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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 1 0tt. 2005 I I tis planck: Corso di tis planck: Corso di autoformazione autoformazione Storia orale e ‘900 Storia orale e ‘900 a scuola a scuola Con riflessioni ai margini di Con riflessioni ai margini di un’esperienza: un’esperienza: Donne in guerra Donne in guerra

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 10tt. 2005

IItis planck: Corso di autoformazionetis planck: Corso di autoformazione

Storia orale e ‘900Storia orale e ‘900 a scuola a scuola

Con riflessioni ai margini di un’esperienza:Con riflessioni ai margini di un’esperienza:

““Donne in guerraDonne in guerra””

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 20tt. 2005

Il problema di coinvolgere gli studentiIl problema di coinvolgere gli studenti

La storia del ‘900La storia del ‘900, per le sue caratteristiche di contemporaneità, si prestasi presta meglio di altre a coinvolgere la soggettivitàa coinvolgere la soggettività degli studenti: lo si vede chiaramente con le proiezioni di film dedicati alla Shoah e alle guerre, che risvegliano il loro interesse, e suscitano motivazioni di tipo affettivo al recupero della memoria, che è generalmente trascurata dalla società.Infatti è scomparsa, nelle famiglia, la consuetudine di raccontare i è scomparsa, nelle famiglia, la consuetudine di raccontare i tempi passatitempi passati e l’impatto con il vissuto di chi è stato testimone di eventi storici cruciali del ‘900 avviene in genere con la mediazione dal mezzo tecnologico (TV, cinema, Internet). Solo occasionalmente, per lo più nelle scuole, è reso possibile da incontri reali. Allora sorge la domanda: è possibile allargare queste possibilità?

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 30tt. 2005

I giovani e la memoriaI giovani e la memoria

Si può per esempio pensare ad una raccolta di pensare ad una raccolta di testimonianze oralitestimonianze orali: in molte famiglie esistono ancora persone anziane in grado di raccontare storie sulla seconda guerra mondiale, sul dopoguerra e qualcuna è in grado di spingersi indietro fino al fascismo.

Costruire un archivioun archivio costituito da queste testimonianze permetterebbe da un lato di conservare delle fonti storicheconservare delle fonti storiche, dall’altro di coinvolgere gli studentistudenti nella realizzazione delle interviste, ovvero in un processo, che li renderebbe, come vedremo, partecipi del processo di ricostruzione di partecipi del processo di ricostruzione di memoriememorie e, si spera, più consapevoli del valore di queste testimonianze.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 40tt. 2005

Storia e memoriaStoria e memoria

Naturalmente va detto subito che le memoriele memorie (in questi casi individuali) non sostituiscononon sostituiscono, né possono farlo, la storiala storia generale, che deve essere trattata nelle classi come si fa solitamente.

Impregnate come sono di soggettività, costellate di dimenticanze, errori, non devono essere proposte come un sostituto o un contraddittorio della ricostruzione storica, ma come una strada, assai più coinvolgente, per capire come esseri umani concreti, in carne ed ossa, si sono trovati a vivere certi eventi. Le memorie dunque integrano la storia e consentono un approccio “vivo” al approccio “vivo” al tema dei rapporti tra le storie di tutti e la cosiddetta grande tema dei rapporti tra le storie di tutti e la cosiddetta grande storiastoria..

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 50tt. 2005

Che cos’è la storia orale?Che cos’è la storia orale?

Nata nel 1948 negli UsaNata nel 1948 negli Usa,, dove ha conosciuto un vero e proprio take-off negli anni ’70 (con il sorgere dei movimenti per i diritti civili e femministi e la diffusione dei registratori) è un settore della storiografia oramai riconosciuto, ma in qualche modo “diverso”, che utilizza le fonti orali sistematicamenteutilizza le fonti orali sistematicamente, con piena valenza e consapevolezza metodologica e critica (cioè non come un materiale aggiuntivo, in qualche modo subordinato rispetto ad altre fonti più "canoniche“, o scritte, ma come l’unico tipo di documento).

In Italia il pioniere della storia orale è stato Sandro PortelliIn Italia il pioniere della storia orale è stato Sandro Portelli: "Il ricordo non è solo lo specchio di ciò che è accaduto, è una delle cose che accadono e merita di essere studiato".

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 60tt. 2005

Specificità delle fonti oraliSpecificità delle fonti orali

1. La doppia soggettività1. La doppia soggettività 2. L'attendibilità2. L'attendibilità3. Linguaggio, parola, racconto3. Linguaggio, parola, racconto 4. Tipologia delle fonti orali:4. Tipologia delle fonti orali:

1. testi formalizzati ( etnotesti - canti , favole, etc ); 2. testimonianze su un aspetto di vita collettiva

(alimentazione, scuola, ...); 3. testimonianza fattuale su un evento; 4. periodi di vita del testimone (la Resistenza, la prigionia,

il 68 ); 5. storia di vita;  6. testimonianza contemporanea agli eventi.

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La doppia soggettivitàLa doppia soggettivitàScrive Portelli:Scrive Portelli:

A differenza della maggior parte dei documenti di cui si avvale la ricerca storica, infatti, le fonti orali non sono reperite dallo storico, ma costruite in sua presenza, con la sua diretta e determinante partecipazione. Si tratta dunque di una fonte relazionale, in cui la comunicazione avviene sotto forma di scambio di sguardi (inter\vista), di domande e di risposte, non necessariamente in una sola direzione. L’ordine del giorno dello storico si intreccia con l’ordine del giorno dei narratori.

Per questo, il lavoro con le fonti orali è in primo luogo un’arte dell’ascolto, che va ben oltre la tecnica dell’intervista aperta…è un’arte, oltre che dell’ascolto, della relazione: la relazione fra persone intervistate e persone che intervistano (dialogo); la relazione fra il presente in cui si parla e il passato di cui si parla (memoria); la relazione fra il pubblico e il privato, l’autobiografia e la storia; la relazione fra oralità (della fonte) e scrittura (dello storico).

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 80tt. 2005

Lavorare con la storia oraleLavorare con la storia orale

• esplicitare i criteri di scelta del campioneesplicitare i criteri di scelta del campione sulla base dell'oggetto e dello scopo della ricerca;

• dotarsi di un questionario o traccia latentedotarsi di un questionario o traccia latente: deve soprattutto guidare idealmente l’intervista, non sottoporre l’intervistato a una sorta di interrogatorio;

• prestare attenzione alle modalità dell'intervistaprestare attenzione alle modalità dell'intervista (saper ascoltare);

• dotarsi di strumenti di corredodotarsi di strumenti di corredo (scheda – dati); • aver consapevolezza dei problemi della trascrizioneaver consapevolezza dei problemi della trascrizione

(se l’intervista è effettuata con un registratore).

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Una proposta didatticaUna proposta didattica

Allora ecco una proposta:

-avviare una raccolta di testimonianze orali (a tutto campo, o su temi definiti) con studenti di quinta oppure con studenti del biennio (su temi meno politici e meno complessi: es. la storia della tecnologia e del costume nel ‘900)

-utilizzare il mezzo della video-intervista, che evita l’operazione delicata e difficile della trascrizione

-catalogare il materiale raccolto, perché sia a disposizione di tutti.

Per capire come funzionano le cose in concreto, può essere utile il resoconto di un’esperienza vissuta, cioè la raccolta di interviste sul tema “Donne in guerra”“Donne in guerra” su incarico dell’Istresco per conto della Provincia.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 100tt. 2005

I presupposti della ricercaI presupposti della ricerca

Un confronto tra gli obiettivi iniziali di una ricerca e i risultati è richiesto dalle regole standard della comunicazione. C’erano dunque:• un obiettivo esplicitoun obiettivo esplicito: raccogliere testimonianze di “donne in guerra” in funzione del costituendo archivio multimediale della Provincia• degli obiettivi implicitidegli obiettivi impliciti:- far emergere, attraverso tranches de vie, la specificità specificità della condizione femminile (in guerra)della condizione femminile (in guerra);- privilegiare la dimensione del quotidianodimensione del quotidiano;- lasciare spazio alla soggettività della memoriasoggettività della memoria nella ricostruzione degli eventi.

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I risultati statisticiI risultati statistici

Sono avvenuti 10 10 incontri, ma solo 5 5 di essi si sono conclusi con un’intervista formale secondo i criteri previsti dal progetto.

Diversificata la tipologia antropologica delle donne contattate, in ordine a: - Età all’epoca della guerraEtà all’epoca della guerra: bambine (una di quattro anni), adolescenti, ragazze sui venti; - - Ceto sociale di appartenenzaCeto sociale di appartenenza: si va dall’ambiente contadino, a quello popolare-urbano, a quello borghese; - Status particolariStatus particolari: orfana di guerra, sfollata, sinistrata, ebrea e profuga istriana.

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Criteri di selezioneCriteri di selezione

L’idea di fondo era comunque di privilegiare, attraverso una privilegiare, attraverso una varietà dei punti di vista, la varietà dei punti di vista, la dimensione socialedimensione sociale: la vita quotidiana, il lavoro, i pericoli, le paure, i lutti, le strategie per sopravvivere, con riferimento ad aspetti di cultura materiale, gli affetti, la percezione degli eventi.

NonNon c’è stato seguito un principio rigidoprincipio rigido od esclusivo in ordine a: età, ceto sociale, ideologia, “resa” linguistica.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 130tt. 2005

Dove è avvenuto l’incontro?Dove è avvenuto l’incontro?

Le interviste si sono svolte di norma in abitazioni private, spesso le stesse in cui le persone intervistate vivevano all’epoca della guerra: e ciò è parsa per tutte la soluzione più naturale. Di solito è stato preferito il salotto (per motivi di rappresentanza, data la videocamera). In diversi casi dei familiari, la cui presenza comporta però involontarie interferenze, hanno assistito al colloquio. In un caso si è parlato in un bar davanti ad una tazza di the.

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La percezione degli eventiLa percezione degli eventi

Comune a tutte le interviste è una percezione degli eventi non coincidente con quella dei manuali. Alcune ricordano bene il 10 giugno, tutte però convengono con il fatto che la guerra vera, “totale”, è iniziata con l’8 settembre. Questa è una data che ha lasciato la percezione di una vera e propria soluzione di continuità. Nel caso della città di Treviso, naturalmente, anche il 7 aprile del ’44 rappresenta uno spartiacque fondamentale. Il termine ad quem del conflitto è il 25 aprile, assunto per antonomasia come data reale della Liberazione.

time line25.4.425.4.4

557.4.47.4.4

448.9.48.9.4

3310.6.4010.6.40

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I temi più ricorrentiI temi più ricorrenti

Un sostanziale ripudio della violenza della guerra (motivazione etica dell’intervista) Il motivo della casualità, ingigantito dagli eventi bellici Le difficoltà materiali, l’ingegno, la forza delle donne Il lavoro femminile e l’assunzione di compiti maschili I pericoli, le paure, gli affanni, i lutti I traumi o i veri e propri shock Il senso di pietà verso i deboli, la solidarietà Le storie d’amore favorite o interrotte dagli eventi Lo scarso rapporto con i mezzi di comunicazione La difficoltà ad orientarsi in mezzo a “tre fronti” (Natalina)

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 160tt. 2005

Prevalenza del privatoPrevalenza del privato

La dimensione politica non è quella più familiare al campione di donne intervistate (le quali possono essere considerate rappresentative della gente comune ed esulano dalla dimensione “eroica” propria delle donne resistenti).Tuttavia l’impatto con essa è in molti casi inevitabile: o per

la propria condizione (l’ebraismo), o per le scelte politiche dei familiari maschi, padri o fratelli, che le tengono però all’oscuro delle loro attività, onde proteggerle.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 170tt. 2005

Una prospettiva pre-politicaUna prospettiva pre-politicaGli orrori della guerra, soprattutto quando essa viene percepita come guerra civile (tesi dei tre fronti), la giovanissima età di queste testimoni, il caos seguito all’8 settembre sembrano orientarle verso una posizione di neutra osservazione, pre-politica, (o post politica?) che non esclude azioni “di cuore”, coraggiose e pericolose. Certo sappiamo che molte donne – al paridegli uomini - hanno saputo “scegliere”. Ma quante avevano la maturità o gli strumenti culturali per poter interpretare il loro tempo?

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 180tt. 2005

I temi “di nicchia”I temi “di nicchia”

Dal sovrapporsi della categoria femminile con quella infantile, derivano i temi dei giochi, dell’avventura e dell’incoscienza dei bambini, ma anche del terrore per i traumi subiti, e poi quello del lavoro minorile

La fame insaziabile degli adolescenti Il ruolo delle madrine di guerra I passatempi e le letture delle ragazze Il falso mito del “benessere” dei contadini La rielaborazione e la sedimentazione della memoria

nel corso del tempo, favorita dalla scrittura Il tema della devozione

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 190tt. 2005

Oltre i dati di fatto…Oltre i dati di fatto…

Se questi dati servono a fissare dei puntelli o degli steccati, bisogna ora provare a scavalcare queste recinzioni, perché agli elementi concreti – cioè le parole espresse, registrate e corredate di immagini delle persone (in grado di veicolare anche messaggi non verbali) o di inquadrature di altri documenti (foto, scritture ed altro) – si aggiungono molti altri elementi che sfuggono ad una normalizzazione, e che riguardano in particolare:

-Le reticenzeLe reticenze

-Le modalità del raccontoLe modalità del racconto

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 200tt. 2005

Confidenza sì, intervista noConfidenza sì, intervista noUn dato significativo è lo scarto tra il numero degli incontri preliminari e il numero delle interviste effettivamente portate a termine. Si nota: da un lato una porta aperta con fiducia ad una ricercatrice talvolta sconosciuta; dall’altro, talora, lo sbarramento alla pubblicizzazione dell’evento.

Perché?Perché?

Pudore? Paura di “sbagliare”? Timore di mancare di riservatezza verso qualcuno, magari vivente? Sensazione che la memoria possa essere scomoda? Poca stima per il valore della propria testimonianza? Diffidenza circa gli usi della documentazione o verso il mezzo tecnologico?

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 210tt. 2005

Interviste e brainframeInterviste e brainframe

Il mezzo tecnologico influenza il modo di pensare e comunicare. In particolare le nuove tecnologie di elaborazione dell'informazione e della comunicazione 'incorniciano' il nostro pensiero, modificano il nostro cervello e la nostra percezione [brainframe, De Kerckhove,1991]. Ciò significa che non è affatto banale porsi la questione dell’impatto del mezzo tecnologico della ripresa dell’intervista con videocamera, dato che:- Dal punto di vista praticoDal punto di vista pratico si riduce la possibilità di raccogliere testimonianze;- Dal punto di vista metodologicoDal punto di vista metodologico, si devono considerare gli effetti dell’esporsi ad una tele-intervista.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 220tt. 2005

Offrire l’immagine di sè…Offrire l’immagine di sè…

L’ immagine personale, che viene ripresa, per essere poi diffusa pubblicamente, in contesti di cui sfugge completamente il controllo, viene percepita come qualcosa di infinitamente più privato di una voce, la quale conserva o garantisce un margine di anonimato. E’ un’ esposizione verso l’esterno, ben diversa da quella creata da un magnetofono. L’esplicitazione delle finalità del costituendo archivio, a livello ufficiale, potrebbe smussare resistenze.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 230tt. 2005

Il problema dell’indiceIl problema dell’indiceLe nuove tecnologie (come il DVD) concedono delle opportunità prima sconosciute al fruitore: come quella di “saltare” delle fasi dell’intervista, per scegliere certe sequenze, anche a fini didattici. Serve perciò un indice, la cui realizzazione non è semplice. Da un lato, l’intervistatore persegue il fine della linearità del discorso. Dall’altro lato sa che deve, in primis, rispettare la soggettività dell’intervistato. Quale criterio deve prevalere?

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 240tt. 2005

Sherazade o il discorso femminile Sherazade o il discorso femminile

In realtà capita spesso di deviare dalla la scaletta, perché l’intervistata compie ampie digressioni. Il risultato è che la linearità e la sequenzialità del racconto, auspicati dal ricercatore, saltano e si prospetta un percorso ben diverso: ora fortemente ipertestuale, aperto ai link, ora sinuoso, circolare, alla maniera di Sherazade, ma non illogico. E’ un problema che sorge solo o prevalentemente con le donne?

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 250tt. 2005

Per riprendere il filo…Per riprendere il filo…Sembra di poter concludere che indicizzazioni e approcci tecnologici, in quanto strumenti di una più larga comunicazione, non possono e non devono essere banditi, ma dovrebbero essere introdotti con leggerezza e delicatezza, per non pregiudicare l’atmosfera, i ritmi e le logiche del racconto, e far sì che le confidenze, anziché irrigidirsi in reticenze, si trasferiscano in una personale ricostruzione del passato ad uso pubblico. Va forse riconsiderata l’idea di essere rigidi sul mezzo di riproduzione dell’intervista, con possibilità di escludere il video, o di effettuare riprese di spalle, se richiesto.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 260tt. 2005

Una progetto possibile :Una progetto possibile :

avviare la raccolta di fonti orali per costituire un archivio della avviare la raccolta di fonti orali per costituire un archivio della memoria del ‘900memoria del ‘900

• Verificare in ciascuna classe i possibili contatti con testimoni disponibili al racconto, dopo aver illustrato le finalità del progetto

• Stabilire un piano annuale: interviste nel secondo quadrimestre (febbraio-marzo)

• Individuare un paio di allievi per classe disponibili, da formare ai fini delle riprese multimediali

• Condividere con la classe la registrazione filmata dell’intervista

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 270tt. 2005

Altre possibilitàAltre possibilità

• Se è consentito sognare, su un progetto di questo genere si potrebbero coinvolgere altre scuole, italiane e straniere (es. progetto Comoenius), oppure altri enti, come l’Istresco o la Provincia, al fine di costituire un catalogo comune dei materiali ad uso delle scuole, con possibilità di scambio, prestito o riproduzione.

• Su questa ipotesi gli enti nominati, ed in più il CSA e la Rete di storia sono già stati contattati.

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Indicazioni bibliografiche Indicazioni bibliografiche essenzialiessenziali

Alessandro Portelli, Un lavoro di relazione. Osservazioni sulla storia

orale Luisa Passerini, Storia e soggettività. Le fonti orali, la memoria,

Firenze, La Nuova Italia, 1988; Le fonti orali, a cura di Paola Carucci e Giovanni Contini,

"Rassegna degli archivi di Stato", XLVIII, n. 1- 2, gennaio - agosto 1988;

Liliana Lanzardo ( a cura), Storia orale e storie di vita, Milano, Franco Angeli, 1989;-

Giovanni Contini e Alfredo Martini, Verba manent. L'uso delle fonti orali per la storia contemporanea, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1993.

Introduzione alla storia orale, a cura di Cesare Bermani, volume I, Storia, conservazione e problemi di metodo, Roma, Odradek, 1999

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 290tt. 2005

Per la didatticaPer la didattica

- Le fonti orali tra storiografia e didattica, " Storie e storia", Quaderni dell'Istituto storico della Resistenza e della guerra di liberazione di Rimini, n. 3, aprile 1980;

- La storia: fonti orali nella scuola. Atti del convegno dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia e degli Istituti associati, 12-15 febbraio 1981, Venezia, Marsilio, 1982 [con bibliografia su contributi teorici e metodologici, ricerche storiche, esperienze didattiche dal 1965 al 1981.

- La memoria e l'ascolto. Per una didattica della storia orale nella scuola dell'obbligo, Milano, Bruno Mondadori, 1985.

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FineFine

E buon proseguimento del lavoro!

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Storia n. 1 : BiancaStoria n. 1 : Bianca

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Classe 1922. Già orfana di madre dall'infanzia,  perde anche il padre, Irti Isaia, ex ufficiale di origine abruzzese, che, sospettato di simpatie partigiane, viene fucilato nel 44 a Crocetta del Montello (nell’immagine i funerali partigiani svoltisi nel ‘45). Bianca resta sola, con una sorella, nella casa di Lovadina, e comincia a fare la maestra per guadagnarsi da vivere.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 320tt. 2005

Storia n. 2 : IrmaStoria n. 2 : IrmaNata nel ‘23, nel ‘40 perde il padre per malattia e, per sopravvivere, deve lavorare come portalettere, assieme alla madre (mentre il fratello è chiamato alle armi). Con il suo lavoro è esposta a mitragliamenti e bombardamenti, ma, oltre alle paure, Irma narra le domeniche trascorse tra amiche, senza ragazzi, le letture dei romanzi rosa, e la corrispondenza come madrina di guerra.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 330tt. 2005

Storia n. 3 : EsterStoria n. 3 : Ester

Ester ha una memoria prodigiosa ed una straordinaria e precoce attitudine alla scrittura, anche se proviene da un’umile famiglia contadina. Ricorda la guerra d’Etiopia. Descrive le fatiche del vivere quotidiano, le tecniche della sopravvivenza, i pericoli vissuti, una delusione d’amore e lo scompiglio provocato dall’ 8 settembre anche nell’intreccio di ciascuna vita. Forte l’immagine di sua madre che salva, con l’astuzia, dei ragazzi sbandati.

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Storia n. 4: GabriellaStoria n. 4: Gabriella

Gabriella ricorda distintamente il 7 aprile del ‘44, benché avesse allora soltanto quattro anni, ed anche l’impatto con la città devastata nel pomeriggio. Ricorda anche di essere sfuggita alla sorveglianza e di aver visto centinaia di cadaveri nella chiesa di S. Leonardo. Ricorda i giochi infantili tra le rovine, le voci terribili circa la lotta tra fascisti e partigiani. Non ha voluto farsi riprendere.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 350tt. 2005

Storia n. 5: NatalinaStoria n. 5: NatalinaNatalina viveva a Selvana. All’inizio, la guerra non sembra di grande impatto: la famiglia è contadina, qualcosa da mangiare c’è sempre, anche se i figli sono otto. Le cose cambiano con il bombardamento del 7 aprile. La casa è centrata in pieno, i campi devastati, gli animali uccisi, i bimbi, da soli, mandati a Cendon dagli zii.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 360tt. 2005

Storia n. 5: GiannaStoria n. 5: Gianna

Quella di Gianna è una storia di traumi: la perdita del padre, ferroviere, colpito da un mitragliamento, morto dopo 17 giorni di agonia e sepolto il giorno prima del bombardamento del 7 aprile; la perdita di compagne di scuola; l’esperienza dello sfollamento a Cassola, la vista dei partigiani impiccati a Bassano, a cui è stata costretta assieme ad altri civili che si trovavano per caso in città; le angosce del fratellino, che reagisce con senso di soffocamento ad ogni allarme aereo.

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"Storia orale a scuola" - francesca meneghetti 370tt. 2005

Storia n. 6: FriedaStoria n. 6: Frieda

Di famiglia ebrea, italo-ungherese si trova a dover fuggire da Fiume, attraverso l’Istria, dopo l’occupazione tedesca. Con un bluff, il padre ottiene dai tedeschi un lasciapassare, a Pazin,che permette loro di arrivare in Italia. Nella fuga sono aiutati da Giovanni Palatucci. A Venezia vivono chiusi in una stanza fino al 25 aprile. Ben 16 dei loro parenti sono vittime della Shoah. Frieda dal ’47 vive a Treviso.

Pazin (Pisino): teatro della beffa ai tedeschi