08 aprile 2011_accudimento_mondo

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58 aprile 2011 Diamo ai nostri bimbi la “VITAMINA T” ccudim di Carmela Giordano La nostra società troppo spesso utilizza tecniche di accudimento dettate da “mode o tendenze” del mo- mento. Per esempio, negli anni ’70, si prediligeva l’allat- tamento artificiale ed un tipo di accudimento basato sul con- cetto che i bambini utilizzas- sero il pianto per controllare il comportamento dei genito- ri e, quindi, dovevano essere lasciati piangere finché non smettevano da soli e imparava- no ad addormentarsi. Succes- sivamente, con la rivalutazione dell’allattamento materno si è sviluppato uno stile di accu- dimento più prossimale, che assecondasse le richieste del bambino ed il contatto. Il contesto culturale nel quale i bambini crescono costituisce un fattore molto spesso tra- scurato negli studi evolutivi. In realtà, il contesto culturale è un elemento essenziale per la comprensione dello svilup- po umano. Sulla base di alcu- ne analisi cross-culturali si è notato che vi è una differenza nel modo di accudire i bambi- ni fra le popolazioni “primitive”, più inclini al contatto e alla sti- molazione sensoriale, e quelle occidentali. Infatti, nei Paesi occidentali nella maggior parte dei casi si partorisce in ospe- dale, dove il neonato è quasi subito allontanato dalla madre e rivestito. Così, per meglio intendere le pratiche occidentali delle cure materne sembra giusto pre- sentare una rapida panorami- ca delle esperienze di accu- dimento presenti nelle diverse culture.

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58 aprile 2011

Diamo ai nostri bimbi la “VITAMINA T”

ccudimentodi Carmela Giordano

La nostra società troppo

spesso utilizza tecniche

di accudimento dettate da

“mode o tendenze” del mo-

mento. Per esempio, negli anni ’70, si prediligeva l’allat-tamento artificiale ed un tipo di accudimento basato sul con-cetto che i bambini utilizzas-sero il pianto per controllare il comportamento dei genito-ri e, quindi, dovevano essere lasciati piangere finché non smettevano da soli e imparava-no ad addormentarsi. Succes-sivamente, con la rivalutazione dell’allattamento materno si è sviluppato uno stile di accu-dimento più prossimale, che assecondasse le richieste del bambino ed il contatto. Il contesto culturale nel quale i bambini crescono costituisce un fattore molto spesso tra-

scurato negli studi evolutivi. In realtà, il contesto culturale è un elemento essenziale per la comprensione dello svilup-po umano. Sulla base di alcu-ne analisi cross-culturali si è notato che vi è una differenza nel modo di accudire i bambi-ni fra le popolazioni “primitive”, più inclini al contatto e alla sti-molazione sensoriale, e quelle occidentali. Infatti, nei Paesi occidentali nella maggior parte dei casi si partorisce in ospe-dale, dove il neonato è quasi subito allontanato dalla madre e rivestito.Così, per meglio intendere le pratiche occidentali delle cure materne sembra giusto pre-sentare una rapida panorami-ca delle esperienze di accu-dimento presenti nelle diverse culture.

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ccudimento

mondoEschimesi Netsilik Artico canadese

La madre Netsilik è una persona serena che dona calore ai

suoi bambini e li cura amorevolmente. Appena nato, il neona-

to viene sistemato nella parte posteriore della pelliccia che

la madre indossa, completamente nudo o, raramente, indos-

sando dei pannolini di pelle di caribù. Il neonato assume una

posizione seduta, cingendo con le gambe la vita della madre,

il capo inclinato a destra o a sinistra. Una volta posizionato

il neonato sulla schiena della madre, questa lega la pelliccia

con una cintura, in modo da formare un’imbracatura che so-

stiene il bambino sotto le natiche, impedendogli di scivolare.

Il bambino rimane in questa posizione finché non impara a

camminare da solo. La comunicazione madre-bambino avvie-

ne essenzialmente attraverso la pelle. Se il bambino ha fame

inizia a succhiare la schiena materna, così la madre lo porta

al seno e lo allatta. Il dondolamento provocato dal cammino

della madre ed il calore della sua pelle favoriscono il sonno

del bambino. Come si può immaginare, questi bambini pian-

gono raramente ed è per questo che i Netsilik presentano un

carattere mite e generoso. aprile 2011

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60 aprile 2011

GandaAfrica orientale

Anche queste madri utilizzano il baby carring (abitudine di portare

addosso il bambino). I bambini vengono allattati al seno per un anno

o più. Il momen-

to dell’allatta-

mento permette

al piccolo di ac-

quisire una cer-

ta sicurezza nei

gesti di pren-

sione e di orien-

tamento verso

l’oggetto; è un

gioco corpo a

corpo in cui

madre e bambi-

no partecipano

con grande in-

ventiva. Questo

stretto rappor-

to pone i bam-

bini in una mag-

giore interazione sociale. Infatti, è una grande occasione per scambi

comunicativi con la madre, la quale comunica usando suoni onoma-

topeici, canzoncine e, solo alla fine del primo anno, gli parla normal-

mente, senza più l’utilizzo di gergo infantile. Questo stretto rapporto,

inoltre, sembra accelerare lo sviluppo motosensoriale facendo rag-

giungere a questi bambini la posizione seduta o eretta molto prima di

quelli occidentali.60 aprile 2011

il contesto culturale è un elemento essenziale

per la comprensione dello sviluppo umano

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aprile 2011 61

Efe pigmei delle foreste dello Zaire

Questa popolazione si divide in gruppi da 7 a 21

componenti. Vivono in capanne sempre in stretto

contatto gli uni con gli altri e mangiano quello

che trovano nella foresta.

I bambini da 0 a 3 anni trascorrono la maggior

parte del loro tempo in contatto fisico, ma anche

dialogico con la propria madre. Verso i 3 anni

il contatto fisico con la madre si riduce, ma si

mantiene leggermente più alto rispetto ad al-

tre figure di accudimento (fratelli, zii, nonni).

Il bambino viene accudito attraverso due forme

particolari: “il pulire” ed il “tatto affettuoso”.

Il comportamento del pulire, all’inizio aspetto

esclusivo materno, con il crescere dell’età è

messo in atto prevalentemente dalle altre figure

di riferimento. Per il comportamento di “tat-

to affettuoso” questo risulta essere sempre a

stretto appannaggio materno. Si può quindi no-

tare che tra gli Efe non si trovano solo alti livelli

di contatto sociale e fisico, ma diverse forme di

contatto, distribuite nei diversi periodi evolutivi.

Questo è un modo per permettere al bambino di

conoscere gli altri, imparando a comunicare con

diverse modalità.

Per crescere sani, forti e sicuri i bambini hanno

bisogno della “Vitamina T”, la vitamina della

tenerezza. I bambini, infatti, reclamano la loro

fame relazionale: fame di carezze, di abbracci e

di baci. Questo cibo relazionale farà in modo che

il bambino sviluppi un atteggiamento di fiducia

nei confronti delle persone che si prendono cura

di lui e, di conseguenza, nei confronti di se stes-

so e dell’ambiente circostante.