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Difesa a 3: principi e proposte per allenare il collettivo. A cura di Giovanni Vitali Le esercitazioni per allenare le abilità specifiche della squadra. Giovanni Vitali ha lavorato nel settore giovanile dell’Empoli dove, dal 1999, ho lavorato un anno con gli Allievi B, 3 anni con i Giovanissimi nazionali, un anno con gli Allievi nazionali ed alcuni anni con la Primavera. Approda quindi alla Cuoiopelli dove ha lavorato un anno con la Berretti per poi passare al Livorno dove ha inizialmente lavorato con la Primavera prima di approdare, con l’avvento sulla panchina amaranto di Ruotolo, alla prima squadra in veste di secondo. Dopo la conquista della serie A al termine dei play-off Vitali è stato confermato come vice di Ruotolo anche l’anno successivo nella massima serie. La stagione passata ha guidato il Pontedera in serie D. Un primo aspetto da valutare in riferimento alla difesa a 3 è relativo ai vantaggi ed agli svantaggi che si possono avere sul campo. Un indubbio vantaggio è sicuramente dato dal fatto che durante la fase di possesso si viene a formare o un 3<1 (fig.1) contro moduli che utilizzano una sola punta centrale oppure un 3<2 (fig.2) contro moduli che utilizzano 2 attaccanti in linea oppure sovrapposti. 1 9 Fig. 1 3 5 6 1 9 Fig. 2 3 5 6 10 Tutto questo facilita la circolazione di palla e la conseguente costruzione del gioco. Un altro vantaggio, questa volta in fase di non possesso, è correlato con la copertura della zona centrale: i moduli con la difesa a 3 nella fase di non possesso consentono una difesa del "castello" migliore di quelle a 4. A far da contrappeso a questo vantaggio vi è il fatto che la difesa a 3 è sicuramente più vulnerabile sulle fasce specialmente con il trascorrere dei minuti quando il N.88 LUGLIO-AGOSTO 2011 RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET REG. TRIBUNALE DI LUCCA N° 785 DEL 15/07/03 SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 – 55054 BOZZANO (LU) TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273 DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO ESERCITAZIONI articolo 6 6

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Difesa a 3: principi e proposte per allenare il collettivo. A cura di Giovanni Vitali

Le esercitazioni per allenare le abilità specifiche della squadra.

Giovanni Vitali ha lavorato nel settore giovanile dell’Empoli dove, dal 1999, ho lavorato un anno con gli Allievi B, 3 anni con i Giovanissimi nazionali, un anno con gliAllievi nazionali ed alcuni anni con la Primavera. Approda quindi alla Cuoiopelli dove ha lavorato un anno con la Berretti per poi passare al Livorno dove ha inizialmente lavorato con la Primavera prima di approdare, con l’avvento sulla panchina amaranto di Ruotolo, alla prima squadra in veste di secondo. Dopo la conquista della serie A al termine dei play-off Vitali è stato confermato come vice di Ruotolo anche l’anno successivo nella massima serie. La stagione passata ha guidato il Pontedera in serie D.

Un primo aspetto da valutare in riferimento alla difesa a 3 è relativo ai vantaggi ed agli svantaggi che si possono avere sul campo. Un indubbio vantaggio è sicuramente dato dal fatto che durante la fase di possesso si viene a formare o un 3<1 (fig.1) contro moduli che utilizzano una sola punta centrale oppure un 3<2 (fig.2) contro moduli che utilizzano 2 attaccanti in linea oppure sovrapposti.

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Fig. 1

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Fig. 2

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Tutto questo facilita la circolazione di palla e la conseguente costruzione del gioco. Un altro vantaggio, questa volta in fase di non possesso, è correlato con la copertura della zona centrale: i moduli con la difesa a 3 nella fase di non possesso consentono una difesa del "castello" migliore di quelle a 4. A far da contrappeso a questo vantaggio vi è il fatto che la difesa a 3 è sicuramente più vulnerabile sulle fasce specialmente con il trascorrere dei minuti quando il

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RIV ISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET REG. TR IBUNALE D I LUCCA N° 785 DEL 15 /07/03

SEDE V IA E .FRANCALANCI 418 – 55054 BOZZANO (LU) TEL . 0584 976585 - FAX 0584 977273

D IRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZ IO COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO

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lavoro dei 2 esterni di centrocampo (nel 3:4:3 (fig.3), o 3:4:1:2 (fig.4), ancor più che nel 3:5:2 (fig.5), dove il metodista bravo tatticamente è molto utile per non perdere le distanze, viene leggermente a mancare.

Fig.3

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Un altro vantaggio relativo alla fase di non possesso deriva dal fatto che, contro moduli a 2 attaccanti, la superiorità numerica consente al reparto di essere efficace sia in marcatura che in copertura. In questi casi la copertura può essere effettuata, a seconda delle idee del tecnico o prevalentemente dal difensore centrale oppure dal difensore che non marca nessun avversario nel caso in cui i 2 attaccanti si spostino sullo stesso lato. In quest’ultimo caso la filosofia è quella di non scomporre la linea difensiva. Al contrario contro moduli a 3 attaccanti la parità numerica può mettere in difficoltà i difensori. Se i 3 attaccanti giocano stretti si viene a formare un 3<3 interno tra i 3 difensori ed i 3 attaccanti e per le necessarie coperture diventa fondamentale il lavoro sulle diagonali da parte dei 2 esterni di centrocampo ed il raddoppio dei 2 centrali di centrocampo sulla ricezione dell'attaccante. Se invece i 3 attaccanti giocano larghi e l'esterno di centrocampo è fuori posizione, si lavora facendo aprire il primo centrale

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difensivo dalla parte dove esce il gioco avversario con la conseguente scalatura dell'esterno opposto di centrocampo (fig.6).

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Qualora invece l'esterno di centrocampo fosse sotto la linea della palla è costui che va a pressione e di conseguenza rimane più altro l’esterno opposto (fig.7).

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Fig. 7

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Esercitazioni Per allenare il reparto difensivo a 3 è secondo me opportuno proporre alcune situazioni che prevedono un tipo di lavoro in inferiorità numerica: 1° Situazione (Fig.8) La linea difensiva a 3 si contrappone a 5 avversari (3 attaccanti e 2 centrocampisti centrali).

2° Situazione (Fig.9) In questo caso la linea difensiva è supportata da 2 centrocampisti centrali

E difende contro 7 avversari (3 attaccanti + 4 centrocampisti).

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3° Situazione La progressione si conclude con un 7 (linea difensiva + 4 centrocampisti) contro 10 (squadra avversaria schierata) dove si ricercheranno le tipiche situazioni da affrontare in partita. In un primo momento è l’allenatore che guida l’esercizio e che si preoccupa di generare determinate situazioni come ad esempio un giro palla difensivo con l’uscita su un lato a cui consegue la perdita del possesso ed il contrattacco avversario oppure la richiesta del rinvio del portiere con la conseguenza di far alzare la difesa ed invitare gli avversari a ricercare la profondità ecc.