1 Facoltà di Economia U niversità degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 8 Anno...
-
Upload
filomena-castelli -
Category
Documents
-
view
221 -
download
3
Transcript of 1 Facoltà di Economia U niversità degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 8 Anno...
1
Facoltà di EconomiaUniversità degli Studi di Parma
Corso diEconomia Industriale
Cap. 8
Anno Accademico 2013-2014
2
Struttura industriale e risultati economici
3
Def. Struttura• Insieme di fattori che influenzano il grado di concorrenzialità
delle imprese in un dato settore
es.:• numero delle imprese• barriere all’entrata• differenziazione del prodotto• ecc.
• La struttura è il risultato degli effetti delle Condizioni di base e del Comportamento delle imprese (vedi modello SCP)
4
Quesito 1
• Da quali variabili dipendono i risultati economici dell’impresa?
5
Risultati economici:Risultati economici:•Livello dei prezzi dei prodottiLivello dei prezzi dei prodotti•Progresso tecnologicoProgresso tecnologico•Efficienza Efficienza •Qualità dei prodottiQualità dei prodotti•ProfittiProfitti
6
Risposta 1
• I risultati economici dell’impresa dipendono:
• dalle Condizioni di Base
• dalla Struttura del settore
• dalle Condotte dell’impresa
• dal Contesto istituzionale
7
Struttura, Condotte, Performance
Condizioni di BaseCondizioni di Base
StrutturaStruttura
ComportamentoComportamento
Risultati EconomiciRisultati Economici
PolitichePolitichePubblichePubbliche
(Istituzioni)(Istituzioni)
8
Struttura, Condotte, Performance
Condizioni di BaseCondizioni di Base
StrutturaStruttura
ComportamentoComportamento
Risultati EconomiciRisultati Economici
PolitichePolitichePubblichePubbliche
(Istituzioni)(Istituzioni)
9
Condizioni di base:Condizioni di base:•Elasticità della domanda al prezzoElasticità della domanda al prezzo•Tasso di crescita della domanda Tasso di crescita della domanda •Grado di sostituibilità dei prodottiGrado di sostituibilità dei prodotti•Tecnologia (offerta tecnologica)Tecnologia (offerta tecnologica)•Economie di scalaEconomie di scala•Capitale umanoCapitale umano•Offerta di materie primeOfferta di materie prime
10
Struttura, Condotte, Performance
Condizioni di BaseCondizioni di Base
StrutturaStruttura
ComportamentoComportamento
Risultati EconomiciRisultati Economici
PolitichePolitichePubblichePubbliche
(Istituzioni)(Istituzioni)
11
Struttura del settore/filiera:Struttura del settore/filiera:•Numero delle imprese attiveNumero delle imprese attive•Barriere all’entrata Barriere all’entrata •Grado di differenziazione dei prodottiGrado di differenziazione dei prodotti•Grado di integrazione verticale delle impreseGrado di integrazione verticale delle imprese•Grado di diversificazione delle impreseGrado di diversificazione delle imprese•Dimensione media delle impreseDimensione media delle imprese
12
Struttura, Condotte, Performance
Condizioni di BaseCondizioni di Base
StrutturaStruttura
ComportamentoComportamento
Risultati EconomiciRisultati Economici
PolitichePolitichePubblichePubbliche
(Istituzioni)(Istituzioni)
13
Comportamento dell’impresa:Comportamento dell’impresa:•Politiche di prezzoPolitiche di prezzo•Politiche di prodottoPolitiche di prodotto•Investimenti in capitale fissoInvestimenti in capitale fisso•Pubblicità Pubblicità •Ricerca e sviluppoRicerca e sviluppo•Collusione (cartelli)Collusione (cartelli)•Fusioni e acquisizioneFusioni e acquisizione•Pratiche cooperative (accordiPratiche cooperative (accordi))
14
Struttura, Condotte, Performance
Condizioni di BaseCondizioni di Base
StrutturaStruttura
ComportamentoComportamento
Risultati EconomiciRisultati Economici
PolitichePolitichePubblichePubbliche
(Istituzioni)(Istituzioni)
15
Politiche pubbliche (Istituzioni):Politiche pubbliche (Istituzioni):•AntitrustAntitrust•RegolamentazioneRegolamentazione•Definizione di standard di qualitàDefinizione di standard di qualità•Beni pubblici (ricerca; istruzione; formazione)Beni pubblici (ricerca; istruzione; formazione)•Protezione istituzionale dell’entrata Protezione istituzionale dell’entrata •Incentivi e sussidiIncentivi e sussidi•ImposteImposte•Politiche macroeconomichePolitiche macroeconomiche
16
Domanda 2
• La relazione è deterministica ?
17
Risposta 2
• La relazione non è deterministica, ma biunivoca
18
Struttura, Condotte, Performance
Condizioni di BaseCondizioni di Base
StrutturaStruttura
ComportamentoComportamento
Risultati EconomiciRisultati Economici
PolitichePolitichePubblichePubbliche
(Istituzioni)(Istituzioni)
19
Esempio 1
– Possibili effetti della riduzione delle economie di scala causata da innovazione tecnologica (Condizioni di base)
20
Condizioni di baseCondizioni di baseTecnologia (innov. di processo)Tecnologia (innov. di processo)
Economie di scala (in diminuzione)Economie di scala (in diminuzione)Livello della domanda (stabile)Livello della domanda (stabile)
Es. 1Es. 1
21
Condizioni di baseCondizioni di baseTecnologia (innov. di processo)Tecnologia (innov. di processo)
Economie di scala (in diminuzione)Economie di scala (in diminuzione)Livello della domanda (stabile)Livello della domanda (stabile)
StrutturaStrutturaNumero delle imprese (in aumento)Numero delle imprese (in aumento)
Barriere all’entrata (in diminuzione)Barriere all’entrata (in diminuzione)Grado di differenziazione (stabile)Grado di differenziazione (stabile)
Es. 1Es. 1
22
Condizioni di baseCondizioni di baseTecnologia (innov. di processo)Tecnologia (innov. di processo)
Economie di scala (in diminuzione)Economie di scala (in diminuzione)Livello della domanda (stabile)Livello della domanda (stabile)
StrutturaStrutturaNumero delle imprese (in aumento)Numero delle imprese (in aumento)
Barriere all’entrata (in diminuzione)Barriere all’entrata (in diminuzione)Grado di differenziazione (stabile)Grado di differenziazione (stabile)
ComportamentoComportamento
Politiche di prezzo (concorr.)Politiche di prezzo (concorr.)Fusioni e acquisizioni (in diminuzione)Fusioni e acquisizioni (in diminuzione)
Es. 1Es. 1
23
Condizioni di baseCondizioni di baseTecnologia (innov. di processo)Tecnologia (innov. di processo)
Economie di scala (in diminuzione)Economie di scala (in diminuzione)Livello della domanda (stabile)Livello della domanda (stabile)
StrutturaStrutturaNumero delle imprese (in aumento)Numero delle imprese (in aumento)
Barriere all’entrata (in diminuzione)Barriere all’entrata (in diminuzione)Grado di differenziazione (stabile)Grado di differenziazione (stabile)
ComportamentoComportamento
Politiche di prezzo (concorr.)Politiche di prezzo (concorr.)Fusioni e acquisizioni (in diminuzione)Fusioni e acquisizioni (in diminuzione)
Risultati economiciRisultati economiciLivello dei prezzi (in diminuzione)Livello dei prezzi (in diminuzione)
Profitti (in diminuzione)Profitti (in diminuzione)
Es. 1Es. 1
24
Esempio 2
– Possibili effetti di processi di fusione e acquisizione tra le imprese del settore (Comportamento)
25
ComportamentoComportamentoAcquisizioni e fusioni (aumento)Acquisizioni e fusioni (aumento)
Risultati economiciRisultati economiciPrezzi (aumento?)Prezzi (aumento?)
Efficienza prod. (aumento?)Efficienza prod. (aumento?)Profitti (aumento?)Profitti (aumento?)
26
ComportamentoComportamentoAcquisizioni e fusioni (aumento)Acquisizioni e fusioni (aumento)
Risultati economiciRisultati economiciPrezzi (aumento?)Prezzi (aumento?)
Efficienza prod. (aumento?)Efficienza prod. (aumento?)Profitti (aumento?)Profitti (aumento?)
StrutturaStrutturaNumero delle imprese (diminuz.)Numero delle imprese (diminuz.)
Barriere all’entrata (aumento)Barriere all’entrata (aumento)
27
ComportamentoComportamentoAcquisizioni e fusioni (aumento)Acquisizioni e fusioni (aumento)
Risultati economiciRisultati economiciPrezzi (aumento?)Prezzi (aumento?)
Efficienza prod. (aumento?)Efficienza prod. (aumento?)Profitti (aumento?)Profitti (aumento?)
StrutturaStrutturaNumero delle imprese (diminuz.)Numero delle imprese (diminuz.)
Barriere all’entrata (aumento)Barriere all’entrata (aumento)
Condizioni di baseCondizioni di baseAccesso a materie prime (diminuzione?))
Offerta di Tecnologia (diminuzione?)Elasticità della domanda (diminuzione?)
28
Risultati economici• Capacità delle imprese e delle politiche pubbliche di produrre surplus
totale (benessere)
• es.:• prezzi che si approssimano a quelli di concorrenza• efficienza produttiva• efficienza allocativa• qualità dei prodotti
• I risultati economici dipendono dalla struttura del mercato, dalle condotte delle imprese (Comportamento) e dalle politiche pubbliche (vedi modello SCP)
29
Ipotesi generale
• Quanto più la ‘struttura del mercato’ si avvicina a quella di concorrenza perfetta (il potere di mercato è nullo), tanto più elevati sono i ‘risultati economici’
30
Quesiti
• Quali variabili influenzano maggiormente il potere di mercato delle imprese?
• Quanto potere di mercato possiedono nella realtà le imprese?
• Come è possibile misurare il potere di mercato delle imprese e quindi la profittabilità di un settore?
31
Implicazioni dell’analisi svolta nei precedenti capitoli
• La struttura del mercato condiziona la presenza e la persistenza di profitti superiori alla norma
• I margini prezzo-costo (profitti) variano in funzione del numero delle imprese presenti nel settore e del livello delle barriere all’entrata
• Anche se il prezzo è superiore al costo marginale non è detto che il profitto sia positivo
• L’analisi di breve periodo non è in grado di giustificare alcuna conclusione di lungo periodo
32
Prescrizioni
• Strutture di mercato p-Mc bt lt
• Concorrenza 0 + - 0
• Concorrenza monop. + + - 0
• Oligopolio + + - + -
• Monopolio + + - + -
33
Misure dei risultati economici
• 1) Tasso di rendimento (rapporto profitti/ investimenti)• 2) Margine prezzo-costo (p-MC/p)• 3) q di Tobin (rapporto valore di mercato di una impresa
/costo di sostituzione delle attività)
34
Tasso di rendimento• Obiettivo: Identificazione di uno scarto positivo tra tasso di
rendimento del settore in esame e tasso di rendimento di concorrenza (extra-profitto)
• (ri-R°)>0
• R°, il tasso di rendimento di concorrenza è approssimato al costo opportunità (tasso di rendimento in investimenti alternativi (titoli pubblici, per es) +rischio) (remunerazione ordinaria del capitale investito)
35
Il profitto economico
• Il profitto economico (profitto contabile)==Y-Cl-Cm-Ck (1)
• dove
• Y=fatturato
• Cl=costo del lavoro
• Cm=costo delle materie prime e semilav.
• Ck=costo del capitale
36
Il costo del capitale
• Il costo del capitale (fisso) è un flusso, non uno stock
• E’ equivalente al canone di noleggio di una unità di capitale (attrezzatura, impianto)
• Il canone di noleggio comprende: ammortamento (usura) del capitale + rendimento netto (remunerazione del capitale investito)
37
Tasso di rendimento
• Sia
• r=tasso di remunerazione netto per unità di valore di capitale investito
• a= tasso di ammortamento per unità di valore di capitale investito
• K=valore del capitale investito
• costo del capitale :
• (a+r)K (2)
38
Tasso di rendimento
• Sostituendo la (2) nella (1)=Y-Cl-Cm-(a+r)K (3)
• Il tasso di rendimento è quel valore di r che rende =0
• Pongo =0 nella (3) e risolvo rispetto a r:
• r=(Y-Cl-Cm-aK)/K
39
Tasso di rendimento
• Sia R°=tasso di rendimento normale (concorrenziale)
• Se ri-R°>0 extra-profitto Entrata Espansione dim. Collusione?
• Se ri-R°=<0 profitto normale Non Entrata
Riduzione dim.?
40
Difficoltà / regole di calcolo del tasso di rendimento
• 1) valutazione del capitale fisso non in termini contabili (storici), ma in termini di valore di sostituzione (cioè al costo per sostituire il capitale fisso storico con capitale fisso attuale di equivalente produttività) (NB problema delle nuove entranti e progresso tecnico)
• 2) l’ammortamento contabile (a quote fisse) tendenzialmente non corrisponde all’usura economica del capitale
41
Difficoltà / regole di calcolo del tasso di rendimento
• 3) valutazione delle spese in pubblicità (flusso?) e ricerca e sviluppo (incertezza e variabilità dei rendimenti)
• 4) inflazione e necessità di utilizzare variabili a valore nominale o a valore reale
42
Difficoltà / regole di calcolo del tasso di rendimento
• 5) presenza di profitti di monopolio capitalizzati. In relazione ad una acquisizione il valore dell’impresa può comprendere il flusso di profitti di monopolio per un periodo dato. Nella fase successiva all’acquisizione il tasso di rendimento viene stimato con al denominatore un valore del capitale investito non corrispondente alla realtà
43
Difficoltà / regole di calcolo del tasso di rendimento
• 6) i tassi di rendimento devono essere calcolati al netto delle imposte
• 7) la differenza tra tassi di rendimento effettivi e tassi di rendimento concorrenziali devono tenere presente la differente distribuzione del rischio tra i settori
• 8) la comparazione dei tassi di rendimento di imprese (settori) con diverso grado di indebitamento può essere fuorviante. Le imprese più indebitate devono remunerare di più i finanziatori di quelle meno indebitate per compensarli del rischio. Ciò non ha niente a che vedere con il grado di concorrenza presente in un settore.
44
Margine prezzo-costo (p-MC/p)
• Il margine prezzo-costo è un indicatore della presenza di potere di mercato
• In assenza di informazioni relative a MC, si ricorre al margine prezzo-costo medio variabile :
• (Y-Cl-Cm)/Y (1)• Il ricorso al margine prezzo-costo medio variabile
può essere causa di distorsioni delle stime
45
Margine prezzo-costo (p-MC/p)
• (p-MC)/p=-1/ (2)• sia v=(Cl+Cm)/Q=costi variabili per unita di
prodotto• MC=v+(a+r)K/Q (3)• sostituendo la (3) nella (2) otteniamo:• (p-v)/p=-1/+(a+r)K/pQ (4)
46
Margine prezzo-costo (p-MC/p)
• Per ovviare a tale limite:
• (p-v)/p=+1K/pQ+ 2RS+ 3AD+ 4T+• (Y-Cl-Cm)/Y= +1K/pQ+ 2RS+ 3AD+ 4T+• dove• K/pQ=Intensità di capitale• RS=Incidenza delle spese in RS sul fatturato• AD=Incidenza delle spese in Pubblicità sul fatturato• T=Imposte
47
La q di Tobin
• La q di Tobin è il rapporto tra valore di mercato dell’impresa e valore di sostituzione del capitale fisso.
• Valore di mercato dell’impresa=valore in t delle azione e delle obbligazioni emesse
• Valore di sostituzione del capitale fisso: costo del rimpiazzo a tecnologia data delle immobilizzazioni tecniche e immateriali
48
La q di Tobin• In concorrenza la q di Tobin=1:
• nessuna impresa nuova entrante può avere aspettative di incrementare il suo valore al di sopra dei costi sostenuti
• Se la q di Tobin >1:
• i profitti attesi sono positivi e quindi è previsto un flusso di nuove entranti (vedi condizioni di entrata) Il settore non è in equilibrio di concorrenza
49
Vantaggi e svantaggi della q di Tobin
• Vantaggi:• la misura riflette i valori del futuro e non quelli del passato• incorpora il rischio• Svantaggi • particolari difficoltà per le imprese diversificate• difficoltà di calcolo dei valori di sostituzione del capitale
fisso• difficoltà di stima del valore delle imprese se non hanno
emesso obbligazioni e azioni
50
Potere di mercato e redditività .
Fonte: Brandolini e Bugamelli 2009
51
Potere di mercato e redditività .
Fonte: Brandolini e Bugamelli 2009
52
Potere di mercato e redditività .
Fonte: Boulhol 2005
53
Potere di mercato e redditività .
Fonte: Boulhol 2005
54
Potere di mercato e redditività .
Fonte: CSC 2013
55
Variabili influenti sulla struttura del mercato
• Barriere all’entrata
(ostacoli al raggiungimento dell’equilibrio di concorrenza (presenza di extra-profitti))
• Concentrazione industriale
(numerosità e distribuzione delle quote di mercato delle imprese attive (in un settore o in un sistema economico))
56
Rilevanza del problema
• Analisi delle condizioni di entrata• Indicazioni sulla forma di concorrenza prevalente• Tendenze in atto (variazione della profittabilità,
variazione dei costi fissi) e riflessi sulle forme di concorrenza (ruolo dei fattori non di prezzo)
• Effetti sul benessere• Indicazioni sulle caratteristiche che devono
assumere le iniziative di politica industriale di disciplina dei mercati
57
Barriere all’entrata e struttura del mercato
• Hp.1. Restrizione all’entrata: le barriere all’entrata limitano il numero delle imprese potenzialmente attive nel settore
58
Barriere all’entrata e struttura del mercato
(restrizioni all’entrata)
q
P
Q2=200q1
P
Q
MC
AC1P1
P2
q1
P2
S2
D
59
Barriere all’entrata e struttura del mercato
(restrizioni all’entrata)
P1
q
P
Q2=200q1
P
Q
MC
AC1P1
S1P2
q1 Q1=300q2
P2
S2
D
60
Barriere all’entrata e struttura del mercato
(restrizioni all’entrata)
P1
q2 q
P
Q2=200q1
P
Q
MC
AC1P1
S1P2
q1 Q1=300q2
P2
S2
D
61
Barriere all’entrata e struttura del mercato
(restrizioni all’entrata)
P1
q2 q
P
Q2=200q1
P
Q
MC
AC1P1
S1P2
q1 Q1=300q2
P2
S2
D
62
Barriere all’entrata e struttura del mercato
(restrizioni all’entrata)
P1
q1 q
P
Q2=200q1
P
Q
MC
AC1P1
S1P2
q2 Q1=300q2
P2
S2
D
DWL
63
Barriere all’entrata e struttura del mercato
Hp.2. Differenziazione dei prodottiDifferenziazione (senza aumento dei costi fissi):aumenta i costi irrecuperabili delle imprese nuove entrantiDifferenziazione (con aumento dei costi fissi):aumenta i costi irrecuperabili delle imprese nuove entrantirende più onerosa l’entrata con capacità produttiva inferiore alla Mes
64
Barriere all’entrata e costi fissi
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
65
Barriere all’entrata e costi fissi
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
66
Barriere all’entrata e costi fissi
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
67
Barriere all’entrata e costi fissi
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
68
Barriere all’entrata e costi fissi
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
69
Barriere all’entrata e costi fissi
Q
P
D1=D-Qn
MC
AC
70
Investimento pubblicitario
Fonte: Rogers 2000
71
Barriere all’entrata e struttura del mercato: indicatori
Economie di scala: rapporto tra il valore medio dell’output dell’impianto mediano sul valore medio dell’output per impianto(se >1=presenza di economie di scala);variazione dei costi medi in caso di riduzione dell’output del k%Fabbisogno di capitale:valore del capitale investito nell’impianto mediano; rapporto tra immobilizzazioni tecniche e fatturato (o VA)
72
Barriere all’entrata e struttura del mercato: indicatori
Differenziazione di prodotto: rapporto spese in pubblicità su fatturatoIntensità di ricerca: rapporto spese in ricerca e sviluppo su fatturato;n. brevetti su 1000 imprese; addetti in laboratori in ricerca, laboratorio analisi e ufficio tecnico su addetti totali
73
Livello di concentrazione e struttura del mercato
Definizione:
• Un mercato si definisce concentrato quando poche imprese controllano quote elevate della domanda
74
Livello di concentrazione e struttura del mercato
Hp 1 Modello di Cournot: al diminuire del numero delle imprese, la capacità di fissare prezzi superiori a quelli di monopolio aumenta
75
Livello di concentrazione e struttura del mercato
Pm n=1
n=2n=3
n=4n=5
Mc
Q
P
P2P3P4P5
Qm Q2 Q3Q4Q5
76
Livello di concentrazione e struttura del mercato
• Hp.2. Cartello: i costi di coordinamento del cartello diminuiscono alla riduzione del numero delle imprese e all’aumentare delle quote di mercato controllate
77
Livello di concentrazione e struttura del mercato
• Hp.3. Impresa dominante: tanto più ampia è la quota di mercato detenuta dall’impresa dominante, tanto maggiore è il profitto estratto
78
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
MR
MR
79
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
MR
MR
Qd1
80
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
MR
MR
P2
Qd1
81
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
MR
MR
P2
Qd1
82
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
P2
Qd1
83
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
P2
Qd1 Qd2
84
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
MR
MR
P2
Qd1
P3
85
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
MR
MR
P2
Qd1 Qd2
86
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
MR
MR
P2
Qd1
P3
Qd2
87
Impresa dominante con assenza di entrata Schema parziale
Imprese marginali Impresa dominante
Sf
P1=Ps
D
D-Sf
P1
MCd1
MR
MR
P2
Qd1
P3
Qd2
88
Livello di concentrazione e struttura del mercato
Conclusioni
• L’analisi della concentrazione deve tenere presente contemporaneamente:
• 1) numerosità delle imprese
• 2) asimmetria nella distribuzione delle quote di mercato
89
Curve di concentrazione
• Le curve di concentrazione costituiscono la rappresentazione grafica della relazione tra disuguaglianza nella distribuzione delle quote di mercato e numero delle imprese presenti in un settore.
• (ordinamento decrescente delle imprese in relazione al valore dell’output)
90
Curve di concentrazione
100
A B C
n. imprese0
91
Misure di concentrazione del mercato
Rapporto di concentrazione
r
ii
r
i
ir s
X
xC
11
Dove Cr=Rapporto di concentrazione r= n.imprese considerate (ordinamento decrescente per fatturato) xi=fatturato dell’impresa i-esimaX=fatturato del del settore
92
Curve di concentrazione
100
A B C
n. imprese0 3
93
Misure di concentrazione del mercato
n
i
n
ii
i sX
xHHI
1 1
2
2
Dove HHI=Indice di Herfindahl-Hirschman xi=fatturato dell’impresa i-esimaX=fatturato del del settore
94
Simulazione• http://www.youtube.com/watch?v=QJNlxJyxn4Q&feature=related• http://www.justice.gov/atr/public/guidelines/hhi.html• http://www.unclaw.com/chin/teaching/antitrust/herfindahl.htm
• Top ten firms selling cars and light trucks in the US in October 2008 and their market share :
• GM 20%Toyota 18%Ford 16%Chrysler 11%Honda 10%Nissan 7%BMW 3%Volkswagen 3%Hyundai 3%Mazda 2%
• A 2%, B2%, C2%, D1%
95
Concentrazione del mercato e della produzione
• Le misure di concentrazione che non tengono presente gli scambi internazionali portano a risultati gravemente distorti
• xi=produttori nazionali (output-exp)+imprese importatrici
• X=consumo apparente= Y-EXP+IMP
96
Concentrazione Industriale .
Fonte: CSC 2010
97
Concentrazione Industriale . Settori con concentrazione massima e minima (C5)
Fonte: Belderbos et al. 2010
98
Concentrazione Industriale .(Settori manifatturieri; per terzili e media)
Fonte: Belderbos et al. 2010
99
Concentrazione Industriale .
Fonte: Rogers 2000
100
Sellers and buyers concentration
• La concentrazione degli acquirenti:
• 1) tende a comprimere la profittabilità dei produttori;
• 2) tende a incentivare la loro crescita dimensionale (incrementa la concentrazione dell’offerta)
101
Concentrazione aggregata
• Incidenza del fatturato (valore aggiunto) delle imprese di maggiori dimensioni sul fatturato (valore aggiunto) di un sistema economico (nazionale o sovranazionale)
• CR50; CR100;CR200
102
Concentrazione aggregata (USA)
1947 1958 1967 1972 1982 1992
CR50 17 23 25 25 24 24
CR100 23 30 33 33 33 32
CR200 30 38 42 43 43 42
103
Effetti della struttura sulla profittabilità • Barriere (Settore) CR4 r• Molto elevate (Media) 78 19• (Automobili) 90 23,9• (Tabacco) 90 12,6• Rilevanti (Media) 60 13,4• (Rame) 92 14,6• (Prod. Toeletta) 79 15,8• Moderate/basse 44 11,6• (Pneumatici) 77 12,7• (Cemento) 30 14,3
104
Critiche
• Mercati non in equilibrio
• Variabilità della relazione nel tempo
• Mann conferma i risultati di Bain su dati anni 1950-60
105
Effetti della struttura sulla profittabilità:gli studi econometrici
• Collins e Preston (1969)• (p-v)/p=19,54+0,096*CR4+0,092*K/Y-0,029*Disp
• R2=0,19
• dove: CR4=grado di concentrazione;K/Y=rapporto capitale/prodotto; Disp=dispersione geografica dei prodotti
• Impatto significativo, ma modesto
106
Effetti della struttura sulla profittabilità:gli studi econometrici
• Weiss (1974)• (p-v)/p=• -16,3• +0,050*CR4 =Grado di concentrazione• (2,08)• -0,029*Disp =Dispersione geografica• (2,00) • +0,119*K/Y =Rapporto capitale/output• (7,44)• +1,30*A/S =rapporto spese pubb./output• (7,20)•
107
Effetti della struttura sulla profittabilità:gli studi econometrici
• -1,90Co =rapporto addetti sede centrale/tot.addetti• (0,42)• +0,023INV/S =rapporto valore magazzino/output• (0,169)• +0,26*Grow =Tasso di crescita dell’output• (2,90)• 0,00083*CONS =proxy rilevanza beni di consumo• (2,70)• +0,095MID =r. output impianto mediano/output medio• (0,38)• -0,033Kplant =capitale per impianto mediano• (1,65)
108
Conclusioni generali
• La concentrazione presenta una influenza positiva anche se non troppo elevata
• Il ruolo della differenziazione appare rilevante (pubblicità e spese in RS)
• Sostanzialmente trascurabili appaiono , invece, l’influenza delle variabili proxies delle barriere all’entrata collegate a effetti di scala
• NB- (la correlazione tra le variabili abbassa il valore dei coefficienti?)
109
Conclusioni generali
• Una crescita contenuta del settore segnala la presenza di una particolare forma di barriera all’entrata costituita dalla lentezza dei nuovi ingressi
• La concentrazione degli acquirenti (buyers’ concentration) presenta un segno negativo e significativo
110
Struttura Condotte Performance .
111
Problemi concettuali• 1) Collusione o efficienza? (Demsetz 1973)
• Quote di mercato più grandi dipendono da livelli più elevati di efficienza
• Quote di mercato mercato più grandi determinano incrementi nel grado di concentrazione;
• Le imprese con quote di mercato più ampie, maggiore efficienza, più elevati profitti hanno un peso maggiore nel calcolo della profittabilità media del settore;
• Livelli più elevati di profittabilità sono quindi spiegati dalla maggiore efficienza delle imprese più grandi
112
Problemi concettuali
• Ravenscraft (1983) conferma questa ipotesi: l’introduzione nelle stime della quota di mercato della singola impresa rende non significativo l’indice di concentrazione;
• gli studi intra-settoriali presentano evidenze in contrasto con questa conclusione: le imprese più efficienti non sempre segnalano margini di profitto o quote di mercato particolarmente elevati
113
Nuovi indirizzi di ricerca• Sulla base di queste considerazioni è venuto meno la
prescrizione deterministica che collega concentrazione alla riduzione del benessere sociale. L'azione dell'autorità antitrust non è più guidata da ipotesi teoriche sufficientemente robuste da fornire indicazioni univoche.
• Le misure di concentrazione, in particolare HHI, vengono relegate a funzioni di screening iniziale del processo di istruttoria.
• L'attenzione sul piano del dibattito teorico si rivolge a misure alternative e soprattutto ad indicatori indiretti di politiche di prezzo non concorrenziali.
114
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda
• L’analisi delle reazioni delle imprese alla variazione della domanda fornisce indicazioni sull’eventuale presenza di potere di mercato
115
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda
Q
P
D1
Y1P1
Q1
116
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
Hp. Concorrenza
Q
P
D1
MCcPc1?
Y1
117
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
Hp. Concorrenza
Q
P
D1
MCcPc1?
Y1
Qc1?
118
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
Hp. Monopolio
Q
P
D1
Qm1?
Y1Pm1?
119
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
Hp. Monopolio
Q
P
D1
Qm1?
Y1Pm1?
120
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
Hp. Monopolio
Q
P
D1 MCm
Qm1?
Y1Pm1?
121
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
Hp. Monopolio
Q
P
D1
MCc
MCm
Qm1?
Pc1?Y1
Pm1?
Qc1?
122
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda
Q
P
D1
MCc
MCm
Qm1?
Pc1?Y1
Pm1?
Qc1?
123
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
In caso di Concorrenza
Q
P
D1
Q1
P1Y1
D2
Y2Pc2 MCc
Q2c
124
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
In caso di Monopolio
Q
P
D1
Q1
P1Y1 Y2
125
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
In caso di Monopolio
Q
P
D1
Q1
P1Y1
D2
Y2
126
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
In caso di Monopolio
Q
P
D1
Q1
P1Y1
D2
Y2
MCm
127
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
In caso di Monopolio
Q
P
D1
Q1
P1Y1
D2
Y2
MCm
Q2m
Y3
128
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda:
In caso di Monopolio
Q
P
D1
Q1
P1Y1
D2
Y2
MCm
P2m
Q2m
Y3
129
Stime del mark-up basate sulla curva di domanda
Q
P
D1
P2cY1
D2
Y2
P2m
Q2m
Y3
Q2c
130
Conclusioni
• Un aumento della domanda seguito da significativi incrementi dei prezzi indica la presenza di potere di mercato
131
Instabilità delle quote di mercato
• Analisi indiretta del potere di mercato attraverso la misurazione del livello ( o della presenza ) di coordinamento oligopolistico.
• Abbandono dell’assunto che la concentrazione e quindi i fattori strutturali conducano inevitabilmente alla distorsione del processo competitivo, per concentrarsi sulla identificazione di potenziali condotte collusive.
132
Instabilità delle quote di mercato
• Ipotesi: la collusione ha il fine di contenere la competizione tra le imprese concorrenti.
• Il primo effetto diretto della riduzione della concorrenza è la stabilizzazione delle quote di mercato dei concorrenti nel tempo.
• La collusione sia che prenda la forma di fissazione concordata dei prezzi, di ripartizione dei mercati geografici, o di controllo del ritmo di innovazione nel settore determina tendenzialmente stabilità delle quote di mercato.
133
Instabilità delle quote di mercato
• Ne deriva che se l'offerta è molto concentrata e le le quote di mercato sono stabili nel tempo, vi sono indizi che nel settore è in atto un accordo collusivo.
• Non è vero, comunque, l’inverso: l’instabilità non è sintomo di concorrenza
134
Misure di instabilità delle quote
n
i t
tt
s
ssMSI
1
2
1
102 1
2
1101
n
itt ssMSI
Hp.1 Variabilità delle quote di mercato (analisi di statica comparata)
135
Misure di instabilità delle quote
• Hp.2 Variabilità del rango (analisi diacronica)
• Indice di detronizzazione: probabilità che l’impresa leader venga sostituita da una concorrente
• Indici di instabilità di rango: mutamento nel rango delle prime n imprese
136
Turbolenza di rango .
Fonte: Belderbos et al. 2010
137
Turbolenza di rango .
Fonte: Belderbos et al. 2010
138
Temi trattati
• Relazione struttura e profittabilità• Tasso di rendimento• Margine prezzo-costo• q di Tobin• Indicatori del livello delle barriere all’entrata• Concentrazione di mercato• Curva di concentrazione del mercato• Concentrazione della produzione
• •
139
Temi trattati
• Concentrazione aggregata• Concentrazione degli acquirenti• Rapporto di concentrazione• Indice Herfindahl-Hirschman• Metodi di analisi indiretti