1 Il sistema delle relazioni sindacali nella contrattazione collettiva nazionale di lavoro per il...
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Il sistema delle relazioni sindacali nella contrattazione collettiva
nazionale di lavoro per il personale del SSN.
Marta BrancaDirigente Aran
Catanzaro, 27 Giugno 2007
2
L. 23.10.1992 n. 421Delega al Governo per la razionalizzazione e la revisione delle discipline in materia di sanità, di pubblico impiego, di previdenza e di finanza territoriale.
D.Lgs. 3.2.1993 n. 29Razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dell'articolo 2 della L. 23 ottobre 1992, n. 421.
D.Lgs. 18.11.1993 n. 470Disposizioni correttive del D.Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29, recante razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego
D.Lgs. 23.12.1993 n. 546Ulteriori modifiche al D.Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29, sul pubblico impiego
Prima privatizzazione del pubblico impiego
L. 15.3.1997 n. 59Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa.
* D.Lgs. 4.11.1997 n. 396Modificazioni al D.Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29, in materia di contrattazione collettiva e di rappresentatività sindacale nel settore del pubblico impiego, a norma dell'articolo 11, commi 4 e 6, della L. 15 marzo 1997, n. 59.
Seconda privatizzazione del pubblico impiego
*D.Lgs. 31.3.1998 n. 80Nuove disposizioni in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nelle amministrazioni pubbliche, di giurisdizione nelle controversie di lavoro e di giurisdizione amministrativa, emanate in attuazione dell'articolo 11, comma 4, della L. 15 marzo 1997, n. 59.
D.Lgs. 29.10.1998 n. 387Ulteriori disposizioni integrative e correttive del D.Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, e del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 80.
Ora d.lgs. 165/2001 T.U. pubblico impiego
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Privatizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti e dirigenti pubblici ed allineamento delle
fonti con il settore privato
Applicazione delle stesse politiche salariali del settore privato nel rinnovo dei CCNL secondo le
regole dell’Accordo sulla politica dei redditi stipulato nel 1993 fra
Governo e Sindacati
Affidamento all’ARAN della contrattazione
collettiva nazionale per tutti i settori pubblici
Modello del dialogo sociale (Relazioni sindacali). Rappresentatività delle
OO.SS.
-accrescere efficienza delle amm.ni in relazione a quella dell’UE
- razionalizzare costo lavoro pubblico
- migliore utilizzo RU nella PA (formazione e sviluppo professionale, pari opportunità uomini e donne, condizioni uniformi al lavoro privato)
Riforma del pubblico impiego del 1993
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Protocollo 23 luglio 1993 sulla politica dei redditi e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo.
Politica dei redditi e dell’occupazione
Assetti contrattuali (Doppio livello di negoziazione, nazionale e integrativo come il più idoneo a contemperare l’esigenza del controllo centrale con le istanze di decentramento e flessibilità)
Politiche del lavoro (gestione crisi occupazionali, occupazione giovanile e formazione, riattivazione mercato del
lavoro
Sostegno al sistema produttivo (Ricerca e innovazione tecnologica,
istruzione e formazione professionale, finanza per le imprese e
internazionalizzazione, riequilibrio territoriale, infrastrutture e domanda
pubblica, politica delle tariffe)
Garanzia del potere di acquisto dei salari attraverso la concertazione nazionale
Assegnazione al livello decentrato (aziendale o territoriale) della contrattazione sul salario variabile. Deve essere correlato a risultati di produttività riscontrabili nella migliorata efficienza e redditività aziendale
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D.Lgs. 4.11.1997 n. 396Modificazioni al D.Lgs. 29/1993, in materia di
contrattazione collettiva e di rappresentatività sindacale nel settore del pubblico impiego, a norma
dell'articolo 11, commi 4 e 6, della L. 59/1997
Ha ristrutturato l’ARAN, riordinandola e potenziandola.
Ha istituito i Comitati di settore che devono emanare gli indirizzi contrattuali e esprimere parere sull’ipotesi di accordo collettivo negoziato dall’ARAN.
Ha modificato forme e contenuti della contrattazione collettiva che si svolge secondo un procedimento di matrice negoziale e non più amministrativa.
Ha ridefinito i criteri per la rappresentatività sindacale, sia a livello nazionale che decentrato, imponendo la costituzione delle RSU, organismi di rappresentanza democratica eletti su base concorrenziale da tutti i dipendenti pubblici dell’unità amministrativa decentrata.
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Livelli di contrattazioneLivelli di contrattazione
Livello NAZIONALE
(I livello)
Livello LOCALE (INTEGRATIVO)
(II livello)
Si svolge in ARAN Dà
luogo a
Si svolge in ogni pubblica
Amministrazione.Dà luogo a
I livelli sono stabiliti dall’Accordo sulla politica dei redditi del 23.7.1993 Governo-OO.SS.e confermati dalla legge di riforma
del pubblico impiego
CCNQ
CCNL
C.I.
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STRUTTURA DELL’ARAN
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Art. 46 d.lgs. 165/2001: Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni
Rappresenta legalmente le PP.AA. agli effetti della contrattazione collettiva nazionale.
Esercita a livello nazionale, in base agli indirizzi ricevuti, ogni attività relativa:- alle relazioni sindacali- alla negoziazione dei contratti collettivi- alla assistenza alle PP.AA. Ai fini dell’uniforme applicazione dei CCNL
Cura le attività di studio, monitoraggio e documentazione necessarie all’esercizio della contrattazione collettiva.
Comitato direttivo: 5 componenti (3 di nomina governativa, tra cui il Presidente, 1 designato dalla conferenza unificata Stato-regioni e Stato-Città, 1 designato da ANCI e UPI)
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COMPARTI DI CONTRATTAZIONECOMPARTI DI CONTRATTAZIONE
MINISTERIMINISTERI
SCUOLASCUOLA
AZIENDE AUTONOMEAZIENDE AUTONOME
S.S.N.S.S.N.
UNIVERSITA’UNIVERSITA’
ENTI DI RICERCAENTI DI RICERCA
ENTI PUBBLICI NON ECONOMICIENTI PUBBLICI NON ECONOMICI
AA
RR
AA
NN
AGENZIE FISCALIAGENZIE FISCALI
P.C.M.P.C.M.
ACCADEMIE – CONSERVATORI ACCADEMIE – CONSERVATORI
REGIONI – AUTONOMIE LOCALIREGIONI – AUTONOMIE LOCALI
comitati di settore
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AREE DELLA DIRIGENZA
Area I
Area II
Area III
Area IV
Area V
Ministeri
EE.PP.
Aziende autonome
Enti di ricerca
Università
P.C.M.
Regioni-Autonomie locali
Sanità Ruoli SPTA
Medico-veterinaria
Dirigenza scolastica
Agenzie fiscaliArea VI
Area VII
Area VII
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Durata dei contrattiDurata dei contratti
4 anni per la parte normativa4 anni per la parte normativa
2 anni per la parte economica2 anni per la parte economica
Contratti del prossimo
quadriennio:
parte normativa 2006-2009
I biennio economico 2006-2007
II biennio economico 2008-2009
Nel SSN:Sono stipulati sei CCNL: due per ogni separata
area di contrattazione
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Primo biennio
Tetto di inflazione programmata per quel periodo calcolata sulla massa salariale di ogni settore dell’anno precedente il rinnovo
Secondo biennio
la possibile differenza tra il tetto di inflazione programmata del I biennio e l’ inflazione reale nello stesso periodo
Le regole stabilite dall’Accordo sulla politica dei redditi del 1993, valido per tutti i settori pubblici, prevedono
Inflazione programmata nel secondo periodo
Dalla legge finanziaria nazionale per garantire l’avvio delle riforme.
dalle Regioni, Autonomie locali ed altre P.A, per il tramite dei comitati di settore per la contrattazione di II livello
Le risorse possono essere integrate
RISORSERISORSE
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SoggettiSoggettiSoggetti per stipulazione CCNL Soggetti per stipulazione CCNL
ARAN(Rappresentanza Pubbliche
Amministrazioni)
SINDACATI DI CATEGORIA(che raggiungono il 5% al livello nazionale
quale media tra il dato associativo ed elettorale)
CONFEDERAZIONI sindacali cui gli stessi aderiscono
SINDACATIrappresentativi
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Comitato di settore comparto Sanità Comitato di settore comparto Sanità
Composizione:-Assessore Finanze Lombardia (Presidente)- Assessore sanità Emilia Romagna- Assessore sanità Friuli VG- Assessore sanità Toscana- Assessore sanità Veneto- Assessore sanità Puglia- Assessore sanità Provincia aut. Trento- 2 rappresentanti Ministero Salute (Governo)
Elabora linee di indirizzo per i CCNL del comparto e aree dirigenziali.
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FASI DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE
Definizione mediante appositi contratti quadro (tra Aran e confederazioni sindacali rappresentative) dei comparti e delle aree dirigenziali della contrattazione collettiva nazionale riguardanti settori omogenei o affini (atto di indirizzo deliberati dall’organismo di coordinamento dei comitati di settore e trattative condotte dalle confederazioni rappresentative
Definizione degli intendimenti negoziali (Trasmissione all’Aran dell’atto di indirizzo da parte del Comitato di settore)
Definizione rappresentatività
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Continua:FASI DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE
Invio all’Aran dell’atto di indirizzo e conseguente avvio delle trattative tra le parti sindacali e l’Aran (ciascun comitato di settore viene costantemente informato sullo svolgimento delle trattative).
Raggiungimento ipotesi di accordo tra Aran e parti sindacali ed invio dell’accordo, al comitato di settore, per il parere.
Subprocedimento presso il Dipartimento Funzione Pubblica con invio dell’ipotesi di CCNL al Ministero dell’Economia.
Acquisizione del parere favorevole del Comitato di settore (entro 5 gg.) sul testo contrattuale e sui conseguenti oneri diretti e indiretti a carico delle amministrazioni interessate. Espressione del parere da parte del Presidente del Consiglio per il tramite Ministro FP, previa deliberazione Consiglio Ministri.
In caso di parere negativo del Comitato di settore si riapre la trattativa
In caso di divergenza fra valutazione del Comitato di settore e Consiglio dei Ministri, viene escluso ogni concorso al finanziamento del contratto da parte dello Stato.
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Continua:FASI DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE
Invio all’Aran della deliberazione del Consiglio dei Ministri di autorizzazione del Ministro FP ad esprimere il parere favorevole al fine della sottoscrizione definitiva.
Trasmissione il giorno successivo, da parte dell’Aran, del CCNL e della quantificazione dei costi contrattuali alla Corte dei Conti, con la relazione tecnico-illustrativa allegata, ai fini della certificazione circa la compatibilità con gli strumenti di programmazione e di bilancio (la procedura di certificazione deve concludersi entro 40 giorni).
Eventuale acquisizione da parte della CdC di valutazione di 3 esperti designati da FP di concerto con Economia
CERTIFICAZIONE POSITIVA dell’attendibilità dei costi quantificati o mancata certificazione nel termine di 15 gg. con formazione del silenzio-assenso.
CERTIFICAZIONE NON POSITIVA
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POSITIVA
Continua:FASI DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE
Comunicazione da parte della CdC alla FP, al Comitato di settore ed all’Aran dell’esito positivo della certificazione.
NON POSITIVA
Assunzione delle iniziative necessarie da parte dell’Aran, sentito il comitato di settore, per adeguare la quantificazione dei costi contrattuali ai fini della certificazione.
Qualora non si ritenga possibile adeguare la quantificazione dei costi, l’Aran convoca le OO.SS. Per la riapertura delle trattative.
Sottoscrizione definitiva del CCNL in sede Aran previa verifica che all’accordo aderiscano il 51% delle OO.SS. quale media tra dato associativo ed elettorale.
Le iniziative assunte dall’Aran in seguito alla valutazione espressa dalla CdC sono comunicate al Governo e alla CdC la quale, in caso di diversa quantificazione delibera nuovamente
Deliberazione positiva In caso di nuova deliberazione
negativa la CdC relaziona al Parlamento sulla definitiva quantificazione dei costi contrattuali, sulla copertura finanziaria e sulla compatibilità con gli strumenti di programmazione e bilancio
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Continua: FASI DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE
POSITIVA NON POSITIVA
Pubblicazione in G.U.Il CCNL è efficace dal giorno successivo alla sottoscrizione (indipendentemente dalla pubblicazione in G.U.)
Riapertura delle trattative.
Ovvero
Mandato del Comitato di settore al Presidente dell’Aran a sottoscrivere ugualmente il CCNL.
Sottoscrizione definitiva
Modifica art. 47 D.Lgs. 165/2001 sulla tempistica
di chiusura del CCNL (art. 1, co. 548 finanziaria
2007)
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I tempi dei CCNL aree dirigenziali del 3.11.2005
PREINTESE TECNICHE: 12.5.2005
Trasmissione Preintese Comitato settore: 18.5.2005
Parere favorevole Comitato settore: 19.5.2005
Trasmissione Preintese DFP (Governo e Ministero Economia): 24.5.2005
Parere favorevole DFP: 18.7.2005
Sottoscrizione ipotesi e trasmissione Comitato settore: 21.7.2005
Parere favorevole Comitato settore : 25.7.2005
Trasmissione ipotesi DFP : 26.7.2005
Richiesta chiarimenti DFP : 12.8.2005
Continua….
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I tempi dei CCNL aree dirigenziali del 3.11.2005
Osservazioni integrative Aran : 9.9.2005
Parere favorevole DFP : 16.9.2005
Trasmissione ipotesi CdC, con relazioni : 22.9.2005
Certificazione non positiva CdC : 7.10.2005
Conferma parere favorevole Comitato settore: 27.10.2005
Invio DFP decisione di sottoscrivere i CCNL: 28.10.2005
Presa atto DFP decisione di sottoscrivere: 2.11.2005
SOTTOSCRIZIONE CCNL: 3.11.2005
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Mancanza di tempi certi nella fase di approvazione da parte del
Governo degli atti di indirizzo e nell’espressione del parere sulle
ipotesi.
Ambiguità del ruolo del rappresentante del Governo nell’ambito del Comitato di
settore.
Scarsa incidenza e capacità di influenza delle
regioni nella fase negoziale e nel confronto
con le OO.SS.Gli aspetti
problematici individuati dal
Comitato di settore
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Proposte di cambiamento del Comitato di settore
Eliminazione presenza rappresentante Governo nel Comitato di settore
Caratterizzazione “regionalista” della sezione dell’Aran che stipula i CCNL della sanità
Sostituzione passaggi al Governo con pareri espressi in Conferenza Stato-Regioni
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Possibili conseguenze del nuovo modello proposto
A) Ritorno della contrattazione in mano a
soggetti politici
C) Soppressione Aran
B) Venir meno di una strategia
unitaria nel rinnovo dei CCNL delle
diverse aree e comparti
contrattuali
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Art. 40 L. 132/1968
Al contratto decentrato era demandato di regolare gli istituti normativi ed economici espressamente riservati dall’accordo nazionale alla competenza locale
Il trattamento economico e gli istituti normativi di carattere economico del rapporto di impiego di tutto il personale sono disciplinati mediante accordo nazionale unico, di durata triennale, stipulato tra il Governo, le regioni e l'Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative in campo nazionale delle categorie interessate. La delegazione del Governo, delle regioni e dell'ANCI per la stipula degli accordi anzidetti, è costituita rispettivamente: da un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei ministri e dai Ministri della sanità, del lavoro e della previdenza sociale e del tesoro; da cinque rappresentanti designati dalle regioni attraverso la commissione interregionale di cui all'articolo 13 della legge 16 maggio 1970, n. 281; da sei rappresentanti designati dall'ANCI.
L'accordo nazionale di cui al comma precedente è reso esecutivo con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri. I competenti organi locali adottano entro 30 giorni dalla pubblicazione del suddetto decreto i necessari e dovuti atti deliberativi.
Art. 47 L. 833/1978
EVOLUZIONE DELLA CONTRATTAZIONE DECENTRATA
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1. Nell'ambito e nei limiti fissati dalla disciplina emanata a seguito degli accordi sindacali di cui ai precedenti articoli, e segnatamente per quanto concerne i criteri per l'organizzazione del lavoro di cui all' articolo 3 , n. 2, la disciplina dei carichi di lavoro, la formulazione di proposte per l'attuazione degli istituti concernenti la formazione professionale e l'addestramento, nonché tutte le altre misure volte ad assicurare l'efficienza degli uffici, sono consentiti accordi decentrati per singole branche della pubblica amministrazione e per singoli enti, anche per aree territorialmente delimitate negli accordi di comparto. Tali accordi non possono comportare oneri aggiuntivi se non nei limiti previsti dagli accordi sindacali di cui al precedente articolo 11.
…………………………………………………….
L. 93/83 - Art. 14: Accordi decentrati
La contrattazione decentrata come “braccio operativo” di quella nazionale di cui la legge si avvaleva per l’esplicazione della contitolarità del potere dell’amministrazione e del sindacato stimolandolo ad assumere il ruolo di cogestore con il diritto di veto all’esplicazione dell’attività organizzatoria dell’amministrazione. Impreparazione dei dirigenti ad opporre resistenza.
contrattazione collettiva pubblica come vincolo consociativo
Crescita fuori controllo della spesa pubblica
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Accentuata esigenza di decentramento e flessibilità
Uso distorto della contrattazione decentrata rivolta all’esclusivo soddisfacimento di microinteressi senza contemperarli con i macrointeressi della produttività ed efficienza della PA
Notevole grado di informalità nelle modalità attuative della contrattazione decentrata che ne accentua i caratteri di tipo consociativo e cogestionale piuttosto che normativo
Esigenza di semplificare le fonti e avviare il processo di privatizzazione
D.lgs. 29/1993 – nuovo sistema di relazioni sindacali e di controllo della spesa
CARATTERI GIURIDICI DELLA CONTRATTAZIONE DECENTRATA
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Prima versione del d.lgs. 29/93: il sistema delle relazioni sindacali è ispirato al rispetto della separazione dei ruoli tra amm.ne e sindacato
Regole di trasparenza, correttezza e buona fede valide per la gestione del rapporto di lavoro pubblico-privato
Abbandono del consociativismo e ricerca di condivisione dei cambiamenti in atto nella PA
Art. 45: 1. La contrattazione collettiva è nazionale e decentrata. Essa si svolge su tutte le materie relative al rapporto di lavoro, con esclusione di quelle riservate alla legge e agli atti normativi e amministrativi secondo il disposto dell'articolo 2, comma 1, lettera c), della L. 23 ottobre 1992, n. 421. ……………………………………..4. La contrattazione collettiva decentrata è finalizzata al contemperamento tra le esigenze organizzative, la tutela dei dipendenti e l'interesse degli utenti. Essa si svolge sulle materie e nei limiti stabiliti dai contratti collettivi nazionali. ……………………………………………
6. I contratti collettivi quadro sono stipulati dall'agenzia di cui all'art. 50, per la parte pubblica, e, per la parte sindacale, dalle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale.
7. I contratti collettivi nazionali di comparto sono stipulati dall'agenzia di cui all'art. 50 per la parte pubblica, e, per la parte sindacale, dalle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale, nonché dalle organizzazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale nell'ambito del comparto.
8. I contratti collettivi decentrati sono stipulati, per la parte pubblica, da una delegazione composta dal titolare del potere di rappresentanza delle singole amministrazioni o da un suo delegato, che la presiede, e da rappresentanti dei titolari degli uffici interessati, e, per la parte sindacale, da una rappresentanza composta secondo modalità definite dalla contrattazione collettiva nazionale e nell'ambito della provincia autonoma di Bolzano e della regione Valle d'Aosta anche dalle confederazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano provinciale e regionale rispettivamente ai sensi dell'art. 9 del D.P.R. 6 gennaio 1978, n. 58, e del D.Lgs. 28 dicembre 1989, n. 430.
Scomparsa del livello di contrattazione regionale (previsto dai DPR 270/87 e 384/90)
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La contrattazione decentrata nella stagione contrattuale 1994-1997
CCNL 1.9.1995 comparto (artt. 3-12) e CCNL 5.12.1996 aree dirigenziali (artt. 3-12):
Hanno individuato i livelli, i soggetti negoziali e le materie della contrattazione decentrata
MA
Difficoltà nell’abbandono di prassi di cogestione e fallimento dell’applicazione di interessanti istituti premianti (progressioni economiche o incentivi) legati al merito, voluti a parole ma non nei fatti.
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D.Lgs. 4.11.1997 n. 396Modificazioni al D.Lgs. 29/1993, in materia di contrattazione collettiva e di rappresentatività sindacale nel settore del pubblico impiego, a norma dell'articolo 11, commi 4 e 6, della L. 59/1997
VERSO LA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA
L. 59/97
Ampio decentramento amministrativo in vista del federalismo
Accelerare processo di privatizzazione e cambiamento PA
Ridurre al minimo le regole pubblicistiche nell’organizzazione della PA
Il nuovo Art. 45 del d.lgs. 29/1993: (Contratti collettivi nazionali e integrativi)1. La contrattazione collettiva si svolge su tutte le materie relative al rapporto di lavoro ed alle relazioni sindacali.2. Gli atti interni di organizzazione aventi riflessi sui rapporti di lavoro formano oggetto delle procedure di informazione e di esame regolate dall'articolo 10 e dai contratti collettivi.………………………………………………………….4. La contrattazione collettiva disciplina, in coerenza con il settore privato, la durata dei contratti collettivi nazionali e integrativi, la struttura contrattuale e i rapporti tra i diversi livelli. Le pubbliche amministrazioni attivano autonomi livelli di contrattazione collettiva integrativa, nel rispetto dei vincoli di bilancio risultanti dagli strumenti di programmazione annuale e pluriennale di ciascuna amministrazione. La contrattazione collettiva integrativa si svolge sulle materie e nei limiti stabiliti dai contratti collettivi nazionali, tra i soggetti e con le procedure negoziali che questi ultimi prevedono; essa puo' avere ambito territoriale e riguardare piu' amministrazioni. Le pubbliche amministrazioni non possono sottoscrivere in sede decentrata contratti collettivi integrativi in contrasto con vincoli risultanti dai contratti collettivi nazionali o che comportino oneri non previsti negli strumenti di programmazione annuale e pluriennale di ciascuna amministrazione. Le clausole difformi sono nulle e non possono essere applicate.5. Le pubbliche amministrazioni adempiono agli obblighi assunti con i contratti collettivi nazionali o integrativi dalla data della sottoscrizione definitiva e ne assicurano l'osservanza nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti
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Art. 10 D.Lgs. 29/93 (come sostituito dal d.lgs. 80/1998) – oggi art. 9 d.lgs. 165/2001
Partecipazione sindacale
1. I contratti collettivi nazionali disciplinano i rapporti sindacali e gli istituti della partecipazione anche con riferimento agli atti interni di organizzazione aventi riflessi sul rapporto di lavoro.
Non più cogestione ma condivisione sia pure nei distinti ruoli delle parti
ORGANO DI VERTICE Potere di indirizzo
politico-amministrativo
DIRIGENZA Gestione operativa
SINDACATO Difesa dei diritti e
interessi del lavoratore
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ORGANO DI VERTICE -Esercita le funzioni di indirizzo politico-amministrativo definendo gli obiettivi e i programmi da attuare e adottando i conseguenti atti.
- Verifica la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti.
- Definisce obiettivi, priorità, piani, programmi e direttive generali per la gestione.
- Conferisce e revoca gli incarichi dirigenziali.
- Effettua nomine e designazioni.
- Assegna ai dirigenti preposti ai centri di responsabilità le risorse umane, strumentali ed economico-finanziarie da destinare al raggiungimento dei risultati di gestione.
- Adotta la programmazione triennale del fabbisogno di personale e le relative variazioni.
- Ha la legale rappresentanza dell’azienda, è responsabile della gestione complessiva, realizza – con piena autonomia gestionale – gli obiettivi di salute e funzionamento dei servizi assegnati dalla Regione in funzione delle relative risorse.
(art. 4, comma 1, d.lgs. 165/2001)
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DIRIGENZA - E’ responsabile in via esclusiva dell’attività amministrativa, tecnica e sanitaria, della gestione delle risorse assegnate e dei relativi risultati.
- Adotta atti e provvedimenti amministrativi.
- Esercita i poteri di spesa rientranti nelle competenze della propria struttura.
- Promuove e resiste alle liti con potere di conciliare e transigere.
- Organizza e gestisce il personale e i rapporti sindacali.
- La dirigenza sanitaria gode di autonomia tecnico-professionale ed è responsabile del risultato dei programmi concordati.
(art. 4, comma 2, d.lgs. 165/2001)
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SINDACATO - Nel tutelare i diritti economici e gli interessi professionali dei lavoratori, partecipa all’attività dell’amministrazione attraverso i seguenti momenti istituzionali: contrattazione integrativa, concertazione, informazione, consultazione.
- Può intervenire, con le modalità previste dai CCNL negli atti interni di organizzazione aventi riflessi sul rapporto di lavoro.
- In relazione alla contrattazione integrativa, in tutte le materie a contenuto economico diretto detiene, in pratica, un potere di veto a determinazioni unilaterali dell’amministrazione-datore di lavoro.
- Non negozia più, come nel passato, istituti che attengono all’organizzazione del lavoro quali orario di servizio, straordinario e pronta disponibilità, mobilità, turni ecc. In queste materie è titolare di un nuovo livello di relazioni – la concertazione – che libera l’amministrazione da vincoli negoziali dopo 30 gg. di infruttuosi tentativi di pervenire ad un accordo.
- In virtù delle norme del D.lgs. 29/1993 non partecipa più a commissioni esaminatrici di concorso, a commissioni di disciplina e a qualsiasi altra manifestazione di gestione diretta delle risorse umane.
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: Obiettivi e strumenti
Il sistema delle relazioni sindacali, nel rispetto delle distinzioni delle responsabilità delle aziende e degli enti del comparto e dei sindacati, è riordinato in modo coerente con l’obiettivo di contemperare l’interesse al miglioramento delle condizioni di lavoro e alla crescita professionale dei dipendenti con l’esigenza delle aziende ed enti di incrementare e mantenere elevate l’efficacia e l’efficienza dei servizi erogati alla collettività.
Il predetto obiettivo comporta la necessità di uno stabile sistema di relazioni sindacali, che si articola nei seguenti modelli relazionali:
LE RELAZIONI SINDACALI NEI CCNL 7.4.1999 E 8.6.2000: OBIETTIVI E STRUMENTI
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continua: RELAZIONI SINDACALI: obiettivi e strumenti
Contrattazione collettiva a livello nazionale
Contrattazione collettiva integrativa, che si svolge a livello di azienda o ente, sulle materie e con le modalità indicate dal CCNL
ConcertazioneConsultazioneInformazioneCostituzione di commissioni paritetiche
PARTECIPAZIONE
Interpretazione autentica dei contratti collettivi
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Materie
Sono fissate dal contratto nazionale
L’accordo è necessario solo per le materie economiche (produttività, indennità, etc.)
L’accordo non è necessario nelle altre materie. Se esso non è raggiunto nel periodo di 60 gg. fissato dal CCNL, l’azienda può decidere senza.
Risorse Il tetto delle risorse del II livello è stabilito nel contratto nazionale d’accordo con i comitati di settore.
Materie e risorse della contrattazione integrativa
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Contrattazione integrativa
Concertazione
Consultazione
Informazione
Materie tassative fissate dal CCNL
Materie tassative fissate dal CCNL
Materie fissate da leggi, CCNL o altre decise dall’azienda
Materie fissate dal C.I.
PartecipazioneCommissioni pari opportunità, mobbing, osservatori
La fissazione delle materie dei primi due livelli nel CCNL non limita l’azienda ma la tutela dalle richieste delle OO.SS. invasive dell’organizzazione ed
improntate a cogestire. L’obbligo assunto a livello nazionale va rispettato.
LIVELLI DI RELAZIONI SINDACALI NELLA SEDE AZIENDALE
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Attività negoziale che può essere anche a termine. CONTRATTARE È UN OBBLIGO;
STIPULARE, SOLO SE CONVENIENTESTIPULARE, SOLO SE CONVENIENTEContrattazione =
Attività non negoziale a termine. Si conclude con un verbale in cui si registrano posizioni parti
Concertazione =
Attività informale prevista da leggi, CCNL e azienda
Consultazione =
Atti relativi al rapporto di lavoro individuati dall’azienda in C.I. Può essere preventiva o
successiva
Informazione =
Le procedure di contrattazione e concertazione sono definite dal CCNL; quelle di consultazione ed informazione in azienda
Contrattazione, concertazione , consultazione informazione
40
Criteri generali della produttività collettiva ed individuale
Criteri generali per ripartizione risorse derivanti da:
A contenuto economico diretto: obbligatorio contratto integrativo
Art. 43 legge 449/1997
Economie part - time
Specifiche leggi finalizzate incentivare prestazioni personale
Accessorio personale trasferito
per delega funzioni
Risorse aggiuntive
Risparmi su riduzione stabile dotazione organica
Spostamento di risorse tra fondi ed al loro interno
1
2
3
4Modalità e verifiche per
l’attuazione della riduzione dell’orario di lavoro
Materie di C.I. nel comparto sanità (art. 4 CCNL 7 aprile 1999)
41
Modalità e verifiche per riduzione orario a 35 ore
Criteri generali per le politiche orario lavoro
A contenuto economico indiretto
Programmi annuali e pluriennali formazione
Indirizzi e criteri per miglioramento ambiente lavoro dlgs 626/1994
Effetti e conseguenze riconversioni servizi su personale
Individuazione casi elevabilità contingente part - time
Non è obbligatorio contratto integrativo se
non si raggiunge l’accordo nei 60 gg. dall’inizio trattative
Materie di C.I. nel comparto sanità (art. 4 CCNL 7 aprile 1999)
Pari opportunità
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CCNL 3.11.2005, Art. 4: Contrattazione collettiva
integrativa aree dirigenziali
1. Materie riferite al rapporto tra la parte pubblica e quella sindacale (art. 4, comma 2, lett. a)
2. Materie relative all’utilizzo delle risorse, definite nel CCNL e per le quali il medesimo rinvia l’individuazione dei criteri generali alla sede aziendale (art. 4, comma 2, lett. b)
3. Materie attinenti temi prettamente collegati alle condizioni di lavoro nelle singole aziende e per le quali la contrattazione nazionale non sarebbe nelle condizioni di dare una risposta efficace (art. 4, comma 2, lett. c, d, e, f, g)
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MATERIE DI CONTRATTAZIONE COLLETTIVA INTEGRATIVA
ART. 4, comma 2, lett. A: Individuazione delle posizioni dirigenziali cui titolari devono essere esonerati dallo sciopero, ai sensi della L. 146/90, secondo quanto previsto dall’accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali relativi all’area dirigenziali. (accordi: 26.9.2001 medici-veterinari, 25.9.2001 SPTA)
ART. 4, comma 2, lett. B – Criteri generali per:1. Definizione della percentuale di risorse del fondo di risultato da destinare alla realizzazione degli obiettivi aziendali generali affidati alle articolazioni interne individuate dal d.lgs. 502/92, dalle leggi regionali di organizzazione e dagli atti aziendali, ai fini dell’attribuzione della retribuzione di risultato ai dirigenti. Detta retribuzione è strettamente correlata alla realizzazione degli obiettivi assegnati e viene quindi corrisposta a consuntivo dei risultati totali o parziali raggiunti, ovvero per stati di avanzamento, in ogni caso dopo la necessaria verifica almeno trimestrale, secondo le modalità dell’art. 65 CCNL 5.12.1996. Nella determinazione della retribuzione di risultato si tiene conto degli effetti di ricaduta dei sistemi di valutazione dell’attività dei dirigenti;
Vd. Art. 12 CCNL 5.7.2006, II biennio
A contenuto economico diretto: obbligatorio contratto integrativo
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MATERIE DI CONTRATTAZIONE COLLETTIVA INTEGRATIVA
ART. 4, comma 2, lett. B:2. Attuazione art. 43 L. 449/97 (contratti di sponsorizzazione, accordi di collaborazione con soggetti privati al fine di favorire l’innovazione dell’organizzazione amministrativa e realizzare maggiori economie nonché una migliore qualità dei servizi sanitari);3. Distribuzione delle risorse contrattuali tra i 3 fondi previsti e delle risorse regionali eventualmente assegnate;4. Modalità di attribuzione ai dirigenti cui è conferito uno degli incarichi previsti dall’art. 27, comma 1, lett. b), c) e d) del CCNL 8.6.2000 della retribuzione collegata ai risultati ed agli obiettivi e programmi assegnati secondo gli incarichi conferiti;5. Lo spostamento di risorse tra i tre fondi ed al loro interno, in apposita sessione di bilancio, la finalizzazione tra i vari istituti nonché la rideterminazione degli stessi in conseguenza della riduzione di organico derivante da stabili processi di riorganizzazione previsti dalla programmazione sanitaria regionale ai sensi dell’art. 9, comma 4.
Ove non si raggiunga l’accordo si applicano le regole originarie.
A contenuto economico diretto: obbligatorio contratto integrativo
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MATERIE DI CONTRATTAZIONE COLLETTIVA INTEGRATIVA
ART. 4, c. 2, lett. C: Linee generali di indirizzo e programmi annuali e pluriennali dell’attività di formazione manageriale e formazione continua comprendente l’aggiornamento e la formazione dei dirigenti , anche in relazione all’applicazione dell’art. 16 bis e segg. del d.lgs. 502/92 e smi. Linee guida regionali
ART. 4, c. 2, lett. D: Pari opportunità, con le procedure indicate dall’art. 8 del CCNL 8.6.2000 anche per le finalità di cui alla L. 125/91.
ART. 4, c. 2, lett. E: Criteri generali sui tempi e modalità di applicazione delle norme relative alla tutela in materia di igiene, ambiente, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro con riferimento al d.lgs. 626/94 e smi e nei limiti stabiliti dal CCNQ 10.7.1996 (relativo all’attuazione del D.lgs. 626).
ART. 4, c. 2, lett. F: Implicazioni derivanti dagli effetti delle innovazioni organizzative e tecnologiche e dei processi di esternalizzazione, disattivazione o riqualificazione e riconversione dei servizi, sulla qualità del lavoro, sulla professionalità e mobilità dei dirigenti.
ART. 4, c. 2, lett. G: Criteri generali per la definizione del regolamento ALPI per la disciplina e l’organizzazione dell’attività libero-professionale intramuraria nonché per l’attribuzione dei relativi proventi agli interessati. Linee guida regionali
Su tali materie – non direttamente implicanti erogazione di trattamento economico – decorsi 30 gg. senza raggiungere l’accordo, le parti riacquisiscono la propria libertà d’azione (c. 4)
E’ obbligatorio avviare il confronto ma non raggiungere l’accordo. Principio del diverso rapporto tra dirigente e O.S.
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Tempi e procedure per la stipulazione e rinnovo del
contratto integrativo (Art. 5 CCNL 3.11.2005 e art. 4 CCNL
19.4.2004)
Quadriennio normativo - Biennio economico
Opportunità di trattare tutte le materie in un’unica sessione negoziale per realizzare equilibri negoziali.
La Regione può decidere di non emanare linee di indirizzo ex art. 9
CCNL 3.11.2005 (comma 2)
Costituzione delegazione di parte
pubblica (30 gg stipula CCNL) e
convocazione delegazione
sindacale (15 gg. o 30 gg. presentazione
piattaforme)
Controllo sulla compatibilità dei costi della contrattazione
integrativa con i vincoli di bilancio da parte del Collegio sindacale) 15
gg.
Il CCIA deve contenere clausole su tempi,
modalità e procedure di verifica di attuazione
Trasmissione CI all’Aran (art. 46, c. 5,
d.lgs. 165/2001)
Ipotesi di CCIA (i soggetti che non hanno firmato
possono farlo in sede di sottoscrizione
definitiva)
5 gg.
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Da contrattazione decentrata a contrattazione integrativa
CCNL 1994 – 1997 : contrattazione decentrata
Risorse nazionali Risorse decentrata
CCNL 1998 – 2001: contrattazione integrativa
Risorse nazionali
RISORSE INTEGRATIVA
Fondo fasce, posizioni etc
fondo condizioni
lavoro
Fondo
produttività
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Per le RSU deriva dal risultato elettorale
La rappresentatività dei componenti delle OOSS firmatarie dei CCNL è nazionale
ed è misurata dall’ARAN. Le
federazioni di più sindacati sono
soggetto unitario
sindacati non ammessi al CCNL anche se a livello
locale hanno la media del 5% tra dato associativo
ed elettorale
i sindacati ammessi alle
trattative nazionali non firmatari del
CCNL
Singoli componenti di federazioni sindacali
Concetto di rappresentatività a livello locale
NON SONO AMMISSIBILI ALLA C.I:
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Regole accertamento rappresentatività a livello nazionale
dati elettorali(ottenuti nelle elezioni per
RSU in ogni Azienda)
MEDIA MEDIA tratra
COMPARTICOMPARTI: sindacati che raggiungono
dati associativi(dipendono dai contributi lavoratori ai sindacati. Il pagamento è attestato da
ciascuna P.A.)
5%
Accertamento biennale, effettuato dall’ARAN
Aree dirigenzaAree dirigenza: misurazione solo sul dato associativo in mancanza RSU
50
La rappresentatività a regime
conferma della biennalitàdell’accertamento
stabilità biennale delladelegazione
i movimenti associativiavvenuti dopo l’accertamento
producono i propri effettidal biennio successivo
autonomia dei singoli contratti
ART. 19 CCNQ DEL 7 AGOSTO
1998
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RSU COMPONENTI OO.SS. FIRMATARIE DEL CCNL
Organismo eletto triennalmente
Designati dalle relative OO.SS
Nessun potere di individuazione dei soggetti sindacali è demandato alla azienda discendendo la rappresentanza dall’art. 42 del dlgs 165 del 2001 e, per gli aspetti ad esso demandati, dal CCNQ sui diritti e prerogative sindacali
Soggetti entrambi necessari nella C.I
Delegazione Sindacale trattante nel II livello
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RSU
ciò giustifica nella delegazione trattante la presenza delle organizzazioni sindacali firmatarie
dei contratti nazionaliper garantire il collegamento
con le scelte negoziali nazionali
nelle RSU del pubblico impiego possono essere presenti anche eletti su liste
di sindacati non rappresentativi
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GLI ISTITUTI DELLA PARTECIPAZIONE
INFORMAZIONE
L’azienda o ente, allo scopo di rendere trasparente e costruttivo il rapporto tra le parti a tutti i livelli delle relazioni sindacali, informa periodicamente e tempestivamente i soggetti sindacali sugli atti organizzativi di valenza generale, anche di carattere finanziario, concernenti il rapporto di lavoro, l’organizzazione degli uffici, la gestione complessiva delle risorse umane e la costituzione dei fondi (solo CCNL dirigenza).
Ai fini di una più compiuta informazione le parti, su richiesta, si incontrano con cadenza almeno annuale ed in ogni caso in presenza di: iniziative concernenti le linee di organizzazione degli uffici e dei servizi; iniziative per l’innovazione tecnologica degli stessi; eventuali processi di dismissione, esternalizzazione, trasformazione.
Nelle materie per cui è prevista contrattazione integrativa, concertazione o consultazione l’informazione è preventiva. (Il CI individua altre materie su cui l’informazione dovrà essere preventiva o successiva. Solo CCNL dirigenza)
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Continua: GLI ISTITUTI DELLA PARTECIPAZIONE
CONCERTAZIONE aree dirigenziali
I soggetti sindacali, ricevuta l’informazione, possono attivare, mediante richiesta scritta, la concertazione sui CRITERI GENERALI inerenti alle seguenti materie:- Affidamento, mutamento e revoca degli incarichi dirigenziali;- Articolazione delle posizioni organizzative, delle funzioni e delle connesse responsabilità ai fini della retribuzione di posizione:- criteri generali di valutazione dell’attività dei dirigenti;- articolazione dell’orario e dei piani per assicurare le emergenze;- condizioni, requisiti e limiti per il ricorso alla risoluzione consensuale.
Si avvia entro 48 ore dalla richiesta e si conclude entro 30 gg.
Dell’esito è redatto verbale da cui risultino le rispettive posizioni.
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Verifica periodica produttività strutture operative
Articolazione orario servizio
Criteri per definizione carichi di lavoro
Svolgimento selezioni passaggi ctg.
Andamento processi occupazionali
Sistema classificatorio in ordine a:
Concertazione inizia nelle 48 h dalla richiesta e si
conclude entro 30 gg. con un verbale che registra le
posizioni delle parti.
Posizioni organizzative (criteri di conferimento, sistemi di valutazione e
graduazione delle funzioni)
Sistemi valutazione permanente
ART. 6 CCNL Comparto 7.4.1999 - MATERIE DI CONCERTAZIONE
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Continua: GLI ISTITUTI DELLA PARTECIPAZIONE
CONSULTAZIONE
E’ facoltativa e si estende anche ai casi in cui gli atti interni di organizzazione aventi riflessi sul rapporto di lavoro siano emanati a livello sovra aziendale (per es. aree vaste, ecc.). E’ obbligatoria su:-organizzazione e disciplina di strutture, servizi e uffici, ivi compresa quella dipartimentale e distrettuale, nonché consistenza e variazione delle dotazioni organiche;- casi di cui all’art. 19 del D.Lgs. 626/94 e smi (Attribuzioni del rappresentante per la sicurezza)
COMMISSIONI PARITETICHE
Allo scopo di assicurare una migliore partecipazione del dirigente alle attività dell’azienda o ente è prevista la possibilità di costituire, in relazione alle dimensioni dell’azienda e senza oneri aggiuntivi, commissioni bilaterali ovvero osservatori per l’approfondimento di specifiche problematiche, in particolare concernenti l’organizzazione del lavoro in relazione a processi di riorganizzazione dell’azienda ovvero alla riconversione o disattivazione delle strutture sanitarie nonché l’ambiente, l’igiene e sicurezza del lavoro e le attività di formazione.
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Legge 125/1991 “Azioni positive per la
realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro”
Eliminare le disparità di trattamento nella formazione scolastica e professionale, nonché nell'accesso al lavoro
Promuovere l'inserimento delle donne nei settori professionali in cui sono ancora poco presenti
Favorire l'accesso al lavoro autonomo e alla formazione e riqualificazione imprenditoriale
Favorire una diversa organizzazione del lavoro, al fine di coniugare vita familiare e lavorativa
Favorire la diversificazione delle scelte professionali delle donne soprattutto attraverso l'orientamento scolastico e professionale e gli strumenti della formazione
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D.Lgs. 29/1993 (oggi D.Lgs. 165/2001) “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle
dipendenze delle amministrazioni pubbliche”
Art. 7: 1. Le amministrazioni pubbliche
garantiscono parità e pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso al lavoro ed il trattamento sul lavoro.
4. Le amministrazioni pubbliche curano la formazione e l’aggiornamento del personale, ivi compreso quello con qualifiche dirigenziali, garantendo altresì l’adeguamento dei programmi formativi, al fine di contribuire allo sviluppo della cultura di genere della P.A.
Art. 61 (oggi art. 57): 1. Le P.A. al fine di garantire pari opportunità tra uomini e donne per
l’acceso al lavoro ed il trattamento sul lavoro:a) riservano alle donne, salva motivata impossibilità, almeno 1/3
dei posti di componente delle commissioni di concorso…….;b) adottano propri atti regolamentari per assicurare pari opportunità
fra uomini e donne sul lavoro…..;c) garantiscono la partecipazione delle proprie dipendenti ai corsi di
formazione e di aggiornamento professionale…adottando modalità organizzative atte a favorirne la partecipazione, consentendo la conciliazione fra vita professionale e familiare;
d) possono finanziare programmi di azioni positive e l’attività dei Comitati pari opportunità nell’ambito delle proprie disponibilità di bilancio.
2. Le P.A., secondo le modalità di cui all’art. 9 (partecipazione sindacale) adottano tutte le misure per attuare le direttive della U.E. in materia di pari opportunità….
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Comitati per le pari opportunità art. 8 CCNL 8.6.2000
Compiti:
raccolta dati sulle materie di propria competenza che l’amministrazione è tenuta a fornire
formulazione proposte sui temi di competenza da portare in contrattazione integrativa
promozione iniziative per l’attuazione delle direttive dell’Unione Europea per l’affermazione sul lavoro della pari dignità delle persone, nonché azioni positive ai sensi della L. 125/1991
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Continua: art. 8 CCNL 8.6.2000 C.P.O.
Costituzione: 1 componente per ciascuna O.S. firmataria del CCNL e
numero pari rappresentanti aziendali .
Il Presidente è un rappresentante dell’azienda, il vicepresidente è designato dal Presidente.
Il Comitato propone misure per favorire effettive condizioni di parità dei dirigenti nel lavoro e nello sviluppo professionale, su:
accesso ai corsi di formazione manageriale;
processi di mobilità;
flessibilità degli orari in rapporto a quelli dei servizi sociali.
61
Continua: art. 8 CCNL 8.6.2000 C.P.O.
Durata: 4 anni, rinnovabili una sola volta.
Altro: Relazione annuale sulle condizioni dei dirigenti in azienda fornendo informazioni sulla situazione occupazionale in relazione alla presenza nelle varie discipline nonché sulla partecipazione ai processi formativi.
L’azienda garantisce al Comitato strumenti per il funzionamento. Valorizza e pubblicizza i risultati del lavoro del Comitato.
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Art. 43 CCNL integrativo 10.2.2004
Codice di comportamento relativo alle molestie sessuali nei luoghi di lavoro
1. Le aziende, nel rispetto delle forme di partecipazione di cui al CCNL 8 giugno 2000 adottano, con proprio atto, il codice di condotta relativo ai provvedimenti da assumere nella lotta contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, come previsto dalla raccomandazione della Commissione Europea del 27 novembre 1991, n. 92/131/CEE. Le parti, allo scopo di fornire linee guida uniformi in materia, allegano a titolo esemplificativo il codice tipo valido per tutte le aree negoziali del Comparto Sanità.
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MOBBING
Serie di atti, atteggiamenti o comportamenti
diversi e ripetuti nel tempo, in modo sistematico e abituale
aventi connotazioni aggressive, denigratorie e vessatorie tali
da comportare un degrado delle condizioni di lavoro e idonee a compromettere la salute fisica e psichica o la professionalità o la dignità del lavoratore stesso nell’ambito dell’unità operativa di appartenenza
o addirittura tali da escluderlo dal contesto lavorativo di riferimento.
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DISCIPLINA CONTRATTUALE
FINALITA’Costruire uno spazio di mediazione sindacale per:
Contrastare e reprimere la diffusione del mobbing
Migliorare la qualità e la sicurezza dell’ambiente di lavoro
Prevenire il verificarsi di possibili situazioni pericolose per la salute fisica e mentale del lavoratore
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NOVITA’: art. 7 CCNL 3.11.2005
Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing
Compiti:
raccolta dati sull’aspetto qualitativo e quantitativo del fenomeno
individuazione cause del fenomeno – verifica dell’esistenza di condizioni di lavoro o fattori organizzativi e gestionali che possano determinare l’insorgere di situazioni persecutorie o di violenza morale
proposta di azioni positive per la prevenzione e repressione delle situazioni di criticità
formulazione proposte per definire codici di condotta
Entro 60 gg. dall’entrata i vigore del CCNL.
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Il Comitato valuta inoltre l’attuazione di idonea FORMAZIONE per:
affermare una cultura organizzativa che comporti una maggiore consapevolezza della gravità del fenomeno e delle sue conseguenze individuali e sociali;
favorire la coesione e la solidarietà di dirigenti e dipendenti mediante più specifica conoscenza di ruoli e dinamiche interpersonali all’interno dei servizi, anche al fine di incentivare il recupero della motivazione e affezione all’ambiente lavorativo
Continua: art. 7 CCNL 3.11.2005 comitato mobbing
Adempimenti azienda:
• costituzione e funzionamento sportelli di ascolto
• istituzione figura Consigliere di fiducia
• definizione codici di condotta
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Durata: 4 anni, rinnovabili.
Altro: Non è previsto compenso per la partecipazione. Mantenere collegamento con Comitato pari opportunità. Regolamento interno di funzionamento. Relazione annuale attività svolta.
Continua: art. 7 CCNL 3.11.2005 comitato mobbing
Costituzione: 1 componente per ciascuna O.S. firmataria del CCNL e
numero pari rappresentanti aziendali + rappresentante CPO
Il Presidente è un rappresentante dell’azienda, il vicepresidente è componente sindacale.
L’azienda garantisce al Comitato strumenti per il funzionamento. Valorizza e pubblicizza i risultati del lavoro del Comitato.
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Obiettivi del CCNL 3 novembre 2005 Consolidamento del sistema delle relazioni
sindacali (artt. da 3 a 9)
Consolidamento del sistema delle relazioni sindacali (artt. da 3 a 9)
Riscritti:
art. 4 Contrattazione collettiva integrativa
art. 5 Tempi e procedure per il rinnovo del contratto collettivo integrativo
art. 6 Informazione, concertazione, consultazione e commissioni paritetiche
Riscritti:
art. 4 Contrattazione collettiva integrativa
art. 5 Tempi e procedure per il rinnovo del contratto collettivo integrativo
art. 6 Informazione, concertazione, consultazione e commissioni paritetiche
Confermati:
art. 8 Comitati pari opportunità, art. 9 Soggetti sindacali, art. 10 Composizione delle delegazioni, art. 11 Clausole di raffreddamento, art. 12 Interpretazione autentica dei CCNL (CCNL 8.6.2000)
art. 2 Diritto di assemblea, art. 3 Contributi sindacali, art. 4 Patronato sindacale (CCNL 10.2.2004)
Interesse dei dipendenti al miglioramento condizioni di lavoro e crescita professionale + esigenza dell’azienda di incrementare e mantenere elevati efficacia ed efficienza dei servizi erogati.
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Dirigenza - art. 9 CCNL 8.6.2000: Soggetti sindacali
1. In attesa che la rappresentanza sindacale dei dirigenti della presente area venga disciplinata, in coerenza con la natura delle funzioni dirigenziali, da appositi accordi, i soggetti sindacali nei luoghi di lavoro sono le rappresentanze sindacali aziendali (RSA) costituite espressamente ai sensi dell'art. 19 legge 300/1970 dalle organizzazioni sindacali rappresentative in quanto ammesse alle trattative per la sottoscrizione dei relativi contratti collettivi nazionali.
2. Per effetto del comma 1, il complessivo monte dei permessi sindacali fruibile, pari ad 81 minuti per dirigente stabilito dall'art. 8, comma 1 del contratto collettivo quadro sulle modalità di utilizzo dei distacchi, aspettative e permessi nonché sulle altre prerogative sindacali del 7.8.1998, compete con le modalità stabilite dall'art. 10 del medesimo accordo solo ai sottoindicati dirigenti sindacali :
- componenti delle RSA costituite dalle organizzazioni sindacali di cui al comma 1, ai sensi dell'art. 19 della legge 300/970;
- componenti delle organizzazioni sindacali rappresentative (firmatarie aventi titolo a partecipare) ammesse alla contrattazione (collettiva integrativa) nazionale.
3. Ai dirigenti sindacali componenti degli organismi statutari delle confederazioni ed organizzazioni sindacali di categoria rappresentative non collocati in distacco o aspettativa, qualora non coincidenti con nessuno dei soggetti di cui al comma 2 competono i soli permessi di cui all'art. 11 del citato CCNQ del 7 agosto 1998.
4. In attesa degli accordi del comma 1, la rappresentatività delle organizzazioni sindacali firmatarie del presente contratto esclusivamente al fine della ripartizione del contingente dei permessi aziendali sarà accertata in ciascuna sede aziendale sulla base del solo dato associativo espresso dalla percentuale delle deleghe per il versamento dei contributi sindacali rispetto al totale delle deleghe rilasciate nell'ambito considerato.
5. Per la titolarità delle altre prerogative si rinvia a quanto previsto dall'art. 13, comma 1 del CCNQ del 7.8.1998.
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Comparto - art. 8 CCNL 7.4.1999:
Titolarità dei permessi e delle prerogative
sindacali nei luoghi di lavoro
1. La titolarità dei permessi sindacali nei luoghi di lavoro, così come previsto dall'art. 10, comma 1 dell'accordo collettivo quadro sui distacchi, aspettative e permessi nonché sulle altre prerogative sindacali, sottoscritto il 7 agosto 1998, compete con le modalità e nelle quantità previste dall'accordo stesso ai seguenti soggetti :
a) componenti delle rappresentanze sindacali unitarie (R.S.U.) elette ai sensi dell'accordo collettivo quadro per la costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie per il personale dei comparti delle pubbliche amministrazioni e per la definizione del relativo regolamento elettorale, stipulato il 7 agosto 1998 ;
b) ai dirigenti sindacali delle organizzazioni sindacali rappresentative:
- dei terminali di tipo associativo delle associazioni sindacali rappresentative che dopo l'elezione delle R.S.U. siano rimasti operativi nei luoghi di lavoro ;
- delle organizzazioni sindacali rappresentative (firmatarie aventi titolo a partecipare) ammesse alla contrattazione (collettiva integrativa) nazionale, ai sensi dell'art. 9, comma 2;
- componenti degli organismi statutari delle proprie confederazioni ed organizzazioni sindacali di categoria rappresentative non collocati in distacco o aspettativa, qualora non coincidenti con nessuno dei soggetti di cui alla lett. a) o quelli dei due precedenti alinea.
2. Per la titolarità delle altre prerogative si rinvia a quanto previsto dall'art. 13 dell'accordo quadro di cui al comma 1.
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Dirigenza - art. 10 CCNL 8.6.2000:Composizione delle
delegazioni
1. La delegazione trattante di parte pubblica, in sede decentrata, è costituita come segue:
- dal titolare del potere di rappresentanza dell'azienda o da un suo delegato;
- dai rappresentanti dei titolari degli uffici interessati appositamente individuati dall'azienda.
2. Per le organizzazioni sindacali, la delegazione è composta:
- da componenti di ciascuna delle rappresentanze sindacali di cui all'art. 9, comma 1 ;
- dai componenti delle organizzazioni sindacali di categoria territoriali firmatarie del presente CCNL;
3. Il dirigente eletto o designato quale componente nelle rappresentanze di cui all'art. 9 non può far parte della delegazione trattante di parte pubblica.
4. Le aziende possono avvalersi, nella contrattazione collettiva integrativa, dell'assistenza dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (A.RA.N.).
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Comparto - art. 9 CCNL 7.4.1999:Composizione
delle delegazioni
1. La delegazione trattante di parte pubblica, in sede decentrata, è costituita come segue:
- dal titolare del potere di rappresentanza dell'azienda o ente o da un suo delegato;
- dai rappresentanti dei titolari degli uffici interessati.
2. Per le organizzazioni sindacali, la delegazione è composta:
- dalle R.S.U;
- dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria firmatarie del presente C.C.N.L.
3. Le aziende e gli enti possono avvalersi, nella contrattazione collettiva integrativa, dell'assistenza dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (A.RA.N.).
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Dirigenza - art. 11 CCNL 8.6.2000; Comparto - art. 10 CCNL7.4.1999 :Clausole di raffreddamento
1. Il sistema delle relazioni sindacali è improntato ai principi di responsabilità, correttezza, buona fede e trasparenza dei comportamenti ed orientato alla prevenzione dei conflitti.
2. Nel rispetto dei suddetti principi, entro il primo mese del negoziato relativo alla contrattazione collettiva integrativa, le parti non assumono iniziative unilaterali né procedono ad azioni dirette. La contrattazione collettiva integrativa si svolge in conformità alle convenienze e ai distinti ruoli delle parti non implicando l'obbligo di addivenire a un accordo nelle materie previste dall'art. 4, comma 3. Le parti, comunque, compiono ogni ragionevole sforzo per raggiungere l'accordo nelle materie demandate.
3. Analogamente si procede durante il periodo in cui si svolgono la concertazione o la consultazione, nel quale le parti non assumono iniziative unilaterali sulle materie oggetto delle previste relazioni sindacali.
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Dirigenza - art. 12 CCNL 8.6.2000; Comparto – art. 11 CCNL 7.4.1999: Interpretazione autentica dei
contratti collettivi
1. Quando insorgano controversie aventi carattere di generalità sull'interpretazione dei contratti collettivi, le parti che li hanno sottoscritti si incontrano entro trenta giorni dalla richiesta allo scopo di definire consensualmente il significato della clausola controversa. L'eventuale accordo stipulato con le procedure di cui all'articolo 51 del d.lgs. 29 del 1993 o quelle previste dall'art. 5, per i contratti collettivi integrativi, sostituisce la clausola in questione sin dall'inizio della vigenza del contratto.
2. La medesima procedura può essere attuata per le questioni aventi carattere di generalità, anche a richiesta di una delle parti prima che insorgano le controversie.
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art. 2 CCNL integrativo dirigenza 10.2.2004:
Diritto di assemblea
1. I dirigenti hanno diritto a partecipare, durante l'orario di lavoro, ad assemblee sindacali, in idonei locali concordati tra le organizzazioni sindacali e le aziende, per n. 12 ore annue pro capite senza decurtazione della retribuzione.
2. Le assemblee che riguardano la generalità dei dirigenti o gruppi di essi possono essere indette, con specifico ordine del giorno, su materie di interesse sindacale e del lavoro, singolarmente o congiuntamente da una o più organizzazioni sindacali rappresentative nell'area della dirigenza medico veterinaria ai sensi dell'art. 1, comma 5 del CCNQ del 27 febbraio 2001 sulle prerogative sindacali.
3. Per quanto non previsto e modificato dal presente articolo, resta ferma la disciplina del diritto di assemblea prevista dall'art. 2 del CCNQ 7 agosto 1998 sulle modalità di utilizzo dei distacchi, aspettative e permessi, nonché delle altre prerogative sindacali.
4. E' disapplicato l'art. 94 del D.P.R. 28 novembre 1990, n. 384.
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art. 2 CCNL integrativo comparto 20.9.2001:Diritto
di assemblea
1. I dipendenti hanno diritto a partecipare, durante l'orario di lavoro, ad assemblee sindacali, in idonei locali concordati con le aziende per n. 12 ore annue pro capite senza decurtazione della retribuzione
2. Le assemblee che riguardano la generalità dei dipendenti o gruppi di essi possono essere indette con specifico ordine del giorno su materie di interesse sindacale e del lavoro:
- singolarmente o congiuntamente da una o più organizzazioni sindacali rappresentative nel comparto ai sensi dell'art.1, comma 5 del CCNQ del 9 agosto 2000 sulle prerogative sindacali;
- dalla R.S.U. nel suo complesso e non dai singoli componenti , con le modalità dell'art. 8, comma 1 dell' accordo quadro sulla elezione delle RSU del 7 agosto 1998;
- da una o più organizzazioni sindacali rappresentative del comparto, di cui al primo alinea, congiuntamente con la RSU.
3. Per quanto non previsto e modificato dal presente articolo resta ferma la disciplina del diritto di assemblea prevista dall'art. 2 del CCNQ 7 agosto 1998 sulle modalità di utilizzo dei distacchi, aspettative e permessi nonché delle altre prerogative sindacali.
4. È disapplicato l'art. 26 del DPR 384/1990.
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art. 3 CCNL integrativo dirigenza 10.2.2004: Contributi sindacali
1. I dirigenti hanno facoltà di rilasciare delega a favore dell'organizzazione sindacale da loro prescelta per la riscossione di una quota mensile dello stipendio per il pagamento dei contributi sindacali nella misura stabilita dai competenti organi statutari. La delega è rilasciata per iscritto ed è trasmessa dal dirigente all'azienda ed all'organizzazione sindacale interessata o da quest'ultima direttamente all'azienda.
2. La delega ha effetto dal primo giorno del mese successivo a quello del rilascio.
3. Il dirigente può revocare in qualsiasi momento la delega rilasciata ai sensi del comma 1 inoltrando la relativa comunicazione all'azienda di appartenenza ed all'organizzazione sindacale interessata. L'effetto della revoca decorre dal primo giorno del mese successivo alla sua presentazione.
4. Le trattenute operate dalle singole aziende sulle retribuzioni dei dirigenti in base alle deleghe ricevute sono versate con cadenza mensile alle organizzazioni sindacali interessate. Con l'azienda stessa sono, altresì, concordate le modalità che consentano il monitoraggio degli iscritti, dei cancellati o dei trasferiti nel rispetto delle norme vigenti.
5. Le aziende sono tenute, nei confronti dei terzi, alla segretezza sui nominativi del personale delegante nonché sui versamenti effettuati alle organizzazioni interessate.
6. Con l'entrata in vigore del presente contratto è definitivamente disapplicato l'art. 12 del CCNL 5 dicembre 1996. …………………………….
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Dirigenza - art. 4 CCNL integrativo 10.2.2004:
1. I dirigenti in attività o in quiescenza possono farsi rappresentare dai sindacati ammessi alle trattative nazionali, ai sensi dell'art. 43 del D. Lgs. 165/2001 o dall'istituto di patronato sindacale, per l'espletamento delle procedure riguardanti prestazioni assistenziali e previdenziali, davanti ai competenti organi dell'azienda.
2. E' disapplicato l'art. 101 del D.P.R. 384/1990.
Patronato sindacale
Comparto - art. 3 CCNL integrativo 20.9.2001:
1. I dipendenti in attività o in quiescenza possono farsi rappresentare dai sindacati ammessi alle trattative nazionali, ai sensi dell'art. 43 del D. Lgs. 165/2001 o dall'istituto di patronato sindacale, per l'espletamento delle procedure riguardanti prestazioni assistenziali e previdenziali, davanti ai competenti organi dell'azienda.
2. E' disapplicato l'art. 33 del D.P.R. 384/1990.
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Dirigenza - Art. 8 CCNL 3.11.2005; Comparto – art. 6 CCNL 19.4.2004: Norma di rinvio ed integrazioni:
le prerogative sindacali sono fruibili anche dalle OO.SS. non firmatarie del CCNL purchè ammesse alle trattative nazionali (cfr. art. 43, c. 6, d.lgs. 165/2001)
Prerogative e diritti sindacali:
- CCNQ 7 agosto 1998 (art. 10, c. 2) modalità di accredito dei dirigenti sindacali presso le aziende
- CCNQ 27 gennaio 1999
- CCNQ 9 agosto 2000
- CCNQ 13 febbraio 2001
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Obiettivi del CCNL 3 novembre 2005
Adattamento delle norme contrattuali alle leggi sopravvenute o interventi correttivi
Adattamento delle norme contrattuali alle leggi sopravvenute o interventi correttivi
Coordinamento regionale (art. 9)
Rapporto di lavoro - Legge 138/2004
(artt.10, 11, 12 e 13)
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e. Definizione criteri di valutazione dei dirigenti
Coordinamento Regionale (art. 9)
Materie di coordinamento
comma 1:
a. Utilizzo delle risorse (aggiuntive) regionali - art. 57 (anche comparto)
b. Realizzazione della formazione continua (anche comparto)
d. Metodologie di incremento dei fondi aziendali in caso di aumento dotazione organica (anche comparto)
c. Utilizzo quota risorse derivanti dalla riduzione stabile della dotazione
organica (anche comparto)
Fle ssib
ilità ges tione fon
di
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Coordinamento Regionale (art. 9)…segue
Materie di coordinamento:
f. Definizione di criteri per lo sviluppo di un sistema di standards finalizzati all’individuazione di un quadro omogeneo dei volumi prestazionali
g. Definizione di criteri generali per la razionalizzazione ed ottimizzazione delle attività connesse alla continuità assistenziale (ad es. servizi di guardia) e all’urgenza ed emergenza
h. Applicazione della mobilità dei dirigenti in caso di eccedenza nei processi di ristrutturazione aziendale
i. Criteri per lo svolgimento della libera professione intramuraria correlata all’andamento delle liste d’attesa
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Il comma 4
Possibilità di integrare le materie espressamente previste al comma 1. Definizione all’interno di protocolli definiti in ciascuna Regione e previsti dal sistema delle relazioni sindacali regionali.
Analisi risultanze e impatto che le procedure di revisione del trattamento economico del CCNL hanno prodotto sui fondi delle varie aziende della Regione. In caso di incapienza di qualche azienda la Regione svolge azione di compensazione (perequazione) tra aziende
Problematiche connesse ai processi di riordino previsti dalla programmazione regionale.
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Coordinamento Regionale (art. 9)
Le linee di indirizzo devono essere emanate dalla Regione entro 120 giorni dalla sottoscrizione del
CCNL
In assenza di linee di indirizzo ripresa delle relazioni sindacali aziendali anche nelle predette
materie
…segue
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Spero che non ti secchi se ho portato cuscino e coperte.
Durante la tua ultima presentazione ho perso conoscenza e mi sono rotto il naso sul tavolo.
Dov’è finita l’educazione?