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Arte Marinara – Lezione 3 3 - 1 CORSO DI ARTE MARINARA Lezione 3 (Aggiornamento 24 novembre 2001) 1.2. Etichetta navale Il Dizionario Enciclopedico Marinaresco della Lega Navale, edito da Mursia, definisce etichetta navale “l’insieme di norme, di massima tradizionali e consuetudinarie che vengono seguite quando si incontrano navi di Stati diversi o navi mercantili e militari”. Entra nella casistica dell’etichetta navale l’autorità di polizia marittima esercitata dalle navi da guerra nazionali nei confronti dei bastimenti mercantili e da diporto che battano la stessa bandiera, nelle acque territoriali, in alto mare e nei porti esteri ove manchi l’autorità consolare. Il comandante in tal caso deve esibire i documenti di bordo, fornire le notizie richieste e consentire la visita dell’unità. Analogamente le navi militari di potenze amiche possono esercitare nei confronti dei mercantili in transito l’inchiesta di Bandiera, intimando l’ordine di fermata. Il comandante inquisito deve rispondere fermandosi ed esibendo la licenza di abilitazione alla navigazione, che confermi la nazionalità dichiarata con l’esposizione della Bandiera Navale nazionale. Il diritto di visita è, invece, la facoltà delle navi militari in tempo di guerra o in caso di embargo, di fermare qualsiasi nave mercantile amica o neutrale per assicurare, mediante visita a bordo, che non violi le norme del diritto marittimo di guerra o delle disposizioni di embargo.

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Arte Marinara – Lezione 3

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CORSO DI ARTE MARINARA

Lezione 3 (Aggiornamento 24 novembre 2001)

1.2. Etichetta navale

Il Dizionario Enciclopedico Marinaresco della Lega Navale, edito da Mursia,

definisce etichetta navale “l’insieme di norme, di massima tradizionali e

consuetudinarie che vengono seguite quando si incontrano navi di Stati diversi o navi

mercantili e militari”.

Entra nella casistica dell’etichetta navale l’autorità di polizia marittima

esercitata dalle navi da guerra nazionali nei confronti dei bastimenti mercantili e da

diporto che battano la stessa bandiera, nelle acque territoriali, in alto mare e nei porti

esteri ove manchi l’autorità consolare. Il comandante in tal caso deve esibire i

documenti di bordo, fornire le notizie richieste e consentire la visita dell’unità.

Analogamente le navi militari di potenze amiche possono esercitare nei

confronti dei mercantili in transito l’inchiesta di Bandiera, intimando l’ordine di

fermata. Il comandante inquisito deve rispondere fermandosi ed esibendo la licenza

di abilitazione alla navigazione, che confermi la nazionalità dichiarata con

l’esposizione della Bandiera Navale nazionale.

Il diritto di visita è, invece, la facoltà delle navi militari in tempo di guerra o

in caso di embargo, di fermare qualsiasi nave mercantile amica o neutrale per

assicurare, mediante visita a bordo, che non violi le norme del diritto marittimo di

guerra o delle disposizioni di embargo.

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All’incontro con una nave militare, i bastimenti mercantili (e quindi le unità

da diporto) devono effettuare il saluto alla Bandiera, ammainando a metà la propria

Bandiera Nazionale, da rialzare a segno solo dopo aver incrociato o ricevuto risposta

dalla nave da guerra con analoga manovra di parziale ammainata e rimessa a segno

della propria Bandiera. Quando su una unità da diporto la Bandiera sia invergata ad

un’asta senza drizza, il saluto viene reso togliendo l’asta dal suo supporto ed

abbassandola fino al bordo di murata, per poi rialzarla e riporla nella primitiva

posizione. Nella tradizione velica la nave mercantile ammainava e rialzava,

contestualmente alla Bandiera, anche il fiocco più a proravia.

Trovandosi nei paraggi di una nave militare quando questa rende il saluto a

salve, le imbarcazioni da diporto, ove possibile, se a motore fermano i motori, se a

vela mettono la prua al vento salutando contemporaneamente con la bandiera fino

alla fine delle salve.

Il saluto fra imbarcazioni da diporto si rende ammainando una sola volta il

guidone sociale.

Le imbarcazioni a remi salutano la Bandiera eseguendo l’alza remi.

2.3. Solidarietà marinara

Il Codice della Navigazione prescrive che ogni bastimento che abbia notizia o

che incontri un natante in pericolo o un naufrago, ha l’obbligo di prestare assistenza

e, se necessario, di

eseguire il salvataggio

delle vite umane e

dell’imbarcazione in

pericolo. Ciò purché sia

possibile senza esporre a

grave rischio l’unità

soccorritrice, i suoi

passeggeri o il suo equipaggio. L’obbligo, ovviamente, sussiste anche quando si è

comandati dall’Autorità Marittima che stia dirigendo una operazione di soccorso,

nonché in caso di danno procurato con la propria imbarcazione, quale il deprecabile

sinistro marittimo di collisione. Si è esentati dall’intervento solo quando si ha

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certezza che il soccorso sia già in atto a cura di altri bastimenti, che abbiano

possibilità di intervento analoghe o migliori delle proprie e con piena soddisfazione

del natante in pericolo. Mentre il soccorso alle persone è sempre gratuito, la legge

regola le modalità di rimborso e compenso per l’assistenza o il salvataggio prestati

nei confronti di una imbarcazione in pericolo che non ne abbia fatto esplicito e

cosciente rifiuto, nonché il diritto di compenso per il recupero di natanti abbandonati

in mare o sulle coste.

Pertanto il buon marinaio naviga prestando sempre attenzione sia di giorno

che di notte a quanto avviene nella portata ottica della propria imbarcazione, per

rendersi conto, specie in condimeteo avverse, se vi siano altre imbarcazioni

bisognose di aiuto (avaria, difficoltà di navigazione, ecc.) o sussistano pericoli per la

navigazione da segnalare alle Autorità Marittime o ad altri bastimenti in transito

(relitti, tronchi d’albero, cavi, reti ed oggetti ingombranti galleggianti, ecc.).

E’ opportuno, inoltre, fare ascolto continuo in altoparlante su uno dei canali

radiofonici di soccorso, che per le imbarcazioni da diporto sono il canale 16 nella la

banda VHF (radiotelefono costiero),

e la frequenza 2182 Khz in quella HF

(radiotelefono di altura). Ovviamente

non si può pretendere che a bordo di

una imbarcazione da diporto possa

essere eseguito un vero e proprio

servizio di guardia su tali frequenze,

come effettuato dalle navi militari e

dalle navi mercantili provviste di

marconisti. Ma, è pur vero che un buon marinaio ha la sensibilità di allertarsi, specie

in condizioni di mare difficili, quando dal rumore di fondo o dalle comunicazioni di

routine del radiotelefono di bordo emerga un segnale di richiesta di assistenza o di

soccorso. A tal fine è importante utilizzare con coscienza e civismo i suddetti canali,

di cui è prescritto l’impiego anche per stabilire il primo contatto fra due bastimenti in

mare o fra una un’unità in mare e una stazione costiera. In particolare il canale 16,

essendo costantemente ascoltato in altoparlante in plancia sulle navi mercantili e

militari, ha particolare utilità quale mezzo di contatto immediato con qualunque nave

si incroci in mare, al fine chiarire situazioni incerte di rotta di collisone per evitare

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abbordi in mare. Ricordo, infine, la prescrizione di effettuare silenzio nei primi tre

minuti di ogni mezzora (cioè fra i minuti da 00 a 03 e da 30 a 33), al fine di rendere

più facilmente rilevabili eventuali comunicazioni di soccorso o di urgenza. Non vi è

nulla di più scorretto e di più detestabile degli utenti maleducati ed incivili che

effettuano lunghe conversazioni o addirittura disturbano deliberatamente il canale di

soccorso.

Non posso chiudere questo argomento senza far menzione sulla possibilità,

purtroppo incombente anche per mare, di trovarsi in presenza di malviventi o predoni

del mare, o addirittura di pirati che possano simulare una richiesta di soccorso per

perpetrare i propri crimini. Tale eventualità è remota, ma non può essere esclusa in

particolare in tratti di mare che bagnano paesi costieri ove vi sia scarsa capacità di

controllo della legalità. Quindi come comportarsi? Per prima cosa è opportuno

evitare di navigare in quel genere di acque infide. Ma ritengo che, in generale, debba

sempre prevalere il senso di solidarietà marinara, pur senza dimenticare di tenere alta

l’attenzione per evitare di incorrere in deprecabili agguati malavitosi.