1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

55
1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012

Transcript of 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Page 1: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

1

Introduzione alla statistica per la ricerca

Lezione III

Dr. Stefano Guidi

Siena, 18 Ottobre 2012

Page 2: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Esempi di affermazioni statistiche

• Gli studenti di Science della Comunicazione hanno un QI più alto della media

• La memoria a breve termine (linguistica) ha una maggiore capacità per le parole concrete che per quelle astratte

• Guardare film violenti aumenta l’aggressività nei bambini

• L’efficacia di un farmaco sulla concentrazione dipende dal dosaggio

• Le persone tendono ad essere più persuasive quando guardano gli altri negli occhi e parlano al alta voce e velocemente

2

Page 3: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

3

Dalla statistica descrittiva alla statistica inferenziale…

• Descrittiva Descrivere, riassumere (indicatori) e

visualizzare (grafici) insiemi di dati

• Statistica matematica Probabilità, distribuzioni, ecc…

• Inferenziale Fare inferenze su una popolazione in base ad

un campione estratto dalla popolazione

Page 4: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

4

Statistica Inferenziale

Trarre inferenze su una popolazione a partire da un campione

Inferenze probabilistiche:

•Conclusioni basate sulla probabilità di osservare i dati per caso•In pratica si basano su misure di variabilità•Possono sempre essere errate, ma decido il rischio di errore (livello di significatività)

Page 5: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

5

Distribuzioni e probabilità

Conoscere una distribuzione vuol dire poter calcolare la probabilità

• Area sotto la curva è 1• Probabilità di ogni singolo

valore di x è 0• L’area sottesa dalla curva

tra 2 punti sull’asse x è la probabilità che un numero scelto a caso cada tra i due punti

P(a<t<b)

a b t (ms)0

P(t>b)

Page 6: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

6

Distribuzioni e probabilità

μ (media) (punteggio QI di 100)

σ (dev. standard) (15 punti QI)

Area della parte colorata è la

probabilità di osservare per caso un valore di QI compreso tra 85 e 115 (68.27%

di probabilità).

Page 7: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

7

Statistica Inferenziale

• Verifica di Ipotesi Decidere se i dati a mia disposizione forniscono

evidenza per rigettare una data ipotesi Ex: capacità MBT parole concrete ≠ parole

astratte?

• Stima Stimare un intervallo dei valori più probabili

per un parametro di una popolazione a partire da un campione: Intervallo di confidenza

Ex: capacità MBT = 7 parole?

Page 8: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

8

Un Esperimento

• Studiare l’effetto della mancanza di sonno nell’effettuare un compito Assenza di sonno influenza l’attenzione?

• 20 Soggetti effettuano un compito in 2 condizioni controllate dallo sperimentatore 10 hanno dormito una notte (controllo) 10 non hanno dormito da 24h

• Misura della performance nel compito Numero di errori commessi nel compito

Page 9: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

9

Un Esperimento II

• Come verificare se la mancanza di sonno (variabile indipendente) influenza la performance (variabile dipendente)?

• I punteggi osservati saranno naturalmente diversi: Tra soggetto e soggetto E tra le medie di due gruppi

• Dobbiamo formulare due ipotesi alternative Ipotesi nulla (H0) Ipotesi alternativa (H1)

Page 10: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

10

Ipotesi Nulla (H0)

(H0): La privazione del sonno non influenza il compito

•È sempre un’ipotesi di uguaglianza. Io voglio dimostrare che è falsa. In realtà non posso dimostrare che è vera. (vedi dopo)

•Ma assumo inizialmente che lo sia. I gruppi appartengono alla stessa popolazioneLe differenze osservate tra le medie dei punteggi sono dovute solo:

al caso e/o ad altri fattori non controllati e ignoti

Page 11: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

11

Ipotesi Alternativa (H1)

H1: La privazione del sonno influenza il compito

•È quello che in realtà voglio dimostrare, in genere una differenza.•Ragionando in modo controfattuale, a ritroso•Dimostrando la differenza io dimostro che cosa la causa. Dimostro una relazione tra due fenomeni. I gruppi appartengono a popolazioni diverseLe differenze riscontrate tra le medie dei punteggio sono dovute:

al trattamento sperimentale, oltre che al caso e/o ad altri fattori non controllati e ignoti

Page 12: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

12

Verifica delle Ipotesi

• Non è possibile verificare direttamente l’ipotesi alternativa

• Io posso solo stimare la probabilità che le differenze osservate tra i due gruppi siano dovute solo al caso, e che quindi i due gruppi siano campioni estratti dalla stessa popolazione

Page 13: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

13

Verifica delle Ipotesi

Processo di verifica di ipotesi:

Assumo che l’ipotesi nulla sia vera Stimo la probabilità di ottenere i risultati

osservati a partire da campioni estratti dalla stessa popolazione (p value)

Se la probabilità stimata è bassa, inferiore a una data soglia (p<5%), decido di rigettare l’ipotesi nulla e assumere l’ipotesi alternativa

Page 14: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

14

Verifica delle Ipotesi

• I test statistici di verifica di ipotesi calcolano questa probabilità basandosi sulle proprietà della distribuzione, o più precisamente in base alla distribuzione campionaria di una statistica.

• Si calcola sempre una statistica che mi quantifica questa probabilità . Una statistica di cui conosco la distribuzione (t, F, ecc…).

• In genere tanto più grande è il valore, tanto minori saranno le probabilità di osservarlo per caso.

Page 15: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

15

Alcune considerazioni

• Le statistiche che calcolo sui campioni, rapportano la differenza che osservo tra le medie dei campioni (o cmq tra una data caratteristica dei campioni) alla variabilità intrinseca all’interno dei campioni.

• Esistono diversi test statistici per la verifica di ipotesi: T-test (statistica t di student) Analisi della varianza (statistica F di Fisher) …

• I test differiscono nel tipo di ipotesi

Page 16: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

16

Alcune considerazioni

• I test forniscono evidenza Un risultato improbabile non è impossibile Non potrò mai essere sicuro al 100% delle mie

conclusioni La decisione spetta a noi

• Statistica necessaria ma non sufficiente Design sperimentale

Evitare che altre cause nascoste influiscano sul risultato (controllo)

Assegnamento casuale alla condizioni Raccogliere un numero sufficiente di dati

Page 17: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Film violenti ed aggressività

• Guardare film violenti spinge i bambini a mettere in atto comportamenti violenti?

• 2 gruppi: 10 bambini guardano un film in cui adulti maltrattano un

pupazzo (Bobo) 10 non guardano film

• Tutti i bambini sono lasciati in una stanza a giocare con Bobo, e si conta il numero di comportamenti sul pupazzo per ogni bambino

• Faccio un test di significatività per verificare se i comportamenti violenti nei due gruppi sono diversi

17

Page 18: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Test di significatività

Ipotesi:

•H1: quello che voglio provare Chi ha guardato il film è più violento

•H0: Ipotesi nulla (che voglio rigettare) Non ci sono differenze tra chi ha guardato il film e

chi non l’ha fatto

Se H0 fosse vera,

allora quello che osservo sarebbe molto improbabileQuindi H1 è (probabilmente) vera!

18

Page 19: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

5% di significatività?

Dice che:se H0 è vera

allora la probabilità che l’effettoosservato sia dovuto alcaso è minore di 1 su 20

(5%)pertanto H0 è improbabile che sia vera

e H1 è probabile che lo sia

19

Page 20: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

5% di significatività

NON vuole dire che:

•La probabilità di H0 è < 1 su 20 (5%)

•La probabilità di H1 è >0,95

•L’effetto osservato è importante i.e. significativo nel senso comune del

termine

20

Page 21: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

5% di significatività

TUTTO quello che posso dire:

Se H0 fosse vera …

… l’effetto sarebbe improbabile

(prob. < 1 su 20)

21

Page 22: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Vero o falso?

1. Test significativo al 5% H0 è falsa e H1 vera

(i gruppi sono diversi)2. Test non significativo

H0 è vera e H1 è falsa(i gruppi sono uguali)

22

Page 23: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Nessuna delle 2!

1. Test significativo al 5% i gruppi sono diversi

quasi vero2. Test non significativo

I gruppi sono ugualiNO!!!

23

Page 24: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

1) Significativo (5%)

Ragionamento:risultato significativo H0 falsa

I gruppi sono diversi•1 volta su 20 sarò in errore

ex: concludo che un farmaco migliora la salute (p<5%)

1 possibilità su 20 che sia mortale!

•1risultato significativo su 20 è falso24

Page 25: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Prove statistiche

TUTTO quello che si può fare:

•Dire che qualcosa è vero•Sapere quanto spesso sbaglieremo (in media)•Scegliere quanto spesso sbaglieremo!

(scelta del livello di significatività)

25

Page 26: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

2) Risultato non significativo

Non possiamo MAI ragionare così:

•Risultato non significativo H1 falsa

(non ci sono differenze)

Possiamo solo dire che:

•H1 non è statisticamente dimostrata

26

Page 27: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Provare l’uguaglianza

• Non significativo – non ci sono prove di una differenza

• Può sempre esserci una differenza reale, ma troppo piccola per poterla cogliere/dimostrare Non possiamo mai dimostrare

l’uguaglianza

• Possiamo stimare i limiti della differenza

27

Page 28: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Intervallo di confidenza (CI)

• È un limite al valore reale della mediala media dei dati è 0.695% CI è [-0.7, 1.3]

• Vuol dire che se concludo che:La media della popolazione è nell’intervallo [-0.7, 1.3]

• Il 95% dei casi avrò ragione28

Page 29: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Intervallo di confidenza

• 95% CI è [-0.7, 1.3]:• NON vuol dire che:

c’è il 95% di probabilità che la media reale sia in quell’intervallo

• La media o lo è o non lo è!• Tutto quello che significa:

95% di probabilità di avere ragione

29

Page 30: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Provare l’uguaglianza

H0: nessuna differenza (la media reale è 0)

risultato sperimentale: media è 0.6

test di significatività: n.s. al 5%95% CI: [-0.7, 1.3]

30

Page 31: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Quali test?

• T-test Confrontare le medie di due campioni, o

quella di un campione rispetto ad un valore di riferimento

• ANOVA Confrontare le medie di due o più

campioni. Verificare l’effetto di diverse variabili

indipendenti (fattori)31

Page 32: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Quali gruppi?

• I campioni si riferiscono a persone diverse: T-test a campioni indipendenti ANOVA between-subjects

• I campioni si riferiscono alle stesse persone T-test a campioni accoppiati (paired) ANOVA within-subject (misure ripetute)

32

Page 33: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Altri test

• X2 (Chi-square) Dati categoriali Confrontare le proporzioni Verificare associazioni

• E per le correlazioni? Testi di significatività del coefficiente di

correlazione (r): r ≠ 0 ?

33

Page 34: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

34

Distribuzioni Campionarie

• Immaginiamo avere una popolazione la cui distribuzione ha media e varianza note (μ e σ2), e di ripetere molte volte questo processo: Prendere un campione di n elementi Calcolare una statistica, come la media del campione

(m)

• I valori ottenuti costituiranno un insieme di cui potrò: Visualizzare la distribuzione di frequenza (Istogrammi) Calcolare indicatori (media, varianza)

• E’ ragionevole ipotizzare un legame tra le proprietà di questo insieme e quelli della popolazione di partenza

Page 35: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

35

Distribuzione Campionaria

• Una distribuzione campionaria o sampling distribution (di una statistica) è la distribuzione di probabilità dei valori di quella statistica calcolati su infiniti campioni di una data dimensione n, estratti da una popolazione con date media e varianza (μ e σ2)

• Distribuzione teorica• E’ possibile caratterizzarla esattamente in certe

condizioni, e• Usare la distribuzione campionaria per calcolare

la probabilità di estrarre un campione con date caratteristiche (media e varianza) a partire dalla popolazione di partenza!

Page 36: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

36

Distribuzione Campionaria della Media

• La distribuzione campionaria più importante è quella della media

• Se il campionamento è casuale, e la distribuzione di partenza è normale, si può dimostrare che la distribuzione campionaria della media ha queste proprietà: Media μM = μ

Varianza σM2= σ2/n

E’ normale

• La sua deviazione standard si indica come il termine standard error se = σM/√n

• E’ possibile quindi convertirla in forma normale, e calcolare la probabilità di estrarre un campione con una certa media dalla popolazione

Page 37: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

37

Test di una media di una campione

• Calcolo i parametri della distribuzione campionaria

• Converto in punteggi z

• Converto il punteggio zin una probabilità

La probabilità di ottenere un valore simile è 0.00003167!

Page 38: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

Introduzione al t-test

• Confronto la media di un campione con un valore di riferimento H0: μ=μ0

Ha:μ≠μ0

• Confronto le medie di due campioni: H0: μfilm=μnon film

Ha:μfilm ≠μnon film

• La statistica test si chiama t di Student38

Page 39: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

39

La Distribuzione t di Student

• William Gonnet (Student)• Famiglia di distribuzioni• Simmetriche• Indicizzate dai gradi di libertà (df)

df=n-1 numero di osservazioni indipendenti usate per una stima (della

varianza) Approssimativamente indicizzano il grado di accuratezza della

stima

• Tendono a diventare normali al crescere dei df• E’ possibile trasformare un t in una probabilità

Page 40: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

40

Distribuzioni di t per vari df

• Al variare di df cambia la proporzione dell’area compresa tra valori uguali di t

Page 41: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

41

T critici e significatività del test

• Il t ottenuto a partire da un campione è quello che mi serve per verificare una ipotesi su di una popolazione

• In quanto permette di misurare la probabilità p di aver ottenuto quella media per caso

• La sua grandezza indicizza, a parità di df, indica quanto è violata l’ipotesi nulla H0

• Se p è minore di una soglia convenzionale, detta livello di significatività (α) Rigetto H0 a favore di Ha (implausibile)

• Se p > α Ritengo H0 (come spiegazione possibile dei dati)

• Soglie sono convenzionali in genere 0.05 o 0.01

Page 42: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

42

Esempio di T test (un campione)

• La media del QI degli studenti universitari è 105

• Ipotizzo che quella degli studenti iscritti a Siena sia più alta

• Ho raccolto un campione di 40 studenti a cui ho somministrato un test per il QI

• Compio un t test per testare la mia ipotesi H0:μ=105 Ha:μ≠105

Page 43: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

43

Assunzioni del test

• I test si basano sulla conoscenza distribuzione campionaria di una statistica

• Questa conoscenza mi richiede di fare assunzioni, di specificare delle condizioni in cui la mia statistica test (t) è distribuita in un modo noto

• Assunzioni basate Sulle modalità di campionamento

Osservazioni hanno la stessa distribuzione Sono mutuamente indipendenti Sono rappresentative della popolazione

Sulla forma della distribuzione Normale

• Soddisfatte se: il campionamento è casuale Il numero degli elementi nel campione >20

Page 44: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

44

Direzionalità del t test I

• Se un t test è significativo H0: μ=μ0 falsa

• Ma Ha è generica Ha: μ≠μ0

• 2 possibilità: μ>μ0 oppure μ<μ0

• La regione di rigetto è equamente distribuita sotto le due code della distribuzione Qualunque sia il segno di t, quello

che conta è il suo valore assoluto

• Test omnidirezionale (a 2 code, two tailed)

Page 45: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

45

Direzionalità del t test II

• Se mi interessa una specifica Ha

Ha: μ>μ0 oppure μ<μ0

• Posso usare un t critico che metta α solo sotto una sola coda della distribuzione

• In questo modo anche t più piccoli potranno portare ad un risultato significativo Più probabilità di rigettare H0

(potenza), che esprimerò come H0: μ≤μ0 oppure μ≥μ0

• Test unidirezionale (ad 1 coda, one tailed)

Page 46: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

46

Tipi di Errori

• Rigettare o ritenere H0 è una decisione basata su un calcolo di probabilità

• Rischiosa• 2 possibili errori

Tipo I: Rigetto H0 quando è vera

Tipo II: Non rigetto H0 quando è falsa

• Io vorrei quantificare il rischio Calcolare il tasso di commettere i diversi tipi di

errore

Page 47: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

47

Tipi di Errori

H0 Falsa H0 Vera

Rigetto H0 Decisione Corretta (1- )

Errore Tipo I ()

Accetto H0 Errore Tipo II ()

Decisione Corretta (1-)

Page 48: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

48

Errori Tipo I

• Abbiamo detto che io rigetto H0 se La probabilità di ottenere quel valore per caso, se H0 è

vera, è minore del livello di significatività scelto α

• Questo avviene quando tobt > tcrit

• Ma il modo con cui scelgo tcrit è che: la probabilità di osservarlo per caso, se H0 è vera, è pari

ad α Poiché la proporzione dell’area sottesa dalla

distribuzione t, nell’intervallo che fa da t crit in poi è α

• Quindi se H0 è vera, ho α probabilità di rigettarla!• α = tasso di errore di Tipo I

Page 49: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

49

Errori Tipo II e Potenza di un Test

• Il tasso di errori di Tipo II (β) Probabilità che ho di NON rigettare (ritenere) H0 se falsa

• Potenza (power) di un test è Probabilità di rigettare H0 se falsa Power = 1 - β

• Io voglio una buona potenza!• Dipende da

Livello di α scelto Aumento power abbassando α Rischioso cambiarla

Dimensione del campione Dimensione dell’effetto

Page 50: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

50

1-

H0H1

1 coda aumenta la potenza

La dimensione dell’effetto aumenta la potenza

La diminuzione della dispersione aumenta la potenza

Page 51: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

51

Dimensione dell’effetto e Power

• Misura di quanto l’ipotesi nulla è violata Più sono diverse le caratteristiche della vera popolazione

da cui viene il campione, più è facile che io rigetti H0

• Posso stimare la potenza a posteriori basandomi su stime da precedenti studi per avere d

• Calcolare da tabelle o grafici (power charts) la dimensione del campione adatta per cogliere un effetto di dimensione d con la potenza che voglio

Page 52: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

52

Raccomandazioni

• Per ottenere una buona potenza è consigliabile Formulare l’ipotesi alternativa nel modo più

specifico possibile Raccogliere un adeguato numero di soggetti:

Per dimostrare un effetto piccolo servono molti soggetti!

Cercare di basarsi su una stima della dimensione dell’effetto (prevista o in letteratura)

Page 53: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

53

T test a 2 campioni (indipendenti)

• In genere io non testo la media di un campione contro un valore ipotizzato nella popolazione, ma confronto quelle di 2 campioni per vedere se H0:μ1=μ2

Ha:μ1≠μ2

• Ma questo è analogo a dire H0:μ1-μ2=0 (o in generale μ1-μ2=γ0) Ha:μ1-μ2≠0 (μ1-μ2≠γ0)

• Posso ricondurmi al t test classico, usando la distribuzione campionaria delle differenze tra le medie di 2 campioni

Page 54: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

54

Esempio 1

• Sono interessato al potenziale di un nuovo metodo per l’apprendimento della statistica

• 40 studenti 20 metodo classico 20 metodo innovativo

• Test di comprensione statistica Numero di risposte corrette

Page 55: 1 Introduzione alla statistica per la ricerca Lezione III Dr. Stefano Guidi Siena, 18 Ottobre 2012.

55

Risultati

• Le medie dei punteggi dei sue gruppi sono significativamente diverse

• Il gruppo sottoposto al metodo innovativo ha in media un punteggio più alto di 6.2

• t(38)=2.043; p<0.05

• È utile riportare anche altri indici (medie e deviazioni standard dei gruppi, intervalli di confidenza)