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1 - GUSTAV COURBET: FUNERALE A ORNANS. Metà ottocento. Coubert rappresenta più di 50 abitanti della sua cittadina natale che partecipano al funerale, anche se non si sa di chi, quindi tutte persone comuni, uscendo dallo stanco e ripetitivo accademismo che rac- contava episodi di storia antica, scene sacre o mitologiche. Coubert fu ricordato per la sua denuncia sociale e la ricerca al realismo. Uno dei due sacerdoti infatti è vistosamente rosso, suggerendo incoerenza etica e il proprio vizio di bere. La presenza del cane in primo piano, infine, enfatizza il realismo dell’opera, perché era raro vedere degli animali contrapposti alla figura umana in primo piano, per alcuni questo particolare fu considerato bla- sfemo. (funerale arte - morte arte) Pur essendo un funerale non sembra che le persone provino grande dolore o mostrino molta attenzione all’avvenimento. 2- EDOUARD MANET: COLAZIONE SULL’ERBA. Manet fu il precursore dell’impressionismo, infatti intendeva rinnovare la pittura, rimanendo però all’interno della grande tradizione classica. Esposta nel Salon de Rèfuses (aperto da Napoleone III per placare le proteste da parte dei respinti al Salon Ufficiale) suscitò subito scandalo, non tanto per il nudo femminile ma al fatto che si riferisse a una ragazza del tempo. Oltre a questo anche la tecnica pittorica: no disegno preparatorio, risultava abbozzato, non finito. (donna: modella preferita, uomini: fratello e futuro cognato). 3- EDOUARD MANET: OLYMPIA. Messa a confronto con la Venere di Cabanel l’unica differenza sta nel soggetto, infatti in una è raffigurata la candida Venere, nell’altro una moderna prostituta. Olympia ostenta sfacciatamente aspetti e attributi della sua vita quotidiana e mondana: le ciabatte di raso, l’or- chidea tra i capelli, il nastrino di velluto nero al collo, il bracciale, lo scialle dalle frange dorate, il gatto, simbolo di lussuria. Il ventre piatto e i muscoli tesi sono segno di pura sessualità. Olympia è realizzata con una tecnica pittorica radicalmente nuova, scioccante al pari del soggetto: le pennellate sono rapide, sommarie, sintetiche. I contrasti sono accentuati e dividono il quadro in due parti (chiara e sfondo cupo). Come nell’opera che segue Manet esprime il suo stato interiore sempre attraverso lo sguardo dei suoi soggetti, in questo caso di sfida e di provocazione, con una forte sicurezza. 4-EDOUARD MANET: IL BAR DELLE FOLIES-BERGèRES: Manet dipinge un bar di un locale alla moda, scegliendo però di rappresentare, più che la vivacità della folla seduta ai tavoli una delle due cameriere. Questa domina la composizione e suggerisce un’idea di solitudine., Ma anche il senso del distacco dalla vivacità superficiale della folla che si è riunita al bar. I suo lavoro monotono contrasta la sua ricchezza interiore. Dipinto due anni prima della morte è la sua ultima grande opera e costitu- isce una sorta di testamento spirituale. L’artista negli ultimi anni si era ammalato e viveva ritirato in campagna, dipingendo nature morte e fiori. (Eccezione questa) Sfondo: divertimento superficiale e il circo della vita. IMPRESSIONISMO: 1874: prima esposizione collettiva nello studio del fotografo Nadar. (Salon des Rèfuses) - Rifiuto dei soggetti storici, mitologici, religiosi , letterali, rifiuto dell’Accademia - Adozione di temi nuovi: natura, vita moderna, città, stazioni, folla, strade. - No disegno preparatorio, no prospettiva, no illuminazione dello studio. -En plan air, pennellate a piccoli tocchi, fitti e rapidi che accostano colori puri, senza mescolarli, diretta- mente sulla tela. - Vogliono cogliere un momento, un preciso attimo passeggero. Il vero soggetto è la luce. 5- CLAUDE MONET: IMPRESSIONE SOLE NASCENTE. Ricordato come l’artista che seguì maggiormente i principi dell’Impressionismo Monet espose queest’opera alla prima impressionista, dove un critico ironizzò definendola un impressione, da qui il nome del movimento arti-

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1 - GUSTAV COURBET: FUNERALE A ORNANS.

Metà ottocento. Coubert rappresenta più di 50 abitanti della sua cittadina natale che partecipano al funerale, anche se non si sa di chi, quindi tutte persone comuni, uscendo dallo stanco e ripetitivo accademismo che rac-contava episodi di storia antica, scene sacre o mitologiche. Coubert fu ricordato per la sua denuncia sociale e la ricerca al realismo. Uno dei due sacerdoti infatti è vistosamente rosso, suggerendo incoerenza etica e il proprio vizio di bere. La presenza del cane in primo piano, infine, enfatizza il realismo dell’opera, perché era raro vedere degli animali contrapposti alla figura umana in primo piano, per alcuni questo particolare fu considerato bla-sfemo. (funerale arte - morte arte) Pur essendo un funerale non sembra che le persone provino grande dolore o mostrino molta attenzione all’avvenimento.

2- EDOUARD MANET: COLAZIONE SULL’ERBA.

Manet fu il precursore dell’impressionismo, infatti intendeva rinnovare la pittura, rimanendo però all’interno della grande tradizione classica. Esposta nel Salon de Rèfuses (aperto da Napoleone III per placare le proteste da parte dei respinti al Salon Ufficiale) suscitò subito scandalo, non tanto per il nudo femminile ma al fatto che si riferisse a una ragazza del tempo. Oltre a questo anche la tecnica pittorica: no disegno preparatorio, risultava abbozzato, non finito. (donna: modella preferita, uomini: fratello e futuro cognato).

3- EDOUARD MANET: OLYMPIA.

Messa a confronto con la Venere di Cabanel l’unica differenza sta nel soggetto, infatti in una è raffigurata la candida Venere, nell’altro una moderna prostituta. Olympia ostenta sfacciatamente aspetti e attributi della sua vita quotidiana e mondana: le ciabatte di raso, l’or-chidea tra i capelli, il nastrino di velluto nero al collo, il bracciale, lo scialle dalle frange dorate, il gatto, simbolo di lussuria. Il ventre piatto e i muscoli tesi sono segno di pura sessualità. Olympia è realizzata con una tecnica pittorica radicalmente nuova, scioccante al pari del soggetto: le pennellate sono rapide, sommarie, sintetiche. I contrasti sono accentuati e dividono il quadro in due parti (chiara e sfondo cupo).Come nell’opera che segue Manet esprime il suo stato interiore sempre attraverso lo sguardo dei suoi soggetti, in questo caso di sfida e di provocazione, con una forte sicurezza.

4-EDOUARD MANET: IL BAR DELLE FOLIES-BERGèRES:

Manet dipinge un bar di un locale alla moda, scegliendo però di rappresentare, più che la vivacità della folla seduta ai tavoli una delle due cameriere. Questa domina la composizione e suggerisce un’idea di solitudine., Ma anche il senso del distacco dalla vivacità superficiale della folla che si è riunita al bar. I suo lavoro monotono contrasta la sua ricchezza interiore. Dipinto due anni prima della morte è la sua ultima grande opera e costitu-isce una sorta di testamento spirituale. L’artista negli ultimi anni si era ammalato e viveva ritirato in campagna, dipingendo nature morte e fiori. (Eccezione questa)Sfondo: divertimento superficiale e il circo della vita.

IMPRESSIONISMO: 1874: prima esposizione collettiva nello studio del fotografo Nadar. (Salon des Rèfuses) - Rifiuto dei soggetti storici, mitologici, religiosi , letterali, rifiuto dell’Accademia- Adozione di temi nuovi: natura, vita moderna, città, stazioni, folla, strade.- No disegno preparatorio, no prospettiva, no illuminazione dello studio. -En plan air, pennellate a piccoli tocchi, fitti e rapidi che accostano colori puri, senza mescolarli, diretta-mente sulla tela.- Vogliono cogliere un momento, un preciso attimo passeggero. Il vero soggetto è la luce.

5- CLAUDE MONET: IMPRESSIONE SOLE NASCENTE.Ricordato come l’artista che seguì maggiormente i principi dell’Impressionismo Monet espose queest’opera alla prima impressionista, dove un critico ironizzò definendola un impressione, da qui il nome del movimento arti-

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stico. I suoi soggetti preferiti erano la Senna e le barche a vela e la vita cittadine (stazione - cattedrale - covoni..)L’opera appare quasi abbozzate, non ci sono particolari e gli effetti di luce e delle onde del fiume sono dati con pennellate semplici e veloci, la piccola barca viene ripetuta più volte proprio per dare l’effetto del tempo e per sottolineare la tempistica per la realizzazione del quadro.

6- CLAUDE MONET: LA SERIE DELLA CATTEDRALE DI ROUEN.

Monet dipinse più di 50 vedute della Cattedrale di Rouen, studiando la luminosità nelle diverse ore della gior-nata. Il punto di vista è molto ravvicinato e esclude alcuni lati della Cattedrale.

7- CLAUDE MONET: LE NINFEE

Monet dedicò del tempo per la creazione di un giardino acquatico, creando un vasto stagno dove cominciò a coltivare piante tra cui delle ninfee. Realizzò circa sessanta dipinti di queste. Monet rappresentò e studiò i riflessi, i colori dell’acqua fino ad arrivare ad un astrattismo.

8- EDGAR DEGA: I BEVITORI DI ASSENZIO

L’assenzio era una delle droghe più diffuse in quel tempo, Degas a differenza degli altri impressionisti amava di più le figure umane che il paesaggio e rimase fedele ad una tecnica pittorica più tradizionale.L’inquadratura è squilibrata verso destra lasciando il centro dell’opera vuoto. La bottiglia e vuota e i due per-sonaggi interpretano un tipico barbone parigino e una prostituta. I loro sguardi si perdono nel vuoto e la loro sagoma viene riflessa dallo specchio alle loro spalle accentuando così il senso di solitudine.

9- EDGAR DEGAS: LA CLASSE DI DANZA.

La danza è il tema privilegiato della pittura di Degas, perchè poteva analizzare il movimento, non quello libero, ma quello ritmato e rigoroso. Degas si dedicò anche alla scultura per dare alle sue pitture più espressione e ardore di vita.

10- RENOIR: BALLO AL MOULIN DE LA GALETTE.

La formazione dell’artista avvenne in ambito accademico dove ebbe modo di conoscere altri artisti insofferenti delle regole accademiche. Renoir colse il vero significato della nuova corrente rivoluzionaria: restituire sulla tela ciò che l’occhio coglie, solo macchie luminose di colore.Con quest’opera Renoir ci fa sedere tra la folla vivace al famose locale di Montmartre. La scena è stata ricostru-ita in studio. In primo piano la sorella, ripetuta più volte, e gli amici pittori. Ciò che colpisce oltra la costruzione dell’opera è la fusione tra luce e colore. Renoir ricostruisce l’effetto della luce che filtra tra le fronde degli alberi. L’artista fa un taglio fotografico all’opera, riproducendo solo un pezzo del momento e lasciando l’idea che la festa sia molto più ampia.

11- PAUL CEZANNE: DUE GIOCATORI DI CARTE.

L’immagine si presenta caratterizzata da una forte geometrizzazione, riproducendo una forte tensione e una cupa riflessione esistenziale. L’opera è studiata su uno schema di rette verticali, orizzontali e oblique. I due gio-catori si contrappongono per i l colore quasi opposto dei loro vestiti. Cezanne fu il precursore del cubismo, infatti la sua ricerca si basa su una sintesi delle forme, cercando di tra-sformare tutto ciò che c’è in natura in sfera cilindro e cono.

12- PAUL CEZANNE: LA MONTAIGNE SAINTE -VICTORIE.

Questa montagna fu una vera ossessione per Cezanne, la dipinse più volte da varie angolazioni e con stili leg-germente diversi. La montagna domina su tutta la pianura. Le opere rispecchiano la sua solitudine.

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13- PAUL GAUGUIN: AVE MARIA.

Gauguin era abituato alla libertà più completa, autodidatta, impulsivo e teso verso verità mistiche. Si sposò con una giovane danese da cui ebbe molti figli e in questo periodo cominciò a dipingere. Dopo il periodo di piccola ricchezza decise di scappare dalla moglie e i figli a causa di un crollo finanziario e dal desiderio di cambiare strada. Per l’artista la pittura doveva essere lo specchio del mondo interiore. Pur riscuotendo successo decise di partire per Tahiti, dove dipinse i suoi quadri più famosi. Gaugain descrive una realtà semplice, fatta soltanto di cose necessarie, come il cibo, il riposo, amore e spiritualità. In questo dipinto Gauguin mescola scene sacre con realtà tahitiane.

14- PAUL GAUGUIN: DA DOVE VENIAMO? COSA SIAMO? DOVE ANDIAMO?

Poco prima di morire Gauguin dipinse il quadro più grande della sua vita. Utilizzò il suo stile ma aggiunse molti significati simbolici e la riflessione sulla natura dell’esistenza. I personaggi sono posti su piani diversi e si potrebbe leggere come un passaggio dall nascita alla morte.Quasi al centro un personaggio tahitiano divide in due parti assimetriche il dipinto. Legame uomo - natura.Le tre domande non trovano una risposta, ma sottolineano l’enigma appassionante della vita, anzichè svelarne la soluzione.

15- VINCENT VAN GOGH: LA NOTTE STELLATA

I suoi primi soggetti furono i mangiatori di patate, contadini spesso accoppiati a luci cupe e realtà crude.Il suo malessere interiore lo portò a diventare uno degli artisti più famosi del novecento, rispecchiando la di-sperazione dell’artista con il disagio che caratterizzò quel secolo. L’opera si compone tra vortici del cielo notturno in contrapposizione con gli astri che si presentano come punti fermi. e quindi elementi attorno ai quali possono gravitare il colore e il pensiero.

16- VINCET VAN GOGH: AUTORITRATTO DEDICATO A PAUL GAUGUIN - AUTORITRATTO.

Con gli autoritratti l’artista concepisce il suo ruolo nella società, un personaggio marginale rispetto ad essa, non integrato, ma proprio per questo capace di vedere più lontano, di generare energia e verità, limitato da un’esistenza profondamente umana. Ogni passo della sua evoluzione artistica è sottolineato da almeno un autoritratto. Volto: di bronzo, Verde acceso di fondo: stampe giapponesi.Artista: individuo dalla personalità multipla.

17- VINCENT VAN GOGH: CAMPO DI GRANO CON CORVI

E’ l’ultimo quadro dipinto da Van Gogh, il suo ultimo grido prima di abbandonare questa vita.Ci leggo senso di oppressione, disperazione, angoscia.Un cielo plumbeo ed ostile, un campo di grano sconvolto dal vento, ed una strada che prova ad insinuarsi al suo interno ma non riesce ad arrivare in fondo, a crearsi uno spiraglio. I corvi incombono bassi, quasi a presagire la tragedia che sta per consumarsi.Il pittore era preoccupato per la salute del fratello e turbato da una solitudine opprimente e da un precario equilibrio emotivo.

18- GUSTAV KLIMT: FREGIO DI BEETHOVEN.

Klimt appartiene a quella corrente ricordata come i secessionismo che si prefiggeva come obiettivo quello di un rinnovamento dell’arte. La scalata al successo della carriera di Klimt fu interrotta nel momento in cui il suo linguaggio figurativo giunse a contenuti che la società viennese ritiene inaccettabili. Gli elementi che caratte-rizzano la sua pittura sono l’appiattimento dello spazio in favore dei fondi oro, fondali con motivi decorative

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che si legavano alle ambientazioni e agli abiti, le figure maschili scompaiono in favore di un’immagine della femminilità ( fiera e crudele, sensuale o estasiata dalla maternità o ancora rinsecchita dagli anni).Il fregio è lungo 24 metri su tre pannelli, realizzato con inserimenti di materiali diversi come polvere d’oro, ve-tri, frammenti di specchio, madreperle, bottoni, pietre dure, sabbia e chiodi. é la narrazione allegorica (lonza) dell’aspirazione dell’uomo alla felicità, raggiunta attraverso l’arte.PRIMO PANNELLO: le suppliche del debole genere umano. tre figure nude implorano un cavaliere con l’arma-tura dorata (la Forza) SECONDO PANNELLO: ma forze oscure attendono il cavaliere: il gigante Tifeo (gorilla) con le sue progenie-discendenti (Malattia, Follia, Morte, Voluttà, Lussuria, Inocntinenza, Angoscia). TERZO PANNELLO: fluide e esili fanciulle sono attirate dal suono della lira, mentre l’opera si conclude con un bacio finale, simbolo della conclusione del ciclo con l’apoteosi della felicità.

19- GUSTAV KLIMT - IL BACIO

L’uomo, in piedi, si piega per baciare la donna che sta inginocchiata sul prato tra i fiori e sembra accettare il ba-cio, partecipando emotivamente. Solo la faccia e le braccia dei personaggi sono realistiche, il resto del quadro è formato da tinte piatte e volumi geometrici accostati. La faccia della donna è racchiusa fra le mani del maschio, il quale ha il braccio della femmina sul collo. Klimt ha vestito, ed è curioso da notare, i suoi personaggi con la lunga tunica che era solito portare. La coppia è contornata da un ovale. Le forme geometriche sono abbastanza allusive, sul vestito dell’uomo vi sono raffigurati dei rettangoli posizionati in verticale, sul vestito della donna sono raffigurati dei cerchi concentrici, tutte e due le forme geometriche ricordano il sesso dei soggetti che in-dossano quelle tuniche.Nella parte d’oro che ricopre l’uomo vi sono figure rettangolari e in bianco e nero, mentre la donna sembra es-sere punteggiata con mazzi di fiori ed è caratterizzata da forme rotondeggianti e prive di ogni possibile spigolo.

20- EDWARD MUNCH

Munch viene ricordato per la visione tragica della vita, lui stesso scrisse che malattia e pazzi furono gli angeli custodi della sua culla. Precursore dell’espressionismo cercò di descrivere le proprie emozioni in modo da ge-neralizzarle, adattandole alla vita interiore di ogni uomo. Il soggetto principale dell’opera è l’angoscia, in questo quadro l’armonia tra uomo e mondo si spezza e la natura non regala più all’uomo alcuna serenità. L’individuo rimasto solo, ferito, trasferisce nella natura il proprio sen-so di perdita e lo trasforma in un lago di sangue - rosso e di lutto - blu,nero.La vita stessa (la strada) è una pista impossibile da percorre poichè rimaniamo paralizzati nell’inquietudine che avvolge noi e tutto il resto. Visione pessimistica della vita.

21- HENRI MATISSE: ARMONIA IN ROSSO

Espressionismo (ciò che si vede attraverso le proprie emozioni) francese/fauves: trasmette la gioia di vivere. -no gruppo compatto, no programma.- Protagonista: il colore, distribuito con pennellate ben evidenti costruisce il dipinto- No profondità - No gradazioni di colore, sfumature, effetti chiaro scuro o volume- Ispirazione: arte primitiva.

Tra i grandi innovatori del linguaggio della pittura passò la vita a cercare una calma interiore che potesse anche assumere le forme esteriori dell’arte. Messo a confronto con l’opera realizzata 11 anni prima si nota un processo di semplificazione estrema e di accentuazione del ruolo del colore. L’opera risulta piatta, il disegno è sintetizzato e reso evidente dai contorni tracciati con il nero. Non c’è una marcata prospettiva, ma il senso di profondità è dato dal colore in primo piano della sedia (giallo) dal rosso e il verde della finestra. Ma gli oggetti vengono comunque posti in modo da rendere la visione piatta. La scelta di questo cambiamento stilistico sta nella deci-sione dell’artista di considerare la pittura come l’espressione di emozioni rese attraverso il colore.

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22- HENRI MATISSE: LA DANZA

Cinque corpi rosso-arancio si stagliano su un fondo verde e blu formando un cerchio di figure nude che è im-pegnato in un girotondo vorticoso. Velocità resa dal disegno e dalla associazione del colore. Non è un cerchio totalmente chiuso, non si capisce se le mani si stanno per unire o si sono appena lasciate.

23- ERNST LUDWIG KIRCHNER: CINQUE DONNE NELLA STRADA

Espressionismo tedesco - die brucke:- Programma scritto (realista e rivoluzionario)- Dissenso nei confronti della società borghese e conservatrice della Germania del tempo- Soggetti: classe lavoratrice - emarginati.

Appassionato, impetuoso, infaticabile, ricercatore ma soffri anche di instabilità mentale, tanto da essere con-gedato dall’esercito, partito lui stesso come volontario nella Prima guerra mondiale. Si tolse la vita dopo che la mostra voluta da Hilter sulla cosidetta “arte degenerata” in cui furono esposte anche molte sue opere.

L’opera a prima vista è volutamente irritante, struttura fortemente simmetrica, tratto nervoso e sintetico come quello di uno schizzo. Il fondo, verde acido, tanto da sembrare lui la figura che si presenta prima ai nostri oc-chi. La natura è rigida, ha un aspetto appuntito. I visi delle cinque donne sono taglienti, spigolosi. Sono figure in attesa, anche se non si sa di cosa o di chi. In quest’opera emerge l’asprezza e la capacità di non comunicare, tipica dei grandi centri.

AVANGUARDIE

ESPRESSIONISMO

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CUBISMO

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VAN DOESBURGMONDRIAN

DUCHAMP DALI’MIRO’

MARGRITTE

DER BLAUE REITER

FUTURISMO NEOPLASTICISMO DADAISMO SURREALISMO

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24- EGON SHIELE

è stato un pittore e incisore austriaco. Pupillo di Gustav Klimt, Schiele è stato uno dei maggiori artisti figurativi del primo ‘900, nonché esponente assoluto del primo espressionismo viennese assieme ad Oskar Kokoshka. La vita di Egon Schiele è circondata da un’aura mistica: talento precoce, muore alla giovane età di 28 anni. Nono-stante la breve vita, il suo corpus di opere è impressionante: circa trecentoquaranta dipinti e duemilaottocento tra acquerelli e disegni. Il suo lavoro è noto per l’intensità espressiva, l’introspezione psicologica e la comu-nicazione del disagio interiore attraverso i suoi numerosi ritratti. I suoi soggetti sono spesso uomini e donne che posano nudi, simbolo del suo complesso rapporto con il sesso femminile; corpi contorti, figure spesso non completate nella loro interezza; ritratti e molti autoritratti. Nel suo corredo creativo si trovano inoltre alcune poesie e sperimentazioni fotografiche. Il suo particolare stile lo colloca tra i pittori del movimento Espressioni-sta, in particolare nel movimento di Secessione viennese nato agli inizi del XX secolo.

26- OSKAR KOKOSCHKA: LA SPOSA DEL VENTO (o LA TEMPESTA)

Espressionismo austriaco: Sentimenti e passioni

- No programma, no legami tra di loro- Forti caratteri: molti autoritratti.

L’arista riscosse subito successo, la sua produzione è ricca di ritratti, ciò che più gli interessava del soggetto era il suo stato d’animo e come rappresentare questo. Kokoschka ebbe una relazione con Alma Mahler, anche se durò solo 3 anni fu molto intenso. In questo periodo dipinse il suo quadro più celebre: La sposa del vento.Il colore è violento, le figure sono distorte. La coppia appare distesa su una fragile barca e viene come trasporta-ta da un vortice. L’amore ne emerge come un incubo che spinge la coppia a un vortice di dipendenza reciproca e di isolamento dal mondo. (dipingendo l’opera Kokoschka salva l’ultimo abbraccio della relazione)L’artista uscì successivamente gravemente ferito dalla guerra e fu preda della depressione, la sua arte fu definita degenerata dal regime nazista.

27- AMEDEO MODIGLIANI: TESTA

Modigliani è circondato da un alone di fascino umano oltre che artistico, ricordato come l’artista maledetto per la vita da debosciato (droga, alcool...) La sua ambizione era diventare scultore monumentale, ritrovare nella scultura, o almeno nella pittura, a cui dovette rassegnarsi per motivi di salute fisica.Come molti artisti di quel tempo la sua arte fu influenzata da quella primitiva/africana, una delle caratteristiche che lo conferma è il collo lungo dei soggetti che dipinge. (lui fu anche influenzato dall’arte egiziana) La realtà spesso viene nobilitata accentuandone gli aspetti geometrici (cilindri, sfere, triangoli..).Le teste semplificate e sacrali furono il suo principale risultato scultoreo.

28- AMEDEO MODIGLIANI: LUNIA CZECHOWSKA

Il naso che avanza ripete il senso inverso delle due curve del collo, la fronte riprende quelle curve sfuggendo all’indietro, si ritrova sempre alla fine un equilibrio e un baricentro.L’artista dipingerà gli occhi dei suoi soggetti solamente quando conoscerà l’anima della persona. Nel maggiore dei casi li lascierà vuoti.

29-AMEDEO MODIGLIANI: NUDO SDRAIATO A BRACCIA APERTE (o NUDO ROSSO)

“Nudi e qualche ritratto ogni tanto per mangiare e bere” La produzione di Modigliani è caratterizzata in par-ticolare di nudi, sensuali e accoglienti con le loro forme e i colori caldi. Non ci sarà mai una denuncia sociale.

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30- MARC CHAGALL: LA PASSEGGIATA.

L’artista della gioia di vivere, del sogno ad occhi aperti. Nato in Russia si trasferì poi a Parigi, non scordando mai le sue radici e riportandole spesso successivamente sulle tele. No simbolista: il colore non è l’unico protagonista dei suoi quadri.No cubista: la sua ossessione era ciò che accade “dentro la mente” e non come i cubisti “dentro le cose”No surrealista: ciò che disegna non fa riferimento a associazioni inconsce ma a ricordi ben consapevoli dei luoghi della sua infanzia. Impostò la sua vita come una favola insieme alla moglie Belle, la quale viene raffigurata spesso nelle sue opere, come nella passeggiata, in cui viene ritratta come un aquilone in aria, che trasporta piano piano anche il marito verso l’alto. Come in una favola felice circondata da un alone di magia.

31- MARC CHAGALL: AUTORITRATTO A SETTE DITA

L’artista si rappresenta mentre dipinge nel suo studio, dipinge non ciò che vede dalla finestra ma ciò che vede in una nuvola di pensieri rappresentata al polo opposto della finestra (un villaggio russo con la sua chiesa, a cui aggiunge nella tela una mucca e una contadina. Le sette dita ricordano il candelabro ebraico.

PABLO PICASSO - CUBISMO

Picasso nasce a Malaga (Spagna) il 25 ottobre 1881. Figlio di un professore alla Scuola delle Arti e dei Mestieri sin da piccolo si mostra predisposto per la pittura e il disegno. Nel 1895 entra all’Accademia di Belle Arti di Barcellona.Dopo aver vinto un concorso dell’Accademia Reale di Madrid, Pablo Picasso si trasferisce nella capitale.In questo periodo Pablo Picasso dipinge sopratutto figure tristi e tragiche firmando le sue opere P. Ruiz, poi, per distinguersi dal padre, aggiunge il nome della madre “Picasso”, decidendo verso i vent’anni di firmarsi sem-plicemente Picasso.Nel 1921 nasce il suo primo figlio Paulo. Poco più tardi il suo matrimonio entra in crisi a causa dell’innamo-ramento di Pablo Picasso per Marie Thérèse Walter (una diciassettenne: lui aveva quarantacinque anni), dalla quale ha una figlia, Maya.Pablo Picasso cerca di ottenere il divorzio più volte, ma per questioni burocratiche non ci riesce mai.Nel 1944 Pablo Picasso, in crisi con la sua ultima compagna Dora Maar, si occupa di politica, iscrive al Partito Comunista e partecipa a conferenze internazionali per la pace.Nella vita di Pablo Picasso c’è stata tutta una lunga processione di donne: Fernande e Eva, Olga e Marie-The-rese, Dora e Françoise, Alice e molte altre ancora, che lo hanno influenzato nelle sue scelte.Ma gli ultimi anni della sua vita preferì passarli come un recluso nella sua casa di Cannes con la sua giovane moglie Jacqueline Roque, sposata nel 1961, continuando il suo lavoro d’artista.Pablo morì l’8 aprile 1973, all’età di 92 anni.

Picasso non mantenne lo stesso stile durante la sua vita come la maggior parte degli artisti. Ma cambiò spesso nonostante in quel momento avesse successo e riuscesse a vendere.Anche se dalla maggior parte delle persone viene ricordato come cubista in realtà il cubismo lo occupò sola-mente per una decina di anni.

Cubismo formativo(1907 - 1909):la fase che quasi precede il reale cubismo; i volumi e lo spazio sono semplificati e resi come fossero solidi geo-metrici.Cubismo analitico (1909 - 1912):considerato la prima vera e propria fase del cubismo; nel cubismo analitico gli oggetti vengono guardati da vari punti di vista, sopra, sotto, dentro, fuori, di profilo e rappresentati contemporaneamente sulla tela. Il colore perde il suo valore descrittivo diventando neutro e non c’è più distinzione tra figura e sfondo.La scomposizione geometrica e cromatica della scena, attraverso gli strumenti primari che individua nelle forme “del cono, del cilindro e della sfera” (Cezanne) ed attraverso l’utilizzo del colore puro, secondo un pro-

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cesso definito analitico-induttivo.Cubismo sintetico (1921 - 1925):è la seconda fase del cubismo; ed è anche la più lunga (8 anni) si passa dall’analisi delle forme dai vari punti di vista ad una sintesi di ciò che l’artista vede. Le caratteristiche compositive principali del cubismo sintetico risiedono nella scelta di giustapporre o sovrap-porre parti distinte di una rappresentazione spesso avvalendosi di significative tecniche quali il collage ed il papier collè, privilegiando quindi le composizioni di oggetti a visioni polioculari dello stesso oggetto.Tra le tecniche preferite dai cubisti sintetici figura anche il lettering, e grande importanza ha l’utilizzo di carta stampata. Non è raro che le opere di questo periodo siano monocromatiche e si avvalgano di tecniche speri-mentaliVengono introdotti nell’opera elementi concreti quali pezzi di carta da giornale, spartiti musicali e materiali vari.Cubismo orfico: (1921 - 1925):Grazie allo studio tenace di Picasso e Braque, vennero gradualmente formandosi i principi fondamentali del cubismo, primo fra tutti quello della rinuncia alla rappresntazione diretta degli oggetti che vanno ricreati, dopo essere stati scomposti negli elementi costitutivi, mediante un’operazione per cui la pittura, appropriandosi dei metodi della scienza, diviene strumento conoscitivo e si rivolge direttamente all’intelletto, senza passare attra-verso impressioni essenzialmente fisiche.

32/33- PABLO PICASSO: L’AMICO CASAGEMAS

La morte dell’amico Casagemas influenzerà i primi periodi della sua arte.

34- PABLO PICASSO: POVERI IN RIVA AL MARE

Quest’opera appartiene al periodo blu: i soggetti umani rappresentati, appartenenti alla categoria degli emar-ginati e degli sfruttati, sembrano sospesi in un’atmosfera malinconica che simboleggia l’esigenza di interioriz-zazione: l’umanità rappresentata è quella deprimente di creature vinte e sole che appaiono oppresse e senza speranza.

35- PABLO PICASSO: PERIODO ROSA

il periodo rosa è caratterizzato da uno stile di poco più allegro rispetto a quello precedente, poichè ravvivato dai colori rosa e arancione e contraddistinto dai personaggi del circo, anche se rappresentati nel momento in cui non fanno ridere, ma sono seri, non appaiono al pubblico/ dietro le quinte.

36- PABLO PICASSO: LES DEMOISELLES D’AVIGNON.

Quest’opera inaugura la stagione cubista di Picasso. Non è concluso, semplicemente l’artista ha smesso di la-vorarci a un certo punto. Il soggetto del quadro è la visione di una casa d’appuntamento in cui sono presenti cinque donne. Le due centrali hanno dei lineamenti spagnoli, mentre le altre ricordano le maschere africane.L’utilizzo dello spazio viene rivoluzionato, osservando il soggetto e il luogo da punti di vista differenti e suc-cessivamente mescolandoli creando un collage e una sensazione irreale dei soggetti. L’arte primitiva influenza Picasso poichè non è un’arte educata, ma spontanea e sincera; questo suscita un ritorno a forti ricordi primor-diali. L’artista mette a nudo gli istinti primordiali di chi osservi l’opera, uscendo dalla cultura tradizionale e dai suoi vincoli. Le forme geometriche hanno lo scopo di richiamare gli istinti e le sensazioni presenti nel profondo dell’anima e dell’immaginazione riguardo la nudità, il corpo (paura, spigolosità, acoglienza, repulsione, attra-zione, sessualità).

37- PABLO PICASSO: GUERNICA

Negli anni 30 la Spagna assistette ad uno scontro violento tra le forze della sinistra (fronte popolare) che aveva vinto le ultime elezioni e la destra (la Falange) che rispose militarmente. Da questo scontro nacque la guerra

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civile spagnola. Guernica era una piccola cittadina della Spagna, diventò bersaglio in questo clima di violenze che precedette la seconda guerra mondiale, infatti l’aviazione tedesca la bombardò selvaggiamente con lo scopo di testare le strategie e le nuove armi belliche. L’emozione e la collera di Picasso per il massacro viene espressa nel quadro con una visione drammatica di corpi sfatti, visi stravolti, in uno sfondo privo di colore in cui echeggiano urla lancinanti.La novità dell’opera consiste nella sintassi cromatica che ammette solamente il bianco e il nero. Due scene oc-cupano le superfici laterali di destra e di sinistra, la terza si sviluppa centralmente in una struttura triangolare. L’unico segno di speranza presente nell’opera è un piccolo fiore, nascosto nella tragedia del momento.

38- UMBERTO BOCCIONI: LA CITTà CHE SALE.

IL FUTURISMO:Principali caratteristiche:- Ideale risorgimentale dell’Italia incompiuta.- Mito della guerra- Nietzche e la volontà di potenza- Wagner e l’opera d’arte totale- Sorel e il socialismo utopistico-Componenti anarchiche e antiborghesi-cronofotografia di Marey e Muybridge- Mito dell avelocità-Bergson e l’idea di flusso temporale- Dinamismo della materia- Mito dell’elettricità- Città moderna dai ritmi febbrili- Automobile come segno del progresso- Mito dell’uomo atletico ed eroico Attrazione per l’occultismo di origine simbolista.

Inizialmente intitolato “Lavoro” l’opera è una tela di grandi dimensioni, frutto di studi preparatori. Il dipinto rappresenta in un vortice di movimento e luce il sorgere di nuove costruzioni (Milano). Lo scopo è quello di rendere la sensazione dinamica di un emozione, di uno stato d’animo frenetico, come quello che suggerisce la città moderna. Il cavallo rosso domina la scena, si ribella allo sforzo a cui è sottomesso dagli operai. I colori puri e caldi aumentano l’effetto di energia e sono stesi secondo la tecnica divisionista. Lo spettatore viene coinvolto emotivamente in questa rappresentazione del progresso, visto come una forza inar-restabile che avanza, spinto dal lavoro e dalla fatica dell’uomo. luminosità colori- studio impressionistideformazione espressionistica - Munch

39- UMBERTO BOCCIONI - FORME UNICHE DELLA CONTINUITA’ NELLO SPAZIO

Quest’opera è un grande bronzo che rappresenta probabilmente un atleta e che suggerisce la marcia, un avanza-re eroico, un rapporto di fiducia e conquista con ciò che ci sta davanti. Un’altra caratteristica rivoluzionaria del-la scultura è la rottura del basamento in due supporti distinti, in modo da suggerire ancora di più il movimento.

40/41- UMBERTO BOCCIONI - GLI ADDII

Gli addii fa parte della seconda serie degli Stati d’animo in cui Boccioni porta avanti la sua ricerca sul dinami-smo interiore dell’animo e rappresenta sensazioni ed emozioni attraverso le linee e i colori.Presenta una visione caotica: la locomotiva s’incunea in un aggrovigliato gioco di linee ondulate e orizzontali che ricordano il disordine della partenza. Il rumore, le voci, la confusione e la tristezza di persone che si abbrac-ciano e si salutano all’arrivo del treno che sta per separarle vengono tradotti con i colori e le linee del dipinto. Il disordine visivo rinvia al disordine emozionale, alla sensazione di disagio e scompiglio dovuta alla separazione

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42- MARCEL DUCHAMP: FONTANA

DADAISMO: più che una corrente artistica si propone come una forma di provocazione (scelta del nome fatta a caso) I dadaisti sostengono che le conquiste tecnologiche che dovevano portare ad un mondo nuovo hanno invece condotto alla guerra, attaccano così con feroce ironia le convenzioni e le regole della società, accettate in genere passivamente dalla massa. (l’opera d’arte deve esprimere ribellione). Vengono proposte come opere d’arte oggetti qualsiasi... tutto può essere opera d’arte. Così le loro opere vengono definite “non arte” “anti-arte”.

Il lavoro di Duchamp fu così molto provocatorio, fu esempio del movimento, in quanto non cercò mai di arric-chirsi, la maggior parte delle sue opere infatti andò distrutta. Duchamp inviò ad una mostra americana un orinatoio maschile rovesciato. l’idea era quella di trovare l’oggetto meno amato esteticamente dal pubblico, in contrapposizione con ciò che in una mostra questo spera di trovare.

42.2 - MARCEL DUCHAMP: L.H.O.O.Q.

é una riproduzione della Gioconda di Leonardo alla quale l’artista ha apposto baffi e barba e ha aggiunto la scritta del titolo. Lette in inglese significa guarda, ma in francese significano lei ha caldo al culo (svela il sorriso della Monna). Duchamp invita così l’osservatore a dare più importanza alle opere che vede, non solo perchè viene giudicata dalla massa un’opera geniale e stupenda allora deve essere così, bisogna restare fermi ad osser-varla e capirla per confermare questo giudizio.

43- VASILIJ KANDINSKIJ: IL CAVALIERE AZZURRO

Il distacco totale dalla realtà esterna diventa il tema centrale del movimento. Questo sostiene che ciò che suscita idee, sensazioni ed emozioni è l’insieme dei colori, delle linee, delle luci, che sono composti nel disegno, indipendentemente da quello che significano. le sue opere grafiche e cromatiche sono inizialmente degli studi, che sembrano ispirati allo scarabocchio del bambino, per ritrovare un’arte pura, non influenzata da nessuna tradizione e cultura. L’opera è considerata il manifesto della corrente (Kandinkskij in quel periodo dipingeva cavalieri e Marc vedeva nel blu il colore per eccellenza).

43.2- FRANZ MARC - CAVALLO BLU

Appassionato della pittura di animali fini dalla prima giovinezza elaborò un suo stile personale anche grazie alle sue considerazioni sul colore come veicolo simbolico.

44/45- VASILIJ KANDINSKIJ.

Nato in Russia studiò legge e economia ma rifiutò una cattedra universitaria per dedicarsi alla pittura. Rigoroso, disciplinato, fu un grande teorico e un leader nato lo si ricorda per aver dato inizio all’AstrattismoTolse totalmente il soggetto, semplificando il tutto in linee e macchie di colore.Kandisnskij scrisse “lo spirituale nell’arte” cioè una sintesi della teoria pittorica, dove lui attribuiva linee, forme e colori a precise note musicali e melodie.

46- PAUL KLEE: STRADA PRINCIPALE E STRADE SECONDARIE.

Klee rimase un’isolato, non appartenne mai a nessun gruppo preciso. Insegnò con passione alla Bauhaus. Nell’opera è possibile vedere una strada principale che si riduce sempre più mano a mano che si estende verso l’alto, mentre accanto a lei sono visibili strade secondarie, più piccole e con una direzione molto meno precisa. Il tutto sembra osservato dall’alto, infatti si ispirò ai campi arati durante un viaggio in Egitto.

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47- PAUL KLEE: LA MORTE E IL FUOCO

Klee rifiutò sempre la ripetizione e quindi non confermò mai un suo stile preciso e definitivo. La morte e il fuoco è l’ultima opera dell’artista, prima del suicidio realizzò questo autoritratto, dove i segni del viso ricordano la parola TOP. Si tolse la vita non potendo più convivere con la malattia senza uscita - sclero-dermia.

47B- KASIMIR MALEVIC: QUADRATO NERO SU FONDO BIANCO

Malevic fu un uomo dal carattere complesso, leader nel mondo artistico a Mosca fu effettiva la potenza inno-vativa del suo lavoro. Per capire l’opera è importante capire dove è stata posizionata nella mostra, infatti Malevic lo collocò all’incro-cio tra il soffitto e due pareti convergenti. Il luogo tradizionalmente assegnato nell case alle icone sacre. Ebbe dunque un significato provocatorio, poichè le icone sacre sono un mezzo di congiunzione tra la terra e il cielo, e il quadrato stava a significare la forma più semplice costruita dall’uomo.Inoltre negò così ogni tipo di congiunzione alla pittura tradizionalista, la pittura era finita, assorbita nell’imma-teriale per lasciare spazio solo alla meditazione.

48/49/50- PIET MONDRIAN:L’ASTRAZIONE A PARTIRE DALL’ALBERO

NEOPLASTICISMO: la corrente si afferma in Olanda, si affronta il tema della costruzione dell’opera d’arte. La ricerca parte da forme geometriche semplici, per questo l’opera viene costruita con sole linee e piani di colore compatto. Mondrian cerca di eliminare ogni tipo di interpretazione soggettiva dell’immagine. Non si esprime così una sensazione, ma un progetto.

Mondrian sosteneva che il fine dell’arte doveva essere quello dell’elevazione spirituale, questo attraverso una semplificazione geometrica.

Il percorso dell’artista quindi si può capire attraverso le tre tavole, partendo dalla rappresentazione di un albero con i toni caldi e linee curve e particolareggiate, i colori squillanti, tutto è riconoscibile. (albero rosso)Nel secondo dipinto (albero grigio) è già visibile una ricerca verso l’astrazione, verso una sintesi progressiva. Si perde così il soggetto, passando dalla natura alla geometria. Infine in Melo in fiore non rimane che il titolo per comprendere il soggetto del dipinto, Mondrian ottiene così una sintesi estrema, un’interazione di linee verticali e orizzontali.

51- MONDRIAN: TAVOLA N°2 COMPOSIZIONE N°5

Una griglia di linee verticali e orizzontali nere che ospitano quadrati piatti di colori primari.Ogni riferimento a oggetti, passaggi, impressioni era completamente abbandonato.

52- MONDRIAN: COMPOSIZIONE CON ROSSO GIALLO E BLU.

Il dipinto appartiene al periodo centrale e più tipico di Mondrian.L’immagine si sintetizza all’estremo, riducendosi a una griglia di linee nere che si incontrano ortogaonalmente e che delineano aree quadrangolari. I colori sono anch’essi ridotti ai soli fondamentali. Il risultato che l’artista cercava era un perfetto equilibrio compositivo che riflettesse l’ordine dell’universo.Considerava questi tre colori i fondamentali:- giallo: luce solare- blu: spazio infinito- rosso: fusione tra spazio e luce.

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53- MONDRIAN: VICTORY BOOGIE-WOOGIE

All’interno del rombo si snodano piste di colore, ottenute attraverso il collage, è sparito il contorno nero e ciò rende l’immagine dinamica e quasi ansiosa.

54 - MAX ERNST: LA VESTIZIONE DELLA SPOSA

SURREALISMO: Con l’affermarsi della psicoanalisi si ricera il modo di esprimere nelle immagini il mondo irreale ed a volte angoscisoso che è caratteristico del sogno. Niente di quello che dipingono i surrealisti passa dalla logica, sono solo oggetti assemblati in modo assurdo, creando una atmosfera allucinante e inquietante. Si intende quindi rappresentare la realtà interna, non esterna, l’osservatore è libero di interpreatre e trovare significati simbolici.

Personalità acuta e ipersensibile, fin da piccolo ritenne di avere un alter ego in un uccello immaginario che definì Loplop. La sua pittura fu erotica, magica e dissacratoria.

Nell’opera la sposa in primo piano è resa mostruosa nel mantello che le ricopre anche il viso, ricordando così una civetta. Il quadro assume l’aspetto di un rito di inizializzazione alla saggezza e di passaggio verso uno stadio superiore di conoscenza. Una damigella nuda, simbolo di verginità viene scacciata dalla sposa con una mano e ritrova a guardare indietro, verso il passato. Un uccello antropomorfo. simbolo del maschio ha in mano una lancia spezzata, simboleggia una castità che sta per essere perduta, punta verso il pube della sposa. Dietro di loro c’è un quadro che la ritrae quasi identica, in basso a destra c’è una figura verdastra che sembra asciugarsi le lacrime.

55/56/57- JUAN MIRO’

Una delle tesi sostenute dai Surrealisti era che l’arte dei bambini fosse la manifestazione più fertile della mente, non ancora condizionata dall’educazione sociale. Mirò ne è l’esempio di questa teoria, iniziando a dipingere secondo modalità infantili. Meno inquietante degli altri surrealisti riuscì a trasmettere una vitale allegria inse-rendo linee, forme astratte e occhi all’interno dei suoi dipinti. Colore piatto.La sua maturazione artistica si conclude con una semplificazione quasi totale di questi elementi, arrivando a rappresentare pochi soggetti, sempre di colore piatto.

58- RENE’ MAGRITTE: GOLCONDE.

Magritte è stato probabilmente il surrealista che ha avuto maggior successo di pubblico, copiato dalla grafica e dalla pubblicità. Gli uomini a bombetta che ha ripetuto tante volte nei suoi quadri sono una sorta di autoritrat-to semplificato. In realtà la sua esistenza traquilla non era che una difesa da un dramma: solo quattordicenne perse la madre che si suicidò, venne trovata annegata con una camicia da notte avvolta sul viso.

59- RENE’ MAGRITTE: L’USO DELLA PAROLA I

La pittura non ha a che fare con la realtà ma con il pensiero. Ciò che Magritte vuole spiegare è complesso e per questo lo rappresenta come un’illustrazione. L’opera prende di mira una delle convenzioni estetiche più antiche, quella secondo cui il pregio di un’opera d’arte starebbe nel rappresentare nel modo più illusionistico possibile la realtà. Magritte avverte lo spettatore che ciò che è rappresentato è solo rappresentato, l’arte non copia nè la natura nè la ricrea. Quindi ciò che l’artista rappresenta è un ragionamento, un pensiero, non la copia del reale o la realtà.

60- RENE’ MAGRITTE: L’IMPERO DELLE LUCI.

Un cielo diurno si contrappone rispetto al fatto che la casa sia avvolta dall’oscurità e le sue luci siano accese.

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61- RENE’ MAGRITTE: GLI AMANTI

Il dipinto ci mostra due persone che si baciano ed hanno i volti coperti da un panno bianco.Il bacio fra i due amanti è un’ immagine che parla di morte e dell’impossibilità di comunicare, i due personaggi dietro il panno si scambiano un amore muto che conosce solo il linguaggio del corpo.

62 /63- SALVADOR DALI’: LA PERSISTENZA DELLA MEMORIA E I CASSETTI DELLA MEMORIA

Senza dubbio il surrealista più discusso, per la sua grande inventiva ma anche per molti suoi atteggiamenti irritanti. In “la persistenza della memoria” vediamo un paesaggio desolato, in cui sono posti degli orologi che si sciolgono, uno di questi si posa su un autoritratto. Riprendendosi alle teorie di Freud dipingerà spesso i cassetti della memoria nei suoi dipinti, posti come all’in-terno della persona.

64/65/66: GIORGIO DE CHIRICO: LE MUSE INQIETANTI

LA METAFISICA: da un punto di vista cronologico precede sia il surrealismo che il dadaismo. La metafisica è un ritorno all’ordine, rimanendo nella tradizione pittorica. Ogni opera mostra uno stato di sospensione innaturale, come se non stesse accadendo nulla o che da li a poco accadesse qualcosa di partico-larmente forte da cambiare la tranquillità silenziosa che suggerisce uno stato di angoscia.

De chirico è stato l’artista italiano più influente delle Avanguardie storiche, il più amato ma anche il più contro-verso. Uomo di grande cultura fu grande ammiratore di Nietzsche.

L’opera mostra una piazza sul cui fondo compare il castello di Ferrara, ma anche una fabbrica con due ciminie-re, sulla destra un palazzo rievoca l’architettura classica, così De Chirico fa riferimenti alla storia dell’arte e alla vita comune. In primo piano si trova una scatola multicolore che ricorda quella dei dolciumi. L’immagine è infatti costruita per dare una sensazione di irrealtà e inquietudine.

67: GIORGIO MORANDI:NATURA MORTA

Morandi fu un autodidatta e la sua ricerca si orientò verso l’oggetto quotidiano (cilindri, parallelepipedi, scato-le, sfere, teste di manichini) Voleva trovare un modo per ritrarre le cose così come tendono a strutturarsi sull aretina in termini geometrici. I toni sempre bassi dei colori lo portarono inizialmente verso una pittura piatta e poi alla pennellata sempre più gestuale.

68: OTTO DIX: RITRATTO DELLA GIORNALISTA SYLVIA VON HARDEN

Conversione al realsimo:- in tutte le aree in cui precedentemente si erano affermate le Avanguardie.- no posizione politica precisa, ma guardare all’arte del passato.- visione apparentemente serena ma nel profondo malinconica e inquieta.- fu spontanea

Si arruolò volontario in guerra, ma nè torno con un disgusto per la vita in trincea e una compassione profonda per i reduci.Protagoniste dei suoi quadri: molte donne dai tratti deformati.

il ritratto della giornalista Sylvia von Harden, della quale Dix esaspera i tratti maschili e lo spregiudicato atteg-giamento anticonformista.Il mezzo principale con cui l’artista concretizza il programma della “Nuova Oggettività” è il disegno: un segno incisivo e aggressivo, erede della tradizione grafica tedesca.Il colore viene caricato non secondo impressioni soggettive ed emotive, scopo dell’artista è, infatti, quello di

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ottenere una figurazione che sia meno possibile pura rappresentazione della realtà, e che mostri con efficacia nient’altro che se stessa.Consapevole del mutamento dei tempi, Otto Dix vuole che il soggetto divenga espressione di una società che si avvia alla modernizzazione.

69/70/71- OTTO DIX: MOTROPOLIS

In “Metropolis” Dix mette in scena: la tragedia di un paese sconfitto, la Germania negli anni successivi la Prima Guerra Mondiale; di un mondo che non s’avviava verso il futuro, ma ad un’altra era di decadenza.

72- DIEGO RIVERA: MURALES

Il messico inizio nel 1910 una rivoluzione politica, per poi rimanere neutrale durante la Seconda Guerra Mon-diale. Rivera fu uno dei maggiori protagonisti a portare avanti un’arte di impronta marcatamente politica e nazionale.

73- FRIDA KAHLO:

Fu una donna segnata nel corpo dalle sofferenze, a partire dalla poliomielite, contratta a 6 anni, fino al grave incidente in cui rimase coinvolta, a 18 anni, che le procurò fratture alla spina dorsale, al bacino, al piede con conseguenze tragiche per tutta la vita. La leggenda che circonda la sua esistenza riferisce che sua madre, per spezzare la solitudine e l’immobilità dopo l’incidente, facesse installare uno specchio sopra il suo letto: così Fri-da iniziò a ritrarsi. Attraverso l’arte trovò la maniera di esorcizzare i suoi tormenti rappresentandoli, mettendo in piazza il suo dolore, studiandolo nei dettagli.

74- EDWARD HOPPER: NOTTAMBULI

Hopper rappresentò la solitudine dell’uomo dei nuovi, vasti, spazi urbani. Rappresenta spesso le immagini secondo dei tagli cinematografici apparentemente casuali.

76- ALEXANDER CALDER

Le opere dell’americano sono delle strutture ramificate, senza base, simili a scheletri di cattedrale e delle com-posizioni aeree, sculture mobili fatte di ferro colorato, concepite come sviluppo di un fogliame da rami connes-si tra loro attraverso anelli e snodi. La scultura perde la sua forma fissa.

77/78/79- JACKSON POLLOCK

Inquieto, ribelle, dipendente dall’alcool, bisognoso di soldi e di supporto psicologico morì schiantandosi in macchina contro un albero. Attratto dall’arte degli indiani d’America adottò l’utilizzo della tela stendendola per terra, in modo da lavorare su tutti i 4 lati. Maturò fino ad ottenere uno stile personale che consisteva nel ingigantire i pennelli e staccarli dalla tela. La sua tecnica fu definita con il nome di Dripping.Con l’esperienza riuscì a controllare il colore e i a stenderlo come lui voleva sulla tela, dando un ordine alla confusione apparente.

80/81- MARK ROTHKO

fu il rappresentante maggiore del movimento Color Field. Le sue opere sono sempre grandissime, spesso ver-ticali, bilanciate nei pesi visivi da un lento, misurato lavoro di studio tra le diverse intensità delle bande. La capacità dell’artista è quella di esprimere una spiritualità profonda (Houston - intera cappella dedicata a tutti i

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culti religiosi) Si suicidò poco dopo aver terminato la cappella.

82- ALBERTO BURRI

Brandelli di juta incolore sono uniti da grossi punti di sutura, la stoffa povere, fatta per contenere beni di prima necessità diventa una sorta di pelle su cui si posa anche pittura nera o rossa a segnare quasi ferite e bruciature. Egli non intendeva solo raccontare la tragedia di vivere, ma anche descrivere la ricerca continua di un equili-brio viviso.

83/84/85- LUCIO FONTANA: L’ATTESA E LE ATTESE

Fu il maggior artista italiano del Dopoguerra, con eccezionali capacità manuali ebbe l’opportunità di persegui-re binari creativi alternativi, continuando per tutta la vita a produrre terrecotte, sculture e disegni figurativi. L’artista tagliava la tela in un atto di estrema concentrazione, talvolta disponendo una ferita nel centro, più spesso eseguendone molte in una serie ritmica di linee.

86/87/88- JASER JOHNS: THREE FLAGS

L’artista decise di dipingere soggetti banali per concentrarsi sul metodo. Dal punto di vista tecnico l’artista unì la tecnica dell’encausto a quella del collage. I ritagli di giornale incollati sul fondo stabiliscono un rapporto du-revole tra l’opera e il periodo in cui è stata prodotta.

89/90/91- ANDY WHAROL

Albino, cagionevole, timido e ossessionato dal fatto di ritenersi brutto, Wharohol era però dotato di un’abilità organizzativa non comune e di una grande capacità d’osservazione. Per questo nessuno meglio di lui rappre-sentò lo spirito di quel tempo attraverso la pop art.

92- JOSEPH KOSUTH: ONE AND THREE CHAIRS

Il punto centrale del lavoro dell’artista è quello di mettere in evidenza le riflessioni che scaturiscono alla formu-lazione di un concetto, il quale deriva inevitabilmente dalla cosa, dalla sua immagine e dalla sua rappresenta-zione verbale.

93/94- PIERO MANZONI: MERDA D’ARTISTA

Il suo percorso personale fu quello di dissacrare la tipologia romantica dell’artista geniale, re Mida, ma anche di mettere in luce una mitologia collettiva fatti di eventi primari: nascere, esistere, respirare, pesare, insomma essere.La merda d’artista è l’opera più conosciuta e scandalosa di Manzoni. L’opera è di provocazione al mercato, che incitava in quel periodo gli artisti a produrre opere connotate da false mitologie, cioè legati più alla specula-zione che a l’effettivo valore espressivo e culturale dell’opera. In questo modo Manzoni sfida il mercato, giu-dicandolo insensato e consumista, pronto a comprare anche un oggetto così ripugnante, ma dandogli valore solo per il fatto della firma e della creazione personale dell’artista. In questo modo anticipa anche la rivolta al consumismo che avverrà 10 anni più tardi.

95- KEITH HARING: TUTTOMONDO

ha incominciato a tracciare il suo segno meccanico e sintetico sugli spazi lasciti vuoti nei pannelli per la pub-blicità della metropolitana. Negli ultimi anni, dopo essere risultato positivo al test dell’AIDS Haring diede al lavoro o un nuovo carattere collettivo.Realizzò un murale sulla parte esterna della chiesa di Sant’Antonio a Pisa. L’opera è stata eseguita in solo 4 gior-ni, l’artista ha riassunto visivamente e in modo simultaneo tutto il mondo - un’idea del mondo e del mondo in

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pace.

96/97 - JEAN MICHEL BASQUIAT

godette della protezione di Warhol e divenne molto presto una star, ma morì per overdose di eroina a vent’otto anni. La sua poetica personale fu fatta di scritte come quelle che compaiono sui muri, appunti dai tratti sinte-tici e volutamente rozzi, immagini che raccontano la sua vita pericolosamente condotta. Il suo successo è stato importante anche perchè ha decretato l’ingresso dei neri nei musei.