02TS_010_014_MIETTA

3
10 TopSalute 10 TopSalute Mio figlio, la canzone più bella H a al suo attivo otto parteci- pazioni al Festival di Sanre- mo, dove ha esordito giova- nissima nel 1988. La prima vittoria, l’anno successivo, quando si piazza al primo posto nella categoria Giovani con il brano “Canzoni”, scrit- to per lei da Amedeo Minghi. In cop- pia con il cantautore romano arriva terza nel 1990 con “Vattene amore”, che tutti ricordiamo per il celebre ri- tornello del “trottolino amoroso”. Da lì in poi, la carriera di Mietta, all’ana- grafe Daniela Miglietta, è costellata di una miriade di successi, e non solo come interprete. Per la sua voce calda e potente hanno scritto, tra gli altri, Riccardo Cocciante, Mariella Nava, Mario Venuti e Biagio Antonacci. Ma Mietta ha dimostrato nel corso della sua carriera una versatilità straordi- naria, che l’ha portata a recitare come attrice drammatica (“La Piovra 8”) e di fiction (“L’Ispettore Giusti”), a ci- mentarsi nel doppiaggio di Esmeralda nel film “Il gobbo di Notre Dame” della Disney, fino ad approdare due anni fa alla scrittura con il romanzo “L’albero delle giuggiole” (Kowal- sky). Nel libro, in particolare nel ri- tratto della nonna della protagonista, che tra un proverbio e l’altro prepara le orecchiette fatte in casa, riaffiora- no le radici pugliesi di Daniela, che, anche se vive tra Milano e Roma, è sempre attaccatissima alle sue origi- ni. Esteriormente incarna l’archetipo della bellezza mediterranea, con i suoi lunghi capelli scuri e gli occhi neri e profondi. Una bellezza vera, che incanta, perché questa ragazza di Taranto, anche se di strada ne ha percorsa tanta, è rimasta una persona semplice e autentica, umile e sempre pronta a mettersi in gioco, con serietà, grande professionalità e impegno. Ti abbiamo ammirata, oltre che nelle vesti di interprete e di autri- ce, anche come attrice, doppiatrice e recentemente anche imitatrice in “Tale e Quale Show”. A parte can- tare, quale delle altre esperienze ti piacerebbe ripetere, e perché? Mi manca solo di esibirmi come bal- lerina e poi ho fatto davvero di tutto! A parte gli scherzi, ognuna delle espe- rienze che ho vissuto mi ha insegnato tanto, mi ha arricchita e fatta crescere sia dal punto di vista professionale che da quello umano, e quindi le ri- peterei tutte. Nel 2009 hai vissuto l’esperienza di un live come Amiche per l’Abruzzo. Ci racconti quell’emozione? Quella di “Amiche per l’Abruzzo” è stata una bellissima iniziativa, dav- vero molto coinvolgente, partita da Laura Pausini, che è una donna stra- ordinaria. Riuscire a organizzare un evento del genere e mettere insieme così tante artiste è stata un’impresa titanica, e a Laura va il merito di es- serci riuscita egregiamente. Nello show “I migliori anni” fai parte degli 8 big che ripercorro- no la storia di Canzonissima. C’è una canzone della tua infanzia alla quale ti senti particolarmen- te legata? Certamente tutte le canzoni di Clau- dio Baglioni, perché sono cresciuta con la sua musica, ma anche alcuni brani di Anna Oxa che mi è sempre piaciuta e che ho sempre ammirato, sia come artista che come donna. Il programma sta avendo grande suc- cesso, come l’ha avuto nelle passate edizioni. Perché, secondo te, c’è tanta voglia di ricordare i decenni trascorsi? Siamo un popolo di nostalgici? Mietta 11 TopSalute di Laura Saltari

description

 

Transcript of 02TS_010_014_MIETTA

Page 1: 02TS_010_014_MIETTA

10 TopSalute

MiettainTerviSTa cover

10 TopSalute

Mio figlio,la canzone più bella

Ha al suo attivo otto parteci-pazioni al Festival di Sanre-mo, dove ha esordito giova-nissima nel 1988. La prima

vittoria, l’anno successivo, quando si piazza al primo posto nella categoria Giovani con il brano “Canzoni”, scrit-to per lei da Amedeo Minghi. In cop-pia con il cantautore romano arriva terza nel 1990 con “Vattene amore”, che tutti ricordiamo per il celebre ri-tornello del “trottolino amoroso”. Da lì in poi, la carriera di Mietta, all’ana-grafe Daniela Miglietta, è costellata di una miriade di successi, e non solo come interprete. Per la sua voce calda e potente hanno scritto, tra gli altri, Riccardo Cocciante, Mariella Nava, Mario Venuti e Biagio Antonacci. Ma Mietta ha dimostrato nel corso della sua carriera una versatilità straordi-naria, che l’ha portata a recitare come attrice drammatica (“La Piovra 8”) e di fiction (“L’Ispettore Giusti”), a ci-mentarsi nel doppiaggio di Esmeralda nel film “Il gobbo di Notre Dame” della Disney, fino ad approdare due anni fa alla scrittura con il romanzo “L’albero delle giuggiole” (Kowal-sky). Nel libro, in particolare nel ri-tratto della nonna della protagonista, che tra un proverbio e l’altro prepara le orecchiette fatte in casa, riaffiora-no le radici pugliesi di Daniela, che, anche se vive tra Milano e Roma, è sempre attaccatissima alle sue origi-ni. Esteriormente incarna l’archetipo della bellezza mediterranea, con i suoi lunghi capelli scuri e gli occhi neri e profondi. Una bellezza vera, che incanta, perché questa ragazza di Taranto, anche se di strada ne ha percorsa tanta, è rimasta una persona semplice e autentica, umile e sempre pronta a mettersi in gioco, con serietà, grande professionalità e impegno.

Ti abbiamo ammirata, oltre che nelle vesti di interprete e di autri-ce, anche come attrice, doppiatrice e recentemente anche imitatrice in “Tale e Quale Show”. A parte can-tare, quale delle altre esperienze ti piacerebbe ripetere, e perché?Mi manca solo di esibirmi come bal-lerina e poi ho fatto davvero di tutto! A parte gli scherzi, ognuna delle espe-

rienze che ho vissuto mi ha insegnato tanto, mi ha arricchita e fatta crescere sia dal punto di vista professionale che da quello umano, e quindi le ri-peterei tutte.

Nel 2009 hai vissuto l’esperienza di un live come Amiche per l’Abruzzo. Ci racconti quell’emozione?Quella di “Amiche per l’Abruzzo” è stata una bellissima iniziativa, dav-vero molto coinvolgente, partita da Laura Pausini, che è una donna stra-ordinaria. Riuscire a organizzare un evento del genere e mettere insieme così tante artiste è stata un’impresa titanica, e a Laura va il merito di es-serci riuscita egregiamente.

Nello show “I migliori anni” fai parte degli 8 big che ripercorro-no la storia di Canzonissima. C’è una canzone della tua infanzia alla quale ti senti particolarmen-te legata?Certamente tutte le canzoni di Clau-dio Baglioni, perché sono cresciuta con la sua musica, ma anche alcuni brani di Anna Oxa che mi è sempre piaciuta e che ho sempre ammirato, sia come artista che come donna.

Il programma sta avendo grande suc-cesso, come l’ha avuto nelle passate edizioni. Perché, secondo te, c’è tanta voglia di ricordare i decenni trascorsi? Siamo un popolo di nostalgici?

Mietta

11TopSalute

di Laura Saltari

Page 2: 02TS_010_014_MIETTA

12 TopSalute

MiettainTerviSTa cover

La nostalgia non è necessariamente un sentimento negativo, anzi… l’impor-tante è non scadere mai nel patetico, i ricordi fanno parte della nostra vita e non sarebbe giusto cancellarli.

Come mai hai deciso, due anni fa, di scrivere un romanzo?Il motivo, sinceramente, non saprei dirlo. Forse lo stesso per cui un pittore decide di fare un quadro, o uno stilista decide di creare un abito. Credo che l’approccio alla creatività sia mal spie-gato dalla razionalità. Forse sarebbe più opportuno chiedere all’editore perché abbia deciso di pubblicarlo, e in questo caso con un po’ di sana vanità, potrei rispondere che forse ci hanno visto den-tro qualcosa di buono!

Quanto c’è di autobiografico nel-l’”Albero delle Giuggiole”? In ogni romanzo l’autore attinge come ispirazione a fatti della propria vita, ov-viamente non sempre a fatti accaduti allo scrittore in prima persona. Talvolta sono episodi accaduti a persone più o meno vicine, o addirittura semplicemente ru-bati in un bar dove ha origliato con cu-riosità e attenzione…

Daniela, tu sei nata e vissuta a Ta-ranto, città tristemente nota alle cro-nache per il fenomeno delle emissio-ni tossiche degli stabilimenti ILVA e al conseguente picco di patologie, specialmente tumorali, tra gli abi-tanti. Come hai vissuto questa vicen-da? Cosa si può fare, secondo te, per

il futuro di Taranto?L’ho vissuta con rabbia e con molto dolore, perché a Taranto ognuno ha un parente o un conoscente che ha la salute compromessa a causa di questa storia, se non addirittura morto. Non è escluso nemmeno che la mia stes-sa asma allergica sia non imputabile all’Ilva. Mi sento anche piena di sde-gno, perché questa storia va avanti da cinquant’anni, non c’era certo bisogno che arrivasse Riva per far scoppiare il caos mediatico. Nel contempo, sono seriamente preoccupata per tutti gli ex dipendenti dell’Ilva che hanno perso il posto di lavoro. Mi auguro che lo Sta-to si adoperi in tutti i modi per trovare immediatamente una soluzione.

Il 14 febbraio si è svolto il flash mob planetario “One Billion Rising”, contro la violenza sulle donne; vio-lenza che parte anche dallo stalking, di cui tu hai recentemente confessa-to di essere stata vittima. Cosa pensi si possa fare, per cercare di porre un argine a questa vera e propria emer-genza sociale?Trovo che iniziative come quella del flash mob siano giuste, ma dubito sulla loro efficacia. Sarebbe bello ri-uscire a risolvere i problemi con una mobilitazione di massa… si potrebbe-ro organizzare flash mob contro le ra-pine in banca, o contro la corruzione dei politici! Sono segnali importanti, ma non bastano. L’uomo sta diven-tando violento perché la donna è più indipendente, e spesso meno dolce e

femminile. Il maschio, storicamente, ha sempre portato i pantaloni, e a casa ha sempre avuto qualcuno che, in un certo modo, somigliava a una geisha. Ora non è pronto a gestire queste sue certezze che vacillano. Non saranno certo le leggi a fermare un’evoluzio-ne storico antropologica. Ovviamen-te, per fortuna, non tutti gli uomini sono di natura violenta; bisognerebbe stare molto attente ai primi cenni di aggressività all’inizio della relazione, e in ogni caso scappare prima che sia troppo tardi. La fase iniziale dell’in-namoramento però è purtroppo una condizione nella quale non si è sere-ne, distaccate e razionali nel giudica-re, e nemmeno nel prendere decisioni.

Che mamma sei per Francesco, il tuo bimbo di due anni e mezzo?Sono una mamma dolce, ma severa, tanto che, se necessario, non esito a metterlo in punizione. All’inizio ero piuttosto apprensiva, soprattutto a causa dell’inesperienza, trattandosi del primo figlio. Ora mi sento molto più sicura.

Come hai vissuto il periodo della gra-vidanza e le trasformazioni del corpo durante e dopo i nove mesi?Non ho sofferto particolarmente per i cambiamenti fisici. Ho messo su 10 kg in tutto, che dopo il parto sono riuscita a smaltire.

Page 3: 02TS_010_014_MIETTA

14 TopSalute

MiettainTerviSTa cover

Ho patito un po’ all’inizio della ge-stazione a causa delle nausee che non mi davano tregua e che mi hanno di-sturbato parecchio, ma a parte questo inconveniente direi che è stata una gravidanza modello.

Qual è il trucco che adotti quando non sei in scena?Molto semplice e leggero: uso sol-tanto il gloss per le labbra e un po’ di mascara.

Il prodotto di bellezza al quale non rinunceresti mai?All’acqua e al sapone!

Segui una dieta particolare?Diciamo che posso ritenermi fortuna-ta: non mi privo di nulla, mangio un po’ di tutto. Penso che l’importante sia non eccedere e cercare di mangia-re ad orari regolari.

Che tipo di attività fisica svolgi per tenerti sempre in forma?Da sette mesi a questa parte ho sco-perto la corsa e devo dire che inizio a vedere i risultati dell’allenamento. Mi piace correre, ne traggo grande giova-mento, energia, mi sento meglio. Di solito corro con l’auricolare, ascolto musica, mi distrae e mi aiuta a non sentire la fatica e a non annoiarmi.

Sei favorevole o contraria ai “ritoc-chini”?Io personalmente ho troppa paura, e per questo non mi sottoporrei mai a un intervento di chirurgia estetica. Però in linea generale non sono con-traria, non mi scandalizzo affatto se una persona che non è soddisfatta del proprio aspetto esteriore decide di concedersi un ritocco per migliorarlo.

Come trascorri il tempo libero?Cerco di dedicare più tempo possibi-le a mio figlio. Mi piace organizzare delle cene per i miei amici più cari, trascorrere serate in loro compagnia. Il mio più grande rammarico, quan-do sono impegnata in trasmissioni o in tournée, è quello di non riuscire a passare un po’ più tempo con Davide, il mio compagno.