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Riciclo dei rifiuti: le regole per la buona gestione della “Rumenta”

Genova, 25 ottobre 2011

Gli aspetti economici nella Gli aspetti economici nella gestione dei rifiuti solidi urbanigestione dei rifiuti solidi urbani

Prof. Alessandro Marangoni

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Come finanziare la gestione dei rifiuti?

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1. La gestione dei rifiuti in Italia1. La gestione dei rifiuti in Italia

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Obiettivo delle politiche ambientali: definire mix ottimali di soluzioni trade-off tra sostenibilità economica ed ambientale

Ogni modalità di gestione (discarica, riciclo, recupero energetico, etc.) ha diverse ricadute ambientali, economiche e sociali

Valutare le politiche ambientali significa:

1. Considerare diversi mix di soluzioni gestionali (scenari)

2. Analizzare i costi per ciascuna categoria e gli impatti sul sistema in termini economici e di modalità di finanziamento

VALUTAZIONE COSTI ATTUALI E POSSIBILI SCENARI FUTURI

STRUMENTI E MODALITA’ DI FINANZIAMENTO

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I costi oggi sostenuti in Italia sono il risultato di un sistema articolato che impiega TARSU e TIA in quote differenti

La stima dei costi complessivi (basata sui dati raccolti con i MUD 2009) si pone intorno a 8,1 €/Mld

I costi sono nettamente superiori ove si applica la TIA, circa 60% (campione di piani finanziari di Comuni a TIA ≈ 20%, fonte Istat)

Se si applicassero i parametri del campione TIA all’intero Paese i costi salirebbero a 12,3 €/mld

Incoerenza dati: MUD 2009 7,5 €/mld di ricavi, copertura costi 92% (significatività del campione/ veridicità dei dati MUD?)

Il passaggio da TARSU a TIA comporta crescita dei costi?

2. I costi del sistema2. I costi del sistema

Come ridurre l’impatto sui cittadini?

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Analisi dei piani finanziari 2010 su dati 2009 dei Comuni in regime di TIA (322 Comuni)

Analisi dei MUD 2009 su dati 2008 (84,8% popolazione)

La base dati è incerta e parziale, ma la linea di tendenza è chiara: i Comuni che applicano la TIA hanno valori superiori alla media nazionale (mix Tarsu-TIA)

con TIA costi totali ≈ +60%

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I costi Il mix di soluzioni gestionali (scenari policy)I volumi, la prevenzione

3. Quali scenari economici futuri?3. Quali scenari economici futuri?

Come efficientare il sistemaCosti standardTIA-Tarsu, effetto non causa

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Il mix di soluzioni gestionali, le policy …Il mix di soluzioni gestionali, le policy …

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discarica

compostaggio

Recupero energetico

Riciclo

Ecoballe Campania

Media Italia

1999 2009

Policy 2“Modello Lombardia”

(europeo)

Policy 1Obiettivo RD

65%

Quali impatti economici per il sistema?

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… … le policy e i costile policy e i costi

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8,1 (MUD) 12,3 (TIA)

€/mld

Policy 2:

7,6 (MUD)

9,8 (TIA)

€/mld

La stima dei costi per l’Italia nei tre scenari (costi da TIA e mix Tarsu-TIA - da MUD)

Policy 1:

7,7 (MUD) 10,3 (TIA)

€/mld

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I volumi e la prevenzioneI volumi e la prevenzione

Nel futuro, oltre al mix di soluzioni gestionali, sarà importante contenere i quantitativi.

I volumi dei rifiuti sono cresciuti costantemente, passando dai 28,3 mln ton del 1999 ai 32,1 del 2009.

Dal 2008 al 2009, però la quantità è diminuita (-1,1%): crisi economica o effetto della prevenzione? Quali effetti sui costi marginali?

I costi medi totali sono cresciuti del 50% dal 2001 al 2008. Quale evoluzione al 2020? Quale andamento per le diverse voci?

Alcune voci dipendono dalle quantità raccolte, altre

invece sono costi fissi

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3. Come finanziare la gestione dei rifiuti?3. Come finanziare la gestione dei rifiuti?

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Il quadro attuale del finanziamento in Italia

Come si finanziano i rifiuti in Europa

Cosa comporta l’assetto attuale in Italia?

Come finanziarsi in futuro?

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Il quadro attuale del finanziamento in Italia

Anni 40: TARSU - Tassa per i Rifiuti Solidi UrbaniTASSA: contributo a un servizio di pubblica utilità reso dal Comunesi basa sulla superficie;no copertura totale dei costi;la differenza? Ricade nella fiscalità generale

Dal 1997 (Decreto Ronchi): sostituzione della TARSU con la TIA(Tariffa di Igiene Ambientale)corrispettivo per un servizio reso all’utenza da un ente gestore;struttura binomia: una parte fissa (mq e n°abitanti) e una variabile (rifiuti prodotti)totale copertura dei costidiversi metodi per calcolare la parte variabile (puntuale, volumetrica, presuntiva, indiretta, corretta)

Direttive comunitarie:Polluter Pay PrincipleGerarchia dei rifiuti (priorità: prevenzione)

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Le principali differenze tra TARSU e TIA

TIATARSU

Attraverso il gettito della tassa (almeno al 50%) e altre voci del bilancio comunale

Superfici corrette per tener conto della produzione dei rifiuti di ciascuna categoria, proprietà …

Natura del corrispettivo

Copertura dei costi

Riscossione

Tassazione ambientale

Modalità di allocazione sugli utenti

Tributo

Comune

Non obbligatoria. Il Comune può prevedere riduzioni della tassa correlate ai risultati della RD

Interamente (il 100%) attraverso le entrate tariffarie

Superficie occupata, n° di componenti nucleo, tipologia di attività produttiva, coefficienti presuntivi di producibilità

Tributo/tariffa?

Gestore/Comune

La partecipazione dell’utenza alla RD è incentivata dalla riduzione obbligatoria della tariffa

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Fonte: Ispra 2010

TIA: la situazione al 2010

La TIA :è adottata da 1.203 comuni, rispetto ai 225 del 2000 (+434%);ma sono appena il 15% del totale.interessa una popolazione pari a 17,3 milioni di abitanti (nel 2000 erano solo 2,2).La popolazione coperta è dunque ancora ridotta, pari al 28% degli abitanti totali.

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Il gettito TIA e TARSU non copre ancora completamentei costi e gli investimenti del settore dei rifiuti.

Nel 2008 la percentuale di copertura dei costi è stata pari al 92,2%.

Rispetto al 2001 è incrementata del 10%.

%

84%

85%

86%

88%

89%90%

91%92%

2001 2002 2004 2003 2005 2006 20082007

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Fonte: Ispra 2010

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Come si finanziano i rifiuti in Europa?

FLAT

LEGATA AL

CONSUMO

Tariffe puntuali

Tariffa fissa

Diverse modalità di finanziamento, con due macro-soluzioni, secondo il legame o meno con la produzione di rifiuti da parte dellle utenze.

Alcuni Paesi stanno abbandonando i sistemi flat per modalità più orientate a una logica di sostenibilità ambientale per cui il cittadino “paga per quello che butta”, p.e. Italia, Francia e Belgio.

Belgio, Danimarca, Irlanda

Tassa su servizio rifiutiFrancia, Italia, Grecia,

Portogallo

Tasse generali Regno Unito

Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Lussemburgo,

Svezia, Francia, Italia

Tariffe volumetricheBelgio, Francia, Paesi

Bassi, Svizzera

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Alcuni case studies: introduzione della tariffa puntuale

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Effetti sulla riduzione dei rifiuti, sulla selezione e la prevenzione

Paese Analisi

Belgio

Studio nella regione Vallone: 1996

-33% sui rifiuti residui nelle municipalità

Regressione multivariabile sui dati delle municipalità

di Ovam - 1996 -13% rifiuti delle famiglie

Alcuni case in Europa

Lussemburgo

1994-1997; Progetto pilota a Koerich e Kopstal: tariffa basata sui

volumi dei i rifiuti, la frequenza e il peso

-47% rifiuti residui in Koerich -52% rifiuti residui in Kopstal

8 municipalità; 1998 -47,3% dei rifiuti residui

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Effetti sulla riduzione dei rifiuti, sulla selezione e la prevenzione

Paese Analisi

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Paesi BassiStudio realizzato per il Ministero

dell’Ambiente nel 1995-1996Riduzione 12%-30% dei rifiuti domestici

Germania

Esperienza di Esslingen: etichette sui cestini

-37,5% dei rifiuti residui+49% della partecipazione delle famiglie

nel compostaggio domestico

Esperienza di Warstein: etichette sui cestini

-20% rifiuti residuiForte incremento nella selezione

Esperienza di Guterloh: costi costanti dei volumi piuttosto

che decrescenti-20,3% dei rifiuti domestici

Jena: contenitori statici con lettore card ed apertura a calotta

-63% prodotti a settimana per utenza

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Il caso dell’ATO Treviso 2

Grazie al sistema della raccolta porta a porta e all’introduzionedella tariffa puntuale i rifiuti raccolti in un anno sono diminuiti del 13%

-13%

Raccolta PP e tariffa puntuale

Raccolta PP

Anche in Italia la TIA comporta minori rifiuti raccolti

Il caso Priula (Treviso) Andamento della produzione di rifiuti e RD in 14 Comuni del Consorzio Priula con l’introduzione della raccolta domiciliare (2001) e della tariffa puntuale (2002)

Introduzione della tariffa puntuale:- 9,4% dei rifiuti prodotti- 13,5% dei rifiuti prodotti per abitanterispetto al 2000 % di riciclo + 144%, dal 27% al 66%.

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Cosa comporta l’assetto attuale in Italia?

La TARSU è ancora la modalità di pagamento più diffusa. Questo comporta:

Quali soluzioni?

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Come finanziarsi in futuro?

Una relazione più stretta tra rifiuti prodotti e oneri per i cittadini pare sempre più necessaria …

La TIA permette di:i. avvicinare i costi ai prezzi dei servizi pagati dagli utentiii. incentivare la riduzione dei rifiuti e quindi la prevenzioneiii. ottenere maggiore trasparenza nei costi di gestione sulla

base del Piano Finanziarioiv. programmare in modo industriale la gestione del serviziov. perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale ed equità

contributivavi. incentivare la tariffa puntuale (quella ideale): ad oggi

utilizzata solo dal 20% dei Comuni

Ma la sua diffusione ha incontrato difficoltà …

Cosa fare? 20

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1. Normative. Il quadro normativo dovrebbe essere più chiaro prevista dal Codice Ambientale (2006) la TGR – TIA 2 (Tariffa Integrata

Ambientale) a sostituire la TIA 1 e la TARSU, ma … … mancano i regolamenti attuativi; … discussione sulla natura giuridica della TIA2 (tributo o tariffa? IVA?)

2. Tecniche. Trovare un equilibrio tra performance, costi e fattibilità a breve. Come misurare i quantitativi di rifiuti raccolti?

difficoltà tariffa puntuale Implementare nuovi sistemi di rilevazione; sistemi a peso o volumetrici; revisione dotazione mezzi e attrezzature.

3. Gestionali. Necessario ripensare i sistemi di gestione: nuova organizzazione della raccolta (p.e. in base alla di frequenza

svuotamento scelta dall’utente); evitare “turismo rifiuti: applicazione omogenea nazionale.

4. Comunicare valore servizio - consenso sociale qualità ambiente e gestione rifiuti; percezione TIA solo come aumento dell’onere per i cittadini; evidenziare la qualità del servizio e i benefici ambientali.

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