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Rassegna (FRQRPLFD Report trimestrale sul quadro economico della Provincia di Siena *(11$,2 0$5=2 2014

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Rassegna

Report trimestralesul quadro economico della Provincia di Siena

2014

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Rassegna Economica Report Trimestrale è una pubblicazione della Camera di Commercio di Siena

È vietata la riproduzione, anche parziale, degli articoli e delle informazioni pubblicate da questa Rivista, senza citare la fonte.Autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri numero 320 dell’8 marzo 1946. Decreto del Prefetto di Siena numero 449 del 16 marzo 1948. Spedizione in abbonamento postale 50%

Pubblicazione trimestrale quale supplemento al “Notiziario Camerale/CDC News”. Direzione e Amministrazione presso la Sede Camerale.

COMITATO DI REDAZIONECoordinatore editorialeLorenzo BolgiDirettore responsabileSandro Vannini

COMITATO TECNICO SCIENTIFICO OSSERVATORIO ECONOMICO PROVINCIALECarla Bagna – Università per Stranieri di SienaClaudio Balestri - Fondazione Monte Paschi di SienaLorenzo Bolgi - Camera Commercio di Siena

Simonetta Cannoni - Provincia di SienaAnna Paola Di Battista - Prefettura di SienaSusanna Fratiglioni - Comune di SienaGiulio Ghellini - Università degli Studi di SienaMassimo Guasconi - Camera Commercio di SienaMarcello Lucci - Banca Monte dei Paschi di Siena

UFFICIO STUDI E STATISTICA - CAMERA COMMERCIO DI SIENAChiara AndrucciDuccio MarconiTiziana Siveri

ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNEPaolo CorteseValentina Scacco

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Con il patrocinio di

Rassegna EconomicaReport trimestralesul quadro economico della Provincia di Siena

In AppendiceIl distretto della pelletteriaLe Pmi senesi

GENNAIO - MARZO 2014

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2RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

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Indice

INTERVISTE Massimo Guasconi p. 5Presidente della Camera di Commercio di Siena

SINTESI DELL’ANALISI p. 7

IL SENTIMENT DELL’ECONOMIA PROVINCIALE p. 9

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA NAZIONALE p. 11E INTERNAZIONALE

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA LOCALE p. 171. Tessuto imprenditoriale: le imprese e i lavoratori p. 182. Interscambio commerciale p. 253. Settori di attività p. 30 A - Settore Agricolo p. 30 B - Settore Manufatturiero p. 32 C - Settore Commercio al Dettaglio p. 36

p. 40

APPENDICEI distretti industriali e il comparto della pelletteria senese p. 43Analisi delle piccole medie imprese senesi p. 53

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4RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

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INTERVISTE

INTERVISTA A MASSIMO GUASCONI Presidente dellaCamera di Commercio di Siena

La situazione è tutta in divenire; al momento in cui sto rilasciando le seguenti considerazioni (21 luglio 2014 ndr) il quadro potrà cambiare nei giorni successivi quando la presente pubblicazione andrà in stampa.

e risparmiare: tre anni possono essere un tempo giusto per realizzare un profondo riordino del

tutto accompagnato da risparmi certi a vantaggio delle imprese. Nel sistema camerale è emersa la proposta di una riduzione graduale del diritto annuale: 30% nel 2015, 40% nel 2016, 50% nel 2017.

speciali, l’introduzione di costi standard (in grado da soli di portare risparmi a regime pari a 300 milioni di euro), la riduzione del numero dei consiglieri. Questa in sintesi è quanto proposto

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6RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

di aziende speciali, Unioni regionali e società di sistema si determinerebbe un potenziale esubero di personale pari a circa 2.600 unità, almeno metà delle quali dovrebbe essere riallocata con

allo sviluppo delle infrastrutture locali, al supporto per l’internazionalizzazione e la promozione

locale con iniziative per favorire la promozione dei prodotti delle nostre aziende sui mercati esteri

del mercato e di legalità, un impulso all’export e ai processi di internazionalizzazione, iniziative varie di formazione professionale.

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SINTESI DELL’ANALISI

ABSTRACT

I dati analizzati e commentati nella presente Rassegna economica sono riferiti al I trimestre del 2014. I commenti introduttivi ai tre principali paragrafi in cui è suddivisa questa Rassegna (internazionale e nazionale, locale e commercio con l’estero) hanno lo scopo di offrire uno spaccato sull’andamento delle variabili del periodo considerato. In apertura si propongono i risultati dell’indagine promossa dalla CCIAA di Siena e indirizzata alle Associazioni di Categoria sulle prospettive di crescita della produzione, delle vendite, del fatturato e dell’occupazione. In sintesi l’andamento generale delle principali variabili economico-statistiche per il I trimestre 2014 presenta i seguenti risultati: Variabili macroeconomiche nazionali:

� Prodotto Interno Lordo è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% rispetto al I trimestre 2013.

� La produzione industriale ha registrato un incremento sia in termini congiunturali (+0,2%). sia in termini tendenziali (+0,4%).

� Crescita dell’indice dei prezzi al consumo sia in termini tendenziali (+0,4%) sia in termini congiunturali (+ 0,1%).

� Incremento tendenziale e congiunturale della disoccupazione totale (pari rispettivamente a +6,2% e +7%) e della disoccupazione giovanile (+9,7% e +5,7%).

Variabili macroeconomiche locali:

� demografia di impresa – variazione congiunturale negativa delle imprese registrate che ammontano a 29.036 unità, 333 unità in meno rispetto al trimestre precedente.

� cassa integrazione guadagni – diminuiscono le ore autorizzate: totali (-25,1%), operai (-28,7%) ed impiegati (-7%).

� addetti – aumento congiunturale del +4,7% e diminuzione tendenziale del -0,6%. Variabili settoriali:

� agricolo - il comparto delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali registra una riduzione del numero di imprese (-0,01%), mentre l’andamento del comparto della silvicoltura ed utilizzo di aree forestali segna un incremento dello 0,01%.

� manifatturiero - calo tendenziale (-36,2%) del numero di imprese attive (2.349 unità); incremento a livello tendenziale di produzione (+4,6%), di fatturato (+4,7%) e degli ordinativi (+2,2%); riduzione della quota del fatturato esportato sul totale rispetto allo stesso periodo del 2013, assestandosi al 35,4%.

� commercio al dettaglio - il tasso di crescita delle imprese registra una variazione tendenziale di -0,01%. Le vendite presentano una flessione a livello tendenziale e congiunturale (rispettivamente di -38% e -36%).

� flussi commerciali con l’estero – incremento tendenziale delle esportazioni del 9,9% e decremento delle importazioni del -3,2%. Il saldo della bilancia commerciale è aumentato, in termini tendenziali, e si assesta al primo trimestre al 18,3%.

� settore finanziario - Gli impieghi aumentano in termini congiunturali (+0,7%) ma si riducono in termini tendenziali (-2,6%). Si registra un incremento su base trimestrale e su quella annua, rispettivamente di 9,2% e 34,3%. Infine si registra un aumento dei depositi a livello congiunturale (+2,9%) e tendenziale (+5%).

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IL SENTIMENT DELL’ECONOMIA PROVINCIALE

IL SENTIMENT DELL’ECONOMIA

PROVINCIALE

In via del tutto preliminare alla lettura della presente Rassegna Economica, si riporta la visione delle Associazioni di Categoria provinciali le quali, partecipando alla sentiment analysis promossa dalla Camera di commercio di Siena1, hanno l’occasione di rendere note le loro percezioni sullo stato di salute dell’economia locale, con particolare riferimento a: le prospettive di produzione, di vendita del fatturato e occupazionali, l’accesso al credito, gli investimenti, la ripresa economica per settore di attività, i flussi turistici previsti e le aspettative per il II trimestre 2014. A tal proposito, permane un clima di opinione non particolarmente favorevole anche se in lieve miglioramento rispetto al precedente rapporto in cui si prevedevano aspettative in diminuzione per tutti gli indicatori in oggetto. Come si evince dalla Figura A, per il II trimestre si evidenzia una sostanziale stabilità per tutte le variabili osservate. In particolare per la totalità degli intervistati le previsioni relative alle vendite e al fatturato si mantengono stabili rispetto al trimestre precedente. Per quanto concerne l’occupazione l’87,5% degli intervistati non si aspetta variazioni della stessa mentre si rileva la medesima percentuale (12,5%) tra coloro che ritengono di vedere una contrazione nel proprio organico e coloro che, invece, ne prevedono un aumento. Dal lato della produzione, invece, il 25% degli intervistati intravede una flessione dei prodotti realizzati mentre la parte restante dichiara di non attendersi alcuna variazione. FIGURA A – DICHIARAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA IN MERITO ALLE PROSPETTIVE FUTURE SU PRODUZIONE, VENDITE, FATTURATO E OCCUPAZIONE DEI LORO ASSOCIATI

Elaborazione su dati provenienti dall’indagine effettuata dalla CCIAA di Siena L’analisi del contesto relativo all’accesso al credito da parte delle imprese non evidenzia variabili di miglioramento, anche se diminuiscono le aspettative di peggioramento rispetto al precedente Report: oltre l’80% degli intervistati reputa che le imprese avranno le medesime possibilità di reperire fonti di finanziamento rispetto allo scorso anno. Le Associazioni di Categoria affermano che le maggiori difficoltà sono manifestate dalla piccola impresa (50%), seguita dalla media (37,5%). Tra tutti i settori di attività, quello edile risulta ancora una volta il più colpito dalla crisi per la totalità dei rispondenti al sentiment (100%), seguito dal commercio (50%). Per il trimestre successivo, il 62,5% degli intervistati prevede dei lievi segnali di miglioramento delle condizioni economico-sociali nella provincia di Siena contro il 12,5%, invece, non intravede alcuno spiraglio di ripresa.

1 Sono stati inviati alle Associazioni di Categoria 18 questionari composte da domande chiuse a risposta multipla, con ritorno di 8 questionari compilati.

12,5

75,0

100,0

100,0

87,5

25,0

12,5

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Produzione

Fatturato

Vendite

Occupazione

Aumento

Stabilità

Diminuzione

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L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA NAZIONALE E INTERNAZIONALE

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

NAZIONALE E INTERNAZIONALE

I trimestre 2014 - Economia nazionale

� Il Prodotto Interno è diminuito dello 0,1%

rispetto al trimestre precedente e dell0 0,5% rispetto al I trimestre 2013.

� Crescita dell’indice dei prezzi al consumo sia in termini tendenziali (+0,4%) sia in termini congiunturali (+ 0,1%).

� La produzione industriale ha registrato un incremento sia in termini congiunturali (+0,2%) sia in termini tendenziali (+0,4%).

� Incremento tendenziale e congiunturale della disoccupazione totale (pari rispettivamente a +6,2% e +7,0%) e della disoccupazione giovanile (+9,7% e +5,7%).

Introduzione

L’espansione dell’attività economica mondiale proseguita fino al quarto trimestre 2013 si indebolisce nei primi mesi del 2014, anche se il Fondo Monetario Internazionale prevede una ripresa globale nel corso dell’anno. Il cambiamento della dinamica di crescita continua a differenziarsi tra le varie regioni del globo: le maggiori economie avanzate consolidano una fase di rafforzamento, mentre i principali mercati emergenti perdono vigore a causa delle incertezze economiche e geopolitiche relative alle prospettive di crescita del breve e medio termine. Le tensioni tra Russia e Ucraina non hanno, fino ad ora, generato un forte impatto sui mercati finanziari e delle materie prime mondiali ed è ovvio come un eventuale inasprimento potrebbe ripercuotersi sugli scambi commerciali. Negli Stati Uniti la crescita evidenziata nel terzo trimestre 2013 (pari al +4,1% in termini tendenziali) ha decelerato nei primi mesi del 2014 attestandosi al +2,6%: il rafforzamento della spesa per consumi personali e degli investimenti e il miglioramento delle esportazioni è stato compensato dalla forte riduzione dell’accumulo di scorte, considerate determinanti per la crescita dei trimestri precedenti. In Giappone, dopo un rallentamento della crescita registrato agli inizi del 2013, si segnala una ripresa del prodotto nel primo trimestre dell’anno in corso, dovuta principalmente a un aumento (seppur temporaneo) dei consumi di beni durevoli in vista di un inasprimento della pressione fiscale previsto dal mese di aprile. Il Regno Unito ha registrato una crescita sostenuta negli ultimi trimestri: la maggior fiducia dei consumatori ha contribuito ad incrementare la domanda interna, unita a un miglioramento delle condizioni del credito per famiglie e imprese e ad un rafforzamento del mercato del lavoro. Tuttavia, nel primo trimestre 2014, la crescita è scesa al 2,9% (dal 3,4%) a causa delle condizioni meteorologiche avverse, ma si prevede un andamento positivo dell’attività nel corso dell’anno. Nel corso del 2013, la crescita dei Paesi emergenti ha mostrato andamenti differenti, per poi rallentare nel corso del primo trimestre 2014. La Cina ha chiuso il quarto trimestre dello scorso anno con una leggera contrazione della crescita del prodotto sul periodo precedente (da 7,8% a 7,7%). Tale riduzione è dovuta all’esaurirsi dello stimolo fiscale messo a punto dal Governo la scorsa estate che prevedeva misure di sostegno agli investimenti e alle esportazioni. Tuttavia, nel primo trimestre di quest’anno l’attività economica è rallentata ulteriormente attestandosi al 7,4%. Anche in India la crescita del Pil ha subito una frenata a causa del modesto andamento del settore manifatturiero. In Brasile, il recupero degli investimenti e delle esportazioni nette non ha sortito effetti così positivi tanto che la dinamica del prodotto si è collocata, nel quarto trimestre 2013, all’1,9% (dal 2,1 % del periodo precedente). In Russia, dopo un periodo di ristagno economico, il Pil torna a salire nel quarto trimestre nello scorso anno. Tuttavia, la fragile congiuntura del Paese risente delle tensioni geopolitiche con l’Ucraina ed è per questo che le aspettative di crescita per il 2014 sono state ridimensionate. Il commercio mondiale, dopo l’accelerazione avutasi alla fine dell’anno, ha perso vigore nei primi mesi del 2014, risentendo soprattutto del rallentamento delle esportazioni statunitensi e della

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flessione dei volumi esportati dalla regione asiatica. Tuttavia, le rilevazioni prevedono una ripresa degli ordinativi esteri. L’inflazione e le pressioni inflazionistiche rimangono contenute a livello mondiale. Nell’area OCSE l’inflazione al consumo sui dodici mesi è scesa all’1,4% a febbraio, a causa principalmente di una flessione della componente energetica. Il tasso d’inflazione è diminuito in gran parte delle economie avanzate, ad eccezione del Giappone, ed ha avuto un andamento variabile nei paesi emergenti, aumentando in Russia e Brasile e scendendo in Cina e India. Le previsioni sull’inflazione mondiale sono ampiamente influenzate dagli andamenti dei costi delle materie prime e, in modo più marcato, dei beni energetici. Nel primo trimestre dell’anno le quotazioni del greggio di qualità Brent sono diminuite intorno a 108 dollari al barile. A condizionare il costo del petrolio non è tanto la crisi ucraina, quanto piuttosto l’eccesso di offerta di greggio sul mercato mondiale (dovuto all’aumento della produzione negli USA) e l’indebolimento della domanda dei paesi emergenti. Continua la politica monetaria restrittiva degli Stati Uniti: la Federal Reserve ha proseguito la graduale rimozione dello stimolo monetario avviata lo scorso dicembre (tapering) allo scopo di incoraggiare la ripresa dell’economia, garantendo nel frattempo una stabilità dei tassi d’interesse. Nel Regno Unito la banca centrale ha affermato che il costo del denaro resterà invariata ancora per un certo periodo nonostante il tasso di disoccupazione sia sceso, nei primi tre mesi dell’anno, sotto il 7%, livello originariamente fissato per considerare un aumento dei tassi di interesse. Anche il Giappone ha adottato una politica monetaria accomodante decidendo di rafforzare due programmi minori che prevedono il raddoppio dell’ammontare dei fondi resi disponibili alle banche per stimolare i prestiti. Nel primo trimestre del 2014 le autorità monetarie delle Paesi emergenti più esposti ai deflussi di capitale hanno contrastato le pressioni al deprezzamento delle loro valute sia con interventi diretti sul mercato dei cambi sia sui tassi d’interesse di riferimento. In particolare, le banche centrali di Brasile e India hanno proseguito l’inasprimento delle condizioni monetarie allo scopo di contrastare le pressioni inflazionistiche, mentre in Cina le condizioni sul mercato monetario sono rimaste abbastanza distese, nonostante un aumento della percezione del rischio d’insolvenza in alcuni segmenti del mercato finanziario. L’area dell’euro continua la ripresa economica anche nel primo trimestre dell’anno. La chiusura positiva del 2013 è stata sospinta dal contributo favorevole degli scambi commerciali con l’estero e dalla spesa per investimenti cui ha beneficiato maggiormente l’economia tedesca. In Francia la crescita ha interessato tutte le componenti della domanda (ad eccezione delle scorte) mentre in Italia si è registrata la prima variazione positiva dopo una lunga fase di recessione. Negli ultimi mesi del 2013 l’inflazione europea registra una riduzione raggiungendo i livelli più bassi degli ultimi anni. Sono in diminuzione i prezzi alla produzione che risentono dei prezzi di prodotti energetici e dei beni intermedi. Si delinea una dinamica moderata dei prezzi anche nel 2014. La domanda interna mostra leggeri segnali di miglioramento grazie al modesto aumento del clima di fiducia da parte dei consumatori; per contro le esportazioni continuano a evidenziare una fase espansiva prospettando andamenti positivi anche nei prossimi mesi. La politica monetaria, infine, è stata contenuta nei primi mesi dell’anno risentendo sia della debolezza dell’attività economica sia degli afflussi di capitali provenienti dall’estero. In Italia la ripresa ciclica si rivela ancora molto fragile. Il quarto trimestre 2013 ha registrato una crescita, seppure modesta, del Pil italiano (+0,1%) arrestando così una fase di recessione che si protraeva dal terzo trimestre 2011. Tuttavia nel primo trimestre 2014 il Pil è tornato a diminuire dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del primo trimestre del 2013. L’impulso positivo derivante dal recupero dell’attività industriale e dell’agricoltura avrebbe iniziato a estendersi in modo graduale anche al comparto dei servizi, migliorando il clima di

La spesa per investimenti torna a salire nel quarto trimestre del 2013, sospinta dalla componente dei mezzi di trasporto, anche per effetto di alcuni incentivi fiscali. Per contro gli investimenti in costruzioni sono nuovamente diminuiti sia nel comparto residenziale sia nel resto del

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L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

NAZIONALE E INTERNAZIONALE

settore. La prolungata contrazione dei consumi privati sembra essersi interrotta a partire dallo scorso autunno tanto che, nei primi mesi dell’anno, si è manifestato un debole miglioramento degli stessi. Tuttavia, la spesa delle famiglie continua a essere condizionata dall’incertezza circa le prospettive reddituali e occupazionali. Le problematiche che investono il mercato del lavoro e le condizioni ancora restrittive relative all’accesso al credito frenano la crescita della domanda interna. La ripresa dell’economia italiana dell’ultima parte dell’anno è stata trainata dalla crescita delle esportazioni, beneficiando dell’espansione della domanda mondiale. All’accelerazione dell’export (all’1,2% sul periodo precedente) si è contrapposto un rallentamento dell’import, generando un saldo corrente ulteriormente migliorato. Secondo gli indicatori congiunturali più recenti le prospettive restano nel complesso favorevoli, data la previsione di crescita degli ordinativi dall’estero. L’Organizzazione Internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) attraverso l’analisi del suo Composite Leading Indicator2 mostra segnali di crescita, più o meno sostenuti, per la maggior parte dei Paesi analizzati. In generale nel mese di marzo il CLI ha registrato una generale stabilità in Paesi come Usa, Canada e Regno Unito anche se l’andamento dell’indice si mantiene al di sopra dei valori tendenziali. Nella zona euro l’OCSE evidenzia un sostanziale miglioramento dell’economia, ad eccezione della Francia e Germania in cui la crescita si mantiene stabile. Sull’Italia invece il superindice Ocse ha segnato un aumento dello 0,19% su base mensile e del 2,47% su base annua: si profila, dunque, un “cambio di tendenza positivo” della nostra economia. QUADRO A - INDICATORI ANTICIPATORI DEL CICLO – COMPOSITE LEADING INDICATORS

Francia Germania Grecia Italia Giappone Spagna Regno Unito Stati Uniti OECD -

Europa lug-12 99,7 98,8 97,7 98,4 99,5 99,2 99,2 99,7 99,2 ago-12 99,5 98,6 97,7 98,4 99,4 99,1 99,3 99,7 99,2 set-12 99,4 98,5 97,8 98,3 99,3 99,1 99,5 99,7 99,1 ott-12 99,3 98,5 97,9 98,4 99,3 99,1 99,7 99,8 99,2

nov-12 99,3 98,7 98,2 98,4 99,3 99,1 99,8 99,9 99,2 dic-12 99,3 98,9 98,6 98,5 99,4 99,2 99,9 100,0 99,3 gen-13 99,3 99,1 99,0 98,7 99,5 99,3 99,9 100,1 99,4 feb-13 99,2 99,3 99,5 98,8 99,7 99,4 99,9 100,2 99,4

mar-13 99,2 99,5 99,9 99,0 99,9 99,6 100,0 100,3 99,5 apr-13 99,2 99,6 100,2 99,2 100,1 99,8 100,0 100,4 99,6

mag-13 99,2 99,7 100,3 99,5 100,3 100,0 100,1 100,5 99,7 giu-13 99,3 99,8 100,4 99,7 100,5 100,3 100,3 100,6 99,9 lug-13 99,4 100,0 100,3 100,0 100,6 100,6 100,5 100,6 100,0 ago-13 99,6 100,2 100,4 100,2 100,7 100,9 100,7 100,7 100,2 set-13 99,8 100,3 100,5 100,4 100,9 101,2 100,9 100,7 100,4 ott-13 100,0 100,5 100,7 100,6 101,0 101,5 101,1 100,7 100,5

nov-13 100,1 100,6 101,0 100,8 101,1 101,7 101,1 100,6 100,6 dic-13 100,2 100,7 101,4 100,9 101,1 102,0 101,2 100,6 100,7 gen-14 100,3 100,8 101,9 101,1 101,1 102,3 101,1 100,5 100,8 feb-14 100,4 100,8 102,4 101,3 101,1 102,5 101,1 100,4 100,8

mar-14 100,4 100,8 102,7 101,5 101,0 102,8 101,0 100,4 100,9

Fonte: elaborazioni OECD

2Composite Leading Indicators (CLI) è un indicatore progettato dall’OCSE per fornire segnali anticipatori dei cambiamenti nel ciclo rispetto al trend di lungo periodo delle attività economiche.

Espansione: CLI crescente con valori superiori a 100 Rallentamento: CLI decrescente con valori superiori a 100 Recessione: CLI decrescente con valori inferiori a 100 Ripresa: CLI crescente con valori inferiori a 100

Stabilità: CLI con valori invariati

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14RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

Dall’analisi dei tassi d’interesse interbancari si evidenzia un andamento discordante nelle aree considerate. Nel primo trimestre dell’anno, nell’area Euro, l’Euribor a tre mesi cresce attestandosi in media intorno allo 0,30% contro lo 0,24 registrato nel trimestre precedente. In Giappone e negli Usa i tassi si mantengono stabili, in linea con i valori dell’ultimo trimestre 2013, pari rispettivamente a 0,24 e 0,14.

Interbancario a 3 mesi

Area Euro USA Giappone 2011 1,39 0,34 0,19 2012 0,58 0,43 0,19 2013 0,22 0,27 0,15 2013 Q1 0,21 0,29 0,16

Q2 0,21 0,28 0,16 Q3 0,22 0,26 0,15 Q4 0,24 0,24 0,14

2014 Q1 0,30 0,24 0,14 2014 Gennaio 0,29 0,24 0,14

Febbraio 0,29 0,24 0,14 Marzo 0,31 0,23 0,14

Fonte: elaborazioni su dati BCE

Nonostante le aspettative di ripresa economica segnalate dai Composite Leading Indicator, l’ISTAT segnala che nel primo trimestre del 2014 il Prodotto Interno Lordo (espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005 e corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato), è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del primo trimestre del 2013. Un segnale positivo è emerso dall’analisi dei dati riguardanti la produzione industriale (Tabella 1). Nella media del trimestre gennaio-marzo l’indice ha registrato un aumento pari a +0,2% rispetto al trimestre precedente, mentre in termini tendenziali l’incremento è stato pari allo 0,4% considerando i dati corretti per gli effetti di calendario. TABELLA 1 - INDICI GENERALI DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE

Periodo

Produzione industriale: dati destagionalizzati (a)

Produzione industriale: dati corretti per gli effetti di

calendario (b)

Produzione industriale: dati grezzi (c)

INDICI Variazioni

congiunturali percentuali

INDICI Variazioni tendenziali percentuali

INDICI Variazioni tendenziali percentuali

2012 - - 94,7 -6,4 94,3 -6,1 2013 - - 91,7 -3,2 91,4 -3,1 2013 II-trim. 91,4 -0,5 94,9 -3,9 94,6 -3,6 III-trim. 91,3 -0,1 87,2 -3,6 87,0 -2,0 IV-trim. 91,9 +0,7 92,7 +0,4 91,5 -0,3 2014 I trim. 92,1 0,2 92,7 0,4 91,5 -0,1

(a) La metodologia adottata per la correzione per gli effetti di calendario e la destagionalizzazione degli indici grezzi fa sì che ogni mese i dati già pubblicati relativi agli ultimi anni siano soggetti a revisione. (b) Gli indici corretti con il metodo di regressione sono riproporzionati al fine di garantire che la media dell’anno base sia pari a 100, l’operazione lascia inalterata la dinamica degli indici. (c) I dati di aprile 2014sono provvisori; quelli di marzo sono stati rettificati in base alle ulteriori informazioni pervenute dalle imprese. Fonte: elaborazioni su dati Istat L’analisi dell’inflazione è riassunta nella Tabella 2, dove si mostra l’andamento di due importanti indicatori: il NIC, indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività e l’IPCA, indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell’Unione europea.

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15

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

NAZIONALE E INTERNAZIONALE

Nel mese di marzo 2014 il NIC, al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% su base mensile e dello 0,4% su base annua. Nello stesso mese l’IPCA ha subito un incremento del 2,2% in termini congiunturali e dello 0,3% in termini tendenziali. TABELLA 2 - INDICE GENERALE NAZIONALE DEI PREZZI AL CONSUMO PER L’INTERA COLLETTIVITÀ (NIC), AL LORDO DEI TABACCHI. INDICE GENERALE ARMONIZZATO DEI PREZZI AL CONSUMO PER I PAESI DELL'UNIONE EUROPEA (IPCA). ANNI 2008-2014

Periodo

NIC - Compresi i tabacchi IPCA

Indici

Variazioni %

Indici

Variazioni %

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente periodo dell’anno

precedente

Rispetto al periodo precedente

Rispetto al corrispondente

periodo dell’anno precedente

Base 1995=100 Base 2005=100 2008 136,6 - +3,3 108,0 - +3,5 2009 137,7 - +0,8 108,8 - +0,8 2010 139,8 - +1,5 110,6 - +1,6 Base 2010=100 2011 102,8 - +2,8 113,8 +2,9 2012 105,9 - +3,0 117,5 - +3,3 2013 107,2 +1,2 119,0 +1,3 2014 gennaio 107,4 +0,2 +0,7 117,6 -2,1 +0,6 febbraio 107,3 -0,1 +0,5 117,2 -0,3 +0,4 marzo 107,3 +0,1 +0,4 119,8 +2,2 +0,3 Fonte: elaborazioni su dati Istat L’analisi dell’economia nazionale si conclude con uno spaccato del mercato del lavoro la cui situazione continua a essere critica. TABELLA 3 - INDICI DI ATTIVITÀ NEL MERCATO DEL LAVORO (VALORI PERCENTUALI)3

Periodo Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione 15-64 anni 15-24 anni 15-64 anni 15-24 anni Totale 15-24 anni

2011 I Trimestre 62,2 27,9 56,8 19,6 8,6 29,6 II Trimestre 62,1 26,2 57,3 19,0 7,8 27,4 III Trimestre 61,7 26,6 56,9 19,6 7,6 26,5 IV Trimestre 63,0 28,7 56,9 19,4 9,6 32,6 2012 I Trimestre 63,6 29,1 56,5 18,6 10,9 35,9 II Trimestre 63,9 28,6 57,1 18,9 10,5 33,9 III Trimestre 63,1 28,4 56,9 19,3 9,8 32,1 IV Trimestre 64,1 28,6 56,5 17,5 11,6 39,0 2013 I Trimestre 63,8 27,6 55,5 16,0 12,8 41,9 II Trimestre 63,4 26,9 55,7 16,8 12,0 37,3 III Trimestre 62,8 27,0 55,6 16,9 11,3 37,3 IV Trimestre 63,9 27,5 55,7 15,5 12,7 43,5 2014 I Trimestre 63,9 26,8 55,1 14,5 13,6 46,0 Fonte: elaborazioni su dati Istat Le informazioni fornite dal tasso di occupazione e di disoccupazione lasciano emergere una situazione tutt’altro che favorevole. Nel primo trimestre 2014, il tasso di occupazione riguardante la popolazione compresa tra 15 e 64 anni diminuisce del -1,1% rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 55,1%, mentre a livello tendenziale la contrazione è pari a -0,7%. Una flessione più decisa degli occupati si registra nei giovani tra i 15 e i 24 anni, il cui tasso di occupazione, pari al 14,5%, registra una flessione del -9,5% rispetto a dodici mesi prima e -6,6% rispetto all’ultimo 3Tasso di attività: forza lavoro/popolazione - Tasso di occupazione: occupati/forza lavoro - Tasso di disoccupazione: disoccupati/forza lavoro.

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16RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

trimestre. La criticità delle condizioni occupazionali del nostro Paese è confermata dall’aumento del livello di disoccupazione: nel I trimestre 2014 la quota di disoccupati è pari al 13,6% (in aumento di 7 punti percentuali in termini congiunturali e di 6,2 punti percentuali in termini tendenziali). Il dato preoccupante giunge dalla disoccupazione giovanile che ha raggiunto i valori più elevati degli ultimi tre anni stabilendosi al 46,0%: la quota di giovani disoccupati è in aumento del 6,2% nel confronto congiunturale e del 9,7% su base annua.

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17

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA LOCALE I Trimestre 2014 - Economia locale

� Al primo trimestre 2014 le imprese registrate ammontano a 29.036 unità, 333 unità in meno rispetto al trimestre precedente.

� Le imprese attive rilultano pari a 25.918 unità, -0,76% in termini tendenziali.

� Il tasso di crescita risulta negativo e pari a -0,6%. Le imprese iscritte ammontano a 494 unità e quelle cessate a 668 unità.

� Diminuiscono le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate: totali (-25,1%), operai (-28,7%) e impiegati (-7%).

Flussi commerciali con l’estero

� In termini tendenziali le esportazioni registrano un incremento del 9,9%, mentre le importazioni una flessione del -3,2%.

� Il saldo della bilancia commerciale è aumentato, in termini tendenziali e si attesta al quarto trimestre al 18,3%. Il saldo normalizzato risulta pari al 48,5%, in flessione rispetto al trimestre precedente.

Settore agricolo � Il comparto delle coltivazioni agricole e

produzione di prodotti animali registra una riduzione del numero di imprese (-0,01%), mentre l’andamento del comparto della silvicoltura ed utilizzo di aree forestali segna un incremento dello 0,01%.

� Il numero delle imprese attive nell’industria alimentare risulta in aumento in termini tendenziali del 2%.

Settore manifatturiero � In calo tendenziale (-36,2%) il numero di

imprese attive (2.349 unità) nel settore manifatturiero.

� Incremento a livello tendenziale di produzione (+4,6%), fatturato (+4,7%) e ordinativi (+2,2%);

� Contrazione tendenziale della quota del fatturato esportato sul totale rispetto allo stesso periodo del 2013, attestandosi al 35,4%.

� Aspettative per il II trimestre 2014: aumenta solo la produzione trimestrale (+1%) mentre si riducono la domanda estera (-2,1%), la domanda interna (-1,5%), la produzione annuale (-8,5%) e l’occupazione (-10,4%).

Settore del commercio al dettaglio

� Il tasso di crescita del settore del commercio è omogeneo nei due comparti che lo compongono: sia per dettaglianti sia per i grossisti si registra una variazione tendenziale di -0,01%.

� Vendite: diminuzione tendenziale e congiunturale del saldo delle vendite nel settore del commercio (rispettivamente di -38% e -36%);

� Fatturato: variazioni tendenziali negative per i dettaglianti (-4,5%).

� Aspettative: previsioni positive (+2,8%) per le vendite del II trimestre 2014 in termini congiunturali.

Settore finanziario � Aumento degli impieghi (+0,7% in termini

congiunturali). � Aumento delle sofferenze (+9,2% e 34,3%

rispettivamente in termini congiunturali tendenziali).

� Aumento dei depositi (2,9% su base trimestrale e 5% su base annuale).

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18RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

La demografia delle imprese4

Nella provincia senese, il primo trimestre 2014 si apre con un numero d’imprese registrate pari a 29.036 unità, in diminuzione (-88 unità in termini assoluti; -1,33 in termini percentuali) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Andamento leggermente negativo va segnalato anche per le imprese attive nel territorio, che, nel periodo considerato, presentano una variazione tendenziale di -0,76% (Figura 1). FIGURA 1 - VARIAZIONI (%) TENDENZIALI DEL NUMERO DI IMPRESE ATTIVE IN PROVINCIA DI SIENA. ANNI 2013-2014

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Dalla Figura 2 emergono dati interessanti circa i tassi di iscrizione e di cessazione delle imprese senesi. Nel primo trimestre 2014 sono state registrate 494 iscrizioni al Registro Imprese della Camera di commercio di Siena (tasso di iscrizione 1,7%) e 668 cessazioni (tasso di cessazione 2,3%), segnando un saldo negativo di quasi 175 unità. Il tasso di crescita tende a diminuire dello 0,6% e riprende la tendenza avutasi negli ultimi anni, secondo la quale il suddetto tasso tende raggiungere un picco negativo nel primo trimestre dell’anno per poi aumentare nei periodi successivi. FIGURA 2 - TASSI TRIMESTRALI DI ISCRIZIONE, CESSAZIONE E CRESCITA DELLE IMPRESE SENESI. ANNI 2010-2014

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese 4 Tasso d’iscrizione: (imprese iscritte/imprese registrate)*100; Tasso di cessazione: (imprese cessate/imprese registrate)*100; Tasso di crescita: (imprese iscritte - imprese cessate)/imprese registrate*100.

-1,01 -1,05 -1,06

-0,34

-0,76

-1,20

-1,00

-0,80

-0,60

-0,40

-0,20

0,00

I 2013 / I 2012 II 2013/II 2012 III 2013 / III 2012 IV 2013 / IV 2012 I 2014 / I 2013

-0,8

-0,6

-0,4

-0,2

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 2.13 3.13 4.13 1.14

iscrizione cessazione crescita

1. TESSUTO IMPRENDITORIALE: LE IMPRESE E I LAVORATORI

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19

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

L’analisi dei tassi di crescita dei più importanti settori produttivi evidenzia come, nel trimestre considerato, vi sia un andamento omogeneo degli stessi. La Figura 3 mostra una contrazione generalizzata in tutti i comparti anche se più evidente nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio (-1,2%) e meno marcata in quello agricolo (-0,6%) e manifatturiero (-0,9%). FIGURA 3 - TASSI DI CRESCITA TRIMESTRALI DEI PRINCIPALI SETTORI DI ATTIVITÀ DELLA PROVINCIA DI SIENA. ANNI 2011-2014

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Al fine di comprendere il peso che ciascun comparto riveste nella provincia di Siena è utile effettuare una disaggregazione settoriale delle imprese attive nel territorio. Da qui emerge che il settore commerciale continua ad essere quello più rappresentativo, assorbendo il 21,6% delle imprese attive nella provincia. A tal proposito, continua il processo di riposizionamento del settore intrapreso nel corso del 2013 segnando un incremento, seppur lieve, del numero di imprese attive afferenti a tale comparto. FIGURA 4 - DISTRIBUZIONE DELLE IMPRESE ATTIVE SENESI PER ATTIVITÀ ECONOMICA - I TRIMESTRE 2014. NELLA LEGENDA SONO INDICATI, NELL'ORDINE, I VALORI ASSOLUTI E LE VARIAZIONI TENDENZIALI TRIMESTRALI

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Il secondo comparto in ordine d’importanza in termini di numerosità delle imprese è quello agricolo; in esso confluiscono il 21,1% delle imprese del territorio con 5.479 unità. Per tale settore continua la

-0,6

-0,9

-1,2

-0,4

-2,5

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013 II 2013 III 2013 IV 2013 I 2014

Agricoltura, silvicoltura e pesca Manifatturiero Commercio all'ingrosso e al dettaglio Totale Provincia

21,1

9,3

15,8

21,6

9,6

6,2

4,0

12,6 Agricoltura, silvicoltura pesca: 5.479; -1,5%

Attività manifatturiere: 2.411; -0,8%

Costruzioni: 4.033; -3,4%

Commercio all'ingrosso e al dettaglio:5.590; 0,1%

Alberghi e ristoranti: 2.481; +1,5%

Attivita' immobiliari: 1.611; +1,0%

Altri servizi pubblici e sociali: 1.038; +0,2%

Altro: 3.275; -0,4%

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20RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

performance negativa anche all’inizio dell’anno, nel quale si registra una contrazione del numero d’imprese attive pari a -1,5%. Il comparto edile è quello che, più di tutti, è stato colpito dalla crisi economico/finanziaria. Esso rappresenta il terzo comparto più importante, con un’incidenza pari al 15,8% sul totale delle imprese attive; tuttavia nel primo trimestre 2014 si segnala una flessione del numero d’imprese attive nel territorio (-3,4%) legata, appunto, alle perduranti asperità del settore. Altri settori importanti per il tessuto imprenditoriale senese sono quelli degli alberghi e ristoranti (2.481 unità, pari al 9,6%) e quello manifatturiero (2.411 unità, pari al 9,3%). TABELLA 4 - IMPRESE REGISTRATE, ISCRITTE E CESSATE PER FORMA GIURIDICA

I Trimestre 2014

Reg.

Variazione tendenziale (valore % e

assoluto)

Iscr.

Variazione tendenziale (valore % e

assoluto)

Cess.

Variazione tendenziale (valore % e

assoluto)

Inc.% Siena

Inc.% Toscana

Inc.% Italia

Società di capitale 6.372 145; 2,3% 109 -2; -1,8% 88 9; 0,1% 21,9 23,3 24,1 Società di persone 6.892 -20; -0,3% 67 -29; -30,2% 83 14; 0,2% 23,7 21,6 18,3 Ditte Individuali 14.985 -221; -1,5% 311 -43; -12,1% 483 -105; -0,2% 51,6 52,4 54,1 Altre Forme 787 8; 1,0% 7 -1; -12,5% 14 3; 0,2% 2,7 2,6 3,4 Totale 29.036 -88; -0,3% 494 -75; -13,2% 668 -79; -0,1% 100,0 100,0 100,0

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese L’articolazione del sistema imprenditoriale per forma giuridica conferma che gli imprenditori senesi, anche nel primo trimestre 2014, scelgono di intraprendere un’attività economica sotto forma di piccole e micro imprese: il 51,6% delle imprese ha carattere individuale, pur non raggiungendo la media regionale (52,4%) e nazionale (54,1%). Tuttavia, si continuano a osservare organizzazioni d’impresa caratterizzate da forme di governace più strutturate: in tale contesto, la società di persone è quella che riveste maggior rilievo a livello provinciale (23,7%) con un’incidenza che supera sia la media toscana (21,6%) che quella italiana (18,3%); a seguire la società di capitali (21,9%) che, pur restando sotto la soglia regionale e nazionale, ha visto un notevole incremento negli ultimi trimestri. Nel solo periodo gennaio-marzo 2014, le società di capitali hanno evidenziato una crescita tendenziale di 145 unità (pari a 2,3%) a scapito delle società di persone (-20 unità, pari allo -0,3%) e delle ditte individuali (-221 unità, pari a -1,5%). Sembra, dunque, che il tessuto imprenditoriale senese si stia evolvendo verso sistema produttivo più evoluto, cambiando lentamente una realtà come quella di Siena in cui, come già detto, predominano strutture organizzative semplici e di piccole dimensioni.

+9,95%-11,66%

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21

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

Il mercato del lavoro: Cassa Integrazione Guadagni La Cassa Integrazione Guadagni, istituita con Decreto Legislativo n. 788/1945, è una prestazione economica erogata dall’INPS finalizzata a sostituire o integrare la retribuzione dei lavoratori sospesi o lavoranti a orario ridotto a causa di difficoltà produttive dell’azienda.5 Si riduce nel periodo gennaio-marzo 2014 il ricorso alla Cassa integrazione guadagni nella provincia di Siena (-25,1%): nei primi tre mesi dell’anno sono state autorizzate circa 1 milione di ore, contro l’1,4 milioni di ore autorizzate nello stesso periodo dell’anno precedente. In contrazione, a livello tendenziale, tutte e tre le tipologie di sostegno al reddito: nel dettaglio, in forte calo la Cassa integrazione straordinaria (-37,7%), mentre arretra in maniera più contenuta quella in deroga (-3,1%) e quella ordinaria (-4,4%). A livello congiunturale si registra un calo rilevante per la cassa in deroga (-51,9%), mentre si evidenziano andamenti divergenti per la gestione ordinaria e straordinaria che crescono rispettivamente del 17,8% e dell’8,8%. La Figura 5 riporta l’andamento trimestrale delle ore di CIG autorizzate nella Provincia senese, a partire dal 2009. Si osserva come il I trimestre 2013 sia stato il periodo con il più alto numero di ore concesse dall’ente previdenziale, anche se, in realtà, l’aumento è totalmente imputabile agli interventi di Cassa integrazione straordinaria. Nei trimestri successivi si assiste a movimenti disomogenei delle varie Casse integrazioni con incrementi e decrementi del ricorso alla CIG; tuttavia i valori delle ore autorizzate dall’INPS rimangono al di sopra dei valori pre-crisi. FIGURA 5 - ORE DI CIG AUTORIZZATE TRIMESTRALMENTE DIVISE IN ORDINARIE, STRAORDINARIE E DEROGA. ANNI 2009-2014

Elaborazione su dati INPS La Tabella 5 illustra in che modo le ore di cassa integrazione guadagni sono state distribuite nei diversi settori di attività economica. Il I trimestre dell’anno è stato caratterizzato da una riduzione tendenziale del numero di ore pari al 25,1%. Il comparto che presenta l’aumento più consistente in termini di ore concesse dall’Inps è

5 Gli interventi di Cassa Integrazione si suddividono in ordinari, straordinari e in deroga: - Ordinari: operano in presenza di sospensioni o riduzioni temporanee situazioni di difficoltà aziendali, non imputabili

all’imprenditore o ai lavoratori, ovvero da crisi temporanee di mercato; - Straordinari: operano a favore di imprese industriali e commerciali in caso di ristrutturazione, riorganizzazione e

conversione aziendale, ovvero nei casi di crisi aziendale e di procedure concorsuali; - In deroga: concedono i trattamenti straordinari anche a tipologie di aziende e lavoratori che ne sono esclusi.

-200

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

I 200

9

II 2

009

III 2

009

IV 2

009

I 201

0

II 2

010

III 2

010

IV 2

010

I 201

1

II 2

011

III 2

011

IV 2

011

I 201

2

II 2

012

III 2

012

IV 2

012

I 201

3

II 2

013

III 2

013

IV 2

013

I 201

4

Mig

liaia

ordinaria straordinaria deroga totale

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22RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

l’industria dei lapidei (+270,6%), seguito dai servizi (+207,5%), dall’industria e artigianato edile (rispettivamente di +156,5% e + 89,5%) e, infine, da quello alimentare (+81,7%). Per contro una riduzione consistente della Cassa integrazione è stata avvertita nel comparto metallurgico (-95%) e in quello riguardante l’istallazione d’impianti per l’edilizia (-87,3%); in calo, anche se con dinamiche meno accentuate, le ore autorizzate nell’industria meccanica e tessile (rispettivamente di -53,1% e -43,6%) e nel commercio al minuto (-47,3%). TABELLA 5 – ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA; VALORI ASSOLUTI E TENDENZIALI I TRIMESTRE 2013 E 2014

I 2013 I 2014 Var. tendenziali

Settori OPERAI IMP. TOT OPERAI IMP. TOT OPERAI IMP. TOT Attività ec. connesse con l'agricoltura 0 0 0 38 0 38 - - - Estrazione minerali metall. e non 2.120 0 2.120 1.616 0 1.616 -23,8 - -23,8 Legno 82.739 20.351 103.090 49.069 12.503 61.572 -40,7 -38,6 -40,3 Alimentari 5.317 489 5.806 8.433 2.114 10.547 58,6 332,3 81,7 Metallurgiche 8.344 2.328 10.672 534 0 534 -93,6 -100,0 -95,0 Meccaniche 460.105 85.855 545.960 207.741 48.497 256.238 -54,8 -43,5 -53,1 Tessili 9.407 120 9.527 5.372 0 5.372 -42,9 -100,0 -43,6 Abbigliamento 4.079 0 4.079 5.678 416 6.094 39,2 - 49,4 Chimica, petrol., gomma e plastica 12.645 372 13.017 7.352 602 7.954 -41,9 61,8 -38,9 Pelli, cuoio e calzature 24.624 1.524 26.148 17.154 312 17.466 -30,3 -79,5 -33,2 Lavorazione min. non met. 273.327 28.454 301.781 139.700 26.435 166.135 -48,9 -7,1 -44,9 Carta, stampa ed editoria 8.535 1.527 10.062 9.258 2.006 11.264 8,5 31,4 11,9 Installazione impianti per l'edilizia 26.714 1.696 28.410 3.586 32 3.618 -86,6 -98,1 -87,3 Energia elettrica, gas e acqua 0 0 0 0 0 0 - - - Trasporti e comunicazioni 25.169 1.801 26.970 15.551 1.869 17.420 -38,2 3,8 -35,4 Tabacchicoltura 0 0 0 0 0 0 - - - Servizi 545 157 702 1.905 254 2.159 249,5 61,8 207,5 Varie 1.793 144 1.937 3.592 8.363 11.955 100,3 5.707,6 517,2 Commercio all'ingrosso 3.268 3.533 6.801 5.186 1.880 7.066 58,7 -46,8 3,9 Commercio al minuto 28.797 27.107 55.904 12.543 16.912 29.455 -56,4 -37,6 -47,3 Attività varie * 16.179 21.129 37.308 9.610 24.397 34.007 -40,6 15,5 -8,8 Intermediari ** 2.840 8.529 11.369 520 1.651 2.171 -81,7 -80,6 -80,9 Alberghi, pub. Es. e attività sim. 19.833 4.736 24.569 4.930 2.288 7.218 -75,1 -51,7 -70,6 Industria edile 83.744 13.576 97.320 203.800 45.840 249.640 143,4 237,7 156,5 Artigianato edile 32.217 1.066 33.283 61.750 1.324 63.074 91,7 24,2 89,5 Industria lapidei 14.628 2.224 16.852 47.555 14.892 62.447 225,1 569,6 270,6 Artigianato lapidei 4 0 4 80 0 80 1.900,0 - 1.900,0 Altro 11.182 2.684 13.866 2.805 644 3.449 -74,9 -76,0 -75,1 TOTALE 1.158.155 229.402 1.387.557 825.358 213.231 1.038.589 -28,7 -7,0 -25,1 * Professionisti, artisti, scuole e istituti privati di istruzione, istituti di vigilanza, case di cura private) **(Agenzie viaggio, immobiliari, di brokeraggio, magazzini di custodia conto terzi) Elaborazione su dati I.N.P.S.

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23

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

Il mercato del lavoro: Andamento degli addetti La descrizione della situazione del mercato del lavoro provinciale prosegue con una disamina sull’andamento degli addetti attivi nel territorio. I dati riguardanti il primo trimestre 2014 illustrano un rimbalzo favorevole: a livello congiunturale si registra un aumento del numero di addetti del 4,7% raggiungendo valori simili al III trimestre dello scorso anno, mentre dal punto di vista tendenziale si rileva una leggera contrazione degli stessi (-0,6%) tenendo conto, però, che il trimestre precedente segnava una variazione negativa pari a -5,6%. FIGURA 6 - ANDAMENTO TENDENZIALE E CONGIUNTURALE DEGLI ADDETTI IN PROVINCIA DI SIENA; VALORI % 2013-2014

Elaborazione su dati Infocamere Scomponendo i dati in base ai settori economici di attività si può desumere quali siano stati i comparti che, nel periodo analizzato, hanno evidenziato variazioni significative sulla numerosità dei propri addetti. Dal confronto trimestrale si rileva che il numero di addetti è incremento in modo consistente nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, con +59,7% ma soprattutto in quello della fornitura di acqua, reti fognarie e gestione rifiuti, dove la variazione è stata pari a +135 punti percentuali. A seguire si segnalano variazioni positive anche nel comparto dell’istruzione (+11,7%), della fornitura di energia elettrica, gas, vapore (+8,0%) e dei servizi di informazione e comunicazione (+5,0%). Tuttavia un peggioramento della numerosità degli addetti si è avuto per le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (-3,9%) e per il commercio all'ingrosso e al dettaglio (-1,5%). Si noti che il comparto della fornitura di acqua, reti fognarie e gestione rifiuti ha registrato un aumento significativo anche dal punto di vista tendenziale con +130,2%, seguito dalla fornitura di energia elettrica, gas, vapore (+12,1%), dai servizi di informazione e comunicazione (+7,0%) e dalle attività immobiliari (+4,5%). Per contro si segnala una riduzione occupazionale per attività quali: estrazione di minerali da cave e miniere (-6,5%), noleggio, agenzie di viaggio, e servizi alle imprese (-4,8%), istruzione (-5,1%) e, infine, agricoltura, silvicoltura e pesca (-3,4%).

-0,5

-10,7

-1,0

-5,6

-0,6 -0,6

-6,0

5,1

-3,9

4,7

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

I 2013 II 2013 III 2013 IV 2013 I 2014

Tendenziale Congiunturale

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24RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

TABELLA 6 - ADDETTI PER SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA NELLA PROVINCIA DI SIENA; VALORI ASSOLUTI E VARIAZIONI TENDENZIALI E CONGIUNTURALI, 2014 E 2013

Settore I 2014 IV 2013 I 2013 Var. tendenziale

Var. congiunturale

A Agricoltura, silvicoltura pesca 11.823 7.401 12.243 -3,4 59,7 B Estrazione di minerali da cave e miniere 258 258 276 -6,5 0,0 C Attività manifatturiere 20.332 20.206 20.408 -0,4 0,6 D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore 148 137 132 12,1 8,0 E Fornitura di acqua; reti fogn. e gestione rifiuti 1.462 622 635 130,2 135,0 F Costruzioni 10.676 10.740 10.858 -1,7 -0,6 G Commercio all'ingrosso e al dettaglio 14.846 15.066 15.150 -2,0 -1,5 H Trasporto e magazzinaggio 2.248 2.248 2.342 -4,0 0,0 I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 10.508 10.545 10.702 -1,8 -0,4 J Servizi di informazione e comunicazione 2.442 2.326 2.282 7,0 5,0 K Attività finanziarie e assicurative 29.257 29.265 29.575 -1,1 0,0 L Attività immobiliari 3.531 3.436 3.380 4,5 2,8 M Attività professionali, scientifiche e tecniche 2.240 2.257 2.227 0,6 -0,8 N Noleggio, agenzie di viaggio, e servizi alle imprese 2.749 2.672 2.889 -4,8 2,9 P Istruzione 411 368 433 -5,1 11,7 Q Sanità e assistenza sociale 2.520 2.533 2.560 -1,6 -0,5 R Attività artistiche, sportive, di intratt. e divertimento 960 999 987 -2,7 -3,9 S Altre attività di servizi 2.379 2.386 2.456 -3,1 -0,3 X Imprese non classificate 927 922 952 -2,6 0,5 TOTALE 119.717 114.387 120.487 -0,6 4,7

Elaborazione su dati Infocamere L’industria manifatturiera nella provincia di Siena occupa più di 20 mila addetti, assorbendo più del 17% degli addetti totali operanti nel territorio. Il comparto manifatturiero che ha prodotto un più alto livello di occupazione nel I trimestre 2014 è stato quello relativo alla fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali (11,6%), seguito dalla fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca (10,6%), dalla fabbricazione di prodotti farmaceutici di base (10,3%), dalla fabbricazione di prodotti in metallo (10,3%), dal comparto dei mobili (9,8%) e da quello alimentare (9,2%). TABELLA 7 – ADDETTI NEI COMPARTI MANIFATTURIERI DELLA PROVINCIA DI SIENA AL I TRIMESTRE 2014; VALORI ASSOLUTI E COMPOSIZIONE PERCENTUALE

Divisione Addetti totali Composizione % C 10 Industrie alimentari 1.879 9,2 C 11 Industria delle bevande 294 1,4 C 12 Industria del tabacco 4 0,0 C 13 Industrie tessili 139 0,7 C 14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di art. 747 3,7 C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 1.628 8,0 C 16 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 1.241 6,1 C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 196 1,0 C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 425 2,1 C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 152 0,7 C 21 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di prep.. 2.086 10,3 C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 420 2,1 C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di miner. 2.360 11,6 C 24 Metallurgia 364 1,8 C 25 Fabbricazione di prodotti in metallo 2.091 10,3 C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica 123 0,6 C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche 485 2,4 C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 2.153 10,6 C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 1.081 5,3 C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 1 0,0 C 31 Fabbricazione di mobili 1.993 9,8 C 32 Altre industrie manifatturiere 267 1,3 C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 203 1,0 TOTALE INDUSTRIA MANIFATTURIERA 20.332 100,0

Elaborazione su dati Infocamere.

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25

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

Introduzione

Gli scambi commerciali a livello nazionale, registrano, ad aprile 2014, una crescita per le esportazioni (+0,4%) e una flessione per le importazioni (-0,6%). L'aumento congiunturale dell'export è trainato dalle vendite verso i mercati Ue (+0,9%), mentre quelli extra Ue registrano una lieve flessione (-0,2%). L'espansione sui mercati esteri è diffusa a tutti i principali raggruppamenti di prodotti, con l'eccezione dei beni strumentali (-1,5%). Dal lato delle importazioni esse risultano in sensibile diminuzione a causa della flessione avutasi negli acquisti dai Paesi Ue (-1,4%). Dal punto di vista dei prodotti è rilevante il calo per i prodotti intermedi (-3,5%) e i beni di consumo durevoli (-2,7%), mentre è in crescita l'import di prodotti energetici (+3,4%). Dal punto di vista delle variazioni tendenziali, ad aprile 2014, la crescita dell'export (+2,0%) è da ascrivere al rilevante incremento delle vendite verso l'area Ue (+5,0%). In generale, i Paesi verso i quali si è evidenziato un incremento dell’export sono Polonia (+14,8%), Repubblica Ceca (+14,5%) e Belgio (+8,9%). Si segnala inoltre una rilevante crescita delle vendite verso Giappone (+7,1%) e Germania (5,6%). Dal lato dei prodotti risultano in forte espansione le vendite di articoli di abbigliamento, (+10,6%), articoli in pelle (+9,4%) e macchinari e apparecchi n.c.a. (+7,3%). La flessione tendenziale delle importazioni (-2,9%) riguarda sia l'area extra Ue (-3,4%) sia, in misura minore, l'area Ue (-2,6%). Gli acquisti da paesi OPEC (-19,1%), Russia (-15,7%) e paesi MERCOSUR (-12,8%) sono in forte contrazione. Rilevante il calo dell'import di petrolio greggio (-27,4%) e gas naturale (-14,5%). Ad aprile 2014 il saldo commerciale è positivo (+3,5 miliardi) e in ampio miglioramento rispetto ad aprile 2013 (+2,0 miliardi). Si registra un avanzo sia con i paesi Ue (+1.851 milioni) sia con quelli extra Ue (+1.654 milioni). La bilancia commerciale al netto dei prodotti energetici è attiva per 7,0 miliardi.

L’analisi degli scambi commerciali con l’estero, su base provinciale, è svolta attraverso la valutazione delle importazioni e delle esportazioni avutesi nel territorio senese, unita a una disamina sul saldo export-import ed a quella sul saldo normalizzato della bilancia commerciale6. Inoltre, per approfondire ulteriormente l’analisi, ci si sofferma sugli scambi riguardanti il manifatturiero che, come sarà evidenziato di seguito, è il settore che genera la maggior parte dell’interscambio provinciale. Si esaminano, infine, i paesi esteri con cui le imprese senesi intrattengono rapporti commerciali più consistenti.

2. INTERSCAMBIO COMMERCIALE

6 Il saldo normalizzato è dato dal rapporto (%) tra il saldo corrente (exp-imp) e il totale dei flussi commerciali con l’estero (exp+imp). Il suo valore varia tra -100% (paese unicamente importatore) e +100% (paese unicamente esportatore). Se la bilancia commerciale è in pareggio (exp=imp) il saldo normalizzato è uguale a zero.

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26RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

FIGURA 7 – VARIAZIONI TENDENZIALI (%) DI ESPORTAZIONI, IMPORTAZIONI E SALDO EXPORT-IMPORT

Elaborazioni su dati Istat Dai dati forniti dall’Istat si rileva una situazione di eterogeneità tra le esportazioni e le importazioni con riguardo al I trimestre 2014. Da un lato, i flussi commerciali verso l’estero continuano a registrare valori positivi in termini tendenziali (+9,9%, pari a circa 27 milioni di euro in valori assoluti in più), ma negativi in termini congiunturali (-12,8%, con una perdita pari a circa 44 milioni di euro in valori assoluti); dall’altro lato, le importazioni hanno evidenziato un andamento del tutto negativo mostrando una contrazione sia tendenziale (-3,2%, con una perdita di oltre 500 mila euro in valori assoluti) che congiunturale (-0,5%, perdendo circa 44 milioni di euro in valori assoluti). La Figura 7 delinea l’andamento tendenziale delle due variabili (esportazioni e importazioni) a partire dal I trimestre 2010, ed, inoltre, segnala un miglioramento del saldo della bilancia commerciale che, nel trimestre analizzato, si attesta a +18,3%. La Figura 8 costituisce un valido supporto per comprendere in che modo la provincia di Siena riesce ad affermarsi sulle piazze internazionali, andando a riportare i valori assoluti delle importazioni e delle esportazioni nonché l’andamento del saldo normalizzato della bilancia commerciale. A partire dal terzo trimestre 2013 si segnala una ripresa del saldo della bilancia commerciale tanto da chiudere l’ultima parte dell’anno con un 53%, valore più alto registrato negli ultimi 4 anni. Tuttavia, l’anno in corso si apre con una nuova riduzione di tale valore assestandosi al 48,5%, valore comunque molto elevato.

-100,0

-50,0

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 2.13 3.13 4.13 1.14

export import saldo

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27

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

17,78

2,19

5,47

8,95

26,90

5,87

12,26

1,35 3,20

10,66

3,29 2,06

23,48

1,00 1,55

14,39

14,56 4,87

2,72 0,29

5,71

11,46

17,13

2,84

CA-Prodotti alimentari, bevande e tabaccoCB-Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessoriCC-Legno e prodotti in legno; carta e stampaCD-Coke e prodotti petroliferi raffinatiCE-Sostanze e prodotti chimiciCF-Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botaniciCG-Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferiCH-Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impiantiCI-Computer, apparecchi elettronici e otticiCJ-Apparecchi elettriciCK-Macchinari ed apparecchi n.c.a.CL-Mezzi di trasportoCM-Prodotti delle altre attività manifatturiere

FIGURA 8 – ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI (MLN DI EURO) E SALDO NORMALIZZATO (%)

Elaborazioni su dati Istat I flussi commerciali senesi sono trainati dal settore manifatturiero (98,9% delle esportazioni provinciali totali). Le esportazioni, ad inizio 2014, sono pari a circa 297 milioni di euro e le importazioni a circa 102 milioni di euro. La Figura 9 illustra la quota delle singole attività economiche, rientranti nel manifatturiero, sul totale esportato e importato. Dal lato delle esportazioni, i comparti maggiormente rappresentativi sono quello dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (23,48%), dei mezzi di trasporto (17,1%), degli articoli farmaceutici (14,6%), e delle sostanze e prodotti chimici (14,39%). FIGURA 9 – INCIDENZA (%) DI EXPORT E IMPORT DEI COMPARTI MANIFATTURIERI – I TRIMESTRE 2014

EXPORT IMPORT

Elaborazioni su dati Istat

51,2

29,1 30,5

32,7

37,9

29,0

47,7

43,1

47,8

32,8

42,9 50,0

43,6

29,4

42,5

53,4 48,5

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

0

50

100

150

200

250

300

350

400

1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 2.13 3.13 4.13 1.14

Mili

oni

export import saldo normalizzato (asse dx)

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28RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

La Figura 10 fornisce un quadro esaustivo sulle variazioni tendenziali delle esportazioni ed importazioni del comparto manifatturiero al I trimestre 2014. Nel dettaglio l’analisi mostra come in termini tendenziali le esportazioni del comparto manifatturiero aumentino complessivamente del 10%. In particolare, è in miglioramento il comparto dei prodotti petroliferi raffinati (+599%), dei computer (+64,1%), dei macchinari e apparecchi elettrici (+46,6%), dei mezzi di trasporto (+31), della chimica e farmaceutica (+12,8%). Per contro sono in diminuzione, il comparto tessile (-12,3%), e quello del legno (-3,3%). FIGURA 10 – VARIAZIONI TENDENZIALI (%) DI ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI DEI COMPARTI MANIFATTURIERI. I TRIMESTRE 2014

Elaborazioni su dati Istat

-3,0

-2,5

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

-60-40-20

020406080

100120140

Alim

entari, bevande e tabacco

Tessili, abbigliamento, pelli e

accessori

Legno e prodotti in legno; cartae stam

pa

Coke e prodotti petroliferi

raffinati

Sostanze e prodotti chimici

Farmaceutici, chim

ico-m

edicinali e botanici

Gom

ma e m

aterie plastiche*

Metalli di base e prodotti in

metallo**

Com

puter, apparecchielettronici e ottici

Apparecchi elettrici

Macchinari ed apparecchi

n.c.a.

Mezzi di trasporto

Prodotti delle altre attivitàm

anifatturiere

IMPORT

Manifatturiero

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

-1000

100200300400500600700

Alim

entari, bevande e tabacco

Tessili, abbigliamento, pelli e

accessori

Legno e prodotti in legno; cartae stam

pa

Coke e prodotti petroliferi

raffinati

Sostanze e prodotti chimici

Farmaceutici, chim

ico-m

edicinali e botanici

Gom

ma e m

aterie plastiche*

Metalli di base e prodotti in

metallo**

Com

puter, apparecchielettronici e ottici

Apparecchi elettrici

Macchinari ed apparecchi n.c.a.

Mezzi di trasporto

Prodotti delle altre attivitàm

anifatturiere

EXPORT

Manifatturiero

Dal lato delle importazioni, l’intero settore manifatturiero registra una flessione in termini tendenziali pari a -2,6%. Dall’analisi dei singoli comparti che lo compongono, si segnala un incremento dei mezzi di trasporto (+126,1%), dei macchinari (+67,4%), dei metalli di base (+31,6%) e del legno (+23%). Una contrazione si registra, invece, per il comparto dei prodotti petroliferi raffinati (-50,6%), del tessile (-38,9%), delle sostanze e prodotti chimici (-28,4%) dei computer (-23,8%), egli degli altri prodotti manifatturieri (-35%).

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29

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

TABELLA 8 – ESPORTAZIONI, IMPORTAZIONI E SALDO EXPORT-IMPORT DELLA PROVINCIA DI SIENA. I TRIMESTRE 2014

I trimestre 2013 I trimestre 2014 INCIDENZA % Var. tendenziale saldo bilancia

commercImport Export Import Export Import Export Saldo

Francia 11.858.324 35.378.220 9.560.898 37.399.134 11,0 13,0 11,6 18,4 Paesi Bassi 7.506.390 5.523.169 8.964.858 5.015.645 7,0 2,0 3,5 99,1 Germania 19.478.761 35.056.880 18.736.430 34.254.753 18,1 12,8 13,1 -0,4 Regno Unito 17.892.325 13.542.034 16.846.164 16.149.157 16,7 5,0 8,2 -84,0 Danimarca 100.733 8.486.313 206.022 10.524.965 0,1 3,1 2,7 23,1 Grecia 8.916.146 2.420.575 81.125 3.156.578 8,3 0,9 0,8 -147,3 Portogallo 837.113 2.050.362 790.559 2.051.311 0,8 0,8 0,7 3,9 Spagna 7.657.230 7.730.346 19.651.192 11.055.253 7,1 2,8 7,6 -11.856,6 Belgio 2.453.484 15.662.802 2.145.228 16.939.540 2,3 5,7 4,7 12,0 Norvegia 1.441 3.479.303 0 3.508.501 0,0 1,3 0,9 0,9 Svizzera 1.042.420 9.261.545 891.707 8.116.317 1,0 3,4 2,2 -12,1 Turchia 745.609 2.109.809 1.056.456 2.861.150 0,7 0,8 1,0 32,3 Russia 180.264 3.621.084 278.702 4.090.550 0,2 1,3 1,1 10,8 Paesi europei non Ue 2.160.020 20.186.835 2.483.645 20.238.239 2,0 7,4 5,6 -1,5 Unione europea 27 87.774.925 154.615.972 88.046.708 169.962.695 81,7 56,6 63,8 22,6 Algeria 0 861.814 0 3.013.200 0,0 0,3 0,7 249,6 Stati Uniti 8.112.453 33.275.107 865.903 31.493.650 7,6 12,2 8,0 21,7 Canada 748.989 9.303.301 50.176 7.647.505 0,7 3,4 1,9 -11,2 Brasile 156.857 3.238.107 38.059 11.746.531 0,1 1,2 2,9 280,0 America settentrionale 8.861.442 42.578.408 916.079 39.141.155 8,2 15,6 9,9 13,4 America centro-meridionale 340.507 12.599.398 198.434 17.160.684 0,3 4,6 4,3 38,4 Iraq 0 2.316 0 551.797 0,0 0,0 0,1 23.725,4 Arabia Saudita 64.122 3.810.988 0 4.100.473 0,1 1,4 1,0 9,4 Cina 4.680.146 3.742.273 4.410.717 6.757.701 4,4 1,4 2,8 -350,2 Giappone 657.722 2.457.602 2.922.925 0,6 0,9 0,7 62,4 Medio Oriente 88.201 8.375.527 1.951.985 10.152.630 0,1 3,1 3,0 -1,0 Asia centrale 455.930 1.171.828 392.345 1.294.709 0,4 0,4 0,4 26,0 Asia orientale 6.367.028 24.012.726 8.063.372 26.792.229 5,9 8,8 8,6 6,1 EUROPA 89.983.933 175.669.784 90.708.762 191.433.226 83,8 64,3 69,8 17,6 AFRICA 1.313.397 7.265.226 1.755.587 12.018.765 1,2 2,7 3,4 72,4 AMERICA 9.201.949 55.177.806 1.114.513 56.301.839 8,6 20,2 14,2 20,0 ASIA 6.911.159 33.560.081 10.407.702 38.239.568 6,4 12,3 12,0 4,4 OCEANIA E ALTRI TERRITORI 3.000 1.517.222 16.443 2.197.247 0,0 0,6 0,5 44,0 MONDO 107.413.438 273.190.119 104.003.007 300.190.645 100,0 100,0 100,0 18,3

Fonte: elaborazioni su dati Istat In ultima analisi, si illustrano i principali Paesi con i quali la provincia di Siena intrattiene rapporti commerciali. A tal fine, la Tabella 8 espone i valori delle importazioni e delle esportazioni del I trimestre 2014, le relative variazioni tendenziali e, infine, indica l’incidenza di ciascun Paese sul totale dell’import e export senese. L’analisi rileva una sofferenza di competitività della provincia verso alcuni paesi, in particolare si nota una variazione negativa consistente del saldo verso la Spagna (-11.856%), Cina (350%), Grecia (147,3%) e Regno Unito (84%). Favorevole, per contro, lo scambio con Iraq, Brasile e Algeria i cui saldi tendenziale aumentano rispettivamente di +23.725,4%, 280% e di 249,6%.

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30RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

I dati concernenti il settore agricolo si riferiscono alla demografia delle imprese (tasso di sviluppo e imprese attive) dei comparti delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, della silvicoltura e utilizzo di aree forestali e dell’industria alimentare. Il primo trimestre 2014 rileva ancora una volta una divergenza nelle performance dei due comparti che costituiscono il settore agricolo. Da una parte il comparto della silvicoltura ed utilizzo delle aree forestali mostra un tasso di crescita in ribasso rispetto al trimestre scorso assestandosi al +0,01% (contro il +2,8% del IV trimestre), dall’altra il quello delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali evidenzia un tasso di sviluppo demografico che, pur essendo negativo (-0,1%), risulta in rialzo rispetto a quello evidenziato nell’ultima parte dell’anno (-2,3%). FIGURA 11 - TASSO DI SVILUPPO DEMOGRAFICO DEL SETTORE AGRICOLO. ANNI 2011-2014

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese L’analisi aggregata dei comparti che compongono il settore agricolo mostra che a livello tendenziale è stata avvertita una generale contrazione (-1,6%) del numero di imprese attive nel comparto delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali. TABELLA 9 - IMPRESE ATTIVE DEL COMPARTO DELLE COLTIVAZIONI AGRICOLE DI PRODOTTI ANIMALI, CACCIA, PESCA E SERVIZI CONNESSI; I TRIMESTRE 2013 E 2014

I TRIMESTRE 2013 2014 Var. %

tendenziale Attive Inc.% Attive Inc.% Coltivazione di colture agricole non permanenti 2.724 50,5 2.672 50,4 -1,9 Coltivazione di colture permanenti 2.081 38,6 2.045 38,5 -1,7 Riproduzione delle piante 9 0,2 10 0,2 11,1 Allevamento di animali 338 6,3 340 6,4 0,6 Coltivazioni agricole associate all’allevamento di animali: Attività mista 111 2,1 108 2,0 -2,7 Attività di supporto all’agricoltura e attività successive alla raccolta 115 2,1 114 2,1 -0,9 Caccia, cattura di animali e servizi connessi 2 0,0 2 0,0 0,0 Altro 10 0,2 10 0,2 0,0 Pesca 3 0,1 4 0,1 33,3 TOTALE 5.393 100,0 5.305 100,0 -1,6 Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese All’interno di tale comparto l’incidenza maggiore è stata esercitata dalla coltivazione di colture agricole non permanenti (50,4%) e dalla coltivazione di colture agricole permanenti (38,5%) che, nei

-0,01

0,01

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013 II 2013 III 2013 IV 2013 I 2014

Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animaliSilvicoltura ed utilizzo di aree forestali

3. SETTORI DI ATTIVITÀ

A. SETTORE AGRICOLO

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31

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

primi tre mesi dell’anno, risultano in calo rispettivamente del -1,9% e del -1,7% rispetto al I trimestre 2013. Occorre notare che, nel periodo esaminato, sono stati osservati percorsi di crescita demografica nell’ambito nelle attività di: allevamento animali (+0,6%), riproduzione piante (+11,1%) e pesca (+33,3%). Il comparto della silvicoltura ed utilizzo di aree forestali, registra, per contro, un sostanziale miglioramento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno con una variazione positiva di 1,2 punti percentuali. Nel dettaglio, le aziende che sviluppano la loro attività sull’utilizzo di aree forestali rappresentano il 59,2% del totale, in crescita dell’1% in termini tendenziali. TABELLA 10 - IMPRESE ATTIVE DEL COMPARTO DELLA SILVICOLTURA E UTILIZZO DI AREE FORESTALI; I TRIMESTRE 2013 E 2014

I TRIMESTRE 2013 2014 Var. %

tendenziale Attive Inc.% Attive Inc.% Silvicoltura ed altre attività forestali 64 37,2 65 37,4 1,6 Utilizzo di aree forestali 102 59,3 103 59,2 1,0 Servizi di supporto per la silvicoltura 3 1,7 3 1,7 0,0 Altro 3 1,7 3 1,7 0,0 TOTALE 172 100,0 174 100,0 1,2 Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Le ultime considerazioni sul settore agricolo si riferiscono all’andamento delle imprese attive nell’industria alimentare, comparto strettamente collegato al settore in questione. La tabella sottostante evidenzia, nel primo trimestre dell’anno, un incremento tendenziale della numerosità delle imprese afferenti a tale comparto pari al 2,0% (5 unità in più in valori assoluti). Un’analisi più dettagliata conferma ancora una volta che le imprese operanti nell’ambito dei prodotti da forno rappresentano il motore trainante l’industria alimentare, visto che il 52,6% del totale delle imprese appartenenti al comparto alimentare esercitano tale attività. Si considerano molto importanti anche le imprese che svolgono attività di lavorazione e conservazione di carne e prodotti a base di carne, che rappresentano il 12,6% delle imprese attive nel segmento della trasformazione alimentare e l’industria delle bevande con un’incidenza dell’11,1% sul totale. TABELLA 11 - IMPRESE ATTIVE DEL COMPARTO DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE; I TRIMESTRE 2013 E 2014

I TRIMESTRE 2013 2014 Var. %

Attive Inc.% Attive Inc.% tendenziale Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne 32 12,9 32 12,6 0,0 Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi 2 0,8 4 1,6 100,0 Produzione di oli e grassi vegetali e animali 17 6,9 17 6,7 0,0 Industria lattiero - casearia 11 4,4 11 4,3 0,0 Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei 10 4,0 10 4,0 0,0 Produzione di prodotti da forno e farinacei 131 52,8 133 52,6 1,5 Produzione di altri prodotti alimentari 12 4,8 13 5,1 8,3 Produzione di prodotti per l’alimentazione degli animali 4 1,6 4 1,6 0,0 Altro 1 0,4 1 0,4 0,0 Industria delle bevande 28 11,3 28 11,1 0,0 TOTALE 248 100,0 253 100,0 2,0 Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese

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32RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

produzione, il fatturato; gli ordinativi del settore e dei comparti più rappresentativi dello stesso; le previsioni relative al II trimestre 2014. Il quadro relativo al settore manifatturiero si apre con una descrizione quantitativa dei principali comparti che lo compongono. In particolare la Figura 12 mostra la serie storica del tasso di crescita di alcune attività appartenenti al settore in questione a partire dal 2011. Soffermando l’attenzione sul primo trimestre 2014 si può notare la presenza di un leggero miglioramento in tutti i comparti manifatturieri pur permanendo su valori negativi nella maggior parte di essi, ad eccezione di quello alimentare che torna a segnare performance positive. FIGURA 12 - TASSO DI CRESCITA DI ALCUNI COMPARTI MANIFATTURIERI. ANNI 2011-2014

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Lo stato delle imprese attive nel settore manifatturiero è descritto dalla Tabella 12 la quale, da un lato mostra il peso che ciascun comparto occupa sul totale e dall’altro le variazioni tendenziali degli stessi. Un’analisi sui comparti che incidono maggiormente sul settore manifatturiero mostra come la fabbricazione di prodotti in metallo è quella che, tra tutti, riveste maggior rilievo con il 17,4% di incidenza sul totale, seguita dall’industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (13,6%), dalla fabbricazione di mobili (11,3%), dalla fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (9,9%) e dalle industrie alimentari (9,7%). L’analisi sul numero di imprese attive nel I trimestre 2014 si conclude con una variazione tendenziale complessivamente negativa, e pari al -36,2%. Entrando più nel dettaglio, tutti i comparti analizzati hanno evidenziato un netto decremento rispetto allo stesso trimestre 2013. Performance particolarmente negative sono state riscontrate nella: fabbricazione di prodotti farmaceutici di base (-100%), fabbricazione di autoveicoli rimorchi e semirimorchi (-86,7%), metallurgia (-72,2%), fabbricazione prodotti chimici (70,8%), fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica (-69,7%), fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-69,4%).

0,0

-1,0

0,4

-1,2

-3,5

-3,0

-2,5

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013 II 2013 III 2013 IV 2013 I 2014

Alimentari Legno e prodotti in legno e sughero Altri prodotti della lav. di minerali Mobili

B. SETTORE MANIFATTURIERO La situazione economica del settore manifatturiero è approfondita attraverso la lettura dei dati concernenti: la demografia delle imprese (tasso di crescita e numero di imprese attive), la

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33

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

TABELLA 12 - IMPRESE ATTIVE DISTINTE PER ATTIVITÀ MANIFATTURIERE; I TRIMESTRE 2013 E 2014 I TRIMESTRE

Divisione 2013 2014 Var. %

Attive Inc.% Attive Inc.% tendenziale C 10 Industrie alimentari 220 9,4 145 9,7 -34,1 C 11 Industria delle bevande 28 1,2 12 0,8 -57,1 C 13 Industrie tessili 43 1,8 36 2,4 -16,3 C 14 Confezione di articoli di abbigliamento 113 4,8 81 5,4 -28,3 C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 157 6,7 130 8,7 -17,2 C 16 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero 273 11,6 204 13,6 -25,3 C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 25 1,1 10 0,7 -60,0 C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 74 3,2 52 3,5 -29,7 C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 24 1,0 7 0,5 -70,8 C 21 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base 3 0,1 0 0,0 -100,0 C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 36 1,5 11 0,7 -69,4 C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lav. di min. non metalif. 245 10,4 148 9,9 -39,6 C 24 Metallurgia 18 0,8 5 0,3 -72,2 C 25 Fabbricazione di prodotti in metallo 371 15,8 260 17,4 -29,9 C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica 33 1,4 10 0,7 -69,7 C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche 56 2,4 31 2,1 -44,6 C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 119 5,1 40 2,7 -66,4 C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 15 0,6 2 0,1 -86,7 C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 3 0,1 1 0,1 -66,7 C 31 Fabbricazione di mobili 268 11,4 113 7,5 -57,8 C 32 Altre industrie manifatturiere 136 5,8 118 7,9 -13,2 C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 89 3,8 82 5,5 -7,9 TOTALE 2.349 100,0 1.498 100,0 -36,2

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Continua anche nel I trimestre 2014 la dinamica favorevole delle imprese senesi per quanto concerne il fatturato e la produzione. La rilevazione trimestrale conferma la ripresa già evidenziata nel precedente Rapporto con valori tendenziali pari +4,7% per la produzione e +4,6% per il fatturato. Nel primo quarto dell’anno si rileva, invece, una flessione del fatturato esportato sul fatturato totale che, comunque, presenta un valore interessante, pari a 35,4%. FIGURA 13 - EVOLUZIONE DELLA PRODUZIONE, DEL FATTURATO (VARIAZIONI TENDENZIALI %) E DELLA QUOTA DI FATTURATO ESPORTATO SUL TOTALE. ANNI 2009-2014

Elaborazione su dati Unioncamere Toscana Se si concentra l’attenzione sui dati relativi al fatturato e alla produzione, in relazione ai diversi comparti che compongono il settore manifatturiero, è possibile descrivere in quale situazione versano gli stessi nel periodo preso in esame. Sono certamente positivi i dati che giungono dal comparto della chimica e farmaceutica che, con il +33,5% del fatturato e +13,1% della produzione, rappresenta il segmento produttivo trainante la ripresa del manifatturiero.

4,6 4,7

35,4

-30,0

-20,0

-10,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 2.13 3.13 4.13 1.14

produzione fatturato %fatt.estero/fatt. totale

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34RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

2,5

1,4

1,2

-2,6

-8,1

-13,3

-9,5

-8,8

-4,8

-9,1

-0,7

-0,8

2,2

-16,0

-14,0

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 2.13 3.13 4.13 1.14

-8,6

18,0

1,3

-4,3

2,2

-10 -5 0 5 10 15 20

Legno e mobilio

Chimica e farmaceutica

Vetro, ceramica e terrecotte

Metalli

Totale manifatturiero

Continua a registrare un andamento negativo il comparto del legno e mobilio che vede una flessione di entrambi gli indicatori del -5,4% per il fatturato e -3,3% per la produzione. Il segmento produttivo dei metalli, elettronica, meccanica e mezzi di trasporto e quello “altre manifatturiere” mostra un andamento divergente dei valori, segnando una riduzione del fatturato (rispettivamente -0,2% e - 6,9%), ma un incremento della produzione (rispettivamente +0,4% e +10,6%), evidenziando dunque strategie di prezzo e/o difensive. FIGURA 14 - VARIAZIONI TENDENZIALI (%) DELLA PRODUZIONE E DEL FATTURATO DEI COMPARTI MANIFATTURIERI. I TRIMESTRE 2014

Elaborazione su dati Unioncamere Toscana Sempre in considerazione dei singoli comparti manifatturieri, lo studio dei dati sugli ordinativi, lascia emergere una situazione di ripresa dell’intero settore, con un incremento complessivo a livello tendenziale pari a +2,2%. Continuano le difficoltà del comparto del legno e mobilio, il quale registra nel I trimestre, una diminuzione degli ordinativi di -8,6 punti percentuali. Andamento altrettanto severo è stato rilevato anche per il comparto dei metalli che apre il 2014, con un -4,3% in termini tendenziali. Il comparto della chimica e farmaceutica, in linea con quanto già affermato in precedenza, mostra una fase espansiva, con un incremento degli ordinativi pari a +2,9%. Valori leggermente positivi sono stati riscontrati anche nel comparto del vetro, ceramica e terrecotte con un 1,3% degli ordini in più rispetto al I trimestre 2013. FIGURA 15 - VARIAZIONI TENDENZIALI (%) DEGLI ORDINATIVI DEL MANIFATTURIERO E DETTAGLIO SU ALCUNI COMPARTI SPECIFICI. ANNI 2011-2014

TOTALE MANIFATTURIERO PER COMPARTI

Elaborazione su dati Unioncamere Toscana

-3,3

13,1

0,4

10,6

-5,4

33,5

-0,2

-6,9

-10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0

Legno e mobilio

Chimica e farmaceutica

Metalli, Elettronica, Meccanica, Mezzi di trasporto

Altre manifatturiere fatturatoproduzione

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35

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

Per concludere la disamina sul settore manifatturiero, è opportuno riportare quali siano le aspettative degli operatori economici per il II dell’anno in corso. Purtroppo, la fase recessiva che ha colpito l’economia in generale ha generato un clima di fiducia non favorevole per gli operatori economici. La Figura 16 riflette proprio questa situazione nella quale l’unico elemento positivo sembra giungere dalla produzione con appena l’1% in più rispetto al I trimestre 2014. Per il resto ci si aspetta una contrazione per tutti gli altri indicatori esaminati: produzione annuale (-8,5%), domanda estera (-2,1%), domanda interna (-1,5%), occupazione (-10,4%). FIGURA 16 – SALDI DELLE ASPETTATIVE DEL MANIFATTURIERO. II 2014 SU I 2014

Elaborazione su dati Unioncamere Toscana

1,0%

-10,4%

-1,5%

-2,1%

-8,5%

-12,0% -10,0% -8,0% -6,0% -4,0% -2,0% 0,0% 2,0%

Produzione

Occupazione

Domanda interna

Domanda estera

Produzione annuale

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36RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

C) Settore Commercio al dettaglio Del settore del commercio è analizzata la demografia delle imprese (tasso di crescita e numero delle imprese attive), gli andamenti delle vendite e fatturato dell’intero settore e della piccola, media e grande distribuzione, nonché le aspettative relative al II trimestre 2014. L’aspetto demografico delle imprese commerciali evidenzia, nel I trimestre 2014, il medesimo andamento nei due maggiori comparti che compongono il settore. La forbice iniziata nel primo trimestre dello scorso anno e proseguita per tutto il 2013 si riallinea nel primo trimestre dell’anno in corso: ciò indica una ripresa della tendenza delle famiglie a rivolgersi a esercizi più vicini a scapito di quelli all’ingrosso. Il commercio all’ingrosso dopo la performance ampiamente positiva dell’ultima parte dell’anno registra una flessione del tasso di crescita nel primo trimestre 2014 assestandosi a -0,1%. Diverso, invece, l’andamento del commercio al dettaglio che, pur restando negativo (pari anch’esso a -0,1%), apre il nuovo anno con una ripresa. FIGURA 17 - TASSO DI CRESCITA DEI SETTORI DEL COMMERCIO. ANNI 2011-2014

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese Analizzando l’andamento delle imprese attive nel commercio si delinea ancora una ripresa (seppure lieve) del settore in termini tendenziali (+0,1%) anche se non si raggiunge la variazione positiva segnata lo scorso trimestre (+1,6%). Così come nelle precedenti analisi, il comparto che stimola la ripresa è senza dubbio il commercio all’ingrosso (esclusi gli autoveicoli) che ha segnato un incremento tendenziale dell’1,3% seppure lontano dal valore registrato lo scorso trimestre. Tuttavia, a tale incremento si contrappone il valore negativo registrato dal commercio al dettaglio (-0,5%), il quale, però, risulta in leggero recupero se si confrontano i dati rilevati negli ultimi tre trimestri.

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

I 2011 II 2011 III 2011 IV 2011 I 2012 II 2012 III 2012 IV 2012 I 2013 II 2013 III 2013 IV 2013 I 2014

Comm. all'ingrosso (esclusi autoveicoli) Comm. al dettaglio (esclusi autoveicoli)

C. SETTORE COMMERCIO AL DETTAGLIO

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37

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

FIGURA 18 - VARIAZIONI TRIMESTRALI TENDENZIALI (%) DEL NUMERO DELLE IMPRESE ATTIVE DEL SETTORE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO E ALL'INGROSSO

Elaborazione su dati Infocamere – Movimprese I dati di vendita del settore sono approfonditi tramite l’indagine congiunturale sul commercio promossa da Unioncamere Toscana7. A tal proposito, il primo trimestre dell’anno continua ad essere caratterizzato da un trend negativo del settore commerciale: in termini tendenziali, il saldo tra dichiarazioni di aumento e diminuzione delle vendite degli operatori del settore si attesta al -38%, mentre a livello congiunturale il saldo (-36%) risulta ampiamente peggiorato rispetto a quanto registrato nei trimestri precedenti. FIGURA 19 – SALDO (%) AUMENTO-DIMINUZIONE DELLE VENDITE NEL SETTORE. ANNI 2009-2014

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana

0,5 0,0 -0,3 -0,7 -0,9 -0,1 -0,2

-0,8 -0,8 -0,4 0,0

1,6

0,1

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

I 11/10 II 11/10 III 11/10 IV 11/10 I 12/11 II 12/11 III 12/11 IV 12/11 I 13/12 II 13/12 III 13/12 IV 13/12 I 14/13

Comm. all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli Comm. all'ingrosso (esclusi autoveicoli)Comm. al dettaglio (esclusi autoveicoli) Totale settore

-39 -38

-38

-39

-7

-36

-60

-50

-40

-30

-20

-10

0

10

1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 2.13 3.13 4.13 1.14

saldo tendenziale saldo congiunturale

30

7 Fonte Unioncamere Toscana – Osservatorio sul commercio al dettaglio. Si ricorda che l’indagine è stata svolta per la prima volta nel I trimestre 2005.

La flessione registrata a livello tendenziale si denota anche dall’analisi del fatturato che, nel I trimestre 2014, risulta in calo e pari a -4,5%. La Figura 20 mostra come il settore commerciale abbia raggiunto la massima negatività nell’ultimo trimestre 2012 con un valore pari a -8,6%; tale valore è tornato a salire nel corso del 2013, a scendere alla fine dello stesso anno, e di nuovo ad aumentare nella prima parte del 2014.

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38RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

FIGURA 20 – SERIE STORICA DELLE VARIAZIONI (%) TENDENZIALI TRIMESTRALI DEL FATTURATO. ANNI 2009-2014

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana Un’analisi più accurata del fatturato lascia emergere andamenti differenti a seconda della tipologia distributiva esaminata. In effetti, il I trimestre, registra un peggioramento, rispetto all’anno precedente, del volume di affari nella media, nella piccola e nella grande distribuzione (rispettivamente di -3,2%,- 6% e di -2,2%). FIGURA 21 – VARIAZIONI (%) TRIMESTRALI TENDENZIALI DEL FATTURATO VENDUTO PER TIPOLOGIA DISTRIBUTIVA. ANNI 2009-2014

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana L’osservazione delle variazioni tendenziali del fatturato dal punto di vista merceologico evidenzia dinamiche eterogenee nei comparti esaminati: all’incremento segnalato dagli ipermercati e grandi magazzini (+2%) si contrappone, ancora una volta, una contrazione dei prodotti alimentari (-4,4%) a cui si aggiunge il calo dei prodotti non alimentari (-5,1%).

-7,0

-3,9 -3,8 -3,0

-2,3 -1,9 -1,6

-2,4 -1,9 -1,9

-2,6 -3,1

-6,0

-7,3 -7,7

-8,6

-7,5

-5,7

-4,7 -5,2

-4,5

-10,0

-9,0

-8,0

-7,0

-6,0

-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 2.13 3.13 4.13 1.14

-6,0

-3,2

-2,2

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 2.13 3.13 4.13 1.14

Piccola distr. Media distr. Grande distr.

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39

FIGURA 22 – VARIAZIONI (%) TRIMESTRALI TENDENZIALI DEL FATTURATO VENDUTO PER SETTORE MERCEOLOGICO. ANNI 2009-2014

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana L’analisi del settore commerciale si conclude osservando le previsioni sulle vendite per il II trimestre 2014: gli operatori presumono un incremento delle stesse per l’intero settore di 2,8 punti percentuali. Entrando nel dettaglio, alle consistenti flessioni (in termini di saldo tra presunto aumento/diminuzione del fatturato) previste per la piccola e media distribuzione (rispettivamente di -8,8% e 16,4%) si contrappone un consistente incremento per la grande distribuzione (+35,6%). Dal lato merceologico, gli operatori prevedono valori percentuali sopra la media settoriale per il comparto dei prodotti alimentari (3,4%) e in quello dell’abbigliamento (12,3%). Per gli altri comparti ci si attende un peggioramento delle performance di vendita soprattutto nei prodotti per la casa (-16,1%). Una proiezione decisamente positiva viene fatta per gli ipermercati, supermercati e grandi magazzini per i quali si prospetta un saldo positivo delle vendite di +59,4%. FIGURA 23 – PREVISIONI DELLE VENDITE NEL II 2014 RISPETTO AL I 2014 (VARIAZIONI %). SALDI TRA LE DICHIARAZIONI DI PRESUNTO AUMENTO-DIMINUZIONE DI FATTURATO

Elaborazione su dati Unioncamere - Indagine congiunturale sul commercio per la regione Toscana

-4,4

-5,1

2,0

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

1.09 2.09 3.09 4.09 1.10 2.10 3.10 4.10 1.11 2.11 3.11 4.11 1.12 2.12 3.12 4.12 1.13 2.13 3.13 4.13 1.14

Prodotti Alim. Prod. Non Alim Ipermercati, supermercati e grandi magazzini

2,8

-8,8 -16,4

35,6

59,4

3,4

-2,6

12,3

-16,1 -3,7 -30,0-20,0-10,0

0,010,020,030,040,050,060,070,0

Totale settore

Piccola distr.

Media distr.

Grande distr.

Iper.Super.

Prod.Alim

.

Prod.non Alim

.

Abbigliam

ento

Prod.per la casa

Altri prod.non alim

.

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

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40RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

In provincia di Siena, nel primo trimestre del 2014, la dinamica degli impieghi bancari (prestiti al netto delle sofferenze) registra ancora un calo su base annua (-2,6%), significativo, ma in netto regresso rispetto a quello registrato l’anno scorso, quando in media superò il -5%. A fronte di una flessione in leggera decelerazione per le famiglie (-0,8% tendenziale rispetto al -1,3% medio annuo del 2013), si sottolinea come lo stock degli impieghi al settore produttivo sia tornato a crescere su base congiunturale (+2,8% rispetto a dicembre 2013), pur restando in calo su base annua (-1,5%); si accentua, inoltre, la diminuzione degli impieghi agli altri settori (società finanziarie e pubblica amministrazione), ormai in corso dalla fine del 2012. Il calo degli impieghi è globalmente inferiore, in provincia di Siena, a quello riscontrato a livello nazionale (pari al -4,3% annuo), con differenze significative sia per i settori produttivi (-6,5% il dato nazionale) che per le famiglie consumatrici (-1,7% a/a per l’Italia contro il -0,8% provinciale). TABELLA 13 – IMPEGNI VIVI A CLIENTELA ORDINARIA RESIDENTE. PROVINCIA DI SIENA (DATI IN MILIONI DI EURO) Settori Var.% Incid.%

31.03.14 a 3 m a 12 m 31.13.14 31.13.13

Famiglie consumatrici, Issl e Unc 2.808 -0,2 -0,8 27,7 27,2

Imprese e famiglie produttrici 6.649 2,8 -1,5 65,5 64,8

- Famiglie produttrici e SNF < 20 addetti 1.539 -0,6 -5,4 15,2 15,6

- SNF > 20 addetti 5.110 3,9 -0,2 50,4 49,2

Altri settori 691 -13,5 -17,3 6,8 8,0

Totale 10.147 0,7 -2,6 100,0 100,0 Fonte: elaborazione del Servizio Research di Banca Monte dei Paschi di Siena su dati Banca d'Italia L’aumento trimestrale dei finanziamenti al settore produttivo (società non finanziarie e famiglie produttrici) ha interessato, in provincia di Siena, tutti i comparti di attività, in misura tale da consentire, però, solo ai servizi (che comprendono anche il commercio e le attività immobiliari) di tornare a registrare una crescita, pur se modesta (+0,7%) su base tendenziale. Appare significativa, poi, la netta diminuzione del calo annuo degli impieghi all’industria (-4,5% rispetto ad una media del -14,9% registrata nel 2013) e la conferma dell’inversione di tendenza dei finanziamenti al comparto delle costruzioni (che mostrava un aumento sino al 3° trimestre 2013); sostanzialmente allineata alla media dello scorso anno la diminuzione degli impieghi agli altri settori (prevalentemente agricoltura, silvicoltura e pesca). TABELLA 14 – IMPEGNI VIVI A SETTORI PRODUTTIVI PER COMPARTI DI ATTIVITÀ. PROVINCIA DI SIENA (DATI IN MILIONI DI EURO)

Comparti Var.% Incid.%

31.03.14 a 3 m a 12 m 31.03.14 31.03.13

Attività industriali 985 4,9 -4,5 14,8 15,3

Costruzioni 1.089 3,4 -2,4 16,4 16,5

Servizi 3.534 2,7 0,7 53,2 52,0

Altro 1.040 0,7 -4,7 15,6 16,2

Totale 6.649 2.8 -1,5 100,0 100,0 Fonte: elaborazione del Servizio Research di Banca Monte dei Paschi di Siena su dati Banca d'Italia Nel trimestre finale dell’anno scorso, le sofferenze sono ancora aumentate (del 9,2% trimestrale, a ritmi superiori a quelli dei tre periodi precedenti), registrando, però, un’attenuazione del fenomeno su

4. QUADRO FINANZIARIO

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41

L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA

LOCALE

base annua, con la crescita che si attesta al 34,3%, in diminuzione rispetto agli incrementi superiori al 40% evidenziati a partire dalla fine del 2012. Il rallentamento della dinamica delle sofferenze interessa soprattutto l’industria (dal +90% dei due periodi precedenti al +43,2%), a fronte di un’accelerazione per le costruzioni (che erano attorno al +40%) e di movimenti meno marcati per il settore famiglie, comunque in graduale decelerazione. Il rapporto sofferenze/prestiti si avvicina al 9% in provincia di Siena (salendo di oltre tre punti percentuali rispetto a dodici mesi prima), significativamente sopra l’analogo dato a livello nazionale (8,1%). Anche l’incremento annuo delle sofferenze si mantiene sopra la media nazionale (pari al +24,7%), riflettendo la più elevata dinamica sia del settore produttivo (+36,2% rispetto a +28,1%) sia delle famiglie consumatrici (+19% contro il +13,5%). TABELLA 15 – SOFFERENZE DI CLIENTELA ORDINARIA RESIDENTE. PROVINCIA DI SIENA (DATI IN MILIONI DI EURO)

Settori Var.% Incid.%

30.03.14 a 3 m a 12 m 30.03.14 30.03.13

Settori produttivi 895 9,7 36,2 89,9 88,7

-Società non finanziarie 775 9,8 40,4 77,9 74,5

di cui:

Attività industriali 285 3,3 43,2 28,6 26,9

Costruzioni 150 21,0 63,0 15,1 12,4

Servizi 253 11,9 28,4 25,4 26,6

-Famiglie produttrici 120 9,1 14,3 12,1 14,2

Famiglie consumatrici, Issl e UNC 100 6,4 19,0 10,1 11,3

Totale 995 9,2 34,3 100,0 100,0 Fonte: elaborazione del Servizio Research di Banca Monte dei Paschi di Siena su dati Banca d'Italia Riprende, nel 1° trimestre dell’anno, la crescita dei depositi bancari (+2,9% congiunturale), con il contributo soprattutto (in valori assoluti) delle imprese non finanziarie, ma di fatto di tutti i settori, tranne le amministrazioni pubbliche; in particolare, si conferma l’ininterrotto (dal 2° trimestre 2011) incremento dei depositi delle famiglie consumatrici (ove considerate al netto delle Istituzioni Sociali Private e delle Unità non classificabili). Su base annua, la crescita dei depositi torna sui livelli registrati nella seconda metà del 2012, riflettendo la dinamica di famiglie consumatrici e imprese non finanziarie. TABELLA 16 – DEPOSITI DA CLIENTELA ORDINARIA RESIDENTE. PROVINCIA DI SIENA (DATI IN MILIONI DI EURO) Settori Var.% Incid.% 30.03.14 a 3 m a 12 m 30.03.14 30.03.13 Amministrazioni pubbliche 64 -7,4 -7,4 0,8 1,0 Imprese finanziarie e assicurative 297 28,7 17,0 3,9 3,5 Imprese non finanziarie 2.467 4,0 4,6 32,8 32,9 Famiglie produttrici 284 0,8 1,4 3,8 3,9 Famiglie Consumatrici (*) 4.418 1,2 5,0 58,7 58,7

Totale 7.528 2,9 5,0 100,0 100,0 (*) Comprende anche le istituzioni sociali private e le unità non classificabili. Fonte: elaborazione del Servizio Research di Banca Monte dei Paschi di Siena su dati Banca d'Italia Non si arresta l’evoluzione negativa delle principali forme di credito specialistico. Sul mercato retail, i dati di fine 2013 confermano il prosieguo della diminuzione dello stock dei finanziamenti concessi dalle banche per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie consumatrici, su ritmi annui analoghi a quelli registrati nei tre trimestri precedenti; si accentua ulteriormente, inoltre, la flessione annua del

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42RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

credito totale (concesso da banche e società finanziarie vigilate) per l’acquisto di beni di consumo (-4,7% a/a). Sul segmento corporate, diminuiscono ancora (ed in misura apprezzabile), confermando la tendenza in corso da metà 2012, i finanziamenti bancari finalizzati all’investimento in macchinari, confermando le incertezze sulle prospettive della ripresa dell’economia reale; i crediti connessi con operazioni di leasing chiudono l’anno con un calo (-9,7%) inferiore a quello registrato a fine 2012 (-11,9%). TABELLA 17 – CREDITO SPECIALISTICO. PROVINCIA DI SIENA (DATI IN MILIONI DI EURO) Totale al di cui Var.% (1) 30.03.14 Banche a 3 m a 12 m

Credito al consumo 406 174 -1,0 -4,7

Leasing (*) 382 183 -6,6 -9,7

Acquisto abitazioni famiglie consumatrici (**) 1,586 -0,5 -1,0

Prestiti per investimenti in macchinari (**) 330 -1,7 -18,6 (1) Per credito al consumo e leasing calcolate sul totale (*) Crediti residui in linea capitale impliciti nei contratti di leasing finanziario. (**) Localizzazione investimento Fonte: elaborazione del Servizio Research di Banca Monte dei Paschi di Siena su segnalazioni di vigilanza Nel trimestre finale dello scorso anno, i tassi d’interesse medi sulle principali operazioni di finanziamento bancario evidenziano, in provincia di Siena, una diminuzione rispetto al periodo precedente, con l’eccezione del tasso sui rischi a revoca, in un periodo nel quale i tassi di riferimento (Euribor e IRS) si sono mossi in contenuto rialzo (meno di dieci pb). I tassi sui finanziamenti in essere censiti restano, in provincia, inferiori a quelli regionali, anche in misura rilevante (oltre due punti percentuali di spread negativo sui rischi a revoca), e nazionali (per circa 60 pb sui rischi a scadenza e a revoca), con l’eccezione del tasso sui rischi auto liquidanti, superiori per 33 pb. TABELLA 18 – TASSI ATTIVI. CLIENTELA ORDINARIA RESIDENTE. PROVINCIA DI SIENA

Tassi effettivi 31/12/2013 30/09/2013 30/06/2013 31/03/2013

Rischi autoliquidanti 5,48 5,49 5,65 5,59 (es. anticipi sbf, sconto portafoglio)

Rischi a scadenza 2,17 2,69 2,13 2,69 (es. mutui, leasing, factoring, pct)

Rischi a revoca 6,16 6,06 6,37 5,96 (es.c/c attivi) Fonte: elaborazione del Servizio Research di Banca Monte dei Paschi di Siena su dati Banca d'Italia

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43

APPENDICE

Introduzione Il sistema dei distretti industriali ha rappresentato, a partire dagli anni sessanta, uno degli elementi di traino della nostra economia. La caratteristica fondamentale di tale modello è la presenza di rapporti di interdipendenza e cooperazione tra imprese prevalentemente di piccole dimensioni situate in un determinato territorio. È certo come il modello dei distretti industriali abbia contribuito alla crescita del reddito e dell’occupazione grazie alla continua ricerca della qualità e dell’originalità dei prodotti offerti nel quadro della relazionalità delle economie di scopo, dando modo a molte imprese di insediarsi sui mercati internazionali. D’altro canto, il processo di globalizzazione ha favorito la nascita di nuove sfide e opportunità per quelle imprese che desideravano non solo preservare ma anche incrementare il proprio potenziale competitivo in Italia e all’estero. L’impresa distrettuale pone attenzione, oggi come in passato, all’innovazione del prodotto e all’efficientamento dei sistemi produttivi (attraverso la sperimentazione di nuove tecnologie), ma nel contempo è alla costante ricerca di politiche di internazionalizzazione volte a individuare nuove nicchie di mercato in cui inserirsi. A questa visione “globalizzata” del distretto, si affianca quella di molti imprenditori che continuano a definirlo come un luogo in cui si valorizzano le tradizioni produttive del territorio, si fa attenzione alla qualità dei prodotti e dei processi e, soprattutto, si predilige l’impresa familiare come sistema di organizzazione d’impresa. La dimensione locale sociale e relazionale continua ad avere un ruolo di primaria importanza, considerando che il distretto si configura come un modello specifico di fare impresa sul territorio: la creazione e il controllo di sistemi a rete (di distribuzione, di know-how e di collaborazione) tra imprese presenti nello stesso territorio, consente la creazione di un modello collaborativo che, nel tempo, si conferma un fattore competitivo di successo. Tuttavia questo modello, proprio perché in continua evoluzione e legato alle trasformazioni del territorio, non è esente da criticità. La presenza di possibili forme di concorrenza sleale, il problema del turnover generazionale in azienda, la contrazione della produzione e la conseguente perdita di figure professionali competenti, sono solo alcuni dei fenomeni che possono impattare negativamente sulle dinamiche distrettuali di competitività. 1. I fattori alla base della competitività Il modello produttivo e organizzativo dei distretti industriali fa leva su molteplici fattori di crescita, anche se l’elemento trainante il vantaggio competitivo delle imprese distrettuali risiede oggi, come in passato, nell’attenta realizzazione del prodotto: la cura del particolare, la selezione dei materiali utilizzati, l’attenzione al design e all’originalità di ciò che viene proposto ai clienti consente alle imprese distrettuali di distinguersi sui mercati locali ed esteri. In tale contesto resta importante l’impronta di produzioni di matrice artigianale, ossia di produzioni “di nicchia” in cui vengono richieste competenze spesso originali e dal carattere distintivo. L’indagine effettuata dal Centro studi Unioncamere ha rivelato quali sono i fattori che caratterizzano le imprese industriali. La Figura 1 mostra una classificazione di tali elementi secondo l’importanza ad essi attribuita dagli imprenditori intervistati.

APPENDICE I DISTRETTI INDUSTRIALI E IL COMPARTO DELLA PELLETTERIA SENESE

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44RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

Figura 1 - Vantaggi competitivi segnalati dalle imprese distrettuali secondo l'importanza a essi attribuita nel 3 A del Made in Italy* (composizioni % sul totale dei rispondenti)

*Abbigliamento – moda, Arredamento – mobile, alimentare Fonte: indagine Centro studi Unioncamere sulle PMI manifatturiere dei distretti industriali (20-499 addetti) Si noti come la strategia principale di molte imprese si concentra proprio sulla qualità e sul design, mentre una minore importanza viene assunta da fattori come il rapporto qualità/prezzo, il marchio aziendale, la personalizzazione del prodotto e la capacità innovativa e progettuale. Se gran parte delle capacità dei distretti produttivi viene improntata sul concetto di qualità, occorre considerare come essa debba essere continuamente alimentata tenendo conto che i mutamenti del mercato possono mettere in discussione strategie consolidate che si reputavano di successo. Le innovazioni e il cambiamento generano, e genereranno, nuove tipologie di prodotti, ma anche nuove competenze e figure professionali che richiederanno precise politiche atte a definire percorsi formativi, incentivi per la costituzione di network di conoscenza e forme di sostegno agli investimenti. Per molti versi i distretti sembrano già muoversi lungo la strada dell’innovazione: le prime leve che hanno posto in campo per garantire la qualità e la competitività dei prodotti riguardano: • il miglioramento dei livelli di specializzazione del personale addetto alla produzione; • gli investimenti sui sistemi di controllo della qualità e sui sistemi per la gestione della qualità di processo e di prodotto; • gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo. La propensione a perseguire su questo particolare sentiero di crescita è maggiormente evidente tra le imprese del settore della meccanica industriale e questo particolare orientamento allo sviluppo esprime tutta la modernità dei distretti industriali. Molte aziende reputano che la crescita possa essere intrapresa attraverso il rafforzamento delle competenze del capitale umano, il controllo diretto di tutte le fasi a monte e a valle del processo e, non da ultimo, le attività di ricerca e sviluppo. Il modello produttivo viene così ridefinito essendo incentrato su fattori che vanno al di là della semplice cura del particolare e della focalizzazione sulla qualità del prodotto. In effetti, dalla Figura 2, emerge che il 74% delle imprese intervistate ha intenzione, nell’immediato futuro, di sperimentare nuovi prodotti, mentre il 38% ha indicato di voler adottare tecnologie di produzione finalizzate al risparmio energetico ed a basso impatto ambientale; più di un terzo delle stesse intende affidare all’esterno alcune fasi della produzione (generando un processo di ristrutturazione e di allungamento della filiera di appartenenza) e poco più di un quarto ha proceduto, o vuole procedere, all’internazionalizzazione di funzioni ad oggi affidate all’esterno.

45,9

10,6

8,9

8,3

5,4

4,4

4,3

0,5

3,4

2,1

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

Qualità/design

Rapporto qualità/prezzo prodotti

Marchio aziendale

Personalizzazione rispetto richieste clienti

Qualità risorse umane e competenze aziendali

Capacità innovativa e progettuale

Assistenza post vendita

Utilizzo servizi e tecnologie informatiche

Modello organizzativo

Canali distributivi/rete vendita

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45

APPENDICE

Figura 2 - Modifiche all'organizzazione della produzione previste nel breve periodo dalle imprese distrettuali (Valori % sul totale imprese, per ciascuna modalità)

Fonte: indagine Centro studi Unioncamere sulle PMI manifatturiere dei distretti industriali (20-499 addetti) Da questi dati si comprende come i distretti industriali siano sistemi d’impresa interessati da molteplici flussi che non sono prettamente con l’esterno (esportazioni, importazioni e relazioni con altre realtà territoriali), ma si generano anche al proprio interno attraverso, ad esempio, l’esternalizzazione di funzioni, la razionalizzazione delle reti di fornitura e la costituzione di reti di know-how, di R&S tecnologico e di logistica. Ma quali sono ad oggi gli obiettivi di sviluppo di un’impresa distrettuale? La presenza di una crisi economica impone alle imprese l’adozione di politiche finalizzate spesso alla razionalizzazione dei costi o basate sulla leva del prezzo, con operazioni di sconto verso i clienti principali. Tuttavia, emerge la possibilità di attuare azioni più complesse, che spaziano dagli investimenti diretti sulle reti commerciali all’apertura progressiva verso le tecnologie informatiche applicate ai processi produttivi. 2. I punti di forza e le criticità dei distretti Nel paragrafo precedente sono state definite le caratteristiche distintive dell’impresa distrettuale che possono essere così sintetizzate: • priorità data alla qualità dei prodotti e dei processi; • preminenza della forma dell’impresa familiare; • radicamento e la tradizione produttiva del territorio. Il modello distrettuale così definito è espressione di un capitalismo territoriale (e familiare) che ha lungamente alimentato processi di coesione sociale ed ha innescato fenomeni di crescita diffusa. Il ruolo sociale dell’impresa nel distretto emerge anche nell’analisi di Unioncamere. Per la maggior parte degli imprenditori intervistati vi è un’alternanza tra massimizzazione del profitto (che ovviamente vi deve essere) e la capacità dell’impresa di generare altre tipologie di valori, a cominciare dal soddisfacimento dei lavoratori, dei clienti e dei fornitori senza dimenticare la creazione di occupazione e il benessere sociale. Certamente il continuo mutare del contesto di riferimento fa sì che si attuino fenomeni di cambiamento profondo nella realtà distrettuale, anche se i caratteri originari e il senso di appartenenza ad una certa comunità restano presenti nella maggioranza dei distretti industriali italiani.

74,1

38

36,5

26,5

7,5

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Sperimentazione e avvio della produzione di nuovi prodotti

Investimento in prodotti e tecnologie a maggior risparmioenergetico

Affidamento ad imprese subfornitrici di fasi dellalavorazione oggi svolte all'interno

Internazionalizzazione di finzioni oggi svolte all'esterno

Avvio di linee di produzione completamente nuove

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46RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

ELEMENTI DI FORZA E DI INNOVAZIONE

Maggiore apertura all'esterno di imprese locali (65,5%)

Innalzamento qualità dei prodotti (49,4%)

Maggiore collaborazione tra imprese di distretto (30,7%)

Avvio nuove produzioni in nuovi settori/diversificazione (12,2%)

Nuove imprese leader (8,4%)

Tra i fenomeni evolutivi intervenuti maggiormente negli ultimi anni si denota una crescente apertura all’estero (65,5%), un innalzamento della qualità dei prodotti (49,4%) ed un incremento del livello di collaborazione tra le imprese del distretto (30,7%). Una piccola parte degli imprenditori intervistati ha dichiarato di aver dato vita a produzioni completamente nuove o di aver avviato sostanziali diversificazioni produttive ed una minima parte ha dichiarato di aver costituito nuove imprese leader. Probabilmente, nel futuro, occorrerebbe focalizzarsi proprio su alcuni fenomeni minoritari ma, forse, più innovativi, come la costituzione di nuove reti di collaborazione o l’emergere di filiere ibride, nate, appunto, dai molti tentativi di diversificazione produttiva.

Figura 3 - Cambiamenti positivi intervenuti nei distretti negli ultimi anni (Valori % sul totale imprese, per ciascuna modalità)

Fonte: indagine Centro studi Unioncamere sulle PMI manifatturiere dei distretti industriali (20-499 addetti) Il tema dei distretti non è esente da criticità. In particolare, per molte imprese, permane il problema di ricambio generazionale (60,4%) e la continua fuga di investimenti verso altri territori in Italia e all’estero (47,1%); a seguire vi è la mancanza di capitale umano qualificato (40,8%) e la presenza di fenomeni di concorrenza sleale determinata in particolare dalla presenza di aziende gestite da stranieri (36,5%), come nei casi dei Distretti del tessile-abbigliamento di Prato, Empoli e Carpi.

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47

APPENDICE

ELEMENTI DI DEBOLEZZA

Difficoltà di ricambio generazionale (60,4%)

Fuga di investimenti in altre province o all'estero (47,1%)

Mancanza di capitale umano qualificato (40,8%)

Concorrenza sleale di imprenditori stranieri localizzati nel distretto industriale (36,5%)

Figura 4 - Potenziali criticità che hanno investito il distretto negli ultimi anni (Valori % sul totale imprese, per ciascuna modalità)

Fonte: indagine Centro studi Unioncamere sulle PMI manifatturiere dei distretti industriali (20-499 addetti) È facile, dunque, stabilire quali possano essere le linee di intervento prioritarie per sostenere la competitività delle imprese distrettuali: • necessità di combattere il lavoro sommerso, che genera concorrenza sleale oltre ad essere socialmente dannoso; • creazione di nuove opportunità di lavoro; • realizzazione di investimenti per le infrastrutture di collegamento; • miglioramento delle competenze professionali ed il rafforzamento dei percorsi formativi; • rafforzamento delle reti di impresa, attraverso strumenti e competenze specifiche. Tutto questo non può prescindere dagli interventi che dovrebbe adottare la Pubblica Amministrazione tesi ad alleggerire il peso fiscale sulle imprese ad individuare incentivi ed agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali. Non meno importante è il rapporto con sistema bancario il quale dovrebbe adottare condizioni di credito meno stringenti per consentire alle imprese di finanziare i propri programmi di sviluppo. 3. Segnali di una leggera ripresa dopo un lungo periodo di crisi I distretti produttivi sembrano fornire alcuni segnali di ripresa nel 2013 rispetto all’anno precedente, anche se la congiuntura economica resta difficile, con molte incognite per l’immediato futuro. Alcuni elementi sembrano, infatti, indicare una certa attenuazione della fase negativa che ha generato, negli ultimi anni, intensi fenomeni di ristrutturazione del tessuto produttivo dentro e fuori i distretti industriali. I risultati dell’indagine campionaria, realizzata da Unioncamere sulle imprese operanti nei 100 distretti industriali censiti dall’Osservatorio, segnalano un leggero miglioramento della situazione economica. Infatti, rispetto alla stessa analisi condotta lo scorso anno, risulta aumentata la percentuale di imprese che segnala un incremento del fatturato, dell’occupazione e delle esportazioni. La Figura 5 mostra un

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48RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

particolare dinamismo delle vendite all’estero che, tra l’altro, continuano ad essere l’elemento di sostegno non soltanto dei distretti, ma dell’intero tessuto manifatturiero italiano. Nel 2013, il 42% delle imprese intervistate ha dichiarato di avere incrementato il livello delle esportazioni, a fronte del 32,8% rilevato nel 2010. Più dell’80% delle imprese ha dichiarato di operare all’estero, segno della determinazione delle imprese distrettuali ad insediarsi su nuovi mercati e ricercare un nuovo posizionamento strategico. Se da un lato la capacità di esportare è espressione diretta dell’incremento della competitività di molte imprese italiane, dall’altro lato questo processo rischia di provocare un allontanamento del centro degli interessi delle imprese distrettuali dalla dimensione locale di riferimento.

Figura 5 - Imprese distrettuali che hanno segnato un incremento di fatturato, occupazione ed esportazioni Anni 2010-2013 (valori % sul totale delle imprese)

Fonte: indagine Centro studi Unioncamere sulle PMI manifatturiere dei distretti industriali (20-499 addetti)

32,8

38,1 36,4

42

34,3

39,9

25,7

37,5

12

19

12,8

18,7

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

2010 2011 2012 2013

Esportazioni

Fatturato

Occupazione

41

I segnali di vitalità derivanti dall’export contrastano con l’andamento ambiguo di occupazione e fatturato perché, nonostante l’incremento registrato nel 2013 (rispetto al 2012), resta elevata la quota di chi mostra un ridimensionamento di tali grandezze. Nel caso dell’occupazione oltre un quarto delle imprese ha affermato di avere ridotto il proprio organico, a fronte del 18,7% che lo ha ampliato (con un saldo negativo tra quota in aumento e diminuzione della variabile considerata), confermando il persistere di un problema diffuso sul mercato del lavoro anche all’interno dei distretti industriali. Anche per ciò che concerne il fatturato, occorre sottolineare che i dati dell’indagine indicano una tenue ripresa. Relativamente al 2013, infatti, se il 37,5% ha indicato un incremento del giro d’affari, il 35,5% ne ha indicato una riduzione; lo scarto tra aumento e diminuzione è modesto e dimostra la mancanza di una vera inversione del ciclo economico. In sintesi, nel 2013 la situazione complessiva dei distretti industriali non è stata caratterizzata da uno scivolamento ulteriore della crisi economica, ma, al contrario, da una piccola ma indicativa ripresa di tono. 4. Le previsioni per l’anno in corso I dati di previsione per il 2014 inducono a pensare che il miglioramento di clima, già avuto nel 2013, possa proseguire anche nell’anno successivo. La percentuale di imprese che indica un possibile incremento delle principali variabili considerate nell’indagine è più elevata di quanto rilevato alla fine del 2012.

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49

APPENDICE

Uno sguardo particolare va rivolto alle esportazioni, variabile per le quali si prevede una maggiore crescita. Ben il 52,5% delle aziende distrettuali analizzate prevede, infatti, un aumento degli ordini esteri (alla fine del 2012 tale percentuale si attestava al 37,4%). Va sottolineato come le previsioni di crescita dei distretti siano dipendano largamente dalle vendite all’estero, piuttosto che da quelle sui mercati nazionali. Come viene visto il futuro dei distretti produttivi italiani? Dall’indagine citata, il 13% delle imprese afferma che il proprio distretto di appartenenza sarà in grado di uscire definitivamente dalla crisi nei prossimi tre anni. Questo dato conferma la gravità della situazione visto che, dopo cinque anni ininterrotti di difficoltà, una quota molto contenuta di imprese intravede con certezza l’inversione del ciclo. Il dato più significativo è rappresentato dal 55% degli imprenditori che ritengono che, nel medio periodo, la ripresa riguarderà una minoranza di aziende, mentre il contesto continuerà ad essere severo per la restante maggioranza. Il cambiamento, in sostanza, sarebbe nelle mani di poche imprese di medie dimensioni, generalmente in una posizione di leadership nel distretto di appartenenza.

5. Il distretto della moda: il comparto della pelletteria Sulla base delle più recenti informazioni a carattere quantitativo desumibili dal Registro delle imprese tenuto dalle Camere di commercio, le imprese che appartengono ai distretti industriali ammontano complessivamente a circa 278 mila unità. Dai dati dell’Osservatorio Unioncamere si afferma che i distretti del tessile abbigliamento, insieme a quelli di cuoio e pelli, rappresentano ad oggi quelli più rilevanti quanto a densità imprenditoriale. Il comparto della pelletteria nell’area dell’Amiata ha vissuto importanti trasformazioni nel corso degli anni. L’impianto originario era rappresentato da piccole imprese artigiane che seguivano soltanto alcune fasi della lavorazione; le aziende locali non avevano modo di effettuare una loro programmazione perché troppo piccole e con un know-how limitato e, nello stesso tempo, i contratti di sub fornitura non venivano remunerati adeguatamente. Con il passare degli anni, l’area amiatina è diventata un bacino in grado di attrarre l’interesse di molti marchi del mondo dell’alta moda. Lo standard qualitativo della manodopera e il livello di specializzazione garantito dalle imprese hanno fatto sì che molte griffe investissero sia nelle risorse umane che nelle strutture presenti nel territorio, contribuendo a creare incrementi produttivi e generazione di valore aggiunto. La pelletteria amiatina si è insediata, così, nell’ambito dei distretti toscani della moda, migliorando le proprie aspettative di crescita in termini di occupazione e di acquisizione di professionalità. Le imprese locali cercano di far leva sulle ottime competenze tecnico-produttive e commerciali, per presidiare con successo sui mercati divenuti assai ostili ed ottenendo risultati che possono dirsi soddisfacenti in termini comparati. Gli obiettivi che si intende perseguire riguardano:

- l’incremento dell’efficienza dei processi produttivi; - la valorizzazione delle risorse locali; - lo sviluppo dei fattori ambientali della competitività e promozione della cultura cooperativa

della responsabilità sociale tra le imprese; - il miglioramento della capacità di interazione con i servizi qualificati che si collocano a monte

(ricerca, progettazione e design) e a valle (distribuzione e marketing), partendo dall’attuale struttura produttiva basata ancora su settori tradizionali, su piccole e medie imprese, sul mondo dell’artigianato e sulla tradizionale organizzazione in distretti produttivi.

Si tratta, dunque, di favorirne l’evoluzione settoriale, produttiva, dimensionale, organizzativa verso forme più adeguate all’attuale fase della competizione internazionale. In questo senso appare importante favorire la nascita e il consolidamento d’imprese o sistemi di impresa che per capacità innovativa, internazionalizzazione, dimensione siano tali da costituire nuovi elementi dinamici per l’intero sistema produttivo. Ciò sarà perseguito attraverso azioni finalizzate sia a favorire e sostenere processi di riorganizzazione e diversificazione produttiva dei settori industriali particolarmente esposti agli effetti della globalizzazione (tessile, abbigliamento, calzature, più in generale moda), che

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50RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

a sostenere la transizione del manifatturiero regionale verso tipologie produttive a più elevato contenuto d’immaterialità. Secondo i dati desumibili dal Registro delle imprese tenuto dalla Camere di commercio di Siena, a fine 2013, le aziende che esercitavano nel comparto della pelletteria erano 158 unità. La tabella sottostante pone a confronto le dinamiche del numero di imprese dell’ultimo triennio, nel quale si segnalano variazioni negative a livello provinciale (con un -3,6% tra il 2011/2012 e un -0,6% tra il 2012/2013). Favorevole, invece, l’andamento a livello regionale che, dal confronto annuale, registra un buon incremento. Sul fronte nazionale, invece, il comparto presenta una variazione in aumento tra il 2011 e il 2012 e una lieve contrazione tra il 2012 e il 2013.

Tabella 1 - Imprese attive nel comparto della pelletteria a livello nazionale regionale e provinciale (triennio 2011- 2013; valori assoluti e variazione tendenziale %)

2011 2012 2013 Var % 2011/2012 Var % 2012/2013 Siena 165 159 158 -3,6 -0,6 Toscana 6.596 6.749 6.796 2,3 0,7 Italia 21.178 21.978 21.784 3,8 -0,9

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere Analizzando la distribuzione delle imprese per tipologia giuridica si nota che, delle 158 unità attive in provincia, le società di capitale sono un quinto, essendo prevalenti, come in altri comparti, le forme giuridiche di natura individuale (43,67%) e le società di persone (34,18%).

Figura 6 - Imprese attive nel comparto della pelletteria divise per tipologia giuridica nella Provincia di Siena (anno 2013; composizione %)

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere La Figura 7 rappresenta la distribuzione delle imprese attive nei diversi comuni della provincia senese. Il centro delle attività del comparto della pelletteria è Piancastagnaio, la cui incidenza sul totale raggiunge quasi la metà (46,84%), seguito da Abbadia San Salvatore (con il 14,56%), San Gimignano (con il 12,03%) e da Poggibonsi (con il 6,96%).

20,25

34,18

43,67

1,90

Società di capitale

Società di persone

Imprese individuali

Altre forme

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51

Figura 7 - Distribuzione % delle imprese attive nel comparto della pelletteria divise Comuni della Provincia di Siena (anno 2013)

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere Un’osservazione interessante riguarda il dato provinciale sugli addetti: in ciascun’impresa attiva nel comparto della pelletteria sono presenti, in media, 8,87 addetti, un valore che, pur superando quello riscontrato a livello regionale, non riesce comunque a raggiungere la media nazionale (14,4). Nel 2013, sono presenti 1.628 addetti nell’intera provincia, in aumento dell’8,4% su base annuale (segno evidente di una ristrutturazione dimensionale del distretto che tende a recuperare efficienza attraverso la selezione di unità produttive e maggiori economie di scala). Di questi, l’86,12% sono assunti nell’impresa con contratti di lavoro subordinato, mentre la parte restante rientra nella sfera familiare dell’imprenditore.

Figura 8 - Numero di addetti sul totale delle imprese attive nel comparto della pelletteria a livello nazionale, regionale e provinciale. (Anno 2013)

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

14,56

46,84

6,96

12,03

0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 30,00 35,00 40,00 45,00 50,00

ABBADIA SAN SALVATOREBUONCONVENTO

CHIANCIANO TERMECHIUSI

COLLE DI VAL D'ELSAMONTEPULCIANOMONTERIGGIONI

PIANCASTAGNAIOPIENZA

POGGIBONSISAN CASCIANO DEI BAGNI

SAN GIMIGNANOSAN QUIRICO D'ORCIA

SIENASINALUNGA

SOVICILLETORRITA DI SIENA

8,87 7,93

14,40

0,00

2,00

4,00

6,00

8,00

10,00

12,00

14,00

16,00

Siena Toscana Italia

APPENDICE

La nuova mappa dell’economia mondiale induce a guardare oltre i confini nazionali per superare l’asfissia della domanda domestica. Le imprese facenti parte il comparto della pelletteria senese si stanno adeguando. L’analisi dei flussi commerciali con l’estero nel 2013 mostra una situazione in ripresa rispetto all’anno precedente sia dal lato delle esportazioni (+12,7%) che da quello delle importazioni (-5,3%), segnando un saldo della bilancia commerciale ampiamente positivo. Il dato provinciale risulta migliore di quello regionale e nazionale.

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52RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

2,15 14,99

29,51 53,35

0,71 10,31

30,94 58,03

AFRICA

AMERICA

ASIA

EUROPA

OCEANIA E ALTRITERRITORI

Figura 9 - Esportazioni, importazioni e saldo commerciale del comparto della pelletteria nella Provincia di Siena. (Anno 2013; valori assoluti)

Fonte: elaborazioni su dati Istat L’analisi dei flussi di export per Paese di destinazione vede la conferma dell’Europa come mercato di riferimento principale delle imprese distrettuali. In particolare, il 53,4% delle esportazioni di pelli e pelletteria della provincia è diretto nei Paesi dell’Unione europea. Di contro, aggregando i valori che si riferiscono ai paesi asiatici, africani e americani emerge che questi mercati assorbono 46% dell’export senese del settore considerato. I Paesi europei di principale destinazione sono la Germania e la Francia, rispettivamente il 42% e il 29,4% della pelletteria esportata a livello provinciale. Il principale mercato extra-europeo di destinazione delle imprese distrettuali rimane è quello asiatico (29,5%). L’area più attrattiva dell’Asia è quella orientale, con la Cina che ne rappresenta il primo mercato, mentre il Giappone assorbe il 6% delle esportazioni senesi della pelletteria. Il 15% di tali esportazioni sono dirette verso il continente americano, con particolare riferimento al mercato statunitense.

Figura 10 - Esportazioni e importazioni nel comparto della pelletteria nella Provincia di Siena divise per area geografica (Anno 2013; composizione %)

Esportazioni Importazioni

Fonte: elaborazioni su dati Istat La provincia di Siena attrae prodotti di pelletteria perlopiù dai Pesi paesi “vicini”, ossia quelli dell’Europa (58,03%), soprattutto Francia e Paesi Bassi; tuttavia una buona parte degli acquisti vengono effettuati nei mercati asiatici (30,94%) e in quelli americani (10,31%).

01.000.0002.000.0003.000.0004.000.0005.000.0006.000.0007.000.0008.000.0009.000.000

10.000.000

2011 2012 2013

Esportazioni

Importazioni

Saldo commerciale

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53

La lenta ripresa economica dell’ultima parte dell’anno sembra consolidarsi anche nel corso del 2014, grazie soprattutto al miglioramento delle economie avanzate. All’interno di tale quadro di riferimento si inserisce l’indagine che Unioncamere Toscana ha realizzato nel mese di marzo 2014, su un campione di circa 2.000 imprese toscane rappresentative del tessuto economico regionale. Lo scopo di tale indagine è quello di comprendere le performance raggiunte e le aspettative per il futuro, focalizzando l’attenzione sulle criticità riguardanti la gestione della liquidità e l’accesso al credito e capire quali comportamenti e strategie saranno messe in atto dagli imprenditori toscani.

1. Andamenti di mercato L’indagine realizzata mostra, in effetti, un possibile punto di svolta anche per le imprese toscane verso l’uscita da un ciclo economico fin qui decisamente negativo. Con riferimento ai consuntivi del 2013, la quota di imprese con fatturato in aumento torna a crescere, seppur in maniera modesta, arrestando così la caduta osservata nel precedente biennio. Complessivamente il 7,1% delle imprese ha dichiarato di aver osservato un incremento del proprio volume di affari (contro il 3,8% rilevato lo scorso anno), in media con il dato regionale. Malgrado ciò, resta comunque ancora ampio il gruppo delle imprese che si caratterizzano per un peggioramento del proprio fatturato, pari cioè al 51,1%.

Figura 1 - Andamento del fatturato delle imprese nel 2013 rispetto al 2012 in Provincia di Siena e in Toscana (composizioni %)

* al netto dei “Avviata da poco/Non so” Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 Le aspettative per il 2014 esprimono un cambio di percezione circa l’evoluzione della situazione in corso. La quota degli “ottimisti”, ossia di coloro che prevedono di realizzare un incremento del proprio volume d’affari nell’anno corrente, è incrementata rispetto alle aspettative formulate nella rilevazione passata (6,9% contro 2,9%). Permane comunque un generale pessimismo visto che il 36,9% delle imprese ritiene di registrare un peggioramento delle performance aziendali anche nell’anno in corso.

3,0 4,1

31,7

19,4

41,8

2,9 4,3

32,4

22,6

37,8

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

Aumento superioreal 10%

Aumento inferiore al10%

Diminuzionesuperiore al 10%

Diminuzioneinferiore al 10%

Rimasto stabile

Siena

Toscana

ANALISI DELLE PICCOLE MEDIE IMPRESE SENESI

APPENDICE

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54RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

Figura 2 - Previsioni sull’andamento del fatturato delle imprese nel 2014 rispetto al 2013 in Provincia di Siena e in Toscana (composizioni %)

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014

Figura 3 - Previsioni sull’andamento del mercato/della clientela estera nel 2014, rispetto al 2013 in Provincia di Siena e in Toscana (composizioni %)

Come già accaduto in passato, i mercati internazionali continueranno a rappresentare la principale fonte di stimolo alla ripresa dell’attività: la domanda estera è, infatti, prevista in crescita dal 9,7% degli imprenditori senesi pur restando sotto la media regionale (12,4%). Resta comunque alta la percentuale delle imprese che prevedono una contrazione delle esportazioni a livello provinciale (33,4%) molto di più rispetto al totale delle imprese toscane (16,9%).

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 La domanda nazionale, invece, risulta particolarmente stagnante soprattutto per le imprese esportatrici: nessuna di esse prevede un miglioramento del mercato domestico anzi quasi la metà si aspetta un deterioramento dello stesso (43,3%). A livello provinciale la ripresa del mercato domestico sembra, dunque, essere prevista solo dalle imprese importatrici (4,9%). Il quadro regionale, invece, contrappone un recupero di fiducia sull’andamento di quella nazionale: seppur in modo contenuto (7%), risulta aumentata la quota di coloro che prevedono un’espansione della domanda interna rispetto al 2013 (3%). Il mercato interno riveste, dunque, un ruolo fondamentale soprattutto nel caso di micro e piccole imprese essendo spesso l’unico sbocco commerciale ai propri prodotti.

6,9

36,9

56,1

7,3

37,1

55,6

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Aumento Diminuzione Stabile

Siena

Toscana

9,7

33,4

56,9

12,4 16,9

70,7

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Aumento Diminuzione Stabile

Siena

Toscana

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55

Figura 4 - Previsioni sull’andamento del mercato/della clientela estera nel 2014, rispetto al 2013 in Provincia di Siena e in Toscana (composizioni %)

Imprese esportatrici Imprese totali

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 La dinamica dei listini di vendita resterà estremamente contenuta, con solo il 2,2% degli imprenditori che prevede adeguamenti al rialzo dei prezzi nel corso del 2014 ed il 14,0% che, al contrario, ritiene probabile una riduzione.

Tabella 1 - Andamenti dei prezzi di vendita dei prodotti/servizi nel 2013 rispetto al 2012 in Provincia di Siena e in Toscana per settori di attività economica (composizioni %)

Aumento Diminuzione Stabile Saldo (Aumenti-Diminuzioni) Siena Produttori di beni 0,5 13,6 85,9 -13,1

Produttori di servizi 7,9 19,3 72,7 -11,4

Totale 3,7 16,1 80,2 -12,5 Toscana Produttori di beni 1,8 15,5 82,7 -13,7

Produttori di servizi 2,8 12,2 84,9 -9,5

Totale 2,2 14,0 83,8 -11,8 * al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014

Figura 5 - Previsioni sull'andamento dell’occupazione delle imprese nel 2014 rispetto al 2013 in Provincia di Siena e in Toscana (composizioni %)

L’atteggiamento circa l’evoluzione occupazionale rimane estremamente prudente. La quota di imprese che prevede una situazione di stabilità dei propri organici, già ampia nel 2013 (85,7%), continua a crescere ulteriormente nell’anno in corso (90,4%); allo stesso tempo, le aziende che ne prevedono un aumento resta ancora ai minimi termini (1,7%), mentre si assiste a una diminuzione delle imprese che ritengono probabile una riduzione dei propri addetti (dal 13% al 7,9%).

* * al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014

0,0

43,3

56,7

7,0

24,5

68,5

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Aumento Diminuzione Stabile

4,9

38,8

56,3

6,6

37,3

56,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Aumento Diminuzione Stabile

SienaToscana

1,7

0,8

7,9

7,2

90,4

92,0

0,0 50,0 100,0

Siena

Toscana

Stabile

Diminuzione

Aumento

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56RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

Il cambiamento favorevole delle dinamiche di mercato si riflette anche da un leggero miglioramento nelle prospettive di investimento delle imprese: il 9% degli imprenditori ha, infatti, programmi di investimento per il 2014, una quota in rialzo rispetto al 3,6% della precedente rilevazione. I dati a consuntivo mostrano un incremento della quota di imprese che hanno realizzato investimenti durante il 2013, un valore (15%) che, oltre a superare quello regionale (9,4%), è incrementato rispetto alle rilevazioni dell’anno passato.

Figura 6 - Realizzazione e previsione investimenti nella Provincia di Siena e in Toscana (composizioni %)

Realizzazioni nel 2013 Previsioni per il 2014

Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014

2. Liquidità di impresa e accesso al credito Tra i fattori che sono all’origine dei problemi di liquidità delle imprese un ruolo importante è assunto dal disallineamento tra i tempi di riscossione dai clienti e i tempi di pagamento ai fornitori. Nel corso del 2013 il divario fra le quote di imprese che hanno concesso e richiesto dilazioni resta sostanzialmente in linea con la precedente rilevazione. Dal lato dei crediti commerciali si evidenzia un leggero incremento delle concessioni di pagamento (37,2% contro il 36,6% dell’ultima rilevazione) sebbene si tratti di valori inferiori rispetto al massimo registrato nel 2011 (41,7%). Per contro, la quota di imprese che hanno richiesto una dilazione nei pagamenti è diminuita su base annuale (10,4% contro 12,7%). Il divario che sussiste fra i due gruppi, resta ancora ampio ed evidenzia come per una parte rilevante di imprese la gestione dei crediti e dei debiti commerciali resti ancora problematica.

Figura 7 - Crediti e debiti commerciali: tempi di riscossione dai clienti (crediti) e di pagamento ai fornitori (debiti) rispetto all’indagine precedente. (composizioni %)

Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014

15,0 9,4

85,0 90,6

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

Siena Toscana9,0 7,0

91,0 93,0

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

Siena Toscana

No

Si

37,2

4,5

58,3

10,4 3,2

86,4

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Aumento Diminuzione Stabile

Tempi di riscossione dai clienti

Tempi di pagamento deifornitori

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Circa un’impresa su tre (29,6%) ritiene che nel corso del 2014 si verificherà un peggioramento della liquidità aziendale, un dato che, pur in riduzione rispetto allo scorso anno (36%), rimane ancora elevato se comparato con la quota del tutto irrisoria (0,1%) di chi intravede un miglioramento su questo fronte. Dall’indagine non risultano sostanziali differenze delle aspettative tra imprese produttrici di beni e quelle erogatrici di servizi: per esse si intravede un peggioramento della liquidità più o meno analogo (rispettivamente 30,2% e 28,7%). A livello regionale, invece, le imprese artigiane avvertono maggiori difficoltà (37,6%) rispetto all’altra categoria esaminata (27,4%). Tuttavia, la situazione, senz’altro sfavorevole, risulta migliorata rispetto all’indagine dello scorso anno: aumentano le attese di chi prevede una maggiore liquidità (il 2.1% contro l’1.2% dello scorso anno) e diminuiscono quelle di chi si aspetta una contrazione della stessa (il 32,8% contro il 33,2%).

Tabella 2 - Andamento previsto delle condizioni di liquidità aziendale nel 2014 rispetto al 2013 in Provincia di Siena e in Toscana per settori di attività economica (composizioni %)

Più favorevoli Meno favorevoli Invariate Totale Saldo

Siena Produttori di beni 0,0% 30,2% 69,8% 100,0% -30,2% Produttori di servizi 0,3% 28,7% 71,0% 100,0% -28,4% Totale 0,1% 29,6% 70,3% 100,0% -29,4%

Toscana Produttori di beni 2,1% 37,6% 60,3% 100,0% -35,4% Produttori di servizi 2,1% 27,4% 70,5% 100,0% -25,3% Totale 2,1% 32,8% 65,1% 100,0% -30,7%

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 Le difficoltà legate alla gestione della liquidità emerge anche con riferimento alle scelte prese dalle imprese circa le forme di finanziamento da utilizzare nella propria attività: indebitamento bancario o autofinanziamento. La Figura sottostante mostra una riduzione del ricorso al credito per le imprese senesi nell’ultimo anno rispetto alla rilevazione precedente (il 5,9% contro il 10,7%). Tuttavia si evidenzia anche una contrazione di situazioni di ricapitalizzazione dell’impresa con mezzi propri rispetto all’indagine 2013. Questa situazione sembra testimoniare da un lato un sensibile assottigliamento della dipendenza finanziaria nei confronti delle banche, dall’altro l’incapacità di molte imprese di far fronte alle proprie esigenze con i mezzi personali.

Figura 8 - Fonti di finanziamento delle imprese: mezzi propri o indebitamento bancario. Motivazioni su quest’ultima scelta (composizione %)

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 La Figura, evidenzia inoltre, i motivi che spingono le imprese a chiedere finanziamenti all’esterno: oltre il 60% di esse lo fa per la copertura delle scorte e del capitale circolante e circa il 30% ha la

8,1

5,9

92,9

94,1

0 20 40 60 80 100

Ricapitalizzazione dell’azienda con mezzi propri

Ricorso all'indebitamentobancario

no

si

3,0

67,4

0,0

30,2

0,0

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0

Attività di investimento

Copertura scorte e capitalecircolante

Riorganizzazione az.le

Ristrutturazione del debito

Altro

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58RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

necessità di effettuare un’operazione di ristrutturazione del debito, dato, quest’ultimo, preoccupante perché segnala il diffondersi di situazioni di crisi aziendale. Inoltre, è da notare come solo una parte molto esigua delle imprese senesi (3%) intende utilizzare il capitale bancario per finanziare attività di investimento. Occorre sottolineare infine, come il ricorso all’indebitamento bancario resti su livelli modesti nonostante nell’anno in corso si registri una diminuzione sul fronte delle difficoltà di accesso al credito. In particolare, è diminuita la quota delle imprese che dichiara di avere condizioni meno favorevoli: dopo aver toccato punte particolarmente elevate nel corso delle due precedenti rilevazioni la percentuale scende con l’ultima in maniera significativa. Occorre d’altra parte osservare come la distensione nelle condizioni di accesso al credito appaia ancora parziale, visto che la quota delle imprese che rivelano condizioni favorevoli è ancora esigua.

Figura 9 - Giudizio sulle condizioni di accesso al credito bancario rispetto a quelle di un anno precedente in Provincia di Siena e in Toscana. (composizioni %)

Siena Toscana

* al netto dei Non sa/Non risponde e di chi non ha chiesto finanziamenti Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 Le imprese senesi che dichiarano di avere difficoltà di accesso al credito, nella maggior parte dei casi (64%) intrattiene rapporti con un solo istituto bancario. È importante sottolineare come tale quota sia scesa significativamente rispetto alla precedente indagine (80,6%), segnale questo di una necessità di intrattenere rapporti con più istituti di credito.

Tabella 3 - Numero di istituti creditizi con i quali le imprese, che dichiarano di avere condizioni non favorevoli, intrattengono rapporti. (composizioni %)

1 2 3 4 Almeno 5

Siena 64,0% 26,0% 6,8% 2,3% 0,9%

Toscana 70,6% 19,4% 6,1% 2,6% 1,3% * al netto dei Non sa/non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 L’analisi sulle criticità delle condizioni di accesso al credito non può prescindere da un’interrogazione delle principali motivazioni alla base delle difficoltà che si prevede incontreranno, le imprese senesi, nel ricevere finanziamenti. Il problema principale sembra essere, per l’88,6% delle imprese, l’incremento dei tassi di interesse applicati, seguito da un aumento delle garanzie richieste (77,6%) e da un allungamento dei tempi di analisi delle richieste di affidamento (64,6%). Risultano problematici anche la flessione del credito erogato (56,8%) e l’aumento delle spese bancarie (51,6%).

0,1

29,6

70,3

Più favorevoli

Meno favorevoli

Invariate

2,1

32,8

65,1

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Figura 10 - Fattori ai quali le imprese imputano le maggiori difficoltà al credito. (composizioni %)

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 Entrando nel dettaglio, la Figura 11 mostra la quota delle garanzie richieste dalle banche per ottenere un affidamento. Quasi il 70% delle imprese senesi intervistate ha dichiarato che le garanzie reali e personali che devono esibire all’istituto bancario sono pari o superiori al valore del fido erogato, incidenza che scende al 38,9% a livello regionale. Mentre il 30,7% ha affermato di aver ricevuto una richiesta di garanzia corrispondente ad una quota compresa tra il 50% ed il 100% del fido erogato (57.9% in Toscana), e infine, nessuna impresa ha ricevuto richiese inferiori (3,2% per le imprese toscane).

Figura 11 - Quote di garanzie reali e personali richieste dagli istituti creditizi in Provincia di Siena e in Toscana. (composizioni %)

Siena Toscana

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 Come già osservato in precedenza, il costo dell’indebitamento appare il maggior ostacolo all’accesso al credito. Oltre a questo, però, alcune imprese indicano la presenza di un problema di trasparenza da parte delle banche: il 20% dichiara che i costi bancari non sono indicati in modo sufficientemente chiaro, anche se oltre l’80% afferma di non aver problemi nella loro comprensione, segno, questo, di un miglioramento nella qualità delle informazioni fornite dagli istituti di credito.

88,6

77,6

56,8

64,6

51,6

11,4

22,4

43,2

35,4

48,4

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

Aumento dei tassi di interesse passivi

Richiesta di maggiori garanzie

Minori concessioni di credito/scoperto

Allungamento dei tempi di analisi delle richieste diaffidamento

Incremento delle spese e delle commissioni bancarie

si

no

69,30

30,70 0,00

Garanzie pari osuperiori al valore delfido erogato

Garanzie tra il 50% e il100% del fido erogato

Garanzie inferiori al50% del fido erogato

38,90

57,90

3,20

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60RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

Tabella 4 - Giudizi delle imprese senesi e toscane circa l'indicazione dei costi bancari (tasso di interesse, costi accessori, ecc. (composizioni %)

Per niente chiaramente Non chiaramente Chiaramente Molto

chiaramente Totale Saldo

Siena 3,80 16,70 79,90 2,60 100,00 59,00

Toscana 2,30 17,50 78,40 1,90 100,00 60,60 Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014

In alcuni casi, le imprese si rivolgono ad un Consorzio di garanzia Fidi per ottenere un prestito bancario. Negli ultimi tre anni il 9.4% delle imprese senesi hanno fatto ricorso ad un Confidi mostrando una propensione verso tale strumento superiore rispetto alla Toscana (7,3%). La valutazione che emerge dopo l’ottenimento di un finanziamento con un Confidi è sicuramente positiva: il 60,4% delle imprese dichiara di avere un rapporto più trasparente con la banca, il 25,9% di aver una maggiore garanzia di finanziamento e il 20,1% segnala una riduzione dei tempi di attesa. Tuttavia è presente una quota (22%) di chi ritiene che l’intervento dei Confidi sia del tutto ininfluente.

Figura 12 - Giudizio delle imprese che hanno fatto ricorso ad un CONFIDI negli ultimi tre anni analizzando il rapporti con i partner bancari dopo l’utilizzo di tale strumento (composizioni %)

* al netto dei Non sa/Non risponde **domanda a risposta multipla Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 La parte restante delle imprese che non si è avvalsa di tale strumento, lo ha fatto perché non ha avuto necessità di chiedere un finanziamento (87,3%), mentre più contenute sono le percentuali di chi lo reputa poco utile (4,5%), di chi considera maggiore la presenza di svantaggi (1,5%) e di chi lamenta costi eccessivi (1,4%).

Figura 13 - Motivi per cui le imprese hanno fatto ricorso ad un CONFIDI (composizioni %)

* al netto dei Non sa/Non risponde **domanda a risposta multipla Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014

60,4

20,1

24,9

0,0

22,0

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0

rapporto più trasparente

riduzione tempi attesa

garanzia di finanziamento

riduzione costi/oneri

ininfluente

0,8

4,5

1,5

1,4

87,3

8,4

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

mancanza di requisiti di accesso

strumento ritenuto non utile

svantaggi superiori ai vantaggi

costi eccessivi

nessuna esigenza di credito

altri motivi

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3. Comportamenti e strategie di risposta degli imprenditori senesi Le diverse strategie a disposizione degli imprenditori vanno ad interessare sia quei comportamenti classificati come «difensivi», sia quelli di natura maggiormente “proattiva”, ossia di riqualificazione dell’offerta. Fra gli interventi del primo tipo rientrano quelli volti ad una razionalizzazione e contenimento dei costi di produzione e di gestione. Tali costi risultando in aumento rispetto all’indagine precedente (insieme a quelli rivolti ai costi di approvvigionamento e logistica). Il raggiungimento di un livello adeguato di redditività, ha portato molte imprese ad adottare politiche commerciali volte alla compressione dei margini, a fronte di politiche di prezzo rimaste ancora estremamente caute. Infine, nell’ultimo anno, si è riscontrata una minore frequenza di casi in cui si ritiene opportuno abbandonare alcuni dei mercati presidiati, segnale, in questo caso di un’attenuazione delle criticità fin qui riscontrate.

Figura 14 - Misure “difensive” (composizione %; confronto con l’indagine precedente)

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 Il secondo gruppo di comportamenti strategici (Figura 15) attiene a interventi che implicano generalmente un orizzonte temporale di medio/lungo periodo e comportano più elevati livelli di investimento e di risorse. In tale contesto aumenta, in particolare, il ricorso ad interventi volti a migliorare la qualità dei prodotti/servizi offerti (41%), ma si ha anche una maggiore propensione a cercare nuovi canali e forme distributive/promozionali (25,1%) e ad aderire ad iniziative di rete (13,9%). In diminuzione, invece, la quota di imprese che hanno ampliato la gamma dei propri prodotti/servizi e quella rivolta alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali. Tuttavia, resta una maggiore propensione ad operare sui mercati esteri (passando dal 13% della precedente indagine al 19,8% dell’indagine attuale) rispetto alla ricerca di nuovi sbocchi sul mercato nazionale (che passa da 16% al 9,6%).

Compressione margini (52,3 %) Razionalizzazione costi di produzione (63,1%) Razionalizzazione costi per rendere più efficiente la gestione dell'impresa nella fornitura di prodotti/servizi (63,1%) Razionalizzazione costi di approvvigionamento e logistica (37,0%)

Abbandono dei mercati presidiati (4,6%)

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62RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

Figura 15 - Misure di riqualificazione dell’offerta (composizione %; confronto con l’indagine precedente)

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014 In ultima analisi si considera il modo in cui le imprese hanno svolto la propria attività, se per commessa o per il magazzino, prendendo in esame gli ultimi tre anni. Ebbene il 92,3% delle imprese ha dichiarato di aver ricevuto ordini da clienti, mentre il 56,5% opera per il magazzino. Per quel che riguarda le attività di magazzino, l’analisi mostra un incremento delle stesse per il 13,6% delle imprese intervistate, una riduzione per il 32,4% e una stabilità per il 43,1% delle imprese.

Figura 16 - Proporzione in cui hanno lavorato le imprese senesi negli ultimi tre anni (magazzino o commessa) e attività del magazzino nell'ultimo anno (composizione %)

Attività del magazzino

* al netto dei Non sa/Non risponde Fonte: elaborazione su dati di Unioncamere Toscana Survey PMI 2014

Ricerca nuoi canali/forme distributive/promozionali (25,1%) Adesione ad iniziative di rete (13,9%) Miglioramento della qualità dei prodotti/servizi offerti (41,0%)

Ricerca nuovi sbocchi commerciali (22,5 %) Ampliamento della gamma dei prodotti/servizi offerti (11,2%)

43,5 56,5

7,7

92,3

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

0% > 0%

Su commessa

Magazzino

13,6

32,4

43,1 Aumentata

Diminuita

Stabile

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63

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64RASSEGNA ECONOMICA REPORT TRIMESTRALE - 1°/2014

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