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LA SALAMANDRA DI LANZA 11 Queste differenze morfologi- che sono da correlare ai diffe- renti ambienti in cui gli Anfibi vivono e agli adattamenti necessari per ottemperare alle diverse necessità, prime fra tut- te la riproduzione, l’omeosta- si e l’emancipazione dall’am- biente acquatico. Gli Anfibi sono gli unici vertebrati a pos- sedere uno stadio di sviluppo acquatico libero e uno stadio sub-adulto/adulto terrestre. Il loro nome deriva dal greco ”amphibios“ che significa a doppia vita, descrivendo il loro duplice stile di vita. Avvenuto l’accoppiamento, a seguito della fecondazione del- l’uovo, ha inizio lo sviluppo embrionale che porta alla nasci- ta della larva (comunemente chiamata girino negli Anuri) provvista di coda, che abbando- nato l’involucro e divenuta autonoma, in breve è capace di nutrirsi. A seguito di un perio- do più o meno lungo di vita acquatica larvale ha inizio la metamorfosi. In questo perio- do la larva subisce radicali sconvolgimenti anatomici in modo da acquisire le caratteri- stiche idonee alla vita terrestre. Quando si parla di un Anfibio viene subito alla men- te la figura di una rana o di un rospo, animali noti prevalente- mente attraverso casuali osser- vazioni, fiabe e piatti prelibati. Diversamente dall’opinione comune tuttavia gli Anfibi pre- sentano al loro interno una varietà di forme corporee e di dimensioni straordinaria. Le circa 4300 specie viventi sono classificate insieme in un unico gruppo, non senza discordie tra gli specialisti, chia- mato lissanfibi (Lissamphibia). Al suo interno gli Anfibi vengo- no classificati in tre Ordini: Anuri (Anura), Urodeli (Urodela o Caudata) e Apodi (Apoda o Gymnophiona). Tra gli Anfibi ritroviamo le elusive e pressoché sconosciute cecilie (apodi) che vivono nei terreni delle foreste tropicali conducendo vita fossoria, le salamandre e i tritoni (Urodeli), comuni abitanti delle zone temperate e infine le rane, i rospi e le raganelle (Anuri) dal- la ”tipica forma“ da Anfibio, diffusi in tutte le latitudini del globo ad eccezione delle aree polari. Gli Anfibi Figura 2 Esemplare di geotritone di Strinati (Speleomantes strinatii) Figura 1 Esemplare di salamandra di Lanza (Salamandra lanzai) della Val Germanasca

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LA SALAMANDRA DI LANZA 11

Queste differenze morfologi-che sono da correlare ai diffe-renti ambienti in cui gli Anfibivivono e agli adattamentinecessari per ottemperare allediverse necessità, prime fra tut-te la riproduzione, l’omeosta-si e l’emancipazione dall’am-biente acquatico. Gli Anfibisono gli unici vertebrati a pos-sedere uno stadio di sviluppoacquatico libero e uno stadiosub-adulto/adulto terrestre. Illoro nome deriva dal greco”amphibios“ che significa adoppia vita, descrivendo il loroduplice stile di vita.

Avvenuto l’accoppiamento, aseguito della fecondazione del-l’uovo, ha inizio lo sviluppoembrionale che porta alla nasci-ta della larva (comunementechiamata girino negli Anuri)provvista di coda, che abbando-nato l’involucro e divenutaautonoma, in breve è capace dinutrirsi. A seguito di un perio-do più o meno lungo di vitaacquatica larvale ha inizio lametamorfosi. In questo perio-do la larva subisce radicalisconvolgimenti anatomici inmodo da acquisire le caratteri-stiche idonee alla vita terrestre.

Quando si parla di unAnfibio viene subito alla men-te la figura di una rana o di unrospo, animali noti prevalente-mente attraverso casuali osser-vazioni, fiabe e piatti prelibati.Diversamente dall’opinionecomune tuttavia gli Anfibi pre-sentano al loro interno unavarietà di forme corporee e didimensioni straordinaria.

Le circa 4300 specie viventisono classificate insieme in ununico gruppo, non senzadiscordie tra gli specialisti, chia-mato lissanfibi (Lissamphibia).Al suo interno gli Anfibi vengo-no classificati in tre Ordini:Anuri (Anura), Urodeli(Urodela o Caudata) e Apodi(Apoda o Gymnophiona).

Tra gli Anfibi ritroviamo leelusive e pressoché sconosciutececilie (apodi) che vivono neiterreni delle foreste tropicaliconducendo vita fossoria, lesalamandre e i tritoni (Urodeli),comuni abitanti delle zonetemperate e infine le rane, irospi e le raganelle (Anuri) dal-la ”tipica forma“ da Anfibio,diffusi in tutte le latitudini delglobo ad eccezione delle areepolari.

GGllii AAnnffiibbii

Figura 2Esemplare di geotritone diStrinati (Speleomantes strinatii)

Figura 1Esemplare di salamandra di Lanza(Salamandra lanzai)della Val Germanasca

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Infatti alla Classe degli Anfibisi deve la più grande avventuraevolutiva occorsa ai vertebrati:la conquista delle terre emerse.Essi occupano all’interno del-l’albero della vita una posizioneintermedia fra i Pesci e i Rettili,insieme ai quali vengono spes-so denominati “bassi vertebra-ti”, condividendo il metaboli-smo originale (ancestrale) ditipo eterotermo, cioé a “sanguefreddo”.

Tra gli Anuri ritroviamoanche animali sonori. In parti-colare i maschi possiedono unsacco vocale impari o un paiodi sacchi vocali, che si gonfianodurante il canto amplificandoneil suono. Gli Anuri cantanoessenzialmente durante il perio-do riproduttivo per attirare lefemmine, per delimitare i con-fini territoriali e scoraggiare altrimaschi e per emettere segnali diavvertimento. La colorazionesgargiante di molte specie èanch’essa un vero e propriosegnale di avvertimento, questavolta per i nemici, indice di unavelenosità reale o fittizia. Nonmancano inoltre specie dallaforma del corpo bizzarra e dal-la colorazione mimetica, verepantomime di foglie vive omorte, di muschi e licheni o dirami. Non a torto possiamodefinire gli Anfibi come la piùinteressante e tormentata classedi vertebrati, vero limite traacqua e terra.

Figura 3Un Anfibio Anuro dell’Argentina

(Ceratophrys cranwelli)

Figura 4Un esemplare di

raganella italiana(Hyla intermedia)

Figura 5Un Anfibio Urodelo nordamericano

(Gyrinophilus porphyriticus)

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Figura 6Un anfibio Gimniofione

(Dermophis mexicanus)

Figura 7Una larva di un Anfibio Anuro

(Pelobates fuscus), contraddistinta

dal tipico corpo ovoidale

e dall’assenza di arti

Figura 8Una larva acquatica di una

salamandra giallo-nera

(Salamandra salamandra)

provvista di quattro arti e

di branchie esterne

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consimili. Essi comprendonocirca 60 generi suddivisi in novefamiglie con un totale di circa350 specie, acquatiche, terrestrima sopratutto anfibie, diffusequasi esclusivamente nell’emi-sfero boreale. Le specie di que-st’ordine evitano le zone caldee aride, preferendo quelle tem-perate e accettando anche lafascia temperata-fredda.

Gli Urodeli (Urodela)comprendono le salamandre e itritoni, presentano un corpoallungato e cilindrico, una codache permane anche nell’adultoe arti tozzi di grandezza unifor-me. Il loro aspetto lacertiformeli porta spesso ad essere acco-munati ai Rettili, dai quali sidistinguono per la pelle nuda epriva di squame.

A parte alcune eccezioni sonoanimali notturni molto legatiall’ambiente acquatico al qualefanno ritorno regolarmente perla riproduzione. La fecondazio-ne può essere sia interna cheesterna ma sempre senza copu-la. L’oviparità è la regola,rarissima la viviparità. Al contra-rio degli Anuri le larve degliUrodeli presentano una formacorporea che ricorda un adultoin miniatura, con zampe esili,evidenti branchie esterne aciuffo e una dieta esclusivamen-te carnivora. La metamorfosi sicompie senza radicali trasfor-mazioni e senza il riassorbimen-to della coda.

Gli Urodeli sono dei formi-dabili predatori, divorandoogni forma di animale di ade-guate dimensioni, spesso anche

AAnnffiibbii pprroovvvviissttiiddii ccooddaa::ggllii UUrrooddeellii

Figura 9Maschio di tritone crestato italiano

(Triturus carnifex)

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Le famiglie degli urodeli

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Le famiglie appartenenti all’ordine degli Urodeli con le prin-cipali caratteristiche della loro biologia e la relativa distribu-zione geografica.

• Sirenidae. Comprende tre specie e due generi (Siren ePseudobranchus) dal corpo allungato e slanciato, provvistodei soli arti anteriori. Di abitudini completamente acquati-che l’adulto conserva alcuni caratteri larvali quali le branchieesterne e gli occhi privi di palpebre, anche se dotato di pol-moni funzionanti. Eccezionale è la capacità di superareperiodi siccitosi estivando all’interno di bozzoli mucosi. Ladistribuzione geografica è limitata agli Stati Uniti orientalie al Messico nordorientale.

• Cryptobranchidae. Si ritrovano negli Stati Uniti orientalie in Asia orientale. Di abitudini acquatiche e incapaci di for-mare la spermatofora (struttura deposta all’esterno conte-nente gli spermatozoi) praticano la fecondazione esterna.All’interno di questa famiglia ritroviamo gli attuali gigantidell’ordine. Il primato spetta alla salamandra gigante delGiappone, Andrias japonicus, capace di raggiungere il metroe mezzo di lunghezza e i 100 chilogrammi di peso!

• Hynobiidae. Comprende specie che conducono prevalen-temente vita terrestre e fossoria dall’aspetto simile alle nostresalamandre.Approssimativamente 36 specie distribuite in circa sette

generi sono note. Di rilievo la fecondazione esterna ma congli adulti che permangono a protezione delle uova, dimo-strando così cure parentali. La distribuzione geografica èristretta alla Russia europea e a parte dell’Asia.

• Ambystomatidae. Circa 30 specie ascritte ad un unicogenere, Ambystoma. Questa famiglia comprende forme ter-restri dalle abitudini fossorie e spesso dai colori sgargianti,che si portano in acqua unicamente per riprodursi. Lafecondazione è interna e avviene attraverso la deposizionedella spermatofora. Presenti unicamenente in America set-tentrionale.

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• Rhyachotritonidae. Rappresentano una piccola famiglia com-prendente un genere e quattro specie particolari, abitanti deitorrenti e ruscelli delle coste nord occidentali degli Stati Uniti.Precedentemente queste specie venivano classificate all’inter-no della famiglia degli ambistomidi.

• Plethodontidae. Costituisce il gruppo più numeroso dell’or-dine comprendendo più della metà delle specie di Urodeli oggiviventi. Di particole interesse la distribuzione di questa famigliapresente da una parte in America settentrionale, centrale e meri-dionale e dall’altra in Sardegna, Italia nordoccidentale e Franciasudorientale. Una specie è stata recentemente scoperta inCorea. Tra gli appartenenti degni di nota presenti nel territo-rio italiano troviamo le specie del genere Speleomantes, o geo-tritoni. Caratteristiche sorprendenti sono la lingua estrofletti-bile che può essere sparata ad alcuni centimetri di distanza percatturare la preda e l’assenza di polmoni.

• Amphiumidae. Comprende tre specie del genere Amphiumaabitanti degli Stati Uniti sudorientali. Esse presentano unestremo allungamento del tronco e della coda e arti brevi edesili. Gli occhi sono piccolissimi in relazione alle parziali abi-tudini fossorie. Gli adulti mantengono quattro archi branchia-li e una fessura brachiale pur perdendo le branchie esterne.

• Proteidae. Comprende il genere europeo monotipico Proteuse il genere Necturus, con cinque specie nordamericane. In que-sta famiglia acquatica i caratteri larvali persistono per tutta la vitain un fenomeno denominato neotenia. Una specie si ritrovalungo il limite nord orientale del nostro paese nelle acque sot-terranee carsiche, il Proteus anguinus.

• Dicamptodontidae. Distribuiti unicamente in America set-tentrionale per questa piccola famiglia sono riconosciute quat-tro specie riunite in un unico genere, Dicamptodon. Di rego-la possiedono polmoni e portano a termine la metamorfosi.

• Salamandridae. È la più importante tra gli Urodeli del vec-chio continente, ed inoltre anche la famiglia che più ci inte-ressa poiché a questa appartiene la specie e trattata in questolibro.

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l’habitat acquatico); il genereEuproctus (presente per l’Italiasolo in Sardegna), acquatico elegato ad acque fresche corren-ti; ed infine i tritoni in sensostretto, ossia le specie apparte-nenti al genere Triturus, carat-terizzate da una fase riprodutti-va acquatica alternata a una opiù fasi terrestri.

In ragione dell’habitat mag-giormente utilizzato, si osserva-no differenze evidenti nell’a-spetto generale delle diversespecie: le salamandre presenta-no corporatura robusta e nonhanno caratteri sessuali secon-dari molto evidenti (i maschi ele femmine sono simili e per-tanto non facilmente distingui-bili) mentre i tritoni hanno cor-poratura affusolata e uno spic-cato dimorfismo sessuale, conmaschi che in periodo riprodut-tivo sviluppano creste e colora-zioni vistose esibite durante ilcorteggiamento.

LA FAMIGLIASALAMANDRIDAE

I Salamandridi rappresentanouna delle tre famiglie di AnfibiUrodeli europei (Salamandridae,Proteidae, Plethodontidae) e didieci famiglie esistenti al mon-do. Complessivamente com-prende almeno 42 specie,distribuite dalle regioni tempe-rate dell’Africa nord-orientaleall’Europa, all’Asia e ancheall’America settentrionale, sep-pur con un ridotto numero dispecie. In Italia sono presentidiverse forme ben distinte: diabitudini terrestri troviamo igeneri Salamandra eSalamandrina, che dopo lo svi-luppo larvale tornano all’acquasolo per la deposizione (fannoeccezione Salamandra atra eS. lanzai che hanno evolutouna strategia riproduttiva com-pletamente indipendente dal-

Figura 10Esemplare di salamandrina

(Salamandrina perspicillata),

un Urodelo

endemico della Penisola Italiana

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che. È assente in Sardegna men-tre in Corsica vive una forma affi-ne, in passato ritenuta una sotto-specie, ora accettata come speciedistinta (Salamandra corsica).La salamandra giallo e nera fre-quenta principalmente i boschidi latifoglie. Gli accoppiamentiavvengono a terra, seguendo irituali di corteggiamento tipicidel genere a cui appartiene. Ilmaschio, dopo aver inseguito lafemmina, la afferra con le zam-pe anteriori e depone un “pac-chetto” di spermatozoi, conte-nuti in una struttura dettaspermatofora.

Al termine del periodo digestazione, che può essere assaivariabile, la salamandra giallo enera partorisce un numero ele-vato di larve acquatiche (da 10a 200) in piccole pozze. Inquesta specie le larve hanno giàle quattro zampe formate ehanno branchie esterne chepermettono loro di respirarenell’ambiente acquatico. Losviluppo delle larve dipendedalla disponibilità alimentare edalla temperatura dell’acqua,ma dura di solito alcuni mesi.Alla metamorfosi le larve per-dono le branchie ed escono dal-l’acqua.

La salamandra giallo e nera èpresente in Italia con due sotto-specie, S. s. salamandra nel-l’Italia settentrionale, e S. s.gigliolii nell’Italia meridionale.La caratteristica maggiore di S.s. gigliolii è la maggior compo-nente cromatica gialla. Alcuniesemplari della Calabria sonoquasi totalmente gialli.Salamandra s. salamandra ha

IL GENERESALAMANDRA

Il genere Salamandra è rap-presentato in Italia da tre spe-cie, la salamandra giallo e nera(Salamandra salamandra), lasalamandra nera (Salamandraatra) e la salamandra di Lanza(Salamandra lanzai). Tuttehanno un corpo provvisto diquattro arti ben sviluppati, untronco e una coda allungati eun capo ben distinto.

La pelle delle salamandre èumida e ricca di struttureghiandolari. In particolare dueghiandole di dimensioni cospi-cue sono presenti subito dietrogli occhi. Si tratta delle ghian-dole parotoidi, che produconoun essudato tossico utilizzatocome protezione e deterrentenei confronti di eventuali pre-datori. Altre ghiandole, diminor dimensione, sono diffu-se sul resto del corpo lungo iltronco e lungo la coda.

Le salamandre sono animaliterricoli quando metamorfosa-ti, anche se frequentano aree anotevole umidità. Al pari di altriAnfibi hanno la pelle nuda chedeve sempre rimanere umidaper garantire un’adeguata respi-razione cutanea.

Lo stile di vita delle salaman-dre si differenzia a seconda del-la specie. La più grande e piùdiffusa delle tre specie italiane èla salamandra giallo e nera,Salamandra salamandra.

Presente in buona parte delcontinente europeo, in Italiaessa è localizzata in zone alpine,prealpine, collinari e appennini-

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Infine, la salamandra diLanza (Salamandra lanzai), acui è dedicata la presente pub-blicazione, si differenzia daSalamandra atra per diversiaspetti. Benché totalmente neracome S. atra atra, essa rag-giunge maggiori dimensioni(16 cm contro 12 cm), ha codacon punta arrotondata, non haghiandole vertebrali rilevate epresenta accenni di palmaturafra le dita delle zampe. In gene-rale il suo aspetto è più massic-cio e il profilo della testa appa-re più appiattito. L’areale dellasalamandra di Lanza, comeabbiamo già avuto modo disottolineare, è circoscritto apoche vallate delle Alpi Cozie.

Salamandra atra e S. lanzaisi differenziano da S. salaman-dra oltre che per aspetti dicolorazione e di dimensioni,anche perché partorisconopochi piccoli, già perfettamen-te formati e atti alla vita terre-stre. Questa assenza di un veroperiodo larvale libero è unadattamento alla vita ad altaquota, dove l’acqua rimaneallo stato liquido per un perio-do limitato. Anche alcune sot-tospecie di S. salamandra chevivono in alta quota mostranoquesto peculiare adattamento:si tratta di un fenomeno di con-vergenza evolutiva in cui duespecie, non necessariamenteimparentate, adottano la stessastrategia (viviparità) per far fron-te ad una stessa esigenza (rigoredell’ambiente in alta quota).

invece una livrea scura, conmacchie gialle relativamente pic-cole e poco numerose.

Le altre due specie di salaman-dre vivono entrambe in ambien-te montano. La salamandra nerapropriamente detta (Salaman-dra atra) ha un areale che in ter-ritorio italiano va dalle Alpi bre-sciane fino al Friuli. Altri nucleipopolazionali sono presenti nelGiura e nella Penisola Balcanica.Salamandra atra è nota con duesottospecie presenti in Italia:quella tipica, S. a. atra e la sala-mandra di Aurora, S. a. aurorae.Quest’ultima sottospecie è assaipeculiare per la sua colorazioneche, a differenza della sottospe-cie nominale, è nera o bruna-stra con macchie grigio-gialla-stre.

Figura 11Differenze morfologiche nelle

tre specie di salamandra presenti

in territorio italiano.

a). Salamandra salamandra

b). Salamandra atra

c). Salamandra lanzai

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Rappresentanti delgenere Salamandrapresenti in ItaliaFigura 12Salamandra giallo e nera

(Salamandra salamandra)

Figura 13Salamandra alpina

(Salamandra atra atra)

Figura 14Esemplare

di salamandra alpina da Aurora

(Salamandra atra aurorae)

Figura 15Esemplare di salamandra di

Lanza (Salamandra lanzai)

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