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09/03/12 Ugo Foscolo - Wikipedia 1/11 it.Zikipedia.org/Ziki/Ugo_Foscolo Ugo Foscolo, di François-Xavier Fabre, 1813. Firma di Ugo Foscolo. Ugo Foscolo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. « Sdegno il verso che suona e che non crea. » (Ugo Foscolo, Le Grazie) Niccolò Ugo Foscolo (Zante, 6 febbraio 1778 – Turnham Green, 10 settembre 1827) è stato un poeta e scrittore italiano, uno dei principali letterati del neoclassicismo e del preromanticismo. Ugo Foscolo è stato il principale esponente letterario italiano del periodo, a cavallo fra Settecento e Ottocento, nel quale si manifestano o cominciano ad apparire in Italia le correnti del Neoclassicismo, del Preromanticismo e del Romanticismo. Costretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria (l¶isola greca di Zacinto, oggi Zante), allora Repubblica di Venezia, si sentì esule per tutta la vita, strappato da quel mondo di ideali classici in cui era nato. Errando di terra in terra, privo di fede religiosa in quanto intellettualmente formatosi alla scuola degli Illuministi, incapace di trovare felicità nell¶amore di una donna, avvertì sempre dentro di sé un infuriare di passioni, ma, come molti intellettuali della sua epoca, si sentì attratto dalle splendide immagini dell¶Ellade, simbolo di armonia e di virtù. Indice 1 La vita 1.1 Gli studi 1.2 I primi versi e il contatto con la società letteraria 1.3 La delusione e l'esilio a Milano 1.4 Il trasferimento a Bologna 1.5 L¶arruolamento nella Guardia Nazionale 1.6 L¶intensa attività letteraria tra il 1801 e il 1804 1.7 Gli anni in Francia: 1804-1806 1.8 L'incarico all'Università di Pavia 1.9 Il ritorno a Milano e le difficoltà 1.10 Il soggiorno sereno e produttivo a Bellosguardo 1.11 Il ritorno a Milano e l'esilio in Svizzera 1.12 Gli ultimi anni di vita in esilio a Londra 2 Pensiero e poetica 3 Opere 3.1 Componimenti poetici 3.2 Opere di attribuzione incerta 3.3 Romanzi e scritti in prosa 3.4 Opere teatrali 3.5 Altri scritti 4 Bibliografia della critica 5 Note 6 Voci correlate

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Ugo Foscolo, di François-Xavier

Fabre, 1813.

Firma di Ugo Foscolo.

Ugo Foscolo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

« Sdegno il verso che suona e che non crea. »(Ugo Foscolo, Le Grazie)

Niccolò Ugo Foscolo (Zante, 6 febbraio 1778 – Turnham Green, 10settembre 1827) è stato un poeta e scrittore italiano, uno dei principaliletterati del neoclassicismo e del preromanticismo.

Ugo Foscolo è stato il principale esponente letterario italiano delperiodo, a cavallo fra Settecento e Ottocento, nel quale si manifestanoo cominciano ad apparire in Italia le correnti del Neoclassicismo, delPreromanticismo e del Romanticismo.

Costretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria (l’isola grecadi Zacinto, oggi Zante), allora Repubblica di Venezia, si sentì esuleper tutta la vita, strappato da quel mondo di ideali classici in cui eranato. Errando di terra in terra, privo di fede religiosa in quantointellettualmente formatosi alla scuola degli Illuministi, incapace ditrovare felicità nell’amore di una donna, avvertì sempre dentro di séun infuriare di passioni, ma, come molti intellettuali della sua epoca, sisentì attratto dalle splendide immagini dell’Ellade, simbolo di armoniae di virtù.

Indice

1 La vita1.1 Gli studi1.2 I primi versi e il contatto con la società letteraria1.3 La delusione e l'esilio a Milano1.4 Il trasferimento a Bologna1.5 L’arruolamento nella Guardia Nazionale1.6 L’intensa attività letteraria tra il 1801 e il 18041.7 Gli anni in Francia: 1804-18061.8 L'incarico all'Università di Pavia1.9 Il ritorno a Milano e le difficoltà1.10 Il soggiorno sereno e produttivo a Bellosguardo1.11 Il ritorno a Milano e l'esilio in Svizzera1.12 Gli ultimi anni di vita in esilio a Londra

2 Pensiero e poetica3 Opere

3.1 Componimenti poetici3.2 Opere di attribuzione incerta3.3 Romanzi e scritti in prosa3.4 Opere teatrali3.5 Altri scritti

4 Bibliografia della critica5 Note6 Voci correlate

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Lapide con epitaffio di Ugo Foscolo

a Zante (Grecia).

7 Altri progetti8 Collegamenti esterni

La vita

Niccolò "Ugo" Foscolo nacque sull'isola greca di Zante (nota anchecome Zacinto, alla quale dedicherà uno dei suoi 12 sonetti), il 6 febbraiodel 1778, figlio di Andrea Foscolo (Corfù, 1756 - Spalato, 13 ottobre1788), medico di vascello di provenienza veneziana, e della grecaDiamantina Spathis (settembre 1747 - 28 aprile 1817). Era il maggiore diquattro fratelli: lo seguivano la sorella Rubina (dal nome della nonnamaterna) (1779-1867), e i due fratelli morti suicidi Gian Dionisio (dettoGiovanni Dionigi o Giovanni; Zante, 27 febbraio 1781 - Venezia, 8dicembre 1801) e Costantino Giovanni (detto Giulio; Spalato, 25

novembre 1787 - Ungheria 1838)[1].

Venne chiamato Niccolò in ricordo di un avo paterno, ma preferì luistesso soprannominarsi Ugo sin dalla giovinezza. Pare che questo fosse ilnome del leggendario capostipite della sua famiglia, trasferitosi da Romanella Laguna Veneta per fondare Rialto. In realtà non è certo se i Foscolodiscendessero, come dichiaravano, da un ramo decaduto dell'omonima

casata di sangue patrizio[1].

Certamente la famiglia era tutt'altro che benestante: il padre era unmodesto medico di origini veneziane (peraltro portato alla prodigalità), mentre la madre, pur essendo vedova delnobiluomo Giovanni Aquila Serra, era figlia di un sarto zantioto. Trascorse l'infanzia in una casetta che sorgeva

di fronte alla chiesa della Beata Vergine Odigitria[1].

Del grande scrittore si sa che aveva un alto concetto di sé nonostante la condizione materiale e socialerelativamente modesta. Nel corso della sua vita fu sempre fedele ad alcuni ideali, come l'amore per la patria, lalibertà, la bellezza femminile, l’amicizia, le virtù, la poesia, l'arte e l'eroismo. Questi valori in cui Foscolo credeva,erano ritenuti dagli illuministi idee vane ed irreali, pure "illusioni", dando a questa parola il valore non di ingannoma di vera esigenza dello spirito. Scrisse nell'Ortis:

« Illusioni! grida il filosofo. - Or non è tutto illusione? tutto! Beati gli antichi che si credeano degni de'

baci delle immortali dive del cielo; che sacrificavano alla Bellezza e alle Grazie; che diffondeano losplendore della divinità su le imperfezioni dell'uomo, e che trovavano il BELLO ed il VEROaccarezzando gli idoli della lor fantasia! Illusioni! ma intanto senza di esse io non sentirei la vita che neldolore, o (che mi spaventa ancor più) nella rigida e nojosa indolenza: e se questo cuore non vorrà più

sentire, io me lo strapperò dal petto con le mie mani, e lo caccerò come un servo infedele. »(Ugo Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, lettera del 15 maggio 1798)

Come altri grandi poeti dell'epoca, fra i quali Goethe, Foscolo avvertì la scissione profonda tra gli antichi(classicismo) e i moderni (romanticismo): l’animo dei romantici tende continuamente all’armonia classica. Dalclassicismo illuminista Foscolo eredita il costante bisogno di trovare un'armonia interiore, ma riesce araggiungerla solo tramite la poesia; nella vita pratica invece Foscolo risente sempre del Romanticismo, ossial'abbandono agli impulsi del sentimento. Nonostante ciò, vivendo nel 1700, l'età dell'Illuminismo, risente delleidee materialiste e meccanicistiche: egli crede nel concreto. L’uomo nasce dalla materia e finisce nella materia.Non crede nell'immortalità dell'anima, ma nel cosiddetto nulla eterno! Per gli illuministi quest'ideologia era causa

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La casa veneziana di Foscolo

delle loro serenità e liberazione dalle superstizioni delle religioni, Foscolo invece risente di un profondoturbamento perché non trova una ragione nell'esistenza dell'uomo. Definisce l'uomo prigioniero del mondo,dunque sarebbe meglio non nascere o, una volta nati, sarebbe bene troncare la vita con il suicido. Il suicidio nonè considerato come atto di debolezza, anzi. Come affermava anche Alfieri, è un atto eroico perché con la suafunzione catartica libera l'uomo dalle passioni e dal turbamento. Foscolo ricorderà sempre la città dove era nato

e più volte canterà la sua isola natale. Egli scriveva il 29 settembre del 1808 al cugino[2] prussiano JakobSalomon Bartholdy:

« Quantunque italiano d'educazione e d'origine, e deliberato di lasciare in qualunque evento le mie ceneri

sotto le rovine d’Italia anziché all'ombra delle palme d’ogni altra terra più gloriosa e più lieta, io, finchésarò memore di me stesso, non oblierò mai che nacqui da madre greca, che fui allattato da greca nutricee che vidi il primo raggio di sole nella chiara e selvosa Zacinto, risuonante ancora de' versi con che

Omero e Teocrito la celebravano. »(Ugo Foscolo, Epistolario, lettera del 29 settembre 1808)

Gli studi

Trascorse parte della sua fanciullezza nella Dalmazia e nel 1785 si trasferìcon la famiglia a Spalato, dove il padre esercitava la sua professione dimedico con un salario modesto, e presso il Seminario arcivescovile di quellacittà compì come esterno i suoi primi studi, seguito da monsignor FrancescoGianuizzi fino a quando la morte improvvisa del padre, avvenuta nel 1788, locostrinse a ritornare a Zante dove continuò la scuola e apprese i primielementi del greco antico dimostrandosi però allievo ribelle alla disciplina enon troppo propenso allo studio.

Nei primi mesi del 1789 la madre si trasferì a Venezia, mentre Ugo e GianDionisio (Giovanni) rimasero a Zante, Giovanni presso la nonna Rubina eUgo presso una zia, mentre Costantino e Rubino soggiornarono assieme adaltre due zie a Corfù. Nel 1793, accompagnato dal Provveditore dell’isola,Paolo Paruta, poté raggiungere la madre e i fratelli a Venezia. Tra il 1793 e il1797 frequentò le Scuole di San Cipriano a Murano dove Gasparo Gozziera stato provveditore ed ebbe modo di seguire le lezioni del latinista Ubaldo

Bregolini, del grecista G. B. Galliccioli e dell'abate Dalmistro che assecondarono le velleità letterarie del giovane.

La linea dei suoi studi fu all'inizio tradizionale, con la lettura dei classici, gli esercizi di traduzione soprattutto daSaffo, Anacreonte, Alceo e Orazio; passò poi a più ampie letture, tra le quali quelle degli autori del Settecento enumerose altre, aiutato nella scelta e nella guida dal bibliotecario Jacopo Morelli che lavorava alla Marciana

frequentata assiduamente dal Foscolo, che pare vi studiasse dieci ore al giorno.[3]

I primi versi e il contatto con la società letteraria

Nel 1794 trascrisse una quarantina dei suoi componimenti poetici, in parte originali e in parte frutto di traduzioni,che risentivano degli influssi arcadici soprattutto nel metro e nel linguaggio e che inviò all’amico CostantinoNaranzi. Nel frattempo venne ospitato, come autore di versi, nell'«Anno poetico» dal classicista gozziano, il giàricordato abate Angelo Dalmistro, che era un appassionato della letteratura inglese.

Introdotto dal Morelli nei salotti delle nobildonne veneziane, quello della dotta Giustina Renier Michiel e dellasua rivale, la bella Isabella Teotochi Albrizzi (prima grande passione amorosa del poeta), conobbe IppolitoPindemonte e altri poeti di successo come Bertola. Importanti furono anche i contatti che egli ebbe fuori Veneziacon il gruppo degli amici bresciani, aperti alle influenze francesi e rivoluzionarie, e con Melchiorre Cesarotti,

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Ritratto di Ugo Foscolo

traduttore dei Canti di Ossian, del quale seguiva a Padova le lezioniuniversitarie e al quale, il 30 ottobre del 1795, scrisse allegandogli, per avereun giudizio, la sua prima tragedia, intitolata Tieste, di carattere alfieriano eviva di fervori giacobini (fu poi rappresentata con grande successo al TeatroSant'Angelo di Venezia, il 4 gennaio 1797).

Risale al 1796 un documento della prima formazione letteraria di Foscolo, unambizioso Piano di Studi comprendente "Morale, Politica, Metafisica,Teologia, Storia, Poesia, Romanzi, Critica, Arti" dove il giovane registrava leletture, i primi scritti, gli abbozzi delle opere da scrivere. In esso si troval’accenno ad un romanzo, Laura, lettere che verrà poi assorbito dall’Ortis.Durante l’anno Foscolo scrisse alcuni articoli sul «Mercurio d'Italia» chedestarono i sospetti del governo veneto e il giovane per prudenza si rifugiòsui colli Euganei.

Il grande erudito napoletano Benedetto Croce racconta un curioso aneddoto[4] sull’adolescenza del Foscolo. Ilpoeta fu invitato a parlare al senato della Repubblica Veneta, e la sua orazione fu tutta ripiena dei più caldi sensidi libertà; alla fine sguainò un pugnale e, non trovando un petto di tiranno in cui immergerlo, lo piantò neldavanzale della finestra.

La delusione e l'esilio a Milano

Ma il 17 ottobre di quel 1797 così esaltante terminò con il Trattato di Campoformio con il quale Bonapartecedeva Venezia (fino a quel momento libera repubblica), all'Austria e il giovane Ugo, pieno di sdegno, dimessosidagli incarichi pubblici, partì in volontario esilio e si recò a Milano.

A Milano conobbe Parini e Monti, che difese dalle accuse che gli si rivolgevano per la sua attività di poeta allacorte romana; si innamorò della moglie di lui, Teresa Pikler; collaborò con Melchiorre Gioia per qualche mese al«Monitore Italiano», un periodico battagliero che venne sospeso dal Direttorio nel 1798 e compose alcunisonetti; uno di questi, Te nutrice alle muse, ospite e Dea, gli era stato ispirato dalla proposta fatta al GranConsiglio dal cittadino Giuseppe Lattanzi perché sostituissero nelle scuole l’insegnamento del Latino con quellodel Francese.

Il trasferimento a Bologna

Senza lavoro e infelice per il travagliato amore per Teresa Pikler Monti, nell’estate del 1798 il poeta si trasferì aBologna dove iniziò la sua collaborazione a Il Genio Democratico, fondato dal fratello Giovanni e poiriassorbito dal Monitore bolognese. Fu per un breve periodo aiutante del cancelliere per le lettere delTribunale. Iniziò le stampe, fino alla lettera XLV, del romanzo epistolare Ultime lettere di Jacopo Ortis chedovette interrompere per l’occupazione di Bologna da parte degli Austro-Russi nell'aprile del 1799; il romanzovide comunque la luce, a sua insaputa, completato e tagliato in varie parti da Angelo Sassoli, per contodell'editore Jacopo Marsigli. Si scatenò l'ira di Foscolo, che impose all'editore di far comparire una nota sulMonitore Bolognese e sulla Gazzetta di Firenze in cui si diceva che alle lettere foscoliane erano stati aggiunti i

vigliacchi interventi di un altro autore.[5]

L’arruolamento nella Guardia Nazionale

Foscolo nel frattempo si arruolò nuovamente nella Guardia Nazionale e combatté con le truppe francesi fino allabattaglia di Marengo. Ferito nella battaglia di Cento a una gamba, venne arrestato durante la fuga e liberato aModena dalle truppe di MacDonald partecipando in seguito alla battaglia della Trebbia e ad altri scontri.

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Partecipò alla difesa di Genova assediata, e in questo periodo ripubblicò l’ode A Bonaparte liberatoreaggiungendovi una premessa nella quale esortava Napoleone a non diventare un tiranno, e modificando l’ottavastrofa, per affermare con chiara coscienza l’idea dell’unità d'Italia erede di Roma; tra l’estate e l’autunno del1800 compose l’ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo. Dopo la vittoria napoleonica gli vennero datinumerosi incarichi militari, che lo condussero in varie città italiane, tra le quali Firenze dove s’innamorò diIsabella Roncioni.

Nel 1801 il Foscolo si recò a Milano dove accolse, nel mese di giugno, il fratello più giovane, Giulio, che gli erastato affidato dalla madre e lo avviò alla carriera militare (Giulio finirà suicida in Ungheria nel 1838). Il 23 luglio,dopo essersi più volte lamentato perché non riceveva regolarmente la paga militare, inviò al Ministro una letteranella quale presentava le dimissioni, che però non furono accolte. In compenso ottenne la paga di capitanoaggiunto, passando in tal modo al servizio della Repubblica Italiana, e fu incaricato di compilare una parte delCodice militare.

L’intensa attività letteraria tra il 1801 e il 1804

Gli anni tra il 1801 e il 1804 furono anni di intensa attività letteraria ma anche di grande dolore per la morte delfratello Giovanni che si era ucciso a Venezia l’8 dicembre del 1801 con un colpo di pugnale, sotto gli occhi dellamadre, per sottrarsi al disonore di non poter pagare una grossa somma persa al gioco e che aveva preso inprestito dalla cassa di guerra.

Nel 1802 pubblicò l’Orazione a Bonaparte in occasione dei Comizi di Lione e la raccolta di liriche checomprendevano otto sonetti e una ode, rielaborò e portò a termine l’Ortis, compose l’ode All'amica risanataper Antonietta Fagnani Arese, suo nuovo ardente amore, e nel 1803 stampò l'edizione definitiva dei Sonetti conl'aggiunta dei quattro più famosi (Alla sera, A Zacinto, In morte del fratello Giovanni, Alla Musa) e l’odeAll'amica risanata e A Luigia Pallavicini caduta da cavallo. Risale allo stesso anno la traduzione e lapubblicazione della Chioma di Berenice di Catullo da Callimaco con l’aggiunta di un inno alle Grazie cheattribuisce al poeta alessandrino Fanocle accompagnata da quattordici "Considerazioni" che racchiudono ilineamenti principali della sua poetica neoclassica.

Gli anni in Francia: 1804-1806

Nel 1804, come capitano di fanteria, ottenne di seguire l'armata anti-inglese che si radunava a Valenciennes, inFrancia e nella Francia del nord visse fino al 1806. A Valenciennes conobbe una inglese, Lady Fanny Hamilton,dalla quale ebbe una figlia, Mary, che egli chiamerà sempre Floriana, che rivedrà dopo molti anni in Inghilterra eche sarà il conforto dei suoi ultimi anni.

Malgrado i continui spostamenti per motivi di servizio, Foscolo riuscì a continuare la sua attività letteraria conalcuni saggi di traduzione dall'Iliade, con l'epistola in sciolti al Monti, Se fra' pochi mortali a cui negli anni econ la traduzione del Sentimental Journey di Sterne che l'avrebbe condotto alla stesura, nel 1812, dei sedicicapitoletti scritti in una prosa ironico-allusiva della Notizia intorno a Didimo Chierico.

L'incarico all'Università di Pavia

Nel 1806, fallito il progetto di Napoleone dell'invasione inglese, Foscolo fece ritorno a Milano dopo esserestato a Parigi, dove conobbe il giovane Manzoni, a Venezia dove rivide i familiari e, presso Treviso, la TeotochiAlbrizzi. A Padova si incontrò con il Cesarotti e a Verona vide in giugno Ippolito Pindemonte, dai colloqui con ilquale nacque l'idea iniziale del carme Dei Sepolcri che, scritto tra l'agosto del 1806 e l'aprile del 1807 fupubblicato in questo anno, a Brescia, dall'editore Bettoni.

Il capitano Ugo Foscolo, per ingraziarsi il generale Augusto Caffarelli, aiutante di campo di Napoleone e

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Andrea Appiani, Ugo Foscolo

ministro della Guerra del Regno d'Italia curò una edizione delle opere di Raimondo Montecuccoli, con una riccapremessa sull'arte della guerra. L'opera si inserisce anche in una polemica con Madame de Staël sull'attitudine

militare degli italiani.[6]

Sollevato intanto dagli incarichi militari su interessamento dell'alloraministro Caffarelli, Foscolo si candidò alla cattedra di eloquenzadell'Università di Pavia che si era resa vacante (la cattedra era statatenuta in precedenza da Vincenzo Monti e in seguito da Luigi Cerretti)e la ottenne il 18 marzo 1808. Qui pronunciò la sua celebre orazioneinaugurale, Dell'origine e dell'ufficio della letteratura, e tennepoche lezioni, perché la cattedra venne subito dopo soppressa daNapoleone, ormai divenuto sospettoso di ogni libero pensiero.

Il ritorno a Milano e le difficoltà

Tornato a Milano ebbe inizio per Foscolo un periodo di difficoltàeconomiche, reso più amaro dai contrasti con i letterati di regime chenon gli risparmiarono polemiche e malevole insinuazioni. Alla rotturacon il Monti si aggiunse l'insuccesso della tragedia Aiace che,rappresentata alla Scala il 9 dicembre 1811, non ebbe successo evenne inoltre vietata dalla censura per le allusioni antifrancesi checonteneva.

Il soggiorno sereno e produttivo a Bellosguardo

Abbandonata Milano nell'agosto del 1812, il poeta si trasferì a Firenze per un soggiorno alla villa diBellosguardo, dove trascorse, fino al 1813, un periodo di intensi affetti, di soddisfazioni mondane e di lavorocreativo.

Egli infatti ottenne l'amore della senese Quirina Mocenni Magiotti, frequentò il salotto della contessa d'Albany,l'amica di Alfieri, scrisse la tragedia Ricciarda che venne rappresentata a Bologna nel 1813, riprese latraduzione del Viaggio sentimentale che pubblicò nel 1813 corredato della Notizia intorno a DidimoChierico, tradusse altri canti dell'Iliade e stese alcuni frammenti del poemetto Le Grazie.

Il ritorno a Milano e l'esilio in Svizzera

Dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte a Lipsia, nel novembre del 1813, Foscolo ritornò a Milano e ripreseil suo grado nell'esercito per difendere il Regno Italico, ma con l'arrivo in città degli Austriaci nel 1814 egli sirese conto che la sua speranza di una futura Italia indipendente era cosa vana.

Ebbe un momento di esitazione quando il governatore austriaco feldmaresciallo Bellegarde gli offrì di collaborarecon il nuovo governo dirigendo una rivista letteraria, la futura "Biblioteca italiana". Foscolo accettò e stese ilprogramma della rivista, ma intervenne l'obbligo di giuramento al nuovo regime e, la notte della vigilia, il 31marzo del 1815, Foscolo lasciò l'Italia e prese la via del volontario esilio per rifugiarsi a Hottinger, in Svizzera.

Malgrado le varie peregrinazioni in terra svizzera per sfuggire ai controlli della polizia austriaca, egli riuscì astampare a Zurigo, nel 1816, le Vestigia della storia del sonetto italiano, il libretto satirico contro i letteratimilanesi Didimi clerici prophetae minimi Hypercalypseos liber singularis (lIpercalisse), la terza edizionedellOrtis e a scrivere gli appassionati Discorsi sulla servitù d'Italia che verranno pubblicati postumi.

Gli ultimi anni di vita in esilio a Londra

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Tomba di Ugo Foscolo nella

Basilica di Santa Croce, a Firenze

Nel frattempo l'Austria insisteva nel reclamare la sua estradizione e quando l'ambasciatore d'Inghilterra a Berna,attraverso i buoni uffici di William Stewart Rose a cui Foscolo avevadedicato l'Ipercalisse, ebbe l'ordine di rilasciargli il passaporto per laGran Bretagna egli, con il denaro ricavato dalla vendita dei suoi libri aMilano e con quello che il fratello Giulio, a quei tempi in Ungheria, gliaveva fornito, poté partire.

Il 12 settembre 1816 il poeta giunse a Londra dove trascorse l'ultimoperiodo della sua vita fra non lievi difficoltà economiche e morali. Duranteil periodo londinese Foscolo si dedicò prevalentemente all'attivitàeditoriale e giornalistica e si impegnò nello studio storico-critico di alcunimomenti, testi e personaggi della letteratura italiana, soprattutto Dante,Petrarca e Boccaccio.

Risalgono a questi anni nuovi saggi sulle traduzioni omeriche, la quartaedizione dell'Ortis (1817), l'elaborazione delle "Grazie" e le incompiuteLettere scritte d'Inghilterra ('16-'18) di cui una parte edita postumacon il titolo il Gazzettino del bel mondo, l'incompleta Letteraapologetica anch'essa pubblicata postuma, i celebri Essays on Petrarch(1821, II ed. 1823), il Discorso storico sul testo del Decamerone (1825), il Discorso sul testo dellaCommedia di Dante (1826), oltre a una trentina di saggi critici scritti per essere tradotti in inglese e pubblicati

sulle riviste periodiche britanniche[7].

La vita troppo signorile e alcune speculazioni avventate in affari ridussero però il poeta al dissesto economicotanto che, nel 1824, venne per breve tempo incarcerato per debiti. Liberato, fu costretto a sopravvivere neiquartieri più poveri di Londra, celandosi spesso sotto falso nome per sfuggire ai creditori. Aveva intantoritrovato la figlia Floriana, che lo assistette con devozione durante i suoi ultimi anni. A causa della vitadispendiosa di Foscolo, che consumò l'eredità della famiglia di Floriana dovettero trasferirsi in zone povere emalsane, dove il poeta contrasse la tubercolosi.

Povero e debole, alla fine Foscolo si ritirò nel piccolo sobborgo londinese di Turnham Green dove, ammalato diidropisia dovuta all'aggravarsi della malattia, morì il 10 settembre del 1827 a quarantanove anni. La figlia, che loassistette sempre, morì anch'essa due anni dopo. Dal cimitero di Chiswick dove fu sepolto, le sue spoglie nel1871 furono traslate nella Basilica di Santa Croce a Firenze, il tempio delle itale glorie che aveva celebrato nelcarme Dei Sepolcri. Del Foscolo ci resta un ricchissimo "Epistolario", documento molto importante della suavita tumultuosa.

Pensiero e poetica

« L'armonia/vince di mille secoli il silenzio »(Ugo Foscolo, Dei Sepolcri)

Foscolo aderì con convinzione alle teorie illuministiche di stampo materialistico e meccanicistico. Tali teorie, dauna parte, contenevano elementi rasserenanti in quanto allontanavano le superstizioni, ma dall'altradeterminarono in lui l'angoscia davanti al "nulla eterno", all'oblio che avvolge l'uomo dopo la morte. Foscolo,infatti, si può definire ateo e razionalista, ma non areligioso. In lui il pessimismo e l'ansia di eternità si agitanodando un tono drammatico alla sua poesia e alla sua prosa.

Volendo recuperare alcuni valori spirituali non in contrasto totale con la ragione, egli non cerca di riavvicinarsialla fede, come farà Manzoni, ma dà vita alla propria, personale "religione delle illusioni", ossia i valoriinsopprimibili nell'uomo: la patria (l'Italia, ma anche Zante, l'isola della Grecia dove nacque), l'amore, la poesia,

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Antonio Canova, Le tre Grazie

la libertà, la bellezza, l'arte, il piacere della vita e le nobili imprese che rendono degni di essere ricordati, tramite ilsepolcro, che da legame di affetto, simbolo di civiltà, esempio per i compatrioti (un concetto caro agli uomini delRisorgimento), diventa suscitatore di poesia eternatrice.

Foscolo, oltre all'inquietudine tipicamente preromantica, è molto legatoall'estetica neoclassica: fa frequente ricorso alla mitologia (come il Vico edEvemero egli crede che gli dei furono eroi e persone illustri, poi resiimmortali dai poeti e dagli uomini comuni), vede nella Grecia classica, nonsolo la propria origine (in quanto nato a Zante), ma il rifugio ideale di serenità(il "mito dell'Ellade"), lontano dal mondo dilaniato dalle guerre, ma semprecon lo sguardo rivolto alla realtà (Le Grazie), e dal punto di vista formaleutilizza spesso gli endecasillabi. Foscolo, erede di Vittorio Alfieri, èconsiderato, come il maestro astigiano, uno dei simboli che i Romantici e ipatrioti risorgimentali adottarono, proprio come auspicato dal poeta venetonel celebre passo dei Sepolcri dedicato al Tempio di Santa Croce e allesue tombe illustri.

Opere

Per approfondire, vedi la voce Opere di Ugo Foscolo.

Fuggendo in Svizzera nel maggio del 1815, il Foscolo affidò i suoi libri e gran parte dei manoscritti a SilvioPellico il quale li vendette all'amica del poeta Quirina Mocenni Magiotti e inviò il ricavato al Foscolo,nascondendosi, per delicatezza, nell'anonimato. Dalla Magiotti il fondo finì per pervenire alla BibliotecaNazionale di Firenze, dove è tuttora conservato.

L'altro gruppo di manoscritti, formatosi soprattutto durante l'esilio, passò in eredità alla figlia Floriana e poi alcanonico spagnolo, esule in Inghilterra, Miguel de Riego, che li vendette a un gruppo di estimatori del Foscolo -tra i quali Gino Capponi - e da questi alla Biblioteca Labronica di Livorno.

Altri autografi sono conservati alla Biblioteca Braidense di Milano, alla Universitaria di Pavia, alla Biblioteca diStoria moderna e contemporanea di Roma. Variamente sparse sono le lettere del Foscolo, mentre gli autografidei Sepolcri, delle Odi, dei Sonetti e dell'Ortis furono a suo tempo distrutti dallo stesso poeta.

Componimenti poetici

A Napoleone Bonaparte liberatore, ode (1799)A Luigia Pallavicini caduta da cavallo, ode (1800)

All'amica risanata, ode (1802)

Non son chi fui, perì di noi gran parte, sonetto (1802)

Che stai?, sonetto (1802)

Te nutrice alle Muse, sonetto (1802)

E tu ne' carmi avrai perenne vita, sonetto (1802)

Perché taccia il rumor di mia catena, sonetto (1802)Così gl'interi giorni in luogo incerto, sonetto (1802)

Meritamente, però ch'io potei, sonetto (1802)

Solcata ho la fronte, sonetto (1802)

Alla sera, sonetto (1803)

A Zacinto, sonetto (1803)

Alla Musa, sonetto (1803)

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In morte del fratello Giovanni, sonetto (1803)

Dei sepolcri, carme (1806)

Le Grazie, poemetto incompiuto (1803-1827)

Opere di attribuzione incerta

In morte di Napoleone, inno (composto tra il 1821 e il 1827), inedito, scoperto nel 2010[8]

Romanzi e scritti in prosa

Sesto tomo dell'io, romanzo autobiografico (1799-1801)

Ultime lettere di Jacopo Ortis, romanzo epistolare (1802-1803)

Opere teatrali

Tieste, tragedia (1795)

Aiace, tragedia (1810-1811)Ricciarda, tragedia (1813)

Altri scritti

Epistolario

Orazione a Bonaparte pel Congresso di Lione, (1802)Chioma di Berenice, traduzione del carme di Callimaco, (1803)

Viaggio sentimentale, traduzione del romanzo di Laurence Sterne, iniziata nel (1805), pubblicata nel

(1813) dall'editore Molini, assieme alla Notizia intorno a Didimo Chierico.

Iliade, traduzione del poema omerico, (1807)

Dell'origine e dell'ufficio della letteratura (1809)

Discorso sul testo della Divina Commedia (1818)

Essays on PetrarchDiscorso storico sul testo del Decamerone

Della nuova scuola drammatica in Italia, incompiuto

Bibliografia della critica

Pellegrino Artusi, Vita di Ugo Foscolo. Note al Carme dei Sepolti, Casa Editrice Barbèra, Firenze

1878

Walter Binni, Ugo Foscolo: storia e poesia, Einaudi, Torino 1982 (Piccola biblioteca Einaudi; 428)

Lanfranco Caretti, Foscolo: persuasione e retorica, Nistri-Lischi, Pisa 1996 (Saggi di varia umanità;32)

Mario Fubini, Ugo Foscolo: saggi, studi, note, Feltrinelli, Milano 1963.

Carlo Emilio Gadda, Il guerriero, l'amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscol,

1958

Oreste Macrì, Semantica e metrica dei Sepolcri del Foscolo 2ª ed. corr. e aumentata, Bulzoni editore,

Roma 1995 (L'analisi letteraria; 19) (1ª ed. 1978).

Maria Antonietta Terzoli, Foscolo, Laterza, Roma-Bari, 2000, ISBN 88-420-6173-5.Giuseppe Nicoletti, Foscolo, Salerno Editrice, Roma 2006, ISBN 9788884025227.

Matteo Palumbo, Foscolo, il Mulino, Bologna, 2010, ISBN 978-88-15-13212-3.

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09/03/12 Ugo Foscolo - Wikipedia

10/11it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Foscolo

Andrò a Londra. Un incontro tra István Széchenyi e Ugo Foscolo. Racconto di Stefan Malfèr in: I

racconti del Calvados, a cura di Giuseppe Monsagrati, La Lepre edizioni, Roma 2009, pp. 13-38,

ISBN 9788896052175.

Michele Saponaro, Foscolo, Milano, Garzanti, 1943.

Paolo Borsa, Per l'edizione del Foscolo "inglese" , in Prassi ecdotiche. Esperienze editoriali su testi

manoscritti e testi a stampa, a c. di A. Cadioli e P. Chiesa, Milano, Cisalpino, 2008, pp. 299-335,

ISBN 978-88-323-6206-0

Note

1. ^ a b c Mario Scotti. FOSCOLO, Ugo (http://www.treccani.it/enciclopedia/ugo-foscolo_%28Dizionario_Biografico%29/) in Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 49. Treccani, 1997. URL

consultato il 24 gennaio 2012.

2. ^ Marcello Pagnini, "Il sonetto [A Zacinto]. Saggio teorico e critico sulla polivalenza funzionale dell'operapoetica", in Strumenti critici, 23 (1974), pp. 41-64.

3. ^ Michele Saponaro, Foscolo, Milano, Garzanti, 1943, p.4

4. ^ Vite di avventure, di fede e di passione, Vita di Carlo Lauberg.

5. ^ Saponaro, pp.58-60

6. ^ 150 anni unità d'italia (http://www.150anni.it/webi/index.php?s=25&wid=44)

7. ^ Paolo Borsa, Per l'edizione del Foscolo "inglese" , in Prassi ecdotiche. Esperienze editoriali su testimanoscritti e testi a stampa, a c. di A. Cadioli e P. Chiesa, Milano, Cisalpino, 2008, pp. 299-335.

8. ^ rocambolescamente ritrovato a Catania tra le carte di Ottavio Profeta [1](http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/04/08/poesia-di-foscolo-giallo-catania.html)

Voci correlate

Ugo Foscolo (opere)

Basilica di Santa Croce, Firenze

Alla sera

Ultime lettere di Jacopo Ortis

All'amica risanataA Luigia Pallavicini caduta da cavallo

Sesto tomo dell'io

Tieste (Foscolo)

Aiace (Foscolo)

Ricciarda (Foscolo)

Dei Sepolcri

Guido Sorelli

Isabella Teotochi Albrizzi

Altri progetti

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Wikiquote contiene citazioni di o su Ugo Foscolo

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Collegamenti esterni

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11/11it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Foscolo

Testi di Ugo Foscolo e cronologia (http://xoomer.alice.it/ilfoscolo/index.html)

Approfondimento 1 (http://www.italialibri.net/autori/foscolou.html)Approfondimento ai sonetti con testo integrale (http://www.crs4.it/Letteratura/Sonetti/Sonetti.html)

Prose (http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia/catalogo/browse/autore-autore.xq?

autore=Foscolo,%20Ugo) (1912, 1913 e 1920), testi integrali in più volumi dalla collana digitalizzata

"Scrittori d'Italia" Laterza

Opere di Ugo Foscolo (http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT561.HTM) , testi con

concordanze, lista delle parole e lista di frequenza

Dell'origine e dell'ufficio della letteratura, orazione (http://www.google.com/books?id=lkICAAAAQAAJ&printsec=frontcover&dq=foscolo&as_brr=1&hl=it)

Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/ugo-foscolo_(Dizionario_Biografico)/)

Cesare Angelini, "I giorni del Foscolo a Pavia" (http://www.cesareangelini.it/studi_foscolo_pavia.html)

Paolo Borsa, Per l'edizione del Foscolo "inglese"

(http://air.unimi.it/bitstream/2434/46730/1/Paolo_Borsa_-_Per_l%27edizione_del_Foscolo_inglese.pdf)

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