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Prezzi delle barbatelle bassi, vivaismo viticolo in crisi.

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migliore qualità, sia per quanto concerne l’aspetto varietale e clonale, sia per quanto attiene alle problematiche fi tosanitarie.

L’attuale realtà vivaistica Secondo le stime dell’Associazione vi-

vaisti friulani, la produzione 2008-09 è aumentata in Europa raggiungendo 358,1 milioni di innesti contro i 348,4 del-l’annata precedente (tabella 1).

All’aumento delle produzioni non è cor-risposto un aumento della domanda, per cui la campagna 2009 si è conclusa con eccedenze che hanno creato forti tensio-ni sull’intero mercato europeo. Si ritiene

infatti, che per riequilibrare il settore, nel breve-medio periodo si dovrebbe ridurre di circa il 20-25% la produzione totale.

Stesso discorso per la realtà italiana, la quale per evitare surplus di materiale dovrebbe mantenere una produzione to-tale attorno agli 80-85 milioni di barba-telle innestate, considerando un export di circa 20-25 milioni di piante.

In Italia negli ultimi anni è calata no-tevolmente anche la produzione di bar-batelle franche (o selvatiche che dir si voglia), fi ssandosi a circa 12 milioni nel 2008-2009 contro i 20 milioni del 2007, a testimonianza che anche i viticoltori del Sud hanno quasi abbandonando la tecnica dell’innesto in campo per prefe-rire sempre più l’utilizzo delle barbatelle innestate (grafi co 1).

Nonostante il periodo di crisi, i vivaisti viticoli italiani stanno investendo sia nelle strutture produttive, sia, soprattutto, nel-le ricerca. Non a caso, dal 2006 in avanti, l’Italia si è aggiudica il primato mondia-le di produzione vivaistica sia per quan-tità (con 132 milioni di barbatelle contro i 105,6 della Francia) che per valore (uni-

Prezzi delle barbatelle bassi,vivaismo viticolo in crisi

di Letizia De Signori, Enzo Corazzina

N ella moderna viticoltura la fa-se d’impianto del nuovo vi-gneto e quindi la scelta del miglior materiale vivaistico

rappresentano momenti importantissimi, poiché comportano scelte che infl uiranno per sempre sul rendimento quali-quantita-tivo degli investimenti eff ettuati e, quindi, sulla redditività dell’azienda vitivinicola.

ll vivaismo di oggi determina la viticoltu-ra di domani e per questo l’intero comparto è impegnato in un’azione forte e puntuale per assicurare ai produttori il materiale di

• È N E C E S S A R IO A DE G UA R E L’OF F E RTA A L L A D O M A N DA

▪La produzione eccedentaria di barbatelle per la campagna 2008-2009

ha creato forti tensioni sull’intero mercato europeo. Per riequilibrare il settore, nel breve-medio periodo

la produzione totale si dovrebbe ridurre di circa il 20-25%

Dal 2006, superando la Francia, l’Italia detiene il primato mondiale di produzione vivaistica sia per quantità sia per valore

Negli ultimi anni è calata notevolmente la produzione di barbatelle franche (da 20 milioni del 2007 a circa 12 milioni nel 2008-2009): anche i viticoltori del Sud hanno quasi abbandonando la tecnica dell’innesto in campo.

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Barbatelle innestate Italia Barbatelle innestate export Barbatelle innestate invendute

GRAFICO 1 - Barbatelle innestate: produzione, export e invenduto

T T E C N I C AV I T I C O LT U R A

52 49/2009L’Informatore Agrario •

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La produzione 2008-09 è aumentata in Europa raggiungendo 358,1 milioni di innesti contro i 348,4 dell’annata precedente.

TABELLA 1 - Produzioni vivaistico-viticole, valore e addetti (2007-08- 2008-09)

PaeseCampagna 2007-08

(.000.000)Campagna 2008-09

(.000.000)Valore economico

campagna 2008-09 Addetti (n.)

bf bi tot bf bi tot bf bi tot.Francia 0,4 106,0 106,4 0,6 105,0 105,6 300.000 94.500.000 94.800.000 4.000Italia 20,0 105,0 125,0 12,0 120,0 132,0 6.000.000 108.000.000 114.000.000 4.000Spagna 8,0 40,0 48,0 5,0 46,0 51,0 2.500.000 41.400.000 43.900.000 2.000Portogallo 5,0 13,0 18,0 4,0 13,0 17,0 2.000.000 11.700.000 13.700.000 500Germania – 15,0 15,0 – 14,0 14,0 – 12.600.000 12.600.000 500Grecia 3,0 2,5 5,5 3,0 2,5 5,5 1.500.000 2.250.000 3.750.000 300Austria – 6,0 6,0 – 6,0 6,0 – 5.400.000 5.400.000 400Slovenia – 5,0 5,0 – 4,0 4,0 – 3.600.000 3.600.000 300Ungheria – 5,0 5,0 – 7,5 7,5 – 6.750.000 6750.000 600Rep. Ceca – 0,5 0,5 – 0,5 0,5 – 450.000 450.000 30Rep. Slovacca – 2,0 2,0 – 2,0 2,0 – 1.800.000 1.800.000 150Romania – 4,0 4,0 – 4,0 4,0 – 3.600.000 3.600.000 300Bulgaria – 8,0 8,0 – 9,0 9,0 – 8.100.000 8.100.000 500Totale 36,4 312,0 348,4 24,6 333,5 358,1 12.300.000 300.150.000 312.450.000 13.580

Bf: barbatelle franche; bi: barbatelle innestate.Fonte: Eugenio Sartori, presidente dell’Associazione vivaisti friulani.

A fronte di un calo del 42% di aziende vivaistiche in Italia nel ventennio considerato, in Friuli V.G. si registra un aumento.

TABELLA 2 - Ditte vivaistiche produttrici di barbatelle innestate e franche (1989-2009)

AnnoDitte vivaistiche (n.)

Italia Friuli V.G.

1989 859 301999 573 322009 360 34

Fonte: Eugenio Sartori, presidente dell’Associazione vivaisti friulani.

Pinot grigio, Prosecco e Sangiovese registrano gli incrementi superiori di produzione di innesti tra il 2007 e il 2008.

Varietà2005 2006 2007 2008 Var.

08/07 (*)(.000)

1 - Sangiovese N. 14.520 14.000 11.960 16.974 +5.0002 - Trebbiano Toscano + Biancame B. 2.940 3.000 3.100 4.388 +1.3003 - Catarratti B. 2.520 4.500 7.430 7.287 –1004 - Merlot N. 9.515 8.200 5.070 8.468 +3.4005 - Montepulciano N. 6.170 4.200 4.650 4.144 –5006 - Barbera N. 6.670 5.400 2.750 3.612 +9007 - Pinot Grigio G. 4.600 4.000 5.010 10.728 +5.7008 - Cabernet Sauvignon N. 7.950 7.700 4.880 6.416 +1.5009 - Moscato Bianco B. 3.270 3.100 3.160 4.120 +1.00010 - Negroamaro N. 3.080 3.100 2.280 1.276 –1.00011 - Trebbiano Romagnolo 1.580 1.100 1.180 1.658 +50012 - Chardonnay 8.430 7.300 9.290 12.119 +2.80013 - Prosecco 5.510 3.500 3.720 8.661 +5.00014 - Garganega 2.030 2.000 1.820 1.81515 - Calabrese + Nero D’Avola (sinonimi) 2.360 2.600 2.890 1.786 –1.10016 - Malvasia Bianca Di Candia 1.050 700 600 581

Varietà2005 2006 2007 2008 Var.

08/07 (*)(.000)

17 - Primitivo 3.950 4.500 3.680 2.585 –1.10018 - Corvina + Corvinone 1.870 1.800 1.700 2.616 +90019 - Aglianico 2.860 200 1.850 1.662 –20020 - Ansonica 170 700 500 41721 - Cannonau + Tai Rosso + Grenache 1.850 2.100 1.940 1.95222 - Dolcetto 1830 1400 1020 845 –25023 - Nebbiolo 1110 1200 1310 1740 +40024 - Cabernet Franc + Carmenere 1350 1600 1140 1238 +10025 - Croatina 1710 1300 930 1051 +10026 - Lambrusco Salamino 990 900 940 1165 +20027 - Ancelotta 1420 850 720 1130 +40028 - Gaglioppo + Magliocco 500 600 530 53029 - Pinot Nero 1890 2600 3750 5579 +1.80030 - Vermentino + pigato + favorita 2780 2500 2600 3624 +1.000

(*) Dati arrotondati.Fonte: Statistiche Miva 2008 http://www.associazionemiva.com

TABELLA 3 - Numero di innesti per varietà in Italia

del 42% passando da 859 nel 1989 a 360 nel 2009 (tabella 2).

Ciò è dovuto a un’elevata competizio-ne di mercato e a un surplus di materiale che ha costretto le aziende di piccola di-mensione, principalmente in Piemonte, Puglia, Sicilia e Veneto ad abbandonare l’attività (dati forniti da Eugenio Sarto-ri, presidente dell’Associazione vivaisti friulani). Per contro, le aziende di gran-di dimensioni si sono specializzate mag-giormente e oggi sono in grado di off rire materiale di ottima qualità.

Andando a osservare le tipologie di aziende vivaistiche presenti sul nostro

territorio le prime quattro sono coope-rative e per quanto riguarda le produzio-ni detengono il 64% del totale con circa 100 milioni di innesti. Tra queste al primo posto troviamo i Vivai cooperativi Rau-

Il Friuli produce il 50% delle barbatelle grazie a una forte organizzazione in cooperative e a una rete commerciale ampia e strategica

tario medio per le barbatelle franche di 0,50 euro e per le barbatelle innestate di 0,90 euro, per un totale di valore econo-mico di 114,00 euro nel 2008-2009 contro i 94,8 milioni di euro della Francia) (Dati forniti da Eugenio Sartori, presidente del-l’Associazione vivaisti friulani).

Diminuiscono le aziende vivaistiche

Negli ultimi vent’anni in Italia, come in Francia (da 1.700 a 699), il numero delle ditte vivaistiche ha subito un calo

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Verona è la provincia con il maggior numero di innesti in Veneto, anche per la presenza di barbatellai di vivaisti trentini e altoatesini.

TABELLA 4 - Produzione regionale di talee innestate e superfi ci per Pmp e Pmm (*) nelle province venete (2008)

Talee innestate

(n.)

Barbatelle certifi cate

(n.)

Superfi cie

barbatellai (ha)

Pmm (ha)

Pmp (ha)

Padova 2.241.415 1.613.613 18,12 14,94 5,17Rovigo 232.400 164.560 1,89 4,01 0,88Treviso 1.169.515 852.097 12,9 83 18,5Venezia 11.524.280 8.164.763 91,88 39,96 26,2Verona 16.089.312 11.332.974 109,86 97,67 93,74Vicenza – – – – 0,32Totale 31.256.922 22.128.007 234,66 247,85 144,81

(*) Pmp: Piante madri portinnesti; Pmm: Piante madri marze.Fonte: Servizio fi tosanitario Regione del Veneto.

Per conoscere meglio queste importan-ti realtà produttive e poterle confrontare con le aziende concorrenti, sia italiane (friulane soprattutto) sia internaziona-li si è predisposto un questionario che è stato sottoposto alle sei più importanti aziende veronesi.

Con esso si sono raccolte preziose infor-mazioni riguardanti la struttura e i mez-zi produttivi, gli obiettivi di mercato e le attese di prezzo; inoltre, ci si è sofferma-ti sui programmi d’innovazione, in par-ticolare su quelli riguardanti la gamma varietale e clonale.

Dall’indagine emerge un comparto vi-vace e aperto sia alla ricerca, con la col-laborazione di molte aziende al progetto di selezione clonale operata dall’Associa-zione fl orovivaisti veronesi, sia alla speri-mentazione di tecniche sostitutive come

la forzatura in acqua, fondamentalmente per lo sviluppo della viticoltura locale.

Il vivaismo veronese vanta una buona gamma varietale che ogni anno si arric-chisce di numerosi cloni ottenuti sia da strutture pubbliche (in particolare il Cra)

sia private (Ampelos). Inoltre, esso dispo-ne di una buona gamma di portinnesti per ottenere combinazioni d’innesto adatte per i vari ambienti pedologici.

Unico neo riguarda i cloni per i vitigni autoctoni, per i quali si è un po’ carenti e per questo motivo il programma allesti-to dall’Associazione fl orovivaisti veronesi risulta quantomai fondamentale.

Le aziende veronesi hanno una gestione di tipo famigliare, che permette da un lato di seguire strettamente il mercato locale riuscendo a rispondere prontamente al-le esigenze grazie a un contatto diretto e trasparente con i clienti che vengono se-guiti in tutte le fasi di produzione/rinno-vo del vigneto, ma dall’altro non consente un’apertura ai mercati sia nazionale (Cen-tro e Sud) sia internazionale per mancan-za di una rete commerciale adeguata. •

CON OLTRE 11 MILIONI DI BARBATELLE CERTIFICATE È IL POLO PRODUTTIVO PIÙ IMPORTANTE DEL VENETO

La realtà del vivaismo viticolo veronese

Le aziende vivaistiche veronesi sono di piccole dimensioni e per lo più a conduzione familiare.

Le produzioni delle principali aziende vivaistiche veronesi

Azienda Produzioni (n. innesti)

Azienda n. 1 350.000Azienda n. 2 200.000Azienda n. 3 400-450.000Azienda n. 4 250-300.000Azienda n. 5 800.000Azienda n. 6 700.000

scedo (fraz. Rauscedo, San Giorgio della Richinvelda Pordenone - Friuli Venezia Giulia) che con 65 milioni di barbatelle prodotte, con un export che rappresenta il 95% dell’export totale italiano, rappre-sentano il vivaismo viticolo italiano nel mondo.

Le produzioni del Nord-estInteressante è anche il confronto per le

produzioni varietali di uva da vino tra il vivaismo friulano e il vivaismo veneto. Per quanto riguarda le varietà «interna-zionali» (Pinot grigio, Cabernet Sauvi-gnon, Merlot, Chardonnay, Sauvignon b., ecc.) e le «varietà nazionali» (Sangiovese, Prosecco) il Friuli si aggiudica ben oltre il 50% delle produzioni grazie a una forte organizzazione in coo-perative e a una rete commerciale più ampia e strategica.

Passando però alle varietà locali (Corvina, Corvinone, Rondinella) il Veneto, e il veronese in particolare, può vantare ancora una certa indi-pendenza produttiva rispetto ai vi-cini friulani grazie al grande lavoro e all’attenzione particolare mostrato dalle aziende presenti sul territorio.

Da ricordare in particolare la real-tà veronese in quanto Verona è la provincia con il maggior numero di innesti (oltre 11 milioni di bar-batelle certifi cate) in Veneto su un totale superiore ai 22 milioni (vedi riquadro). Questo primato non va

attribuito solo ai produttori veronesi, ma anche a una sempre maggior presenza di vivaisti trentini e alto-atesini che hanno trovato in questo territorio le condizioni pedoclimatiche ideali per l’impianto dei loro barbatellai (tabella 4).

Rifl esso delle diffi coltà del settore vitivinicolo

Un tasto dolente per il settore vivai-stico riguarda i prezzi delle piantine, in quanto non si riesce ad accordarsi su un valore minimo per le barbatelle innestate e – considerando anche la mancanza di liquidità che accomuna il settore – si ri-

schia di andare incontro a un’uscita dal mercato e a un rapido processo di un’ob-solescenza delle aziende che, non riu-scendo ad accantonare utili di bilancio, sono costrette a decapitalizzare penaliz-zando le nuove tecnologie o il rinnovo dei campi di piante madri e dei barba-tellai. La disponibilità di terreni in pro-prietà permette, come accade nella mag-gior parte dei casi nel veronese, di non dover ricorrere all’affi tto per impostare un nuovo vivaio, ma così non è per i vi-vaisti di altre province che spesso devo-no localizzare i propri campi di piante madri lontano, con sensibile aumento dei costi di produzione.

In parte queste diffi coltà per il vivaista si profi lano come vantaggi per il vi-ticoltore che paga meno le barbatel-le (una media di 0,8-1 euro per que-st’anno contro prezzi decisamente più sostenuti fi no a due anni fa) e che trova facilmente un’ampia gam-ma di combinazioni di innesto.

In conclusione, il vivaismo risente delle diffi coltà che il settore vitivi-nicolo sta vivendo e per questo gli operatori confi dano in una rapida uscita dalla crisi per poter ripren-dere il loro cammino di sviluppo e innovazione che li ha distinti in questi ultimi decenni. •

Letizia De SignoriNeolaureata in Scienze viticole ed enologiche

Enzo CorazzinaConsulente agronomo vitivinicolo

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