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1. La preistoria 7 1. La preistoria 1) Le origini della Terra Secondo la teoria detta del Big Bang, l’Universo avrebbe avuto origine circa 12 miliardi di anni fa da uno scontro di particelle av- venuto a temperature molto elevate, che ha generato tutta la materia che conosciamo oggi. Il nostro Sistema Solare è nato pressappoco 4 miliardi e mezzo di anni fa da una vasta nube di gas e polveri in rotazione su se stessa: la nebulosa primordiale. A causa di una perturbazione, forse l’esplosione di una super- nova vicina, questa nube è collassata sotto il proprio peso, la sua rotazione ha subito quindi un’accelerazione e la nube si è appiattita sotto l’azione della forza centrifuga; grani di polveri e gas hanno così formato un disco spesso, nel cuore del quale la pressione e la temperatura sono giunte a livelli tali da favorire l’accensione della nostra stella: il Sole. Tutt’intorno, poi, si organizzava la materia: sotto l’effetto della gravità, le polveri si agglomeravano formando dei piccoli pianeti di alcune centinaia di metri; a loro volta questi si aggregavano tra loro e nel giro di un centinaio di milioni di anni si formarono i pianeti come li conosciamo oggi, tra i quali la nostra Terra, che inizialmente era un globo di materiali incandescenti e allo stato liquido. Dopo un miliardo e mezzo circa di anni quest’ammasso si solidifica e si raffredda, mentre giganteschi fenomeni di evaporazione e di con- densazione danno origine agli oceani. Circa 3 miliardi di anni fa, in seguito a una serie di processi chimici, sulla Terra appaiono i batteri, la prima manifestazione di vita; quindi compaiono i primi organismi atti a compiere la fotosintesi clorofilliana e a produrre ossigeno, le alghe cianoficee. La storia della Terra viene suddivisa in cinque ere geologiche: Archeozoica, Paleozoica, Mesozoica, Cenozoica, Neozoica. Ogni era si articola in periodi e questi, a loro volta, in epoche. La storia geolo-

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1. La preistoria

1) Le origini della Terra

Secondo la teoria detta del Big Bang, l’Universo avrebbe avuto origine circa 12 miliardi di anni fa da uno scontro di particelle av-venuto a temperature molto elevate, che ha generato tutta la materia che conosciamo oggi.

Il nostro Sistema Solare è nato pressappoco 4 miliardi e mezzo di anni fa da una vasta nube di gas e polveri in rotazione su se stessa: la nebulosa primordiale.

A causa di una perturbazione, forse l’esplosione di una super-nova vicina, questa nube è collassata sotto il proprio peso, la sua rotazione ha subito quindi un’accelerazione e la nube si è appiattita sotto l’azione della forza centrifuga; grani di polveri e gas hanno così formato un disco spesso, nel cuore del quale la pressione e la temperatura sono giunte a livelli tali da favorire l’accensione della nostra stella: il Sole.

Tutt’intorno, poi, si organizzava la materia: sotto l’effetto della gravità, le polveri si agglomeravano formando dei piccoli pianeti di alcune centinaia di metri; a loro volta questi si aggregavano tra loro e nel giro di un centinaio di milioni di anni si formarono i pianeti come li conosciamo oggi, tra i quali la nostra Terra, che inizialmente era un globo di materiali incandescenti e allo stato liquido.

Dopo un miliardo e mezzo circa di anni quest’ammasso si solidifica e si raffredda, mentre giganteschi fenomeni di evaporazione e di con-densazione danno origine agli oceani.

Circa 3 miliardi di anni fa, in seguito a una serie di processi chimici, sulla Terra appaiono i batteri, la prima manifestazione di vita; quindi compaiono i primi organismi atti a compiere la fotosintesi clorofilliana e a produrre ossigeno, le alghe cianoficee.

La storia della Terra viene suddivisa in cinque ere geologiche: Archeozoica, Paleozoica, Mesozoica, Cenozoica, Neozoica. Ogni era si articola in periodi e questi, a loro volta, in epoche. La storia geolo-

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gica della Terra viene analizzata attraverso lo studio di fonti materiali come manufatti e fossili.

2) Storia, storiografia e Preistoria

La Storia (dal greco historía = indagine, ricerca) è il complesso delle vicende umane nel loro svolgersi secondo una successione cronologica e una concatenazione di cause e di effetti.

La Storiografia è l’insieme delle opere letterarie che mirano a valutare criticamente i fatti storici scientifica-mente accertati.

La Preistoria, a differenza della Storia, non viene ricostruita sulla base di fonti scritte; non si serve di testimonianze intenzionali (i documenti con cui gli uomini intendono lasciare il ricordo di sé ai posteri); viene ricostruita soltanto attraverso l’esame scientifico dei reperti archeologici.

Lo studio della Preistoria, a sua volta, si avvale dell’apporto dei risultati raggiunti da alcune scienze speciali, quali:

Geologia Consente di conoscere le trasformazioni subite dalla crosta terrestre attraverso l’analisi dei diversi strati e di stabilire l’età dei corpi e degli oggetti ritrovati

Paleontologia Cerca di individuare la fauna e la flora di epoche remote, attraverso l’esame dei fossili, delle impronte e delle tracce lasciate dagli esseri viventi poi scomparsi

Antropologia Studia l’origine dell’uomo, le razze esistenti sulla Terra e quelle estinte

Paletnografia Analizza i reperti delle età più remote (armi, utensili ecc.)

Etnologia Studia le culture e le relazioni sociali di gruppi viventi o estinti

Linguistica Cerca di stabilire l’identità dei vari popoli in base alla conoscenza scientifica e storica della lingua

I fossili: organismi animali o vegetali conservati nella crosta terrestre grazie a lenti processi di mineralizzazio-ne (termine che indica la forma del fossile, garantita, dopo la distruzione dell’or-ganismo, dal riempimento di sostanze minerali, rendendolo chimicamente più stabile, ad esempio: i vuoti delle conchiglie dei molluschi); essi rappresentano l’anello di congiunzione nella lunga ca-tena di evoluzione dei diversi gruppi di organismi.

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3) Dalla scimmia all’uomo

La necessità di adattarsi all’ambiente determina una differenziazione tra i mammiferi: si distinguono molti ordini, cioè gruppi di animali con caratteristiche comuni. Tra questi rivestono particolare importanza nello studio sull’origine della specie umana i primati (le cosiddette protoscimmie), considerati gli antenati dell’uomo.

Il progenitore più antico della specie umana è il Ramapithecus, una scimmia con caratteri umani vissuta tra i 14 e i 12 milioni di anni fa. Di esso sono stati trovati resti fossili in Asia e Africa. Il suo diretto discendente è l’Australopithecus africanus, i cui resti, trovati in Sudafrica e in Africa orientale, risalgono a un periodo compreso tra i 5 e i 2 milioni di anni fa. Si tratta di un bipede che si nutre di caccia e di raccolta e si serve degli strumenti che la natura gli offre: pietre scheggiate, ossa, corna e denti di animali. Vive in comunità formate da 20-30 individui e probabilmente si esprime attraverso emissioni di suoni che preludono al linguaggio.

Dall’Australopithecus discende l’homo habilis che risale a circa 2 milioni di anni fa, come dimostrano i resti fossili rinvenuti in Tanzania. L’homo habilis sa ricavare dalle schegge dei ciottoli rudimentali stru-menti che gli archeologi hanno chiamato choppers (asce).

Circa 1,5 milioni anni fa compaiono strumenti più evoluti, detti amigdale per la caratteristica forma a mandorla, opera dell’homo erectus.

A un’età che oscilla tra i 300.000 e i 100.000 anni fa risale l’homo sapiens. A questa fase dell’evoluzione umana appartiene l’uomo di Neanderthal, i cui resti sono stati trovati in una località presso Düsseldorf verso la metà del XIX secolo. Si suppone che le genti di Neanderthal siano vissute in Europa per circa 70mila anni fino all’av-vento dei climi più temperati e si sarebbero estinte perché incapaci di sopportare le temperature più calde.

Tra i 50.000 e i 20.000 anni fa compare l’homo sapiens sapiens, il diretto progenitore dell’uomo moderno. La sua presenza è testimo-niata dal ritrovamento di utensili sempre più funzionali, che rivelano l’evoluzione delle capacità tecniche e dell’inventiva della specie umana.

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4) Dall’età della pietra all’età dei metalli

La Preistoria è stata suddivisa dagli studiosi in tre età principali: età della pietra, età del bronzo, età del ferro.

L’età della pietra. Durante la prima fase della Preistoria l’uomo è soprattutto raccoglitore e cacciatore e si sposta da una regione all’altra in cerca di cibo (nomadismo). Costruisce utensili rudimentali ricavandoli dalla selce e dalle ossa di animali.

L’età della pietra si articola a sua volta in tre periodi: Paleolitico (della pietra antica), Mesolitico (della pietra di mezzo), Neolitico (della pietra nuova).

Risalgono al Paleolitico la scoperta del fuoco e le prime mani-festazioni dell’arte rupestre. Le glaciazioni dell’età paleolitica creano dei veri e propri «ponti continentali» sugli oceani, collegando tra loro, temporaneamente, i continenti. Durante l’ultima glaciazione, gruppi di asiatici, spinti dalla necessità di sopravvivere al clima glaciale, si spo-stano dalla Siberia in Alaska attraverso lo stretto di Bering e rimangono isolati nel nuovo continente quando i ghiacci si ritirano. Questi gruppi sono probabilmente gli antenati delle popolazioni «indiane» incontrate in America da Colombo e dagli altri esploratori.

Il Mesolitico, al termine dell’ultima glaciazione, è un periodo breve di transizione, dai limiti cronologici piuttosto sfumati. In seguito allo scioglimento dei ghiacciai la Terra si ricopre di acque e, poiché scompare la grossa selvaggina che si ritira nelle zone meno accessibili, l’uomo inizia a praticare le prime forme di allevamento. La normalizza-zione del clima consente la «rivoluzione agricola» alla base della civiltà.

Il Neolitico è il periodo della Preistoria più ricco di trasformazioni, caratterizzato dall’uso della pietra non più scheggiata, ma levigata. L’innovazione fondamentale è la nascita dell’agricoltura, che segna il passaggio da un’economia di raccolta a una produttiva. Sorgono i primi villaggi, le prime forme di vita sociale e una serie di attività con-nesse all’agricoltura, tra cui la produzione della ceramica e quindi di vasi necessari alla cottura e alla conservazione dei prodotti della terra, la filatura e la tessitura. Viene praticato il baratto. La trasformazione della vita umana da un sistema nomade a uno sedentario è più fre-

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quente dove le condizioni climatiche sono più favorevoli: nel bacino del Mediterraneo e nelle fertili regioni della Mesopotamia. I villaggi più antichi sorgono in Medio Oriente e in Anatolia.

L’età del bronzo. È definita età calcolitica (età del rame e della pie-tra) ed è difficilmente separabile, dal punto di vista cronologico, dal contesto neolitico. La caratteristica di questo periodo è la lavorazione del rame, che viene utilizzato come si trova in natura, battendolo con strumenti di pietra. Soltanto più tardi viene ricavato dai minerali che lo contengono e fuso per imprimergli le forme desiderate. In seguito l’uomo scopre che, aggiungendo al rame una certa quantità di stagno, ottiene un materiale molto più resistente, il bronzo, che permette di realizzare strumenti nuovi: martelli, seghe, scalpelli, trapani ecc.

In questa età viene introdotto il sistema di rotazione delle colture per impedire l’impoverimento del terreno e si inizia a far uso del ca-vallo e dell’asino.

Sorgono, inoltre, le prime grandi civiltà potamiche: in prossimità del Nilo, in Egitto; del Tigri e dell’Eufrate, in Mesopotamia; dell’Indo, nell’odierno Pakistan; dell’Huang-ho, nella Cina settentrionale.

L’età del ferro. La scoperta del ferro rivoluziona il mondo preistorico, determinando radicali trasformazioni in tutti gli aspetti della vita sociale.

Il suo utilizzo è introdotto in Europa dall’Oriente, probabilmente in occasione di guerre. Sono gli Ittiti, infatti, i primi a conoscerne le tecniche di lavorazione e a trasmetterle agli altri popoli.

La scoperta di questo metallo consente la costruzione di armi più perfezionate e di attrezzi più resistenti e funzionali, che danno un nuovo impulso alla produzione agricola.

Il periodo è caratterizzato da altre significative invenzioni: la lavora-zione del vetro; il diffondersi della ruota da vasaio, che rende più rapida la produzione del vasellame creando la prima industria «meccanizzata» dell’umanità; la bardatura per i cavalli; la vela.

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Tavola cronologIca

Paleolitico o età della pietra antica:

• inferiore (ca. 650.000-170.000 a.C.);• medio (ca. 170.000-35.000 a.C.);• superiore (ca. 35.000-10.000 a.C.): si divide in Perigordiano, Aurignaziano, Solutreano e Mag-

daleniano; si sviluppano le società nomadi di cacciatori. Prime manifestazioni dell’arte rupestre; sculture in osso, avorio o pietra.

Mesolitico (ca. 10.000-6.000 a.C.).

neolitico o età della pietra levigata (ca. 6.000-4.000 a.C. e oltre). Accanto alle società di cacciatori, si sviluppano culture agricole; appare la ceramica.

Eneolitico (ca. 5.000-4.000 a.C.). Inizia la lavorazione del rame.

Età del bronzo (ca. 4.000-1.000 a.C.). Si sviluppa la lavorazione dei metalli; sorgono le grandi civiltà dell’Egitto, della Mesopotamia e dell’Egeo, mentre in Europa si sviluppa la civiltà megalitica.

Età del ferro. Con la lavorazione del ferro (ca. 1200 a.C.), si passa dall’ambito della Preistoria a quello storico.

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2. L’egitto e le civiltà mesopotamiche

1) La civiltà egizia

Nel 3000 a.C., nella valle del Nilo, nacque e si sviluppò la prima grande civiltà del Mediterraneo: quella egiziana, che incrementò la coltivazione dell’orzo, del grano, in virtù della fertilità del suolo, lavo-rando, inoltre, i metalli e diversificando i mestieri. Gli egiziani, per evitare lo straripamento del Nilo, impararono a costruire dighe, canali e bacini artificiali, per garantire la distribuzione dell’acqua, che conte-neva il limo, sostanza fertilizzante, che si diffondeva su tutto il territo-rio a vantaggio dell’agricoltura. La popolazione si distribuì nel Basso

Egitto e l’Alto Egitto, dando vita a una civil-tà salda, rigogliosa e di lunga durata rispet-to ad altre civiltà, la cui conoscenza fu do-vuta ad una scoperta fortuita: durante la campagna bellica di Napoleone Bonaparte nel 1799 nei pressi di Rosetta fu rinvenuto un blocco di basalto nero inciso da una lunga iscrizione, analizzato successivamen-te dallo studioso francese Jean-Louis Cham-pollion, che riuscì a rintracciare su tale stele una dedica al faraone Tolomeo V, che esprimeva gratitudine per alcuni benefici ricevuti. Tale documento sacerdotale, stu-

diato e decifrato, ha consentito la conoscenza di tutti i segreti lingui-stici e storici dell’antica popolazione.

Nella seconda metà del IV millennio il Paese è diviso in due Stati monarchici: l’Alto Egitto a sud e il Basso Egitto a nord, fino al delta del Nilo. L’unificazione dei due regni viene attuata intorno al 3000 a.C. dal faraone Narmer (o Menes in greco).

Dall’Antico al Nuovo Regno. Viene chiamato Antico Regno il periodo compreso tra il 2689 a.C. al 2181 a.C. È ricordato anche come l’«età

La Stele di rosetta è un testo trilingue, espresso at-traverso tre tipi di scrittura, che esprimono concetti con disegni: scrittura geroglifica, che rappresenta esseri e/o oggetti con più disegni (da sinistra verso destra); scrittu-ra ieratica (da destra verso sinistra) è molto semplificata come caratteri ed è usata dai sacerdoti; scrittura demotica (da destra verso sinistra) è del tutto semplificata ed è usata soprattutto dal popolo.

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delle piramidi», perché le più imponenti piramidi egiziane vengono erette dai faraoni della IV dinastia, Cheope, Chefren e Micerino.

Alla fine dell’Antico Regno, l’Egitto attraversa un periodo di decli-no. Il largo impiego nelle opere pubbliche di manodopera sottratta all’agricoltura contribuisce ad aggravare una crisi economica dovuta alle insufficienti inondazioni del Nilo, mentre nelle province lo strapotere di alcuni governatori determina una situazione di anarchia feudale. Alla situazione di disordine mettono fine i principi di Tebe, che ri-stabiliscono gradualmente un’unica sovranità su tutto il Regno: ha così inizio il Medio Regno, collocabile tra il 1991 a.C. al 1786 a.C. circa, che segna una fase di ripresa economica e politica. Si importano dai Paesi del Vicino Oriente generi di lusso, come il legname di cedro dal Libano o l’oro dalla Nubia. Il faraone Sesostris I promuove anche una riforma amministrativa che risana il bilancio statale.

Nell’ultima fase del Medio Regno si assiste alla decadenza del potere centrale e alla costituzione di vari regni indipendenti. La crisi contribu-isce a favorire l’invasione delle potenti tribù asiatiche degli Hyksos.

Sono ancora una volta i principi di Tebe i fautori della ripresa egi-ziana: avviano un periodo di espansione (Nuovo Regno: 1567 al 1186 a.C.) con l’assoggettamento della Fenicia, della Palestina e della Siria ad opera del faraone Tutmosi III. Vengono erette in questo periodo le monumentali costruzioni funerarie della Valle dei re.

La struttura sociale. In Egitto il potere assoluto è nelle mani del faraone, che lo esercita nelle province, attraverso i governatori, con un’organizzazione fortemente accentrata.

Non esiste la proprietà privata ed è lo Stato a incamerare e ridi-stribuire i prodotti del suolo e a reperire la manodopera per le grandi costruzioni pubbliche. Contadini, operai, soldati e schiavi non perce-piscono salario: lo Stato provvede direttamente al loro sostentamento attraverso i funzionari distribuiti nelle varie province. Gli agricoltori non possono disporre del raccolto, poiché le terre che lavorano sono di proprietà del faraone o della casta sacerdotale.

La società egiziana, di tipo piramidale, è rigidamente suddivisa in caste chiuse, tra le quali gode di grande prestigio quella dei sacer-doti, che provengono dalle famiglie più nobili. La classe militare ha,

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invece, minor rilevanza, a differenza di quanto avviene presso altri popoli antichi. L’Egitto, protetto dai suoi confini naturali (il mare e il deserto), raramente è costretto a guerre di difesa. I soldati sono per lo più mercenari stranieri, mentre gli ufficiali sono egiziani e vengono scelti tra i governatori delle province. Grande importanza nel sistema sociale rivestono gli scribi.

La religione. La religione degli Egizi ha carattere teriomorfico (dal greco terion, bestia), cioè conserva, accanto agli dèi che hanno sembianze umane, divinità animali (il bue Api e la vacca Athor). La divinizzazione dei fenomeni naturali viene personificata nella figura di Osiri che simboleggia la fertilità della Terra. Il faraone è considerato appunto il figlio di Osiri e della sua sorella-sposa, Isi. Egli si identifica però anche con Ra, la divinità che rappresenta il Sole. Nel faraone si riconosce l’intera comunità: il suo Ka (fluido vitale) diventa il Ka dell’Egitto.

A partire dalla XII dinastia viene introdotto il culto di Ammon che rappresenta la fase più evoluta della religiosità neolitica, in quan-to si tratta di una specie di semimonoteismo. Pur conservando i culti teriomorfici e naturalistici, gli Egizi pongono Ammon al punto più alto della gerarchia religiosa ufficiale.

L’arte. Gli Egizi primeggiano soprattutto nelle opere architettoniche con la costruzione delle piramidi. Molte delle imponenti costruzioni tombali dei faraoni si possono ancora ammirare nella valle del Nilo. Le più antiche hanno una struttura a gradoni che ricorda le Ziqqurat mesopotamiche. Nella fase considerata «classica» della civiltà egiziana, tra la IV e la V dinastia, vengono erette le piramidi più grandiose: quella di Cheope, a Gaza, la più alta, raggiunge i 146 metri. La forma di questi edifici funebri, tendente verso l’alto, e la loro ubicazione, orientata secondo i quattro punti cardinali, rispecchiano il carattere divino attribuito al faraone e la tendenza a contrapporre la regalità della tomba del sovrano alla semplicità dei sudditi.

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2) La Mesopotamia

Nella Mesopotamia (che significa «terra tra i fiumi»), corrisponden-te più o meno all’odierno Iraq, nascono alcune tra le più significative civiltà del Mediterraneo. Fin dai tempi più antichi si alternano nella regione popoli diversi, provenienti soprattutto dalle zone desertiche dell’Arabia e dell’Altopiano iranico. Le cause di questo continuo stan-ziamento di popoli vanno ricercate principalmente nella fertilità del suolo, dovuta alle periodiche piene del Tigri e dell’Eufrate.

Anticamente, il territorio compreso tra l’odierna capitale dell’Iraq, Baghdad, e il Golfo Persico comprendeva la Terra di Sumer e la Terra di Accad. Più tardi la Bassa Mesopotamia viene indicata con il nome di Caldea o Babilonia.

Nella valle del Tigri, invece, gli Assiri fondano la loro capitale, Assur.Alle vicende storiche della Mesopotamia contribuisce l’immigrazio-

ne di altre tribù dai deserti occidentali, come gli Aborriti, i Gutei e gli Elamiti. Questi popoli semiti, che hanno in comune l’etnia, la lingua e la religione, fondano le loro civiltà adottando le forme organizzative dei Sumeri, i primi abitatori della regione mesopotamica che abbiano dato origine a una civiltà urbana.

3) Sumeri, Accadi e Babilonesi

La cultura dei Sumeri. I Sumeri sviluppano, nel terzo millennio a.C., una civiltà caratterizzata da un sistema di idee religiose molto rigide. Essi ritengono che le arti e i mestieri siano doni degli dèi e pertanto li considerano immutabili. Ogni cosa, per avere esistenza, deve avere un nome: conoscerlo significa acquistare potere su di essa. Antichi documenti sumeri sono costituiti da elenchi di pietre, di animali, di piante, classificati in base alle proprie qualità esterne.

Dalle necessità della vita economica e associata nasce l’aritmetica, fondata sulle unità decimali e su quelle sessagesimali (sessanta elemen-ti), che poi saranno usate in astronomia. Verso il primo millennio a.C. i Sumeri formulano il concetto di una numerazione fondata sul valore della posizione della cifra, che è alla base del nostro sistema decimale.

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La geometria viene inventata per il bisogno di misurare i campi e gli edifici. L’anno solare è diviso in dodici mesi lunari (28 giorni), con un mese supplementare inserito ogni tre anni circa. Per costruire edifici, templi e case vengono usati mattoni di fango e di cotto, dando origine a un’architettura massiccia.

La religione sumera. La civiltà sumera è fortemente improntata al pensiero religioso, cui tutto è subordinato.

An (cielo) è la divinità principale; Enlil è la forza attiva della natura che presiede ai temporali; Niu-Khursag, la dea della terra, ed Enki, dio delle acque, della fertilità e delle attività intellettuali, completano il quadrilatero dei creatori. Ad essi si aggiunge un pantheon di cinquanta dèi e numerosi demoni.

Gli Accadi. L’unificazione del Paese, che le città-Stato dei Sumeri tentano più volte senza mai realizzarla, viene realizzata nel corso del terzo millennio a.C. da Sargon, re degli Accadi. Le sue imprese saranno rese famose dall’epopea mesopotamica, quando il dominio di questo sovrano si estenderà dall’Assiria alla costa mediterranea della Siria. Sargon è il coppiere del re sumero di Kish. Verso il 2350, appoggiato da una comunità accadica che vive a Sumer, depone il re, rovescia la dinastia regnante, inizia una serie di fortunate imprese militari e fonda una nuova capitale: Accad.

La dinastia sargonide dura quattro generazioni e costituisce il primo esempio di uno Stato organizzato su una burocrazia centralizzata e su quello che verrà poi definito «dispotismo orientale». Tuttavia, si sviluppa nell’Asia occidentale un movimento di popoli che provoca la pressione delle tribù confinanti con l’impero. Nel territorio dello Stato fondato da Sargon entrano Morrei, Churiti, Elamiti, Gutei, provocando una serie di disordini di cui si avvantaggiano i re sumeri di Lagash e di Ur.

La rinascenza sumera ha però breve durata. Verso il 2000 a.C. Ur viene distrutta dagli Elamiti, mentre i Morrei hanno il sopravvento sugli altri popoli e stabiliscono a Babil (Babilonia) la loro capitale.

L’impero di Hammurabi. Intorno al 1700 a.C., il re di Babilonia Ham-murabi mira a ricostruire un impero in Mesopotamia, favorendo una

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coalizione tra le città situate lungo il Tigri e l’Eufrate, per fronteggiare gli attacchi dei popoli nomadi. Sovrano illuminato, egli riesce in questo tentativo e unifica sotto il proprio dominio le regioni già appartenute all’impero di Sargon; non si limita però a un’azione di conquista, in quanto realizza l’unificazione dell’impero anche sotto il profilo giuridico e amministrativo. Porta infatti il suo nome il più antico corpo di leggi della storia (Codice di Hammurabi), che comprende norme di diritto penale, civile, commerciale e può essere considerato una sintesi tra la più evoluta legislazione sumera e le consuetudini tribali dei Semiti.

4) Gli Assiri

Mentre nella Mesopotamia meridionale si alternano le civiltà dei Sumeri, degli Accadi e poi dei Babilonesi, nell’alta valle del Tigri ha inizio l’ascesa economica degli Assiri. In origine essi sono mercanti che scambiano il rame e lo stagno dell’Anatolia con i prodotti della Mesopotamia. In seguito fondano la capitale Assur. Dopo il 2000 a.C. intraprendono una politica espansionistica e verso il 1800 il re di Assur controlla già l’alta Mesopotamia.

La società assira ha un carattere militare. La classe dei contadini è dominata da una casta formata da dignitari dell’esercito e da sacerdoti, al vertice dei quali sta un re, considerato l’ «agente» del dio Assur sulla Terra.

Per far fronte alle necessità del loro Stato gli Assiri impongono tributi a tutti i popoli conquistati. Poiché le guerre di conquista sot-traggono manodopera al Paese, i sovrani assiri risolvono il problema deportando i popoli vinti.

L’espansione assira è opera di quattro re, Scialmanassar III, Tigla-tpileser III, Assarhaddon e Assurbanipal, e inizia con il controllo delle vie commerciali tra la Mesopotamia e il Mediterraneo per poi estendersi alle città fenicie e all’Egitto. Intorno al 700 a.C. viene fondata Ninive, la nuova capitale e la più grande città del tempo.

La spietata energia, che è uno dei fattori peculiari dell’impero assi-ro, ne costituisce anche il principale limite, perché provoca continue ribellioni nelle popolazioni sottomesse. L’impero si avvia verso una rapida decadenza alla fine del VII secolo a.C.: nel 612 i Caldei, insieme

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con i Medi, una popolazione delle steppe dell’Asia centrale che si è stanziata sull’Altipiano iranico, distruggono Ninive.

5) Il secondo impero babilonese

Sulle rovine dell’impero assiro si sviluppa nuovamente la potenza di Babilonia, che giunge all’apice della sua grandezza durante il regno di Nabucodonosor (604-562 a.C.). Questo sovrano riesce per un breve periodo a riunificare la Mesopotamia, assoggettare la Siria e distruggere Gerusalemme, deportandone gli abitanti a Babilonia: è questa la nota «cattività babilonese» degli Ebrei.

Nabucodonosor realizza imponenti opere pubbliche, fra le quali sono celebri i giardini pensili e il palazzo reale di Babilonia; ripristina, inoltre, gli antichi culti, come quello del dio Marduk, dopo il periodo che aveva visto diffondersi il culto di Assur, introdotto dagli Assiri.

La casta sacerdotale del dio Marduk diviene molto potente e tende a ottenere la supremazia sul re: ciò contribuisce a indebolire lo Stato, che soccombe definitivamente nel 538 a.C. alla potenza persiana, quan-do il re Ciro riduce la Mesopotamia a una provincia del suo impero.

6) La civiltà di Ebla

Tra il 1964 e il 1976 una missione archeologica italiana impegnata in Siria settentrionale scopre una città le cui rovine testimoniano una civiltà luminosa. È la città di Ebla, situata a una cinquantina di chilo-metri a sud di Aleppo. Nel punto in cui sorgeva il palazzo reale sono state riportate alla luce tavolette contenenti documenti che costituivano l’archivio dello Stato. La scrittura è quella cuneiforme, usata dai popoli mesopotamici, ma la lingua risulta simile al fenicio e all’ebraico.

Ebla era il centro di un regno molto esteso già nel 2400 a.C., cinquant’anni prima, cioè, che Sargon fondasse l’impero accadico in Mesopotamia. Probabilmente fu proprio Sargon a sottomettere lo Stato eblaita, mentre uno dei suoi successori distrusse più tardi la città.

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La civiltà di Ebla presenta aspetti culturali e sociali che non si ri-trovano presso altri popoli dell’antichità. Il suo rapido sviluppo deriva dall’eccellente posizione geografica (all’incrocio delle più importanti vie che uniscono la Mesopotamia al litorale della Terra di Canaan), dalla florida agricoltura e dall’artigianato sviluppato soprattutto nel settore tessile. Le stoffe prodotte a Ebla raggiungono i mercati della Mesopotamia, della Siria e dell’Egitto. Il prestigio economico si riflette anche nell’organizzazione sociale: la donna gode di una considera-zione insolita nelle società di questo periodo e la regina affianca il re nell’amministrazione dello Stato.

Spazio di approfondimento

Dalla scrittura pittografica ai caratteri cuneiformi

La scrittura nasce con la città. La società urbana, che basa la sua esistenza sugli scambi rende necessaria una forma di comunicazione più duratura del linguaggio verbale e in grado di essere trasmissibile in luoghi che non sono raggiungibili con la voce.Tra le prime forme di scrittura vi sono quelle pittografiche, delle quali si trovano tracce in Mesopotamia. I sacerdoti sumeri registrano su tavolette di argilla le merci consegnate al tempio, tracciando con una canna appuntita dei segni analogici. Una testa di animale, seguita da uno o più cerchietti, indica il numero dei capi di bestiame; una spiga indica il grano ecc. Questo sistema di registrazione richiede però l’introduzione di numerosi segni e presenta, inoltre, l’inconveniente di non poter rappresentare i concetti astratti. L’evoluzione delle forme politiche e sociali, gli aspetti magico-religiosi del culto, le prime scoperte scientifiche rendono necessaria, invece, la codificazione scritta di concetti astratti.Dalla scrittura pittografica si passa così alla scrittura logografica, formata cioè da simboli che esprimono parole e non più cose. In questo modo si riduce il numero di simboli da utilizzare perché basta variare la combinazione degli elementi per ottenere significati diversi. Dalla scrittura di parole si arriva, verso il 2500 a.C., alla scrittura sillabica, la quale riduce ulteriormente il numero dei simboli che lo scriba deve conoscere, imparare a memoria e saper tracciare. Si semplifica anche la grafia: ogni sillaba viene indicata con un piccolo segno a forma di cuneo, che si può ripetere e disporre in modi

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diversi per rappresentare una grande varietà di concetti. Nasce quindi la scrittura cuneiforme, anello di congiunzione tra gli antichi pittogrammi e l’alfabeto introdotto più tardi dai Fenici.

Tavola cronologIca

3500 a.c. Prime notizie storiche sui Sumeri.ca. 3200 a.c. Formazione dei due regni dell’Alto e Basso Egitto.ca. 3000 a.c. Unificazione dell’Alto e Basso Egitto.ca. 3000 - 2200 a.c. Regno Antico in Egitto.2500 a.c. Primo impero sumerico.2400 - 2150 a.c. Impero accadico.2400 a.c. Apogeo di Ebla.2250 a.c. Distruzione di Ebla.ca. 2050 - 1750 a.c. Regno Medio in Egitto.1950 - 1850 a.c. Secondo impero sumerico.1700 a.c. Primo impero babilonese.ca. 1570 - 1085 a.c. Regno Nuovo in Egitto.1500 a.c. Fine del primo impero babilonese.1100 a.c. Gli Assiri invadono la Mesopotamia.