15 domande classiche dei Clienti e 15 risposte rapide

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Le domande e le risposte che seguono rappresentano alcuni spunti utili dedicati all’interazione professionista-cliente. Ogni situazione deve essere valutata singolarmente e le “variabili impazzite” che affrontiamo in ogni progetto possono richiedere risposte differenti e un approccio personalizzato. Il “Cliente” considerato in questo documento è idealmente rappresentabile in un’azienda di piccole-medie dimensioni. 1) A cosa servono i “social” 2) Quanto tempo ci vuole perchè una strategia funzioni? 3) mi aiutano a vendere di più? 4) perchè devo rifarmi il sito (o creare delle landing pages)? 5) come faccio ad avere tanti fan (posso comprare “pacchetti fan”)? 6) Qual’è il ruolo degli “altri” social, oltre Facebook e Twitter? 7) come raggiungo il pubblico ideale 8) a cosa serve un piano editoriale (e/o la figura professionale dedicata) 8 bis) “Non può farlo mio cugino?” 9) Perchè creare una campagna a pagamento? 10) cosa sono le “app” e a che servono? 11) Se uso AdWords a cosa serve Facebook Ads (e viceversa)? 12) Voglio essere autonomo. Come potete aiutarmi? 13) Ho già un mio grafico all’interno, perchè mi servite voi? 14) Dobbiamo proprio interagire? 15) A cosa vi servono gli indirizzi email dei miei clienti? 15 bis) Fate tutto online? Devo fare qualcosa nel mio negozio? 15 risposte rapide di orientamento 1) Servono a comunicare sul web velocemente, con un linguaggio moderno e orientato al pubblico migliore per l’azienda. E’ un nuovo mercato, non basta esserci. Serve interagire, generare coinvolgimento ed essere creativi. 2) Il tempo necessario varia a seconda del tipo di azienda, di prodotto (e del valore REALE e/o PERCEPITO del prodotto), del momento storico e dell’investimento dedicato. Anche la migliore strategia può scontrarsi con problematiche che includono le difficoltà di relazione con il Cliente e la mancanza di contenuti. 3) No. I Social offrono visibilità, stimolano il target finale, lo aiutano a scegliere. Non si “vende” sui social (salvo particolari condizioni e strategie dedicate che richiedono approfondimento singolo). 4) E’ necessario dare continuità al “messaggio” promosso anche dal punto di vista 15 domande classiche dei clienti (e 15 risposte rapide). [Social Media]

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Il documento presenta una panoramica delle domande più frequenti da parte dei Clienti interessati a sviluppare un'attività Social Media e le conseguenti risposte suggerite per migliorare la nostra capacità comunicativa. Vietata la ri-pubblicazione online (completa o parziale) Modello sviluppato da Artlandis.net

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Le domande e le risposte che seguono rappresentano alcuni spunti utili dedicati all’interazione professionista-cliente.Ogni situazione deve essere valutata singolarmente e le “variabili impazzite” che a�rontiamo in ogni progetto possono richiedere risposte di�erenti e un approccio personalizzato.Il “Cliente” considerato in questo documento è idealmente rappresentabile in un’azienda di piccole-medie dimensioni.

1) A cosa servono i “social” 2) Quanto tempo ci vuole perchè una strategia funzioni?3) mi aiutano a vendere di più?4) perchè devo rifarmi il sito (o creare delle landing pages)?5) come faccio ad avere tanti fan (posso comprare “pacchetti fan”)?6) Qual’è il ruolo degli “altri” social, oltre Facebook e Twitter?7) come raggiungo il pubblico ideale8) a cosa serve un piano editoriale (e/o la �gura professionale dedicata)8 bis) “Non può farlo mio cugino?”9) Perchè creare una campagna a pagamento?10) cosa sono le “app” e a che servono?11) Se uso AdWords a cosa serve Facebook Ads (e viceversa)?12) Voglio essere autonomo. Come potete aiutarmi?13) Ho già un mio gra�co all’interno, perchè mi servite voi?14) Dobbiamo proprio interagire?15) A cosa vi servono gli indirizzi email dei miei clienti?15 bis) Fate tutto online? Devo fare qualcosa nel mio negozio?

15 risposte rapide di orientamento1) Servono a comunicare sul web velocemente, con un linguaggio moderno e orientato al pubblico migliore per l’azienda. E’ un nuovo mercato, non basta esserci. Serve interagire, generare coinvolgimento ed essere creativi.

2) Il tempo necessario varia a seconda del tipo di azienda, di prodotto (e del valore REALE e/o PERCEPITO del prodotto), del momento storico e dell’investimento dedicato. Anche la migliore strategia può scontrarsi con problematiche che includono le di�coltà di relazione con il Cliente e la mancanza di contenuti.

3) No. I Social o�rono visibilità, stimolano il target �nale, lo aiutano a scegliere. Non si “vende” sui social (salvo particolari condizioni e strategie dedicate che richiedono approfondimento singolo).

4) E’ necessario dare continuità al “messaggio” promosso anche dal punto di vista

“visivo”. Per questo è consigliabile avere un sito (oppure alcune pagine dedicate) mod-erno, funzionale modulato sulla “visual strategy” concordata.5) Per guadagnare tanti fan è necessario avere una strategia, valorizzare il prodotto/servizio, lanciare una campagna ed avere un buon appeal, anche grazie ad iniziative a premio, eventi, partecipativi, gift (fan gate) ecc.. Serve inoltre coinvolgere i fan già acquisiti e mettere a frutto indirizzi email disponibili (se acquisiti regolarmente) o acquistati presso agenzie di servizio.Si, esistono i “fan a pacchetto” ma non servono a niente, non generano contatti e, soprattutto, non comprano i prodotti del Cliente ;)

6) I canali principali come Facebook, Twitter, Linkedin, Google+, Pinterest, Instagram e Youtube sono quelli più ricchi di utenti italiani. Esistono però canali “secondari” che ci permettono di avere una presenza variegata sul web facilitando le operazioni di divul-gazione. Ad esempio: un catalogo in pdf andrà sul proprio sito tramite Issuu o Slide-share, garantendo visibilità maggiore e producendo risultati utili (secondo i limiti della piattaforma) sia nel motore di ricerca interno al canale social, sia su Google (relativamente, of course).

7) Attraverso una buona strategia che prevede uno studio preliminare del target migliore per il Cliente e la distribuzione online su canali, socials e piattaforme (dove interagiscono di più, come si esprimono, cosa dicono, ecc..); utile anche l‘analisi dei competitors e dei canali che trattano l’argomento chiave (o che si concentrano sul segmento di mercato desiderato) e l’Ascolto dei Social Media.

8) Piani�care una buona strategia signi�ca interagire con gli utenti in modo profession-ale e competente, aggiornando il proprio canale con notizie e contenuti pertinenti, di qualità (sia nel formato testuale che gra�co). Per questo serve una �gura dedicata già formata e competente che sappia cosa scrivere, come scrivere e come rispondere ai “Fan”, utilizzando in modo completo tutte le risorse delle piattaforme sociali.

8 BIS) No. “Tuo cugino” non ha studiato. Non è competente. Non sa come interagire con gli utenti. Non o�re continuità. Non conosce le piattaforme e le loro dinamiche. Magari non scrive bene in italiano e litiga con gli utenti della pagina, bannandoli o cancellando i commenti se hanno espresso una critica.

9) Facebook, le Fan Page ed i canali Social Media non sono una semplice vetrina ma “strumenti” (volano) di comunicazione, vivi e pulsanti. Considerali dei veri e propri “mini-siti” dentro Facebook. Necessari a trasmettere i valori dell’azienda ed a interagire con il target desiderato prima, durante e dopo l’acquisto di un prodotto/servizio, gener-ando la propria “nicchia” di riferimento sulla quale costruire una eventuale “brand-community”. Le Campagne online servono a intercettare il proprio target spingendolo ad entrare in contatto con la nostra realtà (attraverso iniziative, applicazioni, creatività, eventi, ecc..)

15 domande classiche dei clienti (e 15 risposte rapide). [Social Media]

Considera, ad esempio, la tua FanPage come un negozio in strada: se non ti fai conoscere con la pubblicità (e il passa-parola conseguente) chi verrà a cercarti? Ogni campagna può essere orientata sui Fan speci�ci, pubblico ideale per il nostro servizio/prodotto/marchio. Le campagne possono promuovere sia contenuti interni a Facebook sia contenuti esterni ad esso (come il sito stesso del Cliente).

10) Le Applicazioni (da quelle più semplici alle più complesse, che devono tener conto della facilità d’uso da parte degli utenti) ci consentono di migliorare notevolmente l’interazione con il nostro target, o�rendoci l’opportunità di organizzare meglio inizia-tive, partecipativi, gallerie di immagini, elementi multimediali, cataloghi ecc.. Esistono applicazioni di qualsiasi genere in grado di adattarsi ad ogni necessità (inclusa l’assistenza post-acquisto).

11) Google AdWords e Facebook Ads agiscono in sincrono e o�rono potenzialità complemenari ad ogni iniziativa. Per sempli�care: AdWords permette di guadagnare visibilità sull’utente attivo (che lancia una ricerca online) sia sull’utente target impegnato in attività ordinarie (come guard-are un video su Youtube) indirizzandolo verso il nostro sito o una pagina promozi-onale (landing page) allestita in modo speci�co sul prodotto/servizio/messaggio.Ad esempio l’utente che decide di acquistare qualcosa lo cercarà forse su Google o si lascerà “guidare” da banner, video e �nestre propozionali sul web. Facebook Ads ci permette di accrescere rapidamente il numero di “fan” e le inter-azioni con la nostra pagina strutturando campagne dal target preferenziale più “facile” da modulare (rispetto alle necessità richieste da AdWords). Meccanismo analogo su altre piattaforme social che iniziano a proporre campagne advertising anche in Italia.

La scelta delle piattaforme in uso dipende in larga parte dalla strategia, dal com-portamento del Target, dalla tempistica richiesta, dal budget impiegato, dal mo-mento storico, dai competitors diretti, ecc..

12) La piani�cazione generale, gli interventi e l‘organizzazione delle attività pos-sono essere modulate in modo da rendere il Cliente partecipe degli Step opera-tivi. E’ possibile “educare” un operatore interno dell‘azienda a�nchè quest’ultima sia autonoma (o parzialmente autonoma) nelle fasi successive al lancio. L’ operatore istruito, però, non potrà sostituire il professionista (per ovvi motivi - vedi risposta “8 bis”) e dovrà limitarsi ad alcune azioni in linea con la sua preparazione e disponibilità.

13) Il linguaggio visivo del web (Visual Marketing) richiede competenze speci�che e spesso i gra�ci “interni” non sono pronti ad a�ronare la s�da e le tempistiche di un pubblico evoluto e dalle necessità più diverse.

14) Non è obbligatorio ma consigliato. Possiamo fare tutto noi. Se riusciamo ad interagire, però, potremo organizzare un’attività migliore e più e�cace garan-tendo ad ogni canale un �usso di aggiornamenti pertinenti e importanti.Per esempio: se l’azienda lancia un nuovo prodotto, un evento sul territorio oppure una qualsiasi nuova iniziativa noi lo dovremo sapere con un certo anticipo, così da predisporre le iniziative online in modo adeguato.

15) Sia in fase di lancio di una iniziativa, sia nel caso in cui si abbiano dei canali già attivi ci sarà possible espandere il circolo di amicizie in ogni pagina ed il coinvolgi-mento generale grazie ai vostri indirizzi email (che resteranno di vostra proprietà). Trattandosi probabilmente di vostri Clienti che hanno già sono venuti in contatto con i vostri prodotti/servizi potremo sviluppare campagne email performanti accrescendo il numero di relazioni e recuperando anche l’attenzione di utenti ormai “stanchi” dei “soliti messaggi promozionali” oppure “addanbonati” nel corso del tempo dopo altre iniziative (cioè mai più sollecitati dopo il primo contatto).

15 bis) Web e Social Media sono un mondo a parte, virtuale ma collegato alla vita reale da un �lo doppio fatto di scambi e relazioni costanti.Le attività sul web funzionano meglio se hanno un prosieguo concreto al di fuori di esso e viceversa. Mondo reale e web si in�uenzano reciprocamente e in una collaborazione ideale migliorano la sua a�ermazione e l’apprezzamento degli utenti Target.Mettere le icone di Facebook e Twitter sul proprio catalogo/volantino oppure sul poster dietro al bancone NON è un’attività signi�cativa.

Note conclusive: Attenzione ai Clienti: perniciosi, dalle braccine corte, ignoranti o “superstiziosi”(*).Non siate professionisti: perniciosi, super�ciali, ignoranti o “superstiziosi”

(*) Superstizione, nell’era social, possiamo tradurla con alcune frasi chiave pronunciate sia dai Clienti, sia dagli “esperti” che si o�rono a loro:

“Questo canale funziona così. Perchè io lo uso così.”“Mi hanno detto che.....Ho letto che... quindi preferisco fare così... ” “I miei amici dicono che la pagina gestita così è brutta e quindi...”

Ragiona, approfondisci e ricorda bene: quello che conta davvero sono: studi, professionalità di settore, analisi, dati, statistiche, report e così via. Il resto è relativo.

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Le domande e le risposte che seguono rappresentano alcuni spunti utili dedicati all’interazione professionista-cliente.Ogni situazione deve essere valutata singolarmente e le “variabili impazzite” che a�rontiamo in ogni progetto possono richiedere risposte di�erenti e un approccio personalizzato.Il “Cliente” considerato in questo documento è idealmente rappresentabile in un’azienda di piccole-medie dimensioni.

1) A cosa servono i “social” 2) Quanto tempo ci vuole perchè una strategia funzioni?3) mi aiutano a vendere di più?4) perchè devo rifarmi il sito (o creare delle landing pages)?5) come faccio ad avere tanti fan (posso comprare “pacchetti fan”)?6) Qual’è il ruolo degli “altri” social, oltre Facebook e Twitter?7) come raggiungo il pubblico ideale8) a cosa serve un piano editoriale (e/o la �gura professionale dedicata)8 bis) “Non può farlo mio cugino?”9) Perchè creare una campagna a pagamento?10) cosa sono le “app” e a che servono?11) Se uso AdWords a cosa serve Facebook Ads (e viceversa)?12) Voglio essere autonomo. Come potete aiutarmi?13) Ho già un mio gra�co all’interno, perchè mi servite voi?14) Dobbiamo proprio interagire?15) A cosa vi servono gli indirizzi email dei miei clienti?15 bis) Fate tutto online? Devo fare qualcosa nel mio negozio?

15 risposte rapide di orientamento1) Servono a comunicare sul web velocemente, con un linguaggio moderno e orientato al pubblico migliore per l’azienda. E’ un nuovo mercato, non basta esserci. Serve interagire, generare coinvolgimento ed essere creativi.

2) Il tempo necessario varia a seconda del tipo di azienda, di prodotto (e del valore REALE e/o PERCEPITO del prodotto), del momento storico e dell’investimento dedicato. Anche la migliore strategia può scontrarsi con problematiche che includono le di�coltà di relazione con il Cliente e la mancanza di contenuti.

3) No. I Social o�rono visibilità, stimolano il target �nale, lo aiutano a scegliere. Non si “vende” sui social (salvo particolari condizioni e strategie dedicate che richiedono approfondimento singolo).

4) E’ necessario dare continuità al “messaggio” promosso anche dal punto di vista

“visivo”. Per questo è consigliabile avere un sito (oppure alcune pagine dedicate) mod-erno, funzionale modulato sulla “visual strategy” concordata.5) Per guadagnare tanti fan è necessario avere una strategia, valorizzare il prodotto/servizio, lanciare una campagna ed avere un buon appeal, anche grazie ad iniziative a premio, eventi, partecipativi, gift (fan gate) ecc.. Serve inoltre coinvolgere i fan già acquisiti e mettere a frutto indirizzi email disponibili (se acquisiti regolarmente) o acquistati presso agenzie di servizio.Si, esistono i “fan a pacchetto” ma non servono a niente, non generano contatti e, soprattutto, non comprano i prodotti del Cliente ;)

6) I canali principali come Facebook, Twitter, Linkedin, Google+, Pinterest, Instagram e Youtube sono quelli più ricchi di utenti italiani. Esistono però canali “secondari” che ci permettono di avere una presenza variegata sul web facilitando le operazioni di divul-gazione. Ad esempio: un catalogo in pdf andrà sul proprio sito tramite Issuu o Slide-share, garantendo visibilità maggiore e producendo risultati utili (secondo i limiti della piattaforma) sia nel motore di ricerca interno al canale social, sia su Google (relativamente, of course).

7) Attraverso una buona strategia che prevede uno studio preliminare del target migliore per il Cliente e la distribuzione online su canali, socials e piattaforme (dove interagiscono di più, come si esprimono, cosa dicono, ecc..); utile anche l‘analisi dei competitors e dei canali che trattano l’argomento chiave (o che si concentrano sul segmento di mercato desiderato) e l’Ascolto dei Social Media.

8) Piani�care una buona strategia signi�ca interagire con gli utenti in modo profession-ale e competente, aggiornando il proprio canale con notizie e contenuti pertinenti, di qualità (sia nel formato testuale che gra�co). Per questo serve una �gura dedicata già formata e competente che sappia cosa scrivere, come scrivere e come rispondere ai “Fan”, utilizzando in modo completo tutte le risorse delle piattaforme sociali.

8 BIS) No. “Tuo cugino” non ha studiato. Non è competente. Non sa come interagire con gli utenti. Non o�re continuità. Non conosce le piattaforme e le loro dinamiche. Magari non scrive bene in italiano e litiga con gli utenti della pagina, bannandoli o cancellando i commenti se hanno espresso una critica.

9) Facebook, le Fan Page ed i canali Social Media non sono una semplice vetrina ma “strumenti” (volano) di comunicazione, vivi e pulsanti. Considerali dei veri e propri “mini-siti” dentro Facebook. Necessari a trasmettere i valori dell’azienda ed a interagire con il target desiderato prima, durante e dopo l’acquisto di un prodotto/servizio, gener-ando la propria “nicchia” di riferimento sulla quale costruire una eventuale “brand-community”. Le Campagne online servono a intercettare il proprio target spingendolo ad entrare in contatto con la nostra realtà (attraverso iniziative, applicazioni, creatività, eventi, ecc..)

15 domande classiche dei clienti (e 15 risposte rapide). [Social Media]

Considera, ad esempio, la tua FanPage come un negozio in strada: se non ti fai conoscere con la pubblicità (e il passa-parola conseguente) chi verrà a cercarti? Ogni campagna può essere orientata sui Fan speci�ci, pubblico ideale per il nostro servizio/prodotto/marchio. Le campagne possono promuovere sia contenuti interni a Facebook sia contenuti esterni ad esso (come il sito stesso del Cliente).

10) Le Applicazioni (da quelle più semplici alle più complesse, che devono tener conto della facilità d’uso da parte degli utenti) ci consentono di migliorare notevolmente l’interazione con il nostro target, o�rendoci l’opportunità di organizzare meglio inizia-tive, partecipativi, gallerie di immagini, elementi multimediali, cataloghi ecc.. Esistono applicazioni di qualsiasi genere in grado di adattarsi ad ogni necessità (inclusa l’assistenza post-acquisto).

11) Google AdWords e Facebook Ads agiscono in sincrono e o�rono potenzialità complemenari ad ogni iniziativa. Per sempli�care: AdWords permette di guadagnare visibilità sull’utente attivo (che lancia una ricerca online) sia sull’utente target impegnato in attività ordinarie (come guard-are un video su Youtube) indirizzandolo verso il nostro sito o una pagina promozi-onale (landing page) allestita in modo speci�co sul prodotto/servizio/messaggio.Ad esempio l’utente che decide di acquistare qualcosa lo cercarà forse su Google o si lascerà “guidare” da banner, video e �nestre propozionali sul web. Facebook Ads ci permette di accrescere rapidamente il numero di “fan” e le inter-azioni con la nostra pagina strutturando campagne dal target preferenziale più “facile” da modulare (rispetto alle necessità richieste da AdWords). Meccanismo analogo su altre piattaforme social che iniziano a proporre campagne advertising anche in Italia.

La scelta delle piattaforme in uso dipende in larga parte dalla strategia, dal com-portamento del Target, dalla tempistica richiesta, dal budget impiegato, dal mo-mento storico, dai competitors diretti, ecc..

12) La piani�cazione generale, gli interventi e l‘organizzazione delle attività pos-sono essere modulate in modo da rendere il Cliente partecipe degli Step opera-tivi. E’ possibile “educare” un operatore interno dell‘azienda a�nchè quest’ultima sia autonoma (o parzialmente autonoma) nelle fasi successive al lancio. L’ operatore istruito, però, non potrà sostituire il professionista (per ovvi motivi - vedi risposta “8 bis”) e dovrà limitarsi ad alcune azioni in linea con la sua preparazione e disponibilità.

13) Il linguaggio visivo del web (Visual Marketing) richiede competenze speci�che e spesso i gra�ci “interni” non sono pronti ad a�ronare la s�da e le tempistiche di un pubblico evoluto e dalle necessità più diverse.

14) Non è obbligatorio ma consigliato. Possiamo fare tutto noi. Se riusciamo ad interagire, però, potremo organizzare un’attività migliore e più e�cace garan-tendo ad ogni canale un �usso di aggiornamenti pertinenti e importanti.Per esempio: se l’azienda lancia un nuovo prodotto, un evento sul territorio oppure una qualsiasi nuova iniziativa noi lo dovremo sapere con un certo anticipo, così da predisporre le iniziative online in modo adeguato.

15) Sia in fase di lancio di una iniziativa, sia nel caso in cui si abbiano dei canali già attivi ci sarà possible espandere il circolo di amicizie in ogni pagina ed il coinvolgi-mento generale grazie ai vostri indirizzi email (che resteranno di vostra proprietà). Trattandosi probabilmente di vostri Clienti che hanno già sono venuti in contatto con i vostri prodotti/servizi potremo sviluppare campagne email performanti accrescendo il numero di relazioni e recuperando anche l’attenzione di utenti ormai “stanchi” dei “soliti messaggi promozionali” oppure “addanbonati” nel corso del tempo dopo altre iniziative (cioè mai più sollecitati dopo il primo contatto).

15 bis) Web e Social Media sono un mondo a parte, virtuale ma collegato alla vita reale da un �lo doppio fatto di scambi e relazioni costanti.Le attività sul web funzionano meglio se hanno un prosieguo concreto al di fuori di esso e viceversa. Mondo reale e web si in�uenzano reciprocamente e in una collaborazione ideale migliorano la sua a�ermazione e l’apprezzamento degli utenti Target.Mettere le icone di Facebook e Twitter sul proprio catalogo/volantino oppure sul poster dietro al bancone NON è un’attività signi�cativa.

Note conclusive: Attenzione ai Clienti: perniciosi, dalle braccine corte, ignoranti o “superstiziosi”(*).Non siate professionisti: perniciosi, super�ciali, ignoranti o “superstiziosi”

(*) Superstizione, nell’era social, possiamo tradurla con alcune frasi chiave pronunciate sia dai Clienti, sia dagli “esperti” che si o�rono a loro:

“Questo canale funziona così. Perchè io lo uso così.”“Mi hanno detto che.....Ho letto che... quindi preferisco fare così... ” “I miei amici dicono che la pagina gestita così è brutta e quindi...”

Ragiona, approfondisci e ricorda bene: quello che conta davvero sono: studi, professionalità di settore, analisi, dati, statistiche, report e così via. Il resto è relativo.

Page 3: 15 domande classiche dei Clienti e 15 risposte rapide

Le domande e le risposte che seguono rappresentano alcuni spunti utili dedicati all’interazione professionista-cliente.Ogni situazione deve essere valutata singolarmente e le “variabili impazzite” che a�rontiamo in ogni progetto possono richiedere risposte di�erenti e un approccio personalizzato.Il “Cliente” considerato in questo documento è idealmente rappresentabile in un’azienda di piccole-medie dimensioni.

1) A cosa servono i “social” 2) Quanto tempo ci vuole perchè una strategia funzioni?3) mi aiutano a vendere di più?4) perchè devo rifarmi il sito (o creare delle landing pages)?5) come faccio ad avere tanti fan (posso comprare “pacchetti fan”)?6) Qual’è il ruolo degli “altri” social, oltre Facebook e Twitter?7) come raggiungo il pubblico ideale8) a cosa serve un piano editoriale (e/o la �gura professionale dedicata)8 bis) “Non può farlo mio cugino?”9) Perchè creare una campagna a pagamento?10) cosa sono le “app” e a che servono?11) Se uso AdWords a cosa serve Facebook Ads (e viceversa)?12) Voglio essere autonomo. Come potete aiutarmi?13) Ho già un mio gra�co all’interno, perchè mi servite voi?14) Dobbiamo proprio interagire?15) A cosa vi servono gli indirizzi email dei miei clienti?15 bis) Fate tutto online? Devo fare qualcosa nel mio negozio?

15 risposte rapide di orientamento1) Servono a comunicare sul web velocemente, con un linguaggio moderno e orientato al pubblico migliore per l’azienda. E’ un nuovo mercato, non basta esserci. Serve interagire, generare coinvolgimento ed essere creativi.

2) Il tempo necessario varia a seconda del tipo di azienda, di prodotto (e del valore REALE e/o PERCEPITO del prodotto), del momento storico e dell’investimento dedicato. Anche la migliore strategia può scontrarsi con problematiche che includono le di�coltà di relazione con il Cliente e la mancanza di contenuti.

3) No. I Social o�rono visibilità, stimolano il target �nale, lo aiutano a scegliere. Non si “vende” sui social (salvo particolari condizioni e strategie dedicate che richiedono approfondimento singolo).

4) E’ necessario dare continuità al “messaggio” promosso anche dal punto di vista

“visivo”. Per questo è consigliabile avere un sito (oppure alcune pagine dedicate) mod-erno, funzionale modulato sulla “visual strategy” concordata.5) Per guadagnare tanti fan è necessario avere una strategia, valorizzare il prodotto/servizio, lanciare una campagna ed avere un buon appeal, anche grazie ad iniziative a premio, eventi, partecipativi, gift (fan gate) ecc.. Serve inoltre coinvolgere i fan già acquisiti e mettere a frutto indirizzi email disponibili (se acquisiti regolarmente) o acquistati presso agenzie di servizio.Si, esistono i “fan a pacchetto” ma non servono a niente, non generano contatti e, soprattutto, non comprano i prodotti del Cliente ;)

6) I canali principali come Facebook, Twitter, Linkedin, Google+, Pinterest, Instagram e Youtube sono quelli più ricchi di utenti italiani. Esistono però canali “secondari” che ci permettono di avere una presenza variegata sul web facilitando le operazioni di divul-gazione. Ad esempio: un catalogo in pdf andrà sul proprio sito tramite Issuu o Slide-share, garantendo visibilità maggiore e producendo risultati utili (secondo i limiti della piattaforma) sia nel motore di ricerca interno al canale social, sia su Google (relativamente, of course).

7) Attraverso una buona strategia che prevede uno studio preliminare del target migliore per il Cliente e la distribuzione online su canali, socials e piattaforme (dove interagiscono di più, come si esprimono, cosa dicono, ecc..); utile anche l‘analisi dei competitors e dei canali che trattano l’argomento chiave (o che si concentrano sul segmento di mercato desiderato) e l’Ascolto dei Social Media.

8) Piani�care una buona strategia signi�ca interagire con gli utenti in modo profession-ale e competente, aggiornando il proprio canale con notizie e contenuti pertinenti, di qualità (sia nel formato testuale che gra�co). Per questo serve una �gura dedicata già formata e competente che sappia cosa scrivere, come scrivere e come rispondere ai “Fan”, utilizzando in modo completo tutte le risorse delle piattaforme sociali.

8 BIS) No. “Tuo cugino” non ha studiato. Non è competente. Non sa come interagire con gli utenti. Non o�re continuità. Non conosce le piattaforme e le loro dinamiche. Magari non scrive bene in italiano e litiga con gli utenti della pagina, bannandoli o cancellando i commenti se hanno espresso una critica.

9) Facebook, le Fan Page ed i canali Social Media non sono una semplice vetrina ma “strumenti” (volano) di comunicazione, vivi e pulsanti. Considerali dei veri e propri “mini-siti” dentro Facebook. Necessari a trasmettere i valori dell’azienda ed a interagire con il target desiderato prima, durante e dopo l’acquisto di un prodotto/servizio, gener-ando la propria “nicchia” di riferimento sulla quale costruire una eventuale “brand-community”. Le Campagne online servono a intercettare il proprio target spingendolo ad entrare in contatto con la nostra realtà (attraverso iniziative, applicazioni, creatività, eventi, ecc..)

15 domande classiche dei clienti (e 15 risposte rapide). [Social Media]Considera, ad esempio, la tua FanPage come un negozio in strada: se non ti fai conoscere con la pubblicità (e il passa-parola conseguente) chi verrà a cercarti? Ogni campagna può essere orientata sui Fan speci�ci, pubblico ideale per il nostro servizio/prodotto/marchio. Le campagne possono promuovere sia contenuti interni a Facebook sia contenuti esterni ad esso (come il sito stesso del Cliente).

10) Le Applicazioni (da quelle più semplici alle più complesse, che devono tener conto della facilità d’uso da parte degli utenti) ci consentono di migliorare notevolmente l’interazione con il nostro target, o�rendoci l’opportunità di organizzare meglio inizia-tive, partecipativi, gallerie di immagini, elementi multimediali, cataloghi ecc.. Esistono applicazioni di qualsiasi genere in grado di adattarsi ad ogni necessità (inclusa l’assistenza post-acquisto).

11) Google AdWords e Facebook Ads agiscono in sincrono e o�rono potenzialità complemenari ad ogni iniziativa. Per sempli�care: AdWords permette di guadagnare visibilità sull’utente attivo (che lancia una ricerca online) sia sull’utente target impegnato in attività ordinarie (come guard-are un video su Youtube) indirizzandolo verso il nostro sito o una pagina promozi-onale (landing page) allestita in modo speci�co sul prodotto/servizio/messaggio.Ad esempio l’utente che decide di acquistare qualcosa lo cercarà forse su Google o si lascerà “guidare” da banner, video e �nestre propozionali sul web. Facebook Ads ci permette di accrescere rapidamente il numero di “fan” e le inter-azioni con la nostra pagina strutturando campagne dal target preferenziale più “facile” da modulare (rispetto alle necessità richieste da AdWords). Meccanismo analogo su altre piattaforme social che iniziano a proporre campagne advertising anche in Italia.

La scelta delle piattaforme in uso dipende in larga parte dalla strategia, dal com-portamento del Target, dalla tempistica richiesta, dal budget impiegato, dal mo-mento storico, dai competitors diretti, ecc..

12) La piani�cazione generale, gli interventi e l‘organizzazione delle attività pos-sono essere modulate in modo da rendere il Cliente partecipe degli Step opera-tivi. E’ possibile “educare” un operatore interno dell‘azienda a�nchè quest’ultima sia autonoma (o parzialmente autonoma) nelle fasi successive al lancio. L’ operatore istruito, però, non potrà sostituire il professionista (per ovvi motivi - vedi risposta “8 bis”) e dovrà limitarsi ad alcune azioni in linea con la sua preparazione e disponibilità.

13) Il linguaggio visivo del web (Visual Marketing) richiede competenze speci�che e spesso i gra�ci “interni” non sono pronti ad a�ronare la s�da e le tempistiche di un pubblico evoluto e dalle necessità più diverse.

14) Non è obbligatorio ma consigliato. Possiamo fare tutto noi. Se riusciamo ad interagire, però, potremo organizzare un’attività migliore e più e�cace garan-tendo ad ogni canale un �usso di aggiornamenti pertinenti e importanti.Per esempio: se l’azienda lancia un nuovo prodotto, un evento sul territorio oppure una qualsiasi nuova iniziativa noi lo dovremo sapere con un certo anticipo, così da predisporre le iniziative online in modo adeguato.

15) Sia in fase di lancio di una iniziativa, sia nel caso in cui si abbiano dei canali già attivi ci sarà possible espandere il circolo di amicizie in ogni pagina ed il coinvolgi-mento generale grazie ai vostri indirizzi email (che resteranno di vostra proprietà). Trattandosi probabilmente di vostri Clienti che hanno già sono venuti in contatto con i vostri prodotti/servizi potremo sviluppare campagne email performanti accrescendo il numero di relazioni e recuperando anche l’attenzione di utenti ormai “stanchi” dei “soliti messaggi promozionali” oppure “addanbonati” nel corso del tempo dopo altre iniziative (cioè mai più sollecitati dopo il primo contatto).

15 bis) Web e Social Media sono un mondo a parte, virtuale ma collegato alla vita reale da un �lo doppio fatto di scambi e relazioni costanti.Le attività sul web funzionano meglio se hanno un prosieguo concreto al di fuori di esso e viceversa. Mondo reale e web si in�uenzano reciprocamente e in una collaborazione ideale migliorano la sua a�ermazione e l’apprezzamento degli utenti Target.Mettere le icone di Facebook e Twitter sul proprio catalogo/volantino oppure sul poster dietro al bancone NON è un’attività signi�cativa.

Note conclusive: Attenzione ai Clienti: perniciosi, dalle braccine corte, ignoranti o “superstiziosi”(*).Non siate professionisti: perniciosi, super�ciali, ignoranti o “superstiziosi”

(*) Superstizione, nell’era social, possiamo tradurla con alcune frasi chiave pronunciate sia dai Clienti, sia dagli “esperti” che si o�rono a loro:

“Questo canale funziona così. Perchè io lo uso così.”“Mi hanno detto che.....Ho letto che... quindi preferisco fare così... ” “I miei amici dicono che la pagina gestita così è brutta e quindi...”

Ragiona, approfondisci e ricorda bene: quello che conta davvero sono: studi, professionalità di settore, analisi, dati, statistiche, report e così via. Il resto è relativo.

Page 4: 15 domande classiche dei Clienti e 15 risposte rapide

Le domande e le risposte che seguono rappresentano alcuni spunti utili dedicati all’interazione professionista-cliente.Ogni situazione deve essere valutata singolarmente e le “variabili impazzite” che a�rontiamo in ogni progetto possono richiedere risposte di�erenti e un approccio personalizzato.Il “Cliente” considerato in questo documento è idealmente rappresentabile in un’azienda di piccole-medie dimensioni.

1) A cosa servono i “social” 2) Quanto tempo ci vuole perchè una strategia funzioni?3) mi aiutano a vendere di più?4) perchè devo rifarmi il sito (o creare delle landing pages)?5) come faccio ad avere tanti fan (posso comprare “pacchetti fan”)?6) Qual’è il ruolo degli “altri” social, oltre Facebook e Twitter?7) come raggiungo il pubblico ideale8) a cosa serve un piano editoriale (e/o la �gura professionale dedicata)8 bis) “Non può farlo mio cugino?”9) Perchè creare una campagna a pagamento?10) cosa sono le “app” e a che servono?11) Se uso AdWords a cosa serve Facebook Ads (e viceversa)?12) Voglio essere autonomo. Come potete aiutarmi?13) Ho già un mio gra�co all’interno, perchè mi servite voi?14) Dobbiamo proprio interagire?15) A cosa vi servono gli indirizzi email dei miei clienti?15 bis) Fate tutto online? Devo fare qualcosa nel mio negozio?

15 risposte rapide di orientamento1) Servono a comunicare sul web velocemente, con un linguaggio moderno e orientato al pubblico migliore per l’azienda. E’ un nuovo mercato, non basta esserci. Serve interagire, generare coinvolgimento ed essere creativi.

2) Il tempo necessario varia a seconda del tipo di azienda, di prodotto (e del valore REALE e/o PERCEPITO del prodotto), del momento storico e dell’investimento dedicato. Anche la migliore strategia può scontrarsi con problematiche che includono le di�coltà di relazione con il Cliente e la mancanza di contenuti.

3) No. I Social o�rono visibilità, stimolano il target �nale, lo aiutano a scegliere. Non si “vende” sui social (salvo particolari condizioni e strategie dedicate che richiedono approfondimento singolo).

4) E’ necessario dare continuità al “messaggio” promosso anche dal punto di vista

“visivo”. Per questo è consigliabile avere un sito (oppure alcune pagine dedicate) mod-erno, funzionale modulato sulla “visual strategy” concordata.5) Per guadagnare tanti fan è necessario avere una strategia, valorizzare il prodotto/servizio, lanciare una campagna ed avere un buon appeal, anche grazie ad iniziative a premio, eventi, partecipativi, gift (fan gate) ecc.. Serve inoltre coinvolgere i fan già acquisiti e mettere a frutto indirizzi email disponibili (se acquisiti regolarmente) o acquistati presso agenzie di servizio.Si, esistono i “fan a pacchetto” ma non servono a niente, non generano contatti e, soprattutto, non comprano i prodotti del Cliente ;)

6) I canali principali come Facebook, Twitter, Linkedin, Google+, Pinterest, Instagram e Youtube sono quelli più ricchi di utenti italiani. Esistono però canali “secondari” che ci permettono di avere una presenza variegata sul web facilitando le operazioni di divul-gazione. Ad esempio: un catalogo in pdf andrà sul proprio sito tramite Issuu o Slide-share, garantendo visibilità maggiore e producendo risultati utili (secondo i limiti della piattaforma) sia nel motore di ricerca interno al canale social, sia su Google (relativamente, of course).

7) Attraverso una buona strategia che prevede uno studio preliminare del target migliore per il Cliente e la distribuzione online su canali, socials e piattaforme (dove interagiscono di più, come si esprimono, cosa dicono, ecc..); utile anche l‘analisi dei competitors e dei canali che trattano l’argomento chiave (o che si concentrano sul segmento di mercato desiderato) e l’Ascolto dei Social Media.

8) Piani�care una buona strategia signi�ca interagire con gli utenti in modo profession-ale e competente, aggiornando il proprio canale con notizie e contenuti pertinenti, di qualità (sia nel formato testuale che gra�co). Per questo serve una �gura dedicata già formata e competente che sappia cosa scrivere, come scrivere e come rispondere ai “Fan”, utilizzando in modo completo tutte le risorse delle piattaforme sociali.

8 BIS) No. “Tuo cugino” non ha studiato. Non è competente. Non sa come interagire con gli utenti. Non o�re continuità. Non conosce le piattaforme e le loro dinamiche. Magari non scrive bene in italiano e litiga con gli utenti della pagina, bannandoli o cancellando i commenti se hanno espresso una critica.

9) Facebook, le Fan Page ed i canali Social Media non sono una semplice vetrina ma “strumenti” (volano) di comunicazione, vivi e pulsanti. Considerali dei veri e propri “mini-siti” dentro Facebook. Necessari a trasmettere i valori dell’azienda ed a interagire con il target desiderato prima, durante e dopo l’acquisto di un prodotto/servizio, gener-ando la propria “nicchia” di riferimento sulla quale costruire una eventuale “brand-community”. Le Campagne online servono a intercettare il proprio target spingendolo ad entrare in contatto con la nostra realtà (attraverso iniziative, applicazioni, creatività, eventi, ecc..)

15 domande classiche dei clienti (e 15 risposte rapide). [Social Media]

Considera, ad esempio, la tua FanPage come un negozio in strada: se non ti fai conoscere con la pubblicità (e il passa-parola conseguente) chi verrà a cercarti? Ogni campagna può essere orientata sui Fan speci�ci, pubblico ideale per il nostro servizio/prodotto/marchio. Le campagne possono promuovere sia contenuti interni a Facebook sia contenuti esterni ad esso (come il sito stesso del Cliente).

10) Le Applicazioni (da quelle più semplici alle più complesse, che devono tener conto della facilità d’uso da parte degli utenti) ci consentono di migliorare notevolmente l’interazione con il nostro target, o�rendoci l’opportunità di organizzare meglio inizia-tive, partecipativi, gallerie di immagini, elementi multimediali, cataloghi ecc.. Esistono applicazioni di qualsiasi genere in grado di adattarsi ad ogni necessità (inclusa l’assistenza post-acquisto).

11) Google AdWords e Facebook Ads agiscono in sincrono e o�rono potenzialità complemenari ad ogni iniziativa. Per sempli�care: AdWords permette di guadagnare visibilità sull’utente attivo (che lancia una ricerca online) sia sull’utente target impegnato in attività ordinarie (come guard-are un video su Youtube) indirizzandolo verso il nostro sito o una pagina promozi-onale (landing page) allestita in modo speci�co sul prodotto/servizio/messaggio.Ad esempio l’utente che decide di acquistare qualcosa lo cercarà forse su Google o si lascerà “guidare” da banner, video e �nestre propozionali sul web. Facebook Ads ci permette di accrescere rapidamente il numero di “fan” e le inter-azioni con la nostra pagina strutturando campagne dal target preferenziale più “facile” da modulare (rispetto alle necessità richieste da AdWords). Meccanismo analogo su altre piattaforme social che iniziano a proporre campagne advertising anche in Italia.

La scelta delle piattaforme in uso dipende in larga parte dalla strategia, dal com-portamento del Target, dalla tempistica richiesta, dal budget impiegato, dal mo-mento storico, dai competitors diretti, ecc..

12) La piani�cazione generale, gli interventi e l‘organizzazione delle attività pos-sono essere modulate in modo da rendere il Cliente partecipe degli Step opera-tivi. E’ possibile “educare” un operatore interno dell‘azienda a�nchè quest’ultima sia autonoma (o parzialmente autonoma) nelle fasi successive al lancio. L’ operatore istruito, però, non potrà sostituire il professionista (per ovvi motivi - vedi risposta “8 bis”) e dovrà limitarsi ad alcune azioni in linea con la sua preparazione e disponibilità.

13) Il linguaggio visivo del web (Visual Marketing) richiede competenze speci�che e spesso i gra�ci “interni” non sono pronti ad a�ronare la s�da e le tempistiche di un pubblico evoluto e dalle necessità più diverse.

14) Non è obbligatorio ma consigliato. Possiamo fare tutto noi. Se riusciamo ad interagire, però, potremo organizzare un’attività migliore e più e�cace garan-tendo ad ogni canale un �usso di aggiornamenti pertinenti e importanti.Per esempio: se l’azienda lancia un nuovo prodotto, un evento sul territorio oppure una qualsiasi nuova iniziativa noi lo dovremo sapere con un certo anticipo, così da predisporre le iniziative online in modo adeguato.

15) Sia in fase di lancio di una iniziativa, sia nel caso in cui si abbiano dei canali già attivi ci sarà possible espandere il circolo di amicizie in ogni pagina ed il coinvolgi-mento generale grazie ai vostri indirizzi email (che resteranno di vostra proprietà). Trattandosi probabilmente di vostri Clienti che hanno già sono venuti in contatto con i vostri prodotti/servizi potremo sviluppare campagne email performanti accrescendo il numero di relazioni e recuperando anche l’attenzione di utenti ormai “stanchi” dei “soliti messaggi promozionali” oppure “addanbonati” nel corso del tempo dopo altre iniziative (cioè mai più sollecitati dopo il primo contatto).

15 bis) Web e Social Media sono un mondo a parte, virtuale ma collegato alla vita reale da un �lo doppio fatto di scambi e relazioni costanti.Le attività sul web funzionano meglio se hanno un prosieguo concreto al di fuori di esso e viceversa. Mondo reale e web si in�uenzano reciprocamente e in una collaborazione ideale migliorano la sua a�ermazione e l’apprezzamento degli utenti Target.Mettere le icone di Facebook e Twitter sul proprio catalogo/volantino oppure sul poster dietro al bancone NON è un’attività signi�cativa.

Note conclusive: Attenzione ai Clienti: perniciosi, dalle braccine corte, ignoranti o “superstiziosi”(*).Non siate professionisti: perniciosi, super�ciali, ignoranti o “superstiziosi”

(*) Superstizione, nell’era social, possiamo tradurla con alcune frasi chiave pronunciate sia dai Clienti, sia dagli “esperti” che si o�rono a loro:

“Questo canale funziona così. Perchè io lo uso così.”“Mi hanno detto che.....Ho letto che... quindi preferisco fare così... ” “I miei amici dicono che la pagina gestita così è brutta e quindi...”

Ragiona, approfondisci e ricorda bene: quello che conta davvero sono: studi, professionalità di settore, analisi, dati, statistiche, report e così via. Il resto è relativo.