103 - Azione per conoscere se stessi
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L’AZIONE DI GESÙ PER INSEGNARCI A CONOSCERE NOI STESSI
A. Dal Vangelo di Maria Valtorta 1 risulta che il Signore Gesù ha parlato diverse volte
dell’importanza di conoscere noi stessi per capire i motivi delle nostre azioni e quindi per aiutarci a
crescere spiritualmente:
1. Nel primo Volume, a pagina 301, il Cristo disse a Giuda di Simone, originario di Keriot: <<
Perché è meglio pesare se stessi prima di prendere vie molto erte >>. << Non credi alla
mia sincerità ? >> . << L’hai detto. Credo al tuo impulso. Ma non credo alla tua costanza.
Pensaci Giuda. Io ora andrò via e tornerò per la Pentecoste. Se stai nel Tempio mi vedrai.
Pesa te stesso >> .
2. Nel secondo volume, a pagina 281 il Signore disse: << …Non è, credetelo, santificata la
festa se non è usata per scrutare se stesso e impiegata a migliorare se stesso, a riparare i
peccati commessi durante i sei giorni. Ecco la santificazione della festa! Questa e non un’
altra tutta esteriore e che non muta di un iota il vostro modo di pensare. Dio vuole opere
vive, non simulacri d’opere. E’ simulacro il falso ossequio alla sua Legge. E’ simulacro la
santificazione mendace del sabato, ossia il riposo compiuto per mostrare ubbidienza al
comando agli occhi degli uomini, ma usando poi quelle ore di ozio nel vizio, nella lussuria,
nella crapula, nella cogitazione sul come sfruttare e nuocere al prossimo nella veniente
settimana. E’ simulacro la santificazione del sabato, ossia il riposo materiale che non si
accoppia al lavoro intimo, spirituale, santificante di un retto esame di sé, di un umile
riconoscimento della propria miseria, di un serio proposito di fare meglio nella prossima
settimana… >>. b. sempre nel secondo volume, a pagina 304, il Cristo disse ad un
cittadino romano, un pagano che Gli chiedeva aiuto per guarire suo fratello di un male che
nessuno sapeva curare: << Vieni al Dio vero ed il suo divino spirito ti farà dotto della “ vera
sapienza e pietà che è conoscere te stesso ed adorare la Verità >>.
3. Nel terzo volume, a pagina 134, Il Signore Gesù disse a Pietro: a. << …Anche gli altri
appoggiano i lamenti di Pietro, lamentandosi di non ritrovare mai niente di tutto quello che
sentono, quando vorrebbero trovarlo per rispondere ai molti che li interrogano >> . Gesù
sorride e risponde: << Ma non mi pare. La gente è molto contenta anche di voi…>>. << Oh!
Sì! Per quello che facciamo! Farti largo, e dare delle gomitate per questo, portare i malati,
raccogliere gli oboli, e dire: “ Sì, il Maestro è quello ! “. Bella roba, in verità! “. << Non ti
denigrare troppo, Simone >>. << Non mi denigro, mi conosco …>>. << E’ la più difficile
delle sapienze….>>. b. a pagina 146, sempre del terzo volume il Signore disse: << …I
campi spinosi sono quelli in cui l’incuria ha lasciato penetrare spinosi grovigli di interessi
personali che soffocano il buon seme. Occorre sorvegliarsi sempre, sempre, sempre. Non
dire mai: “ Oh! Ormai io mi sono formato, seminato, posso stare tranquillo che darò seme
di vita eterna “ . Occorre sorvegliarsi: la lotta fra il Bene e il Male è continua….>>. c. a
1 Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, CEV srl, 03036 Isola del Liri ( FR )
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pagina 284 sempre del terzo volume il Signore disse: << …Ma voi, non corazzati di infelici
dottrine e di ancora più infelici passioni, vogliate pregare così: Pregate con umiltà perché
Dio impedisca le tentazioni. Oh! L’umiltà ! Conoscersi per quello che si è! Senza avvilirsi,
ma conoscersi. Dire: “ Potrei cedere anche se non mi sembra poterlo fare, perché io sono
un giudice imperfetto di me stesso. Perciò, Padre mio, dammi possibilmente, libertà dalle
tentazioni col tenermi tanto vicino a Te, da non permettere al Maligno di nuocermi “.
Perché, ricordatelo, non è Dio che tenta al Male, ma è il Male che tenta. Pregate il Padre
perché sorregga la vostra debolezza al punto che essa non possa essere indotta in
tentazione dal Maligno.... >>.
4. Nel quarto volume, a pagina 45, il Messia parlò di Maria di Magdala e disse : a. << Sempre
o Maria ( mia nota: Valtorta ), Io vengo quando uno “ applica il suo cuore a comprendere”.
Non sono un Dio duro e severo. Sono Misericordia viva. E più rapido del pensiero vengo a
chi si rivolge a Me. Anche alla povera Maria di Magdala, così immersa nel suo peccare,
sono andato veloce, con lo spirito mio, non appena ho sentito sorgere in lei il desiderio di
comprendere. Comprendere la luce di Dio e comprendere il suo stato di tenebre. E mi sono
fatto a lei Luce. Parlavo a molti quel giorno, ma in verità parlavo per lei sola. Non vedevo
che lei, che s’era accostata portata da un empito d’anima che si rivoltava alla carne che la
teneva soggetta …>>. b. a pagina 77, sempre del quarto volume: << E Gesù è già alle
prese con uno scriba che lo rimprovera di essere in Tiberiade e con quella compagnia. “ E
tu perché vi sei ? Questo per essere a Tiberiade. E anche ti dico che pure a Tiberiade, anzi
più qui che altrove, vi sono anime da salvare “ gli risponde Gesù. “ Non sono salvabili: sono
gentili, pagani, peccatori “. “ Per i peccatori Io sono venuto. Per far conoscere il Dio vero a
tutti. Anche per te sono venuto “. “ Non ho bisogno di maestri né di redentori. Io sono puro
e dotto “. “ Almeno lo fossi tanto da conoscere il tuo stato “. “ E tu da sapere quanto ti
pregiudichi con la compagnia di una meretrice “. “ Ti perdono anche in suo nome: Ella,
nella sua umiltà, annulla il suo peccato. Tu, per la tua superbia, raddoppi le tue colpe “. “
Non ho colpe “. “ Hai la capitale. Sei senza amore “. Lo scriba dice “ Raca !“. E volge le
spalle…>>
5. Nel sesto volume, a pagina il Signore Gesù parla a Sadoc, scriba d’oro. << …Sono forse
pietre le mie parole ? O vi destano , picchiando sul bronzo duro del vostro duro cuore, la
coscienza, ed essa sente che ha il dovere di purificarsi, essa, non le membra soltanto, in
questa Parasceve, per poter consumare senza peccato di immondezza l’agnello santo ?
Oh! Se così è, lode al Signore! Perché vera sapienza, o voi che volete essere lodati per
saggi, è conoscere se stessi, riconoscere i propri errori, pentirsene e andare ai riti con vera
devozione. Ossia con culto e rito dell’anima, e non rito esteriore …>>. Sono andati ! E noi
pure andiamo a dar pace a chi ci attende…
6. Nel settimo volume il Signore Gesù parla ai Suoi Apostoli: << … Udite. Vi fu detto che io
sto per lasciarvi. E’ vero. Non l’ho negato. Ma prima di lasciarvi vi do questo comando: di
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sorvegliare molto voi stessi per conoscervi molto, di avvicinarvi sempre più alla Luce per
poterci vedere. La mia parola è Luce. Custoditela in voi e, quando al suo lume scoprirete
macchie od ombre, perseguitatele per cacciarle dal vostro cuore. Quello che eravate prima
che Io vi conoscessi non dovete più esserlo. Dovete essere molto migliori, perché ora
sapete molto di più. Prima eravate come in un crepuscolo, ora avete la Luce in voi. Dovete
perciò essere figli della Luce. Guardate il cielo al mattino quando l’alba lo schiarisce: può
sembrare sereno solo perché non è del tutto coperto di nuvole temporalesche, ma come la
luce cresce e il vivo calore del sole si affaccia ad oriente ecco che l’occhio stupito, vede
farsi macchie rosate sull’azzurro del cielo. Che sono ? Oh! Lievi nuvolette, così lievi che
pareva non ci fossero finché la luce era incerta, ma che ora, poiché il sole le colpisce,
appaiono come spume leggere sul campo del cielo. E vi stanno finché il sole le fonde, le
annulla nel suo gran fulgore. Voi fate così della vostra anima. Portatela sempre più presso
la Luce per discoprirvi ogni nebbia anche lievissima, e poi tenetela sotto il grande sole della
Carità. Essa consumerà le vostre imperfezioni come il sole fa evaporare l’umidore leggero
che si condense in quelle nuvolette così esili che il sole dissipa all’aurora. Se voi starete
molto nella Carità, la Carità opererà in voi continui prodigi. Andate ora e siate buoni … >>.
B. dal Quinto Vangelo di Tommaso Apostolo 2 risulta che il Signore Gesù disse a Tommaso: << …
Quando voi vi conoscerete, allora sarete consci e saprete che siete voi i figli del Padre Vivente. Ma
se vi capita di non conoscere voi stessi, allora restate poveri e siete la povertà stessa >>.
Questa Azione è molto più importante di quanto potrebbe sembrare a prima vista; che
ognuno di noi ne comprenda l’importanza e si eserciti costantemente nel conoscersi.
2 Tommaso Apostolo, Il Quinto Vangelo, trad. Mario Pincherle, pagine 17-19, MacroEdizioni
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