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Ambiente Come ti riciclo il computer Rifiuti tecnologici, la nuova emergenza ecologica di Maria Grazia Giordano Chi si chiedesse che fine fanno i computer dismessi rimarrebbe probabilmente stupito dal sapere che, solo nel 1999, ne sono stati gettati 40 milioni e si prevede che nel 2004 i rifiuti da pc ammonteranno a 100 milioni di pezzi. Inoltre, secondo i dati forniti dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente (www.sinanet.anpa.it) e dall'Osservatorio nazionale sui rifiuti, nel 1999 per oltre un milione e 800mila computer immessi sul mercato a livello nazionale ne sono stati dismessi più di 500mila. Già nel 1998, i 15 Paesi dell'Unione europea avevano prodotto 6 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici. Oggi gli apparecchi usati costituiscono il 4 per cento dei rifiuti urbani e il loro volume aumenterà dal tre al cinque per cento all'anno, quasi tre volte più rapidamente dell'aumento medio dei rifiuti urbani. Numeri davvero impressionanti, dunque, se si riflette sul fatto che solo da qualche tempo è stato posto il problema dello smaltimento dei rifiuti elettronici. Ancora oggi il 90 per cento dei rifiuti tecnologici finisce in discariche dove i materiali vengono inceneriti e recuperati senza trattamento preventivo. Ciò contribuisce ad elevare la presenza tra i rifiuti di agenti inquinanti, inclusi i metalli pesanti. Vere e proprie bombe ecologiche costituite, oltre che di plastica e metalli, anche di altre componenti difficili da trattare. Il piombo, ad esempio, depositato per la maggior parte nelle batterie ma anche nei tubi catodici dei pc, provoca all'uomo danni al sistema nervoso. Il cadmio, presente nei semiconduttori e nei tubi elettronici di vecchio tipo, può provocare danni irreversibili ai reni e al sistema osseo. Il mercurio, un altro agente velenoso presente negli interruttori, è capace di creare danni al cervello, specie al controllo visivo, al coordinamento e al bilanciamento. In America sussiste da tempo il problema del rischio per la salute dell'uomo e dell'ambiente, minacciati da inadeguati sistemi di

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Ambiente

Come ti riciclo il computer

Rifiuti tecnologici, la nuova emergenza ecologica

di Maria Grazia Giordano

Chi si chiedesse che fine fanno i computer dismessi rimarrebbe probabilmente stupito dal sapere che, solo nel 1999, ne sono stati gettati 40 milioni e si prevede che nel 2004 i rifiuti da pc ammonteranno a 100 milioni di pezzi. Inoltre, secondo i dati forniti dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente (www.sinanet.anpa.it) e dall'Osservatorio nazionale sui rifiuti, nel 1999 per oltre un milione e 800mila computer immessi sul mercato a livello nazionale ne sono stati dismessi più di 500mila. Già nel 1998, i 15 Paesi dell'Unione europea avevano prodotto 6 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici. Oggi gli apparecchi usati costituiscono il 4 per cento dei rifiuti urbani e il loro volume aumenterà dal tre al cinque per cento all'anno, quasi tre volte più rapidamente

dell'aumento medio dei rifiuti urbani. Numeri davvero impressionanti, dunque, se si riflette sul fatto che solo da qualche tempo è stato posto il problema dello smaltimento dei rifiuti elettronici.

Ancora oggi il 90 per cento dei rifiuti tecnologici finisce in discariche dove i materiali vengono inceneriti e recuperati senza trattamento preventivo. Ciò contribuisce ad elevare la presenza tra i rifiuti di agenti inquinanti, inclusi i metalli pesanti. Vere e proprie bombe ecologiche costituite, oltre che di plastica e metalli, anche di altre componenti difficili da trattare. Il piombo, ad esempio, depositato per la maggior parte nelle batterie ma anche nei tubi catodici dei pc, provoca all'uomo danni al sistema nervoso. Il cadmio, presente nei semiconduttori e nei tubi elettronici di vecchio tipo, può provocare danni irreversibili ai reni e al sistema osseo. Il mercurio, un altro agente velenoso presente negli interruttori, è capace di creare danni al cervello, specie al controllo visivo, al coordinamento e al bilanciamento.

In America sussiste da tempo il problema del rischio per la salute dell'uomo e dell'ambiente, minacciati da inadeguati sistemi di smaltimento dei rifiuti. È ormai celebre il caso legale trattato dal film di Soderberg "Erin Brokovich". In breve tempo gli abitanti di una cittadina della provincia americana vengono colpiti da danni provocati dalla dispersione di cromo esavalente ad opera di un'azienda idroelettrica. Ma con lo sviluppo dell'industria informatica, il nuovo allarme ecologico proviene dai rifiuti tecnologici. L'ormai famigerato stabilimento di East Fishkill, nello stato di New York, è stato citato dai giudici per casi di cancro dei dipendenti e di malformazioni nei figli delle operaie. Secondo i rapporti medici della rivista New Scientist (www.newscientist.com) le donne che concorrono alla costruzione di microchip corrono tra il 40 ed il 100 per cento dei rischi di aborto. Anche l'ospedale canadese Sick Children di

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Toronto ha rilevato che le operaie che hanno respirato a lungo solventi chimici hanno partorito bambini malformati.

Nonostante il problema abbia enormi ricadute sociali le iniziative di riciclaggio dei materiali stentano a decollare. L'Unione Europea ha stilato importanti normative per lo smaltimento dei rifiuti e per la raccolta differenziata ma sono ancora pochi i comuni italiani che si sono adeguati alla direttive europee. I comuni all'avanguardia nel campo della raccolta differenziata sono pochi e quasi tutti concentrati al nord, in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. In alcuni di essi esistono apposite piazzole, cosiddette "di conferimento", dove chiunque può conferire, cioè portare il proprio calcolatore affinché venga smontato e si possano riutilizzare le parti riciclabili - alluminio, rame, carcasse metalliche, plastiche e vetri. A Milano, per esempio, ci sono cinque "riciclerie": piazzole ecologiche dove si portano computer e altri materiali ingombranti. Esiste, inoltre, un servizio di raccolta a domicilio che garantisce il ritiro gratuito del primo pezzo di ogni categoria di rifiuto; per il secondo pezzo e per quelli successivi si pagano circa 45 mila lire a quintale.

Le grandi aziende italiane, sensibilizzate al problema, si stanno organizzando con il sistema del noleggio delle apparecchiature informatiche. Emblematico è il caso dei 30 mila personal computer del gruppo Fiat, tutti in affitto. Diversa, invece, la situazione nella pubblica amministrazione dove molti dei 213mila computer dislocati fra amministrazione centrale ed enti pubblici (i dati si riferiscono al '98) andranno presto sostituiti; al momento le macchine dismesse ed inventariate sono stivate in un deposito vicino Roma. La soluzione del noleggio, caldeggiata dagli ambientalisti, viene sperimentata in alcuni paesi anche per le apparecchiature domestiche. In Svezia, ad esempio, molte famiglie usano lavatrici in affitto che pagano in base ai lavaggi. In futuro, probabilmente, si seguirà lo stesso metodo anche per i computer.

Le mani dell'ecomafia sui rifiuti della new economy

Quando l'inquinamento diventa un business illecito

di Antonia Moro

È stato stimato che la vita media di un computer si aggira intorno ai 4 anni e 3 mesi mentre si parla di soli 2 anni per i prodotti più innovativi che, quindi, hanno un tempo di decadimento più breve. Di conseguenza, il traffico e lo smaltimento illecito di computer usati si sta rivelando il nuovo business illecito della new economy.

A testimonianza del fenomeno è il dossier stilato dalla Guardia di Finanza di Acqui Terme, in provincia di Alessandria, a seguito del ritrovamento in alcune discariche abusive in Piemonte e Lombardia di migliaia di personal computer obsoleti. "Dalle prime indagini" - racconta il tenente Vincenzo di Pietro, responsabile dell'operazione - "abbiamo cercato di capire di chi fossero questi computer e abbiamo scoperto che erano funzionali a un complicato sistema di creazione di società fittizie e di fatture false". Alcuni dei computer trovati, circa

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3200, sono stati legalmente dismessi da un istituto di credito nazionale e destinati allo smaltimento. Affidati a una società milanese autorizzata, i pc hanno preso vie diverse. Per 900 pezzi si riescono a seguire le tracce del loro iter fino a Voghera, vicino Pavia. Per gli altri pezzi si parla di ben tre società fantasma create ad hoc: una in Svizzera, una nell'isola di Man e una a Roma. Sarebbero invece circa 2000 le parti di computer rinvenute in due container nel porto di Livorno e pronte a partire per la Liberia, nazione verso la quale i paesi Ocse non possono esportare. Sulla vicenda è ancora in corso l'indagine della magistratura e il sostituto procuratore di Livorno, Massimo Mannucci, rimanda alla fase processuale ogni dichiarazione sul fenomeno.

"Smaltire illecitamente significa non sostenere dei costi e quindi poter offrire sul mercato prodotti a prezzi competitivi con una turbativa notevole per coloro che invece rispettano le norme" - spiega il tenente di Pietro - "Nel caso dei conteiner ritrovati a Livorno la dogana ha accertato che si trattava di rifiuti speciali, che dovevano cioè essere smaltiti secondo le procedure legali previste dai nostri ordinamenti". In effetti i computer venivano ritirati in base a un contratto che stabilisce un prezzo di 30 mila lire più Iva per postazione (60 mila lire più Iva nelle isole). In dogana, poi, è stato dichiarato un costo complessivo di circa 500mila lire laddove il valore reale della merce superava il mezzo miliardo.

Ancora non si conosce il giro d'affari del commercio illegale che ruota introno allo smaltimento di rifiuti speciali come i pezzi dei personal computer ma è certo che le cifre sono imponenti. "In Italia" - prosegue di Pietro - "siamo a conoscenza dell'esistenza di parecchie organizzazioni mafiose attive in questo comparto. L'ecomafia lucra sullo smaltimento dei rifiuti e molto spesso lucra di più in questo settore che nel traffico di droga." Recentemente la commissione parlamentare d'inchiesta sullo smaltimento illecito dei rifiuti ha reso noto che sono 35 milioni all'anno le tonnellate di rifiuti, soprattutto quelli speciali, che vengono smaltite illegalmente. L'equazione new economy-ecologia comincia forse a vacillare?

I rifiuti secondo la legge

Le direttive Ue che regolano il trattamento dei rifiuti speciali e l'opinione del senatore Verde Edo Ronchi, membro della commissione Territorio, ambiente e beni ambientali

di Paola Favaro e Antonia Moro

Per consentire ai pc una fine più dignitosa e contenere, al tempo stesso, l'impatto ecologico, in Italia si è cercato, con scarsi risultati, di fare ricorso alla legge. Nel decreto Ronchi, entrato in vigore all'inizio del '97, si affronta il problema del trattamento di questa categoria di rifiuti, con precisi obblighi a carico delle amministrazioni comunali e dei produttori. L'articolo 44, in particolare, prevede che quando si acquista un pc nuovo, il vecchio venga riconsegnato al venditore

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oppure alle imprese che gestiscono la raccolta e lo smaltimento. Il decreto contempla, inoltre, la possibilità di fissare una cauzione pari al 10 per cento del prezzo del prodotto, fino a un massimo di 200mila lire, che verrebbe restituita alla consegna dell'apparecchio nei centri di raccolta pubblici o presso un rivenditore al momento dell'acquisto di un bene equivalente.

A tale proposito l'ex ministro dell'Ambiente Edo Ronchi sottolinea i progressi compiuti dal governo italiano per la raccolta differenziata dei rifiuti. "Il risultato più importante è stato quello dell'aumento consistente della raccolta differenziata in quasi tutto il Paese" - afferma - "Adesso siamo a circa il 15 per cento mentre qualche anno fa costituiva meno del 6 per cento dei rifiuti. Per quanto riguarda i rifiuti derivanti dalle apparecchiature elettroniche, invece, siamo molto indietro rispetto agli altri paesi europei perché non si è ancora riusciti a trovare l'intesa tra produttori e distributori".

La sua posizione sulle normative europee nel settore è però piuttosto critica. "In generale c'è una carenza anche nella normativa europea" - dichiara - "infatti si sta lavorando ad una nuova direttiva che prevederà finalmente l'obbligo da parte dei produttori di questo tipo di apparecchiature di ritirare a loro spese i prodotti a fine vita, di mettere sul mercato prodotti riciclabili almeno al 90 per cento e di eliminare, per quanto possibile, nella produzione di questi apparecchi le sostanze pericolose che creano problemi ambientali".

La nuova direttiva Ue sui rifiuti pericolosi, la 91/689 Cee, stabilisce infatti l'obbligatorietà della raccolta differenziata con trattamento speciale per: condensatori (contenenti Pcb), interruttori (mercurio), batterie, circuiti stampati, cartucce, toner, plastica, componenti con amianto e display a cristalli liquidi. Decreta, inoltre, che stabilimenti ed imprese che effettuano le operazioni di smaltimento debbano ottenere un'autorizzazione anche quando tali operazioni mirano ad una qualche forma di recupero. Riflettendo sul valore delle industrie che si occupino di trattare il materiale da riciclare, Rochi conclude che "una buona industria di recupero e di riutilizzo è una industria che regge il mercato, che rende, che consente di trasformare il rifiuto, recuperandolo, in una risorsa".

Chi è la più "verde" del reame?

Si moltiplicano le iniziative delle aziende per lo smaltimento ecologico dei rifiuti hi-tech. E le migliori vincono un premio.

di Eleonora Giordani

La tecnologia avanza a passi sempre più rapidi e per ogni nuovo strumento ultrapiatto e ultrarapido immesso sul mercato ci sono montagne di vecchi computer ormai da buttare, stampanti rotte, cartucce esaurite. I rifiuti hi-tech hanno il tasso di crescita più rapido in Italia e in Europa raggiungendo il 4 per cento di tutti i rifiuti urbani e continuano ad aumentare tra il 16 e il 28 per cento ogni cinque anni, ovvero tre volte in più rispetto alla media dei rifiuti ordinari. I dati europei dello scorso anno parlano di 6

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milioni di tonnellate di spazzatura tecnologica, di cui almeno la metà finisce nelle discariche e solo il 5 per cento viene avviato ad un trattamento compatibile con l'ambiente. Saremo allora presto sommersi da display, tastiere e antichi mouse? O rischieremo di rimanere intossicati dalle esalazioni derivanti dalla loro combustione a scopo di smaltimento?

Se fino a poco tempo fa lo scenario si presentava abbastanza catastrofico, da qualche anno a questa parte, imprese ed enti locali hanno compiuto passi significativi per arginare il problema. Anche perché la normativa italiana in materia e le nuove direttive europee ormai impongono di seguire la strada del rispetto dell'ambiente.

La tendenza ecologista inoltre si sta rivelando anche un buon affare e ambiente e informatica ormai non si "rifiutano" più. Anzi aumentano le aziende del settore che sviluppano iniziative per dimostrare la loro sensibilità alla tutela della natura. E dal 1998, ogni anno le idee migliori vengono insignite del premio "Ecohitech", il maggior riconoscimento italiano destinato alle aziende "amiche dell'ambiente".

Le imprese che hanno vinto l'edizione 2000 si sono segnalate per almeno una eco-virtù. Sony Italia per la globalità dei suoi processi produttivi, controllabile da tutti i dipendenti sulla rete Intranet. Kyosera per la produzione di stampanti laser provviste di un sistema di toner e tamburo costruito con materiali biodegradabili e non tossici. Eso per l'efficienza dei suoi servizi di ritiro, recupero e smaltimento dei rifiuti tecnologici e Lexmark per il finanziamento di un progetto mirato alla salvaguardia delle foreste pluviali in collaborazione con due importanti organizzazioni non governative.

L'Echohitech Award è attribuito da Ecoqual'It, un Consorzio volontario nazionale formato da aziende del comparto informatico che vogliono conciliare l'attività produttiva con una filosofia di sviluppo sostenibile. "È in quest'ottica che è stato istituito il premio" ci ha spiegato Stefano Apuzzo, ex parlamentare e coordinatore di Ecoqual'It: "Si tratta di mettere in luce il fatto che nel mondo delle Ict, le imprese sono sempre più sensibili alle tematiche ambientali e ogni anno elaborano soluzioni eco-compatibili nei prodotti, nelle tecnologie e nei sistemi di riciclaggio". Le imprese che volessero candidarsi al premio 2001, possono chiedere informazioni al Consorzio via e-mail. La giuria che valuta le aziende è composta da esperti delle massime istituzioni del settore: dal ministero dell'Ambiente a quello dell'Industria, dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente al Consorzio nazionale imballaggi, dalla Federazione nazionale delle imprese elettroniche all'Assografici, senza dimenticare i dipartimenti per l'ambiente delle Università di Milano e dell'Unioncamere Lombardia.

Per assegnare il premio si prendono in considerazione vari fattori. Ad esempio, l'uso delle risorse naturali da parte delle aziende partecipanti o il possesso di certificazioni ambientali come la Iso 14001, lo standard internazionale che contiene le specifiche per creare un Sistema di gestione ambientale (Sga). E ancora, l'impegno nella riduzione e nel recupero degli imballaggi, lo sviluppo e il finanziamento di progetti ambientali.

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Sony Italia: "Obiettivi ecologici e trasparenza"

L'Award Ecohitech 2000 per la categoria "Processi aziendali", è stato assegnato alla filiale italiana della Sony. "Per arrivare a questo risultato abbiamo operato su due fronti" spiega Enzo Volpato, responsabile delle politiche ambientali di Sony Italia. "Da una parte, il perseguimento di obiettivi 'amici dell'ambiente' in tutto il nostro processo produttivo ci ha portato ad ottenere la certificazione Iso 14001 con un anno di anticipo rispetto alla data fissata da Sony a livello mondiale, ovvero marzo 2001. Dall'altra abbiamo adottato una politica di assoluta trasparenza sulle nostre politiche ambientali sia rispetto al pubblico che rispetto alla totalità dei dipendenti".

Quali sono questi obiettivi? Tutti quegli accorgimenti che rispettano l'ambiente sia nella fase di creazione materiale dei prodotti che nel momento della commercializzazione. Sviluppare sistemi che consentono un risparmio energetico o riducono gli scarti; facilitare la selezione dei rifiuti e il recupero dei componenti; utilizzare elementi che riducono al minimo le esalazioni atmosferiche, studiare leghe di saldatura per microcircuiti senza piombo; concepire imballaggi che non invadano l'ambiente…

E per quanto riguarda la trasparenza? I dipendenti Sony Italia, dal primo all'ultimo, possono controllare attraverso la nostra rete Intranet la globalità dei processi aziendali per la tutela dell'ambiente, le informazioni sugli obiettivi, le schede di sicurezza sui prodotti utilizzati in azienda. Tutto materiale disponibile anche sul nostro sito web, fatta eccezione dei dati più strettamente riservati al personale, nella sezione riservata alla certificazione Iso 14001. Questo modo di condividere gli obiettivi con i dipendenti ha avuto un forte riconoscimento sia da parte del Gruppo Sony che dall'ente certificatore che ci ha valutato, perché ha potuto constatare che l'impegno per l'ambiente è effettivo a tutti i livelli: una garanzia in più per il consumatore finale.

Sony Italia 

Eso: un box per l'esaurimento in ufficio

Per la prima volta, il premio Ecohitech era esteso anche alle imprese di gestione del "fine vita", che si occupano cioè del recupero e riciclaggio dei materiali da ufficio. E' stata una giovane azienda ad aggiudicarsi la vittoria, la Eso di Opera, vicino Milano. Nata nella primavera del 1999 è già presente in tutta Italia e ritira, recupera e smaltisce tutto ciò che non serve più: cartucce e toner, computer obsoleti ma anche carta e lampade al neon. E non mancano i clienti prestigiosi, dai negozi Buffetti ai gruppi Coin e Rinascente. "Siamo stati premiati per l'organizzazione e l'efficienza dei nostri servizi" afferma con soddisfazione Nicolas Meletiou, presidente e amministratore delegato di Eso.

Qual è la vostra cura per l' "esaurimento" da ufficio? Sono gli "esobox", delle scatole appositamente studiate per contenere toner, cartucce laser e a getto di inchiostro e nastri esauriti. Alla prima consegna viene fornito l'Esobox e nelle 24 ore successive dei nostri inviati preleveranno il

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contenuto dei pacchetti inserendo i ricambi nell'Esobox, che restano quindi in dotazione al cliente per il prossimo riutilizzo. Per quanto riguarda il materiale elettronico obsoleto, computer, video, stampanti, fotocopiatori, scanner, server, fax... il servizio comprende il ritiro da parte di personale specializzato direttamente all'interno degli uffici.

Che fine fanno questi rifiuti?Per lo smaltimento seguiamo le direttive del "decreto Ronchi", ovvero recuperare quanto più possibile. Per questo stiamo per dare il via al programma "Eso Recycling", con il quale ci candideremo al premio Ecohitech del prossimo anno. Si tratta di un piano per lo smaltimento ecologico, che prevede la costruzione di cinque impianti per il trattamento dei rifiuti riciclabili su quattro canali: elettrodomestici, computer e materiali hi-tech, televisori e lampade a vapori di gas tossici. I rifiuti subiranno un processo di cernita e saparazione dei componenti e ciò permetterà di ricavare materie prime e seconde da reimmettere sul mercato.

Allora l'ambiente è anche un buon affare? Noi siamo un'azienda giovane che ha investito molto (un miliardo di pubblicità nel 2000) e ci troviamo ancora nella fase in cui i risultati economici non possono essere attivi. Ma le prospettive sono buone. Siamo partiti in due e oggi ci sono 45 dipendenti, che svolgono continui corsi di formazione e aggiornamento sulla normativa ambientale, la logistica e la sicurezza. E fin dall'inizio abbiamo puntato a dei risultati a medio e lungo termine.

Eso 

Kyocera Mita: ritorno alla natura

Nella categoria "Prodotto" la giuria ha premiato Kyocera per il sistema di stampa Ecosys. L'azienda produttrice di stampanti ha scalzato dal trono Ibm Italia, vincitrice dell'Award Ecohitech del 1998 e 1999, di cui peraltro è stata ribadita "l'altissima qualità dell'impegno profuso". Secondo Moreno Aspesani, il direttore marketing di Kyocera Italia, la salvaguardia dell'ambiente passa per il ritorno all'uso di materiali naturali. "Siamo partiti dalla nostra esperienza nella ceramica fine e ne abbiamo sfruttato il principio chimico che la rende un componente a lunga durata".

Che cos'è Ecosys? È il nome di un brevetto ecologico per il sistema tamburo-toner che si trova in tutte le nostre stampanti laser ormai da tre anni. Il tamburo è costituito da materiale amorfo, un prodotto presente in natura. Le cartucce, costruite con particelle di ceramica, sono pensate per durare a lungo. Durante la vita della stampante quindi, si dovrà cambiare solo il contenitore del toner, che è prodotto peraltro con plastica riciclabile. Insomma, con questo sistema non si genera nessun materiale esausto che non possa essere trattato come un normale rifiuto urbano. E al momento dello smaltimento non si sviluppano gas nocivi.

Quali sono i costi e come rispondono i clienti? Adottare una filosofia aziendale volta al rispetto dell'ambiente comporta un

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maggiore investimento economico. E soprattutto una politica di comunicazione più onerosa. Bisogna infatti spiegare bene che il prezzo più alto di queste macchine è dato dall'utilizzo di certi materiali che tutelano l'ambiente. Ma una volta che l'utente capisce che a lungo termine questo si traduce in un risparmio nei costi di gestione, perché deve cambiare solo un elemento della macchina, allora si crea un vero mercato.

Kyocera 

Lexmark: una cartolina per salvare le foreste pluviali

La menzione speciale "Award Ecohitech" è stata riconosciuta a Lexmark International per lo sviluppo del recente "Progetto Rainforest", teso alla salvaguardia delle foreste pluviali. Questo costituisce un elemento di ulteriore promozione e valorizzazione del già collaudato progetto "Prebate" per il recupero delle cartucce toner esauste.

Antonello Cardone, amministratore delegato di Lexmark Italia: come è nato il progetto Rainforest? L'impegno ecologico fa da sempre parte delle attività del nostro gruppo, che regolarmente investe risorse per controllare l'impatto sulla natura dei suoi prodotti. Ma vogliamo anche sensibilizzare i nostri clienti alle grandi problematiche ambientali. Per questo è nato il progetto Rainforest, per accrescere la consapevolezza sulle necessità di preservare le foreste pluviali nel mondo e raccogliere i fondi necessari per salvaguardarle. L'iniziativa è stata lanciata in collaborazione con due importanti associazioni internazionali note in questo campo: The Rainforest Foundation e The Tropical Rainforest Coalition, che da anni investono in programmi che difendano gli habitat di numerose specie a rischio di estinzione e Lexmark è lieta di affiancarle in questa importante sfida. Con lo slogan "Verseremo un euro per ogni cartolina che ci invierai", Lexmark ha organizzato una campagna di sensibilizzazione legata ai suoi prodotti di consumo "Linea" per stampanti e di contributo concreto per la tutela delle foreste.

Concretamente, in cosa consiste l'impegno di Lexmark, sia a livello internazionale che a livello italiano, per la salvaguardia dell'ambiente? La strategia delle "3 R" (Riduci, Riusa e Ricicla) costituisce il caposaldo della filosofia ambientale di Lexmark. Nelle fasi produttive è stato eliminato l'utilizzo di sostanze nocive. Il design dei prodotti Lexmark è a tutti gli effetti un "eco design" che mira a prolungare il più possibile la vita del bene. Il concetto di "riuso" è reso evidente dal riutilizzo che viene fatto degli imballaggi, di tutte le componenti del packaging. Il "riciclaggio" è ben testimoniato dal progetto di recupero delle cartucce toner esauste: "Recycling Program", un programma che coinvolge ben tredici paesi europei. In Italia promuoviamo e incentiviamo tutte queste iniziative e, a testimonianza di ciò, abbiamo creato un sito ambientale totalmente dedicato a sensibilizzare clienti e partner alle tematiche ambientali promosse da Lexmark.

Il progetto "Prebate" è stato pensato per il recupero delle cartucce toner esauste. Di cosa si tratta e come vengono riciclate queste

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cartucce? Per incentivare la restituzione delle cartucce esauste, Lexmark promuove un programma definito "Prebate": i clienti, che acquistano una cartuccia toner Lexmark e accettano l'accordo di licenza posto sulla confezione che implica il monouso della cartuccia e la restituzione del "vuoto" attraverso il Pragramma Recycling, ottengono un consistente sconto immediato sul prezzo del prodotto standard. I vuoti recuperati vengono raccolti e spediti alla nostra sede in Europa dove vengono distrutte e recuperate come materia prima. I riscontri avuti da questo tipo di programma sono notevoli dato che negli ultimi due anni il 99 per cento dei clienti ha scelto di acquistare cartucce Prebate.

De Lucchi: "L'ecologia è sempre un tema economico"

Secondo Michele De Lucchi, designer dei computer Olivetti, il mercato non ha ancora fatto suo il tema del recupero della tecnologia

Quando progettiamo un computer il nostro problema è la composizione di numerosi elementi. Alcuni sono predominanti e sono quelli legati alla velocità, alla potenza. Le altre parti, come i trasformatori o le ventole, potrebbero benissimo essere recuperate. Questa operazione, però, non si fa, perché generalmente non conviene: chiaramente il tema dell'ecologia, del recupero delle parti, è sempre un tema economico.

Il business di oggi non chiede computer più ecologici: il mercato chiede computer sempre più veloci, più potenti, più rispondenti alle esigenze degli utenti. Il tema del recupero della tecnologia, nel mercato, non c'è. Quelle poche aziende che avevano puntato sulla comunicazione di un messaggio di sostenibilità ambientale, in seguito hanno sospeso, quasi fossero fuori moda, le forme di comunicazione non esclusivamente funzionali alla vendita dei prodotti.

Mi ha stupito, recentemente, vedere che tra i grandi business della mafia uno dei più importanti è quello delle discariche. La mafia, seppur in modo disonesto, ha capito che il mondo dei prodotti non più in uso è economicamente rilevante. Fin quando non ci si accorgerà dell'importanza di tutto questo, parlare di riciclo, di riuso e di riconversione sarà molto difficile.

Benvenuti alla catena di smontaggio

La TredCarpi di Modena: un'azienda impegnata nel disassemblaggio di pezzi per il riciclo dei materiali informatici

di Luigi Bertolo

Alla TredCarpi, vicino Modena, azienda specializzata nel riciclo ecologico, i computer dismessi che arrivano per essere trattati provengono dalle aziende municipalizzate dei comuni che gestiscono la raccolta differenziata oppure direttamente da società quali banche e assicurazioni.

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I computer, una volta arrivati all'impianto, vengono avviati alla linea di disassemblaggio. In ogni punto della catena sono situati operatori addetti a scomporre le diverse parti dei computer. Un operatore, ad esempio, si prende carico di smontare i monitor dai computer, separando la parte plastica, che verrà avviata al recupero, e isolando il tubo catodico da bonificare. Vengono così recuperate anche le frazioni dei pezzi come, ad esempio, il giogo di deflessione, che verrà poi avviato ad ulteriore valorizzazione per recuperare il rame.

Il disassemblaggio di unità centrali e parti elettroniche permette in genere di selezionare le frazioni di metallo recuperabili e le plastiche, separando le componenti pericolose per l'ambiente, come i condensatori, da utilizzare in un secondo momento per i cablaggi e i fili di schermatura in rame. Questi, a loro volta, verranno sottoposti ad un procedimento di "valorizzazione" ossia di lavorazione ulteriore per il recupero del rame.

Al termine della fase di disassemblaggio, il tubo catodico, liberato dalle carcasse plastiche, viene avviato alla fase di bonifica, che consiste nel taglio della cintura anti-implosione e nel successivo taglio del tubo catodico vero e proprio con l'asportazione delle polveri fluorescenti assorbite sullo schermo. Le polveri sono altamente tossiche perché contengono elevate quantità di metallo pesante, in particolare cadmio.

In questa fase di valorizzazione dei materiali contenenti rame, i cavi elettrici e i gioghi di deflessione, passano attraverso una macchina granulatrice-selezionatrice in cui vengono macinati e separati, selezionando quindi il rame contenuto in essi.

Al termine del processo di riciclaggio delle apparecchiature elettroniche, il 95 per cento dei materiali viene avviato direttamente al recupero mentre le parti pericolose vengono avviate al corretto smaltimento oppure all'inattizzazione.

TredCarpi

Lunga vita al computer

Intervista a Ermete Realacci, presidente di Legambiente, che illustra la campagna per il riutilizzo dei pc

di Cristina Cilli

Cosa significa recuperare i pc inutilizzati dalle aziende? 

Significa che anziché buttare i pc - in Italia se ne buttano circa un milione e 200mila all'anno - questi computer vengono riutilizzati, resi assolutamente validi dal punto di vista del funzionamento e ceduti a scuole e associazioni a un prezzo molto più basso.

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Cosa si intende per computer riciclati e garantiti? 

È un riutilizzo più che un riciclo. Non si tratta del recupero dei materiali, che pure bisogna fare, ma di prendere computer apparentemente inutilizzabili, renderli funzionanti e, quindi, prolungarne la vita. I computer di Eco@pc sono garantiti, funzionano ma costano molto meno.

Come fate a convincere l'utente che acquisteranno un computer potente e veloce come gli ultimi modelli in vendita? 

Perché noi partiamo da soggetti, come le imprese, per esempio le società di telecomunicazioni che ogni anno buttano via decine di migliaia di computer, che hanno un fortissimo avanzamento tecnologico. Quindi noi adoperiamo computer dell'ultima generazione. Non prendiamo i vecchi computer di casa ma computer molto avanzati che vengono passati a utenti che li trovano assolutamente soddisfacenti per i propri scopi. Ovviamente rimane aperto il problema che i computer, alla fine della loro vita, quando non saranno più utilizzabili, vengano smaltiti correttamente. Il problema è stato segnalato dal decreto Ronchi sullo smaltimento dei rifiuti: alla fine del ciclo i computer devono tornare alla casa madre, come tutti gli elettrodomestici, perché in questa maniera si responsabilizzano tutti sulla fine del ciclo dei prodotti e si incentivano sistemi di progettazione che massimizzino il recupero dei materiale. Se una casa produttrice sa che alla fine del ciclo il computer torna all'azienda, sicuramente userà plastiche, leghe di metallo, materiali tali da poterne recuperare il più possibile.

Legambiente

Nuove industrie, vecchi rischi

Roberto Fanelli, responsabile del dipartimento di tossicologia dell'Istituto Mario Negri di Milano, parla dei problemi legati allo smaltimento dei prodotti tecnologici

I metalli di cui sono composti i pezzi dei computer sono realmente così nocivi? In tal caso perché si è sottovalutato per così tanto tempo il problema?

Le industrie di computer utilizzano nuovi procedimenti di lavorazione. Nel contempo, però, usano materiali largamente conosciuti per la loro tossicità. Questi materiali possono venire trattati anche in maniera diversa dai metodi di lavorazione tradizionali e ciò comporta, in prima istanza per i lavoratori, dei rischi superiori dovuti alla scarsa conoscenza del prodotto trattato. Fondamentalmente si può dire che computer e telefonini,

anche se hanno delle prestazioni diverse da una lavatrice o da un televisore, sono costituiti esattamente dalle stesse materie prime, non c'è nessuna differenza, e questo fa sì che le fabbriche che costruiscono questi prodotti abbiano gli stessi problemi delle fabbriche tradizionali.

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Forse, però, ne hanno preso coscienza troppo tardi

Esattamente, nel senso che hanno dei ritmi di sviluppo enormi, mentre le altre sono industrie mature.

Quali sono i problemi legati allo smaltimento?

Per questo tipo di industria lo smaltimento è difficile. Si usano dei materiali persistenti che, in più, vengono combinati in maniera molto sofisticata. Questo significa che le possibilità di riciclo sono proporzionali alla semplicità di quello che si deve riciclare. È possibile, ad esempio, riciclare una scheda composta da 500 elementi diversi ma con costi molto alti. Se vogliamo evitare che la collettività paghi alti costi per le lavorazioni industriali, bisogna convincere queste industrie a tenere presente la possibilità di riciclare i materiali o di non usare affatto quei materiali che non sono riciclabili.

Oltre al cromo esavalente, al mercurio, al piombo e a tutti quei metalli che sono già conosciuti come tossici vi sono altri materiali pericolosi?

Lo sviluppo tecnologico è talmente progredito che vengono usati materiali di cui non si sa molto a livello tossicologico: mentre per il piombo sappiamo molto sulla tossicologia, per altri metalli presenti in piccole quantità sappiamo poco, perché vengono usati per la prima volta.

Dove smontano i computer

Geodis logistics, il centro in cui vengono riciclati i materiali dei pc Ibm

di Luigi Bertolo

Ibm è da sempre attenta all'impatto ecologico dei propri prodotti, ha una politica ambientale dal 1967, riconosciuta dal '98 dal certificato Iso 14001. Questa politica ambientale non considera solo l'impatto della produzione ma anche quello dei prodotti: ciò significa che Ibm produce macchine con plastiche riciclate e riciclabili, a basso consumo energetico e con verniciature a basso impatto ambientale, caratteristiche che forse sfuggono all'utente finale ma che sono assolutamente apprezzate dai centri di riciclo dei materiali.

Nella sede della Geodis logistics di Busnago, vicino Milano, vengono ricevuti tutti i materiali provenienti dalle sedi Ibm e dalle aziende clienti, materiali che vengono successivamente inviati ai reparti di selezione e riciclo. I prodotti vengono smontati e vengono selezionati i materiali che successivamente saranno inviati al recupero, come ad esempio l'alluminio e il ferro. La fase della selezione dei materiali contenenti metalli preziosi è la lavorazione che porta da un punto di vista economico i maggiori vantaggi. Ciò, tuttavia, non basta a coprire i costi di lavorazione, costi che vengono coperti dal cliente.

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Gli operatori serviti dalla Geodis logistics richiedono un servizio di recupero di componentistica varia - ad esempio memoria e processori - per il mercato dell'usato. Esaurita la vita utile, i prodotti vengono quindi "disassiemati" e le parti riutilizzabili rientrano nel ciclo produttivo.

Ibm

Risparmio energeticoSe per rispetto dell’ambiente o per puro scopo economico decidiamo di risparmiare energia, oltre alla classica sostituzione delle lampade con quelle a risparmio energetico, pensiamo anche ad un risparmio energetico col nostro computer

Iniziamo a quantificare il consumo: un notebook normalmente consuma  20-50 W, mentre per i  desktop i consumi salgono dai 60 ai 600 W.I più recenti computer consumano 60-80 W a riposo, mentre arriveranno a 100-150 W quando si richiedono maggiori risorse al sistema operativo.

I monitor CRT consumano circa 100W per un 17” e arrivano fino a 200W per gli schermi di maggiori dimensioni, mentre per i più recenti LCD i consumi sono tra i 25-100W 

Come risparmiare:

-spegnere le periferiche che normalmente non usate (stampanti scanner ecc.)

-spegnere il pc quando non serve, sembrerà banale, ma spesso negli uffici si lasciano i pc accesi durante la notte.

-usare i meccanismi di risparmio energetico che tutti i pc moderni hanno:

Spegnere il monitor in automatico dopo qualche minuto di inutilizzo (si porta il consumo del monitor quasi a zero)

Spegnere i dischi fissi dopo una decina di minuti di inutilizzo ( si risparmiano quasi 5w per ogni disco fisso)

Infine dopo qualche minuto dallo spegnimento dei dischi fissi mettere il computer in STAND-BY praticamente il computer è acceso ma tutto e fermo, basterà toccare la tastiera e in poco tempo (pochi secondi) ritornerà attivo.

Per utilizzare in automatico i meccanismi di risparmio energetico, cliccare su uno spazio vuoto del desktop, alla finestra che apparirà ciccate su proprietà, poi su Screen saver  ed infine su alimentazione.

Da qui scegliere i tempi di spegnimento monitor, dischi , ed computer.

Il mio consiglio sui tempi: 2 minuti spegni il monitor, 10 minuti spegni i dischi fissi, 15 minuti passa in modalità stand by, ciò non basta se pensate di allontanarvi per ore spegnete il pc, se vi aggrada scegliete la modalità ibernazione al riavvio del pc troverete il desktop come lo avete lasciato con i programmi aperti ecc. una bella comodità.

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La modalità ibernazione però è nascosta, per attivarla è sufficiente dare invio su Spegni computer premendo contemporaneamente il tasto Shift, Stand By diventerà Iberna o Sospendi dare invio su Iberna o Sospendi ed il gioco è fatto!

Si calcola che dell’energia consumata dai computer, che sono quasi sempre accesi, solo il 30% è effettivamente richiesta per il lavoro dell’hardware, mentre il restante 70% serve solo a tenerlo in funzione.

Quindi, per risparmiare migliaia di watt è consigliabile adoperare per le ricerche online, come pagina principale, una con lo sfondo nero. Utilizzando questa tecnica è possibile, infatti, ridurre il consumo energetico del monitor. Sono nati diversi siti per la ricerca che adottano questo criterio, fra questi buonaidea ti segnala Black Google, Blackle e Neroogle (italiano). Effettuando le ricerche i risultati vengono visualizzati con sfondo nero e testo grigio chiaro.

Per rendere ancora più significativo il risparmio energetico converrebbe anche dotarsi di uno sfondo per il desktop che abbia luci scure, magari una foto notturna. Un ottimo punto di partenza per trovare sfondi per desktop è il sito Interfacelift.com .

Questa tecnica di risparmio energetico è ancor più vantaggiosa se si possiede un monitor a tubo catodico (CRT). Infatti oltre ad essere il consumo superiore a quello degli schermi a cristalli liquidi (LCD), la tecnologia con cui è costruito permette un reale risparmio utilizzando il metodo dello schermo nero.

E' evidente che la soluzione ottimale resta comunque quella di sostituire i CRT con equivalenti LCD e spengere sempre dall'interruttore principale gli apparecchi elettrici per non lasciarli in standby.

Se vi è già capitato di sostituire le cartucce della vostra stampante avete ben presente il costo (in proporzione notevolmente più elevato della stampante stessa) che hanno sia le originali, che riciclate (in questo caso i kit hanno un loro costo iniziale).

Ci sono alcuni sistemi per ridurre o ottimizzare il consumo di toner, vediamone qualcuno.

Usare un font ecologico. Si esiste anche un ecofont  che si propone di risparmiare il circa il 20% di toner riducento la dimensione dei caratteri e alleggerendo i grassetti

Usare l’opzione bozza (draft) quando disponibile. Questa opzione disponibile di solito sui programmi per videoscrittura (Word, sWrite, etc.) consente di stampare le versioni non definitive di un documento in forma più leggera e veloce.

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Stampa su file. Molti programmi di videoscrittura consentono di salvare il documento, invece di stamparlo, come pdf. Se dobbiamo spedirlo a qualcuno meglio inviarglielo via email come allegato PDF che fornirglielo stampato.

Stampa più pagine in una. Alcune stampanti (ed anche alcuni programmi) consentono di stampare 2 pagine su un foglio A4.

Elimina le pagine inutili (frontespizi, etc), piè di pagina.

Come risparmiare le batterie

Di seguito 20 piccoli consigli per risparmiare le batterie del vostro portatile (specialmente quando dovrete usarlo a lungo e sapete non riuscire a ricaricarlo, come quando si è in viaggio !).

Seguendo alcuni di questi consigli i risparmi, considerando ore di lavoro, diventano significativi per la vita delle vostre batterie.

Eccoli:

1) eseguite spesso il defragLa deframmentazione rende l’accesso al disco più efficente facendolo lavorare meno per accedere ai dati, quindi risparmi sia la batteria che il disco

2) eliminate i mangia risorseAprite il Task Manager (con un Ctrl-Alt-Del) e terminate tutti i processi che non servono. Un esempio se non siete collegati ad internet potete chiudere gli Antivirus (in questo caso però non dovete usare chiavi USB) ed il Firewall.Da Start->Esegui lanciare MsConfig andate sul tab Startup togliendo programmi non necessari e riavviare il PC

3) fermate lo scheduled taskSe non avete attività che devono essere schedulate interrompetelo

4) staccate i dispositici esterniI dispositivi USB sono tra i maggiori consumatori di batteria, quindi staccate il mouse o hard disk esterni. Staccate anche i servizi di rete che non usate come il Wi-Fi e il Bluetooth

5) svuotate il drive dei CD/DVDSe un disco viene lasciato dentro il drive continuerà a girare !

6) usate l’Hard disk e non il CD/DVDSe dovete usare spesso un DVD è meglio che lo copiate sull’hard disk oppure usate i Virtual Driver gratuiti (c’è anche il Microsoft’s Virtual CD ROM Control Panel)

7) abbassate le luciLo schermo LDC è un grande consumatore di risorse. Regolate la luminosità al minimo usando il Pannello di Controllo->Display Settings

8) disabilitate i suoniDisabilitare gli autoparlanti o ridurre al minimo il volume. Se proprio dobbiamo avere l’audio attivo almeno usare le cuffie

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9) disabilitate lo screen serverLo screen saver attivo comporta un continuo controllo da parte del sistema operativo per sapere quando attivarlo. Disattivatelo.

10) verifica le ‘power options’Andare in Pannello di Controllo->Power Options per configurare con cura le opzioni offerte. Queste opzioni sono sempre disponibili su PC portatili.

11) disabilita le funzionalita grafiche inutiliLe interfaccie belle, ma inutili come in Vista ‘Aero Glass’ costano ! Mettete le interfaccie grafiche a Classic o Base

12) Ibernare e non mettere in sleepQuando si mette in ’sospensione’ l’alimentazione alla memoria rimane attiva e la CPU viene messa al minimo di attività, mentre mettendo in Ibernazione lo stato viene salvato sui dischi ed il PC viene completamente spento.

13) Non attivare troppi programmi contemporaneamenteAttivare 2 o 3 programmi contemporaneamente (a maggior ragione se poi non utilizzati) consuma risorse. Non solo, i programmi che utilizzano intensivamente le risorse grafiche come i giochi consumano molto di più di un foglio elettronico.

14) Usate più RAMSe potete usate più RAM, questo evita il ricorso alla memoria virtuale che utilizza il disco per salvare i dati.

15) Tenere il computer pulitoFate attenzione che la ventola sia ben pulita, lasciate spazio sotto il portatile in modo che l’aria lo raffreddi adeguatamente. Il piano di lavoro deve essere pulito per la stessa ragione.

16) La temperatura uccideNon lasciate il PC al caldo o sotto il sole !

17) Attenzione all’effetto memoriaSe il vostro PC ha ancora le vecchi batterie Ni-MH fate attenzione all’effetto memoria che avviene quando le batterie son oricaricate senza essere state completamente scaricate. Le nuove batterie Li-Ion non hanno questo problema

18) Aggiorna i software ed i driverAlcuni software nuovi o driver più recenti ottimizzano anche il consumo di memoria e CPU

19) Usa l’alimentatore adeguato e correttoOgni batteria ha il suo alimentatore adatto, fate attenzione ad usare l’originale

20) Togli le batterie se pensi di non usarle per un pò di tempoIn questo caso caricale almeno fino al 40% e mettile in un luogo fresco

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