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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano Anno 8, Numero 1 - Ottobre 2008 INTERVISTA DOPPIA Benvenuto, don Simone! L’AMORE VINCE! La vita scorre veloce. Troppo veloce. Ogni istante va assaporato e vissuto. La vita è un percorso, un cammino. “Camminando si apprende la vita, camminando si conoscono le persone, camminando si sanano le ferite del giorno prima. Cammina, guardando una stella, ascoltando una voce, seguendo le orme di altri passi. Cammina, cercando la vita, curando le ferite lasciate dai dolori”. La vita è un processo in continuo divenire, la cosa più pericolosa e sciocca da fare è rimanere immobili. Si cammina, si inciampa, ci si rialza. Ci si ferma e poi si continua. Tra gioie e difficoltà si cresce, pian piano. La vita è come un’onda, che non si ferma fino a infrangersi sulla riva. La vita è come un frutto, che dopo la semina progressivamente cresce e matura. Così è la nostra vita. Andrea Cafiero (continua a p. 14) Domenica 5 Ottobre è stato un grande giorno per noi adolescenti e per tutta la nostra comunità. Abbiamo, in- fatti, ricevuto il mandato educativo e, nello stesso giorno, abbia- mo invitato don Simone e suor Cristina a salire sul nostro tandem e a partecipa- re tutti insieme alla festa dell’oratorio dando a loro il benvenuto. Noi adole- scenti abbiamo organizzato molti gio- chi, ai quali hanno partecipato tutti i bambini, mentre gli adulti hanno alle- stito “il torneo degli asinelli”, grazie al quale abbiamo pianto dalle risate!!! Oltre ai giochi e al divertimento c’è sta- to anche un momento di preghiera mol- DON SIMONE e SUOR CRISTINA si presentano! (pagg. 8-9) ORATORIO ESTIVO ...CHE PASSIONE! F. Citroni Bontempo a pag. 4 SETTIMANA DI SETTEMBRE Francesca Buffone a pag. 6 VACANZE A CLAVIERE IN UN IMMENSO PRATO VERDE Camilla Caroni a pag. 5 CLAVIERE ELEMENTARI M. Fabrizi e C. Modenese a pag. 5 LUNGHE CAMMINATE IN MONTAGNA Davide Panzani a pag. 5 L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI Giorgio Conte a pag. 6 to intenso, con cui don Simone ha dato il “VIA” a tutte le attività del- l’oratorio. È stata una giornata molto diverten- te e, sotto certi aspetti, abbastanza faticosa, ma fondamentale per la sto- ria del nostro fantastico oratorio. Silvia ed Elena Senzani LABORATORI V. Badalamenti F. Busacca A. Lambicchi a pag 4

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IN UN IMMENSO PRATO VERDE Camilla Caroni a pag. 5 CLAVIERE ELEMENTARI M. Fabrizi e C. Modenese a pag. 5 LUNGHE CAMMINATE IN MONTAGNA Davide Panzani a pag. 5 L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI Giorgio Conte a pag. 6 Ecco gli orari: Bambini: Mercoledì 17.00 - 18.30; Ragazzi: Giovedì 17.00 - 18.30; Giovani: Lunedì 20.00 - 23.00; Adulti: Mercoledì 20.30 - 22.30. Informazioni potete trovarle presso la Scuola di Danza del Teatro Oscar, dal lune- dì al venerdì dalle 16 alle 19:30

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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano Anno 8, Numero 1 - Ottobre 2008

INTERVISTA DOPPIA

Benvenuto, don Simone!L’AMORE VINCE!

La vita scorre veloce. Troppo veloce. Ogni istante va assaporato e vissuto. La vita èun percorso, un cammino. “Camminando si apprende la vita, camminando siconoscono le persone, camminando si sanano le ferite del giorno prima. Cammina,guardando una stella, ascoltando una voce, seguendo le orme di altri passi.Cammina, cercando la vita, curando le ferite lasciate dai dolori”. La vita è un

processo in continuo divenire, la cosa piùpericolosa e sciocca da fare è rimanere immobili.Si cammina, si inciampa, ci si rialza. Ci si ferma epoi si continua. Tra gioie e difficoltà si cresce,pian piano. La vita è come un’onda, che non siferma fino a infrangersi sulla riva. La vita è comeun frutto, che dopo la semina progressivamentecresce e matura. Così è la nostra vita.

Andrea Cafiero (continua a p. 14)

Domenica 5 Ottobre è stato un grandegiorno per noi adolescenti e per tutta lanostra comunità.

Abbiamo, in-fatti, ricevutoil mandatoeducativo e,nello stessogiorno, abbia-mo invitatodon Simone esuor Cristina a

salire sul nostro tandem e a partecipa-re tutti insieme alla festa dell’oratoriodando a loro il benvenuto. Noi adole-scenti abbiamo organizzato molti gio-chi, ai quali hanno partecipato tutti ibambini, mentre gli adulti hanno alle-stito “il torneo degli asinelli”, grazie alquale abbiamo pianto dalle risate!!!

Oltre ai giochi e al divertimento c’è sta-to anche un momento di preghiera mol-

DON SIMONE eSUOR CRISTINAsi presentano!

(pagg. 8-9)

ORATORIO ESTIVO...CHE PASSIONE!F. Citroni Bontempo a pag. 4SETTIMANA DI SETTEMBREFrancesca Buffone a pag. 6

VACANZE A CLAVIEREIN UN IMMENSO PRATO VERDECamilla Caroni a pag. 5CLAVIERE ELEMENTARIM. Fabrizi e C. Modenese a pag. 5LUNGHE CAMMINATE IN MONTAGNADavide Panzani a pag. 5L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHIGiorgio Conte a pag. 6

to intenso, con cui don Simone hadato il “VIA” a tutte le attività del-l’oratorio.

È stata una giornata molto diverten-te e, sotto certi aspetti, abbastanzafaticosa, ma fondamentale per la sto-ria del nostro fantastico oratorio.

Silvia ed Elena Senzani

LABORATORIV. BadalamentiF. BusaccaA. Lambicchi a pag 4

TUTTI ALL’OSCAR

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UN SALUTO DALLA SICILIACarissimi amici di san Pio V e lettori de L’Ora-foglio, vi raggiungo con questa lettera per sa-lutarvi e rendermi ancora presente tra voi,nonostante i 1300 Km che ci separano. Da pocopiù di un mese, mi trovo a Brolo, in provinciadi Messina, un paese di circa 5800 abitanti chesi estende dalla costa verso la montagna.Guardandomi intorno, dal terrazzo di casanostra, dalla spiaggia – che posso raggiungerein 6-7 minuti – da qualunque posto, non possoche ringraziare il Signore per le meraviglie chemi circondano. Il calore del sole penetra nel-la pelle, i profumi che talvolta si sentono nel-l’aria, continuano a sorprendermi, la naturain genere mi porta a stupirmi per la sua bel-lezza e la sua semplicità e intensità. Brolo si-gnifica “giardino fiorito” e prende il nomeproprio dal fatto che è un terreno fertile,molto verde rispetto al resto della costa cheporta sia verso Palermo, sia verso Messina, chesi presenta più secca e rocciosa. Arrivare daMilano in un posto come questo non si puòche restare a bocca aperta: ma del resto, chis-sà quanti di voi conoscendo la zona o essendostati qui in vacanza sanno di cosa sto parlan-do! In queste prime settimane ho potuto co-noscere tante persone: che confusione dinomi, di parentele… Ma, oltre ad avermi ac-colto con molto affetto fin dalla sera in cuisono arrivata, stanno dimostrando molta pa-zienza con me. C’è uno strano calore nellagente che sembra quasi incredibile: questo miè stato di grande aiuto, specie i primi giorni,quando, nonostante la nostalgia di ciò cheavevo lasciato, mi han fatto sentire subito acasa. Arrivando qui, ho avuto come la sensa-zione che tutti (o quasi) facessero parte dellastessa famiglia. La comunità delle suore e la

casa che ho trovato a Brolo è molto ridimen-sionata rispetto a quella di via Ennio: qui sia-mo solo tre suore e non c’è la scuola mater-na. La nostra opera è orientata prevalente-mente nella conduzione dell’oratorio (circoloANSPI) e quindi alle attività legate ai bambinie giovani che lo frequentano, in collaborazio-ne con la parrocchia e cercando di allargare

lo sguardo alla vita del paese, in generale. Lacatechesi, le attività ricreative, l’animazio-ne liturgica, il doposcuola sono gli ambiti dovesiamo maggiormente impegnate. Cerchiamodi portare alla gente la Buona Notizia di Gesù,a partire dal contesto in cui ci troviamo. Adire il vero, questo per me è ancora faticoso.Una difficoltà che sto incontrando è propriola diversa mentalità che ho trovato: non è némigliore, né peggiore di quella di Milano, maa volte mi trovo a non capire, non condivide-re, solo perché c’è un modo di pensare e va-lutare le cose che non capisco ancora fino infondo. Non so se mi spiego: alcune cose che ame sembrano scontate, qui sono delle novità;altre volte sono io a non capire ciò che perloro è assolutamente palese. Sono certa chesolo il tempo mi permetterà di entrare in que-sto ordine di idee e di modi di fare che ora mi

fanno sentire un po’ a disagio. Forse è unaforzatura ma di fronte a questa fatica mi vie-ne in mente che anche Gesù, prima di iniziarela sua “vita pubblica” ha aspettato trent’an-ni. Spero di non metterci così tanto! Durantela prima adorazione eucaristica, ho lasciatoscorrere tutti i vostri volti e, oltre ad affidar-vi al Signore, l’ho ringraziato del bene che miavete voluto, del tratto di strada che abbia-mo percorso insieme, di tutte le cose che hoimparato in questi dieci anni di vita a san Pio.Come già dicevo, la nostalgia di Milano si fasentire, ma il Signore mi sta dando la graziadi iniziare la giornata con il sorriso sulle lab-bra, con la certezza che qui, come è stato aMilano, ciò che conta è amare chi si incontra,mostrando l’Amore con la A maiuscola. Nonc’è altra spiegazione di fronte alla fatica deldistacco da tutti voi che mi avete voluto tan-to bene. E non penso solo al computer porta-tile con il quale sto scrivendo, alla biciclettache, con sorpresa, ho trovato in camera mia,a tutti quegli sms o mail che continuano adarrivarmi: ho percepito il vostro affetto nellaquotidianità, nella vostra paziente accoglienzae soprattutto nella stima che mi avete dimo-strato e che è stata – ne sono certa – il segre-to della mia crescita: se sono quel che sono lodevo anche a voi. E’ dunque l’augurio che fac-cio a ciascuno di voi: continuate a volervibene, come avete voluto bene a me, nel nomedel Maestro, “gareggiando nello stimarvi a vi-cenda”, come dice san Paolo (Romani, 12, 10).Continuo a portarvi nel cuore, vi ricordo conaffetto e riconoscenza. Vi affido al Signore!Il mio affetto e il mio abbraccio raggiunganociascuno di voi.

suor Katia

Dopo la pausa estiva riapre la Scuola diDanza con grandi novità tutte da scoprire.Inizia quest’anno una nuova fase del Tea-tro Oscar: accanto all’affermata Scuola diDanza nasce la Scuola di Teatro, soprattut-to in risposta all’esigenza maturata negliultimi anni di usare l’arte performativacome mezzo educativo. Il laboratorio tea-trale, infatti, nasce con l’intento di scopri-re le potenzialità espressive dei ragazzi, disvilupparne le capacità di immaginare ecreare con il corpo e con la voce, di poten-ziare la forza di relazionarsi. Il teatro, chealtro non è se non un gioco, facilita il pro-cesso creativo dei bambini e dei ragazzi cheattraverso tale attività possono sviluppareuna buona fiducia in se stessi, imparare adagire e creare liberamente, elaborandouna propria visione del mondo e dell’am-biente circostante. Non è necessario un

corso di teatro per insegnare ad un bam-bino come “giocare” o come “far teatro”. Ibambini lo fanno spontaneamente tutti igiorni. Ciò che invece un corso di teatropuò fare è veicolare questa capacità, svi-lupparla ed ampliarla, canalizzarla ove ne-cessario e condividerla con gli altri... Unaparticolare attenzione viene data alla fa-scia d’età che va dai 14 ai 16 anni. A parti-re dal lavoro specifico intorno ai principiessenziali che regolano l’arte dell’attore, silavorerà per esplorare e stimolare la crea-tività individuale e accrescere la sensibili-tà artistica dei ragazzi, con una particolareattenzione al lavoro di gruppo e alla dimen-sione collettiva propria del teatro.Tale dimensione è particolarmente senti-ta come esigenza nell’età dell’adolescen-za, fase in cui l’inserimento dell’attivitàteatrale non solo arricchisce il bagaglio

Daniela MonicoDirettrice della Scuola di Teatro

culturale attraverso lo studio pratico ditesti classici ma libera lo sviluppo di capa-cità espressive censurate e favorisce so-prattutto il contatto e la condivisione coni compagni di un’esperienza finalizzata aduna realizzazione comune. In generale, lascuola non propone la formazione di pic-coli attori o la scoperta di enfants-prodi-ges. Al contrario, l’attività teatrale è vissu-ta come un’occasione per comunicare eper aprirsi, un pretesto per esprimersi, perconoscere meglio se stessi e gli altri, perimparare a rispettare regole e per condivi-dere finalità con un gruppo di coetanei.

Laboratorio teatrale per tutte le età

Ecco gli orari:Bambini: Mercoledì 17.00 - 18.30;Ragazzi: Giovedì 17.00 - 18.30;Giovani: Lunedì 20.00 - 23.00;Adulti: Mercoledì 20.30 - 22.30.

Informazioni potete trovarle presso laScuola di Danza del Teatro Oscar, dal lune-dì al venerdì dalle 16 alle 19:30

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Nuovi “operai” nella vigna del SignoreIn questi giorni, vedendo i bimbi, i ragazzi, gli adolescenti e tanti genitori riempire festosamente l’oratorio provo,nel cuore una gioia profonda.Una gioia profonda anche perché vedo in mezzo a loro, sorridenti e affabili, don Simone e suor Cristina; questo miconferma la grandezza dell’amore del Signore che non lascia mai mancare chi “spezza il pane” per nutrire i suoifigli. Quel pane spezzato è il Vangelo, è l’amicizia, è la fraternità che attraverso quel prete e quella suora chegiocano, parlano, sorridono, costituiscono lo spirito e lo stile del nostro meraviglioso oratorio. E’ consolante vede-re con quanta generosità don Simone e suor Cristina donano il loro tempo e il loro cuore per conoscere personee luoghi dove sono chiamati a testimoniare il Vangelo e ad educare all’amore del Signore e dei fratelli.Rinnoviamo il nostro benvenuto cordialissimo a don Simone e a suor Cristina sicuri divedere in loro gli “operai” che il Signore ha inviato per coltivare la sua vigna, non perprenderne possesso ma per servirla.Mi pare bello, come già fatto nel numero di giugno per don Stefano, riproporre quan-to è stato annunciato nella sessione del Consiglio Pastorale del 23 settembre scorsoin merito alla venuta di don Simone e delle nuove Suore Figlie dell’Oratorio:“Domenica 21 settembre moltissime persone hanno partecipato alla s. Messa e poi ai mo-menti pieni di riconoscenza ma di commozione con cui la nostra comunità ha salutato donStefano, dal 1° settembre vicario parrocchiale presso la Parrocchia dei Santi Cosma e Damia-no di Concorezzo, ancora gli inviamo il nostro saluto.Questa sera iniziamo la Sessione del Consiglio Pastorale salutando l’arrivo tra noi di alcunepersone consacrate che consideriamo doni del Signore per il servizio alla nostra comunità. Sitratta di don Simone Garavaglia che sarà il nuovo Vicario parrocchiale per la gioventù, al quale assicuriamo lanostra cordiale e affettuosa collaborazione in attesa dell’inizio festoso del suo ministero in san Pio V che sarà dome-nica 5 ottobre, festa patronale e dell’oratorio.Salutiamo la nuova Superiora suor Gianpiera Arturi, già da qualche anno in san Pio V come Direttrice della ScuolaMaterna e che ringraziamo per aver accolto la nuova responsabilità; salutiamo suor Rosetta Pernigo, suor ElisaOrsetti, che torna in san Pio V dopo 15 anni, salutiamo anche suor Cristina Maietti inviata dalla Madre Generale inparticolare per collaborare con don Simone nella pastorale giovanile e che è presente a questa sessione.Non posso dimenticare di informarVi che da fine luglio è ospite nella nostra Parrocchia un prete novello del Brasilevenuto a Milano per studio: don William De Moura; doveva fermarsi qui da noi per circa due anni, ma la mancanzadi sacerdoti ha costretto il Vescovo a destinarlo presso la Parrocchia di S. Martino in Greco. Appena possibile rag-giungerà la nuova destinazione, nel frattempo la sua presenza è preziosa in particolare per il Sacramento dellaRiconciliazione”.

don Giorgio

Uno spazio per giocare insiemeGruppo Zero-Six

Domenica 12 ottobre la saletta Ze-roSix è stata inaugurata con unagrande festa! Grazie all’associazio-

ne AGPD (Associazione di Genitorie Persone con Sindrome di Down)abbiamo potuto arredare lo spaziocon mobili a misura di bambino e

tanti bei giochi, pensati proprio peri più piccoli dell’oratorio. Anche ilbuffet e l’animazione per i bambini

sono stati un donodell’AGPD che, in col-laborazione con ilgruppo ZeroSix orga-nizza ogni Lunedì mat-tina la “Ludoteca, gio-ca con noi”. È uno spa-zio in cui mamme ebambini con Sindrome

di Down e bambini normodatatipotranno giocare insieme con lapresenza della dottoressa Jan, psi-comotricista. Per partecipare è ob-

I genitori dei bambinida 0 a 6 anni

bligatorio iscriversi sul foglio affis-so nella saletta. I Lunedì della Lu-doteca partiranno il 20 ottobre. Lasaletta è aperta tutti i pomeriggiper i bambini (da 0 a 6 anni) che lodesiderano e per le mamme che vo-gliono giocare con loro. È proprioalle mamme (o nonne, o baby sit-ter) che chiediamo la massima col-laborazione perché la saletta restibella e in ordine come l’hanno tro-vata: è un bel dono e sarebbe belloche durasse per molto tempo!

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Stage di danza

Tre giornidanzando

Valeria BadalamentiFrancesca BusaccaAlessia Lambicchi

Quest’anno siamo andate a Spiazzi diGromo, non per giocare, ma per balla-re. Infatti molte ragazze della scuola didanza del “Nuovo Teatro Oscar” han-no passato tre giorni all’insegna delladanza. Dopo la colazione iniziavamo lalezione di danza classica o moderna poi

avevamo la lezione di pedagogia o dieducazione alimentare o di trucco epettinatura e così anche nel pomerig-gio. In questo modo abbiamo avutouna formazione completa, poiché dan-za non significa solo ballare, ma avereun certo stile nelfarlo e nel prepa-rarsi. Poi unasera abbiamo vi-sto il film “Re Le-one” (visto cheera il tema dello stage). L’ultima sera èstata molto divertente perchè doveva-mo superare delle prove e dei giochi.L’ultimo giorno abbiamo svolto unospettacolino che riproduceva la storiadel “Re Leone”.Questa esperienza è stata molto diver-tente perchè mi ha fatto conoscerenuove persone e mi ha dato modo diballare anche in estate in un contestoparticolare e molto stimolante.

Giulia D’Ecclesiis

E’ con un pizzico di malinconia che ri-cordo il primo giorno dell’oratorio esti-vo di quest’anno. Pioveva, faceva fred-do, ma eravamo tutti felici, perché la

scuola era finita, innanzitutto, e poiperché, dopo tanti anni tra Spiazzi eS. Silvestro, eravamo finalmente nelnostro nuovo oratorio!!!C’era lo spazio per i cuccioli, per ibaby, per i raga e quel campo verdeteatro di tanti giochi! Il 9 giugno sonoiniziate le tre settimane di piacere espasso che i nostri educatori ci hannoproposto. Noi ragazzi eravamo moltocontenti di giocare con i nostri amicie di non fare i compiti. Si sono createnuove amicizie, consolidate quellevecchie, tutto al ritmo di “Passi inpiazza”. Alle otto e mezza iniziavanoi balli mattutini, seguiti delle preghie-re… Poi venivamo divisi a squadre e

iniziavamo a giocare.Alle dodici e mezzo ci ritrovavamo inpiazzetta per mangiare.Seguiva il gioco libero e alle tre e i

laboratori; alcuni di que-sti molto speciali comel’incontro con i Carabinie-ri o la visita in fabbrica.Devo però ammettere cheper me il più bel labora-torio è stato senza alcundubbio quello di cucina:tirami su, tagliatelle, dol-

cetti… grazie Alessio!!! Ricordo anchele due gite a Spiazzi e quella in pisci-na. C’è stata anche la famosa giorna-ta dei giochi d’acqua, quella non mela scorderò per il resto della mia vita…e non perché mi sono divertito tanto!Il tutto è stato concluso da una splen-dida festa in onore della nostra SisterK. E’ stata bellissima, piena di giochie battute simpatiche. Ah già, ma chiha vinto quest’anno? La squadra degliarancioni, come sempre… e poi, e poihanno vinto i gialli!!! Malgrado brac-cia rotte e quant’altro devo riconosce-re che questo oratorio estivo è statoproprio molto bello…

... che passione!Oratorio estivo

Federico Citroni Bontempo

I nostri LabOratoriDurante l’oratorio estivo, noi ragasiamo stati divisi in gruppi per par-tecipare ad attività particolari. L’as-sociazione Luisa Berardi ci ha per-messo di approfondire le nostre co-noscenze riguardo il progetto circaalcune persone con problemi o biso-gnose di aiuto. Gli obiettivi principalidi questo progetto sono quelli di isti-tuire spazi di sostegno all’esecuzio-ne dei compiti, secondo una tradizio-nale forma di doposcuola; promuo-vere la condivisione coi ragazzi dimomenti di riflessione e conoscen-za delle loro modalità d’apprendi-

mento, degli stili personali, della pre-senza o meno di strategie con cui cia-

scuno or-ganizza lap r o p r i avita di stu-dio e fa

fronte alle difficoltà scolastiche. Par-te integrante degli obiettivi del pro-getto è l’offrire un ambiente “acco-gliente”, dove i ragazzi possano spe-rimentare se stessi in vista di una mi-gliore conoscenza e gestio-ne di sé e possano trovarespazi dove condividere leproprie problematiche. Se-condo noi questa associa-zione è molto significativa,per questo siamo moltograte per aver potuto par-tecipare all’incontro con ivolontari dell’associazione.

Claviere medie: il punto di unragazzo

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Quest’anno il tema della vacanza aClaviere è Stato “Il diavolo vestePrada” (tratto dall’omonimo film).Durante la vacanza abbiamo fattomolte gite, a volte faticose, ma nevaleva sicuramente la pena perchéla montagna è ricchissima di natu-ra. A Claviere eravamo divisi inquattro squadre che si chiamava-no: Sbrucci, Just Cavalli e Cammel-li, Armanicomio, Dolce e Gabbia-nella. L’ultima sera ci siamo diver-titi partecipando ad una festa conscenette preparate da noi ragazzi.

Insomma, nient’altro da racconta-re. Dico soltanto che Claviere è unposto bellissimo e che vale la penavisitarlo: poi se fai una vacanza congli educatori ti diverti ancora dipiù!

Maddalena FabriziCostanza Modenese

Lunghe camminatein montagna...

In un immenso prato verdeClaviere elementari: il punto di una bambina

Le vacanze a Claviere sono molto belle edivertenti. A me piace soprattutto starein stanza con l’educatrice e le amiche adivertirci a saltare dal letto a castello aquello sotto. Si impara anche a condivi-dere la propria privacy con gli amici, e cisi possono scambiare i vestiti, cosa mol-to divertente per le femmine. Noi occu-piamo due piani, di solito al primo ci sonoi maschi e al secondo le femmine.La sera il don e la suora fanno il giro del-le stanze per vedere se dormiamo e ma-gari fanno anche degli scherzi come a me.Le gite sono faticose e si può andare perla strada o per il bosco, ma quando sipassa dalla parte fangosa bisogna fareattenzione a non affogarci dentro!!!I giochi si fanno sempre nell’immensoprato verde. Le cacce al tesoro di serasono la cosa più bella, si viaggia per lestrade al buio con le torce in cerca deglieducatori per le prove. Gli educatori sono

molto gentili e disponibili con noi e nonsi lasciano mai perdere d’animo per farcivivere una fantastica vacanza. Secondo

me è un modo per conoscere un po’ tut-ti i bambini delle elementari e per staremeglio tutti insieme. A colazione, pran-zo e cena si dice la preghiera, per me èbello dire la preghiera tutti insieme, ècome se fossimo una grande famiglia.Il cibo lo preparano i papà e le mammeed è buonissimo. Ho chiesto opinioni adalcuni che erano presenti e tutti hannoespresso un pensiero positivo.

Camilla Caroni

Una settimana per divertirsi e conoscersiQuest’anno il tema della vacanza ele-mentari a Claviere, era “Robin Hood”:le avventure si svolgevano nella fo-

resta di Sherwood e tra gite e giochinel bosco gli abitanti di Nottingamsono riusciti ad aiutare Robin e i suoicompagni a stabilire giustizia e asconfiggere i nemici.Bambini ed educatori erano divisi ingruppi: ogni squadra rappresentavauna realtà del villaggio.I bambini anche se divisi, si univano

nei giochi per raggiungere un comu-ne obbiettivo; tutti si sono calati nellapropria parte ed oltre ad essersi di-vertiti, hanno condiviso insieme emo-zioni ed esperienze. È’ stato un modoper noi educatori di conoscerci me-glio, per imparare a collaborare, adapprezzare le capacità di ognuno e,cosa più importante, ci siamo resiconto di quanto sia importante il no-stro gruppo. Di questo se ne sono ac-corti per primi i bambini e quandoqualcosa non funzionava tra di noi,loro lo percepivano subito. Uno degliaspetti positivi della vacanza è il rap-porto che si instaura tra ragazzi e edu-catori: infatti i momenti passati, adesempio, in camera o durante unagita, sono rimasti impressi nel cuoredi tutti i partecipanti. È rasserenan-

Davide Panzani

te per ogni animatore sapere che ibambini si ricordano di noi e ci vo-gliono bene. La vacanza a Claviere èanche un modo per passare un po’ ditempo lontani dal caos della città, eper ammirare e stimare la bellezzadella natura: questo a Milano è mol-to difficile!

Via Pietro Calvi 3/A MILANO ‐ Telefono 02 719039

PARRUCCHIERE - ESTETICA

Claviere elementari: il punto di due educatrici

L’ESSENZIALE E’INVISIBILE AGLI OCCHI

Francesca Buffone

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Vacanza medie: il punto diun educatore

Sicuramente è stata una delle miglio-ri vacanze che io abbia mai fatto conl’oratorio. Una settimana all’insegnadel divertimento e dello stare beneinsieme. È stata anche un’occasioneper conoscerci meglio tra noi educa-tori. Il nostro gruppo, infatti, è statocomposto all’ultimo, è stato forse raf-fazzonato, ma ha saputo produrre tan-to felicemente. L’aspetto più belloche ho notato in noi educatori è statala capacità di mettersi a disposizionel’uno dell’altro per rendere tutte leattività nuove, interessanti e diver-tenti. Ognuno ha saputo dare il suocontributo essenziale e necessario,mai superfluo. Con questi ingredientiabbiamo saputo vivere intensamenteogni minuto, ogni secondo facendo di-vertire non solo noi, ma anche tutti iragazzi al nostro seguito. Abbiamoscalato montagne, organizzato sera-te, scenette, giochi notturni semprenella semplicità dell’amicizia. È que-sto il valore più importante che ab-biamo scoperto e che abbiamo tra-smesso ai ragazzi delle medie.Anche grazie al tema scelto, inoltre,abbiamo cercato di dire che l’impor-tante non è come appari, ma comesei dentro, l’importante è agire nelbene, non apparire. Come abbiamoscritto su quello specchietto, conse-gnato ai ragazzi, “l’essenziale è invi-sibile agli occhi”. La vacanza di que-st’anno, poi, è stata anche l’ultimacon don Stefano e suor Katia. Sonostati gli ultimi giorni in cui abbiamovissuto e scherzato insieme. Siamoarrivati a Claviere che eravamo allemedie, alcuni di noi anche alle ele-mentari, fruitori dello sforzo dei no-stri educatori. Quest’anno siamo an-dati noi come educatori, organizza-tori. C’era forse un po’ di amarezzal’ultima sera, un po’ di malinconiaperché a breve le nostre strade di sa-rebbero divise, ma io credo ferma-mente che in tutti noi era presenteanche la consapevolezza di aver cre-ato qualcosa di importante e bello,destinato a non morire mai. Penso cheognuno di noi non scorderà facilmen-te questa esperienza. Per ogni gior-no, ogni istante, ogni attimo che ab-biamo vissuto… Grazie Mille….Arrivederci alla prossima vacanza.

Giorgio Conte

Oratorio estivo di settembre

IL LORO SORRISO E’ LA NOSTRA GIOIARientrando dalle vacanza, con il primogiorno del mese, è iniziato l’OratorioEstivo di settembre, dove noi di 1^ su-periore abbiamo iniziato ad essereeducatori.Per noi la mattina iniziava alle 7.30,quando vi era la Messa celebrata dalnostro nuovo prete: don Simone.In seguito iniziavamo a preparare igiochi e dopo una preghiera alcuni dinoi cominciavano a segnare la presen-ze dei ragazzi mentre altri si scatena-vano sul palco ballando le danze pro-poste dai dj. Dopo questi ci si tranquil-lizzava con la preghiera della mattinae finalmente partivano i giochi. Finitiquesti si andava a mangiare al 58 epoi, nel caldo pomeriggio iniziava iltempo libero che era “rinfrescato” daighiaccioli a dalle fresche bevande delnostro bar. Diversamente dall’oratorioestivo di giugno, non si facevano i la-boratori, ma vi era un momento perdedicarsi agli ultimi compiti delle va-canze. Infine, dopo questo noioso mo-mento che “rovinava in parte” quellagiornata, si assisteva a una scenetta

che rappresentava una tra le varie atti-vità del nostro oratorio per aiutare donSimone e suor Cristina a conoscerci

meglio: il gruppo sportivo, il coro e ilcorso di canto, la Banda Arcobaleno, ilgruppo di danza e le Novene.La giornata finiva con i balli e dopo unariunione ritornavamo a casa più mortiche vivi, ma con una gran gioia nel cuo-re che solo le risa e gli abbracci dei bam-bini sapevano donarci.Infatti, se noi ci svegliavamo presto erasolo per vedere le loro facce contente,perché il loro sorriso è la nostra gioia.

PreparazioneLessare gli spinaci, scolarli e schiac-ciarli molto bene. Metterli in unaterrina, aggiungere le due uova, unpochino di sale, il pepe, l’olio, lamanciata di formaggio e 60 g di pro-sciuto cotto tritato. Mescolarebene, prendere la teglia, metterela carta forno, o, in alternativa, un-gerla con un filo d’olio, mettere unfoglio di pasta sfoglia sul fondo del-la teglia, vuotare dentro il conte-nuto della terrina preparato prece-dentemente; tagliare a rondelle le

RICETTA DEL MESE

Cesare Tosi

Ingredienti:- 400 g di spinaci- 2 zucchine- mezzo peperone- 1 pomodoro perino- 150 g di prosciutto- 2 uova- 1 albume sbattuto- 1 manciata abbondante di formaggio gra-na o pecorino a piacere- 2 fogli di pasta sfoglia- 2 cucchiai d’olio- 1 pizzico di sale- 1 spruzzatina di pepe

zucchine sull’impasto che è venuto a formar-si. Deporre sopra l’impasto le rimanenti fettedi prosciutto. A questo punto filettare il mez-zo peperone e il pomodoro, disporlo a mo’ didisegno sopra il prosciutto, prendere l’altro fo-glio di pasta sfoglia e coprire il tutto e, con lemani, premendo sui bordi, in modo da fare unaspecie di cordone per evitare fuoriuscite e perdare un po’ di forma alla torta. Con l’albumesbattuto ungere la parte superiore della tor-ta. Mettere in forno a 180° e lasciare in cottu-ra per 20 – 30 minuti controllando costante-mente e togliere quando diventa dorata.

TORTA SALATA

Vacanza famiglie al mare, in Puglia

UNA VACANZA A OSTUNI

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Rebecca D’Ecclesiis

Un folto gruppo di famiglie e ragazzi del-l’oratorio, circa settanta persone, que-st’anno, dal 16 al 30 agosto, si è ritrova-to in Puglia, a Ostuni, per la vacanza fa-miglie. Il villaggio, chiamato “Meditur”,era enorme e all’inizio siamo rimasti unpo’ spiazzati ma, man mano che pas-savano i giorni, ognuno di noi ha presopadronanza del posto e si è ambienta-to e alla fine nessuno voleva tornare acasa. Il posto era davvero stupendo!Qualche volta, di sera dopo cena, ungruppo di persone si recava a Ostuni,non lontana dal villaggio, per visitarela città. I bungalows e le mobile-housedel campeggio erano piccolini ma con-fortevoli. Alcuni erano in muratura, al-tri in legno. Nei dintorni del villaggioc’erano tante spiagge. La più bella era“Torre Guaceto”. L’area era divisa in trezone: A, B, C. Nella zona A c’era il divieto

di balneazione e di pesca perché eraun’area protetta e una riserva naturale,nella zona B si poteva fare il bagno, manon pescare. Nella zona C, invece, si po-teva sia fare il bagno che pescare. Il no-

stro campeggio aveva un’equipe di ani-mazione, che con il passare del tempoabbiamo conosciuto. Nel villaggio, oltre

Vacanza famiglie in montagna, in Veneto

UNA VACANZA A SELVA DI CADOREAnche quest’anno abbiamo trascor-so una settimana in montagna incompagnia di alcune famiglie del-l’oratorio: Bertolesi, Cavalcanti, Cre-monesi, e noi, Covini. DestinazioneDolomiti, Selva di Cadore, a Pescul,una piccola frazione di Selva. Settegiorni fantastici con persone fanta-stiche, per divertirci e stare bene in-sieme, per camminare e vedere po-sti nuovi. Fortunatamente ce la sia-mo cavata anche con il tempo: ab-biamo trovato quasi sempre giorna-te bellissime e calde ma anche quan-do arrivava la pioggia, quella di mon-tagna, che ti riempie anche gli scar-

poni e ti bagna fino al midollo, ab-biamo apprezza-to la compagniadei nostri amici.L’ultimo giorno,sul ghiacciaiodella Marmola-da, eravamo incostume da ba-gno!!! La sera ciritrovavamo insieme nella sala comu-ne, per giocare a carte, chiacchiera-re e decidere la passeggiata per ilgiorno dopo, muniti di cartine e map-pe topografiche. Poi pic-nic sul prato(i primi giorni non appena tiravamo Lucia Covini

fuori i panini si metteva a piovere…)e passeggiata delritorno. Tra i postipiù belli ricordo ilLagazuoi con legallerie scavatedurante la guerrae le cinque torri(di cui resta solo ilnome, perché la

prima è franata l’anno scorso). Do-vunque siamo andati in quei settegiorni eravamo circondati dall’im-mensità di quelle montagne colossa-li, difficili da dimenticare. BELLISSI-MO!

al ristorante, c’era una grande piscina, icampi da tennis, un campo di calcetto,un campo di basket e di pallavolo, non-ché un anfiteatro dove la sera si teneva-no gli spettacoli, organizzati dagli anima-tori del villaggio. I miei migliori amici delgruppo erano Beatrice, Alessandro,Chiara e Matteo. E poi praticamenteogni giorno c’era un compleanno da fe-steggiare! Angelica, Federico, Lele, Ma-rio e tanti altri propri in quei giorni han-no compiuto gli anni. E quindi ogni serac’era la scusa per festeggiare e brinda-re. Questa vacanza mi è piaciuta tantoe l’anno prossimo sicuramente, insiemealla mia famiglia, ripeterò l’esperienzadella vacanza famiglie. Quale sarà la de-stinazione? Lo scopriremo, siamo già

alla ricerca! E lo scoprirete anche voi!

Il nostro giornale ha raggiunto un grande tra-guardo. L’Orafoglio cresce con noi, in conte-nuti e grafica. Ci auguriamo che riesca sem-pre a trasmettere ad ognuno di voi l’entu-siasmo e la gioia dei nostri ragazzi e dellenostre attività.Ironia della sorte, il 24 ottobre è stato an-che il ventunesimo compleanno di uno deisoci fondatori del nostro giornale, Tommy.Tanti auguri di un felice compleanno.

Venerdì 24 ottobre“L’Orafoglio” ha compiuto 8 anni!

Davvero le sorprese non finiscono mai!Un grazie immenso a ciascuno di voi,che mi avete accompagnata, sostenuta e sopportatain questi anni, a voi che mi avete voluto bene.Grazie della bicicletta che, con grande incredulità,ho trovato a Brolo: mi avete lasciato senza fiato!!!Se ci penso, faccio ancora fatica a credere di nonessere più tra voi:l’oratorio san Pio V è grandioso per tanti motivi.La preghiera e l’affetto continuino a tenerci uniti.Vorrei abbracciarvi tutti.Ogni pedalata sarà motivo di ringraziamentoper ognuno di voi. Siete grandi e non vi dimenticherò.Con tanto affetto.

suor Katia

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1) QUALI SONOLE TUE ORIGINI?

2) COSA FAINEL TEMPO LIBERO?

3) HAI PRATICATOQUALCHE SPORT?

4) QUALE MATERIA ODIAVI DI PIU’ A SCUOLA?

5) PUOI DIRCI UNA FRASE CHE TIDICEVANO I TUOI GENITORI?

6) QUANDO HAI PENSATO DI FARTIPRETE/SUORA? PERCHE’?

7) CHE ESPERIENZE HAI FATTOPRIMA DI ARRIVARE DA NOI?

8) QUAL E’ IL TUOPIATTO PREFERITO?

9) CONFIDACI UNA FRASECHE ACCOMPAGNAIL TUO CAMMINO...

10) QUAL E’ IL MODELLOA CUI TI ISPIRI?

11) TRE PAROLE PER DESCRIVEREIL NOSTRO ORATORIO

DOMANDE1) Il 25 luglio 1979 sono nato a Cuggiono.Sono originario di Casate, la frazione diBernate Ticino (MI), un piccolo paese dimille abitanti, fuori città, in una zona riccadi campi e molto verde, bagnata dal Tici-no e attraversata dal Naviglio Grande. Lìabitano ancora i miei genitori, mio fratelloe parecchi dei miei amici. Sono entrato nelseminario diocesano nel settembre 1998,dopo aver finito il liceo scientifico che hofrequentato a Magenta. Dopo sei anni dipreghiera, studio e preparazione sono sta-to ordinato sacerdote, assieme a 22 com-

pagni, il 12 giugno 2004 dal cardinale Tettamanzi.

2) Innanzitutto mi piace ascoltare musica, rigorosamente rock… e ogni tanto ancheandare a qualche concerto. Mi piace molto leggere, un po’ di tutto, dai classici aicontemporanei, anche se il mio libro preferito rimane Dracula di B. Stoker: periodi-camente lo vado a rileggere. Appena posso, poi, mi piace andare al mio paese egirare in mountain bike per le strade sterrate lungo il Ticino, oppure andare a farequattro passi in montagna.

3) Ho quasi sempre giocato a calcio, come portiere, e un paio d’anni anche a pallavolo. Ho sempre tifato Inter e ultimamente mi appassiona molto il rugby.

4) Matematica! Senza dubbio. Tutt’ora mantengo il mio voto solenne, promessodopo la maturità, di non fare più matematica! E ogni tanto quando mi capita dirivedere la mia prof del liceo, lo ricordo anche a lei!

5) Ricordo che quando io e mio fratello eravamo adolescenti e ne combinavamoqualcuna, mia mamma ci diceva: “Anca sa si pusè grand de mì, sun bona anmò dapicav!!”. Traduco liberamente dal dialetto: “Anche se siete diventati più grandi dime, sono capace ancora di suonarvele!”. In fondo penso che voglia dire che ungenitore non smette mai di esserlo, anche quando i figli crescono…

6) Ricordo il momento preciso della mia decisione tra la terza e la quarta superiore,in una vacanza estiva in montagna con il mio oratorio. Avevo fatto l’esperienza delsentirmi voluto bene, gratuitamente e senza meritarlo, dal Signore e ho pensatocosì: se Dio mi vuole così bene, tanto da donarsi totalmente, anch’io voglio con-

DON

SI

MONE

GARAVAGLIA

traccambiarlo donandogli tutto ciò che ho, la mia vita. È stata l’intuizione di un attimo che ha messo in moto tutto… anche orache sono prete mi piace pensare di essere totalmente di Dio, ed è una sfida l’essere nel mondo frenetico e complesso di oggi“come uno a cui basta il Signore”, custodendo la certezza di essere amato da Lui.

7) Durante gli anni di seminario nel fine settimana ho girato un po’ di oratori: Ceriano Laghetto, Gorla Maggiore, Gazzada,Cavenago Brianza… e, con alcuni compagni, ho fatto per un anno servizio all’ospedale Sacco, accanto ai malati terminali di AIDS.Ordinato prete sono stato destinato a Verano Brianza, dove ho vissuto gli ultimi quattro anni, molto belli, occupandomi princi-palmente dell’oratorio e dando una mano anche ai ragazzi delle parrocchie di Capriano, Briosco e Fornaci.

8) La pasta al ragù (Non ditelo però al Cesare, se no sono finito…).

9) In questi ultimi tempi sento molto vera quella frase di San Paolo che dice: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”.Mi sembra un invito davvero bello a fidarmi di Lui…

10) Amo molto Charles de Foucauld, un santo francese che,dopo aver perso la fede e averla poi ritrovata, ha vissuto neiprimi del Novecento come eremita nel deserto del Saharadove è morto martire. In una sua lettera scriveva così: “Ioamo nostro Signore, sia pure con un cuore che vorrebbeamarlo di più e meglio”.

11) A prima vista mi è sembrato accogliente, ricco di doni ecreativo.

Spettacolo di danza e musica

dedicato a Martinaad un anno dalla sua nascita al Cielo

“Danzare la Vita”Teatro Oscar

mercoledì 17 dicembre ore 21:00

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Facce nuove al Consiglio Pastorale di mar-tedì 23 settembre.Le “new entry”: don Simone, suor Gianpie-ra, nuova superiora delle nostre suore, suorCristina che si occuperà della pastoralegiovanile.Dopo il benvenuto e la presentazione deitre nuovi membri del consiglio si è passatiall’esame degli argomenti all’ordine delgiorno. Per le solite ragioni di spazio ti-ranno mi limiterò a due punti particolar-mente significativi.Quest’anno verrà dato particolare risaltoalla Parola di Dio e alla sua conoscenza: siè appena concluso il Sinodo generale deivescovi su questo argomento, il Papa haproclamato quest’anno l’anno dedicato asan Paolo e quindi accanto ai consolidatiincontri con mons. Giavini e don Giovan-ni, partiranno uno o più gruppi di ascoltodella Parola le cui modalità operative ver-ranno illustrate a breve. L’altra iniziativaè la messa che si terrà ogni primo venerdìdel mese a partire dal 7 novembre. L’invi-to è rivolto in particolare a tutti gli opera-tori parrocchiali impegnati in qualsiasi at-tività pastorale o caritativa, ma tutti do-vrebbero sentirsi attratti dal pane spez-zato: è questo infatti che ci fa Chiesa.Vi aspettiamo!

Consiglio Pastorale

Marco Modenese

SUOR

CRISTINA

MAIETTI

1) Sono nata a Sant’Angelo Lodigiano il 23 marzo 1966e fino a 21 anni, età in cui ho deciso di entrare nel-l’Istituto delle Figlie dell’Oratorio, ho vissuto con i mieigenitori e mia sorella in un piccolo paese in periferiadi Lodi, città per me molto significativa e cara, perchévi ho frequentato le scuole medie e l’Istituto Magi-strale e proprio nella Casa Madre ho seguito l’iter for-mativo prima di emettere i voti il 3 febbraio 1991.Lodi è stata la città scelta dal Beato Vincenzo Grossinel lontano 1901 per fondare ufficialmente l’Istituto.

2) Nel tempo libero mi piace leggere; quando leggevo per imposizione degli in-segnanti il mio autore preferito era Italo Calvino e ne apprezzavo lo stile narra-tivo unito a straordinaria fantasia, ne ho sempre tratto grandi insegnamenti perinterpretare la vita degli uomini e gli eventi della storia. Ma il libro che ho lettotutto d’un fiato durante una noiosissima lezione di filosofia è stato “ Il gabbianoJonathan Livingston” di Richard Bach: l’ho riletto più volte e lo consiglierei atutti. Da qualche tempo mi sono appassionata alla storia afgana: sto leggendo “Ilcacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini e lo trovo avvincente.

3) Non ho mai praticato uno sport particolare: seguo comunque alla tv i grandicampionati. La mia squadra preferita è il Milan.

4) La materia scolastica che mi ha sempre preoccupato e con la quale mi sonocimentata ottenendo però sempre scarsi risultati è la matematica: riuscivo me-glio quando con una certa abilità, durante le verifiche, copiavo dai compagni.Non sono mai stata rimandata anche perché nell’orale mi difendevo abbastanzabene.

5) Di fronte agli insuccessi scolastici e alle difficoltà che la vita mi presentava i miei genitori mi ripetevano di frequente: “chila dura… la vince” invitandomi a non arrendermi subito, ma a fortificare la mia volontà senza scoraggiarmi. Questo mi è statomolto utile durante il noviziato, tempo dedicato al discernimento della propria vocazione, quando di fronte alle inevitabilidifficoltà o alla fatica di acquisire un nuovo stile di vita, spontaneamente avrei pensato di non farcela.

6) Ripensando alle motivazioni che hanno sostenuto il mio impegno e che tuttora rinnovo perché al Signore che chiama sirisponde ogni giorno e non una volta per sempre, posso affermare che sono stata “attirata” da un Amore grande, che io nonmi sono scomodata a cercare, ma che mi ha preceduto in ogni cosa e che ho sempre cercato di assecondare lasciandomiguidare dalla sua Parola. La forma della vita religiosa delle Figlie dell’Oratorio mi è sembrata confacente al mio modo diessere e nel corso degli anni ho sperimentato la realizzazione piena dei desideri più profondi del mio cuore.

7) Appena diventata suora sono stata destinata a Roma dove ho insegnato nella scuola elementare per otto anni: è stataun’esperienza fondamentale che mi ha aiutato ad uscire dai miei schemi angusti legati a piccole realtà per allargare gli oriz-zonti ed essere vicino alle famiglie e ai loro problemi. Ritornata a Lodi nel 2001 ho avuto l’opportunità di frequentare il corsodi Scienze della formazione all’Università Cattolica di Milano e di approfondire così il tema complesso dell’educazione dellegiovani generazioni. A Lodi mi occupavo anche di un servizio extrascolastico per ragazze che venivano supportate nell’impe-gno pomeridiano di studio. Negli week end mi sono sempre occupata di catechesi e di attività legate agli oratori operandodirettamente sugli adolescenti o sui loro educatori a seconda delle necessità delle singole parrocchie.

8) Il mio piatto preferito è il risotto ai funghi.

9) La frase che mi accompagna è: “Sono io, non temete”,pronunciata da Gesù per tranquillizzare i discepoli impau-riti che non l’avevano riconosciuto, come ci racconta il Van-gelo di Giovanni.

19) Il modello che mi ispira è santa Francesca Cabrini, unasanta lodigiana, conosciuta in tutto il mondo, che ha sapu-to coniugare bene la dimensione spirituale della vita conquella più attiva e dinamica.

11) Tre parole per dire le mie prime impressioni dell’orato-rio di san Pio: accoglienza, simpatia, creatività.

Scaldiamo il motore... si riparte!!!

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TOP JUNIORITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

oganevaCOCS 6 2 2 0 0 4 2 2

issorilovaiD 4 2 1 1 0 5 4 1

itnoMerdaP 3 2 1 0 1 5 4 1

ongaMenoeL.S 3 2 1 0 1 5 4 1

otterosaColraC.S 1 2 0 1 1 2 3 1-

A/idreVinnA 0 0 0 0 0 0 0 0

VOIP.S 0 0 0 0 0 0 0 0

csosA 0 1 0 0 1 1 3 2-

aloznogroGolraC.S 0 1 0 0 1 1 3 2-

ALLIEVI

Si preannuncia un campionato ricco di sorprese e di avvenimenti, i campionati stanno ini-ziando e per il momento siamo in grado di mostrarvi soltanto le classifiche dei calciatori diallievi e top junior aggiornate al 17 ottobre 2008, ma dal prossimo numero ritornerannotutte puntuali come sempre.

ITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

ocirnE.S 6 2 2 0 0 8 1 7

39/ediFnisetroF 4 2 1 1 0 6 4 2

A/onitsuiG.S 4 2 1 1 0 4 3 1

39itsilegnavE4 3 1 1 0 0 01 4 6

B/idreVinnA 3 2 1 0 1 5 5 0

BSSU 3 2 1 0 1 3 4 1-

itnoMerdaP 3 2 1 0 1 6 01 4-

onailuiG.SigiuL.S 0 2 0 0 2 3 5 2-

VOIP.S 0 1 0 0 1 1 3 2-

ogassAMSO 1- 2 0 0 2 1 8 7-

Doccia fredda per la squa-dra degli allievi che, dopola prima giornata, è già co-stretta ad inseguire la pri-ma in classifica. I punti didistacco dalla vetta sonosei, ma dobbiamo recupe-rare una partita. Dobbiamoperò sottolineare che lasconfitta è avvenuta sul difficile campo degli Anni Verdidove il nostro oratorio è quasi sempre uscito sconfitto.Ci auguriamo che questa sconfitta possa caricare ancordi più i nostri ragazzi che hanno già una gran voglia diriscatto.

Situazione interessanteper la squadra dei top ju-nior. Il campionato sareb-be iniziato da ben tre gior-nate, ma a causa di impe-gni molto importanti lasquadra è stata costrettaa rinviare le partite cheavrebbe dovuto disputare.Speriamo che questa si-

tuazione di stallo possa permettere ai giocatori di en-trare in forma al cento per cento in modo da affrontarele prossime partite con lo spirito e la mentalità giusta.

Dopo aver centrato un soddisfacente quarto posto nellascorsa stagione la squadra dei baby si appresta adiniziare un nuovo campionato. Come di consuetudine,parteciperà al torneo don Brivio, giunto ormai alla suadiciottesima edizione, organizzato dall’oratorio delSanto Spirito. I bambini non vedono l’ora di cominciarequesta nuova avventura e speriamo che la nostra gio-vane squadra possa centrare una brillante vittoria inquesto difficile campionato che ci ha visto vincenti unasola volta: era la stagione 2000-2001.

Cari lettori, anch’io ho rincominciato la scuola, il catechismo lo sport… ecco proprio diquesto voglio parlarvi.Sono una tra quei quindici ragazzi e ragazze che si sono iscritti a pallavolo e formiamouna splendida squadra mista pronta per cominciare il campionato.Proprio così: anche noi avremo il torneo invernale e la nostra prima partita è statadomenica scorsa. La squadra è affiatata e anche durante gli allenamenti ci impegniamoal massimo per dare il cento per cento.Prima delle partite abbiamo affrontato una “prova” cioè una visita medica senza laquale non potevamo giocare le partite. Ho affrontato la visita alla grande e i mieicompagni come me. Abbiamo dei grandi allenatori, Michele e Andrea, che ci insegnanomolto bene ma sta a noi applicare in campo i loro insegnamenti. A volte viene a darciuna mano Italo che ci dà molti consigli.

Le partite si possono seguire in trasferta nelle palestre delle altre squadre e quando siamo in casa nella palestra del Kolbe.Che altro dire? Chiediamo a voi di sostenerci in partita, sapete, un buon tifo aiuta molto la squadra!

Interessante novità per la squadra dei giovanissimi che quest’anno, datal’elevata quantità di ragazzi iscritti, presenterà due squadre nel campionatoCSI. Purtroppo i nostri 2 team non avranno l’occasione di sfidarsi poiché sonostati collocati in due gironi differenti. Siamo però convinti che, data la grandevoglia di giocare dei nostri ragazzi, non mancheranno certo, nelle domeniche diriposo dal campionato, entusiasmanti derby.Auguriamo comunque a entrambe le squadre di far bene nel proprio campionato,sperando che, almeno una, riesca a centrare la vittoria del torneo.

Ci siamo… L’Associazione Sportiva Dilettantistica S. Pio V è lieta di presentarvi le nuove promesse del calcio femminile!!!Finalmente è stato messo in atto questo fantastico progetto anche nel nostro oratorio!Dall’inizio delle attività, ogni venerdì sera dalle 19.30 alle 21.30, noi ragazze ci stiamo allenando duramente in questosport spettacolare che è il calcio; certo abbiamo ancora tanta,tanta, tanta strada da fare ma la voglia e l’entusiasmo ci sono!C’è qualche infortunio e tante chiacchiere ma è giusto che siacosì (o almeno credo…). La squadra è ad ogni allenamento piùunita e determinatata a far meglio.In campo, negli spogliatoi e quando dobbiamo indossare le de-testate fetide pettorine, ci facciamo forza a vicenda!!!Ringraziando Laura e Andrea che ci sopportano e ci seguono,saluto tutte quante… forza donne, facciamogli vedere chi sia-mo!!!

Le donne alla riscossa!Nell’A.S.D. arriva anche il calcio femminile

Isabel Frampi

Pallavolo: il ritorno! Carichi come sempre

Giulia Molari

Davide Servino e Giorgio Conte

Via L. Ciceri Visconti, 220137 Milano

Tel/Fax 02‐59900727

Bottega Storicadi Milano dal 1955

La pallavolo ricomincia con tanta grinta

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Alessandra Faroldi

Cristiana Novelli

Il libro che vorrei proporvi in questo numero è “Firmino” di Sam Savage (editore Einaudi). Ilprotagonista di questo libro è un topo e, benché sia un topo intelligentissimo che ad uncerto punto della sua vita impara persino a leggere e a suonare il pianoforte, non è un topoumanizzato. Vive infatti totalmente la sua condizione di ratto, cercando il cibo in squallidianfratti e frequentando luoghi rivoltanti come le pozzanghere melmose sotto i marciapiedidi Boston. La madre di Firmino è un’ubriacona che si rifugia per partorire in una caldalibreria, non sapendo affatto cosa fosse contenuto nei numerosi scaffali addossati ai murima riconoscendo nella morbidezza della carta stampata un luogo comodo e sicuro per ave-re i suoi piccoli. Flo afferra uno dei libri dagli scaffali e lo trasforma in una tana calda easciutta per i tredici piccoli ratti che scodella con facilità su questo cumulo di soffice carta.Firmino è appunto uno di questi tredici topini. La sua vita fin dall’inizio è difficile. MammaFlo ha soltanto dodici capezzoli per allattare e Firmino è gracile, anzi è il più gracile deifratelli. I suoi robusti consanguinei non lo lasciano neppure avvicinare alla fonte del lattematerno al quale ben presto Firmino deve rinunciare. Per non morire di fame il piccolo

ratto comincia a rosicchiare i libri, masticandoli per ore. All’inizio questo masticare soddisfa un bisogno fisico e Firmino divoraallo stesso modo “Oliver Twist” e “Guerra e pace”, Dostoevskij e Baudelaire. Con il passare degli anni però, non si sa come eperché, Firmino impara a leggere, a distinguere il contenuto dei libri e diventa un appassionato lettore, “divoratore” di letteratu-ra. Firmino si immedesima nei personaggi dei libri e impara a conoscere i sentimenti degli esseri umani. Il libro, come fin dall’ini-zio si intuisce e si teme, ha un finale triste. La libreria di Firmino deve lasciare il passo alla modernità della speculazione ediliziae viene distrutta dalle ruspe con tutto il suo contenuto. Il libro è breve, di facile lettura, nonostante qualche citazione di troppoche forse può talvolta annoiare. Il personaggio di Firmino tuttavia è simpatico, ironico e triste e la sua storia affascina e fariflettere. Lo consiglio a tutti gli appassionati lettori.

Il libro che vorrei proporvi si intitola “Piccole donne” di Geronimo Stilton, edito da PiemmeJunior. Meg, Jo, Beth e Amy, le protagoniste di questo romanzo, sono quattro sorelle che visseroin America alla fine dell’Ottocento. Storia un po’ “vecchietta” eppure io mi sono appassionataalla lettura di questo libro e un segreto c’è. Ve lo svelo: si tratta di un racconto fatto da Geroni-mo Stilton, con il suo inimitabile stile e con il suo umorismo che mi hanno fatto tanto divertirein questi primi anni di letture. “Piccole donne” fa parte, infatti, di una collana di libri che propo-ne i capolavori della letteratura per ragazzi, riadattati dal simpatico direttore dell’Eco Del Rodi-tore. Ecco, quindi, che mi sono lasciata travolgere dalle vicende delle quattro sorelle March: la

timida Beth che vuole sempre stare con i suoi tre coniglietti, la “maschiaccia” e giocherellona Jo, la saggia e ordinata Meg el’impulsiva e creativa Amy. Anche a voi propongo di vivere un anno della loro vita, partecipando alle loro gioie e dolori,paure e speranze, litigi e riappacificazioni. E al loro modo di affrontare sempre le prove della vita, siano esse piccole ograndi.

Il libro che vorrei proporvi è “Qualcuno con cui correre” di David Grossman. Questo libro miha toccato veramente il cuore, sia per la sua semplicità sia per la magia con cui l’autoredescrive le emozioni, le sensazioni e gli eventi mantenendo intatta la storia. Qualcuno concui correre è un romanzo che entra nel mondo degli adolescenti. Descrive i problemi, le in-comprensioni, le chiusure, le difficoltà ma affronta anche il grande tema dell’amicizia. Assafè un sedicenne timido, normale, anche un po’ chiuso a cui un giorno viene affidato il compitodi trovare il padrone di un cane abbandonato. Seguendo l’animale per le vie di Gerusalemmeincontra vari, inquietanti e strani personaggi. E, poco a poco, risolve un drammatico puzzle escopre la storia di Tamar, una ragazza scappata di casa per salvare il fratello tossicodipenden-te e poi finita nella rete di una banda di malfattori. Spero che vi catturi come ha fatto con me!Buona lettura!

Armanda Busacca

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Dopo un duro lavoro, ecco il risultato!Otto mesi dopo la messa in scena di “Da-vide” (lo spettacolo teatrale dei ragazzi diseconda media), c’è stata finalmente lapremiazione del Gatal (Gruppo AttivitàTeatrale Ama-toriale Lom-bardia), che daanni si occupadi premiare glispettacoli diteatro dei ra-gazzi. Per noitutti è stato unmomento mol-to importanteed emozionante, nonché adrenalinico.Quando ci è arrivato l’avviso che erava-mo tra i primi dodici classificati, erava-mo già molto contenti, perché il nostroduro lavoro sarebbe stato in qualchemodo ricompensato. Siamo arrivati a te-atro molto eccitati e curiosi di sapere laclassifica finale.La premiazione è avvenuta con la rappre-sentazione di uno spettacolo messo inscena dai ragazzi del teatro Orione, cheha ospitato la premiazione.C’erano dodici “compagnie teatrali” checombattevano per il primo posto…… passano il terzo e il quarto posto e noi Alessandra Busacca

La gioventùè il futuro

RUBRICA CRONACA

Quest’anno tutti gli adolescenti del mon-do hanno potuto assistere ad un grandeevento: la Giornata Mondiale della Gio-ventù, spesso chiamata con l’acronimoGMG in Italiano o WYD in inglese, è unincontro internazionale di spiritualità ecultura rivolto ai giovani promosso dallaChiesa Cattolica, su iniziativa del Papa.Consiste in un raduno di giovani, prove-nienti da tutto il mondo, con il Papa e sisvolge tra canti, preghiere e momenti difesta. Essa è stata celebrata per la pri-ma volta tra il 1983 e il 1984, nel 1950°anniversario della Risurrezione di Gesù:si tenne a Roma nell’Anno Santo dellaRedenzione. Nel programma fu inseritoil Giubileo internazionale della Gioven-tù in prossimità della Domenica delle Pal-me: in quell’occasione trecentomila gio-vani provenienti da più parti del mondogiunsero in città, ospitati da circa sei-mila famiglie romane.Nell’occasione PapaGiovanni Pao-lo II consegnòuna croce dilegno aig i o v a n iper simboleg-giare “l’amoredel Signore Gesùper l’umanità e come annuncio che soloin Cristo morto e risorto c’è salvezza eredenzione”.Quest’anno è stato datoampio risalto ai drammi degli australia-ni aborigeni; la giornata verrà ricordataanche per l’ennesima presa di posizionepapale sui casi di pedofilia all’internodella Chiesa cattolica. La Giornata Mon-diale della Gioventù 2008 ha avuto luo-go dal 15 al 20 luglio 2008 a Sydney, inAustralia, ed è stata la seconda GMG avedere la partecipazione di Papa Bene-detto XVI. Il tema scelto per l’incontroè stato «Avrete forza dallo Spirito Santoche scenderà su di voi e mi sarete testi-moni» (At 1,8).A mio parere, quest’importante giorna-ta è un modo per ricordare ai giovaniche sono proprio loro a garantire il futu-ro del pianeta. Noi siamo l’avvenire edobbiamo impegnarci ed essere consa-pevoli di questa grande responsabilità.Dobbiamo essere fieri di essere conside-rati come un lento sviluppo di quello chesarà il mondo che ci attende e spero chetutti partecipino almeno con il cuore alprossimo incontro che si terrà a Madridnel 2011! Non mancate!

non veniamo chiamati… alla fine eccociarrivati al primo posto di primo e di se-condo grado! Sempre più agitati di sape-re i risultati, alla fine, dopo molta attesa,ecco che la presentatrice chiama i vinci-

tori ( 1° postodi 1° gra-do…). Quandoha annuncia-to “Oratorios. Pio V…”Non stavamopiù nella pel-le! Siamo sali-ti sul palco aritirare la

coppa e a fare la foto di gruppo. Questomomento non lo scorderemo mai! Siamoarrivati in questa posizione anche graziealle bellissime scenografie, alle coreogra-fie e all’accuratezza dei costumi.Dobbiamo ringraziare tutte le mamme, ipapà e gli educatori, che con molta pa-zienza ci hanno portato alla vittoria, masoprattutto un GRANDE grazie va a donStefano, che ha redatto il copione del no-stro spettacolo e che ha sempre credutonelle nostre capacità.

Gaia De GiorgisClaudia Dimino

Il trionfo di “Davide”Premiazione spettacolo II Media

Don Stefano, nove anni sono passati da quando sei entrato per la prima volta nel nostrooratorio pedalando con don Luciano sul risciò con la tua folta chioma e unsorriso contagioso. Da quel giorno molte cose sono cambiate. Ognuno di noiè salito insieme a te su quel risciò e insieme abbiamo pedalato superandoqualsiasi difficoltà e ostacolo che la strada ci ha riservato. Non solo noi siamocresciuti lungo questo cammino, ma anche tu perché, come dici sempre,nessuno ti insegna a fare il prete. Ci hai regalato l’immagine di un sacerdoteunico nella sua specie (anzi in via d’estinzione), un prete-uomo con pregi edifetti, che sbaglia e impara dai suoi errori. Un don giovanile e al passo coitempi, tecnologico e creativo, pronto sempre a stupire… un tesoro da scoprire.Ci hai fatto conoscere l’immagine di un Gesù Amico e confidente, di un Padreche ti ama per quello che sei e non un Padre-padrone che ti giudica e punisce.Ci hai insegnato che la fede non è solo cosa per vecchi ma gioia per noi giovani.Ti sei messo in gioco utilizzando testa e cuore e sei riuscito a metterti sempresullo stesso piano della persona con cui hai parlato, giocando ruoli diversi, avolte padre, a volte amico, a volte fratello. Ci hai mostrato la tua sensibilità ela tua umanità, le tue lacrime e i tuoi sorrisi cercando sempre di trovare ilbello anche nelle cose brutte e negli avvenimenti dolorosi, soprattuttoquest’anno. Ci hai insegnato tutto questo e molto altro ancora. Grazie delgrande dono che sei, sei stato e sarai per noi e per gli altri.

Un abbraccio forte.

I tuoi ragazzi

Lungo questa strada ci si appoggia a dei fondamenti, che ti guidano, che ti rappresentano. L’uomo prova dei sentimenti, delle emozio-ni. L’amore è iscritto nel più profondo della natura dell’uomo. Siamo stati costruiti per amare, è un nostro bisogno vitale, un ideale daraggiungere. Ma non sempre è facile. Dentro di noi, però, questo amore è frammisto ad impulsi ciechi, a limiti di egoismo e diorgoglio. L’uomo è costruito per imparare ad amare, sempre più autenticamente. L’amore va inteso nel suo significato più povero di

dono all’altro, di dialogo e di scambio di valori. Se non si esprime e non cresce di giornoin giorno, fatalmente si spegne, perde la sua creatività e la sua carica di tenerezza. Ilpunto di partenza dell’amore umano potrà essere anche molto povero, mischiato conpiccole o grandi forme di egoismo, tendenti a spadroneggiare su persone e su cose,aggressività, temperamento poco altruista, tendenza a ridurre il dialogo alla sessualità,facile conflittualità, nervosismo, stanchezza. Ciò non deve spaventare: l’amore pieno etotale è una vetta di difficile conquista, e il constatare spesso che ci si trova ancoramolto lontani dalla cima, deve costituire solo lo spunto per intensificare il dialogo adue, nella verità e in profondità, senza nascondersi i problemi. Il vero amore è un volerbene a prescindere, non volendo il proprio bene, ma il bene dell’altro. A volte il veroamore è lasciare andare. La vita è un onda che ti travolge appunto, le cose cambiano,

ma i sentimenti provati sono reali. Ci si può nascondere dietro l’orgoglio e la paura, si può provare rabbia, risentimento, desiderio dicapire un qualcosa che a volte è impossibile capire. Non è questione di aver torto o aver ragione, non è questione di possedere, nonè possibile inserire i sentimenti in uno schema preciso. Certo, ogni emozione che proviamo deriva da un vissuto, ma ha un non so chedi mistero, che la rende unica e preziosa. L’amore è lacrima e sofferenza, è sentirsi a volte feriti, a volte felici, è un insieme di senti-menti. Chi non è maturo abbastanza da possedere se stesso, o che almeno cerca di farlo, ha paura di rischiare, di perdersi, di impove-rirsi.Nella logica dell’amore è racchiusa la logica della croce di Gesù: lui ci ha fatto capire che amare vuol dire uscire da sé, aprirsi senzapaura al futuro, al nuovo, al rischio di perdere anche la propria vita, per rendere la persona amata capace a sua volta di amare. E nonè facile, per niente, a volte quasi impossibile. Chi non sa amare è solo, isolato: non vive da uomo, è contro natura. L’unico modo percondurre una esistenza umana è quello di aprirla agli altri. Un amore così supera l’aspetto fisico e sensuale, la sua essenza è il donodi sé. Ma non bisogna avere fretta, si impara da amare con il tempo, dopo aver sbagliato, dopo aver intuito progressivamente.Crescere mi fa capire o meglio intuire, il grande valore di essere uomo o donna ma dice anche chi non sono: mentre caratterizza lanostra diversità, crea in ognuno la spinta a diventare un noi, genera la scoperta dell’amore; mi dice che ho con me delle grandiricchezze, grandi doti, ma mi dice anche che mi costruisco mettendomi in rapporto con tutto ciò che è diverso da me, accettando laricchezza dell’altro.“Lella, 15 anni, lo aveva conosciuto sul pullman, durante la gita scolastica, e le era piaciuto subito. Anche Fabio, 16 anni, si era accortodi lei: avevano cominciato a cercarsi; per lei era più piacevole stare con gli altri quando c’era anche lui, per lui questo era un gioco perdimostrare la sua potenza sugli altri. E pensare che da piccolo era stato sempre così timido! Lella di notte non dormiva più, non facevapiù niente senza di lui, le bastava vederlo, averlo vicino; per lei Fabio era tutto, era un angelo. Fabio ne aveva cambiate già cinque,bèh, sei se vogliamo contare anche quella là del mare, ma non si erano neanche baciati. Era una cosa eccitante avere la ragazza…basta che non nascano i soliti problemi, perché, si sa, a questa età non è proprio il caso di parlare delle cose serie: si è giovani, bisognaprima fare un po’ di esperienza. Cominciarono i bigliettini, poi Fabio passò molte volte, per caso, davanti alla scuola di Lella, proprionel momenti in cui Lella usciva; infine il primo bacio. Per Lella pareva l’inizio di tutta la sua vita, una specie di rinascita. Fabio, dal cantosuo, si era ripromesso di non mollarla subito, come aveva fatto con le altre, questa doveva essere una cosa diversa. Invece nonsuccesse nulla di particolare dopo quella prima volta. Si videro, sì, sempre più spesso, ma presto esaurirono le cose da dirsi, si baciaro-no sempre di più ma non provarono più l’estasi della prima volta. Lella scoprì che il suo angelo aveva un po’ di difetti, anzi tanti, anziera tutto diverso da come lo aveva visto la prima volta. Fabio scoprì che lo stare tutto ilgiorno insieme a lei, lo aveva un po’ tagliato fuori dal gruppo, ora si sentiva in gabbia, erasvanito l’effetto sorpresa sui suoi amici, che non lo vedevano più come un di più, anche seaveva la ragazza. C’era qualcosa che non andava, l’amore tra Fabio e Lella pareva orainsufficiente a unirli, eppure sembrava allora tanto grande! Come mai è finito tutto cosìpresto? Fabio, se pensi di stare con lei solo perché ci stai volentieri sei superficiale. Infattiprendi alla leggera una cosa così importante come l’amore. Lella, se pensi di poterlo amarea 15 anni sei un’ingenua. Ti arrabbi se ti dico che è solo un po’ di infatuazione, ma l’amoreè fatto di cosa assai più profonde? Avete raggiunto la maturità generativa, ma la capacitàdi amare esige anche una maturità globale della persona. L’adolescente è come una casa incostruzione: il materiale c’è, tutto, si tratta di ordinarlo, cementarlo, affinché si realizzi l’edificio. Il Fabio di oggi è già molto diverso dalFabio di un mese fa e così anche per Lella. Basta poco tempo perché i due si sentano estranei l’un all’altro, tanto sono cambiati. Forsesceglieresti una casa guardando i mattoni ammucchiati per terra? Occorre aspettare che la casa sia finita per valutarla e sceglierla”.Ma non bisogna avere paura. Non c’è età per maturare, è per ogni persona un continuo passaggio da uno stato all’altro, da uno statodi bambino, a quello di adolescente, a quello di adulto. Bisogna scoprire il dono delle persone, il loro cuore, andando al di là dell’in-fatuazione. Una volta scoperto questo dono bisogna valorizzarlo, custodirlo, volere il suo bene. Il voler bene durerà per sempre,l’amore è eterno. E non è la fine della storiella da raccontare ai bambini: “E vissero per sempre felici e contenti…”. È la realtà. A volteè dura da accettare ma bisogna proseguire il proprio cammino seguendo i propri principi: “Ama il prossimo tuo come te stesso…”, seil prossimo tuo non ti ama come se stesso non c’è problema, tu continua ad amare…San Paolo scrive: “L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modosconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità;soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non verrà mai meno”.È proprio vero! L’amore vince, sempre, lo dice anche Gesù!

(continua da pag. 1)

Andrea Cafiero

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Paesi del Terzo Mondo

CIAD(continua dal numero di giugno)

Durante la cerimonia di infibulazione/circoncisione fatta in ambiente infettocon pezzi di vetro e fili d’erba per cucire,la mortalità è molto alta e non solo persetticemia ma anche perché i bambinivengono tenuti per circa 10 giorni nelbosco dove bevono acqua sporca (gastro-enteriti) e sono punti dalle zanzare (ma-laria). Altre frequenti cause di mortesono: meningite e morsi di serpenti nel-la stagione secca; malaria e tubercolosinei periodi di pioggia. I casi di AIDS sononumerosissimi e quasi tutti questi sog-getti oltre all’AIDS sono anche ammalatidi tubercolosi. Circa 3 anni fa, nel marzo2006, i missionari Comboniani, hannofondato un ospedale nel villaggio di Do-nomanga distante più di 2 ore di fuori-strada dalla più vicina cittadina Lai (dif-ficilmente raggiungibile nei periodi dipioggia). L’ospedale è fornato da 3 reparticon 20 letti ciascuno, una camera opera-toria, un ambulatorio, una farmacia oltrealle case per gli addetti, le suore e i medi-ci. C’è acqua e luce data sia dai pannellisolari che da un generatore e in alcuneore del giorno ci si può collegare ad In-ternet. Un piccolo miracolo nel desertoche continua a essere ingrandito. Unmedico francese, un chirurgo ciadiano e2 suore infermiere messicane, tutti dota-ti di grandissimo spirito altruistico e diabnegazione, si prodigano a tempo pie-no per curare le più svariate malattie. Indue anni sono state salvate molte viteumane, ma non abbastanza perché i ma-lati arrivano troppo tardi in ospedale perdue motivi:1) I cittadini diffidano dei bianchi che perpiù di 500 anni li hanno sfruttati portan-doli prima in America come schiavi e poicome coloni dei francesi;2) I malati arrivano in ospedale da 40 o50 Km di distanza che percorrono nellasavana a piedi o nel migliore dei casi suun carretto tirato da un cavallo. Non cisono mezzi di comunicazione (telefoni)per segnalare un malato da trasportare.L’unica ambulanza è un carretto tirato daun cavallo. Per aiutare l’ospedale di Do-nomanga si può inviare materiale sani-tario, mentre al centro disabili e al colle-gio per ragazze di Lai sono ben accettigiochi di costruzione, materiale didatti-co o libri in francese.

Fides ininininin RatioThere is no such thing as philosophy-free science; there is only science whosephilosophical baggage is taken on board without examination.

In occasione della s. Messa nell’anniver-sario dei dieci anni dalla pubblicazionedell’enciclica di papa Woityla “Fides et Ra-tio”, anche Benedetto XVI ha ritenuto ne-cessario chiarire il proprio punto di vistasui rapporti tra Chiesa e scienza. Ha infat-ti dichiarato che “la scienza non è in gra-do di elaborare principi etici. Può solo ac-coglierli in sé e riconoscerli come neces-sari per debellare le sue eventuali pato-logie” e che la disciplinascientifica sta diventando“una ragione paga di scopri-re la verità contingente del-le leggi della natura”. Riten-go, però, che sia insosteni-bile la mancanza di un’eticaintrinseca nella scienza: in-fatti lo sviluppo di questacorre parallela a quello del-la filosofia. Fin dal VI seco-lo a.C. i presocratici si sonointerrogati sul principio del-la natura e già nel 430 a. C.Ippocrate ha sviluppatoun’elementare teoria bioe-tica nel campo della medicina:Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igeae Panacea e per gli dei tutti e per tutte ledee, chiamandoli a testimoni, che […] re-golerò il tenore di vita per il bene deimalati secondo le mie forze e il mio giudi-zio, mi asterrò dal recar danno e offesa.Non somministrerò ad alcuno, neppure serichiesto, un farmaco mortale, né sugge-rirò un tale consiglio; similmente a nes-suna donna io darò un medicinale aborti-vo. […] Ciò che io possa vedere o sentiredurante il mio esercizio o anche fuori del-l’esercizio sulla vita degli uomini, taceròciò che non è necessario sia divulgato, ri-tenendo come un segreto cose simili […].Ma fin dal Medioevo la Chiesa ha ritenu-to di avere il diritto e il dovere di interve-nire nelle questioni scientifiche, orientan-do, o spesso imponendo, la propria opi-nione ai fedeli. Già con il caso di Galileoappare evidente che la Chiesa sostienel’assenza di un’etica dove questa, seppurpresente, discorda dalla sua.Nonostante questo, gli sviluppi scientificisono progrediti in tutti gli ambiti graziealla conduzione di esperimenti che di cer-

to l’Inquisizione non avrebbe consentito,ma che hanno portato a conquiste epo-cali, pur se corredate da inevitabili con-seguenze.Arriviamo poi al dopoguerra e alla nasci-ta della bioetica come vera e propria di-sciplina filosofica, un codice di autorego-lamentazione della scienza, che però laChiesa non ha mai approvato del tutto esi è spesso sentita in dovere di esprimere

la propria opinione, senza valutare le con-seguenze che questo avrebbe potuto pro-vocare.È evidente che la scienza si è spesso scon-trata con il magistero, ma diverse voltel’idea razionale scientifica ha continuatoper la sua strada, portando a risultaticome il riconoscimento universale dellateoria dell’evoluzione o del Big Bang.D’altra parte non si può negare che an-che la scienza ormai sta degenerandoverso una commercializzazione dell’uo-mo, con la possibilità di scegliere le ca-ratteristiche del tuo bambino e “assem-blarlo” come se fosse un mobile IKEA. Nési può negare che sia necessaria una rior-ganizzazione della bioetica che definiscanuovi principi sulle scoperte più recentidella scienza, come le cellule staminali ol’eutanasia.Ma questa riforma non può che arrivaredall’interno dell’ambito scientifico; solocosì potrà essere universalmente accet-tata senza ostacolare il reale progressodella conoscenza.

Filippo Rossi

Nota della redazione

L’articolo riporta un pensiero personale; sicuramente ha il merito di aprire il dibat-tito e il confronto su un argomento non facile.

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Quando Cosa Per chiVenerdì 7 novembre

ore 21:00s. Messa

Per i gruppi pastorali e chi fosse interessato

Domenica 9 novembreore 9:30

Solenne Festa delle Capannee fine dell’anno liturgico

Per tutti!(in chiesa)

Domenica 16 novembreore 9.30

Prima domenica di avvento Per tutti!

Domenica 16 novembreore 9.30

Iscrizione del nome(durante la s. Messa)

Per i ragazzi di 2^ media

Domenica 16 novembreore 10:30

Inizio catechesi 3^ elementare

Martedì 18 novembreore 21:00

Seduta delConsiglio Pastorale

Per i consiglieri echi fosse interessato

Sab 13/12 e dom 14/12ore 16:00

Spettacolo Teatrale: Lo schiaccianoci ela fata zuccherina

Per tutti!!!Presso il Teatro Oscar

(ingresso: 8 euro)Lun 15/12 – Ven 19/12

ore 17:00 – 17:30Novena di Natale

(in chiesa)Per tutti!

Domenica 21 dicembreore 16:00

Veglia di Natale(in chiesa)

Per tutti, in particolare iragazzi della catechesi

Mercoledì 24 dicembreore 21:00

s. Messa di Natale Per tutti!

Quando Cosa Per chiOgni martedì17:00 ‐ 18:00

Catechesi 3^ elementare

Ogni mercoledì17:00 ‐ 18:00

Catechesi 4^ elementare

Ogni giovedì17:00 ‐ 18:00

Catechesi 5^ elementare

Ogni venerdì17:00 ‐ 18:00

Catechesi 1^ media

Ogni venerdì18:30 ‐ 19:45

Catechesi 2^ media

Ogni venerdì20:30 ‐ 22:00

Catechesi 3^ media

Ogni lunedì18:00 ‐ 19:30

Incontro adolescentiPer gli adolescenti 

dalla 1° alla 3° superioreOgni lunedì

20:30 ‐ 22:00Incontro 18/19 enni

Per i 18/19 ennidi 4° e 5° superiore