmper Ragazzi di Giardini Naxos nell’ambito del cartellone deigrandi eventi della Regione Sicilia ha voluto dare un segnalechiaro nella direzione sopra indicata, ovvero la necessità dipromuovere iniziative che, pur indirizzandosi a settori specificidella produzione cinematografica, dimostrano una grandecapacità di attrattiva turistica e costituiscono un vero e serioinvestimento culturale per le giovani generazioni.

DANIELE TRANCHIDA

Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo

della Regione Siciliana

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riL a 16a edizione del Festival del Film per Ragazzi di GiardiniNaxos non è solo un appuntamento culturale ormai consolidato neltempo, costituisce anche un momento di verifica su quanto il mondodei media - e del cinema in particolare - sia incisivo e fondamentalenel processo educativo delle generazioni più giovani.Tale considerazione non dovrebbe essere una novità, ma gli eventirecenti che popolano le cronache planetarie sottolineano ancora unavolta il ruolo che l’immagine ha nel diffondere la conoscenza,nell’aprire a universi spesso ignorati, nel far emergere problemi nonpiù relegati a un ambito locale, ma di dominio pubblico.Il termine, non sempre utilizzato a proposito, di globalizzazione, inrealtà è un’occasione per condividere esperienze, per lasciare aperta lasoluzione dei problemi esistenti nella nostra società al contributo ditutti. In tale prospettiva il cinema gioca un ruolo di primariaimportanza. I film messi in cartellone nelle varie edizioni di questoFestival hanno testimoniato come, da oggetto di evasione edivertimento, siano divenuti opportunità di indagine sul mondo, diallargamento di prospettive culturali, di incontro con realtà e storieche, pur nella loro diversità, ci appartengono in quanto membri diquella grande famiglia che è l’Umanità.In quest’ottica il cinema può svolgere un ruolo di grande importanzaper la crescita civile e sociale di un Paese, soprattutto se inserito in unprogetto educativo consapevole e in una prospettiva di formazione dicittadini dotati di senso critico. Per far questo tuttavia è necessariocreare momenti di crescita comune e di scambio di esperienze.Come Centro Studi Cinematografici abbiamo operato da sempre intale direzione, favorendo al massimo la promozione di spettatori -quindi di cittadini - consci dei pericoli, ma anche delle straordinariepotenzialità che la comunicazione per immagini possiede.Il Festival del Cinema per Ragazzi di Giardini Naxos è un segnotangibile di tutto questo e la continuità temporale che locontraddistingue testimonia la validità di un’esperienza, certamenteperfezionabile, ma decisamente positiva. Esperienza che, visto ilcontesto geografico-culturale entro cui si svolge, acquista ancor più ilvalore di un impegno e di una testimonianza, segni di una fertilitàculturale sulla quale continuare a seminare.

CARLO TAGLIABUEPresidente Nazionale

del Centro Studi Cinematografici

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n u o v i o r i z z o n t i

Sedicesimo compleanno per il Festival del Film per Ragazzi diGiardini Naxos, iniziativa che nel mondo di oggi, caratterizzatodall’arricchimento quotidiano delle tecnologie e dalconseguente ampliarsi degli orizzonti comunicativi e culturaliin genere, assume di anno in anno maggior rilievo.La Manifestazione, rivolta in particolare ai ragazzi e agliadolescenti (chiamati, come da tradizione, a essere loro adaccompagnare alle proiezioni i genitori), ha quest’anno per laprima volta un’appendice rivolta agli adulti che si svolgerànell’affascinante cornice del Lido di Naxos. A tali proiezionisaranno gli adulti ad accompagnare eventualmente i figliadolescenti, perché i film sono stati scelti pensando aglieducatori e agli animatori culturali, a spettatori in ogni casointeressati a confrontarsi con proposte cinematografiche diprofondo spessore contenutistico ed espressivo.A tutte le serate sono invitati sia gli abitanti di Giardini Naxosche i turisti.Il Festival, che quest’anno si inserisce tra le manifestazioni chericordano l’Unità d’Italia, sarà arricchito da una Mostra dilocandine e manifesti cinematografici originali dei film piùrappresentativi del Risorgimento Italiano e da un ConcorsoVideo-Scuola rivolto agli alunni delle scuole elementari emedie della Sicilia - in collaborazione con gli Uffici Scolasticidella Regione - sul tema Fratelli d’Italia da 150 anni (conl’obiettivo specifico di promuovere e consolidare nei ragazzi ilsenso di appartenenza alla Nazione Italiana).Altra novità dell’edizione 2011 (dal 1 al 7 agosto): un Corso diEducazione all’Immagine che condurrà un gruppo di ragazzialla realizzazione di video su aspetti del tema storico-culturaleNaxos tra Mito e Storia.Agli Enti che a vario titolo hanno permesso di realizzare, conspecifico contributo, la manifestazione va un doverosoringraziamento.

IGNAZIO VASTA

Direttore Artistico del Festival del Film per Ragazzi

Presidente del C.S.C. della Sicilia

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Gru, super-cattivo, insensibile a tutto e tutti -inquinatore, dispettoso, egoista -, progetta ilcolpo del secolo: rubare la luna che findall’infanzia è stata al centro dei suoi desideri.Frustrato da sempre dall’atteggiamentoindifferente della madre, cerca in taleavventura un’occasione di riscatto.Coadiuvato da un esercito di buffi esserigialli, i Minions, instancabili lavoratori, eda un anziano inventore, il dottor Nefario(che per lui progetta macchinariavveniristici), Gru dovrà fare i conti con ilrivale Vector che, dopo aver rubato una dellePiramidi, lo sfida sul suo stesso terreno delfurto della luna.Per introdursi in casa di Vector l’uomoadotta tre orfanelle, con l’intenzione diliberarsene al più presto e proseguire nel suopiano criminale. Le tre bambine, però, fannobreccia nel suo cuore e Gru inizia a scoprirele gioie della paternità e della vita. Dainsensibile e misantropo diventerà il piùaffettuoso dei papà.

Cattivissimo Me è unafavola dark, ora modernaora comica, ora dram-matica, ora sentimenta-le, una sorta di Nightma-re Before Christmas sen-za mostri, senza canzoni,più colorato e demenzia-le. La vicenda è centratasul personaggio di Gru (ilCattivissimo), un bambi-no nel corpo di un adul-to che decide di darsi alcrimine per attirare l’at-tenzione della madre eguadagnarsi la sua ap-provazione. È una perso-na inaridita dalla solitu-dine, le sue imprese so-no quasi tutte fallimen-tari. A corto di fondi, cer-ca un prestito nella Ban-ca del Male presso cui i

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Titolo originale: Desplicable MeRegia: Chris Renaud, Pierre CoffinSoggetto: dal racconto di Sergio PablosSceneggiatura: Cinco Paul, Ken DaurioMusica: P. Williams, H. PereiraMontaggio: Pamela Ziegenhagen-SheflandDistribuzione: Universal PicturesInternational ItalyDurata: 95’Origine: Usa 2010Dagli 8 anni

Cattivissimo me Kids

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cattivi si rivolgono per i finanzia-menti ma non lo ottiene. La trovata più riuscita del film sonoi Minions, i minuscoli e fedeli aiu-tanti di Gru: rubano la scena ognivolta che compaiono con gag fisi-che e stupide da comiche anniTrenta senza però risultare maiavulsi dalla storia.Interessante il fatto che il mondo diGru sia pieno di improbabili sedi-

centi cattivi dediti a piani più o me-no criminali, ma non ci siano néeroi a contrastarli né sembri che lagente sia sconvolta dalle loro im-prese. Alla fine i veri mostri si rive-lano altri, ad esempio l’inquietantedirettrice dell’orfanotrofio o il diret-tore della banca.In sintesi possiamo dire che Catti-vissimo Me bilancia un’idea interes-sante con un umorismo slapstickper tutte le età e un impianto grafi-

co molto originale a metà tra La fa-miglia Addams e Walt Disney. È unaproduzione americana, ma ha cuo-re europeo: i registi e lo studio dianimazione sono francesi, e questoha probabilmente contribuito alsuo stile narrativo originale. Il filminfatti è molto godibile, strappa ri-sate e applausi. È una propostadavvero accattivante. Il merito èanche di una sceneggiatura spu-

meggiante, che mescola armonica-mente humor nero, buoni senti-menti e attualità.

Filippo Bascialli

Spunti di riflessione

! Le caratteristiche particolari di Gru,il suo rapporto con la madre e con lepersone che lo circondano.

! Le tre orfanelle: il loro primo incon-tro con Gru e il cambiamento cheprovocano in lui.

! Gli stereotipi e i pregiudizi tanto dif-fusi nella società odierna.

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Winnie Pooh si sveglia con in mente il solitopensiero: mangiare miele. Le scorte sonofinite ed è costretto a uscire. Incontra così IhOh, più triste del solito perché ha perso lacoda. Subito gli amici del bosco si danno dafare, con l’aiuto di Christopher Robin, pertrovargliene una nuova. Chi ci riuscirà avràin premio…un barattolo di miele.I tentativi però hanno scarso successo.A un certo punto gli amici devonoaffrontare un problema più grave.Un foglietto lasciato da Christopher fapensare che sia stato catturato da un certo‘Appresto’. Costui, nella fantasia deglianimaletti, si trasforma immediatamentein un mostro.Anche questa volta però ci si organizza e sidà avvio alle ricerche che trovano unasoluzione decisamente lineare:è ricominciata la scuola e Christophervoleva informare gli amici che era moltopreso concludendo, con un errore diortografia, con l’auspicio ‘a presto’.

L!orsetto Winnie thePooh torna sullo scher-mo con una storia pen-sata per il cinema. La Di-sney si rifà alle origini delpersonaggio, consenten-do anche un uso didatti-co particolare del film. Se il disegno è spesso ac-querellato con una sensi-bilità che rimanda allaPotter, ciò che più contaè il riferimento alla paro-la scritta. Come non tuttiricordano infatti l’orsettogoloso (con la banda diamici) è nato dalla pennadi A.A. Milne. Questi ave-va un figlio di nomeChristopher che, ammi-ratore dell’orso Winnie,donato allo zoo di Lon-dra da un veterinario ca-

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Titolo originale: Winnie the PoohRegia: Stephen Anderson, Don HallSceneggiatura: Burny MattinsonMusica: Robert Lopez, Henry JackmanOrigine: Usa 2011Durata: 65’Distribuzione: Walt DisneyDai 6 anni

Winnie the PoohNuove avventure nel Bosco dei 100 Acri Kids

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nadese, aveva chiamato così il pro-prio orsacchiotto di pezza. Suo pa-dre ha cominciato a raccontarglistorie che avevano come protagoni-sta quell’animale e queste sono sta-te date per la prima volta alle stam-pe nel 1926. Quindi in principioc’era un libro ed è a questo libro chesi fa riferimento costante nel film. La storia si sviluppa in continuitàma, ogni tanto, qualcuno dei nostri

eroi si trova a stretto contatto con lapagina illustrata del libro. Così ci siaggrappa a un punto per non cade-re, si scivola sulle parole scritte e lesi utilizza addirittura come scalaper uscire da una buca. Cosa di me-glio per sviluppare l’interesse nonsolo per l’immagine in movimentoma anche per il libro? Uno degli insegnamenti più im-portanti delle avventure di Chri-stopher Robin, di Pooh e dei loroamici è come ogni individualità

viene raccontata. Ognuno ha unacaratteristica simile a quelle deibambini: la golosità, il dinami-smo, la tristezza perché ci si senteincompresi e così via. Molti hannoanche un’altra caratteristica infan-tile: l’egocentrismo, Tigro più de-gli altri. Però, quando uno delgruppo si trova in difficoltà o in un(vero o presunto) pericolo il grup-po si crea all’istante e ognuno

mette a disposizione le propriedoti per risolvere il problema.

Giancarlo Zappoli

Spunti di riflessione

! Pregi e difetti di ciascun personag-gio, a cominciare da quelli di Win-nie the Pooh.

! I personaggi della storia sono spes-so egocentrici. Cosa significa? Losono anche i bambini?

! Comportamento individuale e rap-porti nel gruppo.

! Per risolvere piccoli e grandi proble-mi è importante la collaborazione.

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Nanhe vive a Rajasthan e guadagna piccolesomme accompagnando i turisti a visitare ilpaese. Rifiuta la scuola, spende i risparmiandando al cinema. Si identifica cosìintensamente nelle immagini dei film che nediventa quasi il protagonista. Il suo idolo èun attore famoso, Bobby Deol, del qualecolleziona fotografie.Quando Nanhe scopre che l’attore verrà agirare un film proprio nel suo paese, cerca diincontrarlo e Bobby diventa suo grandeamico. Con lui parla di tutto: amicizia,difficoltà di farsi accettare dai compagni,valore del denaro, la scuola… E decide diimparare a leggere e scrivere.Bobby non si presenta all’ultimoappuntamento e Nanhe, solo di fronte allefoto del divo, improvvisamente capisce…Fantasia e sogno scompaiono, la realtà è lasua “vocina interiore” che lo ha fatto cresceree indotto a scegliere la strada giusta.

Il film è un’affascinan-te fiaba di formazione.Racconta l’amore per ilcinema e il suo mondoda parte di un bambinodi dieci anni, la sua cre-scita, la sua capacità dioperare scelte esisten-ziali positive. La componente narrati-va è lineare, ma dotata diun finale originale e inat-teso che provoca un par-ticolare coinvolgimentonello spettatore. L’am-bientazione del film e ipersonaggi (anche quellisecondari) sono ben ca-ratterizzati. Pensiamo inproposito a Mugghu, lea-der della banda dei ra-

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Titolo originale: Nanhe Jaisalmer. ADream Come TrueRegia: Samir Karnik Sceneggiatura: Eklavya Singh Bhati Fotografia: Binod Pradhan Musica: Himesh Reshammiya Montaggio: Sanjay Sankla Interpreti: D. Yada, B. Deol, V. Seth, K.Arora, S. Chahal, S. Saxena Origine: India 2007 Distribuzione: Fondaz. Cineteca ItalianaVersione originale, sottotitoli in italiano Durata: 113’Dagli 8 anni

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gazzini e alla ricca signora che rea-lizza i corsi di alfabetizzazione.Pensiamo anche al divo Bobby De-ol, che ha un ruolo fondamentalenell’evoluzione di Nanhe (sottoli-neato tra l’altro dal testo di unacanzone presente nel film: ”I mieiocchi vedono te, solo te!”).Molti i temi affrontati dal regista:l’importanza della istruzione e del-l’educazione, il valore dell’amicizia,la necessità di credere in se stessiper riuscire a raggiungere i propriobiettivi.Alla riuscita del film dà notevolecontributo la recitazione spontaneadell’attore che ricopre il ruolo diNanhe. Ma di buon livello sono an-che le performance del divo BobbyDeol (oggetto della passione/devo-zione del protagonista) e dei perso-naggi di contorno. Da sottolineareinfine la cura nella messa a puntodella componente scenografica,della fotografia e della musica. So-prattutto quest’ultima, accompa-

gnando la vicendatanto nelle

sequenze reali che in quelle fanta-stiche, fornisce al film una singola-re efficacia.Il film ha vinto il premio CineCine-Mondo, istituito nel 2009 a lateredella seconda edizione della Rasse-gna Piccolo Grande Cinema - la fe-sta di “Arrivano i film” di Milanorealizzata dalla Cineteca Italiana diMilano e dalla Regione Lombardia.

Anna Fellegara

Spunti di riflessione

! La passione di Nanhe per il cinema.! L’importanza di credere nei propri

sogni e nelle proprie idee. ! L’utilità di un modello di vita per dar

corpo alle proprie aspirazioni e cre-scere.

! La realtà indiana: povertà, difficoltà,fascino, differenze rispetto al mondooccidentale.

! La particolare chiave espressiva delfilm: impressioni, ripensamenti econfronti.

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Sammy è un tartarughino marino, costrettoa conoscere i pericoli della vita subito dopola nascita. Finito nel becco di un gabbiano,riuscirà a salvarsi e incontrerà l’amore dellasua vita: la tartarughina Shelly dalla qualeresterà immediatamente affascinato. Saràperò un incontrarsi e dirsi addio perchésubito dopo i due si perderanno.Il viaggio attraverso gli oceani che Sammycompirà prima di tornare al luogo in cui ènato avrà lo scopo di sottoporlo a prove nonfacili. Assieme all’amico Ray, Sammy si rendeconto di come gli esseri umani stianorecando danno al pianeta. Verrà però anchetratto in salvo da alcuni umani, si batteràcontro i piranhas, sfuggirà a un’Aquilapescatrice.Nel corso dei cinquant’anni in cui sisviluppa la vicenda, Sammy vedrà lasituazione dell’ecosistema peggiorare. Avràperò la possibilità di trovare il passaggiosegreto che potrebbe portarlo aricongiungersi con Shelly.

Finalmente ci trovia-mo di fronte a un filmche si rivolge all’infan-zia senza per questo an-noiare gli adulti.Le origini del film sonosingolari. Si collegano aun’esperienza vissutadal regista in primapersona in compagniadi suo figlio (mentreera in vacanza in Mes-sico), riguardante lanascita e i primi giornidi vita di alcune tarta-rughe di mare. Avevapotuto assistere alloschiudersi di alcuneuova nei pressi dell’ho-tel: la madre le avevadeposte sul prato, nellostesso posto in cui 30anni prima era nata lei

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Titolo originale: Sammy’s avonturen:De geheime doorgangRegia: Ben Stassen Sceneggiatura: Domonic ParisAnimazione: Jérémie Degruson Origine: Belgio 2010Distribuzione: Eagle PicturesDurata: 89’Dai 6 anni

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e l’albergo non era ancora statocostruito.Le tipologie dei protagonisti sonoben diversificate. Sammy, sin dapiccolo, non si arrende dinanzi al-le difficoltà e unisce saggezza a le-altà. Shelly è altrettanto determi-nata e spinta da un desiderio diconoscere che la porta a cercarel’avventura anche con qualchepunta di impulsività. C’è anche il‘migliore amico’. Ray si prende cu-ra di Sammy, lo aiuta a crescere egli insegna anche come compor-tarsi con l’altro sesso. Si presentacome un concentrato di energiapositiva. Non può mancare poi unrivale ben definito (oltre ai perico-li che si succedono nelle profondi-tà marine). È Fluffy, un gattone in-fastidito dall’inserimento di Sam-my nella comunità hippy di cui ilfelino è la mascotte.Va dato atto a Stassen di essereriuscito nell’impresa di liberarsianche dal possibi-le fardello di Alla

ricerca di Nemo con una storia chenon dimentica di lasciare qualchepiccola traccia di insegnamento.La rappresentazione degli esseriumani, ad esempio, non è maiunivoca. C’è chi inquina ma an-che chi cerca di contrastarnel’azione. C’è chi dà la caccia allebalene ma anche chi prova a im-pedirne la strage. Viene cioè de-nunciato il negativo ma viene an-che proposta una possibilità diimpegno per combatterlo.

Giancarlo Zappoli

Spunti di riflessione

! I primi giorni di vita di Sammy e ilsuo primo incontro con Shelly: at-teggiamenti ed emozioni.

! Ray e Fluffy, due personaggi a con-fronto.

! I comportamenti positivi e negatividegli esseri umani.

! Se hai visto e ricordi il film Allaricerca di Nemo, prova a paragonar-

lo a questo.

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La Principessa Rapunzel è stata rapita nellaculla dalla strega Gothel per punirne i genitoriche, per salvare la bimba da una malattia,avevano sottratto alla megera un fiore magicoche garantiva la giovinezza. Ora tale giovinezzale viene assicurata dalla lunga chioma dicapelli biondi della ragazza, che viveimprigionata in una torre con la solacompagnia di un camaleonte.Rapunzel sogna il mondo esterno.Vorrebbealmeno sapere cosa sono le lanterne (accese dalRe e dalla Regina in suo ricordo) cheilluminano il cielo nel giorno del suocompleanno. Così costringe Flynn Ryder, unbandito in fuga per aver rubato la corona dellaprincipessa, a farle da guida nel pericolosoviaggio.Sulle loro tracce ci sono però Gothel, due excompagni di Flynn, i soldati del Re e soprattuttoMaximus, il cavallo bianco del Capitano, il piùdeterminato di tutti a catturare il bandito.

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Titolo originale: TangledRegia: Byron Howard, Nathan GrenoSoggetto: J., W. Grimm (da fiaba popolare)Sceneggiatura: Dan FogelmanMusiche: Alan Menken, Glenn SlaterMontaggio: Tim MertensInterpreti: L. Chiatti (Rapunzel), G.Morelli (Flynn), M. Alto (Flynn, canto),G.G. Rapattoni (Gothel), P. Insegno(Fratelli Stabbington) Origine: Usa 2010 Distribuzione: Walt DisneyDurata: 100’Dai 6 anni

RapunzelL’intreccio della torre

Rapunzel - L’intrecciodella torre attinge allatradizione fiabesca euro-pea rimaneggiando “Ra-peronzolo” (fiaba popo-lare dei Fratelli Grimm)per ricreare la tradizioneanimata waltdisneyana.Se l’impianto di partenzaè rigorosamente classico,sia nello snodo narrativoche nel concept artisticoe nella caratterizzazionedei personaggi, va rico-nosciuto al film un vetto-re di modernità che nellaseconda parte sembraspingerlo verso un ritmoe un’agilità che salvano ilfilm da un esito scontato. La colonna sonora infar-

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cita di brani di Alan Menken predi-spone la fiaba a coreografie e lan-guori di speranza, melodizzando inmaniera un po’ prevedibile gli “asolo” psicologici della protagonistae coreografando la coralità che fada sfondo agli eventi.Come già detto, nella secondaparte il film acquista una marciain più, dinamizza caratteri e situa-zioni, accelera il tono fiabesco eavvita l’intreccio su cambi di regi-stro imprevedibili. Il motore autentico della svolta è ilcavallo sbirro Maximus, il perso-naggio più riuscito del film, figurastraordinaria che assume impre-vedibilmente dimensione di rilie-vo, iracondo e inflessibile tutoredell’ordine imperiale, sfuggito alcontrollo del capitano delle guar-die e determinato nella sua rin-corsa di Flynn, anche se destinatoper nobiltà di spirito a diventare

complice della fuga per la libertàdella coppia di innamorati.Diretto da due giovani autori dellascuderia disneyana che avevano giàfirmato un successo (soprattuttoamericano) come Bolt, Rapunzel -L’intreccio della torre sembra con-cepito dalla Disney di John Lassetercome un autentico passaggio di te-stimone tra la formula classica equella moderna: un esperimento dimetamorfosi a vista che in sé appa-re riuscito a metà, ma nella pro-spettiva storica della major dei car-toon avrà di certo da dire qualcosaagli studiosi di domani.

Massimo Causo

Spunti di riflessione

! “Raperonzolo” dei Fratelli Grimm eRapunzel: analogie e differenze.

! Rapunzel: i suoi rapporti con la stre-ga, con il camaleonte, con Flynn,con il cavallo sbirro Maximus.

! Personaggi positivi e negativi delfilm. Qualcuno di loro cambia?

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2067. Milana ricorda la sua vita diimmigrata cecena a Parigi nei primi annidel 2000: la scuola, i compagni e gli amici,una banda affiatata e solidale al di là delledifferenze culturali.La polizia ferma - per rimpatriarli - gliimmigrati senza permesso di soggiorno, traessi Youssef. Nella famiglia di Milana solo lasorellina nata in Francia potrebbe rimanere.La madre di Blaise propone che le famigliedisponibili accolgano i bambini che possonorestare e si offre per prima. Milana, pursoffrendo per la separazione dai suoi, va avivere con Blaise (per il quale ha fortesimpatia) e Alice.Ma la permanenza di Milana è comunqueminacciata e la “banda” decide di nascondersiin uno scantinato dove neppure la polizia riescea scovarla. I giornali parlano del caso, i genitorilanciano appelli. I ragazzi usciranno dalnascondiglio solo quando avranno la certezzache la loro compagna non verrà espulsa.

Un film che, con par-ticolare attenzione al-l’universo infantile, ponel’accento su di un temaattuale, quello del rim-patrio forzato degli im-migrati senza permessodi soggiorno, giocandosu argomenti come la so-lidarietà e l’impegno mi-litante contro provvedi-menti che possono avereeffetti deleteri sulla vitadei più giovani.I ricordi di Milana fannoriemergere il suo sguardodi bambina insieme aglisguardi degli altri ragaz-zi, inseparabili compagnidi quel lontano passato. I bambini sono i veriprotagonisti del film e lo

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Titolo originale: Les mains en l’airRegia, Sogg. e Sceneggiatura: R. GoupilFotografia: Irina LubtchanskyMontaggio: Laurence Briaud Musica: Philippe HersantScenografia: Jean-Baptiste PoirotInterpreti: Valeria Bruni Tedeschi, LindaDoudaeva and Jules RitmanicOrigine: Francia 2010Distribuzione: Les films du LosangeDurata: 90’Dai 12 anni

Tutti per uno

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sono non solo in quanto attori di unquotidiano vissuto come un’avven-tura ma in quanto soggetti capaci diopporsi a un provvedimento insen-sato che li priverebbe di una com-pagna che ha i loro stessi diritti. Ac-canto ai bambini ha un ruolo di pri-mo piano il personaggio dellamamma di Blaise e Alice, elementocatalizzatore della necessità di farsicarico dei problemi e di prendereposizione in prima persona.Lo spirito di gruppo gioca un ruolofondamentale sia in senso psicolo-gico che pratico, promuove lo svi-luppo di una solidarietà necessariaa sostenere il rifiuto di una rotturaforzata e ingiusta. “Siamo tutti Mi-lana” è il messaggio che lasciano iragazzi prima di sparire. Lo spazio segreto e l’indipendenzasono la base per organizzare laclandestinità. La ribellione va a cor-reggere iniziative che tendono a

creare lacerazioni nel tessuto socia-le, a ignorare le problematiche pre-senti cercando di cancellarle piut-tosto che di risolverle attraverso lapromozione di attività che favori-scano l’integrazione e riducano ildisagio. La conclusione lascia co-munque, soprattutto nel cuore diMilana e Blaise, una traccia amara:è la fine dell’avventura, la fine del-l’infanzia e la separazione tra i duesarà inevitabile.

Laura Zardi

Spunti di riflessione

! I ricordi nella vita di ciascuno. Emo-zioni positive e negative. Nostalgia,rimpianti…

! Il rimpatrio forzato degli immigraticlandestini, tema doloroso e com-plesso che non può lasciare indiffe-renti.

! Condivisione e solidarietà nono-stante le diverse radici culturali tra iragazzi. E tra gli adulti?

! Come spieghi e giudichi le sceltedella mamma di Blaise e Alice?

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Megamind è un super-criminale maldestro.Suo scopo è dominare Metrocity umiliandoMetroman, il super-eroe amato da tutti. Larivalità tra i due risale all’infanzia, quandoambedue erano giunti sulla Terra per sfuggirea una catastrofe stellare: Metroman era statoallevato da una famiglia affettuosa,Megamind da detenuti.Metroman finisce vittima dell’ennesimotranello di Megamind e iniziano i giorni bui diMetrocity. Questi, però, si rende conto che nonha senso essere un super-criminale se non siha un super-eroe al quale contrapporsi.Cercando quindi di ristabilire l’equilibrio traBene e Male, infonde i super-poteriappartenuti a Metroman in Hal, l’impacciatocameraman della giornalista televisivaRoxanne, innamorato di lei. Dopo una serie diequivoci e combattimenti a Megamind nonresta che cercare di mettere le cose a posto,utilizzando sino in fondo la sua intelligenza eritrovando la fiducia in se stesso.

Il superbuono, il su-perbrutto e il supercat-tivo: nell’universo supe-reroistico del cartoo-ning il conflitto tra Benee Male resta a volte unaquestione di percezionedi sé, quasi un fatto inti-mo nel rapporto del su-per-uomo col super-sestesso. Megamind èun’avventura in cuil’oscillare della bilanciatra Bene e Male avvienenon già nel campo dellacomunità nel cui conte-sto gli eroi agiscono,bensì sul piano del rap-porto dell’eroe con sestesso, con la proprianatura, le proprie origi-ni e la propria storia.

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Regia: Tom McGrathSoggetto e Sceneggiatura: Alan J.Schoolcraft, Brent SimonsMontaggio: Michael AndrewsMusica: Lorne Balfe, Hans ZimmerInterpreti: R. Pedicini (Megamind), A.Giannini (Metroman), S. Crescentini(Hal), S. Musy (R. Ritchi)…Origine: Usa 2010Distribuzione: UniversalDurata: 95’Dai 10 anni

MegamindTeen-agers

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tra l’eroe, la propria indole e il ruoloimposto dalla comunità.Il nucleo originario del film quindinon è tanto lo scontro tra un Benee un Male assoluti, quanto la rela-zione tra l’individuo (con i suoipoteri, le sue potenzialità) e la co-munità, in relazione alla quale lasoggettività dell’individuo si defi-nisce e si esprime.

Massimo Causo

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Megamind tende a spiazzare le at-tese anzitutto scegliendo per prota-gonista l’eroe negativo, al quale af-fida il ruolo di Io narrante, raffor-zando il suo punto di vista ed ela-borando le sue ragioni. In più il filmfa slittare la storia su una costruzio-ne dei caratteri che elabora gli ele-menti costitutivi per contrapposi-zioni. Così Megamind è cattivo maintelligente e soprattutto sensibile,persegue il ma-le ma cercal’amore, ha unego smisuratoma nutre unprofondo af-fetto per Mi-

nion (il robot con la testa di pesceche gli fa da amico/tutore). Allastessa maniera Metroman è buonoma piuttosto ingenuo ed essenzial-mente insensibile, lotta per il Benema è sentimentalmente svincolato,sembra vivere d’altruismo ma in re-altà nutre solo la sua vanità e fini-sce per negarsi egoisticamente almondo. Il risultato è che la lorocontrapposizione non si gioca suun malinteso equilibrio morale, masu un sottinteso gioco di relazione

Spunti di riflessione

! Tradizione e novità nella concezio-ne e definizione del super-eroe.Quali caratteristiche ha Megamindrispetto ad altri protagonisti di filmsimili?

! Analisi dei due personaggi di Me-gamind e Metroman: caratteristi-che fisiche, atteggiamenti, relazionicon se stessi e con gli altri.

! Funzione dei personaggi di secon-do piano, in particolare di Roxannee Hal.

! Originalità del film nell’affrontare ilconflitto tra Bene e Male.

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Odino, re di Asgard, sta per incoronare Thor,suo erede e figlio primogenito, quandoavviene un’incursione dei Giganti di Ghiaccio.Contro la volontà del padre il giovaneorganizza la vendetta. Irritato perl’irresponsabilità del figlio, Odino lo scagliasulla Terra privandolo dei suoi poteri.Precipitato nel deserto del Nuovo Messico,Thor viene soccorso da Jane Foster,un’astrofisica che ne resta affascinata.Ad Asgard, intanto, Odino sembra morire. Ilfratello di Thor, Loki, divenuto re, mandasulla Terra il Distruttore per ucciderlo. Privatodella sua potente arma, il martello Mjolnir(che lo ha seguito, ma non è più estraibile dalsuolo) Thor, aiutato da un gruppo di amici diAsgard che hanno scoperto il tradimento diLoki, si rende conto del male provocato edecide di sacrificarsi. Il Mjolnir vola di nuovoda lui che potrà ingaggiare la lotta colDistruttore, salvare la Terra e tornare adAsgard, dove Odino si risveglierà.

Tratto dalle note stri-sce Marvel create nel1962, il film è la storia delMitico Thor, principeimpetuoso e arrogante,destinato al trono, cheimparerà col dolore e ilsacrificio a diventare unvero supereroe. Il filmtrova il suo centro nelrapporto conflittuale trapadre e figlio, che sotten-de gelosie tra fratelli perla conquista del potere edel cuore del padre. Il viaggio intergalatticodi Thor è anche un viag-gio interiore di crescita ericonquista di sé attra-verso l’umiltà e la tem-peranza. Loki, l’infidofratello a lui legato da

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Regia: Kenneth Branagh Sceneggiatura: A. Miller, Z. Stentz, D. Payne Fotografia: Haris Zambarloukos Montaggio: Paul Rubell Musiche: Patrick Doyle Interpreti: C. Hemsworth, N. Portman, A.Hopkins, T. Hiddleston, J. Alexander, J.Dallas, R. Stevenson, T. Asano, I. Elba… Distribuzione: Universal Pictures Origine: Usa 2011 Durata: 130’Dai 12 anni

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amore e odio, è una figura com-plessa, ben tratteggiata.È facile leggere in questo contestotemi shakespeariani, in cui il registasi muove agilmente senza togliereal film la leggerezza del gioco, siapure maestosamente epico, soprat-tutto nella prima parte, tra i guer-rieri dei Nove Regni, nel mondo do-rato della pace e del benessere,contrapposto alle ombre gelide delregno dei Giganti di Ghiaccio.Quando Thor precipita in NewMessico e vediamo il dio biondo injeans alle prese col nascente rap-porto d’amore con la timida scien-ziata il tono si fa più ironico, riccodi humour, ma inevitabilmentemeno nobile. E il confronto finaletra Thor e il Distruttore richiama ilclassico duello del vecchio West.Midgard/Asgard, Thor/Jane, il diocaduto e la donna che gli darà

nuovi occhi, Thor/Loki, i due nonpiù fratelli (colpo di scena finale),una serie di dicotomie reggono unfilm-giocattolo, che nella sua sem-plicità narrativa - unita alla spetta-colarità del kolossal, agli effetti di-gitali, all’amplificazione di emo-zioni e di stupore - non evita quel-la tra scienza e magia, passato mi-tico e futuro tecnologico. Risoltada Thor in un fiato: “Vivo in unmondo dove scienza e magia coin-cidono”.

Carla Delmiglio

Spunti di riflessione

! Strisce Marvel e film. È possibile fareconfronti?

! Caratteristiche di Thor e sua evolu-zione nel corso del film.

! Il rapporto/conflitto Thor-Loki. Ana-lisi delle scelte e dei comportamenti.

! L’incontro con Jane e suo significatonel viaggio intergalattico e interioredi Thor.

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Joseph Weismann, undici anni, vive aMontmartre e va a scuola nella capitalefrancese occupata dai nazisti: sul petto lastella gialla che lo identifica come ebreo.Nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1942oltre tredicimila persone, tra cui almenoquattromila bambini e lo stesso Joseph,vengono rastrellati e condotti alVélodrome d’Hiver senza viveri, acqua,vestiti; quindi ‘parcheggiati’ nei campi ditransito sulla Loira, in attesa di essereinviati ad Auschwitz. Qui i bambini,ignari del loro tragico destino, giocano ala rafle (la retata), impersonando i diversiruoli dell’olocausto, trasformando l’orroredella reclusione in una sorta dinascondino. In seguito Joseph e i suoicoetanei vengono separati dai genitori chepartono per primi verso i lager. Al terminedella guerra faranno ritorno soloventicinque di loro.

I l film è ispirato a fattirealmente accaduti per iquali Jacques Chiracchiese pubblicamentescusa a nome della Fran-cia nel 1995. Non esisto-no documenti fotograficidel tragico rastrellamen-to, ma solo testimonian-ze di pochi sopravvissuticome il protagonista delfilm, oggi ottantenne. Il racconto, visto dagliocchi di un bambino, sisviluppa lungo tre pianinarrativi: la storia (mairaccontata al cinema) deipiccoli ebrei nei campifrancesi, la visione di unPètain che gioca alle cor-se, impassibile per la sua

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Titolo originale: La rafleRegia e Sceneggiatura: Roselyne BoschFotografia: David UngaroMontaggio: Yann MalcorMusica: Christian HensonInterpeti: Mélanie Laurent, Jean Reno,Gad Elmaleh, Raphaëlle Agogué, HugoLeverdez, Oliver CywieOrigine: Francia/Germania/Ungheria2010Distribuzione: Videa - CDEDurata: 115’Dai 12 anni

Vento di Primavera

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quella ufficiale del governo che col-labora, della polizia che arresta enon nasconde il proprio antisemiti-smo, ma c’è anche quella che aiutae salva con atti di eroismo indivi-duale: i pompieri che portano l’ac-qua ai detenuti, anonimi che soc-corrono e nascondono, le croceros-sine che curano i bambini fino allafine ignorando che il loro destino èAuschwitz.

Minua Manca

Spunti di riflessione

! Conoscevi già i fatti a cui fa riferi-mento questo film? Da quale puntodi vista sono raccontati?

! Adulti e bambini nel corso della re-tata e durante la permanenza al Vé-lodrome. Ripensa alle loro azioni ereazioni. Similitudini e differenze.

! Atteggiamenti e comportamenti deifrancesi nei confronti dei deportati.Sono tutti negativi? Qualcuno ti hacolpito in particolare?

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scelta scellerata, la consegna di ven-ticinquemila ebrei a Hitler. Le vicende delle vittime e dei carne-fici si intrecciano sullo sfondo dellaStoria ufficiale in una serie di micro-narrazioni curate nei dettagli. L’oc-chio della cinepresa osserva e ri-prende l’estate del 1942, dopo i fe-steggiamenti per la presa della Ba-stiglia. Per Joseph è la fine dellascuola e dell’innocenza, come per ipiù piccoli di lui avviati ai forni. Laprima delle tre estati raccontate inquesto film. La seconda è quella deipolitici francesi che contrattano coni tedeschi tempi e modi della depor-tazione degli ebrei. La terza è quelladi Hitler a Borghof che organizza fe-sticciole, si dichiara vegetariano egioca amabilmente coi bambini deisuoi collaboratori. Nel film la Francia è bifronte. C’è

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Rango, un camaleonte “domestico”, vive lasua vita tranquilla all’interno di un’ampolladi vetro in cui gioca a essere la star delle suestorie, dei suoi racconti, l’eroe che ognunovorrebbe avere al proprio fianco o nella cittàin cui abita.Ma le cose cambiano profondamentequando la “campana di vetro” si rompe eRango è costretto a relazionarsi con il mondoreale, un mondo, o meglio una cittadina cheha bisogno del Suo eroe.Il piccolo camaleonte finora ha solo fattofinta, interpretato ruoli. Come si comporteràdi fronte a una folla che lo nomina sceriffo?Riuscirà a non deludere le aspettative e aritrovare se stesso? Solo lo spirito del Westpotrà dirlo…Il versatile e camaleontico Johnny Deppinterpreta l’omonimo animale in questaultima prodezza di Verbinski, che fa riviveremiti come Hawks, Eastwood ma senzadimenticarsi delle lezioni di Tarantino.

R ango ha tutti i clichédel Western a partire daltono introspettivo che di-venta veicolo di identitàmolteplici, fino allo sfrut-tamento di un’autono-mia narrativa che presen-ta tutti i passaggi classici:conflitto, duello, relazio-ne uomo/donna, azione-reazione, conclusione. Inquesto caso il protagoni-sta, un camaleonte vissu-to per troppo tempo incattività, riesce a trovareun’identità da sceriffograzie a gag strampalate ealla comicità corporea ti-pica dei cartoon di vec-chio stampo. Il film è ricco di omaggi aopere e autori importan-

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Regia: Gore VerbinskiSoggetto: Gore Verbinski, James WardByrkitSceneggiatura: John LoganMontaggio: Graig WoodScenografia: Mark McCreeryEffetti: Industrial Light & MagicOrigine: Usa 2011Distribuzione: Universal Durata: 107’Dai 12 anni

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ti nella storia del western e del cine-ma in genere. Quanto alla caratte-rizzazione del protagonista e deglialtri personaggi Verbinski non si la-scia ingannare dall’estetica del bel-lo che rende glassate la maggiorparte delle pellicole contempora-nee di genere. Rango impone unascelta cruda, realistica, segnata dal-l’arsura e dalla violenza del luogo. Icharacter sono infatti freaks orbi,monchi, scarni, pieni di rughe e dipolvere. Il film è caratterizzato an-che da un elevato tasso di mortali-tà, estraneo ai più famosi cartoondigitali. Per questo non è adatto aibambini. Per capirlo e apprezzarlolo spettatore è bene abbia almeno12 o 13 anni. Questa scelta di rivolgersi a un pub-blico “maturo” ha permesso agli au-tori di affrontare tematiche abba-stanza complesse. L’eroe non puòesistere senza conflitto e serve un

evento inatteso che lo catapulti nel-la storia, che non gli lasci altra scel-ta se non l’azione e ne determini la“morte” e la conseguente risurre-zione. Evento che in questo caso ar-riva esattamente quando deve arri-vare: il protagonista viene catapul-tato fuori dall’ampolla di vetro emesso in condizione di seguire solola propria ombra. Scampando alcu-ni pericoli, approda a Dirt, cittadinain cui gli abitanti hanno bisogno diun eroe e lui si plasma in questaeteroattribuzione di identità.

Valeria De Rubeis

Spunti di riflessione

! Rango ripropone i canoni del we-stern oscillando fra tradizione e ori-ginalità. Elementi classici e novità.

! Il film è ricco di citazioni dal westerne dalla storia del cinema. Cerca diidentificarne qualcuna.

! Atteggiamenti e comportamenti del-l’eroe. Sua evoluzione.

! I personaggi di contorno: caratteri-stiche e loro ruolo nella vi-

cenda.

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Cyril (dodici anni) alla morte della nonnaviene condotto dal padre in un centro diaccoglienza per minori. Fugge, ma capisceche il padre non solo lo ha lasciato, ha anchevenduto la sua bicicletta. In un tafferugliocon gli educatori viene coinvolta Samantha,una parrucchiera che ricompra la bici aCyril e ne chiede l’affidamento nei finesettimana.La donna ritrova il padre del bambino, mal’uomo confessa di non volerlo più vedere.Cyril diviene aggressivo e un bullo loconvince a rapinare un negoziante.Il ragazzo ferisce l’uomo e suo figlio. Scappadal padre che lo caccia ancora. MalgradoSamantha ripaghi i danni alle parti lese, Cyrilsubisce la vendetta del figlio del negoziante,che lo colpisce causandone la caduta da unalbero. Sembra morto. Quando il padre delragazzo ha già pronto un piano per discolpareil figlio, Cyril si rialza e torna a casa.

Cyril cerca il padre insella alla sua bicicletta, èimpegnato in una batta-glia per riconquistarel’affetto che sente comeun diritto, inciampandoqua e là, soprattutto inun bosco denso di peri-coli, ma trovando ancheuna fatina disposta adabbracciarlo incondizio-natamente. I registi avvicinano i per-sonaggi senza preambo-li, adottandone il puntodi vista, evitando cadutemelense, soluzionidrammaturgiche forzate,scavando piuttosto inprofondità semplice-mente registrandone le

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Titolo originale: Le gamin au véloRegia e Sceneggiatura: Jean-Pierre eLuc Dardenne Fotografia: Alain MarcoenMontaggio: Marie-Hélène DozoInterpreti: Thomas Doret, Cécile deFrance, Jérémie Renier, FabrizioRongione, Egon Di Mateo, OlivierGourmetOrigine: Belgio/Francia/Italia 2011Durata: 87’Distribuzione: Lucky RedDai 14 anni

Il ragazzo con la bicicletta

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traiettorie. Sono sospese facili lettu-re psicologiche o ideologiche. Fattaeccezione per rari e lirici commentimusicali, prima o appena dopo glisnodi narrativi, ma che funzionano- affermano i Dardenne - come ca-rezze sul capo del bambino, lo stileè ancora asciutto. Con la bici Cyril si libera nelle stra-de attraversando i confini dell’isti-tuto, con la bici cerca il padre. Perrecuperare la bici si avventura nelbosco e finisce nel gruppo di sban-dati che lo mette di fronte alla pro-va suprema con i connotati dell’ini-ziazione e della misura del corag-gio, ma che è anche rigetto di unnuovo codice comportamentale,quanto un grido di dolore che perfortuna non si perde nel vuoto. Così la trasformazione di Cyril ènell’abbraccio infine sincero allasua fata, la quale ricuce gli strappi

tra lui-bambino e gli altri-mondo,disegnando i primi segni di un’edu-cazione improntata alla lealtà.Ma il gioco, che sottintende i mec-canismi del reale, nasconde questavolta una sterzata verso il fiabesco.E la musica del finale, sfuggita dallafitta selva di arbusti per accarezzareCyril, trova spazio in un microco-smo prevalentemente simbolico.Per questo si possono giustificarecerte incongruenze, insolite nellapuntuale scrittura dei Dardenne.

Alessandro Leone

Spunti di riflessione

! L’incredulità, il disagio e la sofferen-za di Cyril.

! Momenti essenziali del suo cammi-no di ribellione e di crescita.

! Motivazioni del comportamento delpadre e della disponibilità all’acco-glienza di Samantha.

! La dimensione espressiva del film.Apprezzamenti ed eventuali per-plessità.

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Il chirurgo Anton opera in un campo profughiin Sudan. In Danimarca ha un figlioadolescente, Elias (timido e insicuro) e lamoglie Marianne, dottoressa, con cui ha unrapporto difficile. Elias è vessato da ungruppo di bulli fino a quando arrivaChristian, trasferitosi col padre dalla nonnaperché la mamma è morta di tumore. Ilragazzo vive chiuso nel risentimento verso ilpadre che lo aveva rassicurato sullaguarigione della madre, e in conflitto con ilmondo. Trova in Elias l’amico da proteggere.Tra l’altro, progetta di vendicare Anton(tornato in Africa) per un torto subito.Elias si lascia convincere dall’amico a farsaltare in aria l’auto dell’uomo che hapicchiato il genitore. Ma nell’esplosione, dopoaver salvato la vita a due persone chepassavano per caso, finisce gravemente ferito.Vedere l’amico in fin di vita scuote Christian,che si accolla la colpa dell’accaduto, matura esi riavvicina a suo padre.

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Titolo originale: HævnenRegia: Susanne Bier Sogg. e Sceneggiatura: S. Bier, A.T. Jensen Fotografia: Morten Søborg Montaggio: Pernille Bech Christensen Musica: Johan SøderqvistInterpreti: M. Persbrandt, M. Rygaard, W.Jøhnk Nielsen, T. Dyrholm, U. Thomsen Origine: Danimarca/Svezia 2010 Distribuzione: Teodora Film Durata: 113’Dai 16 anni

In un mondo migliore

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La vicenda di Elias eChristian dà alla registal’opportunità di ritor-nare su temi cari: le re-lazioni interpersonali,la responsabilità delsingolo in un contestosociale, ma soprattuttola manifestazione gra-duale del male invisibi-le che si insinua sotto lasuperficie patinata delquieto vivere occiden-tale.Come già in Dopo il ma-trimonio, c’è il terzomondo, nel caso specifi-co le zone martoriatedel Sudan. Anton è unmedico senza frontiereche si mette a disposi-zione di chiunque sia

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po) appartarsi continuamente sul-l’alta torre che domina il paese:distacco da terra e profondità dicampo servono a cercare altri luo-ghi, un mondo migliore, per di-ventare adulti meno smarriti. Ilproblema riguarda soprattuttoChristian che ha intravisto la mor-te senza comprenderla, e che peresorcizzarla deve sfidarla.

Alessandro Leone

Spunti di riflessione

! Relazioni, scelte, responsabilitàpersonali e sociali nella vita di cia-scuno.

! Valori esistenziali e morali di riferi-mento. Disagi e difficoltà della loroidentificazione anche nel mondooccidentale.

! L’adolescenza, momento affasci-nante, caratterizzato però da insi-curezze, tensioni, problemi.

! Il male: possibilità di una suaesplosione e diffusione a ogni lati-tudine e in ogni cultura.

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bisognoso di cure. Come metasta-si che lavorano all’interno, il male(sotto le sembianze del disagio edell’inquietudine) esplode ina-spettatamente con violenza anchein Danimarca, dove i bisogni pri-mari sono soddisfatti e le guerremancano ormai da più di sessan-t’anni.L’accostamento proposto dallaBier, se rischia di decentrare lanarrazione, crea giustapposizionidi senso, ponendo le basi di unariflessione che dovrebbe trovarenel contrasto la conferma dell’esi-stenza di un peccato originale cheprocura dolore e sofferenza indi-pendentemente da chi siamo edove siamo. Se da una parte lamorte è esperienza quotidiana e lasopravvivenza è questione che ri-guarda la comunità, dall’altra lasua eccezionalità fa emergere lafragilità invincibile checi caratterizza nel pro-fondo. Per motivi diversiChris ed Elias sono co-stretti a cercare i pro-pri punti di vista dasoli, mettendo a fuocoi loro sguardi parten-do dal dolore che siportano dentro. È me-taforico (anche trop-

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Walter Black, affermato uomo d’affari,manager di una fabbrica di giocattoli, staattraversando un periodo drammatico dellasua esistenza, immerso in una depressionecronica che lo allontana tanto dal lavoroquanto dalla moglie Meredith e dai due figli,l’adolescente Porter e il piccolo Henry.Cacciato di casa per il suo comportamento,una notte trova in un cassonettodell’immondizia un pupazzo a forma dicastoro. Da quel momento lo porta semprecon sé, indossato nella mano sinistra. Ilpupazzo lo salva dal naufragio interiore ediventa il suo tramite con le altre persone.Walter parla per bocca del castoro, facendosiaccettare dai familiari e dai colleghi, dicendoloro che si tratta di una terapiaconsigliatagli dal suo analista. Fin quando,ritrovati il successo e gli affetti, dovràstaccarsi dal pupazzo con un gesto radicale.Per ricominciare a vivere.

In Mr. Beaver ogni per-sonaggio deve liberarsida qualcosa che lo op-prime, da eventi appar-tenenti al passato o alpresente che impedisco-no lo svolgersi e il man-tenersi di relazioni affet-tive: all’interno della fa-miglia, in un ambiente dilavoro, a scuola. Il terzofilm da regista di JodieFoster indaga, come iprecedenti - Il mio picco-lo genio (1991) e A casaper le vacanze (1995) -, lacomplessità dei rapportifamiliari con uno sguar-do e una memoria filmi-ca che si collocano nellamiglior tradizione del ci-

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Titolo originale: The BeaverRegia: Jodie FosterSceneggiatura: Kyle KillenFotografia: Hagen BogdanskiMusica: Marcello ZarvosInterpreti: Mel Gibson, Jodie Foster,Jennifer Lawrence, Anton Yelchin,Zachary BoothOrigine: Usa 2011Durata: 91’ Distribuzione: Medusa Dai 16 anni

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nema classico americano e, al tem-po stesso, in una personale, rigoro-sa e commovente messa in scena.Jodie Foster ha la capacità di farcicredere a situazioni stra-ordinarie,di rendere plausibili comporta-menti fuori dall’ordinario (in que-sto caso la relazione che s’instaurafra Walter Black e il pupazzo del ca-storo) grazie alla discrezione con laquale crea inquadrature piene disfumature, di indizi sotto traccia,senza mai dilungarsi in orpelli.In tal senso, Mr. Beaver è un filmfuori dal tempo. Una voce fuoricampo riassume, all’inizio e nelcorso del testo, la storia del prota-gonista, proprio come faceva ilbambino de Il mio piccolo genio(con il quale Mr. Beaver condividele tracce di un procedere narrativoessenziale). Un’essenzialità che siincarna anche nella sceneggiaturae nell’interpretazione, si pensi aquella di Mel Gibson, non semplicenel dare corpo a un personaggio sulbaratro che, come in una favola,deve ritrovare, per se stesso e perchi gli sta accanto, un equilibrioperduto. Mr. Beaver è una comme-dia, un dramma, un film adole-scenziale (espresso nell’amicizia enell’amore tra Porter e Norah), cheinvita, come afferma Norah, “a nonmentire”, a “fissare le sensazioni”.

Disegnando graffiti. Costruendodialoghi e sguardi interrotti. Realiz-zando un film.

Giuseppe Gariazzo

Spunti di riflessione

! In maniera originale il film descriveil difficile viaggio di un uomo per ri-prendere contatto con la famiglia einiziare una nuova vita.

! Realismo e fantasia convivono inun’opera che rende plausibile unasituazione e un comportamentofuori dall’ordinario.

! Fra le relazioni esplorate, da segnala-re quella che vede protagonisti il fi-glio adolescente Porter e la sua coe-tanea Norah.

! La regia di Jodie Foster privilegia lesfumature, dà rilievo alla sceneggia-tura e all’interpretazione inscriven-dosi nel miglior cinema classicoamericano.

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Estate. Catania. Librino, quartiere satellite.Manuela ha tredici anni, una sorellamaggiore che si sta infilando in giripericolosi, una madre che non sa bene chefare della propria vita e un padre che c’è enon c’è. È un’esistenza come tante la sua finoa quando un giorno la statua dellaMadonna che è stata eretta nello spiazzoantistante la sua abitazione (a cui deiragazzi, giocando a pallone di notte, hannostaccato la testa) diventa qualcosa di più diun monumento. Le parla o, almeno, cosìsembra. Da quel momento la vita diManuela e di chi la circonda si trasformaradicalmente. La voce si diffonde e la suaabitazione diviene meta di persone chechiedono di ricevere una grazia. Diventaanche occasione di arricchimento per suamadre e di stress per lei. Finchè un giorno unmiracolo accade davvero…

Manuela corre sulsuo motorino e sembraavere solo due desideri:incontrare Giuseppe, ilragazzo di cui è innamo-rata, e realizzare i proprisogni. Un giorno qualco-sa di nuovo prende vitain lei e la ragazza ne ri-mane spiazzata. Le per-sone che entrano nellasua casa per chiedereaiuto la mettono di fron-te a problemi che forsemai aveva pensato esi-stessero e il quotidianorisulta per lei un incubo.Dopo aver acconsentitoalle richieste della ma-dre, soffocata dalla soffe-

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Regia e Soggetto: Roberta TorreSceneggiatura: Roberta Torre, LauraNuccilli, Alessandro AmapaniFotografia: Fabio ZamarionMontaggio: Osvaldo BargieroInterpreti: Donatella Finocchiaro, PinoMicol, Beppe Fiorello, Martina Galletta,Carla Marchese, Alessio Vassallo, PieraDegli Esposti, Tony PalazzoOrigine: Italia 2009Distribuzione: Videa CDEDurata: 80’Dai 14 anni

I baci mai datiTeen|

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renza che la circonda e dal sentirsiinadeguata ad affrontarla, fugge.Proprio allora avviene il “miracolo”che la mette per la prima volta insintonia con la madre. Il film racconta un singolare percor-so di formazione e la regista perl’occasione integra il proprio passa-to con un nuovo modo di narrare.C’è un negozio di parrucchiera incui Manuela vorrebbe apprendereun lavoro se non le venisse impedi-to. Ci sono sogni in cui donne concapelli di zucchero filato si lascianopettinare. Ma c’è soprattuttoun’umanità alla disperata ricerca diqualcuno che sia disposto ad ascol-tare le sue lacerazioni, i suoi bisogni,talvolta le sue pretese che arrivano asfiorare l’assurdo. È un’umanità di-sposta a credere a chiunque sembri

credere in lei. Così Manuela(che a sua

volta vorrebbeessere compre-

sa e ascoltatarice-vendo

quei baci che non ha mai avuto eche di conseguenza non ha dato) ècostretta a trasformarsi in una sortadi fabbrica della speranza. Ma di ve-ra speranza si tratta? Roberta Torrenon vuole darci una risposta. Ci of-fre solo il respiro di una possibilità.Un respiro misterioso, come quelloiniziale che percepiamo distinta-mente sotto il telo che ricopre la sta-tua della Madonna.

Giancarlo Zappoli

Spunti di riflessione

! Il degrado del quartiere in cui viveManuela con la famiglia. Realtà, de-sideri, sogni.

! I rapporti della ragazza con i coeta-nei, la madre, il padre, la sorella, leclienti del negozio.

! Cosa può aver spinto la ragazza a rie-laborare in quel modo il danno allastatua della Madonna?

! Cosa provoca la suacrisi finale e il recuperodi un rapporto autenti-co con la mamma?

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