Il totalitarismo fra le due guerre mondiali · Il Fascismo utilizzò in maniera massiccia i mezzi...

20

Transcript of Il totalitarismo fra le due guerre mondiali · Il Fascismo utilizzò in maniera massiccia i mezzi...

Il totalitarismo fra le due guerre mondiali

Il periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale è caratterizzato dalla nascita e dallo sviluppo di regimi totalitari, cioè dittature, che portarono il mondo intero alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale:

Questi due regimi hanno in comune parecchi elementi:•si svilupparono grazie alla grave crisi internazionale che si era diffusa in segui-

to alle condizioni di pace della Prima Guerra Mondiale;• si basarono su un forte sentimento nazionalistico e sull’idea di superiorità del-

la razza (Nazismo) o della storia passata (Fascismo);•ebbero una forte tendenza all’imperialismo e al predominio sulle altre nazioni;•in campo economico si basavano sull’autarchia (autosufficienza interna).

Entrambi vennero sconfitti nel corso o al termine della Seconda Guerra Mondiale.

Il Fascismo in Italia(Benito Mussolini)

Il Nazismo in Germania(Adolf Hitler)

Il FascismoIl Fascismo ha avuto origine in Italia come reazione e conseguenza della grave crisi

politica ed economica seguita alla Prima Guerra Mondiale.Pur essendo fra le nazioni vincitrici, l’Italia si era trovata improvvisamente costretta

a dover fronteggiare una situazione difficilissima di tensioni e contrasti interni:•il popolo iniziava a fare presenti le proprie esigenze, trascurate dai governi;•l’economia era particolarmente dissestata;•i reduci reclamavano la loro ricompensa;•si era diffusa l’idea della “vittoria mutilata”: l’Italia aveva vinto la guerra ma non

aveva ricevuto tutti i territori che erano stati promessi col Patto di Londra•i governi non riuscivano a risanare l’economia con gravi conseguenze:

l’aumento dei prezzi il diffondersi della disoccupazione le agitazioni popolari

La difficile situazione economica e sociale l’inefficienza dei governi stimolò il raffor-zamento dei partiti di massa: •il Partito Socialista (fra gli operai) e il Partito Popolare (fra i cattolici).In questo difficile clima nacque e si andò affermando il movimento fascista.

Fondazione e sviluppo del Fascismo Nel 1915 Mussolini, espulso dal Partito Socialista perché interventista, fonda i

Fasci d’azione rivoluzionaria.

Il 23 marzo 1919 Mussolini fonda i Fasci italiani di combattimento

che aveva come idee di base:

con un’efficiente propaganda Mussolini trovò facili consen-si fra varie classi sociali ma soprattutto fra:

•i grandi industriali e•i grandi proprietari terrieri

sempre più intolleranti verso le manifestazioni popolari e pronti ad appoggiare chiunque fosse disposto a usare l’au-

torità per sistemare la situazione italiana.

il nazionalismo

l’autoritarismola polemica contro la politica inefficiente del Parlamento

Nel giro di pochi mesi il nuovo partito di Mussolini ebbe grandi consensi, dimostrandosi un movimento

cercando di sfruttare

Ai contrasti sociali Mussolini contrapponeva il principio della

intesa come un mitico organismo vivente al quale dovevano essere subordinati tutti gli interessi particolaristici.

antidemocratico

il malcontento generale

le tendenze reazionarie e patriottiche

il timore che le masse operaie e contadine potessero sovvertire

la gerarchia dello stato.

autoritario

superiore unità nazionale

e

D’Annunzio aviatore

Nel 1919 Gabriele D’Annunzio aveva occupato la città di Fiume, proclamandone l’annessio-ne all’Italia; Mussolini aveva appoggiato que-sta impresa, ma il Governo italiano non aveva praticamente fatto nulla per questa impresa.

Intanto esplosero le proteste dei con-tadini e degli operai, che occuparono

terre e fabbriche, durante due anni (1919-1920), che presero il nome di

Biennio Rosso.

Si diffuse così l’idea che i partiti liberali e democratici non avrebbero saputo completare l’unità d’Italia.

Le agitazioni sociali del biennio rosso provocarono un clima di confusione e agitazione che finì per favorire l’affermazione del partito di Mussolini, che sosteneva che le azioni popolari andavano soppresse con la forza.

Nel 1921 Mussolini trasformò il suo mo-vimento in un partito vero e proprio, il

Partito Nazionale Fascista (PNF).

Mussolini organizzò pertanto lesquadre d’azione

con le quali represse nella violenza le proteste dei contadini dell’Emilia Romagna, spesso con la

complicità della polizia.

Molti in Italia sottovalutarono il pericolo rappresentato dal Fascismo e molti, invece, erano convinti che i fascisti avrebbero potuto contrastare

efficacemente i socialisti e i sindacati.

Alle elezioni del 1921 i Fascisti si presentarono ed entrarono così in Par-lamento; il governo uscito dalle elezioni del 1921 si dimostrò ancora una

volta incapace di risolvere i problemi dello Stato.

Il 24 ottobre 1922 Mussolini organizzò un piccolo esercito

(le camicie nere) con le quali fece laMarcia su Roma,

una vera e propria insurrezione per ottenere il governo dello stato.

Il re Vittorio Emanuele III si rifiutò di inviare l’esercito contro le Camicie Nere di Mussolini e il 30 ottobre 1922 diede a Mussolini

l’incarico di formare un nuovo governo.

Tra il 1922 e il 1924 il governo di Mussolini si mantenne (almeno nel-la forma) all’interno delle istituzioni costituzionali del Regno d’Italia, ma

intanto nel 1923 fu organizzata la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN), un vero e pro-

prio esercito agli ordini di Mussolini.Il Re Vittorio Emanuele III

Alle elezioni del 1924, che si svolsero fra violenze e irregolarità, il Partito Fascista ebbe la maggioranza.

Il 30 maggio 1924 l’onorevole Giacomo Matteotti, del Partito Socialista, denunciò, in un coraggioso discorso alla Camera, le irregolarità che c’era-no state durante le elezioni, provocando così la protesta dei parlamentari

antifascisti che chiesero l’intervento del Re per ristabilire la legalità.

Matteotti venne rapito e assassinato dalle squadre fasciste.

Mussolini si prese la responsabilità dell’accaduto e nel 1925 iniziò la definitiva trasformazione del

fascismo in una dittatura e la realizzazione di uno stato totalitario, attraverso le

Leggi Fascistissime imposte con la forza nel 1925.Giacomo Matteotti

Nel 1926 vennero sciolti tutti i partiti di opposizione, vennero chiusi tutti i gior-nali antifascisti, tutti coloro che erano sospettati di essere contrari a Mussolini

vennero allontanati dall’amministrazione dello Stato.

Nei comuni il sindaco fu sostituito dal podestà nominato direttamente dal go-verno. La polizia segreta fascista (OVRA, Opera di Vigilanza per la Repressio-ne Antifascista) aveva il compito di arrestare gli antifascisti, che venivano giu-

dicati e condannati dal Tribunale Speciale.

Nel 1928 una nuova legge elettorale affidò al

Gran Consiglio del Fascismo

(l’organo più importante del Partito Fascista)

il compito di preparare una lista unica di candidati per le

elezioni

Mussolini aveva così assunto il potere assoluto sul-lo stato italiano: il re e il parlamento erano ormai completamente esautorati, il Regno d’Italia era di-

ventato uno stato totalitario.

Il Fascismo non solo prese il potere eliminando i suoi avversari, ma soprattutto cercò di mantenere

il potere attuando un controllo assoluto dell’educazione, dei mezzi di comunicazione di

massa e di ogni aspetto della vita della società.

La propaganda fascista mise in relazione il nuovo stato totalitario con la gloria dell’antica Roma: in un periodo in cui l’Italia era in una posizione di debolezza interna e svantaggio internazionale, Mussolini propose gesti e linguaggi che esaltavano la superiorità italiana in nome del suo passato imperiale (Esaltazione della Romanità).

Mussolini stesso prese il titolo di Duce, il termine con il quale i Romani chiamavano i loro condottieri.

L’emblema del Fascismo era il fascio littorio, simbolo del potere utilizzato nell’antica Roma: tutta l’Italia, anche nell’architettura, era piena di questo segno.

Fu introdotto l’uso del saluto romano, alzando il braccio destro.

Mussolini impose il culto della sua persona, si propose come modello di forza e autorità, inculcando la fedeltà al Duce e al Fascismo negli Italiani a partire dall’età infantile.

Furono pertanto create varie organizzazioni: la GIL (Gioventù Italiana del Lit-torio), l’Opera Nazionale Balilla per l’educazione fascista dei bambini, le Pic-cole Italiane per le ragazze, il GUF (Gruppo Universitari Fascisti).

Furono organizzate anche continue parate militari e manifestazioni sportive per dare l’impressione di uno stato forte, fedele, autoritario.

Tutti i dipendenti pubblici dovevano essere iscritti al Partito Fascista.

La cultura fu gestita dal MINCULPOP (Ministero della Cultura Popolare).

Il Fascismo utilizzò in maniera massiccia i mezzi di comunicazione di massa, dei quali aveva il totale controllo, in particolare la radio, allora molto diffusa in tutte le case, e i documentari proiettati nei cinema, durante i cinegiornali. In par-ticolare venivano trasmessi i discorsi di Mussolini, che così poteva raggiungere un’enorme quantità di persone. Anche la cinematografia fu un mezzo di propa-

ganda aperto al resto del mondo.

Mussolini aveva un modo di par-lare (retorica) e una gestualità estremamente studiata e comu-nicativa, con la quale proclamava le sue idee, davanti a un pubblico enorme di persone (le oceaniche adunanze), radunate per ascol-tare i suoi discorsi e opportuna-mente condizionate per accetta-re incondizionatamente ciò che il Duce comandava.

Mussolini durante uno

dei suoi discorsi

Mussolini cercò anche un’allean-za fra Stato e Chiesa, attraverso la firma nel 1929 dei Patti Latera-nensi, che prevedevano un Con-cordato, fra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica:

• Lo Stato riconosceva l’autono-mia della Città del Vaticano

• Il Cattolicesimo diventava “re-ligione di stato”

• Il matrimonio cattolico di-ventava automaticamente valido come matrimonio civile

• Il Vaticano riconosceva il Re-gno d’Italia e Roma capitale.

La copertina della Domenica del Corriere, dedicata

alla firma dei Patti Lateranensi

Il Fascismo introdusse nell’econo-mia l’autarchia, cioè l’idea dell’au-tosufficienza: lo stato doveva essere in grado di produrre tutto ciò di cui aveva bisogno, senza aver bisogno delle importazioni dall’estero.

Alle banche, alle industrie e al mon-do del lavoro fu imposto il corpora-tivismo, un sistema di organizzazio-ne per settori economici, che aveva l’obiettivo di tenere basso il costo del lavoro e aumentare la produzione a danno dei lavoratori e dei guadagni.

La politica estera del Fa-scismo fu:

• nazionalista, cioè vo-leva imporre il predomi-nio dell’Italia sulle altre nazioni;

• colonialista, cioè vo-leva conquistare nuove terre.

Per questo l’Italia inva-se nel 1935 l’Etiopia (in Africa), creando il suo impero coloniale (Vitto-rio Emanuele III divenne Re d’Italia e Imperatore d’Etiopia).

Nel 1936 Mussolini firmò il trattato d’amicizia con la Germania Na-zista di Hitler, chiamato Asse Roma-Berlino.

Nel 1938 furono introdotte an-che in Italia le Leggi razziali con-tro gli Ebrei, per seguire l’esem-pio della Germania e l’alleanza con Hitler, che limitavano le liber-tà delle persone di origine ebraica (anti-semitismo).

Nel 1939 Mussolini e Hitler firma-rono il Patto d’Acciaio, un’alleanza militare in caso di guerra: in que-sto modo l’Italia si avviava alla tra-gedia della Seconda Guerra Mon-diale e di fatto si affidava alla follia di Hitler.