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La Giornata * * * * * * In Italia Nel mondo Roma. Giornata campale con brivido per il governo. La sera di giovedì, mentre Gian- franco Fini duellava in video con il capo- g ruppo del Pds in Senato, Cesare Salvi, Sil- vio Berlusconi e Gianni Letta si infilavano in macchina per andare a cena con un ospi- te misterioso. Prima di salire in auto, Ber- lusconi, che aveva visto i primi minuti della trasmissione “Tempo reale”, dà un giudizio di sfuggita a un giornalista sul duello tra il leader di An e Salvi. Poco dopo, in onda, a Fini viene letta una dichiarazione, che Ber- lusconi poi disconoscerà, in cui il leader di F o rza Italia sta sopra le parti e dice che se- condo lui Fini e Salvi litigavano ma in fon- do dicevano la stessa cosa, e che con tutti questi cavilli la gente finiva per non capirc i più niente. Fini, sgradevolmente impressionato per e s s e re stato messo sullo stesso piano di Sal- vi dal suo principale alleato, non la fa pas- sare liscia. Con eleganza, ma irritato, dice che anche a Berlusconi può talvolta capita- re di essere assai distratto. E intensifica il litigio verbale con il pidiessino, ricordan- dogli a brutto muso che An a votare un g o v e rno senza che sia c h i a ro il suo ancorag- gio al semipresiden- zialismo alla francese proprio non ci sta. In quegli stessi minuti, mentre si crea il pri- mo grande equivoco di fine crisi tra Berlu- sconi e Fini, Massimo D’Alema si reca da Antonio Maccanico, a c o n f e r i re. In ballo c’è sempre questo bene- detto preambolo, le p a role da limare, le espressioni per accon- t e n t a re tutti, come è sempre successo nella prima repubblica. Il governo si impegna in prima persona o il Parlamento è totalmen- te autonomo? La maggioranza è semipres i- denzialista o c’è margine, per D’Alema, ver- so i dubbi e le diffidenze del Partito popo- l a re, per non parlare delle dure opposizio- ni di estrema sinistra? Maccanico e D’Alema dovrebbero aver lavorato di cesello, ma quell’incontro sta per diventare materia incandescente. Infat- ti nella notte, e amplificato alle luci dell’al- ba, si sparge per questa Roma uggiosa di vecchia politica un caro boato, una chiac- chiera più o meno interessata. Berlusconi e Letta sarebbero anche loro tra i parteci- panti a quell’incontro . . . Quando si irrita Pinuccio Ta t a re l l a Ieri per tutto il giorno Pinuccio Ta t a re l l a , già irritato per la campagna berlusconiana a favore dei due (e solo due) garanti dei po- li da mettere nel governo, suona il tam tam di guerra. Hanno fatto un accordo alle no- stre spalle - dice sempre meno nascosta- mente - sulla struttura del governo. Voglio- no una grande spartizione che emargini Al- leanza nazionale. Letta parte a razzo, a quel punto, con le sue arti diplomatiche. Mentre Berlusconi smentisce e rismentisce la di- chiarazione che aveva irritato Fini in tv ( p u rt roppo, come diceva Mario Missiroli, fa- moso dire t t o re del Corr i e re, una smentita è solo una notizia data due volte), il suo nu- m e ro due ricostruisce minuto per minuto la famosa cena con l’ospite misterioso. No, di- ce Letta, non era Maccanico, e tantomeno D’Alema. Era Lamberto Dini, con il quale era stata organizzata una rimpatriata a tre dopo le roventi polemiche, la crisi di gover- no, i veti, le gelosie, le incomprensioni e i tradimenti re c i p roci. Ma Letta aveva voglia di cercare di spuntare, arrotondare, lenire la dolorosa diffidenza di schietta radice me- ridionale di un furbissimo come Ta t a re l l a . Niente da fare. E dietro la clamorosa, seb- bene in principio silenziosa, insurrezione di An contro il misterioso papocchio a due, ec- co accodarsi Pierf e rdinando Casini, che è un dc responsabile e sorvegliato ma non disde- gna di aumentare il suo potere di contratta- zione sulla struttura del governo e sui mini- stri; ed ecco il grande e operoso dialogatore Rocco Buttiglione, il filosofo degli accordi che però di accordo ne voleva un altro. Una serata che si fa minacciosa Alla fine a Berlusconi è toccato di convo- care di nuovo un vertice del polo delle li- bertà, mentre D’Alema sfruculiava e con G e r a rdo Bianco faceva un suo bravo giro di valzer all’insegna della confusione: semi- p residenzialismo o cancellierato? Serata minacciosa per Maccanico, anche se i vecchi analisti politici della Capitale di- cono che è sempre stato così e così sempre sarà: quando si chiude una crisi e si fa un go- v e rno, l’onda dello scontento sale e sembra s e m p re che salti tutto. Nessuno sa se davve- ro c’è stata la cena a quattro da Maccanico, con Fini nella parte del Convitato di pietra. Certo è che il nervosismo non nasce dai preamboli ma dallo scontro, ambiguo e ri- s e rvato, sui centri di comando del govern o , sui superministeri e sui superministri. New York. La tradizione vuole che il par- tito repubblicano scelga il suo candidato presidenziale seguendo le regole della ge- rarchia e dell’anzianità, e quest’anno toc- c h e rebbe a Bob Dole, leader del Senato. In- vece le carte sono cambiate per la rapida ascesa di Steve Forbes, miliardario estern o alla nomenclatura politica. Ufficialmente Forbes è privo del sostegno del partito, ma non si direbbe visitando gli uffici dell’A- mericans for Tax Reform, dove Grover Nor- quist, pupillo del presidente del Congre s s o Newt Gingrich, è l’instancabile campione della proposta di Forbes sulla “flat tax”, una proposta che Dole rifiuta di appoggia- re . La battaglia per la “flat tax” L’Americans for Tax Reform è una lobby, ma è anche il braccio organizzativo dell’ala radicale repubblicana che ha conquistato la capitale nel 1994 con le sue proposte di drastica riduzione della presenza dello sta- to nella vita dei cittadini. E ha portato la ri- voluzione dentro casa, contro i moderati co- me Bob Dole che hanno sempre pre- ferito il compro- messo e i piccoli aggiustamenti. In questi giorni Nor- quist, che a 38 anni è considerato da Gingrich “l’attivista più intelligente in materia fiscale”, passa il suo tempo al telefono con le capitali statali pro- muovendo leggi che richiedono la maggioranza dei 2/3 dei parlamenti locali per aumentare le tasse. Ma non trascura l’appuntamento del New Hampshire, le prime importanti primarie, dove andrà a tenere assemblee a sostegno della flat tax. N o rquist ha persuaso tutti i candidati re- pubblicani alla presidenza a firmare “Il giuramento sulla protezione del contri- buente”, un documento che li impegna a “opporsi a qualsiasi tentativo di aumentare le tasse a individui o imprese”. Lo stesso giuramento è stato firmato da 200 deputati e 32 senatori, in una vasta campagna di smantellamento della cultura pro g re s s i s t a anche tra i repubblicani. Norquist è il capo di una coalizione che lui stesso definisce “il p a rtito di quelli che vogliono essere lascia- ti in pace”. L’ o p p re s s o re in questo caso è il governo: o attraverso la tassazione o con l’eccesso di regole. Il suo idolo politico è l’attivista radicale del diciottesimo secolo Tom Paine, di cui parafrasa la filosofia di- cendo: “Gli americani amano il proprio paese ma odiano il governo, che è solo un male necessario”. Il suo programma espri- me lo stesso zelo contro tutto ciò che sappia di stato, “nemico della libert à . “Fino al 1994 - spiega Norquist - il nostro obiettivo era solo di ridurre le tasse, ades- so che abbiamo la maggioranza al Congre s- so possiamo anche batterci per tagliare la spesa pubblica”. E le politiche sociali cui l’elettorato è abituato, come le pensioni, e a cui non vorrebbe rinunciare? “Dobbiamo p r i v a t i z z a re tutto, come le pensioni in Cile, e poi anche la sanità. Bisogna re n d e re il so- cialismo impossibile in questo paese”. Norquist ha fondato il suo gruppo nel 1985, e adesso ha un bilancio di circa 1 mi- lione di dollari e 15 persone nello staff. So- no 39 i gruppi statali distaccati, che comun- que si mantengono indipendenti dal centro . Le campagne che svolgono riguardano temi diversi, e includono anche l’immigrazione. Fautore di un liberismo forte, Norquist è contrario alle proposte di controllo e ridu- zione dell’immigrazione elaborate dai pro- gressisti - “cosa sarebbe l’America senza immigrati?” - , tanto più che prevedono l’e- missione di una carta di identità nazionale: “Non perm e t t e remo questa schedatura na- z i o n a l e . L’obiettivo di Norquist è di ampliare i consensi alle forze conservatrici aldilà del settore più tradizionale della destra reli- giosa. Mentre parliamo nel suo ufficio una collaboratrice gli ricorda l’impegno a cena con una comunità di indiani Chothow. Gli indiani che non pagano le imposte Sono popolazioni che non pagano tasse per una speciale esenzione garantita dal go- verno, ma per un tenace organizzatore co- me Grover Norquist contano come i contri- buenti del nord est che costituiscono il suo seguito più grosso. Norquist tiene sott’oc- chio i pro g ressi delle sue truppe. Ai candi- dati che lo chiamano al telefono suggerisce: “La campagna elettorale va fatta su pochi, semplici principi. No alla doppia tassazio- ne. Obbligo di maggioranza dei 2/3 per au- mentare le tasse. Rispetto dei diritti della p roprietà privata, cioè no ai piani re g o l a t o- ri. E che il sindacato non usi più il denaro dei suoi membri per fare campagne politi- che: il 70% degli americani è contro, com- p resi i sindacalisti”. IMPROVVISA ONDATA DI PESSI- MISMO NEL CENTRODESTRA dopo una nervosa giornata di trattative. Silvio Berlusconi ha cercato di ricompattare lo schieramento in un vertice comincia- to in serata e proseguito sino a notte. Prima di entrare in via dell’Anima, Gianfranco Fini ha detto che “le possi- bilità di accordo sono pressoché inesi- stenti”. Fini ha apertamente minaccia- to di votare contro il governo. D’Alema p rova con una ciambella di salvataggio: i parlamentari pro g ressisti si impegna- no solennemente a fare le riforme co- stituzionali. * * * “E’ il governo di Agnelli”, dichiara Fausto Bertinotti, leader di Rifondazio- ne comunista. E aggiunge: “Chiediamo ai compagni del Pds di ripensarci, per- ché dietro il trasformismo si celano gli i n t e ressi dei più fort i . * * * Industria in buona salute visto che nel mese di novembre, come segnalano i dati dell’Istat, il fatturato è cresciuto del 14,6% e gli ordinativi del 10,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nei primi undici mesi del ‘95, però, il fatturato registra un incremento del 18,1% e gli ordinativi del 20,7%. Per Giampaolo Galli, direttore del Centro studi di Confindustria, i dati “non indi- cano che siamo in una stiuazione di re- cessione ma di rallentamento”. * * * Il Mediocredito in centro Italia ha vis- suto un ‘95 positivo. La banca che ero g a finanziamenti e mutui fondiari, durante l’anno scorso ha concesso sovvenzioni per il 45% in più rispetto al ‘94. Ne han- no goduto in particolare le imprese di M a rche, Abruzzo, Umbria e Molise. La Bnl aprirà un fondo di investi - mento chiuso che servirà come sostegno a piccole e medie imprese. “Bnl Investi - re impresa” si a quelli lanciati dal gru p- po Arca e da Eptafund. * * * La blindatura della Finanziaria è la proposta avanzata dal ministro per le Riforme istituzionali Giovanni Motzo, che ritiene necessaria una modifica co- stituzionale. Secondo Motzo la Finan- ziaria blindata sarebbe l’unico modo per re s p o n s a b i l i z z a re i governi sugli im- pegni di Maastricht, perché impedire b- be di ovviare agli sforamenti della spe- sa con l’innalzamento delle tasse. L’opinione di Gianni Agnelli, che ri - tiene indispensabile una manovra da 50 mila miliardi, ha aperto un dibattito. Per Sergio Cofferati bastano 10-15 mila miliardi; valutazione esagerata anche per Enrico Vinci, segretario dell’Euro - parlamento. Favorevole Mario Arcelli, re t t o re della Luiss. * * * Militari della Gdf corrotti e non con- cussori, nonostante l’ipotesi, avanzata dalla procura di Milano, che alcuni membri delle Fiamme gialle abbiano costituito un’associazione per delinque- re. Lo ha specificato ieri il pro c u r a t o re aggiunto Gerardo D’Ambro s i o . * * * Il Cda della Rai ha convocato per il 27 febbraio l’assemblea degli azionisti. Al- l o rdine del giorno la nomina del dire t- t o re generale. M a rtedì riunione del Consiglio d’am - ministrazione dell’Iri. * * * Attacchi all’Aran, stavolta da parte della Confedir, l’associazione dei diri- genti del parastato, secondo i quali l’a- genzia per la contrattazione del pubbli- co impiego scavalca il Parlamento. * * * Il Secolo d’Italia rinnovato nella grafi- ca e arricchito di 4 pagine, ha debuttato ieri nelle edicole. Dalla redazione del Foglio gli auguri ai colleghi. * * * Borsa di Milano. L’indice Mibtel di ie- ri è 10.145 (-0,11%). La lira ha guadagna- to 9,26 punti sul dollaro (1.565,38) e 2,45 sul marco (1.063,44). HOLBROOKE TORNA IN BOSNIA per cercare di appianare personal- mente le tensioni che, negli ultimi gior- ni, stanno mettendo a repentaglio gli accordi di pace di Dayton, di cui il di- plomatico statunitense fu uno dei prin- cipali arc h i t e t t i . * * * Il Giappone prevede un buon ’96. Se- condo l’Agenzia per la pianificazione economica il Pil crescerà del 2,5%, il doppio rispetto al ’95. L’ i n d e b o l i m e n t o dello yen aiuterà l’economia ad uscire dalla recessione che la affligge da 1991. Il premier giapponese Ryutaro Ha - shimoto incontrerà Bill Clinton il 23 febbraio a Santa Monica in Californ i a . * * * Almeno tre morti a Grozny per l’e- splosione di una bomba tra i manife- stanti che da sei giorni chiedono il riti- ro dei russi dalla Cecenia. * * * Bloccata da uno scandalo la privatiz- zazione delle ferrovie britanniche, uno dei cavalli di battaglia del govern o Major. La Enterprise Rail, società che se ne era aggiudicata una parte cospi- cua, è sospettata di frode ai danni della società della metropolitana londinese. * * * I terreni su cui fu eretto il Muro di Berlino non torneranno ai prop r i e t a r i, che ne furono espropriati nel ’61. I ter- reni valgono oggi centinaia di miliardi di lire. Il governo di Kohl non intende c re a re precedenti in materia di resti- tuzioni demaniali della ex Ddr. * * * Lo status di Gerusalemme sarà al c e n t ro dei negoziati che israeliani e pa- lestinesi condurranno in maggio a Ra- bat, in Marocco. Lo annuncia la stampa egiziana, citando quale fonte il mini- s t ro degli Esteri del Cairo, Ehud Barak. * * * Mandato d’arresto in Sudan per i tre t e rroristi sospettati di aver org a n i z z a t o , nel giugno scorso, un attentato contro il p residente egiziano Mubarak ad Addis Abeba. La loro estradizione in Etiopia era stata chiesta dall’Onu. * * * Il re dell’oppio, il birmano Khun Sa, che il mese scorso si era arreso alle for- ze armate del suo paese, non sarà estradato negli Stati Uniti. Lo ha di- chiarato il governo di Rangoon. Secondo l’antidroga di Wa s h i n g t o n, il 60% dell’eroina presente sul merc a t o statunitense proviene dalla Birma n i a . * * * La beatificazione di Romero è stata ri- chiesta ufficialmente al Papa dalle au- torità ecclesiastiche di San Salvador, dove Wojtyla è attualmente in visita. Era ora. Era ora che i pentiti di mafia, chiamati a riscrivere la “vera storia d’Italia” (come annuncia il titolo del monumentale volume che raccoglie i risultati delle inda- gini della Procura di Palermo, editore Pi- ronti), pre n d e s s e ro sul serio l’immane com- pito e si mettessero con impegno a compila- re i nuovi manuali destinati a trasmettere alle generazioni future le tappe salienti del- la vicenda patria. E così il pentito Antonino Patti, qualcosa come 38 omicidi alle spalle, sale in cattedra (momentaneamente trasfe- rita nell’aula bunker di Como) per stabilire la nuova verità storica: “Anche Garibaldi pagò il pizzo per sbarc a re con i Mille a Mar- sala”. La fonte dello storico pluriomicida sa- rebbe, riferiscono i giornali, tal Vincenzo D’Amico “anziano mafioso catturato duran- te l’operazione Omega conclusasi con 80 ar- resti”. Anziché arc h i v i a re la faccenda, i quo- tidiani la prendono maledettamente sul se- rio (quasi come la storia del bacio tra zio Giulio e Riina). La Stampa interroga sull’ar- gomento un pensoso Denis Mack Smith e da Hammamet interviene, via Tg2, un risentito Bettino Craxi, cultore di memorie garibal- dine, che sciorina la vera storia dello sbar- co a Marsala, con tanto di “brigantini ingle- si” e “flotte napoletane”. Del resto la mania dello scoop storico, tan- to più se eccentrico e apparentemente pri- vo di credibilità, dilaga inarrestabile sui giornali italiani. Il commentatore principe dell’Unità, Michele Serra, dedica una delle sue rubriche quotidiane di prima pagina al- l’esegesi testual-musicale del ritrovato Inno Nazionale che Mazzini avrebbe commissio- nato a Giuseppe Ve rdi. La rivista Studi cat- tolici, legata all’Opus Dei, spiega che all’ori- gine delle iniziative giudiziarie della pro c u- ra palermitana c’è stato “un complotto di antipapisti e massoni americani” finalizza- to alla cancellazione del “ruolo determi- nante svolto dai cattolici italiani nella so- cietà e nelle istituzioni dal 1945 al ‘92”. E ampio spazio viene dedicato dai giornali al- la notizia che Alberto Sordi e Sergio Zavoli sono entrati nella storia immortale con l’in- gresso trionfale dei loro profili biografici nelle ambite pagine dell’Enciclopedia Tre c- c a n i . Continua invece il tormentone sulle ultime ore di Benito Mussolini, aperto con la pub- blicazione da parte dell’Unità del memoria- le redatto da uno dei giustizieri del Duce. Adesso viene fuori la storia che Claretta Pe- tacci sarebbe stata un’informatrice dei te- deschi col compito di sottrarre al suo “ Ben” compromettenti documenti, in part i c o l a re , riferisce il Corriere della Sera, “sulle pre- sunte mire antitedesche della Repubblica di Salò”. Segue indispettita replica del Se- colo d’Italia che sospetta, dietro queste ri- velazioni, misteriose manovre architettate dalla storiografia dei post-comunisti. Sem- p re sul Secolo d’Italia si propone una rilet- tura storica del pli e si parla di Giovanni Malagodi come di “un plumbeo commesso di Wall Street”. Su Av v e n i re si asserisce che il mito Che Guevara sarebbe nato nell’am- biente cattolico mentre sul Manifesto un nu- trito gruppo di intellettuali nostalgici del co- munismo, tra i quali spicca il nome di Cesa- re Cases, paragona la “larga intesa” di que- sti giorni al famigerato “patto di pacifica- zione” tra i fascisti e socialisti del 1921. E mentre il Messaggero apre la discussione sull’eterno tema: rischiamo o no di fare la fine di Weimar?, e a questo fine interroga il fior fiore dei politologi, il Corr i e re della Se- ra suggerisce, sulla scorta di “alcune lette- re”, l’ipotesi che il capitano del “Bounty” sia stato “davvero un sadico”. Non sarebbe il caso di ammutinarsi? IN CENTRO AMERICA per la seconda volta, Giovanni Paolo II è tornato in Nicaragua Nel 1983 a Managua subì la violenta con- testazione dei sandinisti durante la messa, m e rcoledì, nella stessa città ha detto: “Que- sta visita si è svolta in circostanze molto di- verse in un clima positivamente cambiato… superata la guerra civile e le tentazioni di forme totalitarie restano da sconfiggere le piaghe della povertà e dell’ignoranza”. Il pontificato di Karol Wojtyla si era aper- to nel 1979 con cinque viaggi: Messico, Polo- nia, Irlanda, Tu rchia e Africa, quasi un pro- gramma strategico per la futura politica in- t e rnazionale della Chiesa. Qual è il bilancio a diciotto anni di distanza? AMERICA LATINA. L’inizio della lotta alla teologia della liberazione e al comunismo Messico: nel gennaio del 1979 Karol Wo j t y- la presenzia personalmente all’assemblea generale dell’episcopato latinoamericano a Puebla. Da quella riunione esce la strategia del pontificato. Il continente latinoamerica- no è in quegli anni teatro di una partita de- cisiva: in molti di quei Paesi - spesso soff o c a- ti da dittature autoritarie - giocano la loro ul- tima battaglia la guerriglia e le avanguard i e leniniste e marxiste. Un gruppo di teologi (tra cui Gustavo Gutierrez) sviluppa un inse- gnamento che sottolinea l’aspetto “rivoluzio- nario” del Vangelo assumendo le categorie di Karl Marx. La lotta del Papa contro il co- munismo inizia qui, con la demolizione del- la Teologia della Liberazione. Oggi non ci so- no più dittature, ma le condizioni di vita del- le popolazioni dell’America Latina sono peg- giorate. Cadute le ideologie totalitarie non sono seguite riforme in grado di garantire la giustizia sociale. E il numero dei cattolici di- minuisce, eroso dal proselitismo delle sette. POLONIA. Solidarnosc prepara lo sgretola- mento dell’Est euro p e o Il viaggio in Polonia (giugno 1979) segna l’inizio dell’esperienza di Solidarnosc e del- la caduta del blocco comunista. L’evento del 1989 e l’aff e rmarsi di regimi democratici al- l’Est, non ha però portato quella “rinascita” tanto auspicata da Giovanni Paolo II, che aveva sfidato l’Europa a riscoprire le sue “radici cristiane”. E’ stato troppo enfatizza- to il ruolo del papato nel crollo di quei re g i- mi, caduti più sotto la spinta del mercato che per il cattolicesimo. Duro smacco per papa Wojtyla è stata la vittoria dell’ex co- munista Kwasniewski contro Walesa nelle p residenziali polacche. Il primate polacco, c a rdinale Glemp, aveva detto che quel bal- lottaggio era “una scelta tra un insieme di valori cristiani e un sistema che chiamerei n e o - p a g a n o . IRLANDA. La caduta dell’ultimo baluardo del cattolicesimo euro p e o Settembre 1979, è la volta di uno dell’Ir- landa, un Paese in cui, nove anni fa, due cit- tadini su tre avevano respinto l’intro d u z i o n e del divorzio. Tre mesi fa invece il 50,2% ha detto sì alla legge divorzista e la Chiesa è stata sconfitta, anche se di misura, in una terra ad altissima densità cattolica. La se- conda fase del pontificato è stata caratteriz- zata dalla lotta al “relativismo etico”. Se- condo The Economist la doppia sconfitta Po- lonia-Irlanda è un segno della declinante in- fluenza del papato sul mondo occidentale. TURCHIA. L’apertura al mondo ortodosso e le difficoltà con Mosca N o v e m b re 1979: Tu rchia e Patriarcato di Costantinopoli: alla soglia del terzo millen- nio è verso i fratelli separati d’Oriente che si indirizzano gli sforzi del Papa che, con l’en- ciclica “Ut Unum sint” si è dichiarato di- sponibile a ridiscutere il ruolo del papato. Ma da parte ortodossa rimangono diff i c o l t à : se infatti con il Patriarca grec o - o rt od os s o B a rtolomeo I i rapporti sono cordiali, non si può dire altrettanto di quelli con il Patriar- ca di Mosca Alessio II. Un incontro tra i due è previsto in primavera in occasione del viaggio del Papa in Ungheria. Ma in molti pensano che Alessio declinerà l’invito. L’AFRICA. Il problema dell’inculturazione della fede con riti e tradizioni non cristiane L’Africa è sempre stata nel cuore del Pa- pa. Nel continente con 1300 miliardi di dol- lari di debito internazionale, dove negli ul- timi anni sono stati cancellati il 47% degli investimenti e dove 40 milioni di persone (tra cui 18 di bambini) muoiono ogni anno di fame, la Chiesa convive con una miriade di problemi. Oltre a quello dell’assistenza ai più deboli, i cattolici, seguaci di una reli- gione minoritaria, devono infatti fare i con- ti con il problema dell’inculturazione: un modello occidentale della fede che si in- contra (e si scontra) con tradizioni, usanze e riti tribali. I VIAGGI DESIDERAT I .G e rusalemme, il Libano, la Bosnia, la Russia Sono tanti. Il più importante è quello a Gerusalemme. La contesa fra ebrei e pale- stinesi non lo ha fino ad oggi permesso sen- za cre a re problemi diplomatici alle parti in causa. Da due anni è avvenuto lo scambio di ambasciatori fra Israele e la Santa Sede che chiede uno statuto internazionale a tutela dei luoghi santi per la città capitale dello Stato ebraico. Fortemente desiderati ma rin- viati all’ultimo momento i viaggi in Libano e in Bosnia. Restano invece nel limbo dei de- sideri per ora irrealizzabili Mosca e Cuba. SILVIO BERLUSCONI IL FOGLIO ANNO I NUMERO 10 DIRETTORE GIULIANO FERRARA SABATO 10 GENNAIO 1996 - L.1000 DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA VICTOR HUGO, 1 - 20123 - MILANO quotidiano TEL. 02/8639181 - FAX 02/878596 - SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE / 50% - MILANO I viaggi del Papa Le battaglie contro i teologi della liberazione e il comunismo Il bilancio dopo 18 anni I pentiti ora riscrivono la vera storia di Garibaldi Verbali, memoriali, rivelazioni, e i quotidiani scalzano i manuali Gli scoop sul passato Maastricht Anche in Austria larghe intese. To rn a n o insieme al governo, dopo una clamorosa ro t- tura e una tornata elettorale, socialdemo- cratici e popolar-conservatori. L’obiettivo non è la grande riforma della Costituzione ma l’ingresso in Europa secondo le regole del Trattato di Maastricht, che prevede il li- mite del 3 per cento alla capacità di indebi- tamento annuale degli stati in relazione al- la ricchezza prodotta (il famoso Pil o pro- dotto interno lordo). L’intesa tra Franz Vr a- nitzky, il cancelliere socialdemocratico, e Wolfgang Schuessel, il capo dei conserv a t o- ri, prevede una riduzione del disavanzo per il 1996 e per il 1997 di circa 17 mila miliard i di lire. La cifra è più vicina ai desiderata dei socialdemocratici, ma i conservatori hanno ottenuto di far gravare la manovra per i due terzi sulla riduzione delle spese e solo per un terzo sull’aumento delle entra- te. Per il taglio del welfare, al centro le pen- sioni, che furono il pretesto per la rottura della grande coalizione nello scorso otto- bre. Quanto alle entrate, subiranno un sa- lasso gli alti salari e saranno aumentate le imposte sui patrimoni mobiliari. Come grande esca per le riforme, Maa- stricht funziona, e sotto il suo sole non c’è niente di nuovo da un paese all’altro. Cre- scono però i timori che a quel sole l’Euro p a si possa scottare. Rivoluzione conservatrice In America i liberisti intensificano la lotta contro le tasse e lo Stato Parla Grover Norquist, lo spettacolare campione della flat tax. Il moderato Dole assediato dai falchi di Gingrich Il giuramento anti-imposte Buio improvviso Il governo in pericolo fino all’ultimo istante, Fini si arrabbia davvero Storie di equivoci non senza importanza. Ma i vecchi della politica: “E’ il solito falso allarme” Una cena un po’ misteriosa OTTIMI RISULTATI DI VENDITA DAMARTEDI’MENO SPAZIO ALLAPUBBLICITA’ IL FOGLIO QUOTIDIANO è stato accolto con favore e generosità dai lettori. Ma secondo molti la quart a pagina di pubblicità è un eccesso. ACCETTIAMO IL CONSIGLIO e dal prossimo numero (martedì 13) l’ultima pagina ospiterà due art i c o- li, con una riduzione di pubblicità. LA CAMPAGNA ABBONAMENTI p rosegue. Questo il numero verde: 1678. 20000. Anche la distribuzione in edicola raggiungerà nuove zone.

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  • La Giornata* * * * * *

    In Italia Nel mondo

    Roma. Giornata campale con brivido peril governo. La sera di gioved, mentre Gian-franco Fini duellava in video con il capo-g ruppo del Pds in Senato, Cesare Salvi, Sil-vio Berlusconi e Gianni Letta si infilavanoin macchina per andare a cena con un ospi-te misterioso. Prima di salire in auto, Ber-lusconi, che aveva visto i primi minuti dellatrasmissione Tempo reale, d un giudiziodi sfuggita a un giornalista sul duello tra illeader di An e Salvi. Poco dopo, in onda, aFini viene letta una dichiarazione, che Ber-lusconi poi disconoscer, in cui il leader diF o rza Italia sta sopra le parti e dice che se-condo lui Fini e Salvi litigavano ma in fon-do dicevano la stessa cosa, e che con tuttiquesti cavilli la gente finiva per non capirc ipi niente.

    Fini, sgradevolmente impressionato pere s s e re stato messo sullo stesso piano di Sal-vi dal suo principale alleato, non la fa pas-s a re liscia. Con eleganza, ma irritato, diceche anche a Berlusconi pu talvolta capita-re di essere assai distratto. E intensifica illitigio verbale con il pidiessino, ricord a n-dogli a brutto musoche An a votare ung o v e rno senza che siac h i a ro il suo ancorag-gio al semipre s i d e n-zialismo alla francesep roprio non ci sta. Inquegli stessi minuti,m e n t re si crea il pri-mo grande equivocodi fine crisi tra Berlu-sconi e Fini, MassimoDAlema si reca daAntonio Maccanico, ac o n f e r i re. In ballo cs e m p re questo bene-detto preambolo, lep a role da limare, le espressioni per accon-t e n t a re tutti, come sempre successo nellaprima repubblica. Il governo si impegna inprima persona o il Parlamento totalmen-te autonomo? La maggioranza semipre s i-denzialista o c margine, per DAlema, ver-so i dubbi e le diffidenze del Partito popo-l a re, per non parlare delle dure opposizio-ni di estrema sinistra?

    Maccanico e DAlema dovre b b e ro averlavorato di cesello, ma quellincontro staper diventare materia incandescente. Infat-ti nella notte, e amplificato alle luci dellal-ba, si sparge per questa Roma uggiosa divecchia politica un caro boato, una chiac-chiera pi o meno interessata. Berlusconi eLetta sare b b e ro anche loro tra i part e c i-panti a quellincontro . . .

    Quando si irrita Pinuccio Ta t a re l l aIeri per tutto il giorno Pinuccio Ta t a re l l a ,

    gi irritato per la campagna berlusconianaa favore dei due (e solo due) garanti dei po-li da mettere nel governo, suona il tam tamdi guerra. Hanno fatto un accordo alle no-s t re spalle - dice sempre meno nascosta-mente - sulla struttura del governo. Vo g l i o-no una grande spartizione che emargini Al-leanza nazionale. Letta parte a razzo, a quelpunto, con le sue arti diplomatiche. MentreBerlusconi smentisce e rismentisce la di-chiarazione che aveva irritato Fini in tv( p u rt roppo, come diceva Mario Missiroli, fa-moso dire t t o re del Corr i e re, una smentita solo una notizia data due volte), il suo nu-m e ro due ricostruisce minuto per minuto lafamosa cena con lospite misterioso. No, di-ce Letta, non era Maccanico, e tantomenoDAlema. Era Lamberto Dini, con il qualeera stata organizzata una rimpatriata a tredopo le roventi polemiche, la crisi di gover-no, i veti, le gelosie, le incomprensioni e itradimenti re c i p roci. Ma Letta aveva vogliadi cerc a re di spuntare, arro t o n d a re, lenirela dolorosa diffidenza di schietta radice me-ridionale di un furbissimo come Ta t a re l l a .Niente da fare. E dietro la clamorosa, seb-bene in principio silenziosa, insurrezione diAn contro il misterioso papocchio a due, ec-co accodarsi Pierf e rdinando Casini, che undc responsabile e sorvegliato ma non disde-gna di aumentare il suo potere di contratta-zione sulla struttura del governo e sui mini-stri; ed ecco il grande e operoso dialogatoreRocco Buttiglione, il filosofo degli accord iche per di accordo ne voleva un altro.

    Una serata che si fa minacciosaAlla fine a Berlusconi toccato di convo-

    c a re di nuovo un vertice del polo delle li-b e rt, mentre DAlema sfruculiava e conG e r a rdo Bianco faceva un suo bravo giro divalzer allinsegna della confusione: semi-p residenzialismo o cancellierato?

    Serata minacciosa per Maccanico, anchese i vecchi analisti politici della Capitale di-cono che sempre stato cos e cos sempresar: quando si chiude una crisi e si fa un go-v e rno, londa dello scontento sale e sembras e m p re che salti tutto. Nessuno sa se davve-ro c stata la cena a quattro da Maccanico,con Fini nella parte del Convitato di pietra.C e rto che il nervosismo non nasce daip reamboli ma dallo scontro, ambiguo e ri-s e rvato, sui centri di comando del govern o ,sui superministeri e sui superministri.

    New York. La tradizione vuole che il par-tito repubblicano scelga il suo candidatop residenziale seguendo le regole della ge-r a rchia e dellanzianit, e questanno toc-c h e rebbe a Bob Dole, leader del Senato. In-vece le carte sono cambiate per la rapidaascesa di Steve Forbes, miliardario estern oalla nomenclatura politica. Uff i c i a l m e n t eForbes privo del sostegno del partito, manon si direbbe visitando gli uffici dellA-mericans for Tax Reform, dove Grover Nor-quist, pupillo del presidente del Congre s s oNewt Gingrich, linstancabile campionedella proposta di Forbes sulla flat tax,una proposta che Dole rifiuta di appoggia-re .

    La battaglia per la flat taxLAmericans for Tax Reform una lobby,

    ma anche il braccio organizzativo dellalaradicale repubblicana che ha conquistatola capitale nel 1994 con le sue proposte didrastica riduzione della presenza dello sta-to nella vita dei cittadini. E ha portato la ri-voluzione dentro casa, contro i moderati co-

    me Bob Dole chehanno sempre pre-ferito il compro-messo e i piccoliaggiustamenti. Inquesti giorni Nor-quist, che a 38 anni considerato daGingrich lattivistapi intelligente inmateria fiscale,passa il suo tempoal telefono con lecapitali statali pro-muovendo leggi

    che richiedono la maggioranza dei 2/3 deiparlamenti locali per aumentare le tasse.Ma non trascura lappuntamento del NewH a m p s h i re, le prime importanti primarie,dove andr a tenere assemblee a sostegnodella flat tax.

    N o rquist ha persuaso tutti i candidati re-pubblicani alla presidenza a firm a re Ilgiuramento sulla protezione del contri-buente, un documento che li impegna aopporsi a qualsiasi tentativo di aumentarele tasse a individui o imprese. Lo stessogiuramento stato firmato da 200 deputatie 32 senatori, in una vasta campagna dismantellamento della cultura pro g re s s i s t aanche tra i repubblicani. Norquist il capodi una coalizione che lui stesso definisce ilp a rtito di quelli che vogliono essere lascia-ti in pace. L o p p re s s o re in questo caso ilg o v e rno: o attraverso la tassazione o conleccesso di regole. Il suo idolo politico lattivista radicale del diciottesimo secoloTom Paine, di cui parafrasa la filosofia di-cendo: Gli americani amano il pro p r i opaese ma odiano il governo, che solo unmale necessario. Il suo programma espri-me lo stesso zelo contro tutto ci che sappiadi stato, nemico della libert .

    Fino al 1994 - spiega Norquist - il nostroobiettivo era solo di ridurre le tasse, ades-so che abbiamo la maggioranza al Congre s-so possiamo anche batterci per tagliare laspesa pubblica. E le politiche sociali cuilelettorato abituato, come le pensioni, e acui non vorrebbe rinunciare? Dobbiamop r i v a t i z z a re tutto, come le pensioni in Cile,e poi anche la sanit. Bisogna re n d e re il so-cialismo impossibile in questo paese.

    N o rquist ha fondato il suo gruppo nel1985, e adesso ha un bilancio di circa 1 mi-lione di dollari e 15 persone nello staff. So-no 39 i gruppi statali distaccati, che comun-que si mantengono indipendenti dal centro .Le campagne che svolgono riguardano temidiversi, e includono anche limmigrazione.F a u t o re di un liberismo forte, Norquist contrario alle proposte di controllo e ridu-zione dellimmigrazione elaborate dai pro-g ressisti - cosa sarebbe lAmerica senzaimmigrati? - , tanto pi che prevedono le-missione di una carta di identit nazionale:Non perm e t t e remo questa schedatura na-z i o n a l e .

    Lobiettivo di Norquist di ampliare iconsensi alle forze conservatrici aldil dels e t t o re pi tradizionale della destra re l i-giosa. Mentre parliamo nel suo ufficio unacollaboratrice gli ricorda limpegno a cenacon una comunit di indiani Chothow.

    Gli indiani che non pagano le imposteSono popolazioni che non pagano tasse

    per una speciale esenzione garantita dal go-v e rno, ma per un tenace org a n i z z a t o re co-me Grover Norquist contano come i contri-buenti del nord est che costituiscono il suoseguito pi grosso. Norquist tiene sottoc-chio i pro g ressi delle sue truppe. Ai candi-dati che lo chiamano al telefono suggerisce:La campagna elettorale va fatta su pochi,semplici principi. No alla doppia tassazio-ne. Obbligo di maggioranza dei 2/3 per au-m e n t a re le tasse. Rispetto dei diritti dellap ropriet privata, cio no ai piani re g o l a t o-ri. E che il sindacato non usi pi il denarodei suoi membri per fare campagne politi-che: il 70% degli americani contro, com-p resi i sindacalisti.

    IMPROVVISA ONDATA DI PESSI-MISMO NEL CENTRODESTRA d o p ouna nervosa giornata di trattative. SilvioBerlusconi ha cercato di ricompattarelo schieramento in un vertice comincia-to in serata e proseguito sino a notte.Prima di entrare in via dellAnima,Gianfranco Fini ha detto che le possi-bilit di accordo sono pressoch inesi-stenti. Fini ha apertamente minaccia-to di votare contro il governo. DAlemap rova con una ciambella di salvataggio:i parlamentari pro g ressisti si impegna-no solennemente a fare le riforme co-stituzionali.

    * * *E il governo di Agnelli, dichiara

    Fausto Bertinotti, leader di Rifondazio-ne comunista. E aggiunge: Chiediamoai compagni del Pds di ripensarci, per-ch dietro il trasformismo si celano glii n t e ressi dei pi fort i .

    * * *Industria in buona salute visto che nel

    mese di novembre, come segnalano idati dellIstat, il fatturato cresciuto del14,6% e gli ordinativi del 10,6% rispettoallo stesso periodo dello scorso anno.Nei primi undici mesi del 95, per, ilfatturato registra un incremento del18,1% e gli ordinativi del 20,7%. PerGiampaolo Galli, dire t t o re del Centrostudi di Confindustria, i dati non indi-cano che siamo in una stiuazione di re-cessione ma di rallentamento.

    * * *Il Mediocredito in centro Italia ha vis-

    suto un 95 positivo. La banca che ero g afinanziamenti e mutui fondiari, durantelanno scorso ha concesso sovvenzioniper il 45% in pi rispetto al 94. Ne han-no goduto in part i c o l a re le imprese diM a rche, Abruzzo, Umbria e Molise.

    La Bnl aprir un fondo di investi -mento chiuso che servir come sostegnoa piccole e medie imprese. Bnl Investi -re impresa si a quelli lanciati dal gru p -po Arca e da Eptafund.

    * * *La blindatura della Finanziaria la

    p roposta avanzata dal ministro per leR i f o rme istituzionali Giovanni Motzo,che ritiene necessaria una modifica co-stituzionale. Secondo Motzo la Finan-ziaria blindata sarebbe lunico modoper re s p o n s a b i l i z z a re i governi sugli im-pegni di Maastricht, perch impedire b-be di ovviare agli sforamenti della spe-sa con linnalzamento delle tasse.

    Lopinione di Gianni Agnelli, che ri -tiene indispensabile una manovra da50 mila miliardi, ha aperto un dibattito.Per Sergio Cofferati bastano 10-15 milam i l i a rdi; valutazione esagerata ancheper Enrico Vinci, segretario dellEuro -parlamento. Favorevole Mario Arc e l l i ,re t t o re della Luiss.

    * * *Militari della Gdf corrotti e non con-

    cussori, nonostante lipotesi, avanzatadalla procura di Milano, che alcunimembri delle Fiamme gialle abbianocostituito unassociazione per delinque-re. Lo ha specificato ieri il pro c u r a t o reaggiunto Gerardo DAmbro s i o .

    * * *Il Cda della Rai ha convocato per il 27

    febbraio lassemblea degli azionisti. Al-l o rdine del giorno la nomina del dire t-t o re generale.

    M a rted riunione del Consiglio dam -ministrazione dellIri.

    * * *Attacchi allAran, stavolta da part e

    della Confedir, lassociazione dei diri-genti del parastato, secondo i quali la-genzia per la contrattazione del pubbli-co impiego scavalca il Parlamento.

    * * *Il Secolo dItalia rinnovato nella grafi-

    ca e arricchito di 4 pagine, ha debuttatoieri nelle edicole. Dalla redazione delFoglio gli auguri ai colleghi.

    * * *Borsa di Milano. Lindice Mibtel di ie-

    ri 10.145 (-0,11%). La lira ha guadagna-to 9,26 punti sul dollaro (1.565,38) e 2,45sul marco (1.063,44).

    HOLBROOKE TORNA IN BOSNIAper cerc a re di appianare personal-mente le tensioni che, negli ultimi gior-ni, stanno mettendo a repentaglio glia c c o rdi di pace di Dayton, di cui il di-plomatico statunitense fu uno dei prin-cipali arc h i t e t t i .

    * * *Il Giappone prevede un buon 96. Se-

    condo lAgenzia per la pianificazioneeconomica il Pil crescer del 2,5%, ildoppio rispetto al 95. L i n d e b o l i m e n t odello yen aiuter leconomia ad usciredalla recessione che la affligge da 1991.

    Il premier giapponese Ry u t a ro Ha -shimoto incontrer Bill Clinton il 23febbraio a Santa Monica in Californ i a .

    * * *Almeno tre morti a Gro z n y per le-

    splosione di una bomba tra i manife-stanti che da sei giorni chiedono il riti-ro dei russi dalla Cecenia.

    * * *Bloccata da uno scandalo la privatiz-

    zazione delle ferrovie britanniche, unodei cavalli di battaglia del govern oM a j o r. La Enterprise Rail, societ chese ne era aggiudicata una parte cospi-cua, sospettata di frode ai danni dellasociet della metropolitana londinese.

    * * *I terreni su cui fu eretto il Muro d i

    Berlino non torneranno ai pro p r i e t a r i ,che ne furono espropriati nel 61. I ter-reni valgono oggi centinaia di miliard idi lire. Il governo di Kohl non intendec re a re precedenti in materia di re s t i-tuzioni demaniali della ex Ddr.

    * * *Lo status di Geru s a l e m m e sar al

    c e n t ro dei negoziati che israeliani e pa-lestinesi condurranno in maggio a Ra-bat, in Marocco. Lo annuncia la stampaegiziana, citando quale fonte il mini-s t ro degli Esteri del Cairo, Ehud Barak.

    * * *Mandato darresto in Sudan per i tre

    t e rroristi sospettati di aver org a n i z z a t o ,nel giugno scorso, un attentato contro ilp residente egiziano Mubarak ad AddisAbeba. La loro estradizione in Etiopiaera stata chiesta dallOnu.

    * * *Il re delloppio, il birmano Khun Sa,

    che il mese scorso si era arreso alle for-ze armate del suo paese, non sarestradato negli Stati Uniti. Lo ha di-chiarato il governo di Rangoon.

    Secondo lantidroga di Wa s h i n g t o n ,il 60% delleroina presente sul merc a t ostatunitense proviene dalla Birm a n i a .

    * * *La beatificazione di Romero stata ri-

    chiesta ufficialmente al Papa dalle au-torit ecclesiastiche di San Salvador,dove Wojtyla attualmente in visita.

    Era ora. Era ora che i pentiti di mafia,chiamati a riscrivere la vera storia dItalia(come annuncia il titolo del monumentalevolume che raccoglie i risultati delle inda-gini della Procura di Palermo, editore Pi-ronti), pre n d e s s e ro sul serio limmane com-pito e si mettessero con impegno a compila-re i nuovi manuali destinati a trasmetterealle generazioni future le tappe salienti del-la vicenda patria. E cos il pentito AntoninoPatti, qualcosa come 38 omicidi alle spalle,sale in cattedra (momentaneamente trasfe-rita nellaula bunker di Como) per stabilirela nuova verit storica: Anche Garibaldipag il pizzo per sbarc a re con i Mille a Mar-sala. La fonte dello storico pluriomicida sa-rebbe, riferiscono i giornali, tal Vi n c e n z oDAmico anziano mafioso catturato duran-te loperazione Omega conclusasi con 80 ar-resti. Anzich arc h i v i a re la faccenda, i quo-tidiani la prendono maledettamente sul se-rio (quasi come la storia del bacio tra zioGiulio e Riina). La Stampa interroga sullar-gomento un pensoso Denis Mack Smith e daHammamet interviene, via Tg2, un risentitoBettino Craxi, cultore di memorie garibal-dine, che sciorina la vera storia dello sbar-co a Marsala, con tanto di brigantini ingle-si e flotte napoletane.

    Del resto la mania dello scoop storico, tan-to pi se eccentrico e apparentemente pri-vo di credibilit, dilaga inarrestabile suig i o rnali italiani. Il commentatore principedellUnit, Michele Serra, dedica una dellesue rubriche quotidiane di prima pagina al-lesegesi testual-musicale del ritrovato InnoNazionale che Mazzini avrebbe commissio-nato a Giuseppe Ve rdi. La rivista Studi cat-tolici, legata allOpus Dei, spiega che allori-gine delle iniziative giudiziarie della pro c u-ra palermitana c stato un complotto diantipapisti e massoni americani finalizza-to alla cancellazione del ruolo determ i-nante svolto dai cattolici italiani nella so-ciet e nelle istituzioni dal 1945 al 92. Eampio spazio viene dedicato dai giornali al-la notizia che Alberto Sordi e Sergio Zavolisono entrati nella storia immortale con lin-g resso trionfale dei loro profili biograficinelle ambite pagine dellEnciclopedia Tre c-c a n i .

    Continua invece il tormentone sulle ultimeo re di Benito Mussolini, aperto con la pub-blicazione da parte dellUnit del memoria-le redatto da uno dei giustizieri del Duce.Adesso viene fuori la storia che Claretta Pe-tacci sarebbe stata uninformatrice dei te-deschi col compito di sottrarre al suo Benc o m p romettenti documenti, in part i c o l a re ,riferisce il Corr i e re della Sera, sulle pre-sunte mire antitedesche della Repubblicadi Sal. Segue indispettita replica del Se-colo dItalia che sospetta, dietro queste ri-velazioni, misteriose manovre arc h i t e t t a t edalla storiografia dei post-comunisti. Sem-p re sul Secolo dItalia si propone una rilet-tura storica del pli e si parla di GiovanniMalagodi come di un plumbeo commessodi Wall Street. Su Av v e n i re si asserisce cheil mito Che Guevara sarebbe nato nellam-biente cattolico mentre sul Manifesto un nu-trito gruppo di intellettuali nostalgici del co-munismo, tra i quali spicca il nome di Cesa-re Cases, paragona la larga intesa di que-sti giorni al famigerato patto di pacifica-zione tra i fascisti e socialisti del 1921. Em e n t re il Messaggero apre la discussiones u l l e t e rno tema: rischiamo o no di fare lafine di Weimar?, e a questo fine interroga ilfior fiore dei politologi, il Corr i e re della Se-ra suggerisce, sulla scorta di alcune lette-re, lipotesi che il capitano del Bounty siastato davvero un sadico. Non sarebbe ilcaso di ammutinarsi?

    IN CENTRO AMERICA per la seconda volta,Giovanni Paolo II tornato in Nicaragua

    Nel 1983 a Managua sub la violenta con-testazione dei sandinisti durante la messa,m e rcoled, nella stessa citt ha detto: Que-sta visita si svolta in circostanze molto di-verse in un clima positivamente cambiatosuperata la guerra civile e le tentazioni dif o rme totalitarie restano da sconfiggere lepiaghe della povert e dellignoranza.

    Il pontificato di Karol Wojtyla si era aper-to nel 1979 con cinque viaggi: Messico, Polo-nia, Irlanda, Tu rchia e Africa, quasi un pro-gramma strategico per la futura politica in-t e rnazionale della Chiesa. Qual il bilancioa diciotto anni di distanza?

    AMERICA LATINA. Linizio della lotta allateologia della liberazione e al comunismo

    Messico: nel gennaio del 1979 Karol Wo j t y-la presenzia personalmente allassembleagenerale dellepiscopato latinoamericano aPuebla. Da quella riunione esce la strategiadel pontificato. Il continente latinoamerica-no in quegli anni teatro di una partita de-cisiva: in molti di quei Paesi - spesso soff o c a-ti da dittature autoritarie - giocano la loro ul-tima battaglia la guerriglia e le avanguard i eleniniste e marxiste. Un gruppo di teologi(tra cui Gustavo Gutierrez) sviluppa un inse-gnamento che sottolinea laspetto rivoluzio-nario del Vangelo assumendo le categoriedi Karl Marx. La lotta del Papa contro il co-munismo inizia qui, con la demolizione del-la Teologia della Liberazione. Oggi non ci so-no pi dittature, ma le condizioni di vita del-le popolazioni dellAmerica Latina sono peg-giorate. Cadute le ideologie totalitarie nonsono seguite riforme in grado di garantire lagiustizia sociale. E il numero dei cattolici di-minuisce, eroso dal proselitismo delle sette.

    P O L O N I A. Solidarnosc prepara lo sgre t o l a-mento dellEst euro p e o

    Il viaggio in Polonia (giugno 1979) segnalinizio dellesperienza di Solidarnosc e del-la caduta del blocco comunista. Levento del1989 e laff e rmarsi di regimi democratici al-lEst, non ha per portato quella rinascitatanto auspicata da Giovanni Paolo II, cheaveva sfidato lEuropa a riscoprire le sueradici cristiane. E stato troppo enfatizza-to il ruolo del papato nel crollo di quei re g i-mi, caduti pi sotto la spinta del merc a t oche per il cattolicesimo. Duro smacco perpapa Wojtyla stata la vittoria dellex co-munista Kwasniewski contro Walesa nellep residenziali polacche. Il primate polacco,c a rdinale Glemp, aveva detto che quel bal-lottaggio era una scelta tra un insieme divalori cristiani e un sistema che chiamere in e o - p a g a n o .

    I R L A N D A . La caduta dellultimo baluard odel cattolicesimo euro p e o

    S e t t e m b re 1979, la volta di uno dellIr-landa, un Paese in cui, nove anni fa, due cit-tadini su tre avevano respinto lintro d u z i o n edel divorzio. Tre mesi fa invece il 50,2% hadetto s alla legge divorzista e la Chiesa stata sconfitta, anche se di misura, in unat e rra ad altissima densit cattolica. La se-conda fase del pontificato stata caratteriz-zata dalla lotta al relativismo etico. Se-condo The Economist la doppia sconfitta Po-lonia-Irlanda un segno della declinante in-fluenza del papato sul mondo occidentale.

    TURCHIA. L a p e rtura al mondo ortodosso ele difficolt con Mosca

    N o v e m b re 1979: Tu rchia e Patriarcato diCostantinopoli: alla soglia del terzo millen-nio verso i fratelli separati dOriente che siindirizzano gli sforzi del Papa che, con len-ciclica Ut Unum sint si dichiarato di-sponibile a ridiscutere il ruolo del papato.Ma da parte ortodossa rimangono diff i c o l t :se infatti con il Patriarca gre c o - o rt o d o s s oB a rtolomeo I i rapporti sono cordiali, non sipu dire altrettanto di quelli con il Patriar-ca di Mosca Alessio II. Un incontro tra i due previsto in primavera in occasione delviaggio del Papa in Ungheria. Ma in moltipensano che Alessio decliner linvito.

    L A F R I C A . Il problema dellinculturazionedella fede con riti e tradizioni non cristiane

    LAfrica sempre stata nel cuore del Pa-pa. Nel continente con 1300 miliardi di dol-lari di debito internazionale, dove negli ul-timi anni sono stati cancellati il 47% degliinvestimenti e dove 40 milioni di persone(tra cui 18 di bambini) muoiono ogni anno difame, la Chiesa convive con una miriade dip roblemi. Oltre a quello dellassistenza aipi deboli, i cattolici, seguaci di una re l i-gione minoritaria, devono infatti fare i con-ti con il problema dellinculturazione: unmodello occidentale della fede che si in-contra (e si scontra) con tradizioni, usanze eriti tribali.

    I VIAGGI DESIDERAT I .G e rusalemme, ilLibano, la Bosnia, la Russia

    Sono tanti. Il pi importante quello aG e rusalemme. La contesa fra ebrei e pale-stinesi non lo ha fino ad oggi permesso sen-za cre a re problemi diplomatici alle parti incausa. Da due anni avvenuto lo scambio diambasciatori fra Israele e la Santa Sede chechiede uno statuto internazionale a tuteladei luoghi santi per la citt capitale delloStato ebraico. Fortemente desiderati ma rin-viati allultimo momento i viaggi in Libano ein Bosnia. Restano invece nel limbo dei de-sideri per ora irrealizzabili Mosca e Cuba.

    SILVIO BERLUSCONI

    I L FO G LIOANNO I NUMERO 10 DIRETTORE GIULIANO FERRARA SABATO 10 GENNAIO 1996 - L.1 0 0 0

    DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA VICTOR HUGO, 1 - 20123 - MILANO q u o t i d i a n o TEL. 02/8639181 - FAX 02/878596 - SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE / 50% - MILANO

    I viaggi del Papa

    Le battaglie contro i teologi della liberazione e il comunismo

    Il bilancio dopo 18 anni

    I pentiti ora riscrivonola vera storia di GaribaldiVerbali, memoriali, rivelazioni,

    e i quotidiani scalzano i manuali

    Gli scoop sul passato

    M a a s t r i c h tAnche in Austria larghe intese. To rn a n o

    insieme al governo, dopo una clamorosa ro t-tura e una tornata elettorale, socialdemo-cratici e popolar- c o n s e rvatori. L o b i e t t i v onon la grande riforma della Costituzionema lingresso in Europa secondo le re g o l edel Trattato di Maastricht, che prevede il li-mite del 3 per cento alla capacit di indebi-tamento annuale degli stati in relazione al-la ricchezza prodotta (il famoso Pil o pro-dotto interno lordo). Lintesa tra Franz Vr a-n i t z k y, il cancelliere socialdemocratico, eWolfgang Schuessel, il capo dei conserv a t o-ri, prevede una riduzione del disavanzo peril 1996 e per il 1997 di circa 17 mila miliard idi lire. La cifra pi vicina ai desideratadei socialdemocratici, ma i conserv a t o r ihanno ottenuto di far gravare la manovraper i due terzi sulla riduzione delle spese esolo per un terzo sullaumento delle entra-te. Per il taglio del welfare, al centro le pen-sioni, che furono il pretesto per la ro t t u r adella grande coalizione nello scorso otto-b re. Quanto alle entrate, subiranno un sa-lasso gli alti salari e saranno aumentate leimposte sui patrimoni mobiliari.

    Come grande esca per le riforme, Maa-stricht funziona, e sotto il suo sole non cniente di nuovo da un paese allaltro. Cre-scono per i timori che a quel sole lEuro p asi possa scottare.

    Rivoluzione conservatrice

    In America i liberistiintensificano la lottacontro le tasse e lo StatoParla Grover Norquist, lo spettacolare

    campione della flat tax. Il moderato Dole assediato dai falchi di Gingrich

    Il giuramento anti-imposte

    Buio improvviso Il governo in pericolofino allultimo istante,Fini si arrabbia davveroStorie di equivoci non senza

    importanza. Ma i vecchi dellapolitica: E il solito falso allarme

    Una cena un po misteriosa

    OTTIMI RISULTATI DI VENDITA

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    IL FOGLIO QUOTIDIANO statoaccolto con favore e generosit dailettori. Ma secondo molti la quart apagina di pubblicit un eccesso.

    ACCETTIAMO IL CONSIGLIO edal prossimo numero (marted 13)lultima pagina ospiter due art i c o-li, con una riduzione di pubblicit.

    LA CAMPAGNA ABBONAMENTIp rosegue. Questo il numero verde: 1678. 20000. Anche la distribuzionein edicola raggiunger nuove zone.

  • ANNO I NUMERO 10 - PAG 2 I L FOGLIO QUOTIDIANO S A B ATO 10 FEBBRAIO 1996

    stanchezza delle vicende vissute insomma,che non tolsero a Gianandrea Gavazzeniquella serenit e quella autorit che tra-spaiono insieme sul volto dei vecchi chehanno vissuto pienamente. E gli aneddoti dipiccoli cedimenti, di passeggere confusionihanno il peso delle piume di fronte alla de-dizione al lavoro degli ultimi anni. Fino al-la determinazione di riesumare lo scorsogennaio a Lugo di Romagna L Av i a t o reD ro, opera del futurista Balilla Pratella, ar-chiviato dal tempo. Scomparso il 5 febbraio,a lui, come a Toscanini, la Scala ha riserv a-to lonore di un concerto a sala vuota. Quan-do nel 1967 tocc a Gavazzeni di dirigere asala vuota per Victor De Sabata, lorc h e s t r asuon senza dire t t o re. Il maestro ascoltavadal foyer. Estremo esempio di modestia diun uomo che fu amico di papi e di grandidella Te rra, ma che rimase radicato nei va-lori della terra della sua infanzia

    Renzo BiasionPer pudore, per stile, per stanchezza,

    Renzo Biason, nato a Treviso nel 1914, nonritenne opportuno rivendicare i diritti lega-li quando in moltir i c o n o b b e ro nelfilm Mediterr a n e odi Salvatores lastoria da lui rac-contata in Sa-gap, ro m a n z osulla guerra diG recia pubblicatonel 1954 da Einau-di. Pittore e inciso-re, oltre che ro-m a n z i e re e giornalista, Biason continu in-vece a dedicarsi allarte dellacquaforte, nel-la quale eccelleva. Quando mercoled 7 feb-braio scomparso a Firenze, la fondazioneCini stava allestendo una mostra dei suoi di-segni di prigionia a Creta e la galleria Maz-zoni di Bologna preparava una sua perso-nale che sar inaugurata il 17 febbraio.

    Adone MaltauroLuned 5 febbraio, dopo un interv e n t o

    c h i ru rgico, morto nellospedale di Ve ro n aAdone Maltauro. Nato nel 1909, Maltauroera lanima della grande azienda edile chep o rtava il suo nome. Dopo uno sviluppo im-petuoso che laveva vista part e c i p a re allarealizzazione di Euro d i s n e y, la Maltauroera stata coinvolta in alcune vicende giudi-ziarie che avevano nuociuto gravemente al-lazienda, costringendola a ridurre i dipen-denti da 2000 a 1200.

    Magnus (Roberto Raviola)Si rincorrevano in triciclo nei corridoi de-s e rti di un alberghetto romagnolo. Giocava-no a Shining, dicevano loro. Giocavano. Ilfavorito era Magnus, che un tumore al pan-

    Gene KellyLa mia danza era fondata su ci che

    pensavo dovesse essere lo spirito delluomodella strada americano. (...) Volevo ballarevestito da marinaio, da soldato, da metal-l u rgico, da camionista. Al taglio morbidoe perfetto degli abiti, alla leggerezza ari-stocratica della danza di Fred Astaire, Eu-gene Curran Kelly, nato a Pittsburgh, inPennsylvania il 23 agosto 1912, contrappo-neva la felpa e i pantaloni aderenti, la dan-za atletica e muscolare di chi avrebbe po-tuto diventare giocatore professionista dihockey sul ghiaccio. Ballerino, cantante, at-t o re, coreografo e regista, rivoluzion lacommedia musicale americana, port a n d o-la nella strada e accentuandone il taglio ci-nematografico. Ball con Cid Charisse, maanche con Tom e Jerry, il gatto e topo deic a rtoni animati. Sfrenato marinaio in ung i o rno di licenza a New York (1950), incu-rante della pioggia e delle pozzanghere pergioie damore (Ballando sotto la pioggia), la-sciava leggere nello sguardo da bravo ra-gazzo che una volta sistemato con famigliain provincia avrebbe dato laddio alle ub-bie e avrebbe fatto molto pi attenzione anon infradiciare scarpe e vestiti. Il suo de-clino anche il declino del genere. Del re-sto: un musicista ha il piano, un pittore ilpennello e uno scrittore la penna. ma unballerino non ha che il corpo. Il mio co-mincia a declinare. Il declino si conclu-so venerd 2 febbraio a Los Angeles.

    G i a n a n d rea GavazzeniIl tempo, aggravato dallimmane stan-

    chezza delle vicende vissute, vola anche peri musicisti. Valgano per Gianandrea Ga-vazzeni le parole che Gianandrea Gavazze-ni scrisse nel 1946 in morte di Bla Bart k . .Nel 1946 il tempo volava per il tre n t a c i n-quenne Gavazzeni, nato a Bergamo il 1909.La Scala ricostruita. I Pomeriggi Musicali.La composizione. La scrittura critica (Ur-geva la necessit di scrivere cui era statoimpedito per motivi pratici di attivit musi-cale lesercizio narrativo e poetico). L a m i-cizia con Petrassi, Mila, Della Corte. Lascrittura diaristica ( ... il libro dei conti - cuiuna pro g ressiva malinconia non tolse mais e renit n il piacere dellindagine schiet-ta). La precoce rinuncia a scrivere musicasua, dopo i tre straordinari Concerti di Cin-quand, in cui rivivevano gli incanti del-linfanzia sulla collina bergamasca (di s int e rza persona: Giudicandola di astanzaa n a c ronistica, proced lautore stesso ad au-tosepoltura, avanti sopravvenissero le leggieccezionali dellAv a n g u a rdia Uff i c i a l e ) .La direzione artistica della Scala. La pas-sione verdiana, la dedizione donizettiana,lincessante attivit concertistica, i successinel mondo. Le plumbee prove private e leprivate, tardive consolazioni. L i m m a n e

    Antonio Ruiz esce di scena a passo di danzaKriminal, Alan Ford e TNT in lutto per Magnus

    Il sistema scolastico italiano, nel moltodi buono che ancora conserva, porta lim-p ronta di grandi ministri della Pubblicai s t ruzione che erano anche grandi intellet-tuali e uomini pubblici, i pi eminenti dell o ro tempo: De Sanctis, Croce, Gentile. Og-gi noi vediamo, per gli esiti della nostrastoria, i loro limiti ideologici, per esempioil ruolo etico assegnato allo stato, che delresto vive ancora pi pericoloso dove forsequalcuno non se laspetterebbe, in part i-c o l a re in documenti di area prodiana, neiquali si legge che la responsabilit delleistituzioni pubbliche nella formazione deicittadini ... non deriva da una delega ad es-se data dalla famiglia o da altri corpi so-ciali, ma una loro responsabilit origina-ria. Questo si chiama Stato etico. Coseanaloghe con pi garbo diceva Mussoliniin un discorso in Veneto del 1925.

    Per, i nostri antenati nominati di sopraavevano una concezione cos chiara e for-te della scuola e della autonoma nobiltdella cultura che anche quei limiti non fe-c e ro gran danno. Quel che vacilla oggi li-dea stessa di scuola. La scuola - era chiaroallora - listituzione in cui una comunitesprime e attua la sua volont di trasmet-t e re ai bambini e ai giovani un bagaglio dicompetenze di base (leggere, scrivere, fardi conto...) e intanto riconosce, fa emerg e-re e nutre i talenti e le vocazioni persona-li, per tempo, prima che si disperdano o sic o m p romettano: per il bene dei singoli edella collettivit.

    D i s t i n g u e re i percorsi sin dalle medieDalla base unitaria, i ragazzi si avviano,

    secondo le qualit individuali, a due per-corsi fondamentali:

    1 - il percorso che con varie art i c o l a z i o-ni conduce allesercizio di mestieri e pro-fessioni di ordine pratico, manuale, esecu-tivo, ma anche di artigianato libero di va-ria qualit;

    2 - il patrimonio culturale disintere s s a-to e che dispone ad altri anni di studioper accedere a professioni liberali e a ru o-li dirigenti. Si forma, seppur non in modoesclusivo, la classe dirigente.

    Tra i due percorsi sono possibili passag-gi nei due sensi. Cos funziona oggi in Ger-

    Ministero della pubblica distruzionePR E OC C U PAT ID I FOR M A R E I CI T TA D I N ID I DO M A N I, N O NG L I IN S E G N A M O A SC R I V E R E

    TO N Y BL A I R: PE R MI O FI G L I O CE R C OI L ME G L I O

    senso, come si vuole cre d e re, che essa eli-mina, rifiuta, uccide, ma che distinguee valorizza predisponendo molteplici mo-dalit formative, tutte serie e utili e digni-t o s e .

    Lo strapotere sindacal-confederal-clientelareSolo una perversione democraticistica

    ha potuto diff o n d e re il disprezzo di lavorimanuali (anzi, il lavoro manuale finisce pere s s e re solo lesito del fallimento scolastico)illudendo tutti di una omologazione form a-tiva e culturale ingannevole, la quale nonpu che pro d u rre giovani deboli, indeter-minati e spostati, con distruzione dei valo-ri e unimmagine da incubo del mondo edella societ. Un fenomeno per tutti: lastrage degli abbandoni gi al primo annod u n i v e r s i t .

    Una scuola per spostati hanno pensato ein parte realizzato teorie democratiche fol-li, interessi e strapotere sindacal-confede-r a l - c l i e n t e l a re, perversioni pedagogistichecoltivate fuori dalla scuola e contro di essa,e ministri come Giancarlo Lombardi. Colquale savverano idee in attesa da anni: unascuola in cui sempre meno importante ilpatrimonio disciplinare e la misura dei me-riti; una scuola che si disperde dietro millefunzioni e tentazioni, con linconscia vo-lont di plasmare e dominare le coscienzepi che dare strumenti agli intellettuali. Ela scuola in cui si educa a tutto: alla pace,alla non-violenza, allantirazzismo, alla sa-lute, allambiente, contro le droghe; educa-zione stradale, sessuale... Ma si arriva allafine del liceo e non si sa scrivere in corre t-to italiano.

    A rrriva anche leducazione ambientaleAppunto in questi giorni il ministro Lom-

    b a rdi ha annunciato leducazione ambien-tale. Non cera altro da aspettarsi da un mi-n i s t ro che ha delegittimato i presidi perc h non collaborano con gli studenti che occu-pano (naturalmente nelle scuole occupatesi fanno riunioni per leducazione alla le-galit!); ha ignorato totalmente i disagi delcorpo docente; tutto ha fatto per avere ilconsenso di un po di studenti: adesso fa an-che un rotocalco per gli studenti. Ogni per-sona matura sa che la ricerca del consensop resso le masse giovanili uno dei sintomipi sicuri di velleit totalitarie.

    Tutto questo nel gergo pro g ressista si-gnifica form a re il cittadino di domani, fa-cendo sostare sempre pi a lungo i ragazzinelle scuole, ma insegnando sempre meno,invitandoli a contemplare e re c i t a re la loroinfinita adolescenza tra assemblee, occu-pazioni, attivi...

    Le famiglie forti i loro figli riuscirannoa proteggerli; per i figli dei ceti popolari sip repara il pi infame degli inganni.

    Vincenzo Bugliani

    Una vera scuola sa offrire airagazzi percorsi precisi e chiari. Sarinunciare, sa delimitare e sa teneref u o r i . Si protegge dal mondo esterno,chiede molto e vuole essere selettiva

    mania il sistema scolastico della Stato del-la Baviera: i due percorsi si divaricano su-bito dopo i quattro anni delle elementari.Questo modello un tempo in Italia era con-diviso dalle tre grandi culture, la cattolica,la liberale, la socialista.

    Possono variare articolazioni e tempi,per varie circostanze (ma meno nel per-corso formativo del ceto dirigente), spe-cialmente in rapporto allevoluzione tec-nica e produttiva, insomma in rapporto alm e rcato. Ma una scuola un luogo - temponel quale si acquisiscono saperi, compe-tenze, abilit. Le acquisizioni richiedono

    al ragazzo un impegno attraverso il quale sic o s t ruisce anche la sua personalit moralee civile: si struttura il rigore e il rispetto perla verit, labitudine alla fatica, alla noia, alsacrificio, labitudine a darsi mete, a nonconsumarsi tutto nel presente, a coltivareuna legittima ambizione, a misurare il pro-prio egoismo con quello degli altri, a rico-n o s c e re e accettare una scala di valutazio-ni, a conoscersi. Si forma il carattere e sif o rma il cittadino, non astratto e anonimo,ma forte della sua abilit, in grado di eser-c i t a re un ruolo, di dare e di ricevere .

    Una scuola cos intesa off re ai ragazzip e rcorsi precisi, chiari e ben finalizzati;non tende ad insegnare un po di tutto ecio nulla, ma un complesso unitario e beno rdinato di disciplina, non trasformato das e m p re nuovi richiami e distrazioni. Anzi,una vera scuola sa rinunciare, sa delimita-re, sa tenere fuori. E chiede molto, chiededevozione, assiduit, continuit, concentra-z i o n e .

    Essa tende addirittura isolarsi e a pro-teggersi dal ru m o re di fondo esterno chelassedia, specialmente nel nostro mondo.E ovviamente anche selettiva, non nel

    I L FO GLIO q u o t i d i a n oDI R E T T O R E RE S P O N S A B I L E: GI U L I A N O FE R R A R A

    SO C I E T ED I T R I C E: IL FO G L I O QU O T I D I A N O S .R.L

    VI AVI C T O R HU G O, 1 - 20123 MI L A N O

    TE L. 02/8639181 - FA X0 2 / 8 7 8 5 9 6

    AM M I N I S T R AT O R E UN I C O: SE R G I O SC A L P E L L I

    RE D A Z I O N E: BE P P E BE N V E N U T O, MI C H E L E BU R A C C H I O,

    UB A L D O CA S O T T O, MA U R I Z I O CR I P PA, MAT T I A FE LT R I,

    LO D O V I C O FE S TA, GI A N C A R L O LO Q U E N Z I

    RE G I S T R A Z I O N E TR I B U N A L ED I MI L A N O

    N. 611 D E L 7 / 1 2 / 1 9 9 5

    TI P O G R A F I E: ON LI N E SY S T E M - VI AD E L L A MA G L I A N A400 - 00148 RO M A; TE L E S TA M PA NO R D - VI AD E L L A

    RE P U B B L I C A, 93 - 20033 MU G G I ( MI)

    PU B B L I C I T : IL FO G L I O QU O T I D I A N O

    DI S T R I B U Z I O N E: A&G MA R C O SPA VI AFO R T E Z Z A, 272 0 1 2 6 MI L A N O ( AS S O C I ATA A . D . N . )

    AB B O N A M E N T I: STA F FS R L - BU C C I N A S C O

    TE L. 02/45703070, FA X0 2 / 4 5 7 0 1 5 1 5

    UN ACO P I A L .1 . 0 0 0

    AR R E T R AT I L .2 . 0 0 0 + CO S T ID I SP E D I Z I O N E PO S TA L E

    O G G I - Sulle estreme regioni meri-dionali condizioni di variabilit conampie schiarite; residui annuvolamen-ti saranno ancora possibili lungo le ca-tene montuose. Sul resto della penisolas e reno o poco nuvoloso. D O M A N I - Su tutte le regioni nuvolo-sit irre g o l a re con possibili pre c i p i t a-zioni sparse, pi probabili sulle zonec e n t ro-meridionali tirre n i c h e .

    c reas rendeva pi vicino al traguardo. Vi n-se Bonvi, aiutato dal buio e da una macchi-na di passaggio. Stava andando a venderealcune tavole delle sue celebri Sturm t ru p-pen per contribuire a pagare le cure della-mico. Magnus arrivato secondo. Prima delt r a g u a rdo ha voluto congedarsi con un au-toritratto nellultima vignetta del numerospeciale di Tex che leditore Bonelli gli ave-va assegnato e al quale lavorava da sette an-ni. Roberto Raviola, in arte Magnus, ha ta-gliato il traguardo luned 6 febbraio. Nato il30 maggio 1939 a Bologna, considerato lamatita pi efficace di quella banda cre a t i v ache la sua citt aveva generato o attratto.Negli anni Sessanta si era applicato al fu-metto nero: Kriminal, leroe votato al maleche si converte al bene solo dopo alcuneuscite in edicola; Satanik, la megera re p e l-lente cui un siero d le forme di una eff e r a-ta pin up in calzamaglia. Tra il 75 e l84, conla collaborazione di Francesco Guccini, di-segner le avventure di Unknow (sic), loSconosciuto, il mercenario. Ma il grandesuccesso di pubblico gli verr dalle avven-t u re di Alan Ford, agente della T. N . T., lasgangherata agenzia investigativa retta daun inflessibile vecchiaccio che ha vissuto dipersona episodi di un passato troppo lonta-no, che conversa con pappagallo poliglottae che accumula senza goderne i guadagnidellagenzia, lesinando il centesimo aglisgangherati e affamati collaboratori.

    Antonio Ruiz SolerIl grande Antonio, Antonio Ruiz Soler,

    il ballerino di flamenco che per quarantaanni ha dominato la danza spagnola, che siesib alla Scala, che rinnov i modi delladanza tradizionale spagnola, nacque a Si-viglia nel 1921, sesto figlio di una povera fa-miglia devastata da un padre alcolizzato. Aq u a t t ro, di sua iniziativa, ball per stradaalla musica di un organetto di passaggio ele monete piovvero copiose. Nonostantelopposizione del padre, Antonio fu manda-to a studiare allaccademia del maestroRealito. Una carriera trionfale attendevaAntonio. Molto ardito e aperto alle conta-minazioni, fu influenzato da coreografi eballerini internazionali come Serge Lifar,G e o rge Balanchine e Leonidas Massine. In-vent figure, cre il cosiddetto stile neo-classico, realizz coreografie sulle musichedei classici spagnoli, come Albniz, Falla,Granados e Turina. Con i partner fece ba-ru ffe che almeno in un caso, al Te a t ro pari-gino degli Champs Elises, coinvolsero laplatea e furono regolate al commissariato.Invent improbabili storie damore condonne famose come Ava Gardner e GinaLollobrigida. Nessuna di loro si prese labriga di smentirlo. Una emiparesi lo co-stringeva a letto da tre anni. Luned 5 feb-

    S I G N O R D I R E T T O R E V I T E P A R A L L E L E

    ne scolastica, in contrasto col vecchio siste-ma, ma nei centri storici, tornati a un de-grado dickensiano in seguito ai tagli dellaT h a t c h e r, non possono riserv a re le loros e m p re pi magre risorse ai pochi studentiveramente bravi.

    Quindi tra i ceti medi, anche i genitorip ro g ressisti scelgono la scuola privata (dal-le 5 alle 10 mila sterline allanno per ogniallievo) o accettano la scappatoia off e rt adai conservatori che consiste nellaccessoalle Scuole per tutti a sussidio diretto, ge-n e rosamente sovvenzionate dal govern ocentrale e in grado di selezionare social-mente i loro allievi.

    Due di questi genitori sono Tony Blair eH a rriet Harman, questultima ministro del-la Sanit del governo ombra laburista.Blair stato attaccato dai suoi e dai con-s e rvatori per aver optato per una scuolapubblica a sussidio diretto. Ancora pis c a l p o re e indignazione ha sollevato laH a rman, scegliendo una delle poche Gram-mar Schools selettive rimaste. Accusando-la dipocrisia, i conservatori hanno chiestole sue dimissioni. Quanto ai laburisti, si a p e rta una breccia forse fatale tra il vec-chio partito socialista e quello nuovo li-beraldemocratico, essendo la selezione vi-sta come lostacolo al riscatto sociale dellaclasse operaia. Mentre essa garanzia del-la salvaguardia dei privilegi di quei cetimedi a cui Blair e la Harman appart e n g o-no e che essi devono convincere a votare la-b u r i s t a .

    Per tenere insieme il partito e vincere lelezioni, Blair deve urgentemente tracciareun nuovo sistema educativo corretto e ge-n e rosamente sovvenzionato. Un sistemabuono tanto da convincere almeno qualchepolitico conserv a t o re a diventarne utenteanzich, come consumatore di istru z i o n eprivata, avere interesse nel fargli concor-renza. Per Blair un politico che, senza le-d e re i suoi principii, non cerca il meglioper i suoi figli, rischia di perd e re la suaumanit. Una politica per listruzione sen-za il sostegno di principii rischia dunque dif a rgli perd e re il suo elettorato.

    R i c h a rd Newbury

    La scelta della scuolaper gli anni futuri dap a rte dellundicenneJoe Harman stavaper far naufragare ilNuovo partito laburi-

    sta di Tony Blair du-rante quella che egli

    stesso ha definito la settima-na pi dura della sua vita politica di lea-d e r. I conservatori si sono ringalluzziti epersino John Major tornato a dichiarareche possibile, per lui, vincere le elezioni.Blair voleva fare della battaglia per la rifor-ma dellistruzione lasse centrale della suastrategia elettorale. Ora i conservatori laconsiderano il suo tallone dAchille.

    La riforma del 1944 selezionava i bambi-ni con un esame allet di 10 anni. Il 15%degli allievi accedeva cos alla GrammarSchools, di alto impegno didattico, e venivap romosso automaticamente al rango dim e m b ro del ceto medio. Il resto dei ragaz-zi veniva relegato nella Secondaria mo-d e rna, scuola dagli orizzonti pi umili. Leclassi dirigenti snobbavano il sistema sco-lastico statale e mantenevano intatta lin-tangibilit della loro casta affidando i lororampolli soltanto alla scuola privata.

    Le scuole pubbliche tendevano a trasfor-m a re nuova ricchezza in vecchia educazio-ne. Allet di 10 anni la societ inglese veni-va automaticamente divisa in ufficiali, ser-genti e soldati semplici. Pi che per motivieducativi, fu per porre freno a questa arbi-traria fonte di divisione in classi che i labu-risti intro d u s s e ro negli anni 70, nel sistemascolastico inglese, le Scuole per tutti. Nel-la speranza che le classi sociali si sare b b e-ro mescolate dividendosi le opportunit of-f e rte dal nuovo sistema. Essendo diventataobligatoria per legge, sarebbe nata nella so-ciet inglese la fratern i t .

    L i s t ruzione, per, era delegata fino al-lavvento della Thatcher agli enti locali,quindi alcuni comuni delle zone re s i d e n-ziali intorno a Londra decisero di mante-n e re il sistema selettivo. Le Scuole per tut-ti si propongono in genere il migliora-mento culturale e sociale della popolazio-

    Vizi privati e pubbliche scuole

    Levasione fiscale non si combattefacendo dogni erba un fascio

    Signor dire t t o re Nel lavoro autonomo,soprattutto professionale la situazione nonc o rrisponde pi allidea che se ne aveva fi-no a poco tempo fa. Ci sono lavoratori au-tonomi benestanti, alcuni ricchissimi, euna pletora di lavoratori autonomi non be-nestanti se non poveri e senza nessunadelle garanzie dei lavoratori dipendenti,soprattutto del pubblico impiego. La mag-gior parte di questa pletora costituita da p rofessionisti per forza, figli delluni-v e r s i t - p a rcheggio e delle false speranzecoltivate da gente sprovveduta. Si tratta dit rentenni e quarantenni che svolgono la-v o ro autonomo spesso sottopagato comea l t e rnativa alloccupazione, con re g o l a rep a rtita Iva e con gli oneri spesso ingiusti ei rrazionali che ne derivano soprattutto perchi guadagna poco. Sono questi i grandievasori fiscali che hanno dissanguato lI-talia? Non sono un tecnico ma credo chelevasione si potrebbe ridurre con stru-menti meno ingiusti del concordato (chep remiano i veri evasori), ad esempio agen-do su alcuni presupposti dellevasione( p e rmettendo s di scaricare tutto tutti),semplificando e razionalizzando adempi-menti e normativa, riducendo il numerodei tributi (non necessariamente limposi-zione), obbligando a dichiarare i titoli distato pur senza sottoporli a tassazione cu-mulativa con altri redditi, smettendola coni condoni, fissando sanzioni appro p r i a t esecondo la gravit reale delle irre g o l a r i t f o rmali, effettuando pi controlli, ma nonvessatori e terro r i z z a n t i . L a c c e rtamento fi-scale oggi infatti serve come minaccia perfar aderire i contribuenti ai concord a t i ,che premiano i veri evasori.

    Luca Boccaccio, Roma

    Doppio turno allitalianaper evitare voltafaccia

    Signor dire t t o re - Da pi parti si ac-cennato ad elezioni del Capo dello Stato edel Parlamento con il doppio turno e conil ballottaggio fra i primi due candidati.Nelle elezioni del sindaco purt roppo ab-biamo visto allopera questo sistema. Se alprimo turno un candidato del Polo pre n-deva la maggioranza relativa, poi nel se-condo turno veniva ribaltato il risultato af a v o re di un candidato di centro sinistrap e rch la Lega si univa a Rifondazione co-munista. Certamente sarebbe pre f e r i b i l eun maggioritario secco, senza quote pro-p o rzionali, a turno unico, cos tutti ci pen-sano e dichiarano prima con chi voglionos t a re. Se proprio questo non fosse possibi-le auspicherei, oltre ad uno sbarr a m e n t oal 4 o al 5% per eliminare il pro l i f e r a re deipiccoli partiti, una soluzionedi doppio tur-no alla francese corretto allitaliana. Alballottaggio vadano i primi quattro (in su-b o rdine tre) candidati che hanno ottenutopi voti al primo turn o . Ci sarebbe cos pir a p p resentativit e meno ribaltoni.

    Mario Magnan, Ve ro n a

    LETTERADALONDRA

    L E T T E R E

  • zione (Aran, la Confindustria del settorepubblico) di avviare il confronto con le or-ganizzazioni sindacali per ciascuno dei com-p a rti del settore statale.

    Secondo Giuliano Cazzola, ex dirigentedella Cgil, l'irrigidimento in questo settored e r i v e rebbe dal tentativo di fare del pub-blico impiego, a causa della vulnerabilitpolitica della contro p a rte , il settore guidadelle rivendicazioni: l'area alla quale strap-p a re "condizioni di miglior favore" da esten-d e re successivamente ai lavoratori del set-t o re privato.

    Ai proclami dei sostenitori del conflittoper finora non sono seguite iniziative con-c rete di lotta.

    I sindacati sono interessati a un rapido egenerale rinnovo dei contratti nazionali dicategoria , poich temono che le posizionidella Confindustria, soprattutto quelle chechiedono per i nuovi assunti nel meridioneun salario d'ingresso inferiore ai minimi con-trattuali, puntino a "destru t t u r a re il contrat-to nazionale", come ha aff e rmato il leaderdella Cgil Sergio Cofferati al convegno deimetalmeccanici della Fiom sul Mezzogiorn o .

    Anche gli industriali, visto il ritmo al qua-le si susseguono le intese, paiono animatipi dalla volont di stipulare i contratti na-zionali che di "destru t t u r a r l i " .

    Avanzano per dallo sfondo le grandiquestioni enunciate ma non risolte nell'ac-c o rdo del luglio '93: quelle della flessibilito della riduzione dell'orario e del peso de-gli oneri sociali, gli stessi temi che sono sta-ti aff rontati in questi giorni dalle parti so-ciali in Francia e soprattutto in Germ a n i a .

    Il prezzo della pace sociale italiana sta-to, finora, il mantenimento della rigidits t rutturale del salario e dellorg a n i z z a z i o n edel lavoro e del peso opprimente dei contri-buti sociali pi elevati d'Euro p a .

    La competitivit da svalutazione che hacaratterizzato la ripresa non pu durare ine t e rno: i dati della riduzione della pro d u-zione che accompagnano la rivalutazionedella lira di questi giorni ne sono la testi-monianza. I temi della flessibilit, dell'in-novazione, della qualit del prodotto e del-la qualificazione del lavoro insieme a quel-lo della decontribuzione sono arg o m e n t ielusi da questa tornata contrattuale ma de-stinati a torn a re di attualit. Essi vanno as-sumendo un peso rilevante non solo nei ne-goziati fra le parti sociali ma anche nel di-battito interno alle organizzazioni dei lavo-ratori, tanto vero che sono quelli sui qualisi gioca la unificazione dei sindacati confe-derali che la Cisl vorrebbe re a l i z z a re entrol'anno o, se gli altri come pare non ci stanno,r i n v i a re sine die.

    Il '95 sar con ogni probabilit l'anno re-c o rd della pace sociale della storia re p u b-blicana: nei primi 11 mesi dell'anno si sonopersi per scioperi 5 milioni e settecentomi-

    la ore, circa un quarto d'ora per ogni occu-pato, sebbene lo scorso anno siano stati rin-novati 27 contratti per oltre sei milioni di la-voratori, ai quali vanno aggiunti quelli del-l'inizio 96, fra i quali quello dei grafici e dels e t t o re gas-acqua municipalizzato.

    La ricca stagione di rinnovi contrattualia p e rta in autunno dall'accordo dei chimicisi concluder in giugno con la scadenza delcontratto dei metalmeccanici; nel frattemposi devono aff ro n t a re i rinnovi di categorieminori dell'industria e quelli del pubblicoimpiego pressoch al completo; si apert ai n o l t re la stagione degli accordi integrativiaziendali, gi conclusi in gruppi come la Za-nussi con in coda aspri dissidi sull'incre-mento dei turni, si ancora in fase nego-ziale in molti altri a cominciare dalla Fiat.

    Si tratta della prima verifica del nuovoregime contrattuale stabilito con l'accord odel luglio '93, che prevede contratti bienna-li il secondo dei quali dedicato alla com-pensazione salariale della diff e renza fra in-flazione programmata e reale, mentre glia c c o rdi aziendali dovre b b e ro stabilire il ri-p a rto fra profitti e salari degli aumenti dip roduttivit, qualit e competitivit.

    Il movimento sindacale, gli impre n d i t o r ie il governo, almeno per il pubblico impie-go, debbono fare i conti con una dinamicadei prezzi, delle tariffe e dei profitti chehanno largamente superato i tetti pro g r a m-mati, provocando un depauperamento deisalari reali e uno spostamento del ripart os a l a r i - p rofitti nettamente a vantaggio diquesti ultimi.

    Fin dall'apertura della stagione si sonoe s p resse due tendenze: la prima consideraprioritaria l'esigenza di rimettere l'inflazio-ne sotto controllo, la seconda considera fal-lita di fatto la concertazione e si pro p o n equindi un robusto re c u p e ro salariale indi-pendentemente dai suoi effetti sui pre z z i .

    In ottobre il segretario della Fiom Clau-dio Sabattini aveva infiammato l'assembleadei metalmeccanici della Cgil aff e rm a n d oche la politica dello scambio deve finire" p e rch non abbiamo pi niente da scam-b i a re " .

    La ripresa del conflitto avrebbe avuto co-me capisaldi rivendicazioni salariali senzaagganci ai parametri aziendali e una gestio-ne rigida delle vertenze aziendali, una viada imboccare "se possibile con la Cgil, altri-menti, se la confederazione non passa dallep a role ai fatti...".

    Anche sgradevoli operazioni org a n i z z a t i-ve come la repentina rimozione di SusannaCamusso dalla responsabilit del settoreauto della Fiom alla vigilia della trattativaper l'integrativo Fiat sembravano pre p a r a-re l'unit di comando necessaria per af-f ro n t a re uno scontro difficile con una org a-nizzazione monolitica.

    Da allora molte cose sembrano cambiate:l ' a c c o rdo per i chimici, la seconda categoriaindustriale, stato raggiunto senza un'oradi sciopero .

    Gli accordi integrativi Secondo il segretario della Cisl D'Antoni

    a v rebbe "recuperato pienamente "il diff e-renziale d'inflazione ed avrebbe quindi san-cito la validit del nuovo modello contrat-t u a l e .

    Anche aziende significative del compar-to meccanico, dalla Zanussi alla Skf hannostipulato accordi senza conflitti rilevanti ela fatidica data del 17 febbraio, in cui sca-deva il divieto di sciopero per l'integrativoFiat, si avvicina senza particolari tensioni:il negoziato langue ed il confronto statoa g g i o rnato a mercoled 14. In questi giorn ila trattativa ha esaminato la possibilit dio t t e n e re la decontribuzione per gli aumen-ti aziendali, prevista dagli accordi del luglio'93 ma bloccata in sede legislativa, le pro c e-d u re per la conciliazione e la pre v e n z i o n edei conflitti, mentre a Melfi e Pratola sta-to raggiunto il pre a c c o rdo per l'integrativoaziendale.

    Il problema resta quello degli aumentisalariali: lazienda vuole vincolarli allindi-

    Un quarto dora di sciopero per lavoratore NE L 95, AN N OD E L L A PA C E SOC I A L E, FI R M AT I 2 7 CO N T R AT T I, M AI L SA L A R I ON O N FU N Z I O N AA N C OR A

    delle posizioni della Fiom. Si bloccata anche la trattativa per i due-

    centomila addetti del settore gomma e pla-stica: gli industriali propongono che in rap-p o rto alloscillazione del mercato si possal a v o r a re in una settimana fino a 48 ore, com-pensate con settimane di 32 ore. Agli indu-striali che vogliono considerare questi co-me normali orari di lavoro, senza pagare lamaggiorazione per lo straordinario, il sin-dacato dei chimici risponde pro c l a m a n d ocome prima forma di protesta, la soppre s-sione degli straordinari nelle aziende dels e t t o re .

    Per ora, nonostante gli episodi di limita-ta conflittualit che abbiamo citato, parequindi pre v a l e re la linea che cerca di farr i e n t r a re i comportamenti di tutti nell'am-bito degli obiettivi concert a t i .

    Strategia, questa, tutt'altro che semplice:si tratta infatti di invert i re la tendenza di ta-r i ffe e listini a cre s c e re pi dell'inflazionereale mentre si verifica una esplosione deip rofitti, il cui rapporto con il valore aggiun-to cresciuto secondo l'Istat nel terzo tri-m e s t re del 95 della cifra re c o rd del 43%.

    Per i profitti, si dovr vedere quale quotadi essi sar reinvestita e se a favore di nuo-

    con le impostazioni contrattuali del sinda-cato stesso per l'aumento delle re t r i b u z i o n idei lavoratori del pubblico impiego e deis e rvizi, e tra questi part i c o l a rmente i tra-s p o rti, rivolti al pubblico.

    Lultimo regalo del governo DiniL ' a c c o rdo sottoscritto con gli assicurativi

    ed i bancari che ha comportato un aumentodelle retribuzioni medio dell'8,7%, seppurp a rzialmente riferibile ad automatismi de-rivati dalla contrattazione precedente , peresempio, difficilmente pu essere conside-rato antinflazionistico, mentre la vort i c o s atrattativa che coinvolge gli aero p o rti rischiadi far saltare la compagnia di bandiera.

    Pi in generale l'impostazione contrat-tuale per il pubblico impiego, che rifiuta co-me insufficiente un aumento dell'8%, non fai conti con il fatto che in questo settore sonoben pochi i recuperi di produttivit da mo-n e t i z z a re .

    Anche il governo che ha fatto cos pocoper re n d e re pi efficiente il pubblico im-piego, accompagna il suo addio con la firm adella direttiva del costo di 22mila miliard iche consente allagenzia per la rappre s e n-tanza negoziale della Pubblica amministra-

    Rigidit, orario, oneri, carovita: queste le materie del conflitto.Ilpubblico impiego fa richieste oltre linflazione. Nel settore gomma eplastica il disaccordo sullorario annuale. Alla Fiat lo scontro sulpremio di produzione legato alla soddisfazione della clientela

    ce di soddisfazione della clientela come mi-s u r a t o re di qualit, mentre i sindacati chie-dono di inserirli nei tradizionali aumenti dip ro d u t t i v i t .

    Ieri a Torino i segretari nazionale e re-gionale della Cgil , Sergio Cofferati e Gior-gio Cremaschi, sono intervenuti a sostegno

    va occupazione, anche se emerge a volte ildubbio che l'enfasi sui risultati economici,soprattutto nelle aziende da privatizzare ,abbia piuttosto lo scopo di allettare gli in-v e s t i t o r i .

    Sugli aumenti delle tariffe la protesta sin-dacale deve comunque tro v a re coere n z a

    Eun lungo articolo non scritto quelloche appare ora nella collana I gril-li di Marsilio, sotto forma pi nobile ecompiuta di libro: Contraddittorio 95 diPierluigi Battista, inviato della Stampa. Ilriassunto di un anno - come tutti gli anni -di polemiche. Che cosa hanno scritto ig i o rnali, di che cosa si sono occupati, inche modo hanno alimentato la fatuit deiluoghi comuni che dividono il paese e loseparano da se stesso.

    Sin dalle prime pagine si svela l'incon-sistenza del dibattito politico-culturale.

    La sinistra elitaria che se la prende conla Tv e con la plebe teledipendente e ladestra che inquadra nel suo mirino 1'ari-stocrazia spocchiosa e zelante dei me-diatori: intellettuali, partiti, conventicole,elit.

    Destra e sinistra che si rincorrono e chesi accusano a vicenda in uno spettacolo incui le parti sono assegnate e gli attori re-citano sul canovaccio di asserzioni spessofutili e sempre massimaliste.

    Battista un giornalista politico ano-malo. Capisce la politica, sa pro i e t t a re l'i-p e rtatticismo del confronto polemico in at-to nel paese su uno sfondo lontano dove lacomplessit delle ascendenze e dei riferi-menti culturali prende il sopravvento ri-spetto alla noia e allordinariet della po-litica come day by day.

    La morale di chi osserva con stupore ilcontraddittorio lambisce sempre lo scetti-cismo. Ha senso discutere del paventato

    berlusconismo di Renzo De Felice senzatener conto che le sue tesi revisioniste dioggi sono le stesse di trent anni fa quandoSilvio Berlusconi non c'era e GianfrancoFini era ragazzino? Oppure ha senso di-s c u t e re del democristianismo di An in unpaese in cui l'autocoscienza della destraviene affidata anche a strani individui chenon hanno alcuna idea non solo di destra,ma di politica? Ha senso discutere per pidi un mese dellopportunit di intestare alg e r a rca fascista Giuseppe Bottai uno slar-go romano e su questo aff a re toponoma-stico misurare affinit, costru i re alleanzee raff o rz a re assi, incentivare simpatie e,addirittura, form u l a re accuse di inclina-zioni fasciste a carico del sindaco pro-g ressista Francesco Rutelli? E ha senso di-s c u t e re di politica in un paese che esten-de - riduce? - il discrimine destra/sinistrafino allattribuzione politica dei senti-menti? Esempio: la nostalgia di destra odi sinistra? E Ambra, Alberto Castagna,Alba Parietti? Ha senso ragionare non so-

    lo di politica - in questo caso - ma di tut-to, in un paese che crede ciecamente neimisteri e che li coccola e nutre tutti i gior-ni sulle pagine dei giornali, attraverso ledichiarazioni di un testimone (semprem a l c e rto), di un pentito o di una colonnel-la svampita?

    Queste domande per quanto sottintese,sono molto presenti. Come nella sua pro-fessione di inviato - o nella rubrica che tie-ne sulla Stampa, Il parolaio - il ridicolo implicito, ma spumeggiante.

    Il vulnus dellappartenenza alla catego-ria - ai cui vezzi Pierluigi Battista sembraestraneo - che generalmente indeboliscela credibilit del giornalista-saggista, quiviene addirittura cauterizzato.

    Del resto nella gara quotidiana che im-pegna le giovani star della grande stampa in palio il titolo ambito di pi bravo Battista ha sempre avuto un passo diverso:agile e largo con unorma molto pi pro f o n-da della media dei suoi concorrenti.

    Cos, a chi dovesse notare che tra i temisviluppati dallautore manca la polemicache ha investito la stampa italiana, accu-sata di essere superficiale, militante ef ro u - f rou, bisognerebbe rispondere che ill i b ro stesso mette in mora questi difetti: come se le centoquarantadue pagine diContraddittorio 95, fossero le ideali no-te esplicative a un anno di giorn a l i s m o .G i o rnalismo che si proclama visionario,quando non viene accusato di essere iper-politico, narcisistico e autore f e re n z i a l e .

    LIBRIPierluigi Battista

    CONTRADDITTORIO 95142 pp. Marsilio, lire 18.000

    Germania Est, Italia Sud

    Un reato di rito ambrosiano

    Promemoria per Berlusconi e DAlemaLa c c o rdo tra Silvio Berlusconi eMassimo DAlema vacilla. E natomaluccio, tra lo scetticismo diffuso de-gli italiani, sia a sinistra sia a destra.Ora ci sono nuove difficolt ed incer-to che il governo si faccia, come pre v i-sto, nel week end. Intanto il Paese...

    LItalia disincantata e paziente.Tutti o quasi tutti avre b b e ro pre f e r i t ola conta elettorale, di qua o di l, un bell a v a c ro dei veleni e degli inganni pera rr i v a re (vinca il migliore) a un gover-no stabile, con un suo programma scel-to dalla maggioranza del paese re a l e .Ma in fondo questa idea di un patto perle riforme, per quanto raggiunto obli-quamente e ancora immerso nella neb-bia delle chiacchiere, ha la forza di unac e rta ragionevolezza. Se poi davvero sirealizzasse una riforma pre s i d e n z i a l i-sta, ci che allo stato non assoluta-mente sicuro, sarebbe molto pi che unatto di saggezza, sarebbe una svolta sto-rica nella vita della Repubblica, lattodi fondazione di una nuova comunit edi un nuovo sistema di governo.

    Nel frattempo tuttavia bisogna che lapolitica non si riduca a consorteria e ilsistema di comando a consociazionechiusa. Nei tre anni dellunit naziona-le e delle larghe intese tra Pci e Dc, dal1976 al 1979, tutte le questioni cru c i a l ivenivano decise nellombra. Cera und i rettorio politico e parlamentare, co-stituito da due portavoce delle forz e

    maggiori dei due schieramenti. Il pae-se non aveva pi n unopposizione nun vero governo, il clima di dere s p o n-sabilizzazione si fece ogni giorno pipesante, e fin con i giovani in piazza, larivolta nelle fabbriche, il terrorismo di-spiegato, le P38.

    LItalia cambiata, pericoli di queltipo non sono in vista. Ma il mondo dell a v o ro deve fro n t e g g i a re il trauma diMaastricht, nel Sud disoccupazione edisagio galoppano, e nel Nord tuttoraf o rte la protesta fiscale che ha origina-to la rivolta leghista e la crisi dei vecchip a rtiti. Se i leader dei poli, nel caso incui facciano il governo, si insabbieran-no nellaccordo e nella sua gestione, di-menticando le promesse fatte agli elet-tori, riducendo tutto a mediazione dipalazzo, gli italiani diverranno insoff e-renti e sar linizio della fine. Se inve-ce riusciranno a lasciare che il conflit-to tra due idee alternative sul nostro fu-t u ro si esprima, lintesa sulle re g o l enon sembrer un espediente per so-s p e n d e re la democrazia ma un modoalto e nobile per darle corpo e sensoin un paese libero .

    In prima pagina pubblichiamo unin-t e rvista al leader della lotta antifisco inAmerica, il paese che anticipa i destinidellOccidente. Berlusconi la legga, e cipensi su. Gli allori delle larghe intese,se larghe intese saranno, non sono buo-ni per dorm i rci sopra.

    Con un balzo quasi dell1% nel solomese di dicembre, la disoccupazio-ne in Germania ha superato la sogliapsicologica dei 4 milioni, pari al 10,8%della forz a - l a v o ro: il tasso re c o rd dald o p o g u e rra. Come se non bastasse, glio rdini dell'industria manifatturiera so-no diminuiti nello scorso anno di quasi1'11%, il che lascia pre v e d e re che l'on-da dei senza-lavoro destinata ancoraa cre s c e re.

    La disoccupazione aumentata an-che negli Stati Uniti (+0,2% in dicem-b re) a conferma del rallentamento ge-nerale dell'economia mondiale. Anchein Italia, dove il ciclo sfasato di qual-che mese e la svalutazione competitivadella lira ha drogato le esport a z i o n ip e rmettendo una crescite re c o rd delPil, la disoccupazione non diminuita.Nei mesi invernali poi si assiste tradi-zionalmente alla diminuzione dell'atti-vit produttiva in alcuni settori comel'edilizia.

    Depurata dell'attivit stagionale, ladisoccupazione tedesca scendere b b equindi a 3,8 milioni, pari al 10% dellapopolazione lavorativa.

    Le statistiche non sono infine che lamedia tra due situazioni non pro p r i oparagonabili, l'ex Germania Ovest e la

    ex Rdt. La chiusura dei cantieri a cau-sa del freddo colpisce molto di pi leregioni ex comuniste impegnate nel-l'indispensabile opera di ricostru z i o n eanche edilizia , dove infatti il tasso didisoccupazione salito dal 14,9 al16,8%. Il numero di disoccupati nell'exG e rmania Ovest sarebbe quindi di 2,9milioni. L'economia tedesca paga que-sto prezzo alla sopravalutazione delm a rco e alla politica della Bunde-sbank, che vuole tenere l'inflazione sot-to il 2%.

    Ma da quando il cancelliere Kohl havoluto bru c i a re le tappe dell'unifica-zione, non si puo' non riconoscere ilcammino compiuto dall'ex Rdt, cono-scendo il livello di arretratezza, di eco-nomia fittizia, quindi di occupazionemascherata, da cui partivano le re g i o n iex comuniste, il paragone con le altreregioni arretrate d'Europa tutto a lo-ro vantaggio.

    Basti pensare al mezzogiorno d'Ita-lia, dove la disoccupazione raggiungepunte del 30 se non del 40%, malgradoquaranta anni di profusione di danaropubblico. Anche, se per quel che ri-g u a rda il Sud del nostro paese, va sem-p re considerato lestesa presenza di uns e t t o re di lavoro sommerso.

    Una settantina di finanzieri corro t t i ,che si spartiscono tangenti e busta-relle, con un tariffario interno rispetto-so della gerarchia militare. Basta que-sto per configurare lassociazione a de-l i n q u e re, in base allarticolo 416 del co-dice penale? S, risponde la procura diMilano, cha ha deciso di contestare ilreato associativo agli uomini dellaG u a rdia di finanza.

    Ma se molti uomini in divisa impe-gnati sul fronte del fisco, dal generaleai capipattuglia, si organizzano per ot-t e n e re denari dagli imprenditori nonstanno forse compiendo una concussio-ne? No, risponde la stessa procura, per-ch se i finanzieri guadagnavano con letangenti, gli imprenditori risparm i a v a-no sulle tasse. Quindi non possono dir-si vittime di un racket ma vanno pro-cessati per corru z i o n e .

    La linea di confine tra lipotesi di con-cussione e quella di corruzione tuttaviaancora pi sottile di quanto la procura nond i c a . Basta rileggersi le ordinanze di rinvioa giudizio di molti imprenditori, ivi com-p reso lex presidente del consiglio SilvioBerlusconi. I rinvii a giudizio sono stati de-

    cisi anche perch si ritenuto poco vero s i-mile che un maresciallo a capo di una pat-tuglia di finanzieri potesse intimidire unadelle prime aziende italiane. Ora che la ma-gistratura ha optato per lassociazione a de-l i n q u e re, conserva tutta la sua logica quelragionamento? Qualche avvocato difensoresi spinto a parlare di inspiegabile autogold e l l a c c u s a .

    Insieme alla notizia della nuova im-putazione, che risalirebbe a molto tem-po fa (quando si vuole il segreto istru t-torio sa essere longevo), si appre s oanche dellintenzione del pool di chie-d e re una pro roga per le indagini. Ep-p u re fatti nuovi non ce ne sono. Eccoche ritorna una vecchia abitudine del-la procura milanese, tanto ricorre n t eche qualcuno lha irr i s p e t t o s a m e n t ebattezzata rito ambro s i a n o . Per al-l u n g a re i tempi delle inchieste, nellasperanza di tro v a re presto o tard iqualcosa, si aggravano le imputazio-ni e si amplia il raggio delle indagini.Non solo, ma la prossima volta quei fi-nanzieri alla sbarra, che hanno rispostoseminando dubbi sul pool, dovrannop e n s a rci due volte.

    ANNO I NUMERO 10 - PAG 3 I L FOGLIO QUOTIDIANO S A B ATO 10 FEBBRAIO 1996

    EDITORIALIMilano. Siamo alla vigilia del quarto an-

    niversario dellinizio dellinchiesta deno-minata Mani Pulite. Sempre pi assistiamoal fenomeno del ritorno a casa di quei

    c ronisti che in questi anni hanno lavoratoesclusivamente su questa inchiesta. Comei colleghi americani che rientrarono allabase, nelle loro redazioni, dopo aver se-guito la guerra del Vietnam, cos i cro n i s t idi Mani Pulite rientrano mestamente nellepagine interne, spesso in quelle della cro-naca milanese, lasciando ad altri lonoredella firma in prima pagina o dellapert u-ra di un telegiorn a l e .

    Molti cronisti accettano questa situazio-ne, cercano nuove strade da battere oppu-re aspettano che ritorni il momento dellagloria. Altri, dopo aver raggiunto la no-toriet solo grazie allesposizione pro l u n-gata, soff rono e sono pure pericolosi, per-ch cercano, ad ogni costo, di ripre n d e re ilruolo perduto, magari forzando notizie cheun tempo erano marginali, in questo facili-tati da una ormai sempre pi fre q u e n t emancanza di controllo gerarchico allinter-no delle re d a z i o n i .

    Questa vera e propria sindrome colpisceanche i magistrati. Con i cronisti, in questianni, stata sviluppata, potremmo direcoccolata, una familiarit, una fre q u e n t a-zione e una confidenza che forse neanchei giornalisti di lungo corso dediti al pas-

    go Caneschi, morto un anno fa a causa di unc a n c ro, dopo essere stato coinvolto nellin-chiesta sulla malasanit. Come noto laP rocura generale presso la Cassazione hacensurato loperato di due magistrati, il so-stituto pro c u r a t o re, Elio Ramondini e lexgiudice delle indagini preliminari, Andre aPadalino, avviando unazione disciplinarenei loro confronti con motivazioni moltod u re. Laccusa quella di aver firm a t op rovvedimenti di custodia cautelare ingiu-stificati nei confronti di un uomo grave-mente ammalato.

    O c c o rre specificare che unanimementeil dottor Ramondini considerato magi-strato giovane, magari inesperto, ma cert a-mente persona per bene. Nel caso in que-stione pu aver commesso un erro re di va-lutazione molto grave. Ma con lui ha sba-gliato anche il Gip che ha dimenticato, e

    nel caso di Padalino non era la prima vol-ta, il suo ruolo istituzionale e fondamenta-le di giudice terzo. E cos non ha saputoo voluto re s p i n g e re le richieste del pubbli-co ministero .

    L i n s u fficiente profilo dellufficio del Gip

    un problema grave, che sta affliggendo findalla sua entrata in vigore il nuovo codicedi procedura penale.

    Leccessiva confidenza tra giornalisti emagistrati ha fatto s che un giornalista di-cesse del caso Ramondini-Padalino: Nonme ne posso occupare io perch siamo ami-ci. Balza agli occhi lautolimitazione del-lattivit del cronista che finisce per esserepoco cre d i b i l e .

    In questi anni Antonio Di Pietro statomolto bravo nella gestione dei rapporti conla stampa. Non c per dubbio che lesse-re diventati amici suoi ha comportato perqualche cronista pi di un problema nel-l a ff ro n t a re i suoi guai giudiziari. Nel corsodi questi anni capitato di vedere in cert ediscoteche milanesi qualche noto cro n i s t acon qualche altrettanto noto magistrato.Come pu il primo mantenere vigile il suo

    senso critico, alla base delle virt di ognibuon cronista, qualora il secondo incorr ain erro r i ?

    Questo discorso vale anche nel rapport ocon certi avvocati. Quanti verbali sono sta-ti letti nellottica del cronista, come do-v rebbe essere, e non in quella del difenso-re (in rari casi) o dellaccusa (nella maggiorp a rte)? Tutto ci inevitabilmente si ri-verberato sulla credibilit di quelle stessec ro n a c h e .

    Molti avranno notato che i settimanali,l E s p resso e Panorama, non hanno quasipi pagine dedicate a Mani Pulite. La cor-ruzione finita? LItalia monda? Eppure ,secondo un rapporto di una nota agenziafrancese, il fenomeno di Tangentopoli neln o s t ro paese solo assopito e non vienec e rto sconfitto dalla sollevazione popolarequanto dalla decisione, delle imprese inp a rt i c o l a re, di non pagare pi oboli allapolitica e agli altri poteri burocratici gran-di e piccoli.

    P o t rebbe essere questa loccasione permolti reduci del Palazzo di Giustizia diMilano di rimettersi per strada e re a l i z z a-re inchieste vere. Unoccasione per evitareci che accadde ai cronisti che seguiro n oin un passato non remoto le vicende delt e rrorismo. Forti dellesperienza maturataseguendo Mani Pulite i giornalisti giudi-ziari potre b b e ro dar vita ad un tipo di gior-nalismo investigativo che nel nostro paese certamente carente.

    seggio in Transatlantico e nelle stanze del-la politica hanno tenuto con i potenti delPalazzo ro m a n o .

    Un caso esemplare: in questi giorni esplosa la polemica sulla vicenda del pri-mario del Fatebenefratelli, il neuro c h i ru r-

    Toghe e cronisti, i perch di troppe relazioni pericoloseMA N I PU L I T EN O N TI R AP I CO M EU N A VO LTA, M A RE S TA N O AM B I G U I LE G A M IC H E RI D U C O N OL A CR E D I B I L I T D E L L IN F OR M A Z I O N E

    Spesso c un eccesso di familiarit tra le star del palazzo di giustizia ele penne che le hanno rese celebri. I casi del pm Ramondini e del gipPadalino. Le difficolt di una riconversione professionale

    MERCATI E OCCUPAZIONE

    GIUSTIZIA E COMUNICAZIONE