07. 10. 28 La Scuola Di Lacan

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La Scuola di Lacan, nel 64, si costituita come antidoto alla cristallizzazione gerarchica, alla cooptazione, al funzionament

LA SCUOLA DI LACAN

Marco Focchi

La Scuola di Lacan, nel 64, si costituita come antidoto alla cristallizzazione gerarchica, alla cooptazione, al funzionamento regolato dal significante padrone.

Il significante padrone che, nella nostra epoca antiautoritaria, a priori il bersaglio naturale di ogni vituperio, non tuttavia un fatto meramente arbitrario: S1 unifica, stabilizza, permette di stratificare, consente il perpetrarsi di una tradizione, accoglie e fa convivere nel proprio seno gruppi diversi tra loro. NellIPA il kleinismo ha potuto convivere istituzionalmente con la psicologia dellio grazie alla gabbia burocratica degli standard che funzionavano come S1.

Se sfiliamo S1 tutte le forze centrifughe si scatenano e la comunit entra in un vortice autodistruttivo. Non si pu togliere S1 e lasciare semplicemente il vuoto.

Lacan non ha fatto cos, in effetti, perch togliendo S1 ha costituito la propria Scuola intorno a un elemento agalmatico in grado di produrre traslazione. La Scuola di Lacan stata, da sempre, la Scuola di una causa, la Scuola formatasi avendo nella propria composizione un ingrediente eterogeneo, un oggetto causa con il quale ciascuno potesse avere un rapporto singolare.

Le Istituzioni si reggono sul fatto che in esse ciascuno deve avere un proprio posto, un posto che si acquisisce per carriera, per anzianit, per particolari meriti, e che definito entro precise coordinate: ciascuno ha il proprio posto e ciascuno deve saper stare al proprio posto. Questo ha un lato confortevole: si sa dove si , e si sa chi si , ci si riconosce.

In una Scuola nel senso di Lacan nessuno invece ha un proprio posto nello stesso modo: ci sono membri, ci sono presidenti, ci sono segretari, ci sono consiglieri, ma in questo rutilante gioco di parvenze sappiamo che quel che muove davvero le cose la forza della traslazione, che nessuno pu detenere come fosse un titolo nobiliare acquisito.

La Scuola sta insieme non perch ci sono dei posti da occupare o da assegnare, e se si riesce a vederla solo come un apparato burocratico, gerarchico e verticale, perch si ha davanti agli occhi il velo di un pregiudizio difficile da dissipare, perch si paralizzati dallincapacit di trovare una propria via senza seguire le quadrettature pi tradizionaliste. In realt possiamo piuttosto sostenere che la Scuola sta insieme perch, per dirla in modo aulico, c una benigna volontade in che si liqua / sempre lamor che drittamente spira (Par. XV 1,2). Se questa volont sentita come la voce grossa del padrone, il fatto allora che si persa di vista la causa che muove e orienta il desiderio.

Possiamo esprimerlo in unimmagine immediata: lIstituzione tradizionale come i matrimoni di una volta, tenuti insieme dalla legge e dalleconomia, oppure tenuti insieme dallimmagine un po Mulino Bianco della casa felice con moglie e bambini teneramente sopiti; la Scuola di Lacan invece come i matrimoni moderni, tenuti insieme dallamore e dal desiderio, e quindi decisamente pi instabili.

Per questo ogni tanto siamo stati costretti a sottoporre a verifica la validit del nostro legame: successo nell89-90, al tempo di Acier louvert, ed successo ancora nel 98-99.

La Dichiarazione della Scuola Una nasce da queste esperienze, e sancisce lidea, pi volte menzionata nel dibattito preparatorio, di una Scuola che nella diversit di lingue, di tradizioni culturali e di dislocazione geografica su cui si estende, sia Una perch contrasta la tendenza che porta le relazioni alla dispersione, allincompatibilit, allo sgretolamento, e ne mina la tenuta.

Credo che ci faccia parte in modo costitutivo di quel che una Scuola nel senso lacaniano del termine. Possiamo essere elastici, flessibili, avere il massimo spirito dadattamento, come stiamo dimostrando nei nostri progetti di psicoanalisi applicata, ma ci sono dei punti fermi che fanno parte in modo essenziale della nostra esperienza.

Il principio della Scuola Una uno di questi punti fermi, e consiste nel costruire il nostro spazio comune in modo che non dia luogo a correnti, in modo che non si solidifichi in gruppi.

Ripensiamo alla storia del Campo freudiano in Italia, che stata poi la stessa in tutto il mondo quando si trattato di dar vita alle Scuole che adesso si riuniscono nellAMP. Allinizio cerano dei gruppi che si riferivano allinsegnamento di Lacan. Si trattava di gruppi piccoli o meno piccoli dove si svolgevano delle analisi, che avevano delle attivit dinsegnamento, delle attivit pubbliche, delle pubblicazioni. Non cera ancora la legge Ossicini, quindi non si poneva il problema di un riconoscimento legale di questi insegnamenti. Cera una sorta di principio del libero mercato: i pi intraprendenti riuscivano ad avere uno spazio pubblico maggiore, altri erano pi chiusi o pi discreti.

Il Campo freudiano intervenuto inizialmente riconoscendo questi gruppi, che erano la realt, la sola realt. Li ha riconosciuti, li ha inglobati nel proprio spazio, ma non per tenere le cose cos comerano. Ha creato infatti una dinamica che andava verso la creazione di una Scuola. Quando in una situazione determinata nasceva una Scuola ( stato cos in Italia ma anche in Brasile) i gruppi man mano arretravano, si scioglievano, le persone che li costitruivano entravano, uno per uno, far parte delle Scuole, che erano uno spazio diverso.

Qual era la fondamentale differenza tra gruppo e Scuola? La fondamentale differenza che i gruppi erano dei movimenti di traslazione intorno a un leader, mentre la Scuola la Scuola, lo abbiamo detto, di una causa, con funzioni a rotazione, ed ha la vocazione di muovere la traslazione nei confronti della psicoanalisi senza congelarla in una figura che la incarni.

Questo stato capito dalle persone, che sempre pi si sono mosse verso la Scuola superando le identificazioni e le appartenenze precedenti.

In Italia il processo giunto a compimento nel 2002, con la creazione della SLP. il risultato di ventanni di storia, di una storia non sempre facile per le persone che vi si sono trovate coinvolte. Nelle configurazioni che ha preso il Campo freudiano in Italia, Intercartelli, gruppi, GISEP, SISEP, e infine SLP, alcuni si sono trovati al centro e poi ai margini, poi le cose sono cambiate e chi era ai margini stato investito di aspettative che prima non cerano, a volte chi era al centro si allontanato, c stata la fatica di superare appartenenze che si erano radicate nella propria esperienza, o la difficolt di conviere con persone con le quali si poteva non sentire affinit, e cerano momenti in cui ci si poteva sentire traditi, o abbandonati, o incompresi, e bastava una minima inclinazione personale al vittimismo perch questo alimentasse le pi crude rivendicazioni e i pi sordi rancori.

Questo momento, ritengo, ho ritenuto fino ad ora, alle nostre spalle, e tutti abbiamo potuto respirare il diverso clima nato dopo la crisi del 99. Nessuna situazione tuttavia perfetta, e vediamo le tensioni che sono nate sulla psicoanalisi applicata dal 2004 al 2006, vediamo bene la difficolt in cui molti si sono trovati per questa ragione.

Domandiamoci per: deve essere questo, il proprio disagio in un determinato momento, il parametro su cui giudicare la Scuola? Se prendiamo la situazione 2004-2006 come schema fisso di quel che consideriamo essere la Scuola e su cui far piovere le nostre critiche, direi che assumiamo unottica molto riduttiva, e ci priviamo di un panorama decisamente pi ampio. Comprimiamo ventanni di storia in tre, prendiamo il nostro personale disagio e ne facciamo il metro di misura e di giudizio universale. Unoperazione cos rovescia lordine di priorit tra posizione della causa e posizione personale, quel rovesciamento che Kennedy restituiva al proprio ordine razionale quando diceva Non domandatevi quel che lAmerica fa per voi.... Dovremmo tradurre: da che posizione si parla della Scuola? Dalla posizione in cui la si vuol promuovere o dalla posizione di vittima?

Credo che il rischio maggiore della situazione attuale sia di ritrovarsi precipitati nel momento dei gruppi. Sarebbe un cammino regressivo, che con una spallata butterebbe gi una costruzione che ha richiesto ventanni. Non so quanto le persone che fanno parte della Scuola siano disposte a questo, e credo e spero di no.

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