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91 TopSalute PSICOINFANZIA di Laura Siri Il bullismo ovvero il mobbing in età evolutiva IL BULLISMO È UN FENOMENO SOCIALE CHE INTERESSA LETÀ EVOLUTIVA CAUSANDO CONSEGUENZE PSICOLOGICHE GRAVI SIA NELLA VITTIMA CHE NEL BULLO. CONOSCERLO E PREVENIRLO SIA A LIVELLO FAMIGLIARE CHE SCOLASTICO CONSENTE DI LIMITARNE LE CONSEGUENZE NEGATIVE A LUNGO TERMINE Cos’è il bullismo? Il termine bullismo deriva dall’inglese (to bully ovvero tiranneggiare) e de- scrive un insieme di comportamenti prepotenti ed aggressivi messi in atto in modo continuativo da parte di bam- bini e ragazzi contro loro coetanei. Il bullismo può essere dunque definito come una forma infantile del mobbing lavorativo. Si riconoscono quali pro- tagonisti principali il bullo, la vittima e gli spettatori che in un certo qual modo rafforzano e legittimano le pre- potenze messe in atto dal bullo. Confrontando l’Italia con altri Paesi europei, con gli USA e il Giappone si riscontra una frequenza più elevata di tale fenomeno con percentuali che raggiungono il 38% nelle scuole pri- marie e il 22% in quelle secondarie. Come si manifesta? Le aggressioni perpetuate dal bullo possono essere: fisiche (percosse e danni ad effetti personali) o verbali sia dirette che indirette (minacce, ca- lunnie e prese in giro). Nei maschi prevalgono le aggressioni

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psicoinfanzia di Laura Siri

Il bullismo

ovvero il mobbing

in età evolutivaIl bullIsmo è un fenomeno socIale che Interessa l’età evolutIva causando conseguenze psIcologIche gravI sIa nella vIttIma che nel bullo. conoscerlo e prevenIrlo sIa a lIvello famIglIare che scolastIco consente dI lImItarne le conseguenze negatIve a lungo termIne

Cos’è il bullismo?Il termine bullismo deriva dall’inglese (to bully ovvero tiranneggiare) e de-scrive un insieme di comportamenti prepotenti ed aggressivi messi in atto in modo continuativo da parte di bam-bini e ragazzi contro loro coetanei. Il bullismo può essere dunque definito come una forma infantile del mobbing lavorativo. Si riconoscono quali pro-tagonisti principali il bullo, la vittima e gli spettatori che in un certo qual modo rafforzano e legittimano le pre-potenze messe in atto dal bullo.

Confrontando l’Italia con altri Paesi europei, con gli USA e il Giappone si riscontra una frequenza più elevata di tale fenomeno con percentuali che raggiungono il 38% nelle scuole pri-marie e il 22% in quelle secondarie.

Come si manifesta?Le aggressioni perpetuate dal bullo possono essere: fisiche (percosse e danni ad effetti personali) o verbali sia dirette che indirette (minacce, ca-lunnie e prese in giro). Nei maschi prevalgono le aggressioni

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fisiche mentre tra le femmine le vio-lenze verbali per lo più indirette. Il bullo cosiddetto attivo è un bam-bino/ragazzo impulsivo e caratte-rialmente aggressivo che utilizza la violenza come strumento per raggiun-gere i propri obiettivi senza rendersi conto di arrecare sofferenza agli altri pari; diversamente il cosiddetto bul-lo “osservatore”, essendo caratterial-mente insicuro ed ansioso, non mette in atto direttamente comportamenti violenti ma li sostiene e li spalleggia legittimandoli.Una forma moderna di bullismo è il Cyber-Bullying in cui il bullo diffama o calunnia la vittima tramite sms o so-cial network. Esiste poi anche il cosiddetto bulli-smo razzista in cui la vittima viene offesa o aggredita per cause razziali, religiose e/o culturali.

Quali sono le cause?Si tratta di un fenomeno che dipende da diversi fattori tra cui l’età, il sesso, il contesto socio-culturale e familiare.

Il bullismo prevale per frequenza nel-la scuola primaria in quanto con l’età da un lato il bullo ha maggiori possi-bilità con il tempo di sviluppare capa-cità emotivo-empatiche e la vittima di imparare a reagire.Il bullismo è più frequente tra i ma-schi anche se appaiono in aumento gli episodi di bullismo femminile.Un’educazione troppo permissiva o al contrario eccessivamente rigi-da ed autoritaria sembra essere una concausa della messa in atto di com-portamenti aggressivi e prevaricatori da parte dei figli; per quanto riguarda la vittima una condotta educativa ec-cessivamente protettiva o al contra-rio svalutante da parte dei genitori sembra favorire lo sviluppo di una personalità “debole” caratterizzata da insicurezza nelle proprie capacità e scarsa autostima.La classe sociale di per sé non sem-bra influenzare direttamente la fre-quenza del fenomeno mentre vivere in un quartiere “malavitoso” a con-tatto quotidiano con la violenza e la

sopraffazione costituisce un fattore di rischio importante nel determinare il bullismo.Allo stesso modo i messaggi derivanti dai mezzi di comunicazione di massa che spesso autorizzano la competi-zione e la prevaricazione quando non addirittura la violenza vera e propria, sono sicuramente un fattore di rischio nella determinazione di questo feno-meno.

Come intervenire?Il bullo rischia crescendo di anda-re incontro ad un’amplificazione dei comportamenti violenti (abuso di so-stanze, vandalismo e atti di microcri-minalità) che si possono strutturare in un vero è proprio disturbo antiso-ciale di personalità o disturbo della condotta. La vittima invece rischia di andare incontro a disturbi d’ansia e depressione con conseguenti insuc-cessi nella vita scolastica/lavorativa e personale. Dunque è necessario da parte dei ge-nitori e degli insegnanti riconoscere

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precocemente comportamenti a ri-schio in modo da sradicarli prima che sfocino nel vero e proprio bullismo.A livello famigliare è opportuno evi-tare sia le condotte educative rigide, autoritarie e punitive sia quelle ec-cessivamente permissive o iperpro-tettive; è necessario poi da parte dei genitori bandire programmi televisivi e video-giochi con contenuti violenti o che propongano modelli di compor-tamento inadeguati. A livello scolastico è necessario at-

tuare una prevenzione del fenomeno portandone a conoscenza bambini/ragazzi e discutendone apertamente. Allo stesso modo nel momento in cui si verificano episodi di bullismo, compito dell’insegnante è agire tramite sanzioni disci-plinari (note e sospensioni) ed informare imme-diatamente i geni-

tori in modo che possa essere attuato un corretto counselling psicologico al bullo, alla vittima e alla loro famiglia.

Quando rivolgersi al neuropsichiatria infantile?

• Quando il proprio figlio ha atteggiamenti prepotenti ed aggressivi nei confronti degli altri coetanei

• Quando il proprio figlio attua condotte aggressive nei confronti di persone, animali ed oggetti senza curarsi delle conseguenze

• Quando il proprio figlio esprime paura e ansia nell’andare a scuola o trova scusanti per restare a casa

• Quando il proprio figlio è ripetutamente oggetto di condotte aggressive verbali o fisiche di fronte alle quali rimane impotente e non reagisce

• Quando il proprio figlio è coinvolto in episodi di bullismo sia come bullo che come vittima