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azimut La rivista dei capi del Lazio numero:: 022009 rivista bimestrale - anno VI - numero 2 - marzo/aprile 2009 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 e 3, Roma //2009 – CONTIENE I.R. Buona caccia!

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azimutLa rivista dei capi del Lazio

numero::022009

rivista bimestrale - anno VI - numero 2 - marzo/aprile 2009Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46)

art. 1, comma 2 e 3, Roma //2009 – CONTIENE I.R.

Buona caccia!

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19 aprile, Assemblea regionaleAppuntamento da non perdere per chi ha la responsabilità della paletta verde. Peralmeno tre buoni motivi: l’elezione della nuova Responsabile regionale, che sostitui-rà Loretta Ballerini, arrivata a fine mandato; l’elezione della nuova Incaricata allaBranca R/S e la votazione relativa al bilancio della Route dei capi, dettaglio non dapoco in un evento così grande e impegnativo. Si discuterà e voterà poi sulla propo-sta di modifica del regolamento dell’Assemblea, l’antico dilemma: delegata o plena-ria? I gruppi di lavoro affronteranno temi importanti, in vista del Consiglio generale:la diarchia nelle unità, i Castorini come nuova branca e altro ancora. Insomma, dopoPasqua ci si vede in assemblea!

di Giacomo Ebner *

C hiacchierando con unanziano Assistente

ecclesiastico, questi miricordava come nel 1974,quando l’AGESCI apriva alleunità miste, le gerarchieecclesiastiche si ribellaronoe solo un provvidenzialeintervento di Papa Paolo VIconsentì alla neonata asso-ciazione di portare avanti ilsuo progetto. Seguirono glianni delle sperimentazioni,i bambini si chiamavanoanche hobbit, le squadrigliedormivano

miste, i rover facevanoobiezione di coscienza eparlavano di ambiente e diecologia ben prima diKyoto.Il tempo è passato. Siamodiventati tutti bravissimimetodologicamente, tuttimolto formati, tutti pedago-gicamente orientati, tutticompetenti in mozionologiae strutturite comparata. Èimpossibile, per fortunaormai, vedere un Capo chenon sia in uniforme, iragazzi dormono separati etutti più o meno sanno

come lanciare un’im-presa.Perchéallora

mi rimane quell’insaziabilenostalgia per il mio capore-parto che tirava la monetasulla cartina e ci mandavain azimut dritti per dritti?Perché ho un pizzico diinvidia per quelle assem-blee in cui ci si ritrovavaper vedere gli amici delcamposcuola, ma anche perdiscutere e decidere sul-l’universo mondo? Siamo in un momento stori-co in cui sembra che loscautismo non abbia piùnulla da dire.Guardo gliscaffali

Meglio chiedere il perdono che il permessoCosì diceva un famoso cavaliere dei draghi. Proviamo a farciavanti e avere il coraggio di partecipare.

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della cooperativa e vedosolo rielaborazioni, riedizio-ni, riscoperte di testi scrittiventi, trenta o cento anni fa.Ogni iniziativa dev’esserecatalogata ed approvata datutti i livelli e dai controlloridei livelli, deve superaretutti i ma e i perché e soloallora sarà presa in conside-razione dall’organo compe-tente che lo proporrà in unapposito momento. Dove sono finiti la nostravoglia di partecipare conentusiasmo? Il coraggio digettare il cuore oltre l’osta-colo? Quella consapevolez-za che l’associazione cam-mina sulle nostre gambe?La semplicità e l’entusia-smo del movimento che sipone delle sfide?Quello che si sta provando afare in Regione è propriodare la scossa, invertire la

rotta, e perché no scompagi-nare le mappe (o sabotare iltom tom se preferite).Il Consiglio regionale stariflettendo sulla partecipazio-ne dei capi e ha messo incampo alcune iniziative chestanno dando i loro frutti. Lepresenze nello stessoConsiglio e all’Assemblearegionale sono confortanti,segno del buon lavoro deiResponsabili di Zona.Le pattuglie L/C, E/G, e R/S,quelle della Formazione capi,dei settori e della Route deicapi del Lazio 2009 stannocercando di proporre eventiche coinvolgano i capi sin-goli e le comunità capi perriscoprire il gusto di fare lecose assieme. Proviamo ad osare, ad avereil tempo ed il coraggio divenire, di esporre le nostreidee e di cambiare in meglio

le cose. È difficile e il tempoè quello che è, però cerchia-mo di essere i condottieridei nostri ragazzi e non deisemplici, anche se comun-que meritori, conducenti.Vi aspettiamo in primoluogo alla prossimaAssemblea regionale del 19aprile 2009. È un eventoaperto a tutti, dove alcuni,ben stimolati da voi, hannoanche potere di voto. Siparlerà, tra le tante altrecose, della proposta di faredei Castorini la quartabranca e si farà il puntosulla diarchia, che a volterimane solo un valore con-diviso sulla carta. Cose nonda poco, quindi. Buonastrada e … ci vediamovero?!

* Responsabile regionaleAGESCI Lazio

È difficile e il tempo è quello che è, però cerchiamo di essere icondottieri dei nostri ragazzi e non dei semplici, anche se comunquemeritori, conducenti.

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sommario4

Meglio chiedere il perdono che il permesso

Destinazione Paradiso

Tutte le mosse verso la Route

Capi Gruppo in missione

Vi racconto i CFT

Progettare e progettarsi, anche nella disabilità

La strada... nel bianco

Il cammino di Francesco

Posti per uscite

editoriale

verso la route

primo piano

tazebao

il percorso

Protagonisti del metodo

San Francesco 2009: metti in circo...lo il tuo “fare”

Non restare chiuso qui... Sentiero!

Cercasi capo R/S disperatamente

Route o routard?

L’invidia... è una brutta bestia

La bacheca della redazione

i settori

branca LC

branca EG

branca RS

lo spillone

spiritualità

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di Daniela di Donato

Gerardo Mannoni è visibilmente contento:già pensa a come progettare i venti ettari dispazi, che il Vescovo di Civita Castellana,don Romano Rossi, ha concesso all’AGESCILazio per ospitare la Route del 2009.Gerry, dove si trova Pian Paradiso?Sulla statale Flaminia, a circa sei chilometri daCivita Castellana, in provincia di Viterbo. DopoRignano Flaminio e il Monte Soratte, a circa46 chilometri da Roma e da Viterbo, 130 daLatina, 131 da Frosinone e 72 da Rieti.Come ci si arriva?Il posto è strategicamente perfetto: a sei chi-lometri dal paese e dall’ospedale, a trecentometri dalla Stazione della Ferroviaria Romanord (quella che parte da Piazzale Flaminio);la fermata Cotral è poco distante. Con l’autoci si arriva percorrendo la SS 3 (Flaminia).Quali caratteristiche ha?La Curia Vescovile ci metterà a disposizioneventi ettari di prato, due grossi capannoniindustriali, svariati manufatti di cui almenotre abitativi, 10 Kw industriali a 380 V,acqua in abbondanza: veramente crediamoche sia una splendida occasione.Come mai il Vescovo si è dimostrato cosìdisponibile?Don Romano Rossi è stato Assistente centraledella Branca E/G dal 1983 al 1990 e quindi èuno scout anche lui. Quando gli abbiamochiesto di darci una mano, si è dimostratosubito disponibile: ha tante idee per quelposto e un grande affetto per gli scout.Quando si avrà un’idea di come sarannoorganizzati gli spazi necessari alla realizza-zione dell’evento?

Andremo la prossima settimana in avansco-perta con tutta la pattuglia logistica, armati dipazienza, strumenti di misurazione e matiteper fare rilievi, verificare i luoghi aperti e chiu-si, controllare il terreno. Sarà presente anchequalcuno della Protezione civile.Che fine ha fatto il castello di RoccaRespampani che era stato scelto come primadestinazione?Purtroppo il sindaco di Monte Romano ci hacomunicato che quel luogo non era agibile,perché ancora in attesa di collaudo e itempi sarebbero stati incompatibili con larealizzazione dell’evento. E i percorsi da fare durante i giorni diroute?Quelli invece non andranno perduti: molti,già individuati, erano proprio sullo stessoversante di Civita Castellana e gli altricomunque verranno recuperati tutti.Provvederemo anche a completare questoaspetto della logistica.Il posto sarà a disposizione solo per laRoute 2009 o c’è dell’altro?Beh, certamente ci sarà bisogno di tanteuscite per preparare il luogo ad ospitaretutti i capi, che parteciperanno alla Route epoi don Romano ha tante idee. Se ne ripar-lerà nelle sedi opportune e quando even-tualmente ci saranno delle proposte concre-te. Mai chiudere le porte.

Ecco dove si svolgerà la Route dei capi del Lazio 2009. Intervista aGerardo Mannoni, responsabile della logistica, per avere notizie sulposto e le sue potenzialità

AZIMUT la rivista dei capi del Lazio direttore responsabile Sergio Gatti capo redattore Niccolò Carratelliredazione p. Paolo Benanti tor, Bruna Brancato,Stefania Brandetti, Alba D’Alberto, Emanuele RosarioDe Carolis, Lucia Di Stefano, Stefania Galli, AndreaVentura, Francesco Violi, Luca Zanchini progetto grafico e impaginazione Gigi Marchitelli

edito daAssociazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AgesciLazio) sede via Adalberto 13/15, 00162 Roma e-mail [email protected]

stampa MEDIAGRAF S.p.A. - Stabilimento di RomaSO.GRA.RO. Via Ignazio Pettinengo, 39 - 00159 Romafinito di stampare Roma, Marzo 2009

Destinazione Paradiso02

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Le iscrizioniIl giorno del convegno capigruppo, 21 feb-braio 2009, si sono aperte le iscrizioni. Leschede sono state inviate a tutti i capi perposta elettronica e sono scaricabili dal sitowww.lazio.agesci.it, corredate di tutte leinformazioni per la compilazione. La data dichiusura è fissata al 30 aprile 2009, ma cisarà la possibilità per i capi censiti a set-tembre di iscriversi anche successivamente.

I temi della RouteLa raccolta degli argomenti e dei temi èstata una grande impresa: più di novantaComunità capi hanno fatto arrivare i lorocontributi attraverso tutti i canali disponi-bili e niente è stato censurato o cestinato.I centodue Capi Gruppo presenti al conve-gno di febbraio, rappresentativi di sessan-tacinque Comunità capi diverse, hannoavuto per le mani quasi millequattrocentotemi. Al convegno i temi sono stati accor-pati in base alla scelta del Patto associati-vo cui si riferivano (scout, politica, cristia-na) e poi suddivisi in macroaree. Da quelconvegno sono usciti ventisette pacchettidi lavoro (argomenti generativi, temi asso-ciati a percorsi di lavoro), che sarannoinviati a tutti i capi. I capi poi decideran-no con quale o quali pacchetti lavorare. Sisappia però che gli strumenti e i percorsiindicati sono solo dei suggerimenti: sonoun’indicazione di metodo e non un vinco-lo indissolubile, insomma una traccia enon un solco da cui non si può uscire.

Il postoLa Route si svolgerà a Pian Paradiso,località amena nel comune di CivitaCastellana (Viterbo). Per approfondimenti,si consiglia la lettura dell’intervista aGerardo Mannoni, sempre su questonumero di Azimut.

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Dopo il convegno capigruppo il team organizzativo, i capi,

le pattuglie, i referenti territoriali e i quadri regionali continuano a costruire l’evento di dicembre.

Alcune tracce di programma.

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Chi fa che cosaOra i compiti sidistribuisconoulteriormente per-ché sia leComunità capi,che le zone, che il

team organizzativolavorano all’unisono.

Sarà importante fare inmodo che i capi che si stanno preparandoall’evento tengano le orecchie aperte e gliocchi puntati su stampa e web associativi:ci saranno occasioni di approfondimentosui temi della Route, notizie in corso d’ope-ra, assestamenti sul programma. Starà peròai capi e alle Comunità capi decidere quan-to tempo e in che modo dedicarcisi.Compatibilmente con tutte le priorità edu-cative (i ragazzi) e formative (Comunitàcapi, parrocchia, zona…). Non si perda peròl’occasione di trovare un senso nuovo e rin-novato al nostro servizio, confrontandoci eformandoci nel corso di questi mesi che ciseparano dall’evento.

Comunicare la RouteTra un po’, oltre alle comunicazioni internealla nostra associazione, si comincerà aduscire all’esterno: si sono già avviati i primicontatti con i media (radio, tv, stampa, web)e si organizzerà l’ufficio stampa della Route. L’evento sarà anche un’occasione di speri-mentare il nuovo Piano di comunicazionedell’AGESCI, che andrà approvato al pros-simo Consiglio generale 2009. Inoltre, èprobabile che il consueto Laboratoriostampa nazionale, diretto a tutte le reda-zioni stampa e web e agli Incaricati allacomunicazione delle regioni scout (orga-nizzato ogni anno dalla Pattuglia stampanazionale e dall’Incaricato nazionale allacomunicazione), si terrà alla Route.

Il bilancioIl bilancio della Route verrà presentatoalla prossima Assemblea regionale del 19aprile e lì sarà sottoposto all’approvazio-ne dei capi.

La parte mobileDal 4 al 6 dicembre 2009 i capi, organiz-zati in comunità capi di formazione eequipaggiati con uno strumento che rias-sumerà il lavoro svolto in precedenza suitemi scelti, si impegneranno nel campomobile. La pattuglia logistica sta comple-tando il lavoro sui percorsi e l’assistenzasanitaria on the road: alcune comunità R/Sdel Lazio stanno già collaborando per laparte tecnica.

La parte fissaDal 6 all’8 dicembre la Route si fermerà aPian Paradiso, per trasformarsi in campofisso. I capi qui si ritroveranno e avrannomodo di fare delle esperienze, di incontra-re persone significative, di sperimentareattività e conoscere le “buone pratiche”sperimentate nel tempo dalle Comunitàcapi, di condividere riflessioni e idee,dopo un anno di lavoro sulla Route. Dalcapire l’oggi, il cerchio si stringe attornoal progettare il domani.

La verificaLa prima verifica sarà a caldo, alla Route,con foglietti predisposti, da lasciare inuna cassetta delle lettere l’ultimo giorno.Poi si procederà con la verifica nellecomunità capi e presumibilmente neiConsigli di Zona. Tutto convergerà poi inConsiglio regionale e nell’Assemblearegionale primaverile 2010.

* Responsabile pattuglia “Comunicare la Route”

Tutte le mosseverso la Route

di Daniela Di Donato *

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Siamo partiti dai 1450 spunti di riflessio-ne differenti, arrivati dalle Comunità Capidi tutta la regione. Sono stati riproposti“nudi e crudi”, così come sono stati rac-colti, agli oltre cento Capi Gruppo arrivatialla parrocchia di San Romano martire inun sabato pomeriggio di febbraio. Moltierano venuti con parecchie aspettative eun po’ di diffidenza, comunque con lasperanza che questa Route fosse semprepiù esplicita e che i contenuti diventasse-ro più chiari. Tutti hanno sentito l’esigen-za di rimboccarsi le maniche e hannodeciso di contribuire attivamente alla rea-lizzazione di quella che sarà la nostraRoute.Il lavoro del Convegno è stato quello dicanalizzare tutti questi spunti nei tregrandi argomenti della Route coincidenticon le scelte del Patto Associativo (scout,politica, cristiana). Il Convegno è statoscandito in più fasi: in un primo momen-to sono stati presentati i temi individuati,a cura della Pattuglia, e la metodologia dilavoro che si sarebbe adottata. Poi i capi,suddivisi in nove gruppi di lavoro, si sonoconfrontati ed hanno individuato 27 temi,9 per ogni scelta, da proporre ai capi cor-redati da suggerimenti di percorso peraccompagnarli nel cammino di avvicina-mento alla Route.I “percorsi” sono delle indicazioni, delletracce che le Comunità Capi, da sole o incollaborazione con altre, potranno svilup-pare durante l’anno in preparazione dellaRoute e prevedono spunti di riflessioneconcreti (letture, film…), strumenti

utilizzabili (tavolo di lavoro,collaborazione traCo.Ca. ...) e metodidi lavoro versatili(cineforum, even-ti…). I percorsi in

Dalle tre scelte del PattoAssociativo ai ventisette percorsitematici che accompagneranno i

capi del Lazio alla RouteRegionale. Tutto in un convegno.

Capi Gruppo in missione

di Lucia Di Stefano

quanto tracce nonsaranno fissi, bensìsaranno un segnoconcreto su cuilavorare e che ogniComunità Capipotrà modificare eplasmare a secon-da delle propriepeculiarità ed esi-genze. I percorsi inquanto tracce nonsono propedeuticialla Route e qua-lunque capo potràdecidere di sfruttar-li per lo sviluppodei temi proposti, indipendentementedalla propria partecipazione alla Routestessa. I lavori del Convegno sono staticostruttivi e pratici, realizzati in piccoligruppi hanno permesso a tutti di sentirsiprotagonisti e di porre le esigenze dellapropria Co.Ca. a confronto con quelledelle altre Co.Ca. rappresentate. Un

Convegno che ha dato quindi, attraverso iCapi Gruppo e il lavoro dei referenti terri-toriali nelle Comunità Capi, la possibilitàad ogni Capo della Regione di sentirsiprotagonista attivo della Route, una Routeche vuole essere risposta concreta alleesigenze dei propri Capi e che sia vera-mente una Route calata dal basso!

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23 aprile, rinnoviamo la PromessaNella chiesa di San Giorgio in Velabro a Roma, il 23 aprile di ogni anno sicelebra il “Rinnovo delle Promesse”. È un rito solenne che lo scautismoromano ha sempre onorato fin dal 1916, anno di fondazione dell’ASCI,perfino durante il fascismo, quando gli scout erano fuorilegge e celebra-vano il “rinnovo” all’alba.Dal dopoguerra sono gli Adulti Scout ad organizzare ed animare la veglia,prima come “Compagnie dei Cavalieri di San Giorgio” e poi come MASCI dal 1954.Questo anno le comunità MASCI del Lazio parteciperanno alla veglia con in cuore unanuova, speciale promessa: realizzare Scautismo senza frontiere. Sarà un grande labo-ratorio regionale di accoglienza e scambio interculturale con le comunità di stranierinel Lazio, da realizzare con l’aiuto di tutti gli scout, adulti e non. Dunque, prendetel’agenda e scrivete: 23 aprile, ore 18:30 - Rinnovo delle Promesse – S. Giorgio inVelabro. Sarà un giovedì di festa e di veglia scout, come è successo negli ultimi 94anni della nostra gioiosa storia.

Molti erano venuti con parecchie

aspettative e un po’ di diffidenza,

comunque con la speranza che questa

Route fosse sempre più esplicita e che i

contenuti diventassero più chiari.

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Un nuovo campo di formazione per capi alle prime armi: com’èandata? Ecco il punto di vista

dei Capi Campo.

Vi racconto i CFT

di Antonella d’Apruzzo *

pensiero sulle tre scelte del PattoAssociativo, in un confronto tra adulti checercano il miglior modo per testimoniare laloro vocazione educativa. Poi la gioia distare comunque ad un evento scout, conmomenti di gioco, di allegria, come a qual-siasi campo che realizziamo con i nostriragazzi.Questa la mia esperienza ma vi riportoanche ciò che è emerso dall’incontro diverifica con tutti gli staff dei CFT, ai qualiabbiamo posto tre domande: ecco le rispo-ste che i formatori hanno dato e chehanno trovato un’ampia condivisione daparte di tutti.

Quale è stata per gli allievi l’utilità di parteci-pare al campo? Hanno maturato la consapevolezza delbisogno formativo, compreso cosa significaessere capi, avuto uno spazio per guardareda più punti di vista la loro scelta di esse-re educatori, si sono confrontati con altri econ la vita di Zona, hanno percepito chel’Associazione ha a cuore il percorso deipropri capi e sentito di iniziare ufficialmen-te il percorso di formazione. Inoltre sonosicuramente più pronti ad approfondire ilservizio educativo.Qual è stato il messaggio più “forte” cheavete passato loro ?Fare esperienza di dialogo tra capi “allapari”, l’importanza nel loro servizio dellacentralità del ragazzo, le riflessioni sullascelta di fede, il valore della scelta di esse-re educatori e della progettualità del capo,la chiarezza di essere capo relativamenteallo stile, alla vocazione e alla coerenza, loscoprirsi chiamati a prendersi a cura conpassione dei ragazzi.Come staff, cosa vi è rimasto più impressodel campo?La voglia che i partecipanti avevano di cre-

scere nel ruolo di capi, il piacere di con-frontarsi in un rapporto paritario, l’entusia-smo di imparare, la disponibilità all’ascol-to, il passaggio dallo “scetticismo” inizialedi una partecipazione sentita come obbli-gatoria alla consapevolezza di parteciparead un’occasione importante per la loro for-mazione, l’entusiasmo e la voglia di ritor-nare nelle Co.Ca. più arricchiti.

Tutti i formatori hanno quindi confermatola validità di questa esperienza e l’utilitàche avrà nella crescita formativa dei capi,ma la stesse considerazioni sono emerseanche nell’incontro nazionale degliIncaricati Fo.Ca. regionali, nel quale,Vincenzo ed io, abbiamo potuto constatareche in tutte le Regioni c’è stato un bilancioestremamente positivo sia per i contenutidei campi sia per la modalità con cuihanno partecipato i giovani capi.A giugno in tutte le Zone ci saranno gliincontri di verifica dell’anno di tirocinio conla partecipazione dei formatori, sarà un belmomento per ritrovarci a ricordare l’espe-rienza vissuta insieme e per verificare ulte-riormente l’utilità della formazione alla lucedell’anno trascorso in Comunità capi.

* Incaricata Fo.Ca. AGESCI Lazio

[…] il passaggio dallo “scetticismo”

iniziale di una partecipazione

sentita come obbligatoria alla

consapevolezza di partecipare ad

un’occasione importante per la loro

formazione, l’entusiasmo e la voglia

di ritornare nelle Co.Ca. più

arricchiti.

denti alle specifiche realtà? Ma quando le situazioni sono complessebisogna frazionare i problemi per poterliaffrontare e andare avanti per piccoli passi,proprio come in montagna! E così è stato.Gli staff hanno iniziato a preparare i pro-grammi, in Consiglio regionale si è lavora-to sulle aspettative dei vari territori, inComitato regionale si è dedicato tempoper dare una “impronta” ai CFT del Lazio.Ed ecco che sono iniziati i primi campi,sono andati subito bene, gli allievi eranointeressati e molto partecipativi alle tema-tiche affrontate, i programmi “reggevano”,la preoccupazione è andata via ed è arriva-to il desiderio di partire per il CFT cheanche io avrei tenuto come Capo Campo. Èstata una esperienza molto arricchente:quello che mi è piaciuto di più è statol’entusiasmo degli allievi a mettersi ingioco su tutti gli argomenti, a sfruttarequalsiasi momento per avere un confrontocon gli altri e con lo staff per capire cosasignificava la scelta di essere capidell’Associazione. Inoltre, il desiderio chetutti avevano di voler riportare il proprio

A settembre ero un po’ preoccupata: i CFTdovevano partire ma ancora molte cosenon erano chiare. Come rendere i program-mi rispondenti alle indicazione dei modelliunitari? Come scegliere gli staff? Comecoordinare tutte le Zone per realizzarecampi uguali ma nello steso tempo rispon-

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Ultimo passo del cammino della Zona Auriga sul rapporto tra

scautismo e handicap.

Progettare eprogettarsi,anche nelladisabilità

di Marco Rosati e Maria Rosati *

La testimonianza di una mammaIntervista a Loredana Camilloni

Ciao Loredana, a conclusione di questoevento potresti dirmi le tue sensazioni?Portare la testimonianza in quanto geni-tore di un ragazzo disabile, ha signifi-cato per me ripercorrere con lamemoria i momenti più significativi,di quello che è stato il percorso dimio figlio con il suo gruppo scout, unpercorso segnato indubbiamente damomenti di difficoltà, di timore, di inadeguatezza, di impotenza ma anche da altret-tanti momenti di gioia, di condivisione, di soddisfazione, di affetto e di amicizia.Volendo fare un bilancio di questa esperienza, direi che il risultato è, ad oggi, sen-z’altro positivo. Voglio essere oltremodo sincera nel dire che, tra i presenti alConvegno, si è percepita purtroppo, ancora molta reticenza e paura a relazionarsi conil mondo della disabilità.

Nel caso di inserimento di un ragazzo disabile: come vivere il rapporto ovvero lacomunicazione famiglia-gruppo scout?Sin dall’inizio, ho cercato di avere con i vari capi, anche se non sempre con tutti èstato possibile, un rapporto basato sulla sincerità e sul reciproco scambio. Non honascosto mai nulla sulle problematiche di mio figlio, anzi, semmai, ho suggerito stra-tegie per ovviare alle stesse, questo per il bene del gruppo e del ragazzo disabile.

Cosa suggeriresti ai capi che dovessero trovarsi ad affrontare questa nuova possibi-le esperienza?Evidenzierei loro quanto l’interagire con le persone disabili, che spesso destano pauranella società, costituisca in realtà, mettendo da parte pregiudizi e preconcetti, unavalida risorsa per scoprire noi stessi. Insomma, un esperienza che, se vissuta senzachiusure, ma lasciandosi andare, arricchirà interiormente.

di Luca Zanchini

Tre anni fa il Convegno della Zona Aurigariscriveva il Progetto di Zona e poneva alcentro dell’attenzione dei capi principal-mente tre temi: l’educazione alla fede, lacoeducazione e le relazioni tra scautismoe disabilità. Negli ultimi anni è infattidivenuto frequente accogliere nelle nostreunità bambini e giovani portatori di han-dicap e non abbiamo potuto non porci ilproblema di come affrontare la novità,concludendo che il metodo scout, capacedi adeguare a ciascun ragazzo obiettivi estrategie, rimane sostanzialmente valido.Il 1° febbraio di quest’anno, a conclusionedel nostro percorso, si è tenuto un conve-gno dal titolo “Scautismo e disabilità” acui sono stati invitati tre relatori, protago-nisti nella loro vita di storie di disabilità.Luca Zanchini, capo della nostra Zona conuna disabilità motoria, ha portato la suatestimonianza di capo e di scout disabile;Loredana Camilloni, impegnatanell’Associazione Italiana Sindrome x-fra-gile, mamma di un rover disabile ci hamostrato luci ed ombre nel camminoscout del figlio. Infine Anna Contardi, scout ed ex-capo,impegnata da oltre 25 anninell’Associazione Italiana Persone Down edin possesso di una grande esperienza nel-l’ambito della disabilità, ha evidenziato lepossibilità di inserimento di personedisabili nei contesti di lavoro e studiodel mondo “normale”. Con questo convegno la Zona Aurigaha voluto offrire all’intera Regioneun momento di approfondimentoche speriamo possa rendere piùfacile, leggera e soprattutto fruttuo-sa l’accoglienza di bambini e ragaz-zi disabili nelle nostre unità.

* Responsabili di Zona Auriga

“Il capo deve rendersi conto delle esigenze, delle prospettive e dei

desideri delle differenti età della vita del ragazzo, deve occuparsi di

ciascuno dei suoi ragazzi individualmente piuttosto che della massa”.

(Baden-Powell, Il libro dei capi)

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il percorso

Gennaio 2009, riunione di staff. Dobbiamoorganizzare l’uscita del nostro noviziato.“Che facciamo?”. Prendendo spunto dallevoglie dei ragazzi e dal programma dell’an-no, che ci suggerisce come obiettivo prima-rio, quello di puntare sulla comunità, datoche i novizi ancora non si conoscono bene,capiamo che è il caso di proporre un’espe-rienza “diversa”. Per rispondere a questaesigenza, per risvegliare in loro la voglia distaccare dalla quotidianità e di fargli capireche tutto (o quasi) si può fare, pensiamoche affrontare un po’ di strada in un pae-saggio spettacolare e con tutta l’attrezzatu-ra necessaria, sia la soluzione migliore.Si parte alla volta di Campo Imperatore.L’altopiano si apre davanti a noi in tutta la

sua grandezza e spettacolarità. Siamo com-pletamente soli!Sembra quasi surreale trovarsi in un luogoa poco più di un’ora da Roma, ma chesembra non aver mai subito l’impatto e losfruttamento dell’uomo.Ad attenderci troviamo una guida alpinache, dopo averci dato ciaspole e racchette– a prezzi più che accessibili, ci accompa-gna nel nostro percorso spiegandoci la sto-ria dell’altopiano e offrendoci un break contè caldo e cioccolata per farci rifocillare (perinfo www.mountainevolution.com).La “ciaspolata” è faticosa ma assolutamentepiacevole. Camminiamo per circa 4 ore conla neve alle ginocchia ma a maniche corte. Con le ciaspole ai piedi tutto sembra piùsemplice; i ragazzi ridono e scherzanocome se si conoscessero da sempre e, trauna palla di neve e l’altra, riescono anchead andare oltre la semplice chiacchiera.Sembra strano anche a noi vederli cosìpresi nel discutere e così invogliati a stareinsieme. Quasi non sembrano i ragazzi concui siamo partiti.Sicuramente la nostra proposta è stata soloun piccolo e iniziale passo verso la forma-zione di una vera comunità. Speriamo peròche l’aver condiviso un’esperienza insolita edivertente in un paesaggio mozzafiatopossa aver aiutato i ragazzi a conoscersimeglio e fatto risvegliare in loro un po’ divoglia di avventura.

* Maestri dei novizi Rm 67-70

14azimut::022009tazebao

Una passeggiata con le ciaspole inuno dei luoghi più affascinanti

dell’Appennino, per riscoprire lagioia di stare insieme.

La strada… nel bianco

di Francesca Antonelli e Luca Canevelli *

Una caccia entusiasmante, un’uscita avventu-rosa, o un evento di gruppo da ricordare?Perché non condividerlo con tutti i capi delLazio? Avete una pagina, questa, e circa 2000battute a disposizione per raccontarci tutto. Enon dimenticate una bella foto! Scrivete a [email protected]

Primo giorno – da Greccio al convento diSan Francesco (3 h). Dalla stazioneFerroviaria di Greccio [1] si raggiunge concollegamento bus il paese di Greccio [2].Proseguendo a piedi la strada per il conven-to di San Francesco, dopo 100m, accanto alnuovo Museo del Presepe, seguire il cartelloche indica il viottolo per la Fonte Lupetta [3].Poco più avanti si piega a destra, si saleaccanto ad uno sbarramento anti-frana e siraggiunge un terrazzo con una fonte e un’im-magine di San Francesco. Qui una ripida sca-linata scende fino ai due “bottini” della sor-gente. Percorso un ripido vallone e un tratto obliquosi giunge ad un ponticello. Girando a sinistrae passando tra due recinzioni, si raggiungeun rimboschimento, lo si attraversa e si arri-va a un sentiero con qualche segnavia rosso.Si sale a sinistra di un fosso, si supera unripido pendio e si sbuca sui prati della Fontei Trocchi [4].Si riparte per un sassoso viottolo che alternatratti ripidi ad altri più comodi e raggiungeuna carrareccia che si segue verso sinistra.Una breve discesa porta a un incrocio di stra-de sterrate ai piedi del Monte Macchia diMezzo [5].Si segue il tracciato di destra, lo si lascia a untornante, e si prosegue in un vallone circon-dato da grandi faggi che termina su un pratoche si percorre verso destra fino al crinale delMonte delle Croci [6]. Si continua scendendoa sinistra nella faggeta che riveste il crinale esi raggiunge una sella erbosa, da dove un’ul-tima salita nel bosco porta alla Cappelletta[7], eremo francescano adibito a rifugio ma incattive condizioni. Scendendo per pochi metrisulla via di salita, si continua verso nord amezza costa per un sentiero (segnavia giallo-rossi e frecce rosse senza numero) che traver-sa nel bosco, supera a saliscendi una serie dipiccole radure, e porta alla sella delloSterparino [8], ai piedi del Monte MacchiaLupara [9]. Seguendo i segnavia si imboccaun ampio sentiero che scende sulla destra,aggira sul versante orientale la cima e si

affaccia sul convento di San Francesco [10]scendendo sul vallone del Fosso Raigato.

Secondo giorno – da convento di SanFrancesco a Cottanello (3h). Dal convento diSan Francesco [10], attraversando una lecce-ta e salendo per i pascoli, si imbocca unsentiero dove sono rari i segnavia.Seguendo una carrareccia che segue versosinistra fino ad una sella [11] (946 m) aggi-rando a sinistra il cocuzzolo della Croce diRuschio [12]. Dove il vallone piega a sinistraci si sposta brevemente fino ad una sellasul confine regionale. Scavalcatala si segueuna carrareccia indicata da segnavia cheporta ai Piano di Ruschio [13] e poi ai Pratidi Stroncone [14], dove si possono trovareun bar e un ristorante. Ripartendo accantoal ristorante “Tre Camini”, per una stradasterrata che passa accanto al maneggio, erisale nella boscosa Valle Leona [15] finoalla sella dove questa termina. Oltre il vali-co, i segnavia piegano a sinistra e scendo-no nel fitto bosco fino a ritrovare la sterra-ta che collega i Prati di Sotto [17] ai Pratidi Sopra. Seguendola verso destra, passando accantoal laghetto della Fonte Luparo [16] si prose-gue verso Cottanello [18]. Da Cottanello sonodisponibili servizi di autobus di linea perPoggio Mirteto F.S., Terni F.S. o Rieti.

Da Greccio a Cottanello, lungo la valle reatina

Il cammino di Francescodi Emanuele De Carolis e Luca Zanchini

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17azimut::022009

il percorso16azimut::022009il percorso

Stagioni consigliate qualsiasi stagione dell’anno

Rischio neve inesistente

Difficoltà tecniche nessuna di rilievo

Carta topografica IGM 138 II NO Greccio;

IGM 138 III NE Stroncone; IGM 138 IV SE

Pernottamento per il pernottamento contattate il

convento di San Francesco

Mezzi pubblici per raggiungere Greccio e per il rientro da

Cottanello vedere i siti www.trenitalia.it e www.cotralspa.it

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18azimut::022009dove si va

la tendaNovità allo Scout Shop La TendaR O M A L A T I N A

Via Adalberto 13/15 Via Cisterna 7/9dal Martedì al Sabato Mercoledì - Giovedì 16.00 – 19.30

10.00 – 19.30 (orario continuato) Venerdì 9.30–13.00 / 16.00 – 19.30parcheggio interno Sabato 9.30–13.00

SI INFORMANO I CAPI GRUPPO SOCI DELLA COOPERATIVA CHE SONO IN DISTRIBUZIONE I BUONI

ACQUISTO RELATIVI ALLA CAMPAGNA RISTORNI 2007 DA UTILIZZARE ENTRO IL 24/12/2008.

LA FILIALE DI ROMA DA NOVEMBRE 2008 EFFETTUA L’ORARIO CONTINUATO

Si accettano tutte le carte di credito (esclusa la Diners) e bancomat.Si effettua anche la vendita per corrispondenza inviando l’ordine viafax allo 0644230992 o via email all’indirizzo: [email protected] visitando il nostro sito e-commerce www.latendascout.com

Nei nostri punti vendita, oltre alle uniformi ed attrezzature per le attività scout dell’Agesci e delCngei, sono presenti accessori per i gruppi nautici: giubbetti, salvagente omologati, cime e ganci peralpenstock a prezzi concorrenziali.Inoltre abbiamo in vendita materiale e attrezzature per le arrampicate, come moschettoni, corde sta-tiche e dinamiche, caschi per roccia e imbracature, abbigliamento trekking.Visitando il sito www.latendascout.com si possono visionare gli articoli dell’uniforme, libri e leattrezzature con la possibilità di scaricare i listini prezzi.È importante acquistare presso lo Scout Shop dove gli articoli dell’uniforme hanno il marchiodell’Agesci, unica vera garanzia che il materiale è conforme alle norme del Regolamento associativoe quindi idoneo alla sua funzione. La maggior parte degli articoli per lo svolgimento delle attivitàscout sono della linea Scout Tech e si sviluppano direttamente dall’esperienza dello scautismo e dalleattività dei ragazzi e capi. Particolare attenzione viene prestata al rapporto qualità-prezzo, in mododa offrire i nostri articoli a prezzi più contenuti possibili. Ricordiamo a tutti i capi di informare i geni-tori che si recano in cooperativa di comunicare l’esatto gruppo di appartenenza, in quanto alla chiu-sura dell’anno economico il Consiglio di amministrazione riconosce un buono spesa in rapporto agliacquisti di materiali e attrezzature effettuati.

Il personale della Cooperativa è sempre a vostra disposizioneper tutte le informazioni e chiarimenti allo 06 44231139 per Roma ed allo 0773 484745 per Latina nei rispettivi orari di apertura

19azimut::022009

scout shop

in uscita:: in tenda

Base Scout “Lupo Bianco”GuidoniaReferente: Sandro, CapoGruppo Guidonia 3, tel 3201842785, email [email protected]: via delle Palme aGuidonia-Collefiorito(Roma)Acqua-servizi igienici: nellaparrocchia adiacentePossibilità di accantonamento: sìPunto fuoco: sìNote: il costo è di 2 euro apersona in più il gruppochiede in dono un fazzolet-tone dei gruppi che vengo-no ospitati. Per infowww.guidonia3.org

Terracina (LT)Referente: Michele Luciani,tel 329 2933718, email [email protected]: Terracina (Latina)Acqua-servizi igienici: sìNote: Terreno alberato a150 metri dal mare, conbarbecue, vicinanza anumerosi itinerari naturali-stici dei monti Ausoni.

Pavona (Roma)Referente: Monica o Daniele, tel. 3383296457o 3337071653Luogo: Parrocchia diSant'Eugenio, terreno delgruppo Pavona 1Acqua-servizi igienici: sìCucina attrezzata: sìPossibilità di accantona-mento: sì

:: in accantonamento

SubiacoReferente: Emanuele, tel 3485641672, [email protected]: Sede del grupposcout Subiaco 1Possibilità di pernottare intenda: noAcqua-servizi igienici: sìNote: Ampie sale interneper attività.

di Francesco Violi

Errata corrige

Carissimi, desideriamo segnalare un errore riportato su Azimut n.06/2008, a pag. 6nel servizio “ Quelli che... la paletta verde” nel quale è riportata erroneamente l’attri-buzione delle mozioni 4 e 5. Infatti la n.4 è stata presentata da alcuni capi del grup-po di lavoro “Route Regionale”, mentre la n.5 è stata presentata dalla Zona Rm Est“La Fenice”.Riteniamo doverosa questa precisazione per rispetto del mandato ricevuto dallanostra Assemblea di Zona che ci impegnava a proporre semplicemente uno sposta-mento della data della Route Regionale e non l’accorpamento di questo evento coni lavori del Convegno Capi Regionale.

Buona Strada Antonella Canestro & Paolo Verderame Responsabili di Zona Rm Est “La Fenice”

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21azimut::022009

i settori

settore è quindi un importante tassello dellaprogressione personale, tassello che vainserito in un progetto, seguito nel suoavvio e nel ritorno dal capo unità. Non è uncampo “spot” da “consumare”, magari alposto del proprio campo estivo, né una scel-ta individuale del ragazzo. Nel sentiero dellaguida e dello scout il campo di competenzaè un rinforzo e uno stimolo per raggiungerela tappa configurandosi come uno strumentofortemente consigliato per conquistare il bre-vetto di competenza. Ma non solo. In età E/G esso può offrire una concretaesperienza di autonomia e responsabilità:partire da soli dalla propria città per rag-giungere la base, organizzare il viaggio e ilmateriale, incontrarsi e confrontarsi con coe-tanei sconosciuti e con capi di tutte le etàsuperando preconcetti e luoghi comuni,uscire dal proprio “modello” di reparto escoprire la dimensione variegata dell’asso-ciazione, mettere alla prova le proprie com-petenze e acquisirne delle altre, scoprire oriscoprire la propria chiamata alla fede èeducazione secondo il metodo scout. In età R/S il campo di specializzazione sipuò configurare come un segmento dellaprogressione personale verso il servizio e lacomunità. Recuperare le competenze acqui-site in reparto, rinforzarle per metterle alservizio degli altri disegna, nel rover e nellascolta, quel profilo di giovane “competenteper essere utile”. In noviziato o nei primianni di clan contribuisce alla strada R/S for-nendo un’esperienza d’incontro e di condivi-sione e non di rado offrendo spunti per lapropria crescita spirituale.E poi, da capo, uno o più stage con il setto-re specializzazioni permette di completare lapropria formazione sperimentando concreta-

mente le tecniche con le quali progettare ilpercorso educativo dei propri ragazzi. Unfine settimana in cui ridiventare protagoni-sta del metodo, in cui vivere in prima perso-na il fascino dello scouting e le atmosfereche esso traccia, un’occasione di confrontoe di formazione per rileggere l’educazionescout sulla propria pelle. Animati da capiformatori e non solo tecnici, gli stage aiuta-no i capi, siano essi giovani tirocinanti oadulti di provenienza extrassociativa, acogliere la valenza educativa delle tecniche,insegnando ad usarle, e arricchiscono la fan-tasia con nuove idee ed esperienze.Ad un passo da casa c’è la base diBracciano, da cui magari, iniziare questoaffascinante percorso. Se pensate ad essacome “il posto del Consiglio generale” vistate sbagliando. I campi e gli stage dellabase si allargano su tutto il territorio delLazio per offrire il luogo più idoneo a viverel’esperienza proposta. Pionieristica edespressione, manualità ed esplorazione,strada e spiritualità, avventura e natura,primo intervento e nautica, si diffondono inposti inaspettati dispensando competenzaed entusiasmo con la generosità dei capidella base e con la profonda convinzione di“educare per esperienze”. Sarebbe proprioun’opportunità persa non cogliere le propo-ste della base dietro casa! Ma se non volete rinunciare al fascino diun viaggio allora vi aspettano Cantalupa(Piemonte), Marineo (Sicilia), Colico,Piazzole e Melegnano (Lombardia),Cassano Murge (Puglia), San Martino(Sardegna), Treia (Marche), Costigiola eMazzorbetto (Veneto), Palena (Abruzzo),Andreis (Friuli), Spettine (Emilia). Un clic sul sito e via… zaino in spalla!

20azimut::022009i settori

Le proposte del settoreSpecializzazioni, la competenza

al servizio dell’educazione

Protagonisti del metodo

di Lucina Spaccia

Un fine settimana in cui vivere in prima persona il fascino delloscouting e le atmosfere che esso traccia, un’occasione di confronto e di formazione per rileggere l’educazione scout sulla propria pelle.

Le parole del metodo si coniugano con letecniche rendendole vive e solide, la pro-gressione personale s’incarna nella compe-tenza, il servizio si arricchisce di fantasia econfronto, la comunità si sperimenta traventi dialetti, la spiritualità si tesse conl’esperienza di fede. In linea con il cammino delle branche E/G eR/S, il settore Specializzazioni concorre adelineare le esperienze della crescita perso-nale dei ragazzi offrendo occasioni perapprofondire la competenza e per sperimen-tare la dimensione associativa, in un con-fronto che permette ogni anno a circa due-mila ragazzi di vivere il proprio “camponazionale”. Partecipare ad un campo del

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azimut::022009branca LC

significativi per i capi della branca, percondividere spunti di riflessione utili alnostro servizio. Per fortuna sono statimolti i capi che hanno creduto in questoprogetto, tanto da ritrovarsi in circa 300 apartecipare al week end formativo del 7 e8 febbraio a Bracciano. Un primo passoquindi è stato compiuto e, per chi c’era,crediamo sia stato un passo importante.Insieme abbiamo sperimentato quello cheil giorno del San Francesco vivremo con inostri branchi e cerchi, ossia la gioiadella condivisione, della partecipazione,dell’esperienza e dell’imparare nuove tec-niche. L’esperienza infatti è l’occasionemigliore per crescere e per saper fare, manoi capi dobbiamo essere consapevolidelle finalità educative che ci guidano nelfar fare. Per questo il week end è statoimpostato per avere la stessa validità e lestesse modalità di incontro e confronto diun convegno metodologico incentratosulla manualità e l’espressione: i due filo-ni con i quali si giocherà l’evento regiona-le per tutti i lupetti e le coccinelle dellaregione. Tutti i capi sono stati stimolati amettersi in gioco, non solo per applicarele tecniche proposte nelle botteghe, maanche per confrontarsi nella conoscenza enella padronanza delle finalità educativedegli strumenti proposti. Perché usiamotali mezzi? Cosa stimolano? Qual è il lorofondamento pedagogico? Queste riflessio-ni sono state il filo conduttore di tutto ilsabato pomeriggio, sia grazie al primointervento - il cui scopo era quello diintrodurci nel mondo della psicologia delbambino e farci comprendere come lamanualità e l’espressione ne influenzanolo sviluppo - sia attraverso momenti più

“L’abilità manuale è una relazioneattiva con le cose che mira ad otte-nere un’intelligenza pratica e unacapacità di autonomia concreta”.

(B.-P., “Il libro dei capi”).

San Francesco2009: metti in circo…lo il tuo “fare”

a cura della Pattuglia L/C AGESCI Lazio

E se ci siamo riusciti noi a costruire trampoli, maschere di animali,palline e a dar forma a colorati palloncini… i bambini sapranno farecertamente di meglio!

Secondo B.-P., nell’abilità manuale è fon-damentale il protagonismo del bambino,che non si limita a realizzare un prodotto,ma si relaziona in maniera originale conle cose. Questa relazione non è fine a sestessa, ma ha insita la progettualità cheporta il bambino a sviluppare un’intelli-genza concreta, perché volta alla realizza-zione di un prodotto, e all’autonomia dal-l’adulto.Il percorso di preparazione al SanFrancesco regionale è stato pensatoanche per vivere momenti di formazione

esperienziali. Per capire “perché nellabranca L/C l’utilizzo di questi due stru-menti è così importante e fondamentale”,abbiamo infatti, condiviso esperienzedirette e momenti di elaborazione teorica,attraverso gruppi di lavoro incentrati sutecniche espressive e manuali, evidenzian-do gli elementi peculiari delle diverseesperienze fatte e come esse influiscononella crescita globale del bambino. I capihanno prima vissuto le tecniche, “scon-trandosi” personalmente con scenette,carte in fabula, plastilina, origami e tantialtri laboratori, per poiavere modo di dibatte-re, scoprire i loropunti di forza e didebolezza ed ester-nare dubbi e per-plessità

(quando leggerete, gli atti e le sintesi deigruppi di lavoro saranno molto probabil-mente già disponibili sul sito web regio-nale).Week end formativo, quindi, metodologi-camente parlando, ma anche tecnicamen-te. Non potevano infatti mancare le tantoattese botteghe che saranno il cuore delSan Francesco. E se ci siamo riusciti noi acostruire trampoli, maschere di animali,palline e a dar forma a colorati pallonci-ni…i bambini sapranno fare certamente dimeglio!

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Dal convegno del 2007 al monitoraggio del 2009,

come vanno le cose?

Non restarechiuso qui…

Sentiero!di Simone Thouverai *

azimut::022009branca EG24

giusto condividere con voicapi reparto i primi risultatiemersi. Intanto i numeri.Alla prima fase, che si èconclusa a gennaio 2008, eche consisteva in 3 facili

domande, hanno risposto ben 152 staff diReparto in rappresentanza di tutte le zone.Un ottimo risultato che ci chiarì come ilnuovo Sentiero fosse di fatto partito nellastragrande maggioranza dei reparti laziali.Alla seconda fase, che si è conclusa a gen-naio 2009 e che consisteva in un nutritonumero di domande su diversi aspetti (dalprotagonismo degli E/G, alle specialità e aibrevetti) hanno risposto 90 gruppi in rap-presentanza di 11 Zone. È evidente che inquesto secondo caso l’analisi dei dati siapenalizzata in partenza dall’assenza totaledi due Zone e dalla scarsa rappresentativitàdi altre (in cui meno della metà dei gruppihanno risposto). Permettetemi di soffermarmi due righe suquesto aspetto.Il monitoraggio non è un atto burocratico,non serve per mettere il naso nelle questio-ni dei gruppi, non è un subdolo tentativodi verificare quali staff funzionano e qualino; il monitoraggio è a nostro uso e consu-mo, deve servire a noi tutti capi per verifi-care se veramente questo nuovo Sentieroha rimesso in moto alcuni processi che inBranca erano “morenti”.E per far questo serve che voi capi repartovi esprimiate, che ci parliate di come vannole cose nel vostro reparto, che non vilasciate vincere dalla pigrizia. Ci sarannoaltre tappe di questo monitoraggio, cisaranno riunioni di branca, incontri tracapi… Dite la vostra: solo voi conoscete evedete i vostri E/G.

Ora vediamo i risultati di questo monitoraggio

Punti di forza • Rottura dello schema rigido per il con-seguimento della tappa: “anno-tappa-anno-tappa”

• Al centro il protagonismo degli E/G• Buon uso del consiglio della legge • Al centro il capo squadriglia nella coge-stione del reparto

• Concreti e raggiungibili gli impegnisono il punto forte del sentiero: com-prensibili a capi e ragazzi, utilizzati everificati come positivi

• Molto usate le specialità.

Punti di debolezza• Di difficile uso le mete: difficoltà sia percapi che per i ragazzi. Le mete risultanospesso svincolate dagli impegni

• Fra gli impegni: non si ricorre più moltoalla B.A. sulla quale c’è un po’ di con-fusione

• Un po’ in affanno i capi squadriglia perl’impegno chiesto loro

• Il tempo della tappa della competenzarisulta un po’ lungo, fa perdere di“mordente”

• Il sentiero nella nuova formulazione in3 tappe risulta meno positivo nei repar-ti di 5 anni.

Ci sono poi altri segnali negativi, come adesempio il numero ancora basso di bre-vetti conquistati, su cui crediamo ci siabisogno di più tempo per una correttavalutazione. In particolar modo sulle pro-blematiche relative alle “mete” crediamosia necessario, a livello nazionale, farechiarezza cercando di risolvere quello chei capi reparto, con chiarezza, hanno indi-cato come “il problema”.Sarà nostra cura, come incaricati regionali,portare la voce del Lazio.

* Incaricato alla Branca E/G AGESCI Lazio

azimut::022009branca EG 25

Eravamo più di 300 capi E/G nel marzo2007 ad Albano per analizzare, approfondi-re, confrontarci su quel temuto nuovo sen-tiero che pochi mesi dopo sarebbe “entratoin vigore” nei reparti di tutta Italia. In quelprimo periodo molta era la paura delnuovo e quel convegno servì a chiarirci leidee, darci consigli, scambiarci opinioni sucome gestire al meglio il passaggio e lagestione del cambiamento; quel giornocominciò un percorso che è ancora vivo eche continuerà ancora.Dall’anno successivo infatti, come pattugliaregionale, eravamo chiamati dalla Brancanazionale ad un monitoraggio periodicodello stato del Sentiero, un modo per cer-car di capire quanto e come le novità fos-sero capite/vissute/gestite dagli E/G e daglistaff di Reparto ed evidenziare eventualidifficoltà che si fossero manifestate in“corso d’opera”.Quel monitoraggio è in corso; si è da pococonclusa la sua seconda fase e ci sembra

"Al regionale continuino a scrivereregolamenti che al mio reparto ci

penso io” (un capo repartorispondendo al questionario)

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Segni particolari: zaino da 80 litriin spalla, scarponi, braccia e

ginocchia abbronzate.

Cercasi capo R/S

disperatamentea cura della Pattuglia R/S

AGESCI Lazio

scelto con gli IABZ, ci viene da pensareche ai capi non interessa trovare momentidove risolvere i propri dubbi metodologi-ci. Inoltre un piccolo pensiero va al con-cetto che abbiamo della partecipazioneassociativa: ma a che serve? In fondoviviamo nel nostro piccolo orticello ed è lìche si fa lo scautismo, mica possiamoperdere tempo con queste cose che orga-nizza la Regione, abbiamo altro da fare, epoi il capo non ha bisogno di parlare dimetodo, già sa tutto. Infine il pensiero vaa tutte le volte che con il nostroclan/noviziato organizziamo un’uscita ouna Route e una domanda nasce sponta-nea: “ma se un ragazzo non vuole venire,cosa gli diciamo?”. Se vogliamo esserecoerenti con le nostre azioni, non dovrem-mo dirgli nulla, tanto non serve partecipa-re alla vita associativa, se abbiamo altroda fare è bene farlo e anche se abbiamoorganizzato un’uscita non fa nulla, al mas-simo non si fa! È triste avere uno zaino pronto,un percorso deciso, delleattività preparate e poidover mettere il tuttoin soffitta perché nonc’è interesse da partedei capi, perché nonpensiamo che anche sesiamo esperti di metodo

possiamo essere una risorsa per gli altri,perché non c’è voglia di giocarsi, perchési sta meglio a casa. Non è questo loscautismo che conosciamo, non è questolo scautismo che pensava B.-P., non èquesto che dice la canzone della Routenazionale R/S dell’ormai lontano agosto1986, e che ancora oggi cantiamo, forsesenza dar peso alle parole. Ma noi siamoottimisti e fiduciosi, ed è proprio con leparole di questa canzone che vi salutia-mo, sicuri di vedervi numerosi al prossi-mo evento, che già è in cantiere!!!“Forse ho ancora sonno, ma mi chiamanforte, / entra nel gioco, gioca la tua parte! / si sa, non è ancor nato chi goda l’av-ventura / guardando il mondo dietro albuco della serratura! … ”Noi abbiamo detto la nostra, Voi cosa nepensate?!?!? Scrivete ad [email protected] strada!!!

Negli ultimi mesi, abbiamo provato quasidi tutto, a partire dagli appelli sul sitoAGESCI Lazio, continuando con le mailagli IABZ e ai Capi Gruppo, ad un certopunto abbiamo pensato anche di chiederel’aiuto della trasmissione “Chi l’ha visto?”,ma ci sembrava eccessivo, quindi abbia-mo optato per un articolo su Azimut.Ebbene il 18 febbraio, con grosso ramma-rico, abbiamo dovuto annullare, per man-canza di iscrizioni, (19 capi iscritti su 400capi censiti nel 2008) la route per capiR/S (28 Febbraio – 1 Marzo) che avrebbeaffrontato un argomento, deciso con lacollaborazione degli IABZ, a nostro avvisoimportantissimo e cioè “La relazione capo- ragazzo”. A questo punto alcune consi-derazioni sono d’obbligo, avendo premes-so che il tema metodologico era stato

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È triste avere uno zaino pronto, un percorso deciso, delle attivitàpreparate e poi dover mettere il tutto in soffitta perché non c’èinteresse da parte dei capi, perché non pensiamo che anche se siamoesperti di metodo possiamo essere una risorsa per gli altri, perché nonc’è voglia di giocarsi, perché si sta meglio a casa.

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sulla strada che ci si stupi-sce costantemente dellebellezze del creato ( e unastrada statale non è il crea-to!), la strada è il luogodove sperimentare la condi-visione (anche e non solodella borraccia), la solidarie-tà, l’attenzione “agli ultimi”,la frustrazione di sbagliare,di perdersi, la gioia di ritro-vare la giusta direzione.La strada non si inventa, siprogetta, si sceglie e siverifica, questo non vuoldire eliminare tutti i fattoridi rischio e avere un pron-tuario dettagliato di tuttele soluzioni, ma rendere iragazzi protagonisti compe-tenti nell’uso di tutti queglistrumenti necessari per

vivere i luoghi.La scelta dell’equipaggia-mento essenziale ma utile,la cartina (che ovviamentetutti sanno leggere!) e labussola (che tutti sannoutilizzare), la conoscenzadel territorio e dei luoghid’importanza storica e cul-turale (ma anche i prodottitipici da cucinare al postodelle famigerate bustineliofilizzate!), l’incontro e latestimonianza di personeche ci fanno approfondirela conoscenza e la rilevan-za dei luoghi che attraver-siamo, la voglia di esserelì, sulla strada, e in nessunaltro posto con i nostriscarponi ben stretti e leborracce piene senza chie-

dersi quando arriveremoma capaci di stupirsi e discoprire “il bello” nelle pic-cole cose, nella fatica dellozaino che pesa e nellagioia del crescere con icompagni di strada.Cari capi, accompagnate iragazzi lungo la stradadella Partenza ed educateliall’impegno nel costruire lapropria vita con costanza efatica, educateli e orienta-teli alla verità, al bene e albello e all’annuncio delVangelo: la strada (quellafatta bene) ci permettequesto in quanto unicoluogo in cui questi elemen-ti possono concretizzarsidiventando scelte fondantidella propria vita.

29azimut::022009

strumenti28azimut::022009strumenti

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La strada non è più l’atten-zione principale nellenostre comunità R/S, ma leroute e le uscite vengonocostruite troppo spessointorno al fascino esoticodelle destinazioni: la stradaè diventato lo strumentomeramente funzionale alraggiungimento di un meta.Prima si sceglie dove arri-vare poi come arrivare.I capi, i rover e le scoltenon mostrano più attenzio-ne alla valenza educativadella strada, non conta sesia asfaltata, lunga, corta,in salita o in discesa, quel-lo che interessa è che ciporti velocemente nelluogo dove cominceremo leattività, e se si riesce adarrivare prima che facciabuio è anche meglio, così“tutto quello che dobbiamofare” si potrà realizzare pertempo e al calduccio.Facciamo strada senza inte-ressarci dell’ambiente in cui camminiamo, se

facessimo una route sulleAlpi o all’Isola d’Elba inostri ragazzi non notereb-bero la differenza, questoperché la fretta di arrivarea destinazione ha la priori-tà su tutto e non cipermette di vive-re e conoscere iluoghi e le facceche incontria-mo.I capihannoben capi-to però che illuogo educa-tivo dellabranca èla strada,infattihannouna voceche lìrichiamacostante-mente a fareattenzione che inogni uscita qualchechilometro ci sia,

c’è addirittura chi scendealla fermata prima deltreno pur di camminare unpo’, con l’illusione di averassolto al proprio compito:si è fatta vivere ai ragazzila strada!La strada non si misura inchilometri, ma sono la fati-ca e la soddisfazione nelsuperare i propri limiti enel raggiungere insieme unobiettivo i suoi ingredientiprincipali. La strada è illuogo del silenzio e delrapporto col Signore, è

Route o routard?Viaggiatori o solo vacanzieri?

di Mario Gargaglione

La strada non

si misura in

chilometri, ma

sono la fatica e

la soddisfazione

nel superare i

propri limiti e

nel raggiungere

insieme un

obiettivo i suoi

ingredienti

principali.

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spiritualità

sa, di cui una radice pro-fonda è nella valutazioneche si ha di sé: l’invidiosopensa che c’è qualcosa inlui che non sia bello-buono perché Dio si èsbagliato con lui.L’invidioso in fondo ha nelcuore una bestemmia:“Dio, il Creatore, ha fattobene tutto… tranne me!”.Questo si traduce nel per-cepire la bontà-bellezzaaltrui come una minacciaper sé: l’altro (uomo) e, inultima analisi, l’Altro (Dio),nel suo esistere èuna minaccia, per-ché svela il nonessere come si vor-rebbe. Nell’esistenzadell’altro l’invidiosoavverte una paura eun malessere che lo“obbligano” a smi-nuirla. In questaprospettiva si rivelala dimensione piùpericolosa dell’invi-dia: non è possibileaccoglierel’altro/Altro ma biso-gna eliminarlo comeun fastidioso osta-colo perché chiamal’invidioso a nonessere al centro e alprimo posto.L’altro/Altro, con lasola presenza, ciprovoca e ci chiamaalla relazione.L’invidia, invece, ci

impone di non amare.Ecco la radice della soffe-renza dell’invidioso: chiama svela all’altro la suabellezza (come ricorda J.Vanier), collabora alla suafelicità, mostra la suabontà, e soprattutto sidimentica di sé per ricor-dare l’oggetto del suoamore, l’invidioso questonon lo può fare! Persopravvivere a se stessochi è malato d’invidiadeve negare tutto ciò chepensa che lo superi, ma

così facendo si autocon-danna all’isolamento ealla solitudine.L’invidia è una malattiadello sguardo: lo sguardopatologico fa apparire pia-cevole e desiderabile ilmale e fa rifiutare il bene.È la malattia di Adamoche non accetta il limitecreaturale e mangia dal-l’albero; di Caino che rifiu-ta Abele; di Saul che rifiu-ta Davide. È la malattiadel narcisista, di chi pensadi essere al centro del

mondo, e chetutti sono lì perservirlo. L’invidiaè una forma dicecità: non vedeche il bello ècreato da unCreatore per lagioia delle creature.

spiritoL’invidia... è una brutta bestia

di p. Paolo Benanti tor

Invidia etimologicamenteviene dalla radice latinain-video che indica il guar-dare con sguardo bieco.Spesso è confusa conl’avidità o con la gelosia.L’invidia si caratterizzacome un desiderio ambi-valente: possedere ciò chegli altri possiedono o chegli altri perdano quelloche possiedono. In realtàl’invidia non riguarda ibeni: l’enfasi è sul con-fronto della propria situa-zione con quella delle per-sone invidiate e non sulvalore intrinseco dell’og-getto posseduto da talipersone.Alla base dell’invidia c’è,generalmente, la disistimae l’incapacità di vedere lecose e gli altri prescinden-do da se stessi: l’invidio-so è costretto a misuraretutto a sé. Si può quindiaffermare che l’invidioso ègeneralmente frustrato,egocentrico, capace dirapportarsi agli altri esclu-sivamente in modo com-petitivo. Tra gli atteggia-

menti tipici dell’invidiosoprimeggia il disprezzo diciò o di chi si invidia.L’invidia provoca unostato di profonda prostra-zione. Con il suo compor-tamento l’invidioso gridaal mondo: “io sto male

per colpa tua, perché tumetti in luce la mia infe-riorità! Devo assolutamen-te evidenziare le tue man-canze, i tuoi difetti, facen-doti sentire ridicolo: faròin modo che anche tu sof-fra come me!”. Quasi nes-suno ammette di essereinvidioso e pochissimepersone ne parlano aper-tamente, perché svelarequesto sentimento è comerivelare al mondo la partepiù meschina e vulnerabiledi sé stessi.È importante sottolineareche l’invidia ha a che farecon lo sguardo: la finestrache congiunge il nostro“mondo di dentro” con il“mondo di fuori”, la “viadella bellezza”. L’invidia èintimamente legata almodo di conoscere e desi-derare la bellezza, labontà e il buono.L’invidioso percepisce ilbello non come una cosaapprezzabile ma comenegazione della propriabellezza-bontà. Qui c’ètutto il dramma dell’invi-dioso: non può goderedella bellezza! Emerge unadinamica molto comples-

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La malattia del nostro sguardo, l’incapacità di veder il bello

Dalle Scritture:Sir 14,8-10; Lv 19,14-18Qo 4,4; Pr 23,17s; Sap2,24; Mt 20,15; 1Tm6,4; Gal 5,26; 1Sam18,6-16; Mc 10,35-45;Lc 15,28; 1Cor 3,2-23;1Gv 3,12; Sap 6,23; Mc7,22; 1Cor 13,4; Ez31,9; Gc 4,2; Sal 37,1;73,3; Pr 3,31; 14,30;24,1; Sir 9,11

Dalla letteratura:Esopo, La volpe e l’uvaF. M. Dostoevsky, Il prin-cipeJ. Venier, Abbracciamo lanostra umanità

CanzoniDe André, Il giudiceDe André, BoccadirosaCaparezza, Io diventeròqualcunoGaber, L’odore

Per sopravvivere

a se stesso chi è

malato d’invidia

deve negare tutto

ciò che pensa

che lo superi, ma

così facendo si

autocondanna

all’isolamento e

alla solitudine.

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UN’ATTIVITÀ ESTIVA A...

PROKLESIS - Sfidanella Magna GreciaAttività in stile challenge per tutte lecomunità R/S d’ItaliaPrimo premio: 1.000 euroLuogo: Locri (Rc)Data: 22-23 Agosto 2009info e iscrizioni:www.agescilocri1.ittel 389/4243152

LEGGERE...

Viaggio ai confinidell’occidentedi Maurizio Crema120 pag. Ediciclo editore12,00 euro

GUARDARE...

Vuoti a rendereun film di Jan Sverakdrammatico-comme-dia, durata 103 min. –Gran Bretagna,Repubblica Ceca 2007La storia di Josef, unprofessore di lettera-tura che abbandonala carriera scolasticaquando si accorge dinon capire più i suoistudenti. Una rivolu-zione vitale a cui l’exdocente rispondesenza gettare mai laspugna.

FORMAZIONE...

Immagini d’avventuraStage di fotografia aLodi, coloniaCaccialanza,9 e 10 maggio 2009

Secondaedizione dello stagetecnico (per capiAgesci) sulla fotogra-fia scout. Come ognistage che si rispettiavrà una parte teori-ca ma anche unaparte pratica. È pen-sato sia per redattoridi riviste scout o perchi ha già fatto altristage di fotografia,sia per chi non hamai approfondito lasua competenza inquesto settore. Acondurvi per i sentie-ri “illuminati” dellafotografia ci sarannoUgo De Berti eMatteo Bergamini.

UN LAVORO

Si cercano animatoriche sappiano proporre

attività e giochi comu-nicando solo in ingle-se, cambusieri, infer-mieri ed altro perso-nale per i servizigenerali. Il tutto all’in-terno del campeggio“il Mastio” che propo-ne vacanze per ragaz-zi (8-14 anni) eSummer Camp constudio della linguainglese in collabora-zione con il BritishInstitutes. I turni sonodi due settimane dal14 giugno all´8 ago-sto. Il compenso è di550 euro netti aturno. Le domandeentro il 30 aprile2009: curriculum confoto da spedire a “Il mastio, viaFerrano 3, 50060Pelago (FI)”. Tel 338-8638372

azimut 02 2009

La chiave del successo nella formazione scout risiedenello sviluppo e nell’applicazione pratica della vostrafantasia. Senza di essa le vostre attività saranno comeossa spolpate. Ai ragazzi la fantasia e l’entusiasmo che

la segue non mancano certo: agite in modo da esserneall’altezza, ed avrete successo. Ma via via che i ragazzi crescono

e divengono uomini, la loro fantasia, come il loro spirito di osservazione,sembra quasi appiattirsi, schiacciata dal materialismo e dalla prosaicarealtà di ogni giorno. L’uomo adulto che voglia ottenere il massimo dairagazzi deve tornare all’atmosfera della fanciullezza. In ciò che per lui èsemplice frutteto dovrà invece vedere una foresta popolata da RobinHood coi suoi Allegri Compagni. In ciò che gli sembra un comune portic-ciolo egli deve riconoscere i mari della Spagna con i loro pirati e corsari.Persino il parco municipale può divenire una prateria popolata di bufali edi Indiani, e il quartiere povero trasformarsi in una gola di montagna abi-tata da banditi e da orsi. Una volta che si sia compreso questo punto,quale futile spreco deve apparire la facile abitudine all’addestramentomilitare, cui l’uomo comune è portato a far ricorso nell’illusione di faredei suoi ragazzi degli uomini!

(B.-P., Yarns for Boys Scouts, 1909)

associazione guide e scout cattolici italiani