01 La riviera · l’approvazione del bilancio della Sogas e la ricapitalizzazione di questa S.p.A...

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Da un bel po' di tempo a questa parte, chiunque abbia da fare una denuncia contro la 'ndrangheta sceglie come avamposto il Santuario di Polsi. La Madonna è manto della misericordia e accoglie tutti. Noi, però, continuiamo a ritenere che a Polsi dovrebbero svolgersi gli eserci- zi spirituali dei seminaristi, non gli esercizi ginnici degli atleti dell'antimafia a buon mercato. Che ne pensa, Eccellenza Morosini? Leggendo la gestione dei pentiti un bri- vido freddo corre lungo la schiena. La ndrangheta feroce e sanguinaria sembra fornire dei burattini seriali per un potere ben più strutturato . Lo stesso omicidio “Fortugno” assu- me contorni ancora più inquietanti.

Transcript of 01 La riviera · l’approvazione del bilancio della Sogas e la ricapitalizzazione di questa S.p.A...

  • Da un bel po' di tempo a questa parte, chiunque abbia dafare una denuncia contro la 'ndrangheta sceglie comeavamposto il Santuario di Polsi. La Madonna è mantodella misericordia e accoglie tutti. Noi, però, continuiamoa ritenere che a Polsi dovrebbero svolgersi gli eserci-zi spirituali dei seminaristi, non gli esercizi ginnicidegli atleti dell'antimafia a buon mercato. Che nepensa, Eccellenza Morosini?

    Leggendo la gestione dei pentiti un bri-vido freddo corre lungo la schiena.La ndrangheta feroce e sanguinariasembra fornire dei burattini serialiper un potere ben più strutturato .Lo stesso omicidio “Fortugno” assu-me contorni ancora più inquietanti.

  • VENERDÌ 8 LUGLIO 2011 LA RIVIERA 02

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    BRUNO GEMELLI

    Scrivo questa nota mentre il governatore della Calabria GiuseppeScopelliti e la sua vice Antonella Stasi ritornano da Ginevradove si sono incontrati con i titolari della Msc (MSCMediterranean Shipping Company S.A.), ovvero la famigliaAponte, armatori di Sorrento, proprietari della seconda flotta di navifeeder al mondo, nonché importante holding di navi da crociera. E' mer-coledì 6 luglio 2011. Per il giorno dopo Scopelliti ha indetto una confe-renza stampa a Reggio Calabria per spiegare i contenuti di questo(primo?) contatto. In realtà Scopelliti aveva anticipato la possibilità d' unincontro con la Msc già dal 23 giugno scorso durante una conferenzastampa tematica tenuta a Catanzaro. Un timido annuncio a cavallo dei due incontri romani, il primo interlocu-torio e il secondo, quello del 5 luglio scorso, che ha portato all'accordosindacale per la cassa integrazione a rotazione per la durata di un anno.Un accordo che è sembrato un atterraggio morbido in vista di una pos-sibile e graduale uscita di scena della Mct che è, tutt'ora, il terminalistatitolare, ossia il monopolista del transhipmet del porto di Gioia Tauro.Dal 1995. Ricordiamo che Msc attualmente è l'unico cliente di Mct dal momentoche Maersk, società danese, prima al mondo nel settore, concorrente diMsc, è uscita da Gioia Tauro, trasferendo le sue attività altrove. Con unafetta consistente al porto di Vado Ligure dove potrà, con gli incentivi gov-ernativi, creare una grande piattaforma logistica a beneficio dei trafficidel Nord Europa. Bisogna aggiungere che Maersk ha ancora una quotaazionaria del 33 % in Mct. Msc ha chiesto, per il momento invano, disostituire Maersk nel pacchetto azionario. Giova anche ricordare cheancora qualche mese fa, Mct parlava di espansione, facendo poi cartellocon Msc nel denunciare gli alti costi del lavoro nel porto di Gioia Taurorispetto ai costi praticati nei porti nordafricani, più convenienti di un dec-imo. La questione dell'assenteismo è rimasta ai margini, enfatizzata dalCorriere della sera e battezzata da don Ciotti.In una intervista al Sole 24 Ore di qualche mese fa Gianluigi Apontemise un limite temporale alla sua presenza a Gioia Tauro, facendo capireche se i costi non si fossero abbassati avrebbe riveduto le sue strategie.Poi la situazione è precipitata perché Mct ha dichiarato un esubero di467 lavoratori. Pari al 45 % della forza lavoro, a fronte di una calo dimovimentazione dei teus (i container) di circa il 30 %. Ai più è sembra-to che, come sempre accade in queste occasioni, l'Mct abbia approfitta-to della crisi per la fare “pulizia” al suo interno. Dunque Gioia Tauro ènel pieno di una guerra commerciale tra le compagnie di navigazione, ditranshipment e di logistica. Perché le tre cose stanno assieme. Ancheperché sta cambiando la filosofia della mobilità dei container che cer-cano il ferro per distribuire le merci più velocemente. E noi sappiamoche l'alta velocità si ferma a Napoli. Ma questa è un'altra storia.Chi scrive pose una domanda al governatore Scopelliti durante la con-ferenza stampa di Palazzo Alemanni del 23 giugno scorso: c'è una guer-ra in atto tra questi colossi oppure è un gioco delle parti? Il Governatoreannuì perché la domanda era ed è molto pertinente. Di ritorno da Ginevra l'ufficio stampa della giunta regionale ha dirama-to il seguente comunicato: «Sono state gettate le basi per un accordo dicollaborazione, da sviluppare nel tempo, tra la Regione Calabria e ilgruppo Msc, finalizzato ad un maggiore sviluppo del porto di GioiaTauro. E' stato questo il risultato dell'incontro odierno tra il Presidentedella Regione Giuseppe Scopelliti - informa una nota dell'Ufficio stam-pa della Giunta regionale - ed il Presidente della compagnia GianluigiAponte. Nel corso della lunga riunione, che si è svolta nelle sede Msc aGinevra ed alla quale hanno partecipato la vicepresidente AntonellaStasi ed il numero due della società Diego Aponte, si è discusso ampia-mente sulle modalità e sui tempi della collaborazione. Il gruppo Msc haevidenziato la sua disponibilità ad investire sullo sviluppo del porto cal-abrese, attivando una serie di operazioni strategiche per tutto il territo-rio. Sono state approfondite molte tematiche evidenziando ampiamentela centralità di Gioia Tauro e l'importanza del polo della logistica. IlGovernatore della Calabria Giuseppe Scopelliti ed il PresidenteGianluigi Aponte hanno focalizzato l'attenzione sul transhipment ancheper la salvaguardia dell'occupazione e, proprio su questo aspetto, si sonoformulate diverse ipotesi di collaborazione e di lavoro. Al termine dellariunione, le parti si sono date appuntamento per un nuovo tavolo di con-fronto; Msc ha evidenziato, infine, il suo interesse nel portare avanti lacollaborazione con la Regione Calabria in nome “di un valore patriotti-co” spiccato e sentito in tutto il gruppo». Valore patriottico, dunque. La Calabria e Sorrento fanno squadra?Sembrerebbe di sì. Ma a quale prezzo? Da quello che si sa l'unica armain mano posseduta da Scopelliti è quella dare la concessione di un pezzoconsistente di banchina alla Msc, togliendolo alla Mct. Introducendouna sorta di duopolio. E magari ridisegnando intorno progetti di espan-sione logistica a terra. Ma se fosse vera questa ipotesi, perché non sonostate fatte intese con Mct? C'è qualcosa che non quadra. E il dubbiorimarrà sino a quando non si conosceranno le varie intenzioni di Mct,ovvero se spartirà la torta con Msc o se prepara un graduale addio aGioia Tauro.

    Mct spartirà la torta con Msc o prepara un graduale addio a Gioia Tauro?

    Il mareGioia Tauro

    non bagna

    CONTROCOPERTINA

    Discutono di tutto,gettano le ancoresulla terra ferma.Punto certo solo èla cassaintregrazione oggi,la disoccupazionedomani. “

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    ParlandoStyle

    Start

    di...

    NORDICI&SUDICI

    GIOACCHINO CRIACO

    Quanto è più felice la condizionedi chi è cattivo, o lo sembra; abi-

    tuato a volare basso una caduta può provocar-gli qualche escoriazione, al massimo. Un suopasso falso cosa può essere, se non la confer-ma di quanto già si sapeva? Bella la vita delcattivo, che non deve dimostrare niente a nes-suno e ogni suo sforzo per migliorarsi verràricambiato con una carezza d'incoraggiamen-to, i suoi fallimenti riceveranno una paccasulla spalla “che tanto ci ha provato”. Tutto glifila liscio, niente rancori o gelosie nei suoi con-fronti qualunque impresa compia; mica si puòinvidiare uno destinato a finir male. Perché ilcattivo non può nascondere il suo pelo nerosotto manti d'agnello. Quale sorpresa se la suavera natura verrà, prima o poi fuori. Si spre-cheranno i “tanto si sapeva”, “io l'avevodetto”, “chi nasce tondo, tondo muore.Ringraziate Dio se vi ha fatti malacarne, opresunti tali, nella vita non deluderete mainessuno, perché nessuno avrà scommesso maisu di voi. Complicato è lo status di buono, per-ché alla prima marachella si vedranno i volticolmi d'indignazione, di chi “da lui non se lo sipoteva aspettare”. Ah quanto sarà durovedersi tolto il saluto dai benpensanti perchévi siete portati via dall'ufficio le matite o lacarta igienica. E se siete nati nel campo delbene, la cosa da evitare con cura è di diventa-re eroi. Astenetevi dall'intraprendere la carrie-ra militare, perché potreste diventare genera-le dei carabinieri e ritrovarvi con una condan-na sulle spalle per traffico di droga. O genera-le della finanza, ed essere accusato di favoriregli intrallazzatori. Se siete entrati in polizia eavete sbaragliato la camorra attenti, potresteessere sospettati di favorire un clan danneg-giando gli altri. Occhio a non indossar toghe,che essendo già in tribunale si fa presto a pas-sare dal banco dell'accusa a quello degli impu-tati. Amici Sudici, per noi il problema non sipone, anzi non lo si fa per me, che anche voiun po' di bontà nell'animo la possedete. Iosono felicemente nato cattivo, o presunto tale.Nessuno mi invidia, e perché dovrebbe .. giocoa scribacchiare e arringare i lupi, ma tuttisanno che è una finta, che sotto abbia il pelonero e nel bosco nasconda lo schioppo mica èuna sorpresa. Attenti voi che siete nati buoni,e con sprezzo del pericolo siete diventati eroi;state diventando una categoria a rischio, biril-li che ogni giorno vanno giù. Il destino deglieroi è scritto da sempre, soprattutto quandosono falsi. La metamorfosi è iniziata, saretepresto quello che siete sempre stati: piccoli etristi sepolcri imbiancati.

    Cattivi ed eroi

    UNA COPPIA DI FATTO E PAPA RATZINGERFOCUS * FEELING

    L’AEROPORTO CHE PRENDE IL VOLO?

    Ricordano tanto i bei tempi di Berlusconi capo delgoverno e di Fini capo della camera dei Deputati.Giuseppe Scopelliti, da Reggio, al vertice dellaGiunta calabrese non può dire di no al capo del con-siglio regionale Francesco Talarico, da Nicastro. Eviceversa. Sempre con le dovute proporzioni. Infattila Reggio del Governatore si becca 900 mila europer Miss Italia nel Mondo più 900 mila euro per i Djdi Rtl, mentre la Lamezia Terme di Talarico solo500 mila euro per la visita in Ottobre di PapaRatzinger. Giusto. Il Papa è servo dei servi, siapure, di Dio, e s'accontenta. Entrambi alti, ma non elevati, si sostengonosostenendo con iniziative tocca e fuggi i tantisostenitori che sono stati convinti dal program-ma del centrodestra nell'ultima tornata elet-torale regionale. Dove non arriva l'uno, prov-vede l'altro. Grazie alla regola non scritta delquieto vivere, rappresentano oggi una cop-pia di fatto che si è trovata più per conve-nienza che per passione. Oggi dirigono, dalleloro suite matrimoniali, questo difficile

    pezzo di Italia, dove, molto probabilmente, neppureil papa tedesco potrà fare miracoli. Tranne uno:esorcizzare dal malefico gli impossessati dal model-lo Reggio. Sappiano questi fondamentalisti chementre l'unico miracolo calabrese, il porto di GioiaTauro,sta calando a picco nel Tirreno, loro indemo-niati parlano di svolte epocali grazieai grandi eventi.

    MARIO LABATE

    Nella giornata di martedì 5 luglio ilpresidente della Provincia, dr.Giuseppe Raffa, ha incontrato, dopol’approvazione del bilancio della Sogase la ricapitalizzazione di questa S.p.A(la decisione porterà nelle casse dellasocietà tre milioni e cento-mila euro), il Presidentedell’Enac Vito Riggio.Con il massimo rappresen-tante dell’Ente Nazionaleper l’Aviazione Civile, ilPresidente della Provinciareggina ha posto la que-stione "allargamento aero-porto".. Al termine dell'in-contro entrambi hannoconvenuto sul fatto che loscalo “Tito Minniti” rap-presenti una struttura indispensabileper lo sviluppo socio – economico del-l’area metropolitana dello Stretto tal-ché è di fondamentale importanzariproporre sulla pista reggina voli con-tinentali. Aspettiamoci perciò novità ariguardo.

    “Sono abbastanza soddisfatto – ha sot-tolineato Raffa – di come stianoandando le attività propedeutiche perinvertire la tendenza di uno scalo nelcui futuro è importante la presenza deiprivati. Con il Presidente dell’Enacabbiamo parlato della volontà dei socidi ricapitalizzare la Sogas e di tutte le

    altre iniziative in cantiere, inprevalenza convergenti, tesea impedire lo scioglimentodella società di gestione. C’èla necessità di varare un arti-colato programma di svilup-po dello scalo di Ravagneseche non potrà, assolutamen-te, fare a meno della mana-gerialità e di una serie di ini-ziative valide e attendibili lacui mancanza aggraverebbel’attuale situazione di crisi e

    cancellerebbe qualsiasi prospettiva disalvataggio e rilancio”. E così mentre la giunta comunale cercadi rilanciare il territorio invitandoPupo e le miss; alla Provincia si lavoraper qualcosa di decisamente più utile.La differenza c’è e si vede.

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    la Riviera

    DIAVOLO NERO

    Adriana Musella, presidente diRiferimenti, ha un occhio chesi perde all’orizzonte. E peresso conquista spazi e interimondi che ai comuni mortalisono negati. Noi, per esempio,

    riusciamo a cogliere con le nostre timide pupil-le appena una porzione mafiosa dell’interageografia dei paesi, coralmente tutti intestatialla mafia. Lei, invece, vede l’oscura macchiaestendersi e distendersi dalle case dei vivi finoalle case dei morti. I quali lasciano la notte leloro tombe e tornano alle loro dimore dovedonne, giovani, bambini tendono l’orecchio perascoltare, esaudendo, i loro mandati di soddi-sfanda vendetta. Soprattutto le donne, che,essendo mogli di mafiosi, anche presunti,secondo l’imperialismo culturale della signoraAdriana Musella, sono di fatto- pure de iure?-donne di mafia, al servizio della mafia. Però,come vuole il Vangelo,sperando contro ognisperanza, redimibili.Infatti, la Presidente salein cattedra, dirige i raisuoi fulminei verso l’inte-ro pianeta delle donne dimafia, e lancia da Reggio,poiché il monte Tabor èlontano, l’urlo redentoredella ribellione. Non sono queste donnedi mafia, in quanto moglidi mafiosi, taluni presun-ti, in quanto madri dimafiosi, parecchi presunti, cresciute nel cultodell’obbedienza, della rassegnazione, delladipendenza, senza aria di libertà e d’autono-mia? Un mucchio anonimo, un mucchio distracci, peggio che stracci. Che almeno servonoper pulire le padelle annerite dal fuoco. Da sole- è di tutta evidenza- non potranno mailiberarsi, non potranno mai staccarsi dalla lorocondizione di schiave, ed ecco allora scenderedal cielo azzurro di “Riferimenti” la mano soc-correvole e caritatevole di Adriana Musella,che, se vorranno, le aiuterà a uscire dal pelagoalla riva. Questo il sugo, che abbiamo trattodalla retorica lettera aperta alle donne di mafiadella signora Adriana Musella, mater dolens. Mi trovavo – era il settembre 2010- ad Africotra amici. Erano le 22 circa. Vidi passare unpulmann, strapieno soprattutto di donne.Domandai se andavano in pellegrinaggio alsantuario di Polsi. Mi fu risposto: “ Polsi? Sonomadri, mogli di carcerati che vanno a fare lorovisita. Viaggiano per tutta la notte e domanisera saranno di ritorno”. E mi ripiegai a pensa-re a quella sofferenza viaggiante. Non sapevoche mi stavo commuovendo per donne dimafia. Nevvero, signora Adriana Musella?

    LAMANO DI ADRIANA

    PRIMATI

    LA CALABRIAREGINA DEL SESSOMARIA GIOVANNA COGLIANDRO

    A grande sorpresa i Calabresie le Calabresi si rivelanoplay boy , i più indomabili, efemmes fatales, le più tra-volgenti, d'Italia, tanto da far aggiudica-re il premio di capitali del “peccato” atre province tutto pepe: Cosenza,Catanzaro e Reggio Calabria. Secondoquanto è emerso da un'indagine con-dotta da C-Date.com, il sito di CasualDating più importante d'Europa, infatti,ben il 29% degli intervistati (cioè uncalabrese su tre), donne comprese, haconfessato di avere avuto nella propriavita più di 25 partner con cui ha fattosesso. Alla faccia dei solidi valori dellafamiglia e della rigorosa moralità delpopolo calabrese, considerato da sem-

    pre “tutto casa e chiesa”. Un'alcova dilussuriosi la Calabria, che ruba la scenaalle grandi regioni del nord, a comincia-re da Lombardia, Piemonte e Veneto,che la storia (o la leggenda!) tramandacome tanto dissolute e festaiole.Milano, Bologna, Padova e buona partedelle città del nord Italia stracciate daifocosi calabresi che confessano passati epresenti da libertini sfrenati. Tra gli intervistati tanti giovani che, aquanto pare, amano smodatamente farbaldoria sotto le lenzuola. Possiamo,quindi, dire addio ai tempi in cui ladonna doveva arrivare all'altare illibata,perché costretta a un fidanzamentopoco intimo, da “io, mammeta e tu”,come cantava amaramente rassegnatoModugno, costretto ad “ascire sempre atre”!

    STATALE JONICA

    AURELIO MISITI CON LE ALI APERTESUL LUOGO DEL DELITTOPIETRO CRIACO

    Sabato 9 luglio 2011 alle ore 17,30, nella Sala convegni dell'exConvento dei Minimi, l'Amministrazione comunale diRoccella ha programmato un incontro per discutere deilavori di completamento della Variante Anas a monte del-l'abitato di Roccella e, più in generale, della vecchia questione cheriguarda l'ammodernamento della Statale 106. All'incontro, ovvia-mente, sono stati invitati a partecipare anche i sindaci e gli ammini-stratori della Locride. Con le ali aperte sul vuoto d'ogni iniziativasulla Strada della Morte arriverà il sottosegretario alleInfrastrutture e Trasporti on. Aurelio Misiti, l'uomo, che, avendoimpiegato tutte le sue energie per fiutare il vento, nulla ha fatto perla Calabria. Nel febbraio del 2005, cioè 6 anni fa, l'ingegnere Daniele Celia, rap-presentante dell'Anas, aveva solennemente affermato: «Il tempoutile per completare i lavori a partire dal 22 febbraio è fissato in 540giorni, che scadranno nell'agosto 2006. Per quel periodo dovrà esse-re garantita la completa funzionalità della variante, sia il primo lottoche il secondo saranno conclusi». Nel settembre del 2006 pubblicava in copertina “SS 106, impegno non mante-nuto”. Siccome il beato Sottosegretario è eterno uomo di governo, non glichiederemo quanto tempo si assegnerà per risolvere il dannato pro-blema. Poiché, come è risaputo, per un uomo eterno il tempo nonconta. Affidiamo ai nostri posteri controllo e verifica della data diAurelio Misiti. Intanto, vigilerà.

    106

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  • VENERDÌ 8 LUGLIO 2011 LA RIVIERA 07

    L’incontro

    la Riviera

    Grande partecipazione al settimoappuntamento di redazione aperta/lavori

    in corso organizzato da "la Riviera" chesi è tenuto a Monasterace nei locali della

    Sala Convegni di via Papaleo. Molti gliartisti, gli scrittori, i musicisti gli intellet-

    tuali e i cittadini della Locride presenti insala: Mimmo Gangemi, Nick Spatari,

    Nino Racco, i Marvanza, FabioMacagnino e poi i sindaci Ilario

    Ammendolia e Rosario Rocca, il giorna-lista Pietro Melia, le associazioni “Se

    non ora quando”, “I Presìdi del Libro-Locride”, “EnergiEcalabria-

    OfficinemAPERTO” e molti altri. Tuttiinsieme per esprimere solidarietà al

    Sindaco Maria Lanzetta, ma soprattuttoper progettare e promuovere iniziative

    concrete per rilanciare l'immagine diMonasterace e per costruire "dal basso"

    percorsi di cambiamento culturale. Laserata si è aperta con la proiezione di unestratto dal docu-film "Memorie incanta-

    te" prodotto da Energie CalabriaMovimento Creativo-OfficinemApertoche ha introdotto il tema della serata: lanecessità del rispetto delle regole e dellalegalità per lo sviluppo umano e cultura-le della Calabria. In collegamento telefo-

    nico ha voluto porgere il suo saluto aipartecipanti e al Sindaco di MonasteraceUmberto Ambrosoli -figlio dell'avvocatoGiorgio Ambrosoli assassinato nel '79

    dal banchiere siciliano MicheleSindona - che l'anno scorso era

    intervenuto in una delle serate cul-turali organizzate dall'amministra-zione comunaleguidata dalla

    dott.ssaLanzetta. A

    seguire gliinterventi del

    pubblico,coordinati da

    RosarioCondarcuri e

    Maria Teresa D'Agostinoin un clima di confronto e

    dibattito aperto. C.B.

    “Maria non è sola”.Chi voleva isolare, impaurire e costringere alla resaMaria Lanzetta,sindaco-coraggio di Monasterace, è invece “rimastosolo”! Braccato dalle forze dell'ordine. Condannato dalla societàcivile.Non dovrà ,né potrà contare sull'impunità ,con l'aiuto del-l'omertà,come purtroppo con molta frequenza avviene inCalabria.Stavolta non sarà così. La conferma è venuta in manierainequivocabile dalla testimonianza corale di impegno contro le forzeantisociali .La civiltà della Calabria si afferma con l'”indignazione”espressa in forme chiare e non propagandistiche;non uno slogan, nonl'ennesimo solenne impegno “interverremo”,vuoto poi dicontenuti,che purtroppo questa martoriata regione vede apparire esparire con una rapidità assurda ed incomprensibile .Questa volta dallasolidarietà “di circostanza”,si è passati alla concreta testimonianza divicinanza a Maria Lanzetta,sindaco di Monasterace,che ha rischiato dimorire tra le fiamme con tutta la famiglia,dopo il criminale attentatoche ha devastato la sua farmacia.Il movimento spontaneo di ribellione che è scattato nella società

    civile,in Calabria e fuori dalla Calabria,rafforza l'appello-impegno“Maria non è sola” che abbiamo usato come titolo della riflessione affi-data alla immensa “ piazza della libertà “ di Facebook, subito dopo il vileatto intimidatorio .I riflettori sono sempre rimasti accesi sul “caso”.Egli obiettivi dovranno continuare ad essere puntati su questa comunitàformata da gente onesta e laboriosa .Che non può essere infangata dachi vive ai margini della legalità e che vuole imporre con la forza l'ille-galità.”Maria non è sola” .Lotta. Per la giustizia .E' una battaglia chedeve diventare ancora più intensa e corale . Lottare per vincere. E saràuna vittoria di tutti per il bene comune:la convivenza serena e lo svilup-po democratico di questa terra che in passato è stata culla della civiltà enessuno può permettersi di trasformarla in zona franca del crimine."Maria non è sola" .E' il segno del riscatto,contro ogni ricatto!

    Ieri sera, in tanti, eravamo presenti a Monasterace per esprimere lanostra solidarietà al sindaco Maria Carmela Lanzetta. La solidarietà,da sola, anche se è lodevole, non è sufficiente, occorre l'indignazione,quella vera, non quella fittizia di certa politica o effimera come lemode. Per questo è necessario che la politica prenda le distanze con ladovuta chiarezza, dalle azioni di certi vili, proprio nei casi in cui piùoccorre e dia una risposta forte ma soprattutto concreta. In questo ter-ritorio sono palesi da sempre le grandi assenze o i “grandi” assenti dellapolitica e per arginare certe azioni deprecabili, invece, bisogna che essasi attivi in primis, potrà agire in sinergia con quella società civile cal-abrese esausta di certi soprusi. A proposito di quel falò a cui ci si riferiva ieri sera, durante l'incontro,mi piacerebbe usarlo in senso metaforico per la nascita di un grandemovimento che parta da Monasterace e coinvolga tutta la Locride: “Ilfalò dell'indignazione vera”, pensate a quante “cose” in quel “falò”potremmo bruciare se davvero lo volessimo. Un movimento grande etrasparente che non lasci spazio alle abituali strumentalizzazioni dellapolitica, non stantio di retorica, un movimento libero, per una Locridee per una Calabria libera davvero, senza ipocrisie e interessi di variotipo. Rilevante ieri sera la presenza di alcuni artisti (presente NikSpatari, uno tra i più grandi artisti contemporanei, con una sua operaper la Biennale di Venezia) e la telefonata di solidarietà al sindaco daparte di Umberto Ambrosoli. Ho avuto la possibilità di scambiare qualche frase col sindaco eletto perla seconda volta, ho capito che dinanzi a me avevo una persona vera ecombattiva. Apprezzo la sua tenacia e determinazione, il suo coraggionell'affrontare questa situazione, continuando a svolgere al meglio ilproprio lavoro, Maria Carmela Lanzetta, non può essere lasciata sola!Penso che vada organizzata una grande protesta e non fermarsi solo aquella. Questa donna è determinata, ora attendiamo altre determi-nazioni. Come cittadina ringrazio il settimanale la Riviera per l'organiz-zazione dell'evento.

    da FB

    Il riscatto contro ogni ricatto

    Il falò dell’indignazione vera

    DOMENICO LOGOZZO

    DANIELA LAROSA

    PAROLA DELLA REDAZIONE APERTA/LAVORI IN CORSO

    MARIA NON È SOLA

    Ilsenso e la forza dell’incontro a Monasterace per Maria Lanzettapossono essere sintetizzati negli occhi trasparenti e accesi di NikSpatari. Energia, passione, determinazione. Spatari per Maria.Artisti per Maria. Perché gli intellettuali, nel tempo, quando la “storia”chiama, scelgono la trincea. E l’isolamento creativo, spesso dimensionenaturale per l’espressione artistica, lascia il posto alla volontà di esserci.Quando la storia chiama. Quando nascono i fronti popolari per resisterea politiche liberticide e sopraffazioni di ogni genere. QuandoMonasterace diviene luogo simbolo della Locride. Baluardo colorato dipensieri, idee, storie, positività e ottimismo: Nik e tutti gli altri. Muro diresistenza propositiva, progetto di riscatto e rinascita. A Monasteracecome in qualunque altro posto della Locride, della Calabria, del mondo.Trascinati dallo spirito travolgente di musica, pittura, scrittura, video-arte.Qui o altrove. Contro le mille forme di prevaricazione. Per quelli comeMaria, per la sua “eccezionale – normalità”. Perché “l’arte è il luogo dellaperfetta libertà”, sottolineava lo scrittore francese André Suarès. Perchélibertà faccia rima con normalità, aggiungiamo noi. Perché lo sguardo,ancora fanciullo, del grande Spatari, possa divenire emblema di unmondo che cresce.

    Maria Teresa D’Agostino

  • VENERDÌ 8 LUGLIO 2011 LA RIVIERA 08

  • VENERDÌ 8 LUGLIO 2011 LA RIVIERA 09

    la Riviera

    Editoriali

    GIUSTIZIA

    ILARIO AMMENDOLIA

    Leggendo la gestione dei pentiti un brivi-do freddo corre lungo la schiena.La ndrangheta feroce e sanguinaria sem-bra fornire dei burattini seriali per unpotere ben più strutturato . Lo stessoomicidio “Fortugno” assume contorniancora più inquietanti. I dubbi di chi hasempre pensato che un omicidio organiz-zato con modalità “mafiosamente peda-gogiche”, non possa essere ricondottoall’umore d’un caposala e di suo figlioescono decisamente rafforzati dallevicende riportate dai giornali in questigiorni.Nessuna certezza ma… “Sia lode al dub-bio” ! In democrazia il dubbio è il metodo pertentare di raggiungere la verità! Nei mesiscorsi nella Locride sono stati arrestatialcune persone, a Siderno prima ed aMarina di Gioiosa dopo. Tra questi l’exsindaco di Siderno AlessandroFigliomeni ed il sindaco di Marina diGioiosa Rocco Femia. Cito loro, perché liho conosciuti durante le riunioni dei sin-daci della Locride. Entrambi sono statimiei avversari politici.Devo assolutamente credere che misuresevere come l’arresto siano state emana-te perché assolutamente necessarie. Non ho alcun elemento da spendere persostenere la loro innocenza e tanto menoper la loro colpevolezza . Io però mi sento solo in dovere di lancia-re un appello “processateli subito”!Sono colpevoli ?Bene, si faccia in modo che ognuno se nepossa rendere conto attraverso una veritàprocessuale che ne stabilisca la colpevo-lezza “aldilà di ogni ragionevole dubbio”.Si mettano in condizioni gli imputati dipotersi difendere preferibilmente dauomini liberi!Nella Russia di Stalin o nella Germanianazista le persone sparivano per lungotempo e senza alcun processo. In demo-crazia non è lecito che succeda ! Nondeve succedere né a chi si occupa di poli-tica , né ad un rom o all’ultimo immigra-to. La presunzione di innocenza devevalere per tutti, tanto per il magistratoaccusato dai pentiti di oggettiva collusio-ne con la ndrangheta, tanto per il com-missario di polizia di Napoli dott. Pisani,tanto per il generale della guardia difinanza o dei carabinieri accusato nellacosiddetta inchiesta P4, tanto per il giova-

    ne di Platì o S. Luca. Non ci possono essere due pesi e duemisure per nessuno !Il rispetto della Costituzione non puòlimitarsi ad una libertà di chiacchieratelevisiva.Tanto più una terra viene aggredita daipoteri criminali tanto più vero ed auten-tico deve essere il rispetto delle garanziecostituzionali!.Se fossero innocenti?Già è successo in passato che qualchesindaco o ex sindaco sia stato arrestato epoi completamente scagionato.Qualcuno morirà di infarto dopo esserstato assolto!Un incidente collaterale dipoco conto!In Calabria probabilmente non potrebbeaccadere un caso DSK, ma se qualcosadi simile fosse successo ad un comunecittadino calabrese , sarebbe ancora incarcere in attesa di essere interrogato.Io sono convinto della pericolosità dellandrangheta e della necessità di debellar-la.Non sono sicuro che si sia imboccata lastrada giusta anzi ci sono elementi che mifanno pensare che siamo decisamentesulla strada sbagliata. Libertà e sicurezzanon sono scelte alternative anzi si sosten-gono a vicenda! Non ci può essere l’unasenza l’altra!In Calabria la democrazia è appena unaluce fioca. Ogni refolo di vento può spe-gnere questa fiammella. Si va producen-do un comune sentire che possiamo sin-tetizzare in poche parole “ognuno pensiper sé e Dio per tutti”. Non è una questio-ne di razza ma di paura!Abbiamo paura della ndrangheta e deidelinquenti ma abbiamo paura ,ancoradi più, dinanzi a chiunque detenga pote-re e potrebbe usarlo contro di noi.Rimaniamo in silenzio dinanzi a qualsia-si arbitrio ed abuso. La politica ammala-ta di cattiva coscienza naviga a vista com-piacente con l’impunità ai potenti elavandosi le mani dinanzi a qualsiasi pos-sibile abuso.Ci turba il pensiero che oltre l’80% deidelitti di mafia resta impunito ma citurba ancora di più pensare che un inno-cente possa essere chiuso in carcere..La libertà è una Dea da amare sempre enon ammette tradimenti. Contro lamafia e contro qualsiasi abuso del“Potere” ci collochiamo solo, soltanto esempre da una sola parte :dalla partedella libertà.

    PROCESSATELI SUBITOFERNANDO SAGADOIl ventre fertile della Locride partorisce da secoli dritti eaddolorate. Da sempre la nostra terra è calpestata datronfi demoni e da Marie in lacrime. Camminanodanzando, a testa alta, i malandrini: grati per ogni gior-no che l’angelo nero gli ha donato, riconoscenti per iltempo che scorre e segna gli anni, i mesi e le ore dellaloro valentia. Grandi sono i meriti e i risultati e glieneva dato atto. Sono riusciti a vivere meglio degli altri,perché sono stati più furbi, più forti, più svelti, più ..quasi in tutto. Si sono imposti sugli gli altri, addiritturaci hanno vissuto sopra. Della nostra terra si sono sem-pre presi il meglio: il lavoro migliore, la casa più bella,gli amici più influenti. Hanno sempre fatto scelte giuste,perché le opportunità nella vita vanno colte al volo efregate agli altri, anche se gli altri sono parenti, amici oconoscenti. Il mondo è una tavola imbandita e alle suesedie ci si mette il culo o il cappello, occupandone il piùpossibile e mica ci si può preoccupare per chi non haculo o cappello. Il malandrino si alza presto al mattinoe a sera porta il pane a casa e poco gli importa delforno che lo produce, meno ancora gli interessa di chi èla farina, o a chi manca; e chi se ne frega delle mani chehanno impastato, di quelle che hanno falciato, semina-to o arato. Il pane è solo di chi riesce a metterlo in tavo-la e pazienza per chi non ce la fa; si facesse furbo ediventasse malandrino .. anzi no, che tutti malandrininon si può essere e i babbi servono, eccome. Il malan-drino sa chiedere e fare favori, sa indossare ogni abito,sa fare il giudice, il poliziotto, il medico, l’imprenditore,il politico, il prete; ogni stagione gli è buona e cambiarei panni è per lui un’abitudine. Il vestito vero tanto nonlo cambierà mai, ce lo ha cucito addosso, è la sua pelle. Le Madonne vanno in giro a testa bassa, hanno sempreun figlio da piangere e una lacrima da nascondere. Nonhanno orgoglio da affermare ne meriti da mostrare. Alloro Dio chiedono tempo breve, che la vita è una pena.I loro passi sono lenti, così hanno tutti davanti e il loromiglior piazzamento è sempre stato l’ultimo. Nonhanno belle case, i loro lavori sono umili. Non chiedo-no favori, perché non hanno amici influenti. Sonomeno furbe, meno forti, meno svelte .. quasi sempremeno. Per loro il mondo è gramo, perché la tavolaimbandita la vedono da lontano e non ci sono mai arri-vati così vicino da poterci sedere. Benché si alzino pre-sto, c’è qualcuno già in piedi al loro risveglio che lanotte l’ha passata a programmare mentre loro, come aogni sonno, hanno sognato: il ritorno di un figlio, di unamore o di un mondo migliore. Le loro vesti sono lise,perché le indossano da sempre e non hanno abiti dacambiare che tanto stanno bene solo con i loro panni.Dentro il mantello hanno sempre un pane, che hannoinfornato, impastato, frutto del loro grano e della lorofatica. Un pane che non porteranno mai a casa, locederanno a una Madonna più addolorata, perché ibabbi sono convinti che gli altri non esistano ma sianoparenti, amici e conoscenti. Povere Madonne che conti-nueranno a soffrire, per via di quel qualcosa in menorispetto ai malandrini. Sempre indietro nella vita, eprime solo dopo la morte quando saranno le stelle piùluminose e belle in cielo. Care Madonne, meno in tutto .. e per questo migliori.Dannati malandrini, sempre i primi .. ma mai i migliori.

    MADONNE E MALANDRINI

    Secondo i dati pubblicati dal sito www.parlamentariregionali.it, per quanto riguarda stipendi e prebende, solo i colleghi sardi e quelli lombardi battono i consiglieri regionali calabresi. I quali percepiscono mensilmente lamodica cifra di 11.316,12 euro, contro gli 11.417,34 dei sardi, i 12.523,91 dei lombardi, e i 5.666,78 degli emiliani.Dunque, se gli emolumenti fossero proporzionali all’efficienza, la Calabria sarebbe il motore dell’Italia.

    Calabria prima, per stipendi ai consiglieri regionali

    * L’ex sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni

    * L’ex sindaco di Gioiosa Marina Rocco Femia

  • VENERDÌ 8 LUGLIO 2011 LA RIVIERA 10

    L’appuntamento

    A proposito

    Estatedi...

    IL BIS * DAL 7 AL 30 LUGLIO

    INCONTRIAMO GIUSVA BRANCA, DIRETTORE DI STRILL, ALLA VIGILIA DELL’EVENTO

    FRANCESCA RAPPOCCIO

    Nella città dello stretto a un anno esatto dallaprima grande manifestazione giornalistica tornauno degli eventi di maggior successo d’informazio-ne e promozione culturale: Tabularasa. Quest’anno ha un sottotitolo importante, “LoScandalo”, che farà certamente discutere, un filoconduttore tematico che si pone l’obiettivo di“scandalizzare” le coscienze, di ridestarle da unintorpidimento morale e civile. Nella loro presentazione i due ideatori della mani-festazione, Raffaele Mortelliti e Giusva Branca,rispettivamente direttore editoriale e direttoreresponsabile del più visitato e conosciuto quotidia-no on line calabrese strill.it, lo affermano a chiarelettere: “L’Italia è sempre più lontana da se stessa,la Calabria sempre più lontana dall’Italia”.Riusciamo ad incontrare Giusva Branca alla vigiliadell’inaugurazione del Tabularasa, che esordiscecon la presentazione del libro “Dimenticati” diDanilo Chirico e Alessio Magro e vede la parteci-pazione straordinaria di Giuseppe Pignatone, pro-curatore capo di Rc.Il Tabularasa lo scorso anno è stato una scommes-sa vinta e voi, quest’anno, replicate riservandoci

    tante novità, ce ne parli.Innanzitutto la prima grande novità stanella durata, dal 7 al 30 luglio, per untotale di venti incontri d’inchiesta, digiornalismo e di storia del costume ita-liano e vedrà la presenza d’intellettua-li, artisti, musicisti e soprattutto dellagente. Gli appuntamenti si svolgerannonon solo al circolo del tennis“Polimeni”, ma anche allaLuna Ribelle proprio percoinvolgere e abbracciareal meglio l’intera città.Quest’anno il sottotitolorecita “Lo Scandalo”, cispieghi il significato.Ci siamo interrogati sulsignificato di scandalo esui fattori che ne mutanoil senso. La cronaca degli ultimitempi, e non solo, ci rap-presenta un’Italia dalladoppia moralità, dei vizi pri-vati e delle virtù pubbliche, incui l’informazione gioca un

    ruolo centrale. Qual è lo stato di salute del Paese?L’Italia, ahinoi, ha smesso di indignarsi o,

    peggio, s’interessa con una certa morbositàai vizi privati, agli scandali sensazionali chedistolgono l’attenzione dai reali problemi

    del Paese. Ci siamo chiesti se lo scandalo vapubblicato o, viceversa, se è la pubblicazioneche crea lo scandalo. Parleremo, dunque, di‘ndrangheta, di misteri italiani “scandalosi”

    e non solo; tratteremo dell’informa-zione giudiziaria e del cambiamen-to della società italiana con nume-rosi personaggi di spicco.

    Il Tabularasa rappresentaun considerevole stimolo

    culturale per la città,ne siete consapevo-

    li?Noi, come tanti altri a

    Reggio, ci consideriamooperatori culturali territo-riali e dunque sentiamo il

    dovere di agire per la città e ireggini che rispondono bene a simi-li iniziative.

    TABULARASA « LO SCANDALO»

    FILIPPO VELTRIgiornalista, responsanbileAnsa Calabria

    2O INCONTRI PER UNPARTERRE DEI ROI

    MASSIMO RAZZIgiornalista, caporedattore evice direttore di Repubblica.it

    OLIVIERO BEHA intellettutale, giornalista escrittore

    GIOVANNI IMPASTATOfratello di Peppino

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  • VENERDÌ 8 LUGLIO 2011 LA RIVIERA 12

    Eventi

    A propositoMusica

    di...

    Il cognome LaFaro

    Ho appreso da Helene LaFaro-Fernandez che il loro cognome ha subi-to delle trasformazioni e anche delleamericanizzazioni (addirittura La Farr),ma originariamente era Lofaro (è que-sto il cognome inciso sulla tomba delnonno Rocco!). In ogni caso, all’attodella sua nascita e del fratello Scott siera stabilizzato in LaFaro.

    I nonni paterni di Scott LaFaro

    I nonni paterni di Scott e Helene si chia-mavano, Rocco Lofaro e Carmela“Bummica”, secondo le informazioniavute sempre dalla LaFaro (con molteprobabilità il vero cognome della nonnaera Bumbaca). Si sposarono nel 1882 edemigrarono da Siderno Marina negliStati Uniti nel 1893. Prima si stabilironoa Portchester (NY) e poi si trasferironoa Geneve (NY), dove sono sepolti.“…Nonno LaFaro di mestiere faceva ilmuratore e il gelataio e in seguito, peraumentare il reddito della famiglia, ancheil contrabbandiere di liquori…” *. Lamusica aveva una grande importanza incasa Lofaro: ….” i mie nonni, come moltiItaliani, amavano la musica e l’ope-ra….”*. Rocco Lofaro tornò per l’ultimavolta in Italia nel 1927, all’età di 64 anni,per partecipare ai funerali del padre.

    Joe,il papà di Scott

    Rocco Joseph LaFaro (Joe, il padre diScott) è nato il 20 ottobre 1905 a Geneva(NY), dodici anni dopo l’arrivo dei suoigenitori negli Stati Uniti (nel libro dellaLaFaro risulta che aveva una sorella,andata poi sposa a un signore con chiarocognome di origine calabrese: Crupi).Joe, già da bambino, mostrava un inso-lito talento per la musica. Infatti, a treanni suonava il mandolino in alcunigruppi che operavano a Geneva. A cin-que anni cominciò a studiare il violino eall’età di dodici fu iscritto alConservatorio di Ithaca, dove sidiplomò a diciotto anni. Il suo insegnan-te di violino era un celebre maestro dellostrumento: Otakar Sevcik, originario diPraga. Subito dopo il diploma incomin-ciò a suonare con le star degli anni venti:Ed Kirkeby, i fratelli Dorsey, SmithBallew, i California Rambles, PaulWhiteman, Bea Lillie, e Rudy Vallee.Nel 1935 il matrimonio con HelenLucille Scott e il trasferimento aIrvington, New Jersey, dove nacqueroScott (1936) e Helene (1938). Nel 1942si trasferirono di nuovo a Geneva (NY)dove Joe ebbe un lavoro fisso, comedirettore d’orchestra, al Belhurst Castleun locale nei pressi del Lago Seneca,dove lavorava anche la moglie Lucille. AGeneva nacquero le altre tre sorelline diScott. Joe è morto nel 1957 mentre veni-va trasportato d’emergenza in ospedale,in seguito a un malore.

    Helen La Faro- Fernandez

    E’ nata a Irvington, ma ha trascorso lasua giovinezza a Geneva. Nel 1957 si ètrasferta a Los Angeles per raggiungereil fratello Scott. Da allora vive sempre aLos Angeles con il marito Manny, di ori-gine cubana, che ha sposato nel 1959 su“suggerimento” del fratello . E’ stato lostesso Scott ad accompagnarla all’altare.

    Vincenzo Staiano

    *Helene LaFaro-Fernandez, “Jade Visions – The Life and Music of

    Scott LaFaro”, University of NorthTexas Press

    I LAFAROOmaggio a Scott dal Festival del Jazz

    “Rumori Mediterranei” nel cinquantenario della sua scomparsa

    ScottLaFaro

    il genio del contrabasso

    Una ricerca promossa dal Festival ha portato

    alla scoperta delle origini sidernesi del grande musicista.

    VINCENZO STAIANO*

    IlFestival del Jazz “Rumori Mediterranei ” ricorderàquest’anno un grande musicista scomparso. Ricorre,infatti, il cinquantenario della morte del contrabbas-sista Rocco Scott LaFaro, un geniale innovatore che lasciatoun segno indelebile nella storia della musica afroamericana:ha rivoluzionato il modo di suonare il contrabbasso e la fun-zione di questo strumento all’interno di una ristretta forma-zione jazzistica. E’ morto esattamente cinquant’anni fa, lanotte del 6 luglio 1961, in un incidente stradale, dopo esserepartito da Geneva, dove era vissuto molto tempo con la suafamiglia, per dirigersi verso Long Island (New York), dove loattendeva la sua compagna Gloria. Accadde due giorni dopoaver suonato con Stan Getz al festival jazz di Newport. Avevasolo 25 anni (era nato a Irvington, New Jersey, il 3 aprile1936) ma il suo prestigio e la sua fama nel panorama jazzisti-co internazionale erano già immensi. “Contrabbassista percaso”, adottò lo strumento in seguito a un incidente alle lab-bra, durante una partita di pallacanestro. Infatti, prima erastato un clarinettista e sassofonista con un rigoroso curricu-lum di studi alle spalle. Dicono che era capace di esercitarsidalle sei alle dodici ore al giorno. Nel 1955 abbandonòl’Itacha College e si unì alla band del trombonista BuddyMorrow, che suonava rhythm’n’blues. Non durò molto, nonera il suo genere. Così nel 1956 entrò nel quartetto di ChetBaker. Nel 1957 venne il primo disco con la pianista PatMoran e l’ingresso nella band di Victor Feldman. Si trasferìcon lui in California, sulla West Coast, dove l’attività jazzisti-ca era più innovativa. Cominciò poi la collaborazione con BillEvans e successivamente con Ornette Coleman. Con loroincise alcuni del più grandi capolavori della storia del jazz. Inun arco di tempo che va dal 1955 al 1961 Scott LaFaro suonòcon quasi tutti i famosi musicisti della scena jazzistica statuni-tense dell’epoca.La riscoperta e la valorizzazione di Scott è diventata un obiet-tivo di ”Rumori Mediterranei”. Il Festival del Jazz diRoccella, infatti, non si occupa soltanto della promozione diconcerti. E’ caratterizzato anche da una continua attività diricerca e si anche è adoperato sul piano mediatico per mette-re questo grande musicista al centro dell’attenzione naziona-le. Certamente la scoperta delle radici joniche di Scott puòdare un’idea di quali ricadute culturali sul territorio sia capa-ce il Festival.Di fatto, la rivelazione sulle sue origini calabresi la si devealla sorella Helene LaFaro-Fernandez che nel 2009 ha pubbli-cato la sua biografia: “Jade Visions – The Life and Music ofScott LaFaro”, edito dalla University of North Texas Press. Unlavoro molto accurato e godibile che, oltre alla storia di Scotte della famiglia LaFaro, contiene tutta la sua discografia, ana-lisi dei brani inclusa), un capitolo sul suo prestigioso contrab-basso “Preston”, la spiegazione dell’origine delle due sue uni-che composizioni (“Jade Visions “ e “Gloria’s Steps”) e nume-rosi contributi di autorevoli musicologi, esperti e famosimusicisti che hanno lavorato con Scott o lo hanno conosciu-to.Nella biografia di Scott LaFaro non si fa menzione della cittàcalabrese d’origine dei suoi parenti e i cenni sui suoi nonnicalabresi sono pochi. Ho avuto direttamente dalla stessaHelene LaFaro-Fernandez, la conferma che i nonni paterni diScott e suoi erano originari di Siderno Marina. Mi ha raccon-tato che erano emigrati dalla Calabria negli Stati Uniti versola fine dell’ottocento come risulta dalla scheda pubblicata afianco.Scott sarà ricordato nell’ambito della 31 edizione di “RumoriMediterranei” con due eventi. Il primo, il 17 agosto mattina,sarà un Convegno su “Scott La Faro e il contributo degli italia-ni alle origini del jazz” con la partecipazione di FrancescoMartinelli (il primo a segnalare a Paolo Damiani, direttoreartistico del Festival, le origini sidernesi di Scott LaFaro),Vincenzo Caporaletti, Eddie Gomez e, probabilmente, lastessa Helene LaFaro - Fernandez. Un convegno nazionaleche non mancherà di suscitare un grande interesse ed è ilseguito ideale del Convegno “Jazz e Mediterraneo” - organiz-zato nel’ambito delle prime edizioni del Festival (cui seguì lapubblicazione degli atti a cura dell’ISMEZ) - che vide prota-gonisti i maggiori musicologi, critici e giornalisti del tempo. Ilsecondo evento, la sera dello stesso giorno al Teatro alCastello di Roccella, sarà un “Omaggio a Scott LaFaro” con unconcerto dell’Eddie Gomez Usa Quartet, con StefanKarlsson al pianoforte, Eddie Gomez al contrabbasso,Ambrose Akinmusire alla tromba e Nasheet Waits alla batte-ria. La scelta caduta su Eddie Gomez non è statacasuale. E’ uno dei contrabbassisti che hannosostituito Scott LaFaro nel trio di Bill Evans. Quelli del Festival del Jazz non sono gli unicieventi programmati in Italia per commemorareScott. L’altra più significativa è certamentequella della rivista “Musica Jazz” che, nelnumero appena uscito in edicola, gli hadedicato un inserto e un Cd contenentei brani incisi con le formazioni piùfamose (tra i quali spicca il celebre duodi bassi LaFaro-Haden di “Free Jazz”, ilcapolavoro di Ornette Coleman).Un altro evento legato a Siderno è in pro-gramma nella 31 edizione del Festival: l’o-maggio a Piero Cusato, a quasi un annodalla sua scomparsa. E’ previsto per il 12agosto. Piero Cusato, oltre a essere statoun valente musicista ed innovatore incampo musicale, è stato anche un impor-tante collaboratore del Festival. Di que-sto, però, si parlerà a parte.*Coordinatore Roccella Jazz FestivalLa versione originale è in inglese. La tra-

    duzione del testo in Italiano è a cura del-l’autore dell’articolo.

    IN ALTOSCOTT LAFAROA DESTRAPIERO CUSATO

  • VENERDÌ 8 LUGLIO 2011 LA RIVIERA 13

  • VENERDÌ 8 LUGLIO 2011 LA RIVIERA 14

    A proposito

    Locride

    di...

    Giuseppe Raffa, a un mese dalla sua elezione hasciolto le riserve e presentato la squadra che loaffiancherà nel governo della provincia di ReggioCalabria.Tra gli assessori che il reggino ha valutato negliultimi giorni, ripescato l’esterno GiovanniCalabrese, candidato a sindaco per la città diLocri nell’ultima tornata elettorale che ha visto iltrionfo di Pepè Lombardo. Calabrese, a cui va l’assessorato allo Sport , va aricoprire il posto che era di un altro politico dellaLocride, Attilio Tucci. Si tratta di un incarico di prestigio, visto che l’as-sessaorato di Calabrese è l’unico ruolo affidato ai

    nostri politici, nonostante i seieletti nelle circoscrizioni

    della locride nella recenteconsultazione elettorale.Sara' una giunta ''espres-sione in parte dei partiti,nell'ottica della condivisio-ne che gia' in campagnaelettorale avevamo lancia-

    to'', ha commentatoRaffa poco prima

    della conferen-za stampa di

    presentazionedella nuova

    giunta chesi è svolta

    giovedìpome-riggio.

    Oggi alle ore 17.30, presso la sala Consigliare dellaComunità Montana della Limina, a Mammola, siterrà la presentazione del libro “Cuba Oggi” edito

    da “Città del Sole”.L’autore, GiuseppeTrimarchi, è un giovaneche da un piccolo paeseimmerso nel cuoredell’Aspromonte si è cata-pultato sull’Isola Caraibicacogliendone somiglianze esimilitudini con la suaterra. Interverranno all’in-contro, oltre all’autore,Pasquino Crupi, critico let-terario e scrittore, ToninoPerna, docente diSociologia economica,

    Piero Polimeni, ex-cooperante a Cuba e autoredella postfazione del libro, Ilario Ammendolia,presidente dell’associazione dei sindaci dellaLocride, e Franco Arcidiaco editore di “Città delSole Edizioni” .

    Un “ Giugno Locrese” in tono decisamente mino-re, dove solo la presentatrice è sembrata all’altez-za, ha lasciato l’amaro in bocca a un pubblico cheoramai si era abituato al Gran Galà di inizio esta-te. Sembra anche che la nuova Amministrazioneguidata da Pepè Lombardo abbia preso le distantedal Torneo Internazionale di Tennis Femminileche si farà solo grazie all’impegno dei soci del“Garden Club”. Anche questo evento aveva attrat-to pubblico e quell’aurea istituzionale servivasoprattutto a sostenere l’internazionalità e qualchefinanziamento di enti maggiori

    DISCORRENDO DI RIFIUTI, DISCARICHE E DEPURATORI

    La provincia conterà“sull’esterno”Giovanni Calabrese

    La bomba di Crinò

    PIETRO CRIACO

    Di nuovo riunione del Comitatodirettivo dell'Associazione deiComuni della Locride lunedì 4luglio alle ore 19, presso ilcomune di Siderno. Sembra un rito,essendo rituali anche i problemi: le disca-riche, i depuratori. E rituali anche le pro-messe. Rituali anche i gridi di dolore deiSindaci per la Locride abbandonata. Dachi, però? E' vietato nominare il nome delgovernatore Scopelliti? Comunque, iltema è cruciale. Riguarda l'emergenzarifiuti che sta investendo in modo dram-matico molti paesi della Locride.Apre i lavori, con il consueto tono pacato,ma fermo, il presidente IlarioAmmendolia. Sottolinea lo stato d'emer-genza della Locride, a causa della chiusu-ra della discarica di Casignana. Mette inevidenza le mancate risposte agli allarmilanciati dai sindaci nei mesi scorsi, anchealla presenza del commissario all'emer-genza rifiuti Melandri. E sollecita gli associati sindaci ad iniziativedi protesta e mobilitazione collettiva. Checosa s'aspetta ancora? L'emergenza rifiuti,

    ma ugualmente quella che riguarda ladepurazione, assume carattere d'emer-genza e anche d'ordine pubblico aBovalino e a Locri, dove, come denuncia-no i sindaci Mittiga e Lombardo, si sonoverificati gravi atti di vandalismo chevanno dagli incendi dei cumuli di rifiuti edei cassonetti al recapito di “buste” dispazzatura nelle proprietà degli ammini-stratori. Tutto normale. Poi, la bomba. Il

    presidente dell'Assemblea Pietro Crinò,dopo una breve e, come al solito, puntua-le ed esauriente analisi delle questioniall'ordine del giorno, ha annunciato le suedimissioni dalla carica per ragioni di poli-tica e di lavoro. Il riferimento è allo studioradiologico, di spessore nazionale, diSiderno di cui è socio e che per una con-troversia con l'Asp rischia di mandare acasa 100 persone.

    Conclusione rituale. Il Comitato rivolge “un pressante appelloaffinché con provvedimento indifferibileed urgente, autorizzi i lavori per l'abbancodi ulteriori 30 mila tonnellate nella disca-rica di Casignana il cui progetto esecutivoè già stato approvato”. La storia ha prosieguo. Martedì 5 lugliouna delegazione di sindaci ha incontrato ilPrefetto, che personalmente informatodella gravità della situazione, ha inviatouna nota al governatore Scopelliti e alCommissario all'emergenza rifiuti genera-le Melandri. Altro atto rituale. Mercoledì6 luglio il presidente del Comitato Sindaci,Ilario Ammendolia, ha personalmenteincontrato Melandri, che inizialmenteescludeva la celere riapertura della disca-rica di Casignana, ma, pressato dall'urgen-za dei problemi messi sul tavolo dalPresidente e messo al corrente dell'inten-zione di organizzare forme di protestaanche estreme, qualora la situazionedovesse permanere, ha promesso d'ana-lizzare la possibilità di una riaperturaimmediata insieme al responsabile del suoufficio tecnico. Un altro atto rituale, con-siderato che promettere non costa fatica?

    CONSIGLIO PROVINCIALE

    Dopo la delusione dellecomunali, le soddisfazioniarrivano da Palazzo Foti

    MAMMOLA

    SIDERNO- LOCRI

    Presentazione dellibro “Cuba Oggi”

    Battaglie di civiltà al parco giochi

    A Siderno “individui di scarsa civiltà” hanno deca-pitato e divelto tre alberelli nel Parco Giochi “Lacasa dei bambini”, appena inaugurato presso ilgiardino Angelo Frammartino. Il parco, nato sottola spinta della locale Consulta comunale, era statointeramente realizzato con forme di volontariatotramite specifici contributi di cittadini e commer-cianti. A Locri invece l’Aggregazione spontanea diPromozione Sociale “Amare Locri” ha pensato diintervenire, attraverso un’opera di pulizia e ristrut-turazione, sul Parco Giochi situato nel lato sud delLungomare locrese. L’appuntamento per tutti ivolontari e i cittadini che intendono partecipareall’iniziativa è per domenica 10 luglio alle ore 6:00.

    FALSA PARTENZA

    Estate Locri -1

  • VENERDÌ 8 LUGLIO2011 LA RIVIERA 15

    Ho letto sul vostro quotidiano l'in-tervista rilasciata dal ConsigliereComunale Salvatore Fuda sullacrisi amministrativa che ha colpi-to l'Amministrazione comunaledi Gioiosa Ionica, per cui ritengo

    necessario formulare delle pun-tualizzazioni per ripristinare una

    corretta informazione. La crisi ammini-strativa è stata determinata dalla mia decisione di azze-rare la Giunta in quanto vi era uno scollamento tra iConsiglieri Comunali e l'Organismo di governo, non-ché da una serie di incomprensioni che si erano createtra gli assessori sulle competenze di ciascun assessoratoe sulle interferenze che qualcuno effettuava al di fuoridel proprio ambito.Inoltre, bisognava decidere sulla revoca o le eventualidimissioni dell'assessore Demasi, il quale -ormai dadiversi mesi- non partecipava alla Giunta per ragioni diopportunità politica per le vicende legali che hanno col-pito un proprio congiunto.Infine, vi era una pregiudiziale che alcuni Consiglieri dimaggioranza ponevano con riferimento alla discussio-ne in Consiglio Comunale della Variante della S.P. 5all'altezza del Naniglio, in quanto in qualità di Sindacoavevo partecipato ad alcune riunioni con l'Assessore aiLL.PP. e con il Presidente della Provincia dell'epoca peraffrontare il problema, nell'interesse del paese, ondenon perdere il finanziamento di 930.000 euro per larealizzazione del nuovo tracciato e di 250.000 per lamessa in sicurezza di quello già esistente. Avevo propo-sto la libertà di voto su questo punto, ma ho registratola posizione rigida da parte del Vice SindacoMazzaferro, il quale voleva imporre a tutti i costi il votounanime e contrario da parte di tutta la maggioranza.La situazione, pertanto, era diventata insostenibile edera necessario che ognuno riflettesse sui ruoli di ciascu-no e valutasse quale era l'interesse per la collettivitàGioiosana. L'azzeramento della Giunta era un modoper riaprire un dialogo con tutti i Consiglieri di maggio-ranza, per superare le incomprensioni. Non c'è stata,pertanto, nessuna contrapposizione o contraddizionenei primi due anni e mezzo di amministrazione, né lacrisi è stata determinata da interessi specifici da parte diqualcuno. Ci sono state posizioni politiche certamentediscutibili, sotto il profilo dell'interpretazione del man-dato elettorale ricevuto e nel modo di agire rispetto alledecisioni che il Sindaco ha assunto per rimuoveremomenti di disagio o incomprensioni che rischiavanodi portare ad una paralisi amministrativa.Certamente, ci doveva essere più senso di responsabi-lità e più rispetto per gli elettori che avevano credutonella nostra maggioranza. Molti problemi, però, eranostati affrontati adeguatamente dalla vecchia maggio-ranza ed il volto del Paese era cambiato in modo posi-tivo. Tante iniziative sono state programmate, nelperiodo sia estivo che invernale, che hanno rilanciatol'immagine di Gioiosa Ionica. Sul piano delle operepubbliche e del recupero urbano, si sono ottenutinumerosi finanziamenti, per la messa in sicurezza dellaScuola Materna Limina, per la messa in sicurezza delplesso scolastico Don Minzoni, per la riqualificazionedi Piazza Vittorio Veneto. Inoltre, sono stati riattivatiuna serie di lavori pubblici che erano fermi da diversianni, come la realizzazione della Caserma Forestale, ilavori per gli scavi archeologici del Naniglio, inoltresono in corso di realizzazione il Museo del Naniglio, lastrada di collegamento C.da Sant'Antonio, l’amplia-mento strada Candido Zimbario, la strada collega-mento Acquedotto/Cancello e pubblica illuminazionedi Via Rocco Gatto, realizzazione Centro COM, ade-guamento Scuole Elementari Centro, adeguamentobarriere architettoniche e sicurezza Scuole Medie,lavori di recupero Teatro al Castello e Piazza Plebiscito,impianto fotovoltaico Scuola Media Centro e messa insicurezza Scuola Materna A. Moro. Sono, inoltre, statiutilizzati fondi per il risparmio energetico della pubbli-ca illuminazione ed interventi urgenti sull'impianto didepurazione e per il recupero del Centro Storico. Si èstipulata una Convenzione con la Gemmo per la forni-tura della pubblica illuminazione. Si è stipulato un con-tratto per la gestione degli impianti idrici, attivata laprocedura per l'assegnazione agli aventi diritto dellecase popolari, attivata con la Provincia la procedura perla realizzazione del nuovo Liceo Scientifico e per unapalestra. Sono stati recuperati, a costo zero perl'Amministrazione Comunale, l'Impianto sportivo diVia Limina (in stato di abbandono da oltre 30 anni) el'ex Convento degli Agostiniani, adibito a scuola musi-cale dalla Associazione Ars Musicae. Si è costituita laConsulta Giovanile che ha realizzato, nel periodo diagosto, iniziative di ottimo livello per promuovere ediffondere l'immagine del paese. C'è una collaborazio-ne costante e continua con le Associazioni per rendere

    il paese accogliente ed in particolare con la Pro Loco viè una perfetta sinergia per le iniziative estive ed inver-nali.Si sono sperimentati metodi nuovi di utilizzo del verdepubblico assegnandolo in gestione ai privati, realizzatala sala del Consiglio Comunale. Si è attivato il mutuocon la Cassa DD.PP. per 430.000 euro per la messa insicurezza del Campo Sportivo Comunale. Si sono atti-vate le procedure per la realizzazione del PSA com-prensoriale. Certamente, ci sono ancora tante cose dafare, ma non si può di sicuro sostenere che il paese èstato abbandonato o che l'Amministrazione non haoperato in modo positivo e produttivo nell'interessegenerale. La situazione politica attuale è senza dubbioanomala in quanto ho nominato una Giunta provviso-ria e, certamente, oggi non c'è una maggioranza consi-liare. Non ho accettato le condizioni offerte dalGruppo “Avanti Gioiosa”, né ho accettato un appoggioesterno a termine.Ho nominato la Giunta per evitare la venuta delCommissario e non è mia intenzione subire pressioni dialcun tipo, consapevole che, perdurando tale situazio-ne politica, non potrò garantire la conclusione dellalegislatura. Ci sono, però, problemi importanti chevanno affrontati con serietà, nell’interesse del Paese,per cui sarà il Consiglio Comunale a decidere a mag-gioranza. Se il Consiglio Comunale riuscirà ad affron-tare le questioni urgenti, continueremo a lavorare per ilbene comune, altrimenti sia il Gruppo di “AvantiGioiosa” che i gruppi del “PD” e di “Gioiosa che cam-

    bia” potranno determinare con il loro voto lo sciogli-mento del Consiglio e la venuta del Commissario pre-fettizio. Questa Amministrazione ha lavorato bene finoall'insorgere di incomprensioni e criticità, che non pote-vano essere ignorate, continuando ad amministrare,facendo finta di niente, la cosa pubblica, così venendomeno al mandato elettorale ricevuto ed alla fiduciaaccordatami dalla gran parte degli elettori.Il mio scopo è sempre e comunque quello di tutelare gliinteressi generali senza essere ostaggio di nessuno. Nonè vero che questa Amministrazione ha aumentato lapressione fiscale, poiché le aliquote sono rimaste inva-riate, anzi sono state poste in essere delle possibili solu-zioni per ottenere una riduzione del canone per la for-nitura dell'acqua potabile e per i servizi di smaltimentodei rifiuti. Questi obiettivi saranno raggiunti nel tempo,allorquando i contenziosi con la SORICAL verrannodefiniti. Sono consapevole delle difficoltà, ma ilConsigliere Fuda, se intende ergersi a fautore di unnuovo modello di amministrazione, dovrebbe esserecredibile e politicamente corretto, fornendo una anali-si obiettiva della situazione, riconoscendo l'operato diquesta amministrazione, senza celarsi e instillaresospetti di pseudo interessi personali quali origine dellacrisi. I cittadini osservano e giudicano i comportamentipersonali e certamente non si lasceranno incantare dafalsi profeti o da una politica populista e denigratoriache è ormai ampiamente superata e sconfitta dalla sto-ria.

    Mario Mazza

    MARIO MAZZA: “NON SONOOSTAGGIO DI NESSUNO”

    Risposta del primo cittadino di Gioiosa Jonica a Salvatore Fuda

    la Riviera

    MIX

    Cristina D’Avenaincanta grandi e piccoli

    GIOIOSA JONICA

    Mazza, difende ilsuo centro storico

    Nel numero della settimana scorsa vi avevamomostrato le foto del centro storico di GioiosaJonica, a pezzi, dopo alcuni lavori di restauro. Mario Mazza ha puntualmente rettificato la noti-zia. “La foto che avete pubblicato mostra una pic-colissima parte del nostro borgo. Gioiosa Jonicanon è quella in foto. Alla domanda, lecita, sul per-chè alcune strade siano, da mesi (almeno 3), inquelle condizioni, “L’Amministrazione Comunaleha sollecitato l’azienda appaltatrice perchè com-pleti i lavori. Purtroppo è la terza ditta che cambia-mo perchè le prime due non soddisfacevano alcu-ni requisiti legali, poi, è anche sorto un inconve-niente tecnico. Il manto stradale va ribassato perrendere possibile la posa in opera dei Sampietrini,che altrimenti rggiungerebbero un livello più altodel manto stradale con conseguenti disagi per leabitazioni. Abbiamo incontrato i vertici dell’azien-da e richiesto al più presto il completamento deilavori”.

    BOVALINO

    Nuova vita per la Pro Loco Bovalino, che esce allascoperta organizzando una riuscitissima giornata deibambini. La Nuova Pro Loco, costituita da poco, staguadagnandosi così la fiducia della gente, grazieall’impegno e alla voglia di operare nel sociale peravvicinare i bovalinesi alla loro città. Sabato 18 giu-gno è stata una giornata dedicata interamente almondo dei bambini, iniziata alle ore 18,00 con gliArtisti di Strada che hanno intrattenuto i giovanissi-mi partecipanti per quasi 2 ore, si è proseguito, poi,con l'esibizione della Scuola di danza New Fitness diRenata Galea. Achiudere la serata un ospite d'onoredi tutto rispetto, Cristina D'Avena, che ha trascinatonon solo i piccolissimi, ma anche i più grandi che perun giorno sono potuti tornare bimbi riascoltando lepiù belle sigle dei cartoni tv della loro infanzia. Lapresentazione della Pro Loco è stata curata del suoVice Presidente, il quale ha ringraziato le Autorità, glienti, le associazioni, con un particolare grazie aglisponsors che con il loro volonta-rio e generoso contributohanno permesso la realizza-zione dell'evento. Un ulte-riore ringraziamento èandato ai cittadini diBovalino che hannopartecipato numero-si e non hanno persol'occasione perriconfermare lafiducia cheripongono nellaPro Loco. Ciauguriamo chequesta bellissimaserata sia l’iniziodi un percorso dicoesione e colla-borazione chepossa darenuovo smaltoalla cittadinajonica.

    Maria Teresa Fagà è stata nominata presidente dell’Arpacal dal Presidente del Consiglio regionale,Francesco Talarico. Esercitando i poteri sostitutivi attribuitigli dall’Assemblea di Palazzo Campanella,Talarico ha firmato il decreto di nomina del nuovo Consiglio d’amministrazione dell’Agenzia regionale perla protezione dell’Ambiente in Calabria.

    Talarico incorona Maria Teresa Fagà, nuovo presidente Arpacal

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    A proposito

    Grafica

    La Copertina

    di...

    1MA L’OTTIMO MINISTROSA, NON IN TEORIA,MA IN CONCRETO,CHE COSA ÈLO SMISURATO 41BISOVVERO IL CARCERE DURO?

    A colloquio con l'avv. Eugenio Minniti

    M i sovviene alla mente in que-sto momento, quanto disseEumeno ad Odisseo nelleomeriche pagine: “Zeus togliea un uomo metà del suo senno il giorno in cui lopriva della libertà”.Mi sento obbligato a fare una premessa. Tutti idetenuti sottoposti al regime speciale 41 bis(circa 700 oggi) sono cittadini italiani, e cometali fruiscono degli stessi diritti spettanti al restodei cittadini di codesta Nazione.Ora prima di entrare nel merito delle violazio-ni, cercherò di renderti edotto, lettore, su cosasia il 41 bis , meglio noto per i non adddetti ailavori come “carcere duro”.Il carcere duro, nato come misura emergenzia-le nel 1992, diventato legge malgrado la CorteCostituzionale lo abbia definito, a primo acchi-to, incostituzionale, è un regime detentivo spe-ciale sparso su territorio nazionale in 10-11Istituti penitenziari, che è adibito a contenere isoggetti più pericolosi, ovvero i mafiosi e quin-di meridionali. Questi reparti speciali sono ubi-cati solo ed esclusivamente in Istituti delCentro-Nord, di modo che i detenuti che essicontengono, non possano fruire dei favori, chealtrimenti gli sarebbero concessi nelle carceriubicate nei territori d’origine del detenuto .L’aspetto principale e fondamentale di codestoregime differenziato, secondo chi lo difende a

    spada tratta, sta nel cercare di interrompere icollegamenti tra il detenuto e l’esterno, dimodo che, i presunti boss (epiteto questo, affib-biato molto spesso senza una cognizione con-creta) non possano mandare messaggi o diret-tive ai vari associati che si trovano all’esterno.Il filosofo e illuminato C. Beccaria diceva che seun atto non deriva da un’assoluta necessità, ètirannico.

    Interrompere i collegamenti tra gli associatidetenuti e quelli liberi: questa la ragione del41bis. E allora mi si può spiegare per qualeastrusa cagione i detenuti sottoposti in tale regi-me non possono godere degli stessi diritti intra-murari dei detenuti “normali” ?

    Se il motivo principale, e forse l’unico, per cui il41 bis è ancora in vigore è il cercare di interrom-pere collegamenti tra gli associati detenuti equelli liberi, mi si può spiegare per quale astru-sa cagione i detenuti sottoposti in tale regimenon possano godere degli stessi diritti intramu-rari degli altri detenuti, visto che nulla c’entra-no con l’esterno? Per rendere più chiaro il con-cetto riporterò alcuni esempi, quelli che ritengopiù significativi: per quale motivo ai detenutidei regimi normali è permesso parlare notte egiorno con tutti, mentre i detenuti dei regimispeciali non possono parlare neanche con ildetenuto che hanno dirimpetto (gravissima vio-lazione dell’Articolo 21 della Costituzione)?Per quale motivo i detenuti “normali” possonostare in gruppi molto numerosi e dividere lacella con una o più persone, mentre i detenuti“speciali” non possono stare in gruppi superio-ri a tre persone e non possono avere un compa-gno di cella? Per quale motivo i detenuti nor-mali hanno dei rappresentanti che li tutelanoall’interno dell’Istituto e fanno valere i lorodiritti quando si tratta di vitto sopravitto edaltro, mentre i detenuti speciali non possonoaver alcun rappresentante e, quindi, sono suc-cubi dell’arbitrarietà della direzione? Per qualemotivo i detenuti normali possono fruire diquattro ore giornaliere (due all’aria aperta, duein attività socio-ricreative), mentre i detenutispeciali ne hanno solo la metà? Per quale moti-vo i detenuti normali possono tenere in cellatutti gli oggetti (tagliaunghie, pinzetta, fornelli-no, moka etc. etc.), mentre i detenuti specialinon possono tener nulla?Ora portate alla luce tali ed incomprensibili dif-ferenze, sorge spontanea una domanda all’otti-mo legislatore, che pare aver dimenticato, chebisogna legiferare ispirandosi agli articoli dellanostra Costituzione: cosa c’entra il dialogarecon il detenuto dirimpetto con i collegamenticon l’esterno? Cosa c’entra il numero dei sog-getti che compongono lo stesso gruppo con icollegamenti con l’esterno? Cosa c’entra il rap-presentare i propri diritti intramurari con i col-legamenti con l’esterno? Cosa c’entra il nonpoter tenere in cella il tagliaunghie o la pinzet-ta o la moka con i collegamenti con l’esterno?Cosa pensa il nostro ottimo legislatore, che idetenuti sottoposti al 41 bis siano la reincarna-zione di Antonio Meucci, e che, con una moka,una pinzetta e un laccio di scarpa possano fareun telefono?Integerrimo legislatore, sono più che sicuro,che non hai una risposta da darmi e, in caso riu-scissi a trovarla, sarebbe talmente astrusa, che

    Le pagine, che qui pubblichiamo, sono tratte dalrapido e bene aggiustato saggio – di prossiama pub-blicazione per le Edizioni Città del Sole- C’era unavolta il diritto costituzionale di Salvatore Ritorto,uno dei quattro condannati all’ergastolo per il delittoFortugno. Preciso subito che non ho avuto né dubbi né esi-tazioni sulla pubblicazione delle stralciate pagine . Anche sein molti hanno dimenticato, in uno Stato democratico, chedovrebbe avere a suo proprio la civiltà giuridica, in primoluogo la parola spetta all’accusato, e non all’accusa. Maavviene l’esattamente opposto a meno che l’accusato nonsia di gran lustro e non si chiami Giacomo Casanova. Io houna visione diversa. Preferisco i carcerati senza lustro, non icarcerati illustri.Non si tratta, infine, di scelte personali. Si tratta di fatti costi-tuzionali. Un condannato a vent’anni di galera o all’erga-stolo, di tutti i diritti individuali deve avere solo la privazio-ne della libertà personale. Degli altri no. Né del diritto allaprivacy né del diritto alla liberà di pensiero né del dirittoalla libertà di parola: tutti violati e impediti dal carcere duro,e la testimonianza sulla propria carne di Salvatore Ritorto èimpressionante. Il caso, poi, di questo giovane, provvisoria-mente ergastoano a Tolmezzo - ma è anche il caso diAlessandro e Giuseppe Marcianò, e Francesco Audino,anche loro condannati all’ergastolo- merita d’essere iscrittonel manuale dell’amnesia dei finti tonti i quali con le lororaffiche verbali tendono a fare dimenticare che si tratta dicondannati – lo ripetiamo per l’ennesima volta- in secondogrado di giudizio. Talché muteranno la loro attuale condizio-ne di presunti colpevoli in colpevoli definitivi solo dopo e sela Suprema Corte di Cassazione confermerà la sentenzadella Corte d’Assise d’Appello. Cosa assai difficile dopo lerecenti rivelazioni sulla mancata allegazione all’incartamen-to processuale del rapporto informativo del dr. SalvatoreArena. Si debbono privare del diritto alla privacy, del dirittoalla libertà di pensiero e del diritto alla libertà di parolaanche i presunti colpevoli? Cioè, perché ristretti, fin daquando erano in attesa di giudizio, nelle carceri speciali?Comunque vadano le cose, la parola spetta all’accusato, algiovane Salvatore Ritorto, che non per libri secondi, comeavrebbe detto Tommaso Campanella, ma per esperienzadiretta dice cose da far tremare vene e polsi sul carcereduro. Una tortura, sempre. Un’abiezione, quando vieneinflitto a carcerati in attesa di giudizio, a detenuti dopo ilprimo e secondo grado di giudizio, ai sepolti vivi dopo la sen-tenza definitiva della Suprema Corte di Cassazione. E pro-prio a quest’ultimi che non hanno più speranza di libera vitadovrebbe essere risparmiata l’accanita crudeltà del 41bis.

    Se fosse statoacquisito il rapporto

    del dr. Salvatore Arena,sarebbero staticertamente assolti

    PASQUINO CRUPI

    A rdore. L’avv. EugenioMinniti appartiene allarazza speciale dei difensori,formatisi all’eletta scuoladel meridionalismo garantista, il ramopiù alto e meno diffuso del pensieromeridionalista. Ama splendere nell’at-trito, avendo ben fermo che accusa edifesa cooperano insieme al raggiungi-mento d’una possibile verità giudizia-ria, ma senza toccarsi e senza conta-giarsi. Svetta, perciò, nel campo foren-se, dove ormai si aspira ad avere giudi-ci amici, per la sua toga nitida e scevrada ogni compromesso tra Difesa eAccusa. La sua oratoria, veloce come illampo, non è mai divagante. Si nutredei fatti e i fatti arrovella alla luce deldiritto. Ciò che lo ha portato ad essereprotagonista, con ardimento dottrina-le, non dissociato da appassionamentoumano, dei processi che più hannoscosso la Calabria in questi ultimi anni.Il processo, che più lo ha ferito e tor-

    mentato, è stato il processo per il delit-to Fortugno.Ci riceve nel suo studio, ricco di libri,immancabilmente gualcito il Codice diProcedura Penale . Sul tavolo, con piledi pratiche, sfoggiano la loro cupa bel-lezza due teste bronzee di BenitoMussolini. “ Cominciano bene”, pensotra me e me. E tanto per cominciarebene chiedo all’avv. Eugenio Minnitise può spiegarmi il giallo del rappor-to informativo del dr. Salvatore Arena,che, pur aprendo nuovi scenari suldelitto Fortugno, non venne allegatodai Pm al fascicolo processuale da cuiemergevano imputati d’assassinio delVicepresidente de Consiglio regionaleAlessandro e Giouseppe Marcianò,Salvatore Ritorto, Francesco Audino.“Quale giallo? Non c’è nessun miste-ro e non c’è nessun arcano da svelare.Siamo di fronte a una verità cruda enuda: i PM non hanno ritenuto didover allegare all’incartamento pro-cessuale il rapporto informativo del dr.Salvatore Arena, che era e resta una

    stella di primaria grandezza per la defi-nizione d’un giusto giudizio sui quattrocondannati, illegittimamente detenu-ti”.Ma potevano legittimamente quei PMnon allegare il detto rapporto? “Assoluamente no…”.A suo parere…“ Non a mio parere, ma secondo l’art.358 del Codice penale”.Che dice, che cosa?“ Non dice, ma prescrive testualmen-te: “Il pubblico ministero compie ogniattività necessaria ai fini indicati nel-l’articolo 326 e svolge altresì accerta-menti su fatti e circostanze a favoredella persona sottoposta alle indagini”.Avvocato, noi siamo digiuni di diritto.Ci faccia capire.“ Secondo l’art. 326, è il pubblico mini-stero che assume la direzione ed il con-trollo delle indagini preliminari. E que-sto è chiaro . Chiarisco ulteriormente,e cioè che tali indagini non possonoessere dirette alla formazione dellaprova (attività normalmente riservata

    La parolaall’accusatoLa parola spettaall’accusato, e nonall’accusa. Maavviene l’esattamenteopposto a meno chel’accusato non sia digran lustro e non sichiami GiacomoCasanova. Io ho unavisione diversa.Preferisco i carceratisenza lustro, non icarcerati illustri

    EVIDENZA

    SALVATORE RITORTODal carcere speciale di Tolmezzo.

    DELITTO FORTUGNO

    PASQUINO CRUPI

  • la Riviera

    23

    neanche tu stesso la comprenderesti.Quindi, mi arrogo il diritto di rispondere per te,e supportato dalla logica dico: queste ed altredifferenze di trattamento intramurario, tra idetenuti normali e i detenuti sottoposti al regi-me speciale, nulla hanno a che vedere con i col-legamenti con l’esterno, ma servono solo e sol-tanto a conculcare e tormentare il detenuto,con la speranza, che lo stesso, vistosi privato diogni diritto persino quello di parlare, si lasciandare a confessioni.

    Tutto questo, fregandosene altissimamentedella nostra Costituzione che non ammettealcun tipo di violenza alle persone prive dilibertà.Ora passo alle mere violazioni (anche le prece-denti lo sono, e come!) che, trattandosi di 41bis, sono parecchie; ma, io mi limiterò a ripor-tare quelle che io ritengo più significative. Cosac’è di più mortificante e degradante che veder-si mettere le mani addosso, soprattutto, quandosi è coscienti che non c’è alcun motivo reale?Eppure, i detenuti sottoposti a tale regime ven-gono perquisiti (e gli viene chiesto pure di alza-re i piedi come i muli per controllare le scarpe),ogni qualvolta entrano ed escono dalla propriacella e, come se questo non bastasse, oltre laperquisizione manuale c’è pure quella elettro-nica fatta col metaldetector; questa è una cosaassurda e, ancor più assurda, se si pensa che ildetenuto nella propria cella non possiede nulla,quindi nulla ha da portare e tanto meno danascondere.

    Quando lo stato fa sul serio: i detenuti specialisono sorvegliati notte e giorno con video-came-ra. Non basta. Le loro celle sono messe sottoso-pra una ,due volte la settimana. E sono perqui-siti quando escono dalla cella per l'ora d'aria equando vi rientrano.

    Cosa c’è di più umiliante e avvilente se nonvedersi il proprio alloggio (la cella) messo sot-tosopra, che la prima impressione che si ha èche ci sia passato dentro un tornado, per uninutile motivo? Eppure, ai detenuti sottopostial regime speciale la stanza (o cella), viene per-quisita sistematicamente una, due volte a setti-mana, cosa assurda e immensamente vessativa,visto che queste stanze contengono poco eniente, e quel poco che c’è è pure numerato -cinque paia di calze, cinque slip, due soli panta-loni, etc. etc. - ; e c’è da eccepire un’altra cosa,che è un paradosso: tutto quello che si trovanelle stanze, è stato controllato e poi consegna-to ai detenuti dagli stessi agenti, che poi effet-tuano la perquisizione della stessa. Eccessivapedanteria o puerile ripicca? Ancora non mi èdato sapere.A cosa può mai servire la continua ed inutileperquisizione personale, visto che il detenutonon ha contatti con nessuno all’infuori di queidue detenuti che completano l’eremitico grup-po (e qualora il detenuto venisse a contatto conpersonale sanitario, uniche persone che nonsiano agenti o detenuti, il tutto si svolgerebbesotto il vigile sguardo di due agenti)! A cosapossono servire poi, quelle continue quantoinutili perquisizioni domiciliari, visto che nellecelle non c’è alcuna cosa che non sia prima pas-sata per le mani di chi poi perquisisce!

    al dibattimento svolto in contradditto-rio tra le parti). Il PM si deve limitarea decidere se esercitare o meno l’azio-ne penale”. Nulla di più“ Nulla di più e nulla di meno. Mavoglio, una volta di più, insistere sullaseconda parte dell’art. 358 che cosìrecita : Il PM >”. Ossia.“ Ma è semplice. Vuol dire che ladisposizione in esame fa obbligo alPM di svolgere anche accertamentisui fatti e sulle circostanze favorevoliall’indagato. E queste prove a favoredell’indagato possono fare ingressonel procedimento sempre e soltantoattraverso l’attività di indagine preli-minare del pubblico ministero”.Ma, nei fatti, di queste prove a favoredegli indagati non c’è traccia nell’atti-vità di indagine preliminare dei PM.Anzi, è stato messo da parte proprio

    un documento- il rapporto del dr.Salvatore Arena- che introduceva ele-menti in loro favore. Come è potutoaccadere? “ Una risposta certa potrebbe veniresolo e soltanto dai PM che hanno fattola scelta di non allegare il rapportoinformativo del Capo della Squadramobile. Può darsi che si sia trattatto dinegligenza. Può darsi che i PM abbia-no arbitrariamente ascritto a loro ilcompito, esorbitando, di valutare sequel documento avesse una sua vali-dità o una sua non validità rispetto alprocesso. E in questo sono andati fuo-ristrada”,Perché ? “ Perché questa valutazione spettaesclusivamente ai giudici terzi, vale adire al collegio giudicante. Non certa-mente ai PM . Qualunque siano stati imotivi che hanno spinto i PM a muo-versi , come si sono mossi, siamo difronte, più che a una negligenza, a unfatto aberrante sul piano giuridico”.Parole grosse, avvocato.

    “ Grosse. Vere. Poiché dalla mancataallegazione del rapporto del dr.Salvatore Arena ne è derivata unalimitazione forte del diritto di difesa,garantito dalla Costituzione. E, perciò, stesso anche la sentenza dellaCorte d’Assise di Locri prima e diReggio poi ci appare inficiata”.Son fatti- mi pare- che avrebberodovuto provocare una quache iniziati-va da parte del Capo della Procura.“ Voglio innazitutto precisare che ,quando inizia il processo, il dr.Pignatone non era ancora arrivato aReggio Calabria e, quindi, non eraconoscenza del più volte qui richiama-to rapporto informativo. Non ci sonosue responsabilità. Peraltro, io nutromolta stima nei suoi confronti, sapen-dolo persona di grande scrupolo giuri-dico. Da lui è venuta l’iniziativa dellarichiesta d’una consulenza tecnicaalla polizia scientifica in ordine allaripulitura dell’intercettazione, conflui-ta nel rapporto del dr. SalvatoreArena , e da ciò non potranno che sca-

    turire altri elementi utili. Noi, per laparte nostra, abbiamo chiesto il rila-scio d’una copia del supporto magne-tico”. A dir vero, pensavo ad iniziative dellaProcura nei riguardi dei PmColaminici ed Endrigo la cui negli-genza, per usare parole sue, è un undato oggettivo .Ufficialmente non ne risultano. Sta difatto che il dr. Endrigo è stato trasferi-to alla Procura di Vigevano, e il dr.Colamonici a quella di Salerno. Ingenere, quando si è PM di processi digrande valenza, si viene chiamati aincarichi di alto prestigio.Avvocato, ma Lei pensa che, ove laDifesa avesse potuto disporre delrapporto informativo del dr. SalvatoreArena e che, ove il Collegio giudican-te ne avesse avuta conoscenza, altrosarebbe stato il destino giudiziario deiquattro condannati all’ergastolo?“Non ho dubbi. Sarebbero stati assol-ti”.

    4Come altro definire tutto questo, se non umi-liante, degradante, avvilente, e chi più ne ha piùne metta. Forse è di questo che parla la nostraCostituzione quando dice: “ è punita ogni formadi violenza fisica e morale sulle persone comun-que sottoposte a privazione di libertà”?Bisogna sapere poi, che per l’impugnazione, ladiscussione e la speranza di revoca (il 99% dellevolte disattesa) del decreto ministeriale diapplicazione del regime speciale 41 bis, è statocreato un tribunale speciale con sede nella capi-tale. Ma, se la memoria non mi inganna, nonsono leciti i tribunali speciali solo in periodo diguerra? Non sapevo che la nostra Nazionefosse in guerra con il meridione.Trattate queste palesissime violazioni, passeròalla violazione che, io ritengo e sono sicuro cheti accoderai al mio pensiero, è il non plus ultradell’inciviltà: i colloqui.Per quanto riguarda l’argomento colloqui, laquestione è più delicata e spinosa, visto che l’ot-timo legislatore ed ancor più gli ottimi profes-sionisti dell’antimafia, li reputano il principaleveicolo con cui i detenuti, sottoposti al regimespeciale, si approvvigionano di informazionidall’esterno e, sempre tramite essi, invianomessaggi e direttive all’esterno.Ma prima di affrontare questo argomentodevo, forzatamente, fare una digressione echiamare in causa la corrispondenza fra dete-nuti, i familiari, gli avvocati ed altri.Questa corrispondenza fra il detenuto e l’ester-no non solo viene censurata, ma, il più dellevolte, viene pure fotocopiata ed inviata all’otti-ma magistratura antimafia, tranne nel caso incui la missiva sia in busta chiusa per motivi digiustizia e questo si verifica solo nella corrispon-denza tra avvocato e detenuto.Cercherò di esser più chiaro: il detenuto sotto-posto al regime speciale è soggetto, oltre allealtre innumerevoli ed inutili restrizioni, pure alcontrollo della posta il che è spaventoso: il dete-nuto consegna la missiva con busta aperta agliagenti, che poi provvederanno a consegnareall’ufficio censura, ovvero, ad altri agenti spe-cializzati nel leggere le missive in entrata eduscita ed altro; in codesto ufficio, la missiva saràletta e studiata, neanche fosse un codice diRommel, e, qualora l’agente notasse nello scrit-to qualcosa di anomalo - non si capisce qualisiano i criteri - , la bloccherà ( e questo non vuoldire che la lettera contenga qualcosa di com-promettente, visto che il più delle volte sonofraintendimenti frutto del pregiudizio) prima,quindi non la farà partire oppure non la conse-gnerà al detenuto, poi, la fotocopierà e lainvierà all’autorità giudiziaria competente.

    Nel decreto applicativo del regime speciale sipotrà trovare scistto: “Nonostante la censura,non si può escludere che il detenuto invii e rice-va messaggi vergati in modo criptato”.Vuol direche siamo noi, detenuti speciali, tutti deiLeonardo da Vinci.

    Incredibilmente, nonostante tutto questo con-trollo, quando al detenuto arriva quel “monito-rio” chiamato decreto applicativo del regimespeciale, nelle motivazioni, che il Ministro dellaGiustizia adduce e che serviranno a corrobora-re le necessità di permanenza del detenuto alregime speciale, si potrà trovare scritto: “ nono-stante la censura, non si può escludere che il dete-

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    nuto invii e riceva messaggi vergati in modo crip-tato”. È allucinante. Un processo alle presunteintenzioni. Mi viene da pensare, in questo caso,che il nostro ottimo legislatore abbia confuso ildetenuto, il più delle volte illetterato, con lareincarnazione di Leonardo Da Vinci.Questo, per dimostrare, che la presunzione delnostro ottimo legislatore, il più delle volte supe-ra la logica, e persino l’immaginazione.Torniamo ai colloqui. I colloqui visivi per i dete-nuti sottoposti al regime speciale (uno solo almese, per la durata massima di sessanta minu-ti, e che non tutti fanno vista la distanza, anzipochissimi lo fanno ogni mese, perché la stra-grande maggioranza ne fa uno o due l’anno), sisvolgono in salette all’interno del reparto doveil detenuto è ristretto; i colloqui visivi sono regi-strati in audio e video, ed inoltre, a dividere lasaletta c’è una lastra di vetro antisfondamentoper evitare ogni contatto fisico tra detenuto efamiliari, per dialogare ci sono microfoni ealtoparlanti, tranne nel caso in cui il detenutoabbia prole con età inferiore ai dodici anni; inquesto caso, gli ultimi dieci minuti di quellacelerissima ora, sarà concesso al detenuto(prima però, dovranno uscire tutti i familiaricon età superiore ai dodici anni, e dovrà entra-re al loro posto un sovrintendente per control-lare) di poter abbracciare il figlio o la figlia(dimenticavo: se il detenuto richiede di fare talecolloquio, quindi abbracciare il figlio o la figlia,dovrà essere denudato prima e dopo il collo-quio). Vedere i figli per dieci minuti al mese e,per giunta, davanti ad un agente. Cosa ci puòessere di più crudele?Ora passiamo al colloquio con l’avvocato, che sisvolge nelle medesime salette, con la seguentedifferenza: il detenuto che vorrà fare il collo-quio senza il vetro divisorio, dovrà (come nelprecedente caso - padre figlio - ) denudarsiprima e dopo il colloquio che, “dovrebbe” svol-gersi, per garantire il diritto di difesa, a microfo-ni e videocamere spente; e dico “dovrebbe”,perché a pensar male si fa peccato, ma spesso cisi azzecca.Questo adagio l’ho preso in prestito da queifurbacchioni democratico-cristiani.Per quanto riguarda poi i colloqui telefonici,che si svolgono tra carcere e carcere, sia con ifamiliari sia con l’avvocato, il tempo di durata è:dieci minuti mensili con i familiari; trenta minu-ti settimanali con l’avvocato. Per i primi, il col-loquio è registrato; per il secondo, non“dovrebbe” esserlo. Ora che ho analizzato espiegato come si svolgono i colloqui visivi etelefonici per un detenuto sottoposto al regimespeciale, cercherò anche di dimostrarne le vio-lazioni, ma non penso sia così faticoso.

    La Costituzione punisce la violenza morale ee i trattamenti degradadanti. E allora perchénon viene punito chi consente che un detenu-to possa vedere i propri familiari una volta almese, e abbracciare i soli figli che abbianomeno di 12 anni?

    Visto che questi Articoli della nostraCostituzione puniscono la violenza morale ed itrattamenti degradanti e inumani sulle personeprive di libertà, mi si può spiegare il perché nonviene punito chi consente che un detenutodebba vedere i propri familiari una sola volta almese, e per giunta una sola ora, senza poterli

    neanche toccare, e abbracciare i propri figli solodieci minuti al mese? Che motivo c’è di impor-re una sola ora di colloquio visivo al mese?Qual’ è la ragione per mettere un vetro diviso-rio quando la saletta è piena zeppa di telecame-re e microfoni?Anche in questo caso, ottimo legi