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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

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Pagina I

Fiesole

07/08/2013 p. III "Non diamo fastidio a nessuno e poi qui non si fa chepulire..."

Repubblica Firenze 1

07/08/2013 p. 7 Operazione Poggio Secco, via in duecento dall'ex clinica Giulia GoriCorriere Fiorentino 2

07/08/2013 p. 1 Una lezione di efficienza e accoglienza Luigi CaroppoNazione Firenze 4

07/08/2013 p. 3 «Chiusa una ferita Quella situazione non era tollerabile» Giovanni SpanoNazione Firenze 6

07/08/2013 p. 18 Auditorium promosso al collaudo, a settembre l'appalto DanielaGiovannetti

Nazione Firenze 7

Iniziative ed eventi

07/08/2013 p. 24 Rock, pop, jazz e vino a 'Note di Testamatta'Nazione Firenze 8

07/08/2013 p. 24 Pelago, capitale del realismo Donate oltre duecento opere LeonardoBartoletti

Nazione Firenze 9

07/08/2013 p. 24 Sogni mediterranei nel MuseoNazione Firenze 11

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«SIAMO gente seria, ci prendia-mo cura del palazzo, puliamo dicontinuo: achi diamo fastidio?» sichiedono Lidia, Dobre e gli altri, inuovi "querciottini", i "sans pa-pier" che da 15 giomioccupano lavecchiascuola deiBarnabitiinviadella Piazzola dove negli annihanno studiato, tra gli altri, il ma-gistrato Piero Lui gi Vigna e i figli dinote famiglie di imprenditori, da-gli Aleotti ai Barilla. Sono giovaniperlopiù: tra i 30 e i 40 anni, so-prattutto romeni, qualche ma-rocchino. Muratori e operai gliuomini, che escono il mattinopresto per andare in cantiere;gran lavoratrici le donne, che p as -sano ore e ore a pulire e lucidarel'atrio, le scale e le vecchie auleadibite a camere. E se la proprietàchiede il sequestro della strutturaspiegando che è pericolosissima,loro ribattono con la serietà del

Dentro la struttura sopra le Cure: sullavecchia chiesa hanno messo il cartello "rispetto"

"Non diamo fastidio a nessunoe poi qui non si fa che pulire..."

Qui e sopra a destra: l'ex collegio della Querce occupato

cartello "rispetto" piazzato all'in-gresso della vecchia chiesa inter-na al collegio. «Siamo persone re-sponsabili, molti di noi sono cre-denti: ci siamo dati regole di buoncomportamento», garantisconogli occupanti.

La società immobiliare che nel2005 ha rilevato la struttura dai

padri Barnabiti insiste: «Persinole persiane aperte sono un pro-blema: rischiano di cadere in te-sta a qualcuno, noile avevamo si-gillate perché sono pericolanti»,dice l'amministratore Giordano.Gli occupanti si arrangiano e re-plicano con un sorriso: «Ma se ciha fatto i complimenti addirittu-

ra il nucleo tutela del patrimoniodei carabinieri che è venuto qui afare un sopralluogo nei giorniscorsi!». PalazzoVecchionon cre-de che li sgombereranno presto.E comunque punta i piedi:«Quando noi facciamo gli sgom-beri sappiamo dove mettere lepersone. Abbiamo liberato Pog-gio Secco e contemporaneamen-te abbiamo trovato posto a 200.Quando gli attuali occupanti del-la Querce furono sgomberati daFiesole non sapevano dove met-terli e pensarono di mandarceli aFirenze», confida ancora arrab-biata lavicesindaco Stefania Sac-cardi . «Quando decideranno dimandarli via non pensino di tro-vare sponde danoi : non tireremofuori un euro dal bilancio», ag-giunge.

(ef )0 RIPRODUZIONE RISERVATA

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11 duece1cl dall'ex cSaccardi: «Abbiamo ut affogpo per t'». Renzi: e il mc efl F̀irenze

A pochi passi dalle centinaia di va-ligie che ieri mattina erano assiepa-te davanti al vecchio ospedale, spun-tava una muraglia di rifiuti alta finoa due metri e lunga quasi trecento:un serpentone fatto di vecchi pneu-matici, elettrodomestici smembrati,materassi, pezzi di plastica, carcassedi automobili. In alcuni tratti, perimpedire che la montagna di sporci-zia bloccasse la strada, gli occupantidi Poggio Secco avevano costruitouna palizzata con le ante degli arma-di. E spesso capiva che i rifiuti pren-dessero fuoco. E una delle ragioniper cui le autorità hanno deciso diarrivare allo sgombero. Così, diecianni di occupazione sono finiti nelvolgere di un mattino, e senza ten-sioni. Ieri, nell'ex ospedale di Pog-gio Secco, l'edificio di via Incontri diproprietà della Croce Rossa, più diduecento occupanti, quasi tutti ru-meni, sono stati sgomberati con l'in-tervento di trecento poliziotti, cara-binieri, vigili urbani, vigili del fuo-co, agenti della forestale e operatoridel Comune di Firenze.

Tutto si è svolto senza incidenti esenza proteste. A ammettere il falli-mento di Poggio Secco sono moltidegli stessi occupanti; anche il Movi-mento di Lotta per la Casa da tempoaveva preso le distanze da una situa-zione ritenuta ingestibile. Tre annifa, l'arrivo di una nuova ondata dioccupanti aveva infatti rotto gliequilibri: «Sono stati quei delin-quenti, quelli nuovi - dice Valeria,una rumena - rubano di tutto,smontano le cose per tirare fuori fer-ro e rame e abbandonano tutto quisul piazzale. E poi minacciano chi silamenta. Quindici giorni fa, quandosi è sentito parlare di sgombero, so-no scomparsi». Gli occupanti stori-ci, i rumeni arrivati dieci anni fa, siriferiscono a un gruppodi connazionali arrivatidall'ex occupazione delLuzzi, a Sesto. Ma di ten-sioni ce n'erano anchecol vicinato. Eppure, mol-ti occupanti sono affran-ti: metà degli ottanta mi-nori sono nati qui. «Ibambini hanno piantotutta la notte - racconta

Calica- gli abbiamo detto che si vain vacanza al Grand Hotel», PoggioSecco è un mondo a sé: sul palazzospuntano decine di parabole, men-tre all 'esterno è un pullulare di bot-teghe -baracche appoggiate alla di-scarica. Ieri mattina, l 'unica ancoraaperta era quella di Miloud, un ma-rocchino che vendeva caffè, birre esigarette , e che mostrava fiero la li-cenza da ambulante , convinto di es-sere in regola . Ma ora nessuno havoglia di andarsene dall'Italia: «Unodi noi in Romania è proprietario diun palazzo intero - dice una donna- ma non c 'è lavoro e se hai famela casa non la puoi mangiare. In Ita-lia qualche lavoretto ogni tanto sitrova e così puoi dare da mangiareai bambini». Così, sotto due granditende, è partito il censimento deipresenti : sono risultate 236 perso-ne, con una quindicina di loro pro-babilmente imbucate dell'ultimaora in cerca di un tetto e di un pastocaldo. Il Comune ha trovato alloggioa quasi duecento persone, tra la fore-steria dell 'ex Scuola Pertini di Sorga-ne, il complesso di Santa Caterina el'Albergo Popolare . Qualcuno inve-ce ha deciso di prendere la propriastrada. «Abbiamo garantito un tettoa tutti i minori - ha detto ieri a Sor-gane il vice sindaco, Stefania Saccar-di (nella foto) - quella di PoggioSecco era una situazione intollerabi-

Filine

La villa torna alla Croce RossaLo sgombero decisoperle condizioni igienicheda incubo e il rischio incendi

le, sotto il profilo dell'inquinamen-to e delle condizioni di sicurezza deibambini. Le persone che vivevanoin quella zona erano in stato di gran-de esasperazione. Ma siamo interve-nuti con uno "modello Firenze",dando un alloggio a quasi tutti glisgomberati». Toccherà invece allaCroce Rossa ripulire la discarica acielo aperto e trovare una destinazio-ne (c'è un vincolo sanitario) per Pog-gio Secco. Saccardi ha parlato di«modello Firenze» facendo un paral-lelo con la gestione del recentesgombero di Pian di Mugnone, a Fie-sole, dove gli occupanti, per i qualinon era stata prevista una sistema-zione, hanno subito occupato l'excollegio La Querce, a Firenze.

Così, se Palazzo Vecchio ha stan-ziato 200 mila euro (oltre ai ioo mi-la della Regione) per gestire lo

sgombero di Poggio Sec-co, «non daremo un eu-ro se e quando saremochiamati a gestire l'even-tuale sgombero allaQuerce» dice il vice sin-daco. Da parte sua, Mat-teo Renzi ha commenta-to su Facebook: «In quat-tro anni abbiamo risoltoquestioni che andavano

avanti da decenni, senza usare gli af-fittacamere come si faceva in passa-to (che costavano 6oo.ooo euro alcontribuente). Firenze è solida per-ché è solidale».

Giulio GoriC RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sopra da sinistra l'esterno dell'ex clinica di Poggio Seccosulle colline di Careggi e accanto i primi momentidello sgombero. Sotto la discarica a cielo aperto che stavaintorno alla struttura occupata. Un momento del censimentofatto dai tecnici del Comune e gli operai della Croce Rossache «sigillano» gli accessi all'ex clinica una volta liberata

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IL COMMENTOdi LUIGI CAROPPO

UNA LEZIONEEFFICIENZA

E ACCOGLIENZAFINALMENTE . E' la prima paro-la che spontaneamente si e pen-sato ieri mattina quando è ini-ziata a circolare la notizia chepolizia municipale e ammini-strazione comunale, supportatidalle forze dell'ordine, stavanomettendo fine alla cittadella del-la vergogna sulle colline di Ga-reggi. Più volte abbiamo denun-ciato, da oltre un anno, che l'oc-cupazione della struttura e deiterreni in via, Incontri era una ca-sbah incredibile che man manosi è trasformata in una cittadel-la-discarica dove il rispetto del-le più elementari condizioni igie-niche era stato annullato e a 'ovesi concentravano oltre a gentesenza casa, anche sbandati, de-linquenti, pregiudicati. Una bom-ba a orologeria. Una operazio-ne, preparata con la massima at-tenzione da settimane, ha, fattosì che la cittadella della vergo-gna non ci sia più. Bene e finalmente. Ma non solo perche quel-lo sconcio é terminato, ma an-che perché, nella tradizione de-gli ultimi, grandi sgomberi avve-nuti sul territorio comunale, ba-sta ricordare l'occupazionedell'ex ospedale Meyer, si è rida-ta dignità a quelle persone chein via Incontri sopravvivevano egli si è ridata l'opportunità di uninserimento sociale che ai margi-ni dei diritti non esisteva. Giusta-mente il vicesindaco Stefania,S'accordi ha sottolineato: «ATi-renze quando si sgombera unastruttura ci si occupa e preoccu-pa di dove andranno a finire lepersone che hanno diritto aduna accoglienza, impiegando ri-sorse umane e finanziarie. Que-sto è lo stile Firenze».

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EFFICIENZA E ACCOGLIENZALA LEZIONE DI FIRENZE

di LUIGICAROPPO

[segue dalla prima]SACCARDIfa un chiaroriferimento a quanto accadutoalcune settimanefa a Fiesolequando circa 40 famiglie sonostate sgombrate senza un futurominimo, finendo per occupare lostabile dell'ex collegio allaQuerce. Ora tocca alle oltre 200

persone accolte nelle strutturedel Comune credere in unfuturo diverso e costruirsi unpercorso migliore. Chi vuol starealle regole avrà la possibilità diriscattarsi, chi vuol continuare avivere nell'illegalità potràcontinuare a farlo se vuole, manon sulle spalledell'amministrazione. Ierimattina Firenze ha dato unalezione di efficienza e diaccoglienza. Per cancellare unavergogna che aveva messoradici da troppo tempo.

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«Chiusa una feritaQuella situazione

non era tollerabile»UN ANNO E MEZZO fa unincendio di materiali gettati inmaniera scriteriata aveva tra-sformata la favela in una bom-ba ecologica. Disse l'assessoreal welfare Stefania Saccardi:«Siamo consapevoli che si trat-ta di una delle situazioni piùdifficili sotto il profilo ambien-tale sul nostro territorio; unasituazione che dovrà essere af-frontata in tempi brevi dalleistituzioni e dalla proprietà. IlComune farà la sua parte». E'accaduto e «si è chiuso un capi-tolo doloroso», dice l'assesso-re. Da ieri Firenze oltre a tenta-re di conferire una sistemazio-ne decorosa a più di 230 perso-ne, confida di aver rimosso lafavela, una spina nel fianco del-la città, oggetto di ripetute pro-teste da parte dei residenti.«A Poggio Secco - spiega il vi-cesindaco Saccardi in visita al-la foresteria della scuola San-dro Pertini di via Tagliamen-to a Sorgane che ospiterà il nu-cleo più consistente (circa cen-to persone) - avevamo già fat-to alcuni interventi, come lavaccinazione di un centinaiodi bambini ai quali è stato ga-rantito il trasporto a scuola tra-mite bussini. Ma la situazionenon era più tollerabile per l'in-quinamento igienico-ambien-tale, la sicurezza e l'ordine pub-blico, tensione sociale coi resi-denti esasperati dall'aumentodei furti». Preme a Saccardisottolineare «lo stile Firenze:senza né subire né tollerareeventuali altre occupazionicom'è avvenuto per lo sgombe-ro di Pian del Mugnone a Fie-sole. A Firenze quando sisgombera una struttura ci si oc-cupa e preoccupa di dove an-dranno a finire le persone chehanno diritto a un'accoglien-za, impiegando risorse umanee finanziarie. E la pianificazio-ne è avvenuta di concerto conil territorio: ecco perché sono

qui con me il pressidente delquartiere 3 Andrea Ceccarellie il consigliere del quartiere 5Francesca Paolieri.

NUMERI e soluzioni: «Qui al-la foresteria, abbiamo sistema-to un centinaio di persone. Ge-stirà la Caritas. Quaranta circasono all'ostello Santa Cateri-na, con gestione del consorzioCoeso, una ventina gli uominimandati all'albergo popolare,alcuni hanno preferito cercaredi persona un'altra soluzione,una quindicina quelli che si so-no inseriti per avere un posto,altri sono stati sistemati in al-tre strutture ordinarie di acco-glienza. Ma non affittacamere,

IcoLe famiglie sono statesistemate a Sorganee in case di accoglienza

voce che nei bilanci fino al2009, prima del mio arrivo, pe-sava per per 600mila euro. Rin-grazio Caritas, Coeso e Madon-nina del Grappa per l'aiutoche ci hanno dato e continue-ranno a darci per gestire l'acco-glienza».

UN PLAUSO allo sgomberoarriva dal capogruppo di FdIStefano Alessandri: «Si è trat-tato di una vergogna da noipiù volte denunciata insiemeagli abitanti della zona. E' sta-ta ristabilita la legalità,si è mes-so fine a una situazione a forterischio per il degrado all'inter-no della struttura e il pericoloigienico sanitario. Come forzadi opposizione responsabile,noi di Fratelli d'Italia non cisottraiamo al dovere di plaudi-re all'operato dell'amministra-zione comunale».

giovanni spano

PUGNO Di FERROE SOLIDARIETA'

A Firenze quandosi sgombera una strutturaci si preoccupa di doveandranno a finire te personeimpiegando risorse umane

BILANCIO POSITIVOII vicesindaco Stefania Saccardiha parlato di «capitolo doloroso»

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CAMANNOSSI: «ABBIAMO CORRETTO VIZI E DIFFORMITA' CHE AV EVANO BLOCCATO IL CANTIERE». . '

, - settembre _

L'INGEGNER GRISOSTOMI ha detto "sì".Dopo 7 mesi di prove e controprove, l'Audito-rium ha finalmente superato il collaudo. Lune-dì è arriva in Comune la documentazione ufficia-le sullo stato dei lavori dell'edificio destinato aospitare un teatro e un centro polifunzionale. Afirmarla è stato l'ingegner Stefano Grisostomi,che in qualità di direttore delle opere di ripristi-no ha certificato non solo il completamento del-la costruzione, ma soprattutto la sua conformità

a quanto richiesto. «Abbiamo corretto vizi e dif-formità che avevano causato il blocco del cantie-re al momento del collaudo di tre anni fa - spie-ga il vicesindaco e assessore ai lavori pubbliciGiancarlo Gamannossi -. Ringrazio l'ingegnerper l'assistenza prestata nel seguire il collaudo,che ci ha permesso di sbloccare questa increscio-sa situazione». In particolare sono state elimina-te oltre trenta infiltrazioni che avevano danneg-giato i camerini, il vano ascensore e il parquetdella sala principale. Per fare ciò è stato rifatta

ex novo l'impermeabilizzazione del piazzale elungo le scale esterne è stata stesa una gommacon particolare capacità di dilatazione, a collega-mento dei due blocchi dell'edificio. L'ultimaparte del collaudo ha riguardato l'impianto elet-trico e quelli meccanici, quali condizionatori,ascensori. «L'edificio è dunque finito e anche laprogettazione del secondo lotto è ormai fatta eattende solo l'ultima "validazione". A settembreprocederemo con l'appalto degli arredi interni».

Daniela Giovannetti

Fiesole Pagina 7

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Fiesole, piazza Minodomanialle 21,30

Rock, pop, jazz e vinoa 'Note di Testamatta'

In piazza Mino a Fiesolecontinuano gli appuntamenti di'Note di Testa matta' con musica,vino e birra. Domani sul palco ilduo Dettocchi o- Ferra ro per unconcerto di rock, pop, jazz.

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Leonardo artotettiPELAGO (Firenze)

TRAVOLTO da un improvviso col-po di fortuna il comune di Pelagoin Valdisieve rischia di diventaremèta di appassionati d'arte. L'in-tera collezione della galleria LaColonna di Milano è stata infattidonata all'amministrazione comu-nale. Che, dopo qualche momen-to di comprensibile imbarazzo, siè organizzata - sede, assicurazio-ni, allarmi e quant'altro - acco-gliendo ben 262 opere di maestridel realismo italiano, come Rena-to Guttuso, Giacomo Manzù, Ali-gi Sassu, Bruno Caruso e molti al-tri ancora. La collezione troveràfissa dimora all'interno del Comu-ne di Pelago. Un immenso patri-monio artistico, composto - ol-tre che dai dipinti - anche da in-teressante materiale documenta-rio, tutto risalente al realismo ita-liano degli anni'50. La collezionedella Galleria La Colonna di Mila-no apparteneva alla famiglia Ubal-di-Ingrosso, eredi di Renata Usi-glio, fondatrice e promotrice del-la stessa Galleria.

PERSON E che per caso, hannoavuto la possibilità di conoscerePelago ed innamorarsi di questoterritorio fino al punto di donareun patrimonio dal valore artistico- ed anche economico - immenso.

A fronte di tutto questo, la fami-glia Ubaldi -Ingrosso ha chiestoal Comune di Pelago di creare uncentro d'arte contemporanea in

gli eredi di Renata Usiglio ha tut-te le carte in regola per trasforma-re la collezione Colonna nel suopiù grande patrimonio, garanten-done un futuro degno della sua

LA COLLEZIONEAppartenevaatta fa igUa Ubaldi -Ingrassoeredi di Renata UsíqUo

storia. La collezione consiste è trale principali - se non la più gran-de - raccolte di opere apparte-nenti solo ed esclusivamente almovimento del realismo italiano.Renata Usiglio riuscì negli annidel dopoguerra a creare attorno a

grado di valorizzare l'intera colle- sé un circolo di artisti ed intellet-zione, ponendosi come polo di tuali, che divennero il motore pro-studi di rilievo nazionale e inter- pulsivo della ricerca realista. Lanazionale sul realismo italiano de- collezione La Colonna è dunquegli anni'50. Pelago, insomma, per frutto anche di queste particolari

amicizie. Il Comune di Pelagopresenterà una piccola parte dellacollezione il 7 e l'8 settembre pros-simi. In tutto saranno esposte do-dici opere esemplificative del tem-po e dello spirito degli artisti de"La Colonna". Tra i capolavoriche si potranno vedere, "La cuci-trice" di Renato Guttuso, i dise-gni di vita quotidiana di ArnaldoBadodi e Bruno Caruso ed alcunelitografie di Giacomo Manzù. Sa-rà, per Pelago, il battesimo concre-to all'arte che conta.

CO LPO di fortuna davanti alquale l'amministrazione locale hatrovato la forza di organizzarsi edi ottenere la collaborazione dellaDeutsche Bank. Un'operazionenon facile, soprattutto per un pic-colo comune. Nuova attrazioneper i visitatori.

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A FIESOLESogni rneffiterranei

l MuseoSi intitola «Sogni mediter-ranei» la mostra in corso aFiesole che raccoglie unatrentina di opere di grandie medie dimensioni diFranco Mauro Franchiche si può vedere nell'area archeologica e nelMuseo civico archeologi-co. I lavori sono eseguiticon varie tecniche: inbronzo, vetroresina e terra-cotta. Sculture che ricorda-no lo stile artistico deglietruschi. Info: 055 5961293

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