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| 200 | 121-122 | Basilicata Regione Notizie Antonio Capano, Anna D’Andretta La fruizione del mondo dei beni culturali da parte delle persone con limitazioni cognitive medio - gravi ha rappresentato una sfida sia perché, da una ricerca effettuata tramite internet sui musei archeologici italiani, nessuna iniziativa è emersa rispetto a queste patologie, mentre azioni particolari sono dedicate, an- che da tempo, ai disabili sensoriali e a quelli motori. Una recente esperienza com- piuta presso il Museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri ha consentito di approfondire la conoscenza di un importante spazio culturale per sperimentare nuove attività estemporanee. È stata un’occasione, altresì, per far conoscere le potenzialità e le opportunità, adeguatamente “liberate”, di chi vive e si esprime in modo “diverso”, permettendo la trasmissione di emozioni in modo autentico e non mediato, così come avviene in chi, attraverso le capacità razionali, ne esercita il controllo |1|. Nell’ambito dell’iniziativa denominata “Didattica e non solo”, si sono svolte esperienze didattiche per la conoscenza basate su vissuti emotivi dei singoli, da decifrare. Con i rappresentanti dell’associazione e cooperativa “Verso la luce” di Grumento Nova, con l’ausilio del restauratore e degli operatori del servizio edu- cativo, il direttore del museo e l’assistente sociale hanno elaborato una scheda sperimentale per raccogliere e valutare le fasi dell’esperienza didattica, tattile, visiva ed emotiva in modo da acquisire i dati sulla partecipazione dei diversa- mente abili all’esperienza sui beni culturali ed archeologici. Si è proceduto all’allestimento di una mostra di disegni colorati dai giovani disa- bili riproducenti vasi dell’età del Bronzo (Paterno e Moliterno) e di epoca lucana La fruizione del mondo dei beni culturali da parte di persone con limitazioni cognitive. Un interessante percorso di integrazione sociale di chi vive ed esprime in modo “diverso” le proprie emozioni Disabilità e Beni Culturali: un’esperienza presso il Museo Archeologico dell’Alta Val D’Agri

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Antonio Capano, Anna D’Andretta

La fruizione del mondo dei beni culturali da parte delle persone con limitazioni cognitive medio - gravi ha rappresentato una sfida sia perché, da una ricerca effettuata tramite internet sui musei archeologici italiani, nessuna iniziativa è emersa rispetto a queste patologie, mentre azioni particolari sono dedicate, an-che da tempo, ai disabili sensoriali e a quelli motori. Una recente esperienza com-piuta presso il Museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri ha consentito di approfondire la conoscenza di un importante spazio culturale per sperimentare nuove attività estemporanee. È stata un’occasione, altresì, per far conoscere le potenzialità e le opportunità, adeguatamente “liberate”, di chi vive e si esprime in modo “diverso”, permettendo la trasmissione di emozioni in modo autentico e non mediato, così come avviene in chi, attraverso le capacità razionali, ne esercita il controllo |1|.Nell’ambito dell’iniziativa denominata “Didattica e non solo”, si sono svolte esperienze didattiche per la conoscenza basate su vissuti emotivi dei singoli, da decifrare. Con i rappresentanti dell’associazione e cooperativa “Verso la luce” di Grumento Nova, con l’ausilio del restauratore e degli operatori del servizio edu-cativo, il direttore del museo e l’assistente sociale hanno elaborato una scheda sperimentale per raccogliere e valutare le fasi dell’esperienza didattica, tattile, visiva ed emotiva in modo da acquisire i dati sulla partecipazione dei diversa-mente abili all’esperienza sui beni culturali ed archeologici.Si è proceduto all’allestimento di una mostra di disegni colorati dai giovani disa-bili riproducenti vasi dell’età del Bronzo (Paterno e Moliterno) e di epoca lucana

La fruizione del mondo dei beni culturali da parte di persone con limitazioni cognitive. Un interessante percorso di integrazione sociale di chi vive ed esprime in modo “diverso” le proprie emozioni

Disabilità e Beni Culturali: un’esperienzapresso il Museo Archeologico dell’Alta Val D’Agri

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con i loro motivi decorativi (Montemurro), sculture presenti nel museo, come la nota testa di Livia, e oggetti artigianali realizzati dai ragazzi con la tecnica del decoupage e con la guida degli operatori. I giovani disabili si sono esibiti, inoltre, in balli e canti con l’accompagnamento musicale del maestro Francesco Carlomagno. La visita guidata al museo è stata curata, invece, dal responsabile locale del servizio educativo, avvalendosi di linguaggio semplice e accessibile ai visitatori “speciali”.I giovani hanno svolto, inoltre, la colorazione estemporanea di disegni riguar-danti il mosaico di epoca romana rinvenuto in località Maiorano di Viggiano. L’illustrazione di alcuni reperti e delle relative tecniche di restauro, curata dal restauratore del museo, ha permesso agli stessi giovani una esperienza diretta, visiva e tattile del materiale archeologico.

Nella pagina accanto:esposizione di pannelli

In questa pagina

Sopra:ragazzi che illustrano i pannelli

A destra:esposizione di pannelli

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I percorsi didattici, e non solo, compiuti dai diversamente abili, hanno consen-tito di approntare una scheda sperimentale di osservazione legata all’impatto emotivo dei giovani e alle loro patologie, curata dall’assistente sociale, dalla coordinatrice del Centro e dal direttore del museo. Si è pervenuti così alla reda-zione di due schede sperimentali, una individuale e una sinottica. La prima rac-coglie i dati relativi ai singoli partecipanti e alle loro disabilità e si avvale di un linguaggio non pienamente scientifico per aderire al loro spontaneo repertorio linguistico. È stata divisa in tre sezioni: reperti archeologici, osservati attraverso la sensazione tattile e visiva; ballo e canto, espressi con sensazioni e associazioni libere (colori).Va precisato che le sensazioni potevano essere espresse con linguaggi verbali e/o analogici e che le stesse sono state inserite in una scala di valutazione da 0 a 5, dal negativo al positivo, in relazione alle valutazioni espresse dai giovani con aggettivi e sostantivi in grado di valutarne l’espressione e la codifica.I giovani disabili che frequentano il centro diurno “Verso la luce” erano 19: 7 uomini e 12 donne di età compresa tra 17 e 39 anni. La scolarizzazione di questi è circoscritta prevalentemente a quella dell’obbligo, ma il livello di istruzione è basso; soltanto due (uno con ritardo lieve e uno affetto dalla patologia “trisomia 21”) hanno frequentato la scuola secondaria di secondo grado.Alla manifestazione hanno partecipato 17 unità (6 uomini e 11 donne), di cui 5 affetti da “trisomia 21”; due da autismo; tre da ritardo mentale lieve; due da sin-drome di West; quattro da ritardo mentale medio - grave. Quanto alla partecipa-zione dei disabili, si sottolinea che essi hanno manifestato interesse, entusiasmo e soddisfazione. I loro sorrisi ed i loro sguardi gioiosi hanno colpito noi tutti. È importante evidenziare anche che questi giovani sono abituati ad esprimere li-beramente le loro emozioni e ciò è immediatamente visibile a chiunque. Quando la razionalità non domina i comportamenti, le emozioni sono sempre trasparenti. Le emozioni sono, infatti, la risultante di un processo e di una esperienza che non sono omogenei, ma patrimonio di tutti e sono ciò che dà “sapore e significato all’esistenza”. Comunicare con le persone con limitazioni, ed in particolare con quelle che presentano deficit cognitivi, richiede la capacità di cogliere e di entra-re nel mondo delle emozioni. I giovani hanno partecipato e si sono sentiti liberi, grazie alla disponibilità e alla competenza del personale del museo: dall’acco-glienza al saluto finale. Le relazioni con le persone con limitazioni si costruiscono a partire dalle emozioni; dopo si può “tirar fuori” il loro essere e operare con le loro capacità individuali.L’attività con numero ridotto di partecipanti è stata quella di quanti hanno co-lorato in modo estemporaneo parti di un mosaico di epoca romana. Sette di loro (due con ritardo mentale lieve, due medio grave e tre con “trisomia 21”) hanno potuto fruire di questa esperienza, che è stata forse la più emozionante: ciascuno davanti al proprio disegno da colorare, completamente coinvolto nell’impegno assunto, si è espresso tanto liberamente da annullare il tempo che scorreva, le voci e gli sguardi di chi li osservava. Tutti hanno compilato la scheda individuale, ciascuno con le proprie capacità e possibilità.È opportuno evidenziare, inoltre, che, nonostante il linguaggio usato fosse a loro noto, la maggior parte ha incontrato difficoltà nell’esprimere una sola sensazio-ne, mentre tutti con facilità hanno espresso il colore che associavano al canto e al ballo; e su tutti i volti si è letto interesse e soddisfazione.Dalle schede di sintesi, relative alle sensazioni visive e tattili, emerge che nella prima sezione dedicata all’osservazione dei reperti archeologici, suddivisi in due gruppi (a – vaso verniciato, vaso acromo, vaso prodotto senza uso del tornio,

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In alto:esperienza tattile sotto la guidadel restauratore del Museo

Sopra:ragazzi che si esibiscono nella danza

A destra:i ragazzi e la musica con un’arpa irlandese

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In alto a sinista:disegni di decorazioni musive

In alto a destra:mosaico

Sopra e a desta:ragazzi intenti a disegnare un mosaico

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vaso realizzato con il tornio; b – scultura architettonica, epigrafe latina, vaso in metallo decorato: bacino in bronzo), quindici di loro hanno dato per le sensazioni visive una valutazione positiva, corrispondente ai giudizi “bello” e “interessante”, mentre per la sensazione tattile, altri quindici hanno espresso una sensazione completamente diversa da quella visiva, distinguendo anche due tipologie di reperti. Soltanto tre non sono riusciti a qualificare sul piano tattile entrambi i gruppi. Per quanto concerne il primo gruppo di reperti è prevalsa una sensazione di “non qualificato” (8 su 15), mentre per il secondo gruppo sono state prepon-deranti sensazioni oggettive (“ruvido” 6 su 15) e soggettive (“piacevole” 5 su 15); solo 4 su 15 ragazzi hanno espresso la sensazione di “non qualificato”.Le persone con sindrome di Down hanno incontrato difficoltà ad esprimere una sensazione tattile. Quelle con ritardo lieve non hanno mostrato alcuna difficoltà. I giovani con ritardo medio – grave (in tutto 8) comprendono anche due autistici e due con sindrome di West. Soltanto due si sono rifiutati di sperimentarsi (uno autistico e uno con sindrome di West, che ha manifestato paura). I dati emersi richiedono comunque un ulteriore verifica in quanto il ritardo medio – grave necessita di tempo e di ripetizione dell’esperienza per acquisire validità ed at-tendibilità. La persona affetta da tetraparesi per difficoltà oggettive ovviamente non ha potuto esprimere la sensazione tattile. Nella seconda sezione, corrispondente al ballo, soltanto 2 su 17 non hanno rispo-sto: la persona tetraplegica e un autistico, ma non quello che si è rifiutato nella sezione relativa ai reperti. Le sensazioni espresse sono state prevalentemente di “piacere” (7 su 15), “divertimento” (4 su 15), “felicità” (2 su 15), “vergogna” (1 su 15), “indifferenza” (1 su 15). Le persone affette da “trisomia 21” hanno evidenziato la loro vivacità, l’interesse verso il ballo e soprattutto la propria li-bertà di movimento, tanto da dichiarare, fra l’altro, di non sentire sensazione di vergogna.I giovani con ritardo lieve hanno espresso sensazioni eterogenee, corrispondenti anche alle caratteristiche personali.Tra le otto persone con ritardo medio - grave 6 (compresi quelle affette da sin-drome di West) hanno espresso, in ordine decrescente, sensazioni di “piacere”, “divertimento” e “felicità”; un autistico si è rifiutato e ciò ha riflesso la sua effet-tiva “chiusura solipsistica”; mentre l’altro ha mostrato “disinteresse”.Quanto all’associazione libera v’è da osservare che la scelta è ricaduta sui colori, giacché tutti i giovani disabili li riconoscono e li usano abitualmente nella pit-tura. Non è possibile ricondurre alle diverse patologie la scelta dei colori, ma ad una preferenza individuale. Ciò conferma che, prima di considerare la disabilità, occorre tener presente la specificità individuale: la sensibilità e l’interesse, in questo caso, verso il ballo.Nella terza sezione, corrispondente al canto, hanno risposto tutti, ad eccezione di una persona. Le sensazioni espresse sono state di “piacere”, “felicità”, “diverti-mento”, “vergogna”, “indifferenza”, ma la maggior parte (11 su 17) ha privilegiato quella di “piacere” e di “felicità”. Le persone con “trisomia 21” hanno dimostrato prevalentemente una sensazione di “piacere” e di “felicità” verso il canto. Quelle affette da ritardo lieve, ad eccezione di una che ha evidenziato “indifferenza”, hanno provato “felicità”. Tra le due persone affette da autismo, invece, solo una ha manifestato “indifferenza”. Dodici giovani con sindrome di West si sono esibiti con gioia anche nel canto. La persona affetta da tetraparesi ha manifestato con grande soddisfazione di vivere una sensazione di “piacere”. Le persone con ritardo medio – grave hanno dichiarato sensazioni eterogenee.Relativamente alla libera associazione dei giovani, la scelta è ricaduta nuova-

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mente sul colore, ma questa volta ha dominato il rosso (8 su 17), seguito dal blu (3 su 17) e dal giallo (2 su 17). Anche in questo caso la scelta dei colori è risul-tata riconducibile alle singole persone. Soltanto nel gruppo dei ragazzi affetti da patologia Down si è rilevata la predominanza del rosso (4 su 5). Il numero delle persone con limitazioni coinvolte è stato esiguo, dal momento che per la prima volta si sono sperimentate in un contesto culturale strutturato. Ciò nonostante, la qualità delle sensazioni, dei vissuti, delle emozioni e degli interessi non è risultata proporzionale alla tipologia di disabilità e alla relativa gravità.Il filosofo Spinosa affermava, a tal proposito, che “Omnis determinatio est ne-gatio”. Ciò sta ad indicare che ogni persona quando viene etichettata, in questo caso con la parole “disabilità”, inevitabilmente diventa nel pensiero collettivo “minus”. Invece la capacità di vivere ed esprimere emozioni, unita alla libertà di rappresentare interessi e scelte diversificati, va collegata al singolo individuo, non essendo determinata esclusivamente dalle sue specificità patologiche. Oc-corre, dunque, rifarsi a quell’entità complessa, cioè al processo di interdipenden-za della condizione biologica, psicologica e sociale che questa vive.Illuminante risulta in proposito il racconto di Mauro Corona “L’allocco” (edizio-ni Mondadori, 2007) che dimostra come dietro l’apparenza si nasconde spes-so qualcosa che sarebbe opportuno “far emergere”, per avere una conoscenza quanto più completa possibile di un individuo.

L’allocco

“L’allocco era, ed è, l’intellettuale del bosco. Studente modello fin da piccolo, ave-va accumulato nel tempo una cultura vastissima. Sapeva di economia, legge, let-teratura, chimica, scienze naturali, biologia, medicina, astrologia. Insomma era ferrato in tutto e, non da ultimo, se ne intendeva di lavori manuali, agricoltura e artigianato. Va da sé che a uno così tutti rompessero le scatole. Chi gli chiedeva consigli, chi una consulenza, chi dei favori, un intervento per raccomandare il fi-glio o se stesso. Siccome non stava male nemmeno nel portafoglio, alcuni giunge-vano persino a domandargli soldi. Aveva uno sguardo talmente bello, intelligente, profondo e misterioso, che gli animali pensarono potesse anche fare miracoli. Un asino arrivò a chiedergli se poteva trasformarlo in un uomo.“Questo non mi è possibile” rispose l’allocco. “Eri già uomo, devi chiedere più in alto come mai sei diventato asino”.Tutte le notti lo tartassavano di richieste. Si giunse persino a disturbarlo di giorno, trascinandolo alla luce del sole, quando se ne stava beatamente a leggere nel buio di un albero cavo. Occorre sapere che i rapaci notturni leggono al buio.Alla fine si stancò e chiese un rimedio al Signore.“Ti prego, Signore, fammi diventare rimbambito”.“Guarda la tivù e lo diventerai” rispose il Creatore.“No, con la tivù ci vuole un po’ di tempo, io voglio diventarlo subito”.Allora il Signore gli regalò la faccia più ottusa e rimbambita che esista sulla Terra. Da quel giorno, nessuno disturbò più l’allocco perché lo pensarono rimbecillito di colpo...”.

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NOTE

|1| Il 3 dicembre si è celebrata la Giornata in-ternazionale della disabilità. L’Onu ha scelto per il 2008 il tema “Dignità e giustizia per tutti”, in quanto queste non sempre vengono riconosciu-te alle persone disabili.Il Ministero per i Beni e le Attività culturali ha promosso tale giornata che il Museo Archeolo-gico Alta Val d’Agri ha inteso celebrare insieme al Centro diurno per disabili “Verso la luce” di Grumento Nova.L’iniziativa è stata accolta dai rappresentanti delle associazioni di volontariato “Verso la luce” e dalla cooperativa sociale “Costruiamo insie-me”, dapprima con preoccupazione, in quanto i fruitori del Centro sono persone con limitazioni cognitive medio - gravi, e successivamente con interesse, giacché impegnati abitualmente in attività volte a promuovere il benessere sociale e culturale dei giovani disabili, oltre che essere aperti ad un lavoro di rete.

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