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2 Epidemiologia delle Epidemiologia delle malattie infettive malattie infettive

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Epidemiologia delle Epidemiologia delle malattie infettivemalattie infettive

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GeneralitàGeneralità

Le malattie infettive rappresentano la più importante causa di morte per il genere umano

La crescente importanza delle patologie cronico-degenerative (malattie cardiovascolari, tumori, diabete ecc.) è connessa all’allungamento della vita media conseguito grazie alla lotta contro le malattie infettive

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Rapporto causale biunivoco: Rapporto causale biunivoco: malattie infettivemalattie infettive

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Malattie infettiveMalattie infettive

Non ogni contatto con un microrganismo genera una malattia infettiva.

Contaminazione: presenza transitoria, non moltiplicazione

Infezione: il microrganismo si moltiplica nell’organismo - colonizzazione (infezione asintomatica)- malattia

La sviluppo

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Malattie infettiveMalattie infettive

La sviluppo di una malattia infettiva dipende da:

- capacità di aggressione del microrganismo

(patogenicità, invasività e infettività,virulenza, produzione di endo-

esotossine, carica infettante)

- difese dell’organismo

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Rapporto di rischio aspecifico e Rapporto di rischio aspecifico e multiplo:multiplo:

malattie multifattorialimalattie multifattoriali

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Fattore di rischioFattore di rischio

Una qualunque variabile (genetica, ambientale, comportamentale) può essere considerata fattore di rischio quando oltre ad essere associata ad un incremento di probabilità di comparsa di un evento indesiderabile (morte o malattia), è costantemente (o almeno frequentemente) associata con la malattia stessa e ne è dimostrata la presenza prima che la malattia insorga.

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Principali differenze tra patologie Principali differenze tra patologie infettive e cronico-degenerativeinfettive e cronico-degenerative

caratteristiche

Patologia infettiva

Patologia cronico - degenerativa

immunità presente assente

decorso Frequentemente acuto

cronico

esito Può esserci guarigione

Non c’è guarigione

Effetti della terapia

Cura, accelera decorso

Rallenta il decorso

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Principali cause di morte in ItaliaPrincipali cause di morte in Italia

% del totale

1. Malattie cardiovascolari 41

2. Tumori 29

3. Malattie app. respiratorio 7,9

4. Traumatismi / Incidenti 4,4

5. Malattie app. digerente 4,1

6. HIV/AIDS 3,5

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Serbatoio di infezioneSerbatoio di infezioneE’ il substrato nel quale i microrganismi

patogeni in condizioni normali vivono e si moltiplicano.

I microrganismi patogeni possono essere– presenti solo nell’uomo (virus morbillo, rosolia,

difterite..)

– ospitati abitualmente da una specie animale e raggiungere l’uomo casualmente(salmonelle, yersinia pestis..)

– presenti nell’ ambiente (legionella pneumophila, clostridium tetani..)

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Sorgente di infezioneSorgente di infezione

soggetto che elimina i microrganismi consentendo la trasmissione all’ospite recettivo

Possono essere– Soggetti malati– Soggetti portatori

Sani: soggetti che si infettano ed eliminano i parassiti senza contrarre la malattia

Convalescenti: soggetti che continuano ad eliminare il parassita anche dopo l’avvenuta guarigione clinica

Cronici: quando l’eliminazione perdura per molto tempo

– Animali (malati e portatori)

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Vie di penetrazione Vie di penetrazione

VIA CONNATALE– placentare (contagio tramite la placenta,in particolare nel

caso di sifilide e rosolia).

CUTE– se integra rappresenta una barriera

insormontabile MUCOSE

– principale porta di ingresso per molte patologie respiratorie, digerenti, genito-urinarie, etc.

TORRENTE CIRCOLATORIO– in caso di ferite (tetano) o in caso di puntura di insetti

(malaria, febbre gialla) e in caso di morso di animale (rabbia).

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Vie di eliminazioneVie di eliminazione

Via di allontanamento dei microrganismi

Possono essere– Cutanea – Genito-urinaria (MST…)

– Intestinale (poliomielite, tifo, colera, salmonellosi…)

– Respiratoria (polmonite, influenza, tbc, morbillo…)

Spesso le vie di eliminazioni possono essere anche multiple

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TrasmissioneTrasmissione

TRASMISSIONE DIRETTA MALATO o PORTATORE SUSCETTIBILE contatto stretto (MST)

TRASMISSIONE INDIRETTA MALATO o PORTATORE l’AMBIENTE SUSCETTIBILE il microrganismo “soggiorna” nell’ambiente esterno

TRASMISSIONE SEMIDIRETTA MALATO o PORTATORE l’AMBIENTE SUSCETTIBILE il microrganismo “soggiorna” per un periodo do tempo molto

breve nell’ambiente esterno

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Trasmissione Trasmissione Indiretta o SemidirettaIndiretta o Semidiretta

–Avviene attraversoVEICOLI (mezzi inanimati)

VETTORI (animati)

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Altri veicoliAltri veicoli

Alimenti (latte, carne, frutti di mare…)BiancheriaPosateStoviglieGiocattoli etc…

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VETTORIVETTORI

SONO RAPPRESENTATI DA ESSERI viventi, per la maggior parte insetti, che dopo aver assunto i parassiti dalla sorgente li disperdono nel mondo esterno o li inoculano direttamente in un organismo sano.

Possono essere– MECCANICI– OSPITI OBBLIGATI

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II VETTORIVETTORI

MECCANICI sono esseri animati che dopo aver assunto i parassiti li disperdono nell’ambiente occasionalmente e passivamente.

È il caso della mosca che dopo aver sostato sulle feci infette si appoggia sulle vivande.

OSPITI o OBBLIGATI ospitano in loro l’agente infettante che si moltiplica e si modifica.

Nella zanzara anopheles avviene il ciclo sessuato o sporogonico.

Nell’uomo il ciclo asessuato o schizogonico.,

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DEFINIZIONIDEFINIZIONI

INFEZIONE: – penetrazione dei germi nell’organismo.

PERIODO DI INCUBAZIONE:– tempo che intercorre fra penetrazione del

microrganismo ed eventuale sintomatologia clinica della malattia.

MALATTIA: – comparsa di sintomatologia clinica

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Storia naturale delle Storia naturale delle malattie infettivemalattie infettive

Fase liberaMalattia clinicaIncubazione Fase preclinica

Agente etiologico Guarigione

Morte

Guarigione con sequele

Non ammala

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PATOGENICITA’:– capacità di produrre una malattia

Influenzata da: – fattori ambientali e propri dell’ospite– dalla dose di agenti infettanti introdotti

nell’organismo– dalla via di entrata– dalla sorgente di infezione

Caratteristiche dell’agenteCaratteristiche dell’agente

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Caratteristiche dell’agenteCaratteristiche dell’agente

INFETTIVITA’:– capacità di un agente di invadere e

moltiplicarsi in un ospite Alta infettività: morbillo Bassa infettività la lebbra

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VIRULENZA:– proporzione di casi clinici che dà luogo a

manifestazioni gravi

LETALITA’:– rapporto percentuale di soggetti morti per una

patologia e i soggetti affetti da quella patologia Influenza bassa letalità (alta morbosità) Rabbia alta letalità (bassa morbosità)

Caratteristiche dell’agenteCaratteristiche dell’agente

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CARICA BATTERICA: – quanto più numerose sono le unità penetrate in

un organismo tanto più facile sarà vincere le difese dell’organismo e passare dallo stato di infezione allo stato di malattia

CARICA INFETTANTE:– rappresenta la soglia sotto la quale la malattia

non può verificarsi

Caratteristiche dell’agenteCaratteristiche dell’agente

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Prevenzione delle malattie Prevenzione delle malattie infettiveinfettive

Attività rivolte alla difesa della promozione della salute– Attività per aumentare le difese specifiche

dell’individuo nei confronti delle infezioni (vaccini, immunoglobuline)

– Attività dirette al riconoscimento precoce dei microrganismi patogeni nei singoli individui (ricerca dei portatori, notifica, inchiesta epidemiologica, misure contumaciali)

– Bonifica ambientale Risanamento ambienti di vita e di lavoro Qualità delle acque Controllo alimenti e bevande

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Le vaccinazioniLe vaccinazioni

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Le basi immunologiche della Le basi immunologiche della vaccinazionevaccinazione

Antigene Sostanza viva o inattivata (proteina,

polisaccaride, ecc.) capace di produrre una risposta immunitaria

Anticorpo Proteina molecolare (immunoglobulina)

prodotta dai linfociti di tipo B per indurre l’eliminazione dell’antigene

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La protezione contro le malattie infettive Passiva protezione indotta dal

trasferimento degli anticorpi – Naturale: materna – Artificiale: prodotti da un’altra persona o animaleCaratterizzata per essere temporanea

Attiva è prodotta dal proprio sistema immunitario in conseguenza ad uno stimolo:– Naturale

infezioni subcliniche superamento malattia

– Artificiale: i vacciniCaratterizzata per essere generalmente

permanente nel tempo Herd immunity

ImmunitàImmunità

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Naturale: immunità Naturale: immunità materna materna

Attraverso la via trasplacentare negli ultimi due mesi di gravidanza

gli anticorpi oltrepassano la placentaformazione di un “profilo”

immunitario del feto simile a quello materno

protezione da 6 a 12 mesi

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Artificiale: Prodotti del Artificiale: Prodotti del sanguesangue

Anticorpi omologhi umani – provenienti da diversi donatori sani (immunoglobuline); – usati in profilassi post-esposizione ad es. o per HAV e

morbillo.

Anticorpi omologhi umani iperimmuni, – usate per la profilassi dopo esposizione di alcune

malattie (HBV, rabbia, tetano e varicella)

Siero eterologo iperimmune – (antitossina) contiene anticorpi contro un solo antigene e

sono prodotte in animali (cavallo). – Ad esempio contro botulismo, difterite, tetano.

Durata: da poche settimane ad alcuni mesiImm

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Naturale:Naturale: Il superamento di una malattia

infettiva induce in generale una immunità verso la patologia duratura per tutta la vita

Memoria immunologica: dopo l’esposizione ad un determinato antigene le cellule di memoria (memory B cells) continuano a circolare per molti anni; nel caso di un nuovo contatto con quel determinato antigene si avrà un aumento degli anticorpi specifici.

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Artificiale: i vacciniArtificiale: i vaccini

I componenti del vaccino stimolano il sistema immunitario a produrre gli anticorpi “specifici”

Non espongono il soggetto alla patologia e alle sue potenziali complicanze

Inducono un’immunità e una memoria immunologica simili a quelle dell’infezione naturale ma senza il rischio di malattia

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Classificazione dei Classificazione dei vaccinivaccini

Costituiti da 1. 1 microrganismi vivi e attenuati2. 2 microrganismi interi inattivati3. 3 frazioni del microrganismo4. 4 sostanze sintetizzate dal germe

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Sono prodotti mediante modifiche di “laboratorio” del microorganismo (batteri, virus)

Generalmente prodotti mediante colture ripetute che ne attenuano la virulenza – Ad esempio il virus del vaccino contro il morbillo è

stato ottenuto mediante passaggi seriali dal virus selvaggio isolato nel 1954, durati circa 10 anni

Il microrganismo modificato deve replicarsi nell’organismo per indurre la risposta immunitaria nel soggetto vaccinato

Vaccini “vivi attenuati”Vaccini “vivi attenuati”

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La risposta immunitaria indotta è simile a quella prodotta dall’infezione naturale

Generalmente non causa la patologia, nel caso si manifestasse la sintomatologia della patologia (che è normalmente di minor gravità rispetto a quella causata dal microrganismo “selvaggio”) si dovrà classificare come reazione collaterale

L’efficacia vaccinale viene ridotta quando si ha– danno al microrganismo vaccinale (i.e luce, calore) – riduzione della replicazione (i.e. anticorpi specifici)

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Solitamente sono già efficaci con una singola dose (eccetto quelli a somministrazione orale)

Possono causare reazioni collaterali severe come risultato di una crescita incontrollata soprattutto in soggetti– HIV positivi– Leucemici– Trattati con immunosoppressori

Possono modificarsi e riacquistare la virulenza (unico esempio conosciuto il polio)V

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Vaccini vivi attenuatiVaccini vivi attenuati

Origine virale: morbillo, parotite epidemica, rosolia, poliovirus orale (OPV o Sabin), vaiolo, varicella e febbre gialla.

Origine batterica: BCG e tifo orale.

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Sono prodotti attraverso la coltivazione in laboratorio dei microrganismi (batteri, virus) e una seguente inattivazione con calore o con prodotti chimici (normalmente formalina).

l microrganismi inattivati NON sono vivi e quindi non possono replicarsi.

Vaccini “inattivati”Vaccini “inattivati”

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Richiedono normalmente più dosi – La prima dose non produce immunità

protettiva ma attiva il sistema immunitario

– Mentre la protezione incomincia a svilupparsi già dalla seconda dose

Il titolo anticorpale decade con il tempo ed è quasi sempre necessaria la somministrazione di una dose booster (richiamo)

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Vaccini inattivatiVaccini inattivatiINTERIINTERI

Origine virale: influenza, polio (IPV o Salk), rabbia e epatite A.

Origine batterica: pertosse, tifo, colera, peste.

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Nei vaccini frazionati il microrganismo è trattato mediante frammentazione (split) o purificazione dei soli antigeni (subunità) che verranno inclusi nel vaccino – capsula polissacaridica del pneumococco– antigeni N e H del virus influenzale

Vaccini costituiti da Vaccini costituiti da FRAZIONI FRAZIONI

del microrganismodel microrganismo

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Vaccini inattivatiVaccini inattivatiFRAZIONIFRAZIONI

Origine virale:Origine virale: influenza, epatite B, HPV influenza, epatite B, HPV (Papillomavirus)(Papillomavirus)

Origine batterica:Origine batterica: pertosse pertosse acellulare, tifo acellulare, tifo Vi, Vi, pneumococco, pneumococco, meningococco e Lyme meningococco e Lyme diseasedisease

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Vaccini RICOMBINANTIVaccini RICOMBINANTI

Prodotti dall’ingegneria genetica

– Epatite B: prodotto per inserimento di un segmento genomico (gene responsabile della produzione dell’antigene s) nel genoma di un lievito.

– Live typhoid vaccine (Ty21a): modificazione genetica del batterio Salmonella typhi

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Vaccini costituiti da anatossineVaccini costituiti da anatossine

La detossificazione degli antigeni viene ancora effettuata mediante l’utilizzo della formaldeide impiegata per la prima volta negli anni venti da Ramon.

Oggi sappiamo anche che questa sostanza non è solo dotata di capacità detossificante ma in concentrazioni più basse anche di un’azione stabilizzante l’antigene

Vaccini contro la – Difterite– Tetano

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COSTITUENTI DEL VACCINOCOSTITUENTI DEL VACCINO

Antigene immunizzante Liquido di sospensione

– Acqua distillata sterile o soluzione fisiologica Conservanti

– Thiomersal etilmercurio-tiosalicilato di sodio viene usato come

disinfettante cutaneo, come antibatterico nelle soluzioni delle lenti a contatto e, infine, nei vaccini come preservante

Si stanno pianificando le strategie per rimuovere tale sostanza dal vaccino per evitare qualsiasi problematica correlata alla neurotossicità o nefrotossicità. È da rilevare come le quantità assunte con le vaccinazioni sono notevolmente più basse rispetto a quelle della dose soglia

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Stabilizzanti– Gelatina

Utilizzato come stabilizzante, negli ultimi anni è stata ritenuta la responsabile delle reazioni allergiche gravi (MPR: bambini con reazioni alti livelli di IgE nei confronti di tale componente)

Antibiotici – Non è rara l’aggiunta di antibiotici per

prevenire la crescita batterica nella maggior parte delle volte si tratta di

Neomicina Kanamicina streptomicina

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Adiuvanti– Sostanze che vengono aggiunte

per aumentare l’immunogenicità attraverso l’attivazione e/o il prolungamento dell’effetto stimolante.

adiuvante di Freund emulsione acqua/olio

Alluminio (idrossido o fosfato) Squalene Liposomi Immunomodulatori

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Reazioni collateraliReazioni collaterali

1. Locali2. Sistemiche3. Allergiche

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1. Locali– dolore, arrossamento, gonfiore nella

sede di inoculazione– Comuni con vaccini inattivati

(specialmente se contengono adiuvanti)

– Si manifestano alcune ore dopo la vaccinazione

– Generalmente breve durata e di lieve entità

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2. Sistemiche– Mal di testa, febbre, malessere, dolore

muscolare, perdita appetito, ecc.– Sintomi aspecifici che potrebbero

essere sia correlati al vaccino ma anche a concomitanti infezioni

– Più frequenti con vaccini vivi attenuati Dovuti alla replicazione per indurre

l’immunità Sintomi simili alla patologia ma più lievi Di solito presentano un periodo di

incubazione variabile dai 7 a 21 giorni

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3. Allergiche– Causate da vaccino o dai suoi

componenti (materiale di coltura cellulare, stabilizzatori, antibiotici, etc.)

– Molto rare ma severe (<1:500.000 di dosi)

– Ridotte da un’attenta anamnesi prevaccinale

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Controindicazioni e precauzioni Controindicazioni e precauzioni all’uso dei vacciniall’uso dei vaccini

Controindicazione:– Condizione che aumenta considerevolmente la probabilità di un

complicanza seria– In generale la vaccinazione non deve essere eseguita in

presenza di una controindicazione (allergia alle uova e vaccino contro l’influenza)

Precauzione:Esempio: Se dopo la prima dose di pertosse il bambino ha pianto

prolungato e febbre alta e considerata è una precauzione l’ipotesi di non effettuare la seconda dose; ma se nello stesso periodo vi è una epidemia di pertosse devo valutare il rischio/beneficio

– Condizione che potrebbe aumentare il rischio di un evento avverso compromettere l’immunogenicità del vaccino

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CondizioneCondizione attenuato attenuato inattivato inattivato

Allergia ai componentiAllergia ai componenti CC CC

EncefalopatiaEncefalopatia CC

GravidanzaGravidanza CC VV

ImmunosoppressioneImmunosoppressione CC VV

Moderata/severa malattia Moderata/severa malattia PP PP

Trasfusioni Trasfusioni PP VV

C=ControindicazioniC=Controindicazioni P=precauzioniP=precauzioni V=vaccinazione se indicataV=vaccinazione se indicata

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False controindicazioniFalse controindicazioni Patologie minori (febbre, infezioni vie aeree

superiori, raffreddori, otiti, etc.) Antibioticoterapia Esposizione a malattie o convalescenza Convivente in gravidanza o allattamento

– Morbillo e parotite producono una patologia non infettive

– Rosolia non trasmessa con il latte Bambini prematuri Altre allergie (prodotti non contenuti nel

vaccino) Familiarità a immunosoppressione Richiesta di tine test (TBC) Richiesta altri vacciniC

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ImmunosoppressioneImmunosoppressionePatologie

– Immunodeficienza congenita– Leucemia o linfoma– Neoplasie maligne– HIV positivi

Asintomatici controindicato solo OPV Sintomatici controindicati: OPV,

varicella e MMRChemioterapia

– Agenti alchilanti– Antimetaboliti– Radiazioni

Trattamenti con corticosteroneCo

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REGOLA GENERALEREGOLA GENERALE

Maggiore è la somiglianza della vaccinazione

(tipo, via di somministrazione) alla malattia

naturale, migliore sarà la risposta al vaccino

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Fattori che influenzano la Fattori che influenzano la risposta ai vaccinirisposta ai vaccini

Vaccino– Natura e dose dell’antigene– Via di somministrazione– Presenza di adiuvanti (alluminio, MF59,

virosomi, etc.) Soggetto

– Presenza di anticorpi materni– Età, Sesso– Fattori nutrizionali e genetici– Presenza di patologie concomitanti– Utilizzo di farmaci (immunosoppressori)

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Malattie prevenibili mediante Malattie prevenibili mediante vaccinovaccino

Malattia Anno Malattia Anno

Vaiolo 1798 Parotite 1967

Rabbia 1885 Carbonchio 1969

Febbre tifoide 1896 Meningite meningococcica

1975

Colera 1896 Polmonite pneumococcica

1977

Peste 1897 Adenovirus 1980

Difterite 1923 Epatite B 1981

Pertosse 1926 Haemophilus Influenzae tipo B

1985

Tetano 1927 Encefalopatia giapponese 1992

Tubercolosi 1927 Epatite A 1995

Influenza 1945 Varicella 1995

Febbre gialla 1953 Malattia di Lyme 1998

Poliomielite 1955 Rotavirus 1998

Morbillo 1963 HPV (Papillomavirus) 2006

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Scheda vaccinale in ItaliaScheda vaccinale in ItaliaDifterite Tetano

Pertosse (DTP)

Antipolio Epatite B

Morbillo Parotite Rosolia (MMR)

Haemophilus influenzae b

(HiB)

NascitaDose 0 (madre

HBsAg+)

3° mese 1a DTP 1a IPV 1a HBV 1a HiB

5° mese 2a DTP 2a IPV 2a HBV 2a HiB

3° anno

5-6 anniRichiamo

DTP2a MMR

11-12 anni

Solo chi non è

vaccinato

14-15 anni

Richiamo DT

3a IPV

4a IPV13° - 15°

mese

11° - 12° mese

3a DTP 3a HBV 3a HiB

1a MMR

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HERD IMMUNITYHERD IMMUNITYL’immunizzazione di un soggetto,

oltre ai benefici personali, torna utile anche alla collettività

Una patologia per il suo persistere all’interno di una popolazione necessita della presenza di soggetti suscettibili

Il raggiungimento di tassi di copertura vaccinale al di sopra di un valore critico blocca la trasmissione di una patologia in una comunitàH

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YH

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Dipende da vari fattori– Natura della popolazione– Tipo di infezione– Potenza del vaccino– Cultura sanitaria– Funzionalità dei servizi

Con il tasso di riproduzione (R0) si definisce il numero di soggetti che si ammala (casi secondari) dopo il contatto con un caso primarioH

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66HE

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UN

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HE

RD

IMM

UN

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Tasso di riproduzione e tasso critico di copertura vaccinale

necessario per ottenere l’herd immunity

Infezione Tasso di riproduzion

e

Tasso critico di copertura vaccinale

Morbillo 15-17 92-95

Pertosse 15-17 92-95

Parotite 10-12 90-92

Rosolia 7-8 80-87

Difterite 5-6 80-85

Poliomielite 5-6 80-85(Lancet 1991 modificato)(Lancet 1991 modificato)

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Fasi principali della risposta Fasi principali della risposta immunitariaimmunitaria

La risposta immunologica indotta da un vaccino si svolge attraverso tre fasi principali– Riconoscimento dell’antigene– Attivazione e induzione dell’immunità

umorale (primaria e secondaria) cellulare

– Acquisizione della memoria immunologica

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Memoria immunologicaMemoria immunologica

Alcuni linfociti B non si differenziano in cellule effettrici ma vanno a costituire il pool delle cellule di memoria

Tali cellule sono caratterizzate dalla capacità di rispondere più prontamente a un antigene, anche se l’antigene presenta una dose inferiore a quella necessaria per attivare un linfocita T “naive”.

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Dipende da vari fattori– Natura della popolazione– Tipo di infezione– Potenza del vaccino– Cultura sanitaria– Funzionalità dei servizi

Con il tasso di riproduzione (R0) si definisce il numero di soggetti che si ammala (casi secondari) dopo il contatto con un caso primario

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70HE

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HE

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Tasso di riproduzione e tasso critico di copertura vaccinale

necessario per ottenere l’herd immunity

Infezione Tasso di riproduzion

e

Tasso critico di copertura vaccinale

Morbillo 15-17 92-95

Pertosse 15-17 92-95

Parotite 10-12 90-92

Rosolia 7-8 80-87

Difterite 5-6 80-85

Poliomielite 5-6 80-85(Lancet 1991 modificato)(Lancet 1991 modificato)

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DISINFEZIONE E DISINFEZIONE E STERILIZZAZIONESTERILIZZAZIONE

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DisinfezioneDisinfezione

Distruzione dei microrganismi patogeni, e riduzione della carica microbica a livelli accettabili.

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SterilizzazioneSterilizzazione

Distruzione di qualsiasi microrganismo, comprese le spore.

Abiosi

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Antisepsi - AsepsiAntisepsi - Asepsi

ANTISEPSI: mira a rallentare lo sviluppo dei germi

ASEPSI: consiste nell’applicazione di una serie di norme atte a impedire che su un determinato substrato pervengano germi (industria alimentare,farmaceutica, campo operatorio)

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MATERIALE NON CRITICOMATERIALE NON CRITICO

Strumenti che vengono in contatto con la cute intatta ed hanno basso rischio di trasmissione delle infezioni. – Garze– Letterecci– Stetoscopi– Stoviglie, posate, etc.– Respiratori ad uso esterno– Termometri inguinali e ascellari

Richiedono una disinfezione a basso livello

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MATERIALE SEMICRITICOMATERIALE SEMICRITICO Strumenti che vengono in contatto con mucose o cute

lesionata Essi dovrebbero essere liberi da ogni microrganismo

– Endoscopi– Termometri orali/rettali– Strumenti per naso, gola, orecchio– Tubi endotracheali, aspiratori

Richiedono un livello di disinfezione alto/medio, mediante trattamento con il calore o con mezzi chimici (glutaraldeide, perossidi di idrogeno, cloro, acido peracetico), in relazione alla resistenza al calore e alla compatibilità chimica con le varie sostanze.

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MATERIALE CRITICOMATERIALE CRITICO

Sono assegnati a tale categoria gli strumenti che presentano un alto rischio se contaminati con qualsiasi tipo di microrganismo

Ovvero sono apparecchiature che vengono utilizzate in tessuti/organi sterili o nel sistema circolatorio e devono essere mantenute sterili:– Strumenti chirurgici– Cateteri urinari e cardiaci– Aghi

Per tali strumenti è d’obbligo la sterilizzazione

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Requisiti dei disinfettantiRequisiti dei disinfettanti

Ampio spettro di azione

Efficacia in presenza di sostanze organiche

Rapidità di azione

Atossici

Innocuità nei confronti dei substrati

ConservabiliSemplicità di applicazione

Economici

Efficacia prolungata nel tempo

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Fattori che influenzano la Fattori che influenzano la disinfezionedisinfezione

Contatto con i microrganismi: l’azione disinfettante, che si esplica generalmente per contatto diretto, può essere ostacolata, prolungata o bloccata dalla presenza di sostanze estranee; per lo più si tratta di sostanze organiche (sangue, escreato, altri liquidi biologici) con effetto riduttivo sull’attività disinfettante.

Durata dell’esposizione: il tempo di contatto è specificatamente riferibile al tipo di disinfettante ed alla resistenza strutturale del germe.

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Concentrazione del disinfettante: per ogni sostanza esiste un coefficiente ottimale di concentrazione, che si riflette necessariamente sul tempo di esposizione del germe al prodotto usato.

Temperatura: maggiore è questo parametro, migliore sarà l’azione del disinfettante.

pH: i disinfettanti anionici sono più attivi in ambiente acido, quelli cationici in ambiente alcalino

Struttura e conformazione dell’oggetto da sterilizzare

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METODI DI DISINFEZIONE METODI DI DISINFEZIONE NATURALINATURALI

LUCEESSICCAMENTOTEMPERATURA

CONCORRENZA VITALEDILUIZIONE

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MEZZI CHIMICI MEZZI CHIMICI INORGANICIINORGANICI

ACIDIALCALI

SALI DI METALLI PESANTIOSSIDANTIALOGENI

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MEZZI CHIMICI ORGANICIMEZZI CHIMICI ORGANICI

ALCOLIALDEIDIFENOLI

ESSENZE VEGETALICOMPOSTI AMMONIO

QUATERNARIO

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Classificazione dei disinfettanti Classificazione dei disinfettanti secondo le situazioni di impiegosecondo le situazioni di impiego

CUTE E MUCOSE

CUTE INTEGRA Antisepsi cute e maniTerapia iniettivaCampo operatorio

ClorexidinaIodoforiAlcol iodatoIodofori

ULCERE-PIAGHE TESSUTI NECROTICI

Derivati cloroMercurocromo

FERITE Derivati cloroAcqua ossigenata (10volumi)

STRUMENTI DISINFEZIONE Glutaraldeide 2%Clorexidina 20%

AMBIENTI IPOCLORITO DI SODIOFORMALDEIDELATTE DI CALCE

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STERILIZZAZIONESTERILIZZAZIONE

Intervento di bonifica radicale in quanto rivolto ad eliminare tutte le forme viventi in un determinato ambiente/materiale

Indispensabile in quelle pratiche in cui è necessaria la massima sicurezza (strumenti chirurgici, farmaci iniettabili, culture dei germi patogeni e rifiuti da eliminare)

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CALORE SECCOCALORE SECCO

Agisce mediante denaturazione delle proteine essenziali

Largamente utilizzato nei laboratori per la sterilizzazione di oggetti di vetro, porcellana e strumentario di piccole dimensioni.

La bassa conducibilità termica dell’aria obbliga a raggiungere temperature notevolmente elevate.

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CALORE UMIDOCALORE UMIDO È la forma che trova più largo impiego, sia che si

ricorra all’acqua bollente che a quella del vapore acqueo.

Con la bollitura per 10-15 minuti si distruggono tutte le forme forme vegetative dei batteri, ma non è in grado di distruggere le spore e alcuni virus (HBV).

Tindalizzazione: si porta a 60-100° per 30-60 minuti con intervalli ad incubazione a 30-35° (temperatura di germinazione spore), per tre giorni consecutivi.

Per aumentare il potere sterilizzante è possibile addizionare carbonato sodico al 2%, con conseguente aumento del punto di ebollizione.

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VAPORE ACQUEOVAPORE ACQUEO presenta, rispetto al calore secco, i seguenti

vantaggi: maggior potere di penetrazione, direttamente

proporzionale alla temperatura al contatto con gli oggetti freddi si condensa

cedendo immediatamente il calore (calore di condensazione) in quantità uguale a quella necessaria alla trasformazione dell’acqua in vapore.

Viene assorbito dai materiali igroscopici cedendo ad essi il calore (calore di umettamento)

Aumenta la sua efficacia quando utilizzato sotto pressione (autoclave).

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AUTOCLAVEAUTOCLAVE L’aumento della pressione

induce un conseguente aumento delle temperature raggiunte. Il tempo di esposizione dipende quindi da queste due variabili.

Controllo: mezzi fisici (fialette con materiale che muta di colore solo a determinate temperature);mezzi biologici (spore batteriche termoresistenti).

Pressione (ATM)

Temperatura (°C)

Tempo (minuti)

1 121 30 1.5 128 20 2 134 9

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IGIENE DELLE MANIIGIENE DELLE MANI Pratiche di detersione e disinfezione che

interessano tale parte del corpo per la loro importanza nella trasmissione delle patologie (soprattutto nelle infezioni ospedaliere)

Sulla cute ritroviamo– FLORA RESIDENTE: Stafilococchi e

corynebacteri– FLORA OCCASIONALE: molto varia in relazione

con ciò che viene a contatto con la cute

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Lavaggio SOCIALELavaggio SOCIALE Elimina la maggior parte di microrganismi

occasionali e dovrebbe rientrare nelle normali norme di igiene elementari– Prima di iniziare il lavoro– Passando da un paziente all’altro sia per visita

che per somministrazione di farmaci– Dopo l’uso della toilette

Si effettua con– SAPONE (liquido nei posti pubblici) – ASCIUGATURA con materiale monouso o con

aria calda

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Lavaggio ANTISETTICOLavaggio ANTISETTICO Scopo principale è quello di eliminare la

totalità dei microrganismi occasionali e di ridurre il numero di quelli residenti– Operatori ad alto rischio infettivo e in contatto

con pazienti predisposti a contrarre infezioni

Si effettua con– DETERGENTE E DISINFETTANTE per un tempo

di uno o due minuti– ASCIUGATURA con materiale monouso o con

aria calda

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Igiene delle mani: Igiene delle mani: procedure e disinfettantiprocedure e disinfettanti

Lavaggio

RequisitoPrincipio

attivoCondizioni

d’usoAvvertenz

e

Sociale Detersione TensioattivoIndicazioni del produttore

Antisettico

Antisepsi

ClorexidinaPVPJ*Irgasan DP300

4%7.5%-10%0.5%

Fotosensibile

Chirurgico

AntisepsiClorexidinaPVPJ

4% per 5’7.5%-10% Fotosensibil

e* Polivinil pirrolidone iodio

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From the Far SideGary Larson