15. Beati i poveri in spirito - SEI IdR - Insegnanti di...

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1 I valori cristiani nelle Beatitudini — Povertà e umiltà— 15. Beati i poveri in spirito 15. Beati i poveri in spirito Associa al concetto di umiltà le idee che ti vengono in mente. Vangelo di Matteo 5,3 Umiltà ....................................................... ....................................................... ....................................................... ....................................................... ....................................................... ....................................................... “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. I poveri in spirito sono le persone umili, quelli che hanno l’animo del povero anzi del mendi- cante che vive di ciò che l’altro gli offre. Il povero in spirito non confida nelle ambizioni, nei beni materiali, nei valori falsi o esasperati che rendono l’uomo schiavo. Si riconosce creatura dipendente da Dio in quanto sa di aver rice- vuto gratuitamente tutto ciò che ha. Da questo atteggiamento nascono la fede, la gratitudine per i doni ricevuti, la volontà di condividerli e la disponi- bilità a mettersi a servizio dei fratelli. L’umiltà è la beatitudine da cui derivano tutte le altre ed è anche la prima caratteristica dell’amore: chi ama infatti vuole il bene dell’amato e si mette al suo servizio. Beato significa “mi congratulo con voi, siete nel giusto”. La beatitudine delle persone umili Il termine presente nel testo originale greco corrisponde a un particolare tipo di povero, il “mendicante”. La dipendenza da qualcun altro è la condi- zione tipica dell’essere umano. Nessuno infatti si è dato la vita: ciascuno l’ha ricevuta in dono da Dio. Questo è molto significativo in una società come la nostra, in cui sembra che tutto si possa acquistare col denaro e in cui l’impor- tante è possedere. I poveri in spirito, quindi, non sono i poveri che vorrebbero essere ricchi, ma quelli che hanno capito il significato profondo della povertà. (Adattamento da L. Accattoli - S. Fausti, Beatitudini per i giovani, In dialogo, Milano 2004, pp. 18-21( I poveri in spirito Il regno del Padre è la fraternità tra i figli. E’ il regno dello Spirito, il cui frutto è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e libertà (Gal 5,22). Realizzazione di ogni promessa di Dio e di ogni desiderio dell’uomo, è la fine di ogni schiavitù, egoismo, tristezza, guerra, inquietudine, malevo- lenza, infedeltà, durezza, schiavitù. (S. Fausti, Una comunità legge il vangelo di Matteo I, EDB, Bologna 1998, p. 94) Il Regno dei Cieli

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1I valori cristiani nelle Beatitudini — Povertà e umiltà— 15. Beati i poveri in spirito

15. Beati i poveri in spirito

Associa al concetto di umiltà le idee che ti vengono in mente. Vangelo di Matteo 5,3

Umiltà

....................................................... ....................................................... .......................................................

....................................................... ....................................................... .......................................................

“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. I poveri in spirito sono le persone umili, quelli che hanno l’animo del povero anzi del mendi-cante che vive di ciò che l’altro gli offre. Il povero in spirito non confida nelle ambizioni, nei beni materiali, nei valori falsi o esasperati che rendono l’uomo schiavo. Si riconosce creatura dipendente da Dio in quanto sa di aver rice-vuto gratuitamente tutto ciò che ha. Da questo atteggiamento nascono la fede, la gratitudine per i doni ricevuti, la volontà di condividerli e la disponi-bilità a mettersi a servizio dei fratelli. L’umiltà è la beatitudine da cui derivano tutte le altre ed è anche la prima caratteristica dell’amore: chi ama infatti vuole il bene dell’amato e si mette al suo servizio.Beato significa “mi congratulo con voi, siete nel giusto”.

La beatitudine delle persone umili

Il termine presente nel testo originale greco corrisponde a un particolare tipo di povero, il “mendicante”. La dipendenza da qualcun altro è la condi-zione tipica dell’essere umano. Nessuno infatti si è dato la vita: ciascuno l’ha ricevuta in dono da Dio. Questo è molto significativo in una società come la nostra, in cui sembra che tutto si possa acquistare col denaro e in cui l’impor-tante è possedere. I poveri in spirito, quindi, non sono i poveri che vorrebbero essere ricchi, ma quelli che hanno capito il significato profondo della povertà.

(Adattamento da L. Accattoli - S. Fausti, Beatitudini per i giovani, In dialogo, Milano 2004, pp. 18-21(

I poveri in spirito

Il regno del Padre è la fraternità tra i figli. E’ il regno dello Spirito, il cui frutto è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e libertà (Gal 5,22). Realizzazione di ogni promessa di Dio e di ogni desiderio dell’uomo, è la fine di ogni schiavitù, egoismo, tristezza, guerra, inquietudine, malevo-lenza, infedeltà, durezza, schiavitù.

(S. Fausti, Una comunità legge il vangelo di Matteo I, EDB, Bologna 1998, p. 94)

Il Regno dei Cieli

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2 I valori cristiani nelle Beatitudini — Povertà e umiltà — 15. Beati i poveri in spirito

“A me sembra che l’anima cristiana, la quale aspiri intensamente al Regno di Dio, si conforma a immagine di esso e vi adegua il suo comportamento, a cominciare dalle relazioni col prossimo. Non è un gioco di parole affermare che essa realizza, sia pure in misura minima, il Regno. [...] I cristiani che, fin da oggi, vivono coraggiosamente secondo quello spirito, in realtà lo anticipano. E nella nostra preghiera quotidiana rimane l’invocazione: Venga il tuo Regno.”

(I. Silone, L’avventura d’un povero cristiano, Mondadori, Milano 1968, p. 169)

Il cristiano vive già ora nel Regno dei Cieli

1. Condividono i propri beni con chi non ne ha.Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. (Lc 19,8)

2. ...............................................................................................Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (Mt 10,8)

Disse poi a colui che l’aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, cie-chi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risur-rezione dei giusti”. (Lc 14,12-14)

3. ...............................................................................................Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubbli-cano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”. (Lc 18,9-14)

4. ...............................................................................................Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occu-pare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando

Associa ad ogni passo biblico una delle caratteristiche dei poveri in spirito elencate di seguito:

A. Hanno l’animo del mendicante: vivono di ciò che l’altro gli dà. B. Non confidano nei beni materiali.C. Hanno fede in Dio, come il bambino ha fiducia nel proprio genitore. D. Accolgono la vita come un dono e fanno il bene in modo gratuito, senza aspettarsi nulla in cambio. E. Condividono i propri beni con chi non ne ha.F. Si mettono al servizio dei fratelli.G. Non si mettono in mostra e non sono superbi. H. Riconoscono la propria fragilità e il proprio peccato.

Riflessione

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3I valori cristiani nelle Beatitudini — Povertà e umiltà— 15. Beati i poveri in spirito

viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. (Lc 14,7-11)

5. ...............................................................................................C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. (Lc 16,19-21)

6. ...............................................................................................Ma Gesù li chiamò a sé e disse: “Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro ser-vitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. (Mt 20,25-28)

7. ...............................................................................................Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. (Mt 6,9-10)

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?”. Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. (Mt 18,1-4)

8. ...............................................................................................Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. (Mt 6,19-21)

Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. (Mt 6,24)

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4 I valori cristiani nelle Beatitudini — Povertà e umiltà — 15. Beati i poveri in spirito

Il povero in spirito calpesta gli idoli, ama Cristo e si dona totalmente agli altri. Di seguito è rappresentata “La Carità” di Giotto, che si trova nella Cappella degli Scrovegni a Padova.Completa il testo seguente usando queste parole.

L’allegoria della Carità di Giotto

La Carità è una radiosa figura femminile: con la sinistra offre il suo cuore

a Cristo, che appare nell’angolo in alto e lo ................ con ambo le mani,

mentre nella destra regge un ................ che contiene spighe di grano, boc-

cioli di rose, melagrane aperte e chiuse, fiori di melograno, una castagna

con il suo riccio e una noce, tutti ................ della Passione e morte di ...........

L’offerta del suo cuore è dunque il gesto con cui la Carità ricambia il sacri-

ficio d’.......... di Cristo. Ai suoi piedi giacciono i sacchetti di ............, ancora

chiusi, a simboleggiare la ................ dell’amore sulla cupidigia, e dunque sul

nemico mortale dell’........... Nel nimbo trasparente che ne circonda il capo,

acconciato con una corona di boccioli di rose (evocazione di quella di spine

del Signore), ardono ................ dell’amore. Nella didascalia si legge:

“Quest’immagine della Carità mostra i diversi aspetti della sua natura:

.......... di buon grado il suo cuore in segreto a Gesù. Osserva questa regola,

mettendo sotto una luce vana i difetti della condizione umana. Dona tutto

a .......... con mano generosa e con speciale premura”.

(Adattamento da G. Pisani, I volti segreti di Giotto, Rizzoli, Milano 2008, pp. 172-173 C. Frugoni, Gli affreschi della Cappella Scrovegni a Padova, Einaudi, Torino 2005, p. 94)

Amore Fiammelle Cuore

Vittoria Accoglie Dona

Gesù Tutti Canestro

Uomo Simboli Denaro

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5I valori cristiani nelle Beatitudini — Povertà e umiltà— 15. Beati i poveri in spirito

Ad esempio a me piace il sud (1974) - Rino Gaetano

Ad esempio a me piace la stradacol verde bruciato magari sul tardimacchie più scure senza rugiadacoi fichi d’India e le spine dei cardi.Ad esempio a me piace vederela donna nel nero del lutto di sempresulla sua soglia tutte le sereche aspetta il marito che torna dai campi.Ma come fare non soSì devo dirlo ma a chise mai qualcuno capiràsarà senz’altro un altro come me.

Ad esempio a me piace rubarele pere mature sui rami se ho famema quando bevo sono pronto a pagarel’acqua, che in quella terra è più del pane.Camminare con quel contadinoche forse fa la stessa mia stradaparlare dell’uva, parlare del vinoche ancora è un lusso per lui che lo fa.Ma come fare non sosì devo dirlo ma a chise mai qualcuno capiràsarà senz’altro un altro come me.

Ad esempio a me piace per giocotirar dei calci ad una zolla di terrapassarla a dei bimbi che intorno al fuococantano giocano e fanno la guerra.Poi mi piace scoprire lontanoil mare se il cielo è all’imbrunireseguire la luce di alcune lamparee raggiunta la spiaggia mi piace dormire.Ma come fare non sosì devo dirlo ma a chise mai qualcuno capiràsarà senz’altro un altro come me.Ma come fare non sosì devo dirlo ma a chise mai qualcuno capiràsarà senz’altro un altro come me.

Rino Gaetano nasce a Crotone nel 1950 in un contesto sociale e familiare molto umile. A dieci anni si trasferisce a Roma con la sua famiglia, ma rimane per sempre legato alla sua Calabria, da lui tanto amata. In questo brano da una parte denuncia la dura realtà del Sud (“l’acqua, che in quella terra è più del pane”) e le disuguaglianze sociali (“il vino che ancora è un lusso per lui che lo fa”); dall’altra esalta la bellezza di quei luoghi (“la terra, il mare...”) e delle antiche tradizioni ancora ben conservate (“la donna nel nero del lutto di sempre”). Ma la canzone esprime anche il desiderio urgente di condividere con gli altri i valori più autentici che il mondo contadino da cui proviene gli ha trasmesso.

1. Qual è l’ideale di vita di cui Rino Gaetano parla in questa canzone?

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2. Secondo te, che cosa vuole dire Rino con le parole: “Ma come fare non so - sì devo dirlo ma a chi - se mai qualcuno capirà - sarà senz’altro un altro come me”?A. Probabilmente nessuno è in grado di capire questo invito a vivere in modo più genuino.B. Rino non dice chiaramente quello che pensa per paura di essere preso per un ingenuo.C. Rino sa bene che purtroppo la società è attratta più dal consumismo che dagli ideali di povertà e semplicità.D. Il cantante non ha ancora deciso come e dove vivere.

3. Questo testo, secondo te, è ancora attuale?

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6 I valori cristiani nelle Beatitudini — Povertà e umiltà — 15. Beati i poveri in spirito

Riflessione1 E2 D3 H4 G5 A6 F7 C8 B

L’allegoria della carità di GiottoLe parole, nell’ordine, sono: cuore, accoglie, canestro, simboli, Gesù, amore, denaro, vittoria, uomo, fiammelle, dona, tutti.

“Ad esempio a me piace il sud”2 C

Per l’insegnanteRiferimenti bibliograficiSui poveri in spiritoL. Accattoli - S. Fausti, Beatitudini per i giovani, In dialogo, Milano 2004.R. Cantalamessa, Le beatitudini evangeliche. Otto gradini verso la felicità, San Paolo, Cinisello Balsamo 2008.S. Fausti, Una comunità legge il vangelo di Matteo I, EDB, Bologna 1998.G. Giavini, Ma io vi dico, Ancora, Milano 1993.A. Maggi, Gesù ebreo per parte di madre. Il Cristo di Matteo, Cittadella, Assisi 2006.C. M. Martini, Le beatitudini, In dialogo, Milano 1990.C. M. Martini, Il discorso della montagna. Meditazioni, Mondadori, Milano 2006.A. Poppi, I quattro vangeli. Volume II. Commento sinottico, Messaggero, Padova 2006.Su Rino GaetanoD. Salvatori, Il grande dizionario della canzone italiana, Rizzoli, Milano 2006, p. 33.A. del Curatolo, Se mai qualcuno capirà Rino Gaetano, Selene Edizioni, Milano 2003, pp. 75-80.S. D’Ortenzi, Rare tracce. Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana, Roma 2007, pp. 31-34.E. Di Marco, Rino Gaetano live, Nuovi Equilibri, Viterbo 2001, pp. 38-40.Su Giotto, Allegoria della caritàG. Pisani, I volti segreti di Giotto, Rizzoli, Milano 2008, pp. 171-173.C. Frugoni, Gli affreschi della Cappella Scrovegni a Padova, Einaudi, Torino 2005, p. 94-95.