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8 g ennaio * f ebbraio 2012 8 g ennaio * f ebbraio 2012 NAM - Ente Di Formazione Musicale Di Milano RELAZIONI D’AIUTO CREAT <<Ma che fai? Parli con la tua pancia? Ma non ti sente, è solo un feto!>> Credenza più errata è pensare che un feto non senta. L’udito inizia la sua formazione intorno alla 10° settimana di gestazione, ma entra in funzione solo alla 20° settimana. Le sonorità ascoltate dal feto sono per lo più sonorità biologiche: battito cardiaco, respirazione, gorgoglii intestinali, ed è il liquido amniotico a fungere da ampli icatore. Ma il feto riesce a sentire anche le voci che vengono dall’esterno, tanto da riuscire solo dopo 3 giorni dalla nascita a distinguere il suono della voce materna. Nel numero di novembre si è analizzata l’importanza di introdurre il feto alla sonorità, al ritmo, alla musicalità, ed oggi, quasi a creare una linea continua su tale importante acquisizione infantile, focalizziamo l’attenzione sulla “Music Learning Theory®”, del prof. Edwin E. Gordon, secondo la quale il bambino apprende il linguaggio musicale attraverso un percorso simile a quello dell’apprendimento del linguaggio verbale che gli Giada Ulivi

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Rubrica Spazio Associazioni Dare voce alle associazioni e alle loro attività. NAM BimbiBelliMagazine, n. 15, Gennaio - Febbraio 2012

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RELAZIONI D’AIUTO CREATIVE

<<Ma che fai? Parli con la tua pancia? Ma non ti sente, è solo un feto!>>

Credenza più errata è pensare che un feto non senta.

L’udito inizia la sua formazione intorno alla 10° settimana di gestazione, ma entra in funzione solo alla 20° settimana.

Le sonorità ascoltate dal feto sono per lo più sonorità biologiche: battito cardiaco, respirazione, gorgoglii intestinali, ed è il liquido amniotico a fungere da ampliicatore. Ma il feto riesce a sentire anche le voci che vengono dall’esterno, tanto da riuscire solo dopo 3 giorni dalla nascita a distinguere il suono della voce materna.

Nel numero di novembre si è analizzata l’importanza di introdurre il feto alla sonorità, al ritmo, alla musicalità, ed oggi, quasi a creare

una linea continua su tale importante acquisizione infantile, focalizziamo l’attenzione sulla “Music Learning Theory®”, del prof. Edwin E. Gordon, secondo la quale il bambino apprende il linguaggio musicale attraverso un percorso simile a quello dell’apprendimento del linguaggio verbale che gli

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CREATIVEa cura di Carmela Giordano

permetterà di comunicare.

INTERVISTIAMO, A TAL PROPOSITO, LA DOCENTE GIADA ULIVI.Giada Ulivi, nata a Milano, è laureata in Scienze Umanistiche della Comunicazione per lo Spettacolo, Cantante e Autrice. Alla formazione musicale e teatrale unisce l’esperienza autoriale, performativa e di direzione corale acquisendo professionalità nell’uso di tecniche vocali e nella creatività compositiva. Si specializza nell’apprendimento del linguaggio musicale presso l’AIGAM (Ass. Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale) e, in qualità di Insegnante Associata, gestisce corsi per bambini e mamme in attesa. Nel 2011 riceve il premio come “Miglior Testo” al Radio Fly Web Festival di Musica Indipendente.

Abbiamo accennato alla “Music Learning Theory®”: ne potrebbe presentare in maniera più approfondita i presupposti base?

Elaborata dal Prof. Edwin E. Gordon, musicista e Research Professor presso la South Carolina University, La Music Learning Theory® (MLT) è la Teoria dell’Apprendimento Musicale che spiega “in che modo impariamo la musica quando stiamo imparando la musica”. La nostra Attitudine Musicale, in parte innata, alla nascita è solo Potenziale: il cervello può trasformare questo potenziale in conoscenza concreta attraverso lo sviluppo dell’ Audiation (pensiero musicale). Nel bambino tale sviluppo ha la sua massima capacità fra gli 0 e i 3 anni (fase detta Finestra di Apprendimento) e prosegue attivamente ino ai 9 anni. L’Insegnante Associato Aigam, qualiicato in ambito musicale e specializzato nella Gordon MLT®, può fornire al bambino un ambiente adatto alla crescita dell’Attitudine Musicale, in cui la possibilità di interagire con gli stimoli musicali in modo informale consente di

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imparare spontaneamente le regole del linguaggio musicale.

La NAM presenta il corso “MusicainFasce®”. Cosa contraddistingue questo corso e quali risvolti beneici apporta ai bambini?

Il corso si propone di favorire l’apprendimento musicale, creando un ambiente in cui il bambino possa ascoltare ed interagire liberamente con suoni, ritmi e melodie che l’insegnante esegue nella completa sospensione del linguaggio verbale, coinvolgendo anche gli adulti. La relazione è l’unico mezzo attraverso il quale il bambino può assorbire qualsiasi tipo di linguaggio, è importante quindi che gli adulti siano consapevoli di costituire un modello d’imitazione per i bambini.

L’insegnante guida il gruppo in modo da stimolare con la voce, il corpo in movimento e i momenti di silenzio, l’assorbimento di contenuti musicali, afinché ogni bambino possa iniziare a fare della musica un proprio patrimonio espressivo.

In termini pratici, durante le lezioni il bambino viene esposto a brani tonali e ritmici, cantati senza parole

dall’insegnante, il quale interagisce con le risposte spontanee dei bambini e propone attività di gioco simbolico non strutturato, stimolando, mai forzando, i bambini afinché

utilizzino il materiale musicale all’interno del gioco.

I bambini attraverso una prima fase di ascolto e assorbimento, ed una successiva fase di imitazione

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delle cellule musicali proposte dall’adulto, giungono ad assimilare la sintassi della musica appropriandosi di un repertorio di “patterns” tonali e ritmici che corrispondono, nel linguaggio musicale, a frasi e parole nel linguaggio verbale.

Tale attività avviene nel rispetto dei tempi di apprendimento autonomo del bambino, con particolare attenzione agli aspetti relazionali e alla gestione del gruppo, secondo i principi pedagogici della Guida Informale: l’adulto/insegnante assume il ruolo di modello ed esempio diretto del linguaggio musicale comunicando col bambino per mezzo di questo e guidando le attività di gioco senza assumere un ruolo direttivo o intrattenitorio, ma accogliendo e legittimando, invece, le proposte spontanee dei bambini per poi dar loro forma appropriata in relazione al contesto musicale utilizzato in quel momento.

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Che inluenza ha la musica sulla creazione del bonding?

Non la musica in sé e per sé, quanto il modo in cui la musica viene ascoltata. La relazione è il veicolo di apprendimento, genera sensazioni che verranno assorbite e ricordate dal bambino, tanto da costituire le basi di quel legame unico tra genitori e igli. In questo senso le modalità utilizzate nei corsi Musicainfasce® possono essere di grande aiuto per i genitori che vengono guidati in maniera semplice nella condivisione di qualcosa insieme ai bambini, in questo caso la musica.

Cosa caratterizza invece il corso “Sviluppo della Musicalità®”?

Il percorso mira allo sviluppo della speciica attitudine musicale del bambino, rispettandone tempi e modalità d’apprendimento e d’espressione. Non è previsto l’utilizzo di alcun strumento al di fuori della voce umana, allo scopo di favorire l’immedesimazione del bambino che, possedendo egli stesso la

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facoltà di usare la voce, può procedere per imitazione delle proposte dell’insegnante nella sua crescita musicale. Il gioco, l’improvvisazione musicale e la creatività saranno gli strumenti più adatti per esplorare le varietà ritmiche e tonali della sintassi musicale.

In questa fascia d’età il relazionarsi dei bambini fra loro consente a ciascuno di sperimentare le proprie capacità vocali e motorie per poterne acquisire padronanza e consapevolezza.

Il bambino viene accompagnato nello sviluppo della propria musicalità, passando attraverso una fase d’imitazione con risposte non appropriate alle proposte dell’insegnante, una fase d’imitazione con risposte appropriate e consapevoli, per poi arrivare alla fase di assimilazione in cui il bambino è in grado di fornire risposte appropriate e consapevoli e di coordinare il canto tonale e ritmico con il respiro e il movimento.

L’insegnante svolge sempre la funzione di modello diretto e spontaneo

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del linguaggio musicale, ma le sue proposte seguono i principi pedagogici della Guida Informale Strutturata: ogni stimolo musicale e motorio viene scelto e preparato su misura per ciascun bambino in base alle sue capacità di partenza, per garantire un’evoluzione nel percorso di apprendimento a tutti i bambini.

Anche i giochi utilizzati all’interno delle lezioni diventano maggiormente strutturati a seconda della fascia d’età e delle esigenze del gruppo, che dipendono dalla eterogeneità dello stesso.

Che risvolti ha la musica sull’acquisizione dello schema corporeo e dell’identità?

Anche in questo caso la differenza è costituita dalle modalità di fruizione. Il movimento è parte fondamentale del percorso musicale secondo la MLT® in quanto è alla base della percezione musicale. Sperimentando con il corpo ritmo e luidità mentre si ascolta un brano proposto dall’insegnante, l’acquisizione di un vocabolario sonoro e di capacità espressive avviene in maniera spontanea e naturale. L’attenzione individuale, che si esplica nel formulare patterns mirati a ciascun bambino e nell’accogliere le singole risposte facendo da specchio sonoro, consente ai bambini di aumentare la percezione di sé e di crescere musicalmente secondo i propri tempi.

Mi potrebbe raccontare un aneddoto divertente, emozionante, signiicativo?

Emozionante è stato scoprire questa teoria. Mentre frequentavo l’università facevo la baby sitter a una bambina di 5

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mesi, un giorno la mamma mi chiede di accompagnarla a lezione di musica. All’epoca già ero una musicista e cantante e mi occupavo di bambini, ma non avevo mai sentito di corsi rivolti a bambini così piccoli. Quando sono entrata nella stanza e l’insegnante ha cominciato a cantare sono rimasta estasiata dall’effetto che aveva su bambini e adulti. Non avevo mai sentito tanta armonia e semplicità nel fare musica. Tornando a casa ho notato che la bambina di cui mi occupavo continuava a emettere vocalizzi. Così ho chiesto di poterla accompagnare sempre io a musica, per capire meglio il senso dell’attività. Ho visto i progressi costanti in lei, tanto che oggi canta in un coro, e capito le potenzialità di questa teoria e della sua applicazione, così ho deciso che sarei diventata un’insegnante a mia volta.

Grazie dott.ssa Ulivi il Suo contributo è stato prezioso ed utilissimo.

Per concludere mi sembrano emblematiche le parole del grande Rubinstein “La musica sono io”.

Per poter contattare NAM –Ente di Formazione Musicale di Milano:

Per info su:

La sede è in Via Ponte Seveso 27 - Milano

Tel. 02.66.98.71.97 / 02.67.07.58.44

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sito: http://www.nuovaaudio.com