1 IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA PROMOZIONALI Considerazioni ad uso degli Enti...
-
Upload
bertina-capelli -
Category
Documents
-
view
218 -
download
4
Transcript of 1 IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA PROMOZIONALI Considerazioni ad uso degli Enti...
1
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE
ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Considerazioni ad uso degli Enti ed organizzazioni coinvolti nella definizione di progetti promozionali regionali.
Obiettivo del processo: sviluppare progetti promozionali di “qualità”
La qualità non si riferisce ad obiettivi interni alle organizzazioni, ma alla soddisfazione delle esigenze esplicite, implicite e latenti
delle aziende
Autore: F.Passaro
Il processo bottom up Trieste
2
1. Partire con un processo “bottom up” ascoltando le aziende e “interpretando” i loro desiderata alla luce delle “opportunità latenti” sul mercato internazionale (da verificare parallelamente).
2. Segmentare le aziende di un comparto secondo criteri di segmentazione sia quantitativi che qualitativi, con criteri comunque che appaiano congrui rispetto ad un loro punteggio globale di competitività internazionale e di loro presenza nei diversi mercati internazionali.
3. A seguito della segmentazione individuare “cluster” omogenei di aziende e verificare i punti di forza e di debolezza del “cluster” (swot analys).
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI - PROCEDURA
Il processo bottom up Trieste
3
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
4. Verificare le “opportunità latenti” anche tramite confronto con gli uffici ICE all’estero e conseguentemente definire per ciascun “cluster“ alcune proposte mirate di internazionalizzazione e condividerle con gli interessati.
5. Verificare le loro reazioni alle proposte, integrarle con suggerimenti e valutazioni provenienti dal “cluster”.
6. Verificare se siano possibili sinergie promozionali con altri “cluster” di aziende in altri settori.
Il processo bottom up Trieste
4
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
7. Raccogliere le adesioni alle iniziative promozionali, facendo pagare al momento della firma un “ticket”, obbligare contrattualmente le aziende a fornire un “feed back” alla conclusione delle iniziative.
8. Alla fine dell’iniziativa raccogliere le impressioni delle aziende.
9. Dopo un periodo congruo (2 – 3 mesi) raccogliere dalle aziende le informazioni sui risultati commerciali conseguiti a seguito delle iniziative promozionali.
Il processo bottom up Trieste
5
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
A seguito delle informazioni sui risultati:
A. Riposizionare eventualmente il “cluster”
modificandone la struttura se necessario.
B. Formulare un’analisi ex post delle interazioni e
relazioni tra punti di forza e debolezza e
risultati.
C. Scrivere i suggerimenti per migliorare il
posizionamento strategico delle aziende del
“cluster” sui mercati “target”.
Il processo bottom up Trieste
6
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
OSSERVAZIONI
La formulazione di progetti ben strutturati e mirati parte
da alcuni presupposti fondamentali:
1. L’individuazione di ipotesi di opportunità latenti;
2. La verifica delle ipotesi – la quantificazione delle
opportunità e della durata della “finestra” temporale”
che si aprirà.
3. Le condizioni richieste per poter posizionarsi sul
mercato e quindi la verifica della “sfruttabilità” delle
opportunità da parte dell’imprenditoria locale.
Il processo bottom up Trieste
7
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Per individuare ipotesi di “opportunità latenti”,
come operare?
Fondamentalmente:
A. Tramite ricerca desk (dati statistici, risultati di indagini di terzi)
B. Tramite ricerca field (interviste)
Il processo bottom up Trieste
8
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Chi può “vedere” le opportunità?
Un osservatore generico, con una buona base di cultura
economica, può rilevare le opportunità globali di un
mercato o di alcuni comparti di esso, ipotizzando la sua
probabile evoluzione e i fattori del suo sviluppo tramite
comparazione con mercati simili per caratteristiche, ovvero
con una certa contiguità nel tempo (evoluzione prevedibile
considerando l’evoluzione precedente di mercati più
avanzati) e nello spazio.
Il processo bottom up
Trieste
9
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Per quanto riguarda invece l’individuazione di opportunità
latenti specifiche per prodotto o per gruppi di prodotto e/o
nicchie di mercato, è abbastanza improbabile che un
osservatore generico sia in grado di individuarle, ma è
necessario l’intervento di un consulente provvisto di capacità
di analisi basata sulle conoscenze tecniche ed esperienza
lavorativa nel settore oggetto di esame.
In questo processo l’Ufficio ICE all’estero ha un ruolo
fondamentale di indirizzo e di verifica.
Il processo bottom up Trieste
10
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
L’individuazione di un segmento di mercato che presenti
opportunità latenti di sfruttamento viene poi seguita dalla
misura delle sue dimensioni potenziali.
L’operazione talvolta è difficile, in quanto in molti casi è
necessario avanzare delle ipotesi circa i comportamenti sia dei
Consumatori che dei cosiddetti “agenti intermedi”
(importatori, distributori, ecc.) per i beni di consumo e circa le
decisioni di investimento da parte delle aziende per i beni
industriali.
Il processo bottom up
Trieste
11
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Per restringere il margine di incertezza, in genere molto
grande in quanto si tratta di valutare eventi futuri ed
incerti, può essere d’aiuto sia un’analisi con interviste a
campione, ovvero un’analisi con interviste ad “opinion
leaders”.
Anche la definizione di alcuni parametri econometrici che
legano l’opportunità con altri fattori di crescita può
aiutare nella valutazione.
Il processo bottom up Trieste
12
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Una volta misurato il potenziale economico dell’opportunità, si
tratta di stimare le quote di mercato ottenibili, tenendo in
considerazione la situazione dell’ambiente competitivo e la
forza e la debolezza delle offerte competitive delle aziende
italiane ed estere concorrenti.
Corollari importanti della misurazione del potenziale e della
quota raggiungibile sono:
1. la stima dell’investimento richiesto per ottenere le quote e mantenerle;
2 la durata della finestra temporale dell’opportunità.
Il processo bottom up Trieste
13
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
La logica sottostante la decisione di investire fondi pubblici
nella
promozione non si dovrebbe quindi discostare dalla logica
privata.
Cambia soltanto la composizione dell’offerta che, nel caso
pubblico, diventa collettiva, il che comporta una valutazione più
“mediata” e complessa.
Il processo bottom up Trieste
14
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Se le operazioni su indicate in linea di massima vengono ripetute
per diversi mercati, si otterranno una serie di opportunità, di
stime di potenzialI e di corrispondenti importi di investimento
necessari al loro sfruttamento, il tutto corredato da stime del
grado di difficoltà/probabilità di successo dello sfruttamento
medesimo e condizioni di competitività richieste per lo
stesso.
Il processo bottom up
Trieste
15
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Il meccanismo porta quindi alla definizione di un “giardinetto” di possibili attività da svolgere con diversi gradi di interesse/possibilità di successo.E’ importante la capacità di sviluppare una visione lateralenello “scouting” di nuove opportunità. La visione laterale deriva dall’abitudine di processare le idee ele informazioni in parallelo e di evidenziare possibili sinergie e latenti potenzialità esaminando settori apparentemente noncollegati tra di loro.L’operazione non si discosta molto dalla tecnica di ricerca di laboratorio in cui si rilevano dei “pattern” significativi su alcuni fenomeni naturali per analizzare poi se siano rilevanti per ipotesi relative ad altri fenomeni e si accertano le similarietà e le differenziazioni.
Il processo bottom up Trieste
16
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
ULTERIORI CONSIDERAZIONI
In quale punto del ciclo di vita dei prodotti si trovano le
tecnologie delle aziende?
Se si riesce a fare individualmente e collettivamente questa
analisi, si predeterminano (seguendo il ciclo di vita dei prodotti
di Vernon) le aree del mondo su cui fare promozione.
Se il prodotto può essere considerato innovativo avremo come
Paesi “target” i paesi leader o imitatori; se il prodotto è maturo i
Paesi “target” saranno quelli meno sviluppati in cui vendere
brevetti, licenze e macchinari.
Il processo bottom up
Trieste
17
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Nell’ipotesi di prodotti in fase matura per passare da un target di
paesi PVS a un target di paesi industrializzati è necessario
rivitalizzare il ciclo di vita dei prodotti tramite l’innovazione.
Hanno le imprese da promuovere un vantaggio competitivo in
termini innovazione/specializzazione?
Il processo bottom up
Trieste
18
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Alcune conseguenze del processo “Bottom up” di definizionedelle “opportunità latenti” e della segmentazione delle aziende in “cluster”.1. Appare necessario introdurre nel team di analisi dei progetti per ciascun settore da promuovere come “figura” chiave un consulente industriale in grado di fornire una valutazione comparata dei punti di forza e di debolezza dell’industria locale rispetto alla concorrenza internazionale e criteri di segmentazione che concorrano a formare “cluster” omogenei di aziende rispetto ad ipotesi di promozione e di “business”.
Il processo bottom up
Trieste
19
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
2. E’ quindi necessario un processo di selezione dei consulenti e valutazione delle competenze degli stessi.
3. E’ necessario che il lavoro dei singoli consulenti venga integrato da informazioni di mercato da varie fonti sia macroeconomiche che microeconomiche da strutturare secondo logiche di esame del potenziale e conseguente valutazione dei costi/benefici di possibili azioni e opportunità/rischi delle medesime.
4. Il processo di selezione dei progetti può quindi assumere la forma di un “albero delle decisioni” con vari rami che rappresentano graficamente le soluzioni alternative e le probabilità di rischio/successo/payoff ad esse associate.
Il processo bottom up Trieste
20
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Non tutti i progetti sono riconducibili ad una logica disfruttamento di opportunità latenti e segmentazione delle aziendein “cluster”. Alcuni progetti in particolare quelli di formazione, prescindonodalla necessità di approfondire l’esame di singole opportunitàcommerciali, e sono quindi “trasversali”.Tuttavia anche i progetti di formazione trarrebbero vantaggio dall’inclusione di un esperto industriale nel team di valutazione/ approvazione del progetto.Infatti è evidente che le aree di debolezza conoscitiva egestionale delle aziende in relazione all’export siano meglioaccertabili da chi conosce la realtà strutturale delle aziende di un determinato comparto.
Il processo bottom up Trieste
21
IL PROCESSO BOTTOM UP DI DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ PROMOZIONALI
Per quanto riguarda infine i progetti di “incoming” l’inserimento
di un esperto di settore consentirà di selezionare meglio le
aziende locali da far incontrare agli operatori esteri e di creare
anche, se del caso, percorsi alternativi differenziati che siano
conformi ai desiderata espressi preventivamente dai componenti
della delegazione in visita.
Il processo bottom up
Trieste